ALTAI
Il nuovo romanzo di Wu Ming

Leggere con le orecchie: Mompracem, Pietro Perna, la playlist di Altai…

Written on 10/01/2010 – 1:37 am by Wu Ming 1

tigri_mompracem_dellavalleTre segnalazioni, e hanno tutte a che fare con l’udito.

Il falco sull’isola della tigre. Il 13 dicembre scorso Mompracem, “settimanale avventuroso di letteratura” in onda ogni sabato sull’emittente bolognese Radio Città del Capo, ha dedicato un’intera puntata ad Altai. Ospite in studio: Wu Ming 4, intervistato da Jadel Andreetto alias “Kai Zen J”. L’mp3 è stato messo on line soltanto ieri, la puntata ci sembra ben riuscita, la conversazione tocca molti argomenti, insomma… Buon ascolto.

Pagella interpreta Perna. La presentazione di Altai a Torre Pellice (TO) dello scorso 5 dicembre è stata per molti versi memorabile. Intanto, l’abbiamo fatta dentro il tempio valdese. Non avevamo mai fatto una presentazione dentro un luogo di culto. Sì, ci è capitato di farne dentro ex-chiese, luoghi da tempo sconsacrati che avevano cambiato destinazione d’uso (l’ultima volta è stato a Perugia, nella bellissima ex-chiesa di S. Benvignate), ma mai in un luogo di culto attivo, epicentro di una comunità di credenti. Anni e anni a dare l’8 per mille ai valdesi, e alla fine qualche bonus arriva…
Inoltre, a introdurci e dialogare con noi c’era Micaela Procaccia, storica e archivista di stato, esperta di storia della comunità ebraica romana e di dialetto giudeo-romanesco, che ha dedicato parole commoventi a Manuel Cardoso e alla famiglia Nasi.
Infine, c’era l’amico Fabrizio Pagella, attore che da anni collabora con noi. Fabrizio è una delle voci dell’album 54 degli Yo Yo Mundi, ed è la voce del concerto-spettacolo tratto da quell’album. Da brividi l’interpretazione di Se muoio stanotte (Ettore alla Battaglia di Porta Lame), registrazione live al Leoncavallo, dicembre 2004.
A Torre Pellice, Fabrizio ha letto due brani da Altai: l’incendio all’Arsenale e l’apparizione in sogno di Pietro Perna (secondo intermezzo, “Tre giorni di febbre”). Read the rest of this entry »

Da Repubblica: METODO WU MING, di Michele Smargiassi

Written on 16/12/2009 – 11:09 am by Wu Ming 1

L'articolo di Smargiassi nel paginone cultura di Repubblica, 15 dicembre 09

L'articolo di Michele Smargiassi nel paginone Cultura di Repubblica, 16 dicembre 09

La Repubblica, 16 dicembre 2009 – CULTURA, pag. 60

“Scriviamo in quattro come una band”
Da “Q” ad “Altai” ecco come sono stati realizzati i romanzi del collettivo di autori

BOLOGNA.  Tutto comincia sempre (e tutto sempre obbligatoriamente finisce) attorno al concretissimo, paleo-tecnologico tavolo ovale, un modesto Ikea comprato nel ’99 coi soldi di Q, il primo folgorante romanzo della band letteraria che allora si chiamava ancora Luther Blissett. È l’unica proprietà comune del collettivo di scrittura Wu Ming, ma è anche il suo oggetto sciamanico e rituale, come la tavola rotonda dei paladini. Ora si trova a casa di Wu Ming 1, ha cambiato indirizzo diverse volte, comunque è ancora in servizio creativo permanente effettivo. Lì attorno è stato concepito e poi partorito anche Altai, quinta recentissima opera dei quattro co-autori “senza nome”, e tutto è iniziato come le altre volte: un Wu Ming solfeggia un’idea, un altro la riprende, uno la rilancia, il quarto l’aggiusta…
Facile a dirsi, meno a farsi, ancor meno a spiegarsi. Comodamente stesi sui divani lisi di una libreria alternativa bolognese, la richiesta di raccontare il laboratorio Wu Ming è accolta dai quattro cavalieri della tavola ovale con educato scetticismo. «Non c’è un metodo». Ed è vero. Sulla tecnica di scrittura collettiva nessuno ha mai scritto un manuale, tantomeno loro che l’hanno inventata e praticata per primi, mai però teorizzata, sennonché a ogni presentazione pubblica c’è una domanda dal pubblico che non manca mai: «Ma come fate? Chi scrive cosa?». E adesso che sulla loro scia si moltiplicano i collettivi di scrittura come Sic o Kai-Zen, fenomeno tutto italiano, forse è ora di dare una sistematina alla materia, che dite? «Non c’è un metodo», conviene WM4, «ma dopo dieci anni di lavoro assieme, in effetti, c’è una pratica sperimentata». Read the rest of this entry »