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Wu Ming - A Band of Writers
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Creative Commons License(C) Wu Ming 2000-2009. Salvo diverse indicazioni, il contenuto di wumingfoundation.com è pubblicato con licenza Creative Commons "Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5". Se ne consente la riproduzione, diffusione, esposizione al pubblico e rappresentazione, purché non a fini commerciali o di lucro, e a condizione che siano citati l'autore e il contesto di provenienza. E' consentito trarre opere derivate, per le quali varranno le condizioni di cui sopra.

Qui sono raccolti i nostri interventi su giornali o riviste, contributi estemporanei e "inediti", testi non inclusi nella newsletter. I calzini spaiati di Wu Ming.
Qui trovi anche gli ARCHIVI TEMATICI dei nostri scritti su link cultura pop, link ambiente, link copyright e link antifascismo (vedi anche il menu in fondo a questa pagina ).

2008
2007
2006
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2001
2000


Wu Ming 1

New Italian Epic 2.0
Memorandum 1993-2008: narrativa, sguardo obliquo, ritorno al futuro
Settembre 2008
Memorandum.
Sintesi provvisoria.
Primo tentativo.
Instabile oscillante reazione ancora in corso.
Sono passati sei mesi da quando ho adoperato queste espressioni in New Italian Epic - testo di cui si continua a discutere, proposta aperta, abbozzo di lettura comparata, albo di appunti da tenere sotto gli occhi, ricordare, utilizzare.
Non a caso l'avevo chiamato "memorandum". Il dizionario De Mauro dà come primo significato del termine: "documento, foglio, fascicolo in cui sono esposti per sommi capi i termini di una questione." Per sommi capi, infatti, descrivevo un insieme di opere letterarie scritte in Italia negli ultimi quindici anni, cercando parentele inattese o, all'inverso, sciogliendo legami troppo spesso dati per scontati.
Ne è nato un dibattito che non accenna a spegnersi, anzi, si ravviva e si innalza a ogni bava di vento.
Il memorandum, pubblicato in rete, è stato scaricato circa 30.000 volte, riprodotto in varie forme e commentato, letto a fondo o letto in fretta, celebrato o liquidato, osannato o crocifisso tipo rana in un museo. Da un lato si son viste invettive a mezzo stampa di critici e cronisti culturali; dall'altro hanno preso forma interventi, controproposte, adesioni di scrittori tirati in ballo ma anche no, più altri disparati soggetti. Cito alla rinfusa: Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Girolamo De Michele, Antonio Scurati, Giovanni Maria Bellu, Tommaso Pincio, Gianni Biondillo, Alessandro Bertante, R. S. Blackswift, Guglielmo Pispisa, Letizia Muratori, Vanni Santoni e il gruppo SIC, Alessandro Defilippi, Rosario Zanni, il movimento dei Connettivisti, la redazione della rivista Tabard e tanti altri. Diversi contributi giungono da cosiddetti "cervelli in fuga", dottorandi e ricercatori in letteratura e filologia riparati in università estere, visto che il nostrano inferno accademico e un pesante sistema di legittimazione culturale chiudono loro ogni spazio. Altri interventi arrivano - questo non me l'aspettavo - da psicanalisti e psicoterapeuti; del resto, sollecitare narrazioni e sondarle in profondità è la base del loro mestiere. Incontri e convegni si sono svolti o sono in programma in Italia e altri paesi, e si stanno scrivendo libri.
Durante l'estate ho pensato: è tempo di raccogliere gli spunti e fare una versione "2.0".
Eccola, è pronta, l'avete sotto gli occhi.

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LA DISCUSSIONE

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Attenti ché ci vuol pocoNetwork informale "Nei campi"
Il triangolo nero

Violenza, propaganda e deportazione. Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali contro la violenza su rom, rumeni e donne
15 novembre 2007
La scintilla è partita un gruppo di scrittori e intellettuali, stanco di assistere alla deriva razzista che attraversa l'Italia, purtroppo aggravata dalla morte violenta di Giovanna Reggiani.
Da questa stanchezza, l'esigenza di condividere una presa di posizione forte. È nato così "Il triangolo nero", appello elaborato da Alessandro Bertante, Gianni Biondillo, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Helena Janeczek, Loredana Lipperini, Monica Mazzitelli, Marco Philopat, Marco Rovelli, Stefania Scateni, Antonio Scurati, Beppe Sebaste, Lello Voce e il collettivo Wu Ming nella sua totalità. A questo gruppo si sono presto aggiunti altri nomi importanti della cultura che hanno deciso di aderire all'appello. Tra questi Gad Lerner, Erri De Luca, Bernardo Bertolucci, Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli, Moni Ovadia, Nanni Balestrini, Franca Rame, Stefano Tassinari, Marcello Flores, Andrea Bajani, Lisa Ginzburg, Lanfranco Caminiti, Ugo Riccarelli, Enrico Brizzi, Marco Mancassola, Simona Vinci, Raul Montanari, Giulio Mozzi, Andrea Porporati, Sandro Veronesi e moltissimi altri si vanno aggiungendo di minuto in minuto, per ribadire che delitti individuali non giustificano torna in altocastighi collettivi.

Român Français Català Castellano



Wu Ming 5

Filosofia della mente, yoga primordiale

Ottobre 2007
"E' in tutte le librerie il numero 39 della nuova serie di Nuovi Argomenti, intitolato E=mc². Scrittori e scienza. Intervengono, con saggi e paranarrazioni che variano, sul fronte scientifico, dalla fisica alla teoria sul tempo alle neuroscienze, sono stati chiamati Calef, Powers, Paolin, Pincio, Valerio, Minervino, WM5, Sassoli, Giorello, Genna e il curatore Leonardo Colombati."
Questo è un resoconto di come lo studio di teorie scientifiche porti felicità e apertura nella mia vita, e di come alimenti il senso di avventura intellettuale che ritengo centrale nella mia esperienza di autore e di essere umano. E’anche un resoconto di come tradizioni di pensiero lontane vengano utilizzate in modo spregiudicato (ma fondamentalmente rispettoso) nel tentativo di dare ragione della propria storia personale e di trascenderla. Tutte le connessioni sono arbitrarie, proprio per questo tutte le connessioni sono verosimili.

Libertad para Angela DavisWu Ming 1
Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria

[Minimum Fax, Roma, 2007, ISBN 88-7521-121-3 - Traduzione di Elena Brambilla, con un saggio di Luca Briasco]
La citazione è d'obbligo: «Guardo le mie povere cose: / una foto di Angela Davis / muore lentamente sul muro / e a me di lei / non me n'è fregato niente mai».
Francesco De Gregori, Informazioni di Vincent, 1974. Stesso anno in cui, negli USA, la Bantam Books pubblica Angela Davis: An Autobiography.
Se si parla di accoglienza, De Gregori non stende certo il tappeto rosso all'edizione italiana (Garzanti, 1975). In realtà il cantautore non ce l'ha con Davis, ma ricorre alla sua icona - sovraesposta, inflazionata - per render conto di una distanza, un periodo di smarrimento e alienazione.
[...] Nessuno meglio dell'onnipresente Angela Davis, protagonista di una cause cèlebre planetaria.
Angela accusata, braccata, catturata, ingabbiata.
Angela, involontaria musa di frotte di artisti e poeti, compresi Lennon («Angela, puoi sentire la Terra ruotare? / Angela, il mondo guarda a te / [...] Angela, sei tra milioni di prigionieri politici nel mondo») e il vecchio Prévert, che le ha dedicato il fondo del barile dei propri versi («Sulla sua testa, sulla sua bella testa era stata fatta un'offerta all'asta della sventura...»).
Angela dipinta, disegnata, ripresa, fotografata, solarizzata, serigrafata, ciclostilata, teletrasmessa, radiocommentata, e qualcuno l'avrà pure scolpita.

Wu Ming
La particella "mu" nella parola "comunismo"
All'inizio del 2006 ricevemmo un invito da Oltremanica, dai curatori del libro Make Everything New: A Project on Communism. Nello specifico, ci era richiesto di scrivere un articolo sull'alquanto demodée parola "comunismo". Prendemmo il suggerimento alla lettera e ci concentrammo sulla parola, le sue sillabe, le sue lettere. Ne ascoltammo il suono. Distillammo tutto ciò che sapevamo di etimologia per produrre un denso, compattissimo saggetto su quelle che crediamo essere le più remote origini del vocabolo. Andammo a ritroso fino al 2500 a.C. e rinvenimmo l'ur-sillaba che giace sotto tutti gli strati della parola C. Quella sillaba altro non è che la parola accadica per "acqua".


Wu Ming
La partícula mu en la palabra “comunismo”
Contribución al libro colectivo Make Everything New: a Project on Communism, Book Works, London (Londres) and Project, Dublin (Dublino)
A cargo de Grant Watson (Project), in colaboración con Gavin Everall y Gerrie van Noord (Book Works). A ser publicado en inglés en Octubre 2006.
Traducido en Español por Nadie Enparticular, Julio de 2006.


Barry GoldwaterGiaime Alonge e Wu Ming 1
Cary Grant: lo stile come arte marziale

Alla fine del 2004 partecipammo a un convegno internazionale di tre giorni su Cary Grant, al Museo Nazionale del Cinema di Torino, organizzata da Giaime Alonge, docente del DAMS di Torino e sceneggiatore cinematografico.
L'intervista che segue ha avuto luogo via e-mail alcuni mesi dopo, ed è inclusa nel libro Cary Grant. l'attore, il mito (a cura di G. Alonge e G. Carluccio, Marsilio, 2006), che raccoglie atti e interventi di quel convegno.
N.B. L'8 novembre 2006 Giaime Alonge e WM1 hanno parlato di Cary e del libro alla trasmissione Hollywood Party di Radio Tre. Qui l'mp3.


Giaime Alonge y Wu Ming 1
Cary Grant. El estilo como arte marcial
A fines de 2004 participamos en una conferencia internacional de tres días sobre Cary Grant en el Museo Nazionale del Cinema en Turín, organizada por el profesor/guionista Giaime Alonge que enseña Historia del Cine en la Universidad de Turín. La siguiente entrevista fue realizada varios meses después y ha sido incluida en un libro que recoge las ponencias y comunicaciones de la conferencia.


Marco Amici
La narrazione come mitopoiesi secondo Wu Ming
(pdf)
Saggio apparso sul Bollettino di Italianistica, Rivista di critica, storia letteraria, filologia e linguistica
diretta da Alberto Asor Rosa, n.1, 2006

...una delle cose più approfondite mai scritte sul nostro conto, benché si fermi alla prima edizione di Asce di guerra. E' un'analisi del biennio a cavallo tra la fine del Luther Blissett Project e la nascita di Wu Ming.

Wu Ming 5
Le inaspettate epifanie sulla strada di Valerio Marchi

da Il Manifesto del 22/08/2006, ora su carmillaonline
Un mese fa moriva Valerio Marchi, sociologo, studioso delle sottoculture giovanili più problematiche e meno MTVizzabili, capace come nessun altro prima di tenere un piede (riluttante) nell'accademia e un altro in una realtà che per molti, per quasi tutti, è solo resoconto scientifico, o al più terreno d'osservazione partecipata. All'indomani della scomparsa i più lucidi tra di noi - quelli che la perdita non colpiva in modo diretto e duramente emotivo - già si chiedevano chi sarebbe stato in grado di proseguirne il lavoro, chi avrebbe continuato un cammino che appare, in prospettiva, di importanza decisiva. Ora mi si chiede di scrivere della sua opera in veste critica. E' un compito duro, ma doveroso, indispensabile. Qualcun altro mi seguirà, con maggiore lucidità e più profonda dottrina.

Wu Ming 1
Pier Ciani, il guerrigliero della cultura
da L'Unità, mercoledì 9 agosto 2006, ora su Carmillaonline
Non vengo qui a seppellire Piermario Ciani. E' già stato fatto un mese fa. Vengo a farne l'elogio. Voglio dire: questo non è un "coccodrillo". Nessuno si aspettava che Pier, ancorché malato, morisse così presto, e nessuno dei suoi amici avrebbe avuto il cattivo gusto di tenersi pronto un pezzo.


Homenaje a Piermario Ciani, 1951-2006
Mail-artista, fotógrafo, gráfico, no-músico, productor de grupos punk, arquitecto de burlas mediáticas, propagador de mitos, creador de fanzines, editor, organizador de exposiciones, fundador del Luther Blissett Project y así sucesivamente...

In morte di Valerio Marchi, 1955-2006
Carmilla on line, 24 luglio 2006
"E' un'estate di siccità dell'anima, che si porta via i nostri fratelli maggiori, uno in fila all'altro, come scoiattoli ghermiti da un rapace. Dopo Piermario Ciani e Roberto Bozzetti (aka DJ Pappa Rodriguez), ieri sera la notizia che ti spegne la voce e ti fa balbettare al telefono. E' morto a soli 51 anni Valerio Marchi, sociologo, storico dei movimenti giovanili, militante antifascista, skinhead, ultrà della Roma, libraio e scrittore. All'improvviso, molti fenomeni (il fascismo da curva, le sottoculture giovanili, il rock della destra radicale ecc.) diventano opachi, meno leggibili. Rimane sguarnita una postazione critica importante, e tutti quanti ne sconteremo le conseguenze."

Wu Ming 1
Isolare i Violanti
su carmillaonline, 20 luglio 2006
"Poche ore dopo la morte di Carlo, i DS avevano invitato la cittadinanza a non raggiungere i manifestanti a Genova. Pareva davvero un invito a non intralciare le forze dell'ordine, che in quel modo avrebbero potuto finire l'opera. Soltanto dopo il grande corteo di sabato e dopo Bolzaneto (un'infrazione della legalità davvero troppo eclatante) il centrosinistra aveva criticato il governo Berlusconi, ricorrendo anche a similitudini col Cile, non soltanto tardive, ma anche ipocrite..."

Addio, Piermario
Carmillaonline, 3 luglio 2006
Lo abbiamo appreso pochi minuti fa, da una laconica e disperata mail di Vittore Baroni. Dopo mesi di lotta e terapie, stanotte un male subdolo ha stroncato la vita iper-sinaptica di PIERMARIO CIANI. Piermario era fotografo, grafico e mail-artista; testimone privilegiato dell'avventura punk italiana; leader della rock-band virtuale Mind Invaders, poi divenuta pseudonimo multiplo; colonna portante del Luther Blissett Project e, prima ancora, di tanti altri progetti in network da cui LB prese le mosse (es. TRAX, Stickerman); autore degli adesivi "blissettiani" che nel decennio scorso tappezzarono i muri delle città italiane; tra gli inventori della celebre beffa a "Chi l'ha visto?" (1995) e delle beffe che costellarono la Biennale di Venezia '95 (es. Loota, la scimmia pittrice); fondatore (insieme a Vittore Baroni) delle edizioni AAA; principale animatore della rassegna annuale "Stazione Topolò-Postaja Topolove".

L'esilio spirituale secondo Wu Ming. Intervista al quotidiano "Il Domani di Bologna"
1 giugno 2006.
"...poi si torna a scrivere insieme, si torna al brainstorming intorno a un tavolo, si torna al grande gioco di ruolo che ci permette di essere in simbiosi, di entrare l'uno nell'anima dell'altro, come quando Spock appoggia i polpastrelli alla tempia di Tizio o di Caio. E' il nostro piccolo "socialismo da caserma", e non c'è niente di più bello: uniti per uno scopo, mobilitati, disciplinati, unità mobile e intelligente, in movimento tra le dune come Lawrence d'Arabia in guerra contro i turchi. Noi siamo questo, Wu Ming è questo."


El exilio espiritual según Wu Ming
Del diario "Il Domani di Bologna", 1º de junio de 2006
[Traducido por
Nadie Enparticular ]
"...Pero luego volvemos a escribir juntos, volvemos a la tormenta de ideas alrededor de una mesa, volvemos al gran juego de rol que nos permite entrar en simbiosis, ponerse el uno en la piel del otro, como cuando Spock apoya las yemas en la sien de Fulano o Mengano. Es nuestro pequeño "socialismo de cuartel", y no hay nada más bonito: unidos por un objeto, movilizados, disciplinados, unidad móvil e inteligente, en movimiento entre las dunas como Lawrence de Arabia en guerra contra los turcos. Nosotros somos eso, Wu Ming es eso."


Wu Ming
Free Karma Food, Polifemo, la rete - 3 aprile 2006

"In soli quattro giorni di presenza in libreria (dal 22 al 26 marzo) Free Karma Food è entrato in classifica. La rilevazione Demoskopea, pubblicata ieri (domenica 2 aprile) sul "Corriere della Sera", lo dà al 16esimo posto nella narrativa italiana. I dati riguardano il periodo dal 20 al 26 marzo, quindi gli altri titoli hanno il vantaggio di due giorni di vendite in più. Nei giorni successivi, a cui farà riferimento la classifica di domenica prossima (quando tutti avremo ben altro a cui pensare), FKF è andato ancora meglio. In meno di dieci giorni ha già venduto il 30% della tiratura."

Wu Ming 2
Piccoli germogli di espatrio, ovvero: Fare cultura nell'Italia post-coloniale

Estratto dall'intervista a lospaziobianco.com, marzo 2006
"Uno scrittore del Burundi, di solito, anche se parla del suo paese, cerca sempre un pubblico più vasto, quantomeno anglofono. Noi dobbiamo entrare in questa logica post-coloniale e trasformarci da consumatori globali in produttori globali. La rete ce lo permette, e non solo lei. Però attenzione: logica post-coloniale non significa sudditanza nei confronti dell'Impero di turno (americano, cinese o marziano che sia). Significa ottica globale."

Anglu Farrugia, leader del partito laburista malteseWu Ming
VMO, gli scrittori divisi tra il Male e il Bene
Da L'Unità del 27 settembre 2005
Tutto questo su un blog definito da alcuni "il fenomeno web dell'anno". Si chiama VMO, iniziali di uno dei due (presunti) tenutari, Vincenzo Maria Ostuni. L'altro è Basile Pesaro Borgna . Si dichiarano coppia gay di web designer cagliaritani. Fanno continui riferimenti a una misteriosa "web agency" e a lavori per Tiscali e altri grandi committenti, ma l'HTML di VMO è ultra-dilettantesco, lurido di errori.
"Vincenzo" e "Basile" dividono il mondo letterario in due eserciti, l'un contro l'altro armati, e chiunque non si schieri è un nemico. Il Bene e il Male, Ahuramazdah e Ahriman. Compaiono sul web nella primavera scorsa, ergendosi a difesa pasdaranica di un pugno di critici e scrittori e scagliando invettive devastanti - ma sottoargomentate - contro i loro pretesi "nemici".

Wu Ming
Due interviste

alla rivista Terre di mezzo sul raccontare storie e sull'editoria (agosto 2005); inedita su censura, giornalismo, libertà etc. (autunno 2004)
Oggi ogni ambito della vita associata è aggredito dalle "privatizzazioni", il profitto ueber alles, e chi vuole limitare questo processo è messo alla gogna mediatica come nemico della libertà. Guai a esprimere una critica anche parziale della proprietà: diranno che vuoi lasciare la gente in mutande, rubargli l'orologio o il telefonino come un qualunque teppista di strada. Parleranno della Russia, del "libro nero del comunismo", di Stalin, di qualunque cosa possano usare come diversivo. Intanto loro, i difensori della libertà, si appropriano di ciò che era comune, terra, acqua, aria e linguaggio, e fanno del mondo un inferno. La voce più censurata oggi è quella di chi dice che la proprietà privata deve avere dei limiti certi e invalicabili.


Entrevista sobre censura, libertad y otras baratijas del tercer milenio.
Las "privatizaciones" agreden todos los ámbitos de la vida asociada, la ganancia sobre todo, y quien quiera poner límites a este proceso es fuertemente criticado por los medios como enemigo de la libertad. Mucho cuidado con expresar una crítica, aún parcial, de la propiedad; dirán que quieres dejar a la gente en calzones, robarle el oro o el móvil como un vulgar ratero. Evocarán a Rusia, el "libro negro del comunismo", a Stalin, cualquier cosa que puedan usar para despistar. Mientras tanto ellos, los defensores de la libertad, se apropian de lo que era común: tierra, agua, aire y lenguaje, y hacen de este mundo un infierno. Hoy la voz más censurada es la que dice que la propiedad privada tiene que tener límites precisos e infranqueables.

Wu Ming 2
Presentazione di: H.D. Thoreau, Walden. Vita nel bosco, Donzelli 2005

Quella del selvatico è una prospettiva ancora piuttosto inusuale nel nostro rapportarci con la Natura. Da una parte la «difesa dell'ambiente», perfettamente giusta e auspicabile in quanto tale, ci ha condannati a una perenne nostalgia di purezza; dall'altra, «amore per la Natura» è diventato uno slogan, un atteggiamento condiviso ma svuotato di senso. Grazie a questo libro possiamo tornare a percepire la Natura come una vibrazione selvaggia, che si propaga allo stesso modo da vette incontaminate o prati suburbani, per risuonare dentro ciascuno di noi, a metà strada tra lo stomaco e il cuore.

Malcolm X Wu Ming
Speciale Malcolm X - 21 febbraio 1965 / 21 febbraio 2005

Articoli apparsi su L'Unità e Liberazione
Lungi dall'essere poco sofisticato, Malcolm è un leader culturale che parla agli umani a venire. Quello che dice non sarà mai "datato". E nemmeno come lo dice. I discorsi di Malcolm sono capolavori di composizione - "composizione spontanea", semi-improvvisazione su un canovaccio. Ogni suo discorso è una storia compiuta di affermazione, auto-disciplina e stile di fronte al nemico. Eri nel fango e ne sei uscito, tutti possono uscirne. La lotta per la memoria è riconquista della dignità. George Washington scambiò un suo schiavo con un barile di melassa, ma tuo nonno non era un barile di melassa. Tuo nonno era Nat Turner. Tuo nonno era Toussaint L'Ouverture. Tuo nonno era il "negro dei campi", pensava alla fuga e a uccidere il padrone. Tuo nonno è quello che non piega la schiena.
CONTENUTI AUDIO


Especial sobre Malcolm X (21 febrero de 1965 - 21 febrero de 2005)
Lejos de ser poco sofisticado, Malcolm es un líder cultural que habla a los seres humanos del futuro. Lo que dice nunca será “caduco”. Y tampoco cómo lo dice. Los discursos de Malcolm son obras maestras de composición, “composición espontánea”, semi-improvisaciones sobre un guión inicial. Cada discurso es una historia rotunda de afirmación, autodisciplina y estilo frente al enemigo. Estabas en el fango y has salido, todos pueden salir. La lucha por la memoria y la reconquista de la dignidad. George Washington intercambió su esclavo por un barril de melaza, pero tu abuelo no era un barril de melaza. Tu abuelo era Nat Turner. Tu abuelo era Toussaint L'Ouverture. Tu abuelo era “el negro del campo”, pensaba fugarse y matar a su patrón. Tu abuelo es el que no se inclina.

L'alter ego di Wu Ming 1
Il verde livore della discordia. Una noterella sulle calunnie

su carmillaonline, 14 gennaio 2005
Basterebbe ricordare l'albo di Asterix intitolato Asterix e la zizzania. In quell'episodio, i romani mandano nel villaggio dei Galli tale Tullius Detritus, "un essere spregevole, ma molto capace. L'orribile, verde livore della discordia apparirà al suo passaggio, è miracoloso".
Resta da capire se anche in questo frangente sia in azione un Tullius Detritus, o se - ipotesi più semplice, ma anche più avvilente - ciò che fu il "movimento" produce da sé i propri "esseri spregevoli".

Wu Ming 1
Il tirannicidio: riflessioni e un florilegio

su carmillaonline, 1 gennaio 2005  
Chi è un tiranno, cosa lo definisce? Il tiranno di Tizio è l'eroe di Caio. Più polarizzata sarà l'opinione pubblica, più difficile sarà definire il tiranno. E' sufficiente essere eletto dal popolo sovrano per non essere un tiranno? E' sufficiente non essere eletto per diventarlo? Nel periodo 2000-2004, il sistema dei media annoverava fra i leader democratici George W. Bush (che governava senza la maggioranza del voto popolare e gravato del sospetto di brogli), mentre includeva fra i caudillos e i dittatori Hugo Chavez (che governava e tuttora governa forte della maggioranza del voto popolare, e senza brogli).

L'identità dell'autore. I problemi che causiamo ai bibliotecari [pdf]
da "Biblioteche oggi" n.9, novembre 2004
Sono veri e propri dilemmi ontologici quelli che suscita la nostra attività. Su di essi s'arrovellano i bibliotecari del Belpaese e di mezzo mondo. Volete le prove? Cliccate qui e scaricate la scorribanda di Lucia Sardo nelle terre del chi-sono-io e chi-è-l'Altro, chi è l'Autore, chi siamo noi, chi è Riccardo Pedrini, che significa "Wu Ming n+1", che c'entrano i Kai Zen etc. etc.

Wu Ming 4
Salvate il soldato Lawrence
da L'Unità del 26 ottobre 2004
Dopo settant'anni di dibattito sulla sua figura, davvero non meritava di essere buttato sul mercato editoriale senza nemmeno due parole di accompagnamento. Spedito fuori dalla trincea senza nessuno a coprirlo. Fior di carriere critico-letterarie si sono costruite o infrante davanti al mito di Lawrence d'Arabia, e forse quando un editore sceglie di pubblicare un testo come Rivolta nel deserto, datato 1927, una prefazione sarebbe cosa buona e giusta. Non l'ha pensata così Il Saggiatore, limitandosi a poche e imprecise righe nel risvolto di copertina e a una striminzita nota biografica (dove, tra l'altro, la fatale uscita di strada con la moto diventa un incidente «automobilistico»). Un corollario che ignora completamente decenni di dispute, in cui sono stati coinvolti nomi come George Bernard Shaw, Richard Aldington, Robert Graves e molti altri. Anzi, Il Saggiatore ci ripropone l'immagine edulcorata del corsaro del deserto, come uscì dagli uffici della propaganda bellica inglese negli anni Dieci-Venti. Tant'è che le tre righe di commento in quarta di copertina sono affidate a Winston Churchill.

Wu Ming, Wu Ming 3
"Chissà se abbiamo risposto alla domanda?" - Due interviste dell'autunno 2004

Non solo è "possibile" agire dentro il sistema: è inevitabile. Il sistema è sistemico, appunto: ci siamo dentro, ci ingloba, ci in-forma. La strategia di resistenza e contrattacco è acuire la crisi nei rapporti tra informatori e informati, tra produttori e consumatori, tra vertice e base, tra alto e basso, tra emittenti e riceventi, tutte queste dicotomie che stanno saltando per aria, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi comportamenti collettivi, nuovi strumenti e coordinate spazio-temporali, i blog , le reti peer-to-peer, gli sms usati per organizzare manifestazioni spontanee... Accade sempre più spesso che un flusso d'informazione emanato da un potere costituito si perda nelle reti, si interrompa o si contorca per tornare al mittente senza aver ottenuto il suo scopo o avendo ottenuto quello opposto. Molte persone e comunità sono al lavoro per decodificare, demistificare, sbugiardare, sputtanare. E tutto questo non avviene in un indefinibile "fuori": avviene qui dentro.

Wu Ming 5
Sono stato un tossico di notizie

ottobre 2004
Craving da telegiornali, vere e proprie crisi d'astinenza. Li seguivo tutti, e tutti i programmi di approfondimento possibili, compreso Porta a Porta. Passavo ore a leggere quotidiani. Credevo di poter discernere, di poter cogliere un riflesso di Verità, anche se una parte della mia mente era edotta da sempre sulla non-originarietà ontologica di ogni forma di rappresentazione del reale. Mi dicevo: queste sono immagini della realtà. Possono fungere da guida per la riflessione e per l'azione, ma vanno filtrate. Tale primitiva griglia intellettuale giustificava ai miei occhi che io spendessi tanta parte del mio tempo di vita e tante delle mie energie per inseguire una rappresentazione sempre cangiante, in qualche modo allucinatoria, di mondi inesistenti.

Wu Ming 4
Fantasmi in Sala Borsa: due anni da "ausiliario" nella grande mediateca di Bologna

su carmillaonline, 15 settembre 2004.
Tra il 2002 e il 2004 ho lavorato come ausiliario nella gigantesca biblioteca-mediateca Sala Borsa, a Bologna. In questo periodo di tempo ho vissuto sulla mia pelle i meccanismi e le implicazioni della cosiddetta esternalizzazione. Insieme ai colleghi e alle colleghe, e con l'appoggio del sindacato, ho condotto un'estenuante guerra di logoramento (tutt'ora in corso) contro i vertici della cooperativa di cui ero socio lavoratore, tentando in tutti i modi di mettere anche la dirigenza comunale della biblioteca davanti alle proprie responsabilità.
La dinamica contro cui ci siamo scontrati è descritta nel pezzo che segue (pubblicato in versione ridotta su L'Unità-Bologna del 15/09/2004), scritto in occasione del mio congedo da Sala Borsa.

Wu Ming 1
L'annosa questione Mondadori: appunti 2004

su carmillaonline.com, 2 settembre 2004
Non penso di lavorare contro un generico "Sistema", parola fuorviante che vuol dire tutto e niente. Se un sistema sociale esiste, è quello capitalistico. Altri non ne vedo. E' il sistema della forma-merce, del denaro come equivalente generale delle merci, della vendita di forza-lavoro etc. Nessuno di noi ne è fuori, nemmeno il più autarchico dei fanzinari che non si è ancora spostato dalla carta al web, nemmeno il più isolato dei monaci nepalesi, nemmeno gli ultimi Yanomano dell'Amazzonia. Io cerco di affermare certe logiche e superarne certe altre, dentro il sistema, come tutti. Se davvero c'è qualcuno che crede di "combattere il sistema" da un ipotetico "esterno", sta prendendo in giro se stesso e gli altri. Le lotte per cambiare il sistema (operaie, studentesche, ambientali, per la ridistribuzione del reddito etc.), anche le più dirompenti, hanno sempre luogo dentro, anzi, la loro internità è la conditio sine qua non perché abbiano luogo: se ci fosse la possibilità di uscire dal capitalismo, perché perdere tempo a lottare per cambiarlo? Basterebbe fare un passo e uscirne. Ma è impossibile.

Luther Blissett Ernesto Assante intervista Wu Ming sui dieci anni 1994-2004
La Repubblica, 24 agosto 2004
Gli "pseudonimi multi-uso" fanno parte della tradizione dei movimenti, dal "povero Konrad" dei contadini svevi del sedicesimo secolo al "Ned Ludd" della prima rivoluzione industriale, dal "Capitano Swing" dei moti rurali inglesi fino al Subcomandante Marcos ("Todos somos Marcos", dicono gli zapatisti). La fantasia dei diseredati troverà un nuovo folk hero tutte le volte che ne sentirà il bisogno, e userà le tattiche che riterrà opportune.


El Luther Blissett Project cumple diez años. Entrevista a Wu Ming
La Repubblica, 24 agosto 2004

Wu Ming + Secondo Calibano
Per Tiziano Terzani, 1938-2004

2 agosto 2004
Oggi Benetollo e Terzani non sono più con noi, il progetto di una "guerra infinita" per la supremazia americana sull'universo è affondato nel pantano iracheno, noi viaggiamo sui treni di un paese in stato di decomposizione avanzata e ogni volta che sento squillare un telefonino e qualcuno/a sbraita gli ininteressanti cazzi suoi a beneficio delle orecchie di tutta la carrozza, penso allo stupore di Terzani, dopo anni di Himalaya, di fronte al rapidissimo deterioramento dell'esperienza (un tempo magnifica) del viaggio ferroviario lungo la Penisola: - E' tutto un trillare, sembra di stare in una grillaia!

Wu Ming 4
L'anomalia del mondo. appunti sparsi di ritorno da Cuba

luglio 2004
L'aitante finanziere romano che ho incontrato in spiaggia si lamenta dello stato di polizia, perché ieri sera la signora che gli affitta la stanza ha chiesto i documenti alla ragazza che si stava portando a letto. In effetti un affittacamere che non lo facesse rischierebbe la perdita della licenza e multe salatissime se poi si scoprisse che le accompagnatrici che vengono in casa sua sono prostitute o persone già segnalate alla polizia. Insomma potrebbe passare per manutengolo. Gli dico: - Scusa, ma guarda che in Italia funziona alla stessa maniera. Se ti porti un ospite in albergo, deve mostrare i documenti, e immagino che i motivi siano più o meno gli stessi.
Mentre osservo la sua espressione cogitabonda penso che a volte siamo talmente abituati a parlare male di Cuba che ci dimentichiamo di parlare male dell'Italia.

Wu Ming 1
Son quelli come voi che hanno ucciso Calabresi!

Un racconto vero, su carmillaonline.com
Serata di giovedì 17 giugno, passeggio per via del Pratello, di ritorno dal comizio del neo-sindaco Cofferati in Piazza Maggiore. Comunque vada d'ora in avanti, sono euforico e leggiadro per la disfatta del Pchèr alle comunali. Incontro Antimo e Luigi, due colonne portanti del marxismo meridionale trapiantato a Bologna.
Luigi mi fa (testuale): - Mentre cagavo, ho letto un attacco violentissimo contro voi Wu Ming.
- Ah, sì? E dove?
Mi fa il nome di un settimanale musicale, testata gloriosa fondata nel '77.

Wu Ming 1
Note su Tishomingo Blues di Elmore Leonard + "Tradurre Elmore Leonard"

speciale maggio 2004
Da anni sono appassionato di Leonard. Approcciandomi al lavoro di traduzione, ho cercato di "sentire" il broken Italian di tutti i giorni salire dalla strada. Qualcuno avrà forse da ridire, ma la lingua non vive nei salotti, non è un cane da grembo, è un cane randagio e rognoso, è quel "cane venuto dall'inferno" (Hell Hound On My Trail) dal quale Robert Johnson diceva di essere seguito.

Wu Ming 1 (a cura di)
Speciale "7 Aprile": il venticinquennale (1979-2004)

su carmillaonline.com
La tendenza si è accentuata dopo l'11 marzo madrileno: anche se gli elettori spagnoli lo hanno punito, José Maria Aznar ha indicato la via e tutti la percorrono: fare di tutte le erbe un fascio, lanciare accuse alla cazzo di cane, dipingere improbabili alleanze tra questo e quello, produrre teoremi a getto continuo senza mai citare fonti precise e sparandole sempre più grosse: alleanze tra l'ETA, Al Qaeda e il Campo Antimperialista di Assisi, unità d'intenti tra Al Qaeda, i No Global e gli anarcoinsurrezionalisti, un gruppo marxista turco descritto nei media come "islamico", collaborazioni tra i Ciompi, Lord Byron ed Ezechiele Lupo.

Cesare Battisti Wu Ming 1
Cesare Battisti: quello che i media non dicono

8-9 marzo 2004
A sinistra è tuttora egemone la visione della storia di chi scrisse e approvò le leggi d'emergenza, e di chi rappresentava l'accusa ai processi che ne derivarono.
Non è sorprendente che chi prese e difese posizioni tanto drastiche allora sia poco disposto a tornarci sopra oggi per darsi qualche torto, o almeno rimettere in prospettiva le ragioni. Anche perché a destra ci si dà impudicamente al grand guignol, si sparano le frattaglie con l'obice per inzaccherare di sangue tutto il campo della discussione, si strofinano con le cipolle gli occhi dei telespettatori. Con l'arma dell'emozione incontrollata e del ricatto morale, si richiama all'ordine la sinistra "riformista", la si spinge a condannare la sinistra "radicale", a dividere il campo dell'opposizione. Non che i "riformisti" abbiano bisogno di troppe spinte...
In questo modo, però, si condanna il Paese all'eterna paura dei fantasmi del passato, passato che in realtà non passa ed è evocato per motivi di bassa cucina politico-elettorale.

Français
Wu Ming 1
Cesare Battisti: ce que les médias ne disent pas

8-9 Mars 2004

Wu Ming 1
Cesare Battisti e le libertà in Italia

15-16 febbraio 2004
In parole poverissime: in questo Paese c'è una grandissima voglia di spaccare i maroni al prossimo.

Wu Ming 2
Bologna: un percorso di libertà in quindici tappe.

Per chi vive a Bologna e la guarda senza sapere cosa vede. da Frame n.4, dicembre 2003.
De' Rolandis, insieme all'amico Luigi Zamboni, nel 1794 'organizza' una rivolta per fare di Bologna una repubblica. Roba da ridere: un manifesto, una decina di congiurati e le coccarde cucite dalle mamme. Bianche, rosse e verdi: i colori di Bologna e quello della speranza. Un tricolore non ancora sputtanato. I due ribelli si fanno beccare e finiscono in carcere. Li condannano a morte. Unico delitto: aver distribuito un volantino. Zamboni si impicca in carcere il 18 agosto 1795. Buonaparte invade il Piemonte. De' Rolandis finisce al capestro proprio sopra le rovine del fu Castello di Galliera, il 23 aprile 1796. Ma siccome "a noi piace pensarlo ancora dietro al motore", come dice Guccini, andate in via Strazzacappe 2, angolo via Galliera, dove una lapide ricorda la casa che accolse le riunioni dei congiurati. Fischiettate la Marsigliese e procedete.

macchina da guerra Wu Ming 4
Sui fiumi di Babilonia: appunti sulla teoria della guerriglia di T.E. Lawrence

novembre 2003 - Prefazione all'edizione spagnola di Guerrilla di T.E. Lawrence, di prossima pubblicazione presso Acuarela, Madrid.
Quella che Lawrence chiama "l'arma metafisica" è la forza di convincimento di un esercito, concepito piuttosto come movimento d'opinione. Quando hai convinto la maggior parte degli abitanti di un territorio che le tue ragioni sono giuste, hai già vinto, la presenza o l'assenza del nemico diventa una questione secondaria. Perché da quel momento avrà tutta la popolazione avversa e ogni sua mossa si ritorcerà contro di lui. Ancora una volta si afferma il principio secondo cui il nemico non è altro che una contingenza da aggirare e neutralizzare, non il referente dialettico dell'azione.


Wu Ming 4
Junto a los ríos de Babilonia. Apuntes sobre la teoría de la guerrilla de T. E. Lawrence

noviembre 2003 - Introducción a la ediciòn española del texto Guerrilla de T.E. Lawrence (Acuarela Libros, Madrid)

Wu Ming 2
Storie senza fine: a proposito di storia, memoria e narrativa

settembre 2003 - da Zapruder n.2
Si dice spesso che lo storico, quando le fonti tacciono, deve fermarsi, non può cominciare a raccontare. Deve rispettare certe regole. Eppure, le regole esistono per essere forzate, tese fino al punto di rottura. Anche uno storico, allora, potrebbe mettersi a raccontare, nel punto in cui gli archivi lo lasciano all'asciutto. Può raccontare la sua stessa ricerca, può raccontare di tentativi falliti, storie che fanno di tutto per farsi trovare, coincidenze che la deontologia professionale non permette di considerare ipotesi, vicoli ciechi, appostamenti, cacce disperate. Gli archivi continuano a raccontare, sempre, anche quando la maggior parte dei cassetti sembra proprio non volersi aprire.

zapatista con la chitarra Wu Ming
Zapatismo o barbarie

luglio 2003 - scritto per Carta n.28, voce "Zapatismo" dell'almanacco "MoviLento" - www.carta.org
Mai come ora l'opzione zapatista, nel senso più esteso e declinabile del termine, è questione centrale, forse vitale, per tutti noi. O sapremo mantenerla viva, tradurla in un tempo e in un'occasione nuovi, lontani da ogni sconfittismo inerziale, o il rischio involutivo diventerà minaccia concreta. O l'intelligenza collettiva che ha sospinto il movimento saprà escogitare il modo per mantenere coese e cooperanti le energie positive da esso sprigionate, mantenerle al lavoro su progettualità e sperimentazioni concrete, oppure sarà difficile riuscire a valorizzare l'elemento di novità politica emerso negli ultimi anni. E' sempre aperta la via del riflusso e del ritorno ai propri orti e cortili.


Zapatismo o barbarie
Julio 2003 - escrito para la revista Carta n.28 - www.carta.org


Zapatismo ou barbárie
Julho 2003 - escrito para a revista Carta n.28 - www.carta.org

L'Europa allo specchio Intervista a Wu Ming 4: mitopoiesi e azione politica
aprile 2003 - per la rivista "El Viejo Topo", Barcellona (n. 180, luglio 2003)
La "banda dei texani" che si è impadronita del vertice della più grande potenza militare sta usando quella stessa potenza per imporre la sua legge al resto del pianeta. Questa gang rappresenta un interesse ben preciso: quello bellico-petrolifero. Bush è il paladino della morente civiltà degli idrocarburi e la sua politica ne rappresenta l'isterico colpo di coda in vista della dissoluzione. Più in generale forse potremmo dire che l'attuale asse anglo-americana rappresenta il tentativo di ritardare la fine della supremazia anglosassone sul mondo.


Entrevista con Wu Ming 4: mitopoiesi y acción politica
abril 2003 - revista "El Viejo Topo", Barcelona (n.180, Julio 2003)

Français
Entretien avec Wu Ming 4: mitopoièse et action politique

avril 2003 - revue "El Viejo Topo", Barcelone (numéro 180, Juillet 2003)

Tre interviste a Wu Ming, dicembre 2002 - giugno 2003
da girodivite, Origine e Carmilla on line.
La mitopoiesi, quel processo in cui un'intera comunità si fa carico dell'elaborazione e dell'imposizione dal basso di un immaginario (fatto anche e soprattutto di storie) che cambia lo stato di cose presenti. Assistiamo già allo scontro di due universi, da un lato c'è l'universo della comunicazione piramidale e di massa, dall'altra c'è quello delle comunità che si federano in networks alternativi capillari. E' in questa "capillarità" il segreto dell'inestirpabilità di certe pratiche, come appunto la "pirateria". Puoi ostruire una grossa arteria ma coi capillari c'è poco da fare, sono completamente innervati nella carne del mondo, e portano sangue fresco ai tessuti culturali.

Rumsfeld stringe la mano a Saddam Wu Ming 3 & Wu Ming 4
Riflessioni prima, durante e... durante la guerra in Iraq

da Carta nn. 11, 13 e 14, anno V, marzo-aprile 2003
La rottura verticale del fragile ordine post-guerra fredda fondato sul diritto internazionale presuppone una volontà monocratica e imperiale, da parte di un pugno di golpisti texani, di fondare un nuovo ordine incardinato sulla paura e sulla guerra come visione del mondo, appunto.
Nel tempo in cui nessuna guerra può più essere vinta e tantomeno conclusa, quest'atto è da considerarsi almeno due volte criminale.


Wu Ming 3 y Wu Ming 4
Reflexiones antes, durante y... durante la guerra en Irak

revista Carta nn. 11, 13 y 14, año V, marzo-abril 2003

Wu Ming 4
Dieci, cento, mille eresie: a proposito del ritorno di Fra Dolcino

da L'Unità dell'1 febbraio 2003.
Nella storia d'Europa le crociate contro gli "infedeli" - fossero essi eretici, islamici o ebrei - hanno sempre rappresentato il tentativo di negare quanto ad essi la nostra cultura fosse debitrice, quanto di essi ci portassimo dentro, in nome di una presunta purezza o ortodossia. Di fronte al riproporsi di questa nefasta ipocrisia, è dunque giusto sperare nella fioritura di mille nuove eresie e in pacifiche invasioni che ci lascino intravedere un cielo e una terra nuovi. Qualcosa che ha molto a che fare con la storia che stiamo vivendo e che vivremo.

L'annosa questione: pubblicare con (il gruppo) Mondadori
Uno scambio epistolare tra Wu Ming, Valerio Evangelisti e D** P****, seguito da commenti e pareri di giapsters, lettori e lettrici - gennaio 2003.
"Sentite, chi minchia o ming siete? un collettivo di anonimi, senza il coraggio di firmarvi? di sicuro siete paranoicamente prolissi. Non pretenderete mica che legga tutte queste puttanate qua sotto. vedete di non rompermi più le palle."

Storie, lettere, artigianato.
Il Mucchio incontra Valerio Evangelisti e Wu Ming 1

da "Il Mucchio selvaggio" n.513, dal 10 al 16 dicembre 2002.
Evangelisti: Per introdurre il discorso, trovo che 54 sia il romanzo migliore uscito quest'anno, e anche da un po' di tempo a questa parte.
WM1: Diciamo che è il migliore di Wu Ming uscito quest'anno, così siamo sicuri di beccarci.

Wu Ming
Su Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo

(Einaudi 2002).
Così, il narratore-magistrato De Cataldo ha consegnato alla letteratura di genere italiana il più 'ellroyano' dei noir finora apparsi sulla scena. Per stile, ritmo, progetto narrativo Romanzo Criminale è la versione nostrana dei capolavori di James Ellroy sulla nefasta utopia kennedyana. Certo, una versione che affonda le radici in un epos ben diverso da quello americano, e che rivendica anzi una piena riconoscibilità del "caso italiano", sia dal punto di vista antropologico che linguistico.

Wu Ming 1
Cosa può saperne uno yanqui

Postfazione al libro di Patrick Symmes Sulle orme del Che. Un viaggio in moto alla ricerca del giovane Guevara, trad. di Wu Ming 1, Einaudi Stile Libero, 2002.
E' necessario ripartire da La Higuera, dove - come ha scritto il poeta Enrique Lihn - il Che "ha stabilito post mortem il proprio quartier generale", per scavare nel mito guevariano fino a toccare "il fondo di nuda roccia" che tuttora esiste sotto gli strati di retorica, langue du bois terzomondista e sovracodificazione simbolico-mercantile. Solo questo paziente lavoro ci consentirà di ri-aprire e re-investire il mito, giocandolo nella situazione presente, contro chi prepara la più grande e la più cruenta guerra tra poveri della storia, e al contempo di imparare dagli errori, di rimanere vigili e prevenire la sclerotizzazione e la perdita di senso dei miti che i movimenti vanno creando.


Amador Fernandez-Savater
Wu Ming: las historias como hachas de guerra

Prólogo de Esta revolución no tiene rostro, Acuarela, Madrid 2002, que agrupa textos de Wu Ming escritos entre 2000 y 2002.
Versión para imprimir (PDF, 101Kb)

aedo Wu Ming 1
La storia delle storie / 1 di 3

L'intervento al Festivaletteratura 2002 (MN), pubblicato su L'Unità il 14 settembre 2002.
Noi crediamo che i miti (al plurale) siano narrazioni dinamiche e spurie, racconti che ci permettono di superare la quarantesima notte nell'ignoto (il deserto, le fasi di incertezza del conflitto sociale). La mitopoiesi consiste nel manipolare i miti, nel "farli a pezzi" e ricostruirli, per estrarre la consapevolezza dall'entropia, senza rinunciare alla ragione (come nell'uso strumentale del materiale mitologico da parte del nazismo) né all'emozione (cioè limitandosi ad analizzare). L'approccio giusto possiamo trovarlo solo raccontando.

Wu Ming 2 & Wu Ming 4

La storia delle storie / 2 di 3

Articolo tratto dagli appunti per gli interventi al Festivaletteratura 2002 (MN), pubblicato su L'Unità il 18 settembre 2002.
Le storie sono di tutti. Appartengono alla collettività, ed è grazie ai cervelli di molte persone che possono mantenersi sane ed efficienti nella riproduzione. Chi si appropria di una storia e vuole tenerla solo per sé, commette un furto. Il narratore che vive del suo lavoro, non lo fa vendendo storie che sono sue, ma raccontando storie che sono anche sue, attraverso performance o grazie ad oggetti particolari, i libri, che vengono venduti come qualsiasi altro prodotto. Il contenuto della narrazione, invece, può soltanto essere restituito alla comunità, che deve potersene servire liberamente.

Wu Ming 3 & Wu Ming 2
La storia delle storie / 3 di 3

Ultima puntata della serie: abbondanza naturale e scarsità artificiale delle storie. Contro il Copyright. Pubblicato su L'Unità del 25 settembre 2002.
Abbiamo deciso di occuparci di storie, e forse a qualcuno sarà sembrato un argomento un po' futile, a fianco di dichiarazioni di guerra, commemorazioni di stragi, appelli per la giustizia. Speriamo di aver mostrato che il Mondo Fantastico non è un facile rifugio, ma condivide con l'intero Pianeta, e con lo Spazio virtuale, la necessità di proteggere beni e risorse collettivi, di lottare perché diritti "scontati" non divengano concessioni e impedire che, al pari di piante e semi, anche le storie finiscano sotto padrone, geneticamente modificate, incapaci di nutrire le comunità future.


Wu Ming
Historia de las historias

Narrar para superar los cuarenta días en el desierto. Tres articulos publicados en L'Unità, Septiembre-Octubre 2002.

Wu Ming 4
Disobbedienza, martirio e fine della pace

A proposito della missione "Action For Peace in Palestine" dalle mailing lists di Ya Basta!, 10 aprile 2002.
La mia caustica battuta "non si recuperano dieci anni in una settimana", a proposito delle differenze culturali, ha trovato una brutta conferma durante le manifestazioni di sabato 6 aprile 2002. Trovare in testa ai cortei le comunità palestinesi che bruciavano le bandiere israeliane a ripetizione, che inneggiavano alla guerra santa ("Ebrei attenti, l'esercito di Maometto sta tornando!"), che avvolgevano i bambini nelle bandiere palestinesi e li facevano passare sopra le teste a mo' di cadaveri dei kamikaze, è stato a dir poco agghiacciante, per quanto non ci si potesse aspettare molto di diverso, data la tragicità del momento.

Kim Il Sung Wu Ming 1
Lingua di legno - per una critica del linguaggio dei Disobbedienti

Dalla mailing list di Ya Basta! Bologna, 28 novembre 2001.
...langue du bois, lingua di legno. E' il linguaggio ufficiale dello stalinismo del PCF (ma anche del PCI), coi suoi concetti sempre più vacui, fatto di richiami rituali a un "socialismo" senza contorni e a un "popolo lavoratore" di cui non si conosceva più la fisionomia. Un linguaggio che produceva continuamente anatemi e bislacchi epiteti infamanti ("opportunisti", "avventuristi", "estremisti", "deviazionisti" etc.).
Anche la vecchia Autonomia aveva la sua "langue du bois", fatta di "soggettività antagoniste", "ricomposizioni del proletariato metropolitano", "sussunzioni reali" e reiterazione ossessiva di slogans e immagini. Negli ultimi dieci anni noi abbiamo dato alle fiamme quel linguaggio che allontanava l'esperienza. Sarebbe assurdo sostituirlo con un altro non meno alienante.


Wu Ming 1
Lengua de madera - El lenguaje de los Desobedientes

lista de correo de Ya Basta! Bologna, 28 de noviembre 2001

Wu Ming 2
Qual è il combustibile del movimento globale?

Da Il Domani, quotidiano bolognese, 21 novembre 2001.
Sappiamo bene, però, di non poter alimentare un fuoco a spruzzi d'alcool, legna sottile e tavolette di meta. Tutta roba che brucia in fretta e non lascia braci. Dove trovare allora un combustibile duraturo? Tronchi di faggio per affrontare l'inverno e non lasciare che la minestra si freddi?
La legna sottile è il primato del ‘morale' sul ‘materiale'. L'alcool sono le mobilitazioni e le scadenze del movimento. Ma alla lunga l'alcool si snatura, evapora: gli appuntamenti vanno bene come tappe di un percorso, se invece si tratta di saltare da uno scoglio all'altro, mentre in mezzo scorre la lava, alla lunga cedono le gambe, ci si ferma in un punto, si rinuncia a proseguire.

Georges Sorel Wu Ming 1
Tute Bianche: la prassi della mitopoiesi in tempi di catastrofe

Intervento al festival "make-world 0=YES", Monaco di Baviera, 20 ottobre 2001
In particolare due "comandamenti" furono tramandati: 1) Non ti curare delle antinomie (visibilità-invisibilità, legalità-illegalità, violenza-nonviolenza, statico-dinamico); 2) Dividi ciò che è unito e unisci ciò che è diviso, per creare strane sensazioni di prossimità e distanza.


Wu Ming 1
Tute Bianche: el lado práctico de la creación de mitos (en tiempos de catástrofe)

Debate 'Semi(o)resistance' del festival 'make-world 0=YES', Munich


Wu Ming 1
Tute Bianche: o lado prático da produção de mito (em tempos catastróficos)

painel 'Semi(o)resistance' do festival "make-world 0=YES"
Munique, dia 20 de outubro de 2001

Wu Ming 2
Sottoterra. Il viaggio di Dydo.
Favole, apologhi ed elzeviri da Genova alla guerra pubblicati sul settimanale imolese Sabato Sera, giugno-novembre 2001.
- Ehi, ti hanno tagliato la lingua?
Il poznodiano srotolò tra le labbra un metro buono di carne nera.
- E allora? Ti sto antipatico? Ho detto qualcosa che non va?
Il poznodiano frugò nella bisaccia da viaggio ed estrasse un oggetto molto antico, un libro. Lo porse a Dydo e gli fece cenno di sfogliarlo. Era un vocabolario inglese basic – poz moderno.
Dydo lo aprì. La prima pagina era piena di timbri. Uno per ogni definizione.
Dydo guardò meglio. Aabrul, n : Fuoco. Sopra, inchiostro rosso: Marchio Reg. 245 – PNA Assicurazioni. Abbaj, a : nervoso. Brevetto 675 – Istituto di Psichiatria “N.Kos”.
Sfogliò ancora. Ogni parola, un timbro. Migliaia di timbri e poche, sterili eccezioni.

Wu Ming 1 & Wu Ming 4
Ricordo di Gilberto Centi (agosto 2000)
Scritto pochi giorni dopo la morte del poeta a cui è dedicato 54.
No, niente va perduto. Quelli di noi che tra quarant'anni potranno ancora farlo, si ricorderanno di Gilberto, del suo naso enorme e di quello che ci ha aiutato a fare con i suoi “minuscoli compiti”. Gilberto appartiene a una stagione delle nostre vite e a un'epoca che forse si è chiusa, perché si potesse dare inizio a qualcosa di diverso. Succede sempre nella storia. Ma ce lo ricorderemo, altroché. E francamente spero che lo faremo ridendo, in tempi interessanti. Quelli che ci ha aiutato a inaugurare.

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