ALTAI
Il nuovo romanzo di Wu Ming

Altai, una playlist

Written on 22/03/2010 – 11:08 pm by Wu Ming

Su YouTube si può ascoltare tutta di fila la “colonna sonora” di Altai assemblata da iscritti al gruppo “Wu Ming” su Anobii. Un piccolo, nitido esempio di “comunità e transmedialità” intorno a un nostro libro: da un riferimento en passant (reminiscenza di una canzone di Fabrizio De Andrè, Sinan capudan pascià) è partita una discussione e ha preso forma una playlist. Quest’ultima ha poi trovato collocazione su un altro social network: da Anobii a YouTube.

La playlist comprende brani di artisti italiani (De Andrè, Battiato, Guccini, Capossela, Litfiba, CSI, Alberto d’Amico, Maxmaber Orkestar, Al Darawish), turchi (Sezen Aksu, Ayse Sicimoglu), greci (Aphrodite’s Child) e algerini (Chaba Zahouania), oltre a un brano di musica sefardita del XVI secolo.

Grazie a Beppe Vergara, eFFe, Cristian Fabbi, Mr Mills, Dalia, Sommino, Cletto, Guidored ed Estrellaroja.

Un inatteso articolo su Riforma, settimanale dei protestanti italiani

Written on 20/03/2010 – 1:40 am by Wu Ming
Coi forconi, dio bono!
Utter Bliss

MOLTITUDINI
mp3, 160 kbps, 13,4 mega, 14:48

Sonorizzazione del proclama
link
Dalle moltitudini d’Europa in marcia contro l’Impero
(maggio 2001)

Anna Rispoli – voce recitante;
Antonio Amorosi – voce suonante;
Massimo Carozzi – ingegneria sonora.

«…Un manifesto: non so più dove l’abbia letto o come sia venuto nelle mie mani per la prima volta. A metà pagina c’era scritto: “Siamo l’esercito dei contadini e dei minatori di Thomas Müntzer…”»

Ci voleva un pastore protestante. Ci voleva Herbert Anders, pastore battista che abbiamo conosciuto di recente alla Spezia. Ci voleva un suo articolo sul mensile Riforma, per “schiudere” il nostro vecchio proclama “Dalle moltitudini d’Europa in marcia contro l’Impero” (2001), levarlo dalle pastoie chiliastico-millenaristiche in cui lo avevamo imprigionato, e “riabilitarlo” ai nostri stessi occhi.

Su quel testo, è noto, noi abbiamo fatto un’autocritica politica, ma non ne abbiamo mai negato la forza espressiva, né abbiamo disconosciuto il desiderio da cui nasceva. Non è tanto nell’appello, quanto nel nostro brandirlo come arma in quei giorni pre-Genova, nell’utilizzo contingente a cui lo avevamo piegato, che abbiamo rinvenuto caratteri tipici della “tecnicizzazione del mito” (espressione introdotta da Karoly Kerenyi e poi utilizzata da Furio Jesi).

Il testo in sé era leggibile anche in altri modi, sotto altri aspetti. Ad esempio, parlava di quel che è comune, di ciò che appartiene a tutti ma di cui i Signori vorrebbero appropriarsi. Acqua, aria, terra, conoscenza. C’era una genealogia – e una teleologia – della resistenza alle privatizzazioni, cioè alle usurpazioni. Resistenza che Anders rintraccia, recupera ed esplicita nel cuore stesso del Vangelo e di una Riforma che “semper reformanda est”, stabilendo anche collegamenti con la “Teologia della liberazione” latino-americana (Ernesto Cardenal, Gustavo Gutiérrez etc.)

L’articolo s’intitola “Condividere i saperi con gli ultimi” ed è apparso sul numero di Riforma del 12 marzo scorso. Lo riproponiamo in pdf qui.

Non è la prima volta che il settimanale dei protestanti italiani si occupa del nostro lavoro. Undici anni fa Riforma ospitò una polemica a puntate, un confronto teso tra chi aveva apprezzato Q (Antonio Di Grado, valdese, docente di Letteratura italiana all’Università di Catania) e chi invece lo aveva detestato (Giorgio Tourn, storico, biblista e pastore valdese), con un terzo intervento del pastore Mauro Pons che iniziava così: “Una parola su Q se si può ancora ragionare e non scomunicare.” Tutto quel dibattito è archiviato qui.

Altai scaricabile; Sogno, visione e utopia; Il falco e la gallina

Written on 15/03/2010 – 4:50 pm by Wu Ming

SCARICA ALTAI. Sono trascorsi esattamente quattro mesi dall’uscita di Altai in libreria. Il romanzo naviga verso le 50.000 copie. Sono in corso trattative per i diritti di traduzione inglese e francese. Il tour di presentazioni prosegue più intenso che mai e si concluderà solo ai primi di giugno. Insomma, il motore ruggisce che è un piacere.
E noialtri che facciamo, riposiamo sugli allori? Col cazzo! Anzi, pigiamo sull’acceleratore. Infatti, a partire da oggi, Altai è scaricabile dal sito in diversi formati:
DOC, ODT, PDF e – novità – ePUB.
Tutto gratis, come ogni volta. Puoi scaricare e chi s’è visto s’è visto, ciao, non ci devi niente.
Se però pensi che questo sforzo di apertura, questa politica di copyleft che portiamo avanti da tanti anni, meriti una ricompensa, un incoraggiamento, un feedback, un… “controdono” da parte tua, puoi usare PayPal per mandarci qualche scellino. Così, per la nostra bella faccia. Basta cliccare sull’icona a destra.
Nota bene: può fare una donazione anche chi non ha una carta di credito, basta un conto corrente.

***

SOGNO, VISIONE  E UTOPIA IN ALTAI. A volte si firma “Sandokan” ma è Luca Giudici l’autore di questa densa e suggestiva lettura di Altai. Allucinazioni, paesaggi onirici, profezia, utopia: la funzione di tutto questo in Altai e nella nostra opera. Riproduciamo l’inizio del testo:

«Altai è, come è noto, l’ultima fatica dell’autore collettivo noto come Wu Ming. Dell’opera si è già lungamente parlato e lo stesso blog che gli autori le dedicano è ampiamente esaustivo di tanti aspetti non direttamente affrontati nel testo. Questa mia nota vuole affrontare l’opera sotto la cifra interpretativa del sogno. Questo è da intendere sia nel suo significato puramente onirico, che in quello di desiderio, utopia. Vorrei mostrare che – sulla scia della lettura di Ernst Bloch, delle sue interpretazioni del fenomeno degli anabattisti e di Thomas Müntzer (l’ambiente di Q) e della sua speciale concezione dell’utopia – Wu Ming traccia un filo rosso tra il percorso di El Israel, il popolo eletto, ed il sogno come desiderio umano, che filtra da un inconscio, solo parzialmente nascosto da un velo trasparente di coscienza.
La cifra originaria, il motore di questo percorso carsico che percorre la storia delle dodici tribù di Beniamino attraverso la Storia maiuscola, è il sogno di Giuseppe.
La storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, e dei suoi fratelli, è narrata in Genesi 37 – 50, ed è una delle più feconde espressioni della potenza narrativa del testo biblico. E’ assolutamente nota, in tutte le sue parti, nonostante la lettura del testo riveli ai più dettagli che nella vulgata normalmente diffusa spesso sono rimasti in secondo piano.
Comunque non è l’esegesi biblica che interessa a Wu Ming, bensì il potenziale evocativo posseduto da questa narrazione nella storia del popolo d’Israele.»
Prosegue qui.

P.S.
A quasi trent’anni dall’ultima riedizione (1981), il cruciale saggio di Ernst Bloch Thomas Müntzer teologo della rivoluzione (scritto nel 1921) è stato appena ripubblicato da Feltrinelli, a un prezzo economico (nove euro). Fossimo in voi ne approfitteremmo. Fu una delle letture fondamentali durante la preparazione di Q e – credeteci o no – è un’opera utile, oggi in Italia, come mai altrove. Read the rest of this entry »

La questione dell’identità in Altai – di Gaia De Pascale

Written on 09/03/2010 – 2:33 pm by Wu Ming

Bruno Fanciullacci

Bruno Fanciullacci, generoso interprete della filosofia della prassi, protagonista di una rapida ma intensa disputa con Giovanni Gentile. Lo citiamo nell'intervista a Pisanotizie (clicca sulla foto per approfondire). La filosofia, nata nelle strade, alle strade dovrà tornare.

{ In questo post proponiamo:
- i link a due interviste che hanno qualche motivo di interesse, una apparsa sul sito romanzistorici.it
[ «Nel giugno 1998, dopo aver consegnato il testo di Q all’Einaudi (sarebbe uscito nel marzo dell’anno successivo), pour parler iniziammo a fantasticare sui personaggi, sul proseguimento delle loro vite e vicende. Capiamoci: non perché volessimo scrivere un sequel, anzi, il nostro interesse si stava già spostando verso altre epoche e altre storie. Ma avevamo passato quasi tre anni in compagnia di quei personaggi, e la nostra curiosità su cosa avrebbero fatto dopo era una curiosità da lettori e… da amici, prima ancora che da autori.» ]
…e l’altra sul sito Pisanotizie
[ «Che la storia "non si faccia con i se" è una vecchia fregnaccia, uno dei più logori luoghi comuni. Il passato non è una costellazione fissa e immota, perché non è fatto solo di "nudi fatti". I fatti non sono mai nudi, sono sempre vestiti di interpretazioni. Il passato è un teatro di guerra, un luogo di conflitto durissimo: il conflitto per l'egemonia sulla memoria pubblica.» ];
- Qui di seguito, un bel testo su Altai di Gaia De Pascale, sistemazione e approfondimento di quel che avrebbe detto al Buridda di Genova la sera dell’11 febbraio scorso, se qualcuno non le avesse tolto la parola con la forza.}

***

Altai, il falco di stirpe meticcia, la cui madre proviene dalle lande ghiacciate ai confini del mondo e il cui padre vola sopra i deserti dell’Asia Centrale. È questo animale a dare il titolo all’ultima fatica dei Wu Ming; è il meraviglioso volatile dalle ali screziate a campeggiare sulla copertina e a richiamare, fin da subito, quello che può essere considerato il tema centrale di quest’opera e, forse, di ogni lavoro della band: l’identità. Read the rest of this entry »

Una palla da cogliere al balzo: la recensione di Altai su Medioevo

Written on 17/02/2010 – 8:33 pm by Wu Ming

[Da queste parti c'era voglia di tornare in modo più approfondito su alcuni punti "teorici" toccati nelle discussioni su Altai: l'Altro, i rapporti oriente-occidente, stereotipi e preconcetti disseminati nella storia scritta dai vincitori... Pensavamo a una serie di post un po' "densi", però comprensibili. La domanda era: come impostare il discorso senza inutili pesantezze? L'estratto dal prossimo libro di Zizek su antisemitismo e fondamentalismo era un primo, interlocutorio passo nella direzione che avevamo in mente, ma sentivamo la necessità di un input esterno.
Due giorni fa ci è arrivata una lunga recensione apparsa sull'ultimo numero di Medioevo (rivista di grande diffusione), recensione in cui ci si imputa un inconsapevole "orientalismo" (oltre a una scelta di campo... filo-veneziana) e si mettono in fila diverse inesattezze. Era un'opportunità per chiarire alcune cose, e abbiamo colto la palla al balzo. Ogni stroncatura è un'occasione da non perdere. Di seguito, riportiamo il testo del prof. Marco Di Branco, docente di Storia bizantina alla Sapienza, seguita da alcune considerazioni di Wu Ming 4. Ringraziamo Di Branco per l'attenzione e l'opportunità che ci ha concesso.]

Da “Medioevo”, anno 14, n. 2, febbraio 2010:

UN INCONSAPEVOLE “ORIENTALISMO”
Ambientato all’epoca della battaglia di Lepanto, il romanzo storico degli autori di Q sembra riproporre alcuni dei più diffusi stereotipi occidentali legati alla rappresentazione dei musulmani

di Marco Di Branco

Dopo il meritato successo di Q, ambientato all’epoca della Riforma luterana e delle grandi rivolte contadine guidate da Thomas Müntzer, Wu Ming, il collettivo di scrittori che al suo esordio si firmò “Luther Blissett”, torna nel mondo del suo primo libro con un romanzo storico: Altai. Questa volta, al centro della narrazione c’è il sogno di Joseph Nassi (o Nasi), il potente Ebreo portoghese amico e consigliere del sultano ottomano Selim II, deciso a costruire a Cipro la Nuova Sion, “la casa comune dei fuggiaschi e degli spiriti liberi”, fondata sulla tolleranza e sulla concordia. La vicenda, che prende le mosse da Venezia nel 1569, quindici anni dopo l’epilogo di Q, si dipana fra Dubrovnik, Tessalonica, Costantinopoli e, appunto, Cipro, e trova la sua spettacolare conclusione nelle acque di Lepanto, dove il 7 ottobre 1571 avviene lo “scontro finale” tra la flotta cristiana di Don Giovanni d’Austria e quella musulmana guidata dall’ammiraglio Müezzinzade Ali Pasa. Fra intrighi, assedi, battaglie e storie d’amore, il racconto procede in maniera non di rado avvincente verso un finale un po’ scontato, soprattutto per i lettori “informati sui fatti”, così come scontate e stucchevoli sono alcune delle similitudini e metafore di cui il testo trabocca (“l’alba giunse come un riscatto”; “la città era splendida come una sposa”; “Il cielo è un incendio di porpora e oro”…). Read the rest of this entry »

Slavoj Žižek su antisemitismo e fondamentalismo islamico

Written on 15/02/2010 – 12:00 am by Wu Ming

[Una tantum, un post che, almeno in apparenza, "la prende alla larga".
Nel suo ultimo saggio First As Tragedy, Then As Farce (Verso Books, 2009, l'edizione italiana uscirà a marzo per le edizioni Ponte alle Grazie), il filosofo e psicanalista sloveno Slavoj Žižek scrive alcune cose molto sensate sull'antisemitismo nel mondo arabo e su chi predica "alleanze tattiche" anti-imperialiste con organizzazioni e movimenti del fondamentalismo islamico. Poiché anche nel commentarium di questo blog, partendo da Altai, si sono dibattute simili posizioni (con le quali siamo in totale disaccordo), abbiamo tradotto stralci della riflessione di Žižek (pagg. 68-73 dell'edizione paperback) e le offriamo ai lettori come anticipazione del libro. Un'altra anteprima, stavolta dell'introduzione, è apparsa nei giorni scorsi sul blog Nazione Indiana.]

[...] Nel caso dell’Ebreo come feticcio fascista, la demistificazione interpretativa è molto più difficile (a conferma dell’intuizione clinica sull’impossibilità di scalzare un feticismo interpretando il “significato” del feticcio: i feticisti sono soddisfatti dei loro feticci, non sentono alcun bisogno di liberarsene). In pratica, in termini politici, ciò significa che è quasi impossibile “aprire gli occhi” a un lavoratore sfruttato che incolpa gli “ebrei” della propria miseria – ergo: spiegargli che l’ebreo è il “falso nemico” usato dal “vero nemico” (la classe dominante) per nascondere la lotta reale – e dirigere la sua attenzione non più sugli “ebrei” bensì sui “capitalisti” [...] Read the rest of this entry »

Svarioni storici in Altai? “Botta” del Corriere del Veneto, risposta di Wu Ming

Written on 17/12/2009 – 12:52 pm by Wu Ming 1

Arsenale di Venezia[Si comincia a entrare nel merito, e noi ci andiamo a nozze! :-)
Sul Corriere del Veneto di oggi, 17 dicembre 2009, Beppe Gullino recensisce Altai. Lo recensisce positivamente dal punto di vista letterario, ma lo critica dal punto di vista ideologico, ed elenca alcune presunte sviste ed errori storici. Su un punto di natura lessicale ha ragione, e siamo d'accordo con lui. Su tutti gli altri punti, lo svarione non è nostro bensì, temiamo, del recensore. Ecco l'articolo e, a seguire, la risposta che abbiamo spedito al giornale.]

LA SERENISSIMA DI ALTAI E GLI SVARIONI STORICI
L’analisi del romanzo di Wu Ming sull’ «11 settembre» dell’Arsenale

Qualche giorno fa, su queste pagine, c’è stata un’intervista all’autore del recente, fortunato romanzo Altai. Ho detto autore, ma in realtà si tratta di un collettivo di quattro bolognesi che un tempo si firmavano «Luther Blisset» e ora «Wu Ming», forse in omaggio all’antica sentenza per cui «nemo propheta in patria», oppure all’incoercibile esterofilia di noi italiani. Ho letto questo romanzo perché parla della guerra di Cipro (1570-1573), di Bragadin, di Lepanto. Tutte cose che non possono non interessare a un veneziano, senza dimenticare che Cipro è questione europea, visto che, dopo la caduta del muro di Berlino, l’ultima cortina di ferro che resiste sul nostro continente è, appunto, il muro che divide in due l’isola di Caterina Cornaro: da una parte la Cipro greca, dall’altra quella turca. Read the rest of this entry »

Cos’è un epilogo?

Written on 13/12/2009 – 11:34 am by Wu Ming 1

giucas_casella-758299Pensierino domenicale.
Ascolto un tizio parlare (male) di Altai su una radio locale. Le rimostranze partono dalla scritta sulla fascetta: “Quindici anni dopo l’epilogo di Q“. Con sarcasmo e una risatina repressa a screziare la voce, il tizio fa notare che in realtà dall’uscita di Q sono passati dieci anni, non quindici.
Dopodiché, parte ad analizzare il romanzo e dice: “Siamo nel 1569, sono passati quindici anni dall’antefatto di Q e…”
Non si accorge di cosa non va, non sembra avvertire l’incongruenza.
Rimango perplesso. A parte il fatto che la fascetta non fa parte del libro e non si capisce perché “recensirla” (ragazzi, queste cose capitano proprio solo a noi), c’è proprio qualcosa che non torna, che stride forte.
Prendo lo Zingarelli, cerco la parola e leggo:
Epilogo s.m. 1 Parte conclusiva di un dramma o di altre opere letterarie [...]”
L’epilogo di Q (non è un “antefatto”, gli antefatti sono gli eventi avvenuti prima dell’inizio) si svolgeva a Istanbul nel 1555. C’era proprio scritto: “Epilogo. Istanbul 1555″.
La fascetta dice: “Quindici anni dopo l’epilogo di Q“. E infatti la trama di Altai comincia negli ultimi mesi del 1569.
Quindi dov’è il problema?
Boh.
Avrei capito la critica se ci fosse una virgola: “Quindici anni dopo, l’epilogo di Q“.
Ma non c’è nessuna virgola. Non dice che Altai è l’epilogo di Q. Dice che si svolge quindici anni dopo l’epilogo di Q.
Sì, mi sa che è andata proprio così. Ha visto una virgola che non c’è, perché voleva vederla*. Un pre-concetto.
Una frase di sei parole, scritta in grande, e l’ha letta in modo scazzato. Non solo: ci ha costruito sopra un’argomentazione, senza una seconda occhiata.
Figurarsi come deve aver letto il libro…

*Lo aveva scritto un recensore su Anobii: “Chi si aspetta un semplice ritorno ‘sul luogo del delitto’ a dieci anni dall’uscita del romanzo che ha dato il via a tutto quanto, resterà probabilmente deluso. Resterà deluso chi si aspetta questo, e resterà deluso chi SPERA questo, per poi magari poter dire: ve l’avevo detto.”

Ancora sul prezzo

Written on 25/11/2009 – 10:59 pm by Wu Ming 2

numbersCome promesso, ieri pomeriggio abbiamo chiesto qualche spiegazione in più alla casa editrice in merito al prezzo di copertina di Altai (19,50 euro). Questa mattina mi ha richiamato Severino Cesari di Stile Libero per discutere i dati che ha ricevuto dal settore commerciale.
In un post precedente avevamo fatto il confronto tra Altai (2009) e Manituana (2007), facendo notare che il primo ha un 33% di pagine in meno, ma costa l’11% in più. A cosa si deve l’aumento? A quattro fattori:
1) La carta riciclata è aumentata del 7% – più della carta normale, anche perché gli autori Einaudi che l’hanno richiesta sono ancora pochi e questo non permette alla casa editrice di ammortizzare il costo degli ordini.
2) I nostri diritti d’autore, in media, sono aumentati del 2% – e dovrò andarmi a ristudiare i contratti perché m’era sfuggito…
3) I costi di promozione e distribuzione sono aumentati, arrivando a sfiorare il 50% del prezzo di copertina. (per chi volesse approfondire il concetto segnalo questo articolo di Giulio Mozzi)
4) Il mercato editoriale subisce la crisi economica e in generale aumentano le rese. Questo significa che una casa editrice come Einaudi, che già non persegue una politica di enormi tirature, deve procedere con cautela ancora maggiore. Tirature iniziali più limitate rendono più dfficile un contenimento dei prezzi, ma se il titolo vende bene, si passa magari più in fretta a un’edizione economica. Read the rest of this entry »