ALTAI
Il nuovo romanzo di Wu Ming

Miscellanea

Written on 29/12/2009 – 6:38 pm by Wu Ming 2

georg-flegel-tavola-imbanditaUltimo post dell’anno, per ripassare in un fritto misto quel che s’è cucinato intorno ad Altai nel periodo natalizio.
Per cominciare, un tris di recensioni:

La prima, è di Leonilde Bartarelli:

“Il Mediterraneo nel XVI secolo: questo è in sintesi il tema centrale di Altai.
E il Mediterraneo riempie e alimenta ogni pagina, diventa dimensione quasi simbolica dove promiscuità, contrasti, commerci, adattamento e fusione di genti, lingue, culture si accompagnano a una ricerca spasmodica di conservazione della propria identità nazionale e religiosa.
Concepito come potere ma anche come fuga o realizzazione di utopie…”

La seconda è di Simone Sarasso, che si è riletto Q (per la quinta volta?) e poi di seguito Altai in un ponte dell’Immacolata dedicato ai libri.

“…se Q è un romanzo gelido come l’acciaio, grigiazzurro come gli occhi del capitano Dal Pozzo, ALTAI è rosso fuoco. E oro.
…Uno stendardo biforcuto, azzurro come il ghiaccio, rosso e oro come il luogo dove sorge il sole. Ecco che cos’è per me questa storia: dieci anni e due libri in un’immagine sola. Oriente e Occidente, maschio e femmina, figlio e padre.” Read the rest of this entry »

Wu Ming, Falcones, Lerner: una lettura comparata – da L’Unità

Written on 23/12/2009 – 4:49 pm by Wu Ming

Gad LernerDa L’Unità del 23 dicembre 2009:

ROMANZI, SE LA TOP TEN PREMIA MARTIRI, VIAGGIATORI E RIBELLI
Tre autori. Il collettivo Wu Ming, Falcones e Lerner e il singolare filo rosso tra le loro opere

Tommaso De Lorenzis

Sono storie di perseguitati e proscritti, di esuli e dissidenti. Sono racconti di carneficine e massacri, di fughe precipitose e peregrinazioni estenuanti. Compongono le trame di tre titoli che, a dispetto della diversità di generi e stili, si richiamano in un gioco di suggestive assonanze, piazzandosi ai piani alti delle rispettive classifiche di vendita. Se l’accostamento tra La mano di Fatima dello scrittore spagnolo Ildefonso Falcones e Altai dell’atelier Wu Ming può risultare ovvio, inaspettata appare la corrispondenza tra la coppia di romanzi e Scintille, l’ultimo lavoro del giornalista Gad Lerner. Le analogie sul versante romanzesco dell’ipotetico trittico narrativo sono evidenti. Falcones e Wu Ming scelgono il XVI secolo come ambientazione dei loro intrecci, con uno scarto temporale praticamente nullo: in un caso siamo nella Spagna del 1568, nell’altro a Venezia nell’anno del Signore 1569. I due libri, quindi, si collocano agli antipodi del medesimo scacchiere politico. Le rivolte dei moriscos andalusi trovano un’eco nella Costantinopoli di Altai, mentre la presa di Cipro e la battaglia di Lepanto causeranno – anche se indirettamente – la sconfitta della sollevazione musulmana in Spagna. Tuttavia, al di là della pur significativa consonanza di contesto, suona stupefacente la somiglianza dei protagonisti. Read the rest of this entry »

Alessandro Barbero recensisce Altai su Tuttolibri

Written on 20/12/2009 – 10:07 pm by Wu Ming

Alessandro Barbero[Dopo Adriano Prosperi e Mario Galzigna, un altro storico si occupa di Altai, stavolta sul supplemento "Tuttolibri" del quotidiano La Stampa (edizione del 19 dicembre 2009). Barbero è docente di Storia medievale all'Università del Piemonte Orientale, oltre a essere un collega romanziere. Si è occupato anche di impero ottomano e di Solimano il Magnifico. Più volte, nello scrivere Altai, ad alcuni di noi sono venute in mente certe sue riflessioni su Carlo Magno, su Europa e Mediterraneo, sull’inizio della separazione tra oriente e occidente. Una sua splendida lezione sull'incoronazione di Carlo Magno, tenuta qualche anno fa all'Auditorium di Roma, è disponibile in mp3 sul sito delle Edizioni Laterza. Il riassuntino del dibattito sul New Italian Epic si poteva escindere dalla recensione senza che questa ne serbasse memoria, ma la recensione stessa è empatica, calorosa e non ha per niente il "braccino corto". Barbero è entrato in sintonia con il libro e con chi l'ha scritto, è bello che riconosca la nostra pietas nei confronti dei personaggi, ed è come minimo un atto di coraggio intellettuale (forse addirittura una provocazione punk) definire “meritatissimo” lo scuoiamento di Bragadin.]

Due gondole volano in cielo: è l’apocalisse di Venezia

Dieci anni dopo Q, i Wu Ming tornano ad affrontare in un romanzo, Altai, il calderone ribollente delle guerre e delle utopie cinquecentesche, in cui è sempre più facile riconoscere uno specchio dei nostri tormenti.
In questo decennio zeppo di eventi sinistri alcune cose sono cambiate, ed altre no. Il gruppo si è ritrovato al centro del dibattito su un «New Italian Epic» che riunirebbe molti diversi romanzi degli ultimi anni, fra cui opere degli stessi Wu Ming. Ad accomunarli, il rifiuto della frigidità postmodernista, l’accettazione senza complessi d’inferiorità dell’appartenenza ad un genere, come il giallo o il romanzo storico, e la capacità di parlare anche dell’Italia di oggi, direttamente o per la via obliqua del passato. Fra dibattiti, convegni, seminari e tavole rotonde, il nuovo romanzo esce portandosi addosso un bagaglio teorico e una visibilità virtuale che il primo non aveva, e non è facile leggerlo con la stessa freschezza e la stessa sorpresa. Read the rest of this entry »

L’Unità: “I Wu Ming ripartono da Q e riscoprono psiche e femminilità”

Written on 18/12/2009 – 7:33 pm by Wu Ming 1

testata_home[Su L'Unità on line di oggi. Titolo roboante! E anche impegnativo, non c'è dubbio. Ci ha un po' spaventati, e da buoni zotici abbiamo commentato su twitter: "Urge riequilibrio: gara di rutti su Skype!".
A parte le cazzate (ma "le cazzate sono importanti", diceva quel tale), la recensione di Monica Mazzitelli getta ponti, stabilisce collegamenti, è intrigante e merita di essere commentata.]

Due potenze a confronto: la Serenissima e l’Impero Ottomano di Selim II (Solimano II*) alla vigilia della battaglia di Lepanto, che segna l’inizio del tramonto dell’Impero d’Oriente. Il celeberrimo romanzo “Q” firmato Luther Blissett e scritto dall’ensemble narrativo che ha poi preso il nome di Wu Ming, si concludeva a Costantinopoli 15 anni prima dell’inizio di Altai (Wu Ming, Einaudi Stile Libero, 411 pagine, € 19.50). Ne condivide l’atmosfera e in parte la storia, senza esserne un seguito. Il protagonista è un nuovo personaggio che, come avveniva in “Q”, cambia nome e identità per ragioni di sopravvivenza ma anche di scelta: Emanuele De Zante, ebreo figlio di un ricco gentile veneziano, e agente segreto della Serenissima, è costretto a fuggire dalla sua città e rifugiarsi a Costantinopoli, dove riprende il suo nome d’infanzia: Manuel Cardoso. Lì è accolto dall’arcinemico di Venezia, l’ebreo Giuseppe Nasi, al quale finirà per dare supporto nel tentativo di costruzione di un regno per gli ebrei transfughi nel mondo. Read the rest of this entry »

Svarioni storici in Altai? “Botta” del Corriere del Veneto, risposta di Wu Ming

Written on 17/12/2009 – 12:52 pm by Wu Ming 1

Arsenale di Venezia[Si comincia a entrare nel merito, e noi ci andiamo a nozze! :-)
Sul Corriere del Veneto di oggi, 17 dicembre 2009, Beppe Gullino recensisce Altai. Lo recensisce positivamente dal punto di vista letterario, ma lo critica dal punto di vista ideologico, ed elenca alcune presunte sviste ed errori storici. Su un punto di natura lessicale ha ragione, e siamo d'accordo con lui. Su tutti gli altri punti, lo svarione non è nostro bensì, temiamo, del recensore. Ecco l'articolo e, a seguire, la risposta che abbiamo spedito al giornale.]

LA SERENISSIMA DI ALTAI E GLI SVARIONI STORICI
L’analisi del romanzo di Wu Ming sull’ «11 settembre» dell’Arsenale

Qualche giorno fa, su queste pagine, c’è stata un’intervista all’autore del recente, fortunato romanzo Altai. Ho detto autore, ma in realtà si tratta di un collettivo di quattro bolognesi che un tempo si firmavano «Luther Blisset» e ora «Wu Ming», forse in omaggio all’antica sentenza per cui «nemo propheta in patria», oppure all’incoercibile esterofilia di noi italiani. Ho letto questo romanzo perché parla della guerra di Cipro (1570-1573), di Bragadin, di Lepanto. Tutte cose che non possono non interessare a un veneziano, senza dimenticare che Cipro è questione europea, visto che, dopo la caduta del muro di Berlino, l’ultima cortina di ferro che resiste sul nostro continente è, appunto, il muro che divide in due l’isola di Caterina Cornaro: da una parte la Cipro greca, dall’altra quella turca. Read the rest of this entry »

Da Repubblica: METODO WU MING, di Michele Smargiassi

Written on 16/12/2009 – 11:09 am by Wu Ming 1

L'articolo di Smargiassi nel paginone cultura di Repubblica, 15 dicembre 09

L'articolo di Michele Smargiassi nel paginone Cultura di Repubblica, 16 dicembre 09

La Repubblica, 16 dicembre 2009 – CULTURA, pag. 60

“Scriviamo in quattro come una band”
Da “Q” ad “Altai” ecco come sono stati realizzati i romanzi del collettivo di autori

BOLOGNA.  Tutto comincia sempre (e tutto sempre obbligatoriamente finisce) attorno al concretissimo, paleo-tecnologico tavolo ovale, un modesto Ikea comprato nel ’99 coi soldi di Q, il primo folgorante romanzo della band letteraria che allora si chiamava ancora Luther Blissett. È l’unica proprietà comune del collettivo di scrittura Wu Ming, ma è anche il suo oggetto sciamanico e rituale, come la tavola rotonda dei paladini. Ora si trova a casa di Wu Ming 1, ha cambiato indirizzo diverse volte, comunque è ancora in servizio creativo permanente effettivo. Lì attorno è stato concepito e poi partorito anche Altai, quinta recentissima opera dei quattro co-autori “senza nome”, e tutto è iniziato come le altre volte: un Wu Ming solfeggia un’idea, un altro la riprende, uno la rilancia, il quarto l’aggiusta…
Facile a dirsi, meno a farsi, ancor meno a spiegarsi. Comodamente stesi sui divani lisi di una libreria alternativa bolognese, la richiesta di raccontare il laboratorio Wu Ming è accolta dai quattro cavalieri della tavola ovale con educato scetticismo. «Non c’è un metodo». Ed è vero. Sulla tecnica di scrittura collettiva nessuno ha mai scritto un manuale, tantomeno loro che l’hanno inventata e praticata per primi, mai però teorizzata, sennonché a ogni presentazione pubblica c’è una domanda dal pubblico che non manca mai: «Ma come fate? Chi scrive cosa?». E adesso che sulla loro scia si moltiplicano i collettivi di scrittura come Sic o Kai-Zen, fenomeno tutto italiano, forse è ora di dare una sistematina alla materia, che dite? «Non c’è un metodo», conviene WM4, «ma dopo dieci anni di lavoro assieme, in effetti, c’è una pratica sperimentata». Read the rest of this entry »

Sul Mucchio, Besselva Averame recensisce Altai

Written on 13/12/2009 – 11:30 pm by Wu Ming 1
Il Mucchio selvaggio, numero di dicembre 2009

Il Mucchio selvaggio, numero 665, dicembre 2009

[Dal mensile Il Mucchio Selvaggio, anno XXXIII, n.665, dicembre 2009, recensione di Alessandro Besselva Averame:]

Ci hanno ripensato, dicono i Wu Ming: avevano giurato che non avrebbero mai dato un seguito a Q, il romanzo che, dieci anni fa, aveva fatto conoscere il quartetto di autori (tornato tale nell’ultimo anno, dopo essere stato a lungo un quintetto) con quello che era, paradossalmente, il punto di arrivo della loro prima esistenza come identità multipla, Luther Blissett.
Hanno atteso di rendere pubblica la decisione fino all’ultimo, lasciando al loro pubblico un particolarmente riuscito fatto compiuto. In realtà non è che ci abbiano proprio ripensato, visto che Altai è solo in parte la continuazione di un romanzo tanto impegnativo quanto innovativo e liberatorio (la letteratura italiana che, fregandosene dei blasoni e ripartendo dalla base, tornava ad allargare i propri orizzonti spazio-temporali, gettando ponti tra epoche e cercando di trovare nel passato di storie più o meno distanti segni per leggere il presente).
Ci sono alcuni personaggi in comune, c’è un passaggio di testimone (letteralmente: la testimonianza di una sconfitta che ritorna nel corso del tempo, una sconfitta con la quale si convive e dalla quale si possono ricavare preziosi consigli di sopravvivenza non solo spicciola, senza abbandonare del tutto le spinte utopiche che permettono di immaginare mondi nuovi e possibili alternative per cui lottare) ma la narrazione corale si è snellita: meno carne al fuoco, non meno a fuoco però. Lo sfondo è questa volta il Mediterraneo del 1570 conteso tra veneziani e ottomani, il detonatore dell’azione un individuo sospeso tra due appartenenze, che scoprirà di muoversi in un mondo altrettanto ambivalente, una indistricabile matassa di giochi di potere ed equilibri fragilissimi.
Finirà anche lui schiacciato, come chiunque, dagli ingranaggi della Storia, ma nel raccontare la parabola, forse più che in passato, il collettivo apre, nel delineare i personaggi, scorci umani che in precedenza non ci erano mai sembrati così nitidi. Riprendendo il percorso interrotto con Q Wu Ming è riuscito ad instillare nelle pagine i suoi dieci anni di emozioni, sogni, battaglie, sconfitte e conquiste, al di là di ogni pur coraggiosa teorizzazione o inquieta presa di posizione.

Cos’è un epilogo?

Written on 13/12/2009 – 11:34 am by Wu Ming 1

giucas_casella-758299Pensierino domenicale.
Ascolto un tizio parlare (male) di Altai su una radio locale. Le rimostranze partono dalla scritta sulla fascetta: “Quindici anni dopo l’epilogo di Q“. Con sarcasmo e una risatina repressa a screziare la voce, il tizio fa notare che in realtà dall’uscita di Q sono passati dieci anni, non quindici.
Dopodiché, parte ad analizzare il romanzo e dice: “Siamo nel 1569, sono passati quindici anni dall’antefatto di Q e…”
Non si accorge di cosa non va, non sembra avvertire l’incongruenza.
Rimango perplesso. A parte il fatto che la fascetta non fa parte del libro e non si capisce perché “recensirla” (ragazzi, queste cose capitano proprio solo a noi), c’è proprio qualcosa che non torna, che stride forte.
Prendo lo Zingarelli, cerco la parola e leggo:
Epilogo s.m. 1 Parte conclusiva di un dramma o di altre opere letterarie [...]”
L’epilogo di Q (non è un “antefatto”, gli antefatti sono gli eventi avvenuti prima dell’inizio) si svolgeva a Istanbul nel 1555. C’era proprio scritto: “Epilogo. Istanbul 1555″.
La fascetta dice: “Quindici anni dopo l’epilogo di Q“. E infatti la trama di Altai comincia negli ultimi mesi del 1569.
Quindi dov’è il problema?
Boh.
Avrei capito la critica se ci fosse una virgola: “Quindici anni dopo, l’epilogo di Q“.
Ma non c’è nessuna virgola. Non dice che Altai è l’epilogo di Q. Dice che si svolge quindici anni dopo l’epilogo di Q.
Sì, mi sa che è andata proprio così. Ha visto una virgola che non c’è, perché voleva vederla*. Un pre-concetto.
Una frase di sei parole, scritta in grande, e l’ha letta in modo scazzato. Non solo: ci ha costruito sopra un’argomentazione, senza una seconda occhiata.
Figurarsi come deve aver letto il libro…

*Lo aveva scritto un recensore su Anobii: “Chi si aspetta un semplice ritorno ‘sul luogo del delitto’ a dieci anni dall’uscita del romanzo che ha dato il via a tutto quanto, resterà probabilmente deluso. Resterà deluso chi si aspetta questo, e resterà deluso chi SPERA questo, per poi magari poter dire: ve l’avevo detto.”

Affinità – Divergenze tra Manituana e Altai

Written on 11/12/2009 – 4:39 pm by Wu Ming 2

2030163Vorremmo riprendere e discutere qui il confronto tra i personaggi di Altai e Manituana proposto da Ub nei commenti al post su vespe e classifiche.

Come sempre, invitiamo chi non ha ancora letto il libro a fare attenzione, perché il dibattito su questo tema può scivolare facilmente in fastidiose anticipazioni (spoiler).

Prima di procedere, però, una breve notizia che non c’entra con Altai, ma che non è comunque off topic:

Boyd Tonkin, responsabile delle pagine letterarie del quotidiano inglese The Independent, ha inserito Manituana nella lista dei “libri per Natale” – ovvero: le migliori uscite dell’anno – pubblicata sull’edizione odierna del giornale. I titoli sono in tutto nove e soltanto tre sono tradotti da una lingua straniera.

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Altai, la storia, Manuel Cardoso. Voci dalla presentazione padovana

Written on 10/12/2009 – 4:18 pm by Wu Ming 1

gilles_deleuze_2_hUn estratto dalla presentazione di Altai al laboratorio Reality Shock di Padova, per l’occasione stipatissimo, sera del 9 dicembre 2009.
La presentazione è durata circa due ore e mezzo, questo file sonoro dura 26 minuti. E’ uno scambio di vedute tra WM1 (la prima voce che si sente), WM5 (secondo a parlare) e Mario Galzigna, docente di Storia della scienza ed Epistemologia clinica all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Dopo l’intervento introduttivo di Omid Firuzi del Reality Shock e una spiegazione, con alcuni esempi, di come lavoriamo coi materiali storiografici, prende la parola Galzigna, che si dice insoddisfatto della recensione di Adriano Prosperi apparsa su Repubblica il 17 novembre scorso, accenna all’importanza dell’immaginazione nel lavoro dello storico, brevemente rintraccia nel nostro lavoro influenze di Michel Foucault e Gilles Deleuze, infine ci incalza sulla “pluralità” dell’io di Manuel Cardoso, nonché sul lirismo “trattenuto” di certi passaggi. Tutto questo, alquanto miracolosamente, senza mai scivolare nell’accademichese.
Ancor più miracolosamente, noi rispondiamo e discutiamo con lui senza fare spoiler né rovinare alcuna sorpresa ai molti presenti che non hanno ancora letto il libro! Una roba funambolica…
Subito dopo, si è scatenata una ridda di domande e interventi. Il dibattito non era amplificato, quindi nella registrazione integrale molte domande non sono intelligibili e alcune risposte sembrano partire appese a mezz’aria. La parte che abbiamo estratto è, tecnicamente, la meglio riuscita.
Buon ascolto.
P.S. Era una delle nostre serate-ubiquità. In contemporanea, WM2 e WM4 erano a Forlì, in cima alla Collina dei conigli.

La vespa torna a pungere, ma il falco resiste

Written on 09/12/2009 – 12:38 am by Wu Ming 2

wasp-0071Nella settimana dal 23 al 29 novembre, Altai ha totalizzato 17 punti nella statistica Demoskopea, pari a circa cinquemila copie vendute, poco meno delle seimila della settimana precedente. La classifica nel frattempo è molto cambiata: i 100 punti del libro più venduto hanno un altro peso specifico, e corrispondono alle trentamila copie di Fabio Volo. L’exploit dello showman di Calcinate coincide – forse non a caso – con il ritorno della vespa aquilana al terzo posto. Altai esce di poco dalla Top 10, è all’undicesimo posto – sesto nella narrativa italiana –  con un punto in meno (circa 300 copie statistiche) de La mano di Fatima di Ildefonso Falcones. Un quasi pareggio che andrebbe indagato meglio, visto che il libro dell’autore catalano si svolge un anno prima del nostro romanzo (nel 1568), durante una rivolta che ha i suoi echi anche in Altai (quella dei moriscos di Granada), con un protagonista meticcio come Manuel Cardoso (solo che Hernando è mezzo musulmano e mezzo cattolico, e il padre è un prete che ha violentato la madre). Tra l’altro, uno dei nuovi ingressi nella classifica generale è quello di Gad Lerner, con un libro (Scintille) che parla di ebrei, di identità e di anime vagabonde. Nemmeno questo può essere un caso, ma l’ennesima dimostrazione che non si scrive mai veramente da soli, e una buona percentuale di ciò che chiamano ispirazione  è  in realtà zeitgeist, spirito dei tempi, o meglio: la capacità di coglierlo e di tradurlo in parole.

Mentre scriviamo non è ancora disponibile la classifica della rete Arianna, ma col passare dei giorni, i dati di vendita smettono di essere l’unico elemento per valutare la risposta dei lettori alla nostra ultima fatica. Pian piano si aggiungono commenti, recensioni (più che altro in Rete) e soprattutto incontri, sempre molto affollati, con tante domande e lunghi strascichi di chiacchiere nel “terzo tempo”.

A questo proposito, segnaliamo l’intervista di Luca Barbieri pubblicata sul Corriere del Veneto (supplemento locale del Corriere della Sera), e le due date in contemporanea del 9 dicembre: Padova (Reality Shock, h.21) e Forlì (La collina dei conigli, h.21, i dettagli nel calendario qui a fianco).

Narrazione 2.0 : It’s up to you

Written on 05/12/2009 – 12:51 am by Wu Ming 2

373549420_e5573e2f92A chi conosce il nostro romanzo precedente, Manituana, e in particolare la sua espansione in Rete, queste pagine web potranno sembrare scarne, ridotte all’osso, essenziali.
A Siena, nel primo incontro pubblico che si è tenuto intorno ad Altai, ci è stata fatta pure la domanda esplicita: come mai sul sito del nuovo romanzo non c’è nemmeno un booktrailer, non ci sono racconti collaterali e documenti storici, non c’è la mappa dei luoghi da caricare su Google Earth, non ci sono suoni e visioni? Che fine ha fatto il transmedia storytelling, la volontà di raccontare “con ogni mezzo necessario”?
L’obiettivo principale di manituana.com era quello di stimolare una “narrazione partecipata”, ovvero l’esplorazione collettiva dell’universo simbolico evocato dal romanzo. Il sito funzionava come una mappa incompleta di quell’immaginario, un invito a integrarla con altri strumenti e altri dettagli.
Questo blog si propone le stesse finalità, ma con un intervento meno massiccio e ingombrante da parte nostra, perché l’opera resti più importante degli autori che la scrivono.
Nell’esperienza precedente, si trattava di indicare una direzione, uno sviluppo possibile, e noi per primi abbiamo dovuto cimentarci, fare in qualche modo da apripista. Ora i nostri lettori dovrebbero aver chiaro cosa intendiamo con questa proposta di “narrazione 2.0″, non c’è più bisogno di fornire altri esempi, di “mostrare come si fa”. Vorremmo lasciare a voi tutta l’iniziativa, la libertà di esplorare ed ampliare il romanzo con i mezzi che vi sono più congeniali.

Pertanto, qualunque contributo abbia a che fare con Altai (e con Q) può trovare casa in questo blog, anche solo attraverso un link. Booktrailer, racconti, colonne sonore, fumetti, illustrazioni, immagini, mappe, cronologie, bambole di pezza, giochi di ruolo. E se avete interventi scritti che volete proporre come post, potete inviarli al solito indirizzo e-mail che trovate sul nostro sito.

Qualcuno ha già iniziato: qui (con il racconto “Il sogno di Ali”, in fondo alla recensione) e qui (con l’oggetto grafico non identificato che stiamo portando con noi alle presentazioni di Altai)