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Wu Ming - A Band of Writers
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"POP WILL IT EATSELF " sono i nostri interventi sui vari aspetti della popular culture di ieri e di oggi.
Qui trovi anche gli ARCHIVI TEMATICI dei nostri scritti su link "calzini spaiati" (scritti su diversi argomenti non usciti direttamente su Giap), link ambiente, link copyright e link antifascismo.

Rullante
POP WILL IT EATSELF
Scritti su musica, cinema, estetiche e culture pop

2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000

Un grande romanziere torna in altoWu Ming 1
Recensione di Come un killer sotto il sole, di Bruce Springsteen
Quello curato (o meglio, scritto) da Leonardo Colombati non è il primo libro dedicato ai testi e alla poetica di Bruce Springsteen, ma è certo il primo romanzo ottenuto montando quei testi e commentando quella poetica. Come un killer sotto il sole ha infatti un sottotitolo esplicito: "Il grande romanzo americano (1972-2007)". Frase che ha più significati. Messe in sequenza, le lyrics di Springsteen formano una narrazione di grande respiro, una saga dai personaggi e temi ricorrenti, descritti e affrontati da molteplici angolazioni. Leggiamo i testi, e il Great American Novel - sogno di ogni generazione di autori americani - prende forma sotto i nostri occhi, e - grande sorpresa! - non solo è scritto in versi, ma è una "lettera rubata", perché questo romanzo lo abbiamo avuto sotto gli occhi - anzi, nelle orecchie - per tutti questi anni e non l'avevamo riconosciuto.

got a straight edge torna in altoWu Ming 1
Recensione di American Punk Hardcore, di Steven Blush
...leggevo American Punk Hardcore nell'edizione originale americana (che si chiama soltanto American Hardcore), la quale ha una copertina un pelino più respingente di quella italiana: Danny Spira dei Wasted Youth sbraita nel microfono mentre sangue e saliva gli scendono dalla bocca e smerdano collo e petto. Ogni giorno mia figlia, che all'epoca aveva due anni e tre mesi, montava su una sedia, indicava il libro sul tavolo e con una smorfia di disapprovazione dichiarava: "Fa chifo quetto. No piace!", e come darle torto? Quella copertina è uno statement, è il libro che ti dice: "Sai quanto me ne fotte a me se mi compri o no?!". Mooolto punk.

Stasera ceneremo nell'Ade torna in altoWu Ming 1
Allegoria e guerra in 300
[Nel periodo maggio-ottobre 2007 l'mp3 della mia "LEZIONE SU 300" è stato scaricato all'incirca 8000 volte e fin dai primi giorni ha suscitato reazioni contrapposte.
Bene, poco dopo la messa on line ho riletto i miei appunti sul film e, tenendo conto anche delle varie reazioni e discussioni, ho scritto un testo più approfondito, in seguito pubblicato sulla rivista di cinema e audiovisivi del Dams di Torino ( "La valle dell'Eden", anno IX, n.18, dossier su "Cinema e televisione negli Stati Uniti dopo l'11 Settembre", a cura di Giaime Alonge e Giulia Carluccio).
Poiché nel frattempo il film è uscito in DVD e sta incontrando un pubblico che non lo aveva visto in sala, mi è parso giusto tornare, il più indelicatamente possibile, su quel "luogo del delitto" che è la terra del mito tecnicizzato, e mettere a disposizione il mio saggio. Buona lettura.]


Alegoría y guerra en 300

[En el período mayo-octubre de 2007, el mp3 de mi Lección sobre 300 fue descargado unas 8.000 veces y desde el principio suscitó reacciones contrapuestas.
Bien, poco después de colgarlo en la red volví a leer mis apuntes sobre la película y, teniendo en cuenta las diferentes reacciones y discusiones, realicé un texto más elaborado, que luego fue publicado en la revista de cine y audiovisuales del Dams de Turín ("La valle dell'Eden", anno IX, n.18, informe especial sobre "Cinema e televisione negli Stati Uniti dopo l'11 Settembre", a cargo de Giaime Alonge y Giulia Carluccio).
Mientras tanto, la película fue editada en DVD y está llegando a un público que no la vio en pantalla grande, por eso me parece oportuno volver, lo más groseramente posible, a ese "lugar del crimen" que es la tierra del mito tecnificado, y poner a disposición mi ensayo. Buena lectura.]

Copertina di Cultura convergente
Wu Ming

Prefazione a Cultura convergente di Henry Jenkins, Apogeo, Milano 2007
Da tempo vi parliamo di Henry Jenkins, docente al Massachusetts Institute of Technology e autore di alcuni dei più importanti saggi degli ultimi dieci-quindici anni sull'odierna cultura pop, soprattutto nei suoi aspetti di partecipazione e creazione di comunità. Abbiamo fatto talmente tanti riferimenti al suo lavoro che, in occasione di alcune presentazioni di Manituana, i presenti ci hanno fatto domande sui suoi libri (finora mai tradotti in italiano) anziché sui nostri!
Ebbene, finalmente il più importante libro di Jenkins, Convergence Culture, è stato tradotto nella lingua di Petrarca (cioè, più o meno), ed esce in questi giorni per le edizioni Apogeo. La prefazione l'abbiamo scritta noi. Eccola.


Prefacio a la edición italiana de Cultura convergente de Henry Jenkins

Hace tiempo que os hablamos de Henry Jenkins, docente del Massachusetts Institute of Technology y autor de algunos de los ensayos más importantes de los últimos diez/quince años sobre la cultura pop actual, sobre todo en sus aspectos de participación y creación de comunidad. Hemos hecho tantas referencias a su trabajo que, durante algunas presentaciones de Manituana, ¡los presentes nos han hecho preguntas sobre sus libros (que hasta ahora no habían sido traducidos al italiano) en vez de los nuestros!
torna in altoPues bien, finalmente el libro más importante de Jenkins, Convergence Culture, ha sido traducido en la lengua de Petrarca (bueno, más o menos), y en estos días se publica por ediciones Apogeo. El prefacio lo hemos escrito nosotros. Aquí está.

Wovoka, profeta Payute Wu Ming 1
Ghost Dance. Il massacro di Wounded Knee
Apparso sul mensile XL, anno 3, n.24, agosto 2007.
A partire da un film tv prodotto e trasmesso dalla HBO, il racconto di quel che accadde in un posto chiamato Chankpe Opi più alcune riflessioni sulla pop culture e l'inestirpabile presenza dell'indiano d'America nel nostro immaginario.
"C'è un classico del cinema horror, un film del 1982 oggi semi-dimenticato, Poltergeist di Tobe Hooper. Racconta di una casa costruita su un antico cimitero indiano. Gli spiriti di quei morti si manifestano... attraverso la TV, e spostano e distruggono oggetti, mobili, suppellettili. E' quello che sta succedendo: tutta la nostra civiltà è costruita su uno sconfinato cimitero, e a volte quegli spiriti si torna in altomanifestano attraverso la TV. Lo hanno appena fatto le vittime di Wounded Knee, scegliendo il più prestigioso canale via cavo americano."

Franktorna in alto Claudio Coletta
La terra di nessuno del pop. Riflessioni su un dibattito in corso
[Ha stimolato molte reazioni e discussioni l'intenso ragionare sulla popular culture che ha preso forma negli ultimi tre-quattro mesi tra carmilla, wumingfoundation e lipperatura (vedi la parziale linkografia in calce a questo post). Il recente "trittico sul pop", nel quale Wu Ming 1 e Wu Ming 2 cercavano di trarre indicazioni concrete su fandom, mito contemporaneo e narrazioni transmediali, ha aperto un vaso di Pandora di commenti. Idem lo speciale a cura di Vittore Baroni "Che fine ha fatto la controcultura?", apparso sulla rivista Rumore e in parte ripreso su Carmilla. Tra i testi pervenuti ai vari autori, spicca questo di Claudio Coletta, che ha il merito di affrontare la questione da un punto di vista inatteso. E' l'imprevedibilità delle uova di Colombo, le cose ovvie a cui nessuno pensa finché non vengono segnalate in modo plateale o vi si inciampa per caso).]

Copertina del numero 181 di Rumore, febbraio 2007torna in altoVittore Baroni, Matteo Guarnaccia, Wu Ming 1
Che fine ha fatto la controcultura?
Stralci dallo speciale apparso sulla rivista Rumore (#181, febbraio 2007)
"C'è un intero universo oltre la dicotomia tra 'apocalittici' e 'integrati'. Come molti, negli anni ho attraversato la Scuola di Francoforte, Adorno, i situazionisti, Debord, Cesarano e la critica radicale italiana, e in definitiva non ne sono rimasto entusiasta, anzi. Dopo attento rimuginare, ho concluso che quell'impostazione non faceva per me: vedere sempre e solo il bicchiere mezzo vuoto (nonché in via di completo svuotamento) non mi dà alcun brivido di scoperta, non mi apre alcuno spiraglio, non mi fa capire cosa accade intorno. A dispetto di ricorrenti e superficiali richiami a Marx, è anche un atteggiamento molto poco marxiano. Marx non faceva tirate moralistiche contro la merce, ma una critica concreta e fondata dei rapporti di produzione e di proprietà e, soprattutto, esortava a stare dentro le contraddizioni del capitale e della merce."

Il mondo conosciuto dai Greci nell'età arcaica e i viaggi di Ulisse secondo l'antica tradizioneWu Ming 1 & Wu Ming 2
Mitologia, epica e creazione pop al tempo della Rete
A cavallo tra 2006 e 2007, WM1 e WM2 hanno collaborato a un trittico di articoli sulla complessità dell'odierna popular culture, le narrazioni trans-mediali e le dinamiche di creazione collettiva nell'epoca della Rete.
Il primo testo, scritto da WM1, è apparso su L'Unità il 31/12/2006 ed è stato riproposto su Carmilla con il titolo
Stephen, Lisey e la complessità pop.
Il secondo, scritto da WM2, è uscito sullo stesso quotidiano il 13/01/2007 ed è stato riproposto su Giap n.6, VIIIa serie, con il titolo
Create nuovi mondi e nutrirete il cervello.
Il terzo, scritto a quattro mani da 1 & 2, è uscito su L'Unità del 28/01/2007 ed è stato riproposto su Carmilla con il titolo
Mitologia, epica e creazione pop al tempo della Rete.
[...] in realtà è tutta la cultura pop a essere sempre più complessa e articolata, e a richiedere a chi la fruisce un maggiore lavoro cognitivo. Un cinespettatore ibernato trent'anni fa e svegliato oggi sarebbe molto turbato non soltanto da pellicole come Syriana, The Prestige o Il ladro di orchidee, ma anche da prodotti di penultima generazione come Fight Club o I soliti sospetti. Li troverebbe astrusi, ansiogeni, impossibili da seguire. E stiamo parlando di cinema narrativo, film “di cassetta”, non di Godard.
Un telespettatore di trent'anni fa, abituato a narrazioni lineari e dozzinali come Chips, Le strade di San Francisco o i cartoons di Hanna & Barbera, non capirebbe nulla non dico di Lost o 24, ma nemmeno di ER: ritmo ipercinetico, vasta congerie di personaggi, intrichi di sottotrame, narrazione frammentata, episodi non autoconclusivi, rimandi di non immediata decifrazione etc.
All'inverso, una serie come Ai confini della realtà, negli anni Sessanta ritenuta un gioiellino di complessità, profondità e tv intelligente, oggi ci appare come una raccolta di favolette: ogni elemento è sottolineato ad nauseam, il lettore è accompagnato scena dopo scena, tutto è congegnato per essere “a prova di stupido” e non richiedere alcuno sforzo interpretativo [...]


Triptico sobre la complejidad de la cultura popular

1. Stephen, Lisey y la complejidad pop
2. Cread nuevos mundos y nutriréis el cerebro
3. Mitología, épica y creación pop en tiempos de la Red

torna in altoA caballo entre 2006 y 2007, Wu Ming 1 y Wu Ming 2 cooperaron en la elaboración de un tríptico de artículos acerca de la complejidad de la cultura popular actual, las narraciones transmediales y las dinámicas de creación colectiva en la era de la Red.

James BrownWu Ming 1
Supremazia del rumore nero. Note e digressioni sulla presunta "bianchitudine" del punk e le origini afro del corpo rock
Ottobre 2006 - Apparso sul n.26 del trimestrale Mucchio EXtra.
Lo rivelò il Guardian alla fine del decennio scorso: gruppi neo-fascisti di diversi paesi avevano comprato Los Pedriches, villaggio spagnolo abbandonato a una novantina di chilometri da Valencia. Intendevano trasformarlo in insediamento "utopico", rifugio per latitanti, sede di convegni e colonie estive dove sperimentare il lifestyle di un futuro "nuovo ordine". C'era e c'è lo zampino - anzi, trattandosi di maiali, lo zampone - di una nota formazione di ultradestra con un piede a Roma e uno a Londra.
Nei dépliants che si ebbe modo di vedere, si invitavano i giovani d'Europa a trasferirsi a Los Pedriches e sottoporsi a una severa disciplina, per smetterla di "parlare, muoversi, agire come dei negri" (corsivo mio). Un chiaro riferimento all'influenza dell'hip-hop: andatura dondolona, gestualità esagerata, braghe col cavallo infimo, slang appropriato alla bisogna. Antropologia da incubo, per un nazi. Wiggers Beware! è la minaccia che appare sui siti di klanisti, miliziani e nazi americani. "State attenti, negri bianchi!"



Wu Ming 1
Supremacía Del Ruido Negro. Notas y digresiones sobre la presunta “blancura” del punk y los orígenes afro del cuerpo rock
2006. Traducido en castellano por El Terrror
Lo reveló el Guardian al final de la pasada década: grupos de neofascistas de diversos países habían comprado Los Pedriches, aldea española abandonada a unos noventa kilómetros de València. Pretendían transformarla en un establecimiento “utópico”, refugio de fugitivos, centro de convenciones y colonias de verano donde experimentar el lifestyle de un futuro “nuevo orden”. Estaban y están metidas las garras –de hecho, tratándose de cerdos, las pezuñas– de una famosa formación de ultraderecha con un pie en Roma y otro en Londres. En los dépliants que se han podido ver, se invitaba a los jóvenes de Europa a trasladarse a Los Pedriches y someterse a una estricta disciplina para dejar de “hablar, moverse, actuar como los negros”(las cursivas son mías). Una torna in altoreferencia clara a la influencia del hip-hop: andares bamboleantes, gestualidad exagerada, slang apropiado a la necesidad. Antropología de íncubo, para un nazi. Wiggers Beware! es la amenaza que aparece en sitios de klanistas, milicianos y nazis americanos. “!Cuidado, negros-blancos!”

Henry JenkinsDi come Colpo secco ispirò una rivoluzione culturale
Henry Jenkins intervista la Wu Ming Foundation - ottobre 2006
L'intervista che segue è tradotta dall'inglese. Viene pubblicata in due parti perché così è apparso il testo originale, la settimana scorsa, sul blog ufficiale del professor Henry Jenkins. Jenkins è tra i massimi esperti americani di popular culture(*). E' direttore del Comparative Media Studies Program al Massachussets Institute of Technology, nonché autore di testi molto importanti sul modo in cui i fans ricombinano e riutilizzano la cultura che amano, trasformandola in qualcosa di nuovo e inaspettato, si tratti di cartoons o videogames, di serie televisive o fumetti. Tra i suoi libri vanno citati Textual Poachers: Television Fans and Participatory Culture (1992), From Barbie to Mortal Kombat: Gender and Computer Games (2000), Fans, Bloggers and Gamers: Exploring Participatory Culture (2006) e il fondamentale, monumentale Convergence Culture: Where Old and New Media Collide (2006).
[...]Credevamo di aver detto cose che suonavano risapute, qui da noi, almeno alle orecchie di chi conosce il nostro percorso, e invece pare di no. Quando racconti qualcosa da capo, soprattutto se lo fai dopo tanto tempo e dopo aver maturato un certo distacco, finisce che getti nuova luce sugli eventi. Infatti, tra gli amici che hanno letto l'intervista, diverse persone ci hanno chiesto se/dove/quando avremmo messo in rete la versione italiana... che però non esisteva.
Adesso esiste.

PRIMA PARTE
SECONDA PARTE


Wu Ming, narración colectiva y cultura popular
1. Cómo “El castañazo” inspiró una revolución cultural. Entrevista con Wu Ming del profesor Henry Jenkins (MIT, Boston);
2. A propósito de cultura popular – Una nota de Wu Ming 1
;
3. Narración colectiva y transmedia. Peloteo de pregunta-respuesta entre Blepiro y Wu Ming 2
"Si una historia sugiere un mundo, la comunidad que habita -entre otros- también ese mundo, no podrá torna in altoprescindir de ponerse a producir otras historias, mitopoiesis, que a su vez, remitirán a otros mundos, incluido el mundo real. Se trata de convertir a nuestras novelas más habitables, origen de mitopoiesis colectiva y no solamente terminales"
ODT + ZIP

torna in altoWu Ming 5
Recensione di Krautrocksampler. Guida personale alla grande musica cosmica dal '68 in poi, di Julian Cope
Da Nandropausa #10, 21 giugno 2006

"...un'arma sonica che si libra a migliaia di metri d'altezza, gigantesca V-2 freak a propulsione mantrica, razzo caricato a testate di pace selvaggia color arcobaleno, musica per nerds senza speranza, troppo sfigati per la disco e troppo snob per Deep Purple & Led Zeppelin, musica per gente come me che avrebbe visto un po' di luce solo dopo il primo acido. Musica davvero psichedelica, davvero senza compromessi"

torna in altoLuciano Moggi e Fabio Baldas
Recensione di Please Kill Me. Il punk nelle parole dei suoi protagonisti, di Legs McNeil & Gillian McCain

Da Nandropausa #10, 21 giugno 2006
" MOGGI. Di che parli stasera? BALDAS. Eh, parlo del panc! MOGGI. ...Tipo? BALDAS. Tipo... C'è 'sto libro, Per favore accoppami... tipo Ig... MOGGI. (incomprensibile) BALDAS. Eh, sì, parte dai Velvet Andergràu lì, Luciano... poi... Pronto? Pronto?! Pronto??! MOGGI. Pronto? BALDAS. Pronto? MOGGI. Eh!... Pronto! Fabio?! BALDAS. Sì, sì... MOGGI. Mi senti?
BALDAS. Ti sento sì! MOGGI. Bene. [...]"

torna in altoWu Ming 1
Recensione di Oggi ho salvato il mondo: canzoni di protesta 1990-2005, a cura di Carlo Bordone e Gianluca Testani
Su Carmillaonline, maggio 2006
"Esiste invece una canzone di protesta che, senza il testo, sarebbe una canzone come tutte le altre. Ecco, quella non è musica di protesta: è musica con un testo di protesta. C'è una bella differenza. Se il mezzo è il messaggio, e se il contesto è il vero testo, allora il testo non caratterizza proprio niente, se mezzo e contesto vanno da un'altra parte. Metti caso che Gigi D'Alessio fa un testo contro la guerra: non se ne accorge nessuno, perché quella non è musica di protesta. A meno che l'operazione non sia parodica: Frank Zappa e le Mothers of Invention riempivano gli album di canzoncine doo-woop tipo Platters, con testi come: 'Qual è la parte più brutta del tuo corpo? / Alcuni dicono il naso / Altri le dita dei piedi / Ma io penso sia la tua mente'. Oppure deve prodursi un corto circuito, un effetto straniante: Burt Bacharach che incide canzoni contro Bush, per esempio. "

torna in altoWu Ming 5
Recensione di The Beatles: The Biography di Bob Spitz

Da Nandropausa #9, 15 dicembre 2005
"L'incontro con i Beatles cambiò la vita di una generazione, quel che accade tra Amburgo, Liverpool, gli States e Rishikesh ha il sapore di una rivoluzione, nel senso di un nuovo giro della ruota del Dharma. Dopo l'introduzione del sitar, dei modi musicali indiani e dell'idea di Liberazione nella musica popolare bianca del secolo scorso, nulla è stato più come prima. Effetti benefici e perniciosi; amplificazioni stellari utilizzati come Vimana benefici o come Yantra malefici per ammorbare e deprimere adolescenti. Il mondo del rock ha visto, da quei giorni, prodursi tutto e il contrario di tutto."

torna in altoWu Ming 1
Recensione di Essere John McEnroe di Tim Adams

Da Nandropausa #9, 15 dicembre 2005

"McEnroe era i Sex Pistols del tennis, e come loro fu un eroe ambiguo, si mosse lungo la cerniera tra due epoche. Il suo dominio coincise col tramonto del tennis aristocratico e sussiegoso, affettato, gioco di galantuomini un po' ancien régime (e di parvenus che aspiravano a quello status), quasi al livello delle corse di Ascot o della Henley Regatta. Quel mondo del tennis fu oggetto di una contestazione sacrosanta ("da sinistra", si potrebbe dire), ma su quella spinta si affermò un nuovo regime, la tirannia simbolica (o il simbolismo tirannico) dei campioni-logo, degli uomini-Nike, prima lo stesso McEnroe e poi Agassi e poi..."

torna in altoWu Ming 1
Recensione di A Love Supreme di Ashley Kahn

Da Nandropausa #8, 21 giugno 2005
"In definitiva, questo libro è un esempio di cosa dovrebbe essere il giornalismo culturale: cronaca, storia, epopea, visione, pellegrinaggio. Sì, pellegrinaggio, un pellegrinaggio laico, incamminarsi verso gli avi con rispetto e voglia di capire. Ogni ascolto di A Love Supreme può trasformarsi in un viaggio alla Mecca dei panteisti, in un giro in più attorno alla Ka'bah della musica, in un sorso alla fonte di Zamzam della libertà espressiva, e tutt'intorno cantano: Du-dùm du-dúm... du-dùm du-dúm... du-dùm du-dúm..."

Franco Battiato, 1980torna in altoWu Ming 1
Non sarei qui senza Franco Battiato, ovvero: Chiedi chi era Tommaso Tramonti

da Nuovi Argomenti, n.30, quinta serie, aprile-giugno 2005.
Tipi che conosco, d'ignoranza sesquipedale (gente che fatica a esprimersi in italiano) cantano: "lo shivaismo tantrico di stile dionisiaco", anche sullo scuolabus che ci porta in piscina, a Portomaggiore. Lo capiscono, lo capiamo, che si parla di chiavate? Sì e no. "Tutti i muscoli del corpo pronti per l'accoppiamento" è chiarissimo. Ma il resto del testo? C'è un verso che non riesco a decifrare, anche sforzandomi, accostando l'orecchio al mangianastri: "La passione nella cornea / l'eros che si fa parola". Mi sembra dica: "l'erostèssifa parola". Cerco l'aggettivo "Erostèssifo" sul dizionario. Non lo trovo. Due anni fa cantavamo tutti: "Gloria / manchi tu nell'aria / manchi ad una mano / che lavora piano", senza capire che Tozzi descriveva una pugnetta.

Wu Ming 1
Introduzione a: Lester Bangs, Guida ragionevole al frastuono più atroce, Minimum Fax, Roma 2005

"Lester combattè una guerriglia incessante per riportare al centro della riflessione la musica, l'opus, e ridimensionare chi la suonava. A ragione, considerava l'artista un tramite, un intermediario, latore di una testimonianza, uno che svolge una funzione sociale. L'immagine della "rockstar" è l'esito dell'autonomizzazione del testimone rispetto alla testimonianza che reca. Il culto della celebrità è un "feticismo dell'intermediario". Parlando dei Led Zeppelin, degli Stones, di Elvis, Lester cartografava (talvolta letteralmente) i gradi di separazione tra artista e pubblico. I vari Presley, Jagger o Plant vedevano la comunità umana allontanarsi sugli orli di cerchi concentrici sempre più larghi."



Prefácio à edição italiana do livro Reações Psicóticas

Lester trava uma guerrilha incessante para levar de volta ao centro da reflexão a música, o opus, e redimensionar aqueles que a tocam. Com razão, considera o artista um trâmite, um intermediário, o portador de um testemunho, alguém que cumpre uma função social. A imagem do "rockstar" é o êxito do ato de autonomizar a testemunha em respeito ao testemunho que ela traz. O culto da celebridade é um "fetichismo do intermediário".
torna in altoFalando do Led Zeppelin, dos Stones, de Elvis, Lester cartografava (às vezes literalmente) os graus de separação entre artista e público. Os vários Presleys, Jaggers e Plants viam a comunidade humana se afastar às margens de círculos concêntricos cada vez mais amplos.


torna in altoWu Ming 1
Una nota sul regime del trash

Da Giap #1, VIa serie - "Moto ondoso in aumento" - 14 settembre 2004

Frammento espunto dalla versione finale dell'intro bangsiana (vedi sotto). "Ormai il trash è di regime - regime fascista. Gerarchi a panza nuda fingono di combattere rivoluzioni contro chissà quali Anziani Savi, per scongiurare complotti ai danni del Gusto Popolare. E' da un pezzo che s'è finito di combatterla, 'sta guerra: Apocalittici e integrati è di quarant'anni fa, ormai si 'rivaluta' pure l'ultimo scampolo di subculturame. Dove sono mai i guardiani imbronciati di un'ortodossa divisione tra cultura 'alta' e cultura 'bassa'? Suvvìa, abbiamo vinto, si vorrebbe stravincere, 'stroppiare'? Ma che mi vuoi dire, che la merda è buona da mangiare?"


torna in altoWu Ming 1
Gli altri anni Ottanta del nostro scontento (+ risposta di Max Casacci dei Subsonica)

Da Giap #3, VIa serie - "Che fine hanno fatto Costas e Phillis?" - 12 novembre 2004
"Ma lo volete davvero il revival anni Ottanta? Del mainstream anni Ottanta? Degli anni Ottanta....italiani? Nel nostro paese quel decennio fu 'istituzione totale', campo di prigionia culturale. Capisco chi all'epoca era bambino e, più che il periodo storico, rimpiange la propria infanzia. Tra chi ha più di trent'anni, tuttavia, non può esserci 'memoria condivisa'. O stai da una parte o stai dall'altra. Se sei nostalgico, vuol dire che stavi con Cecchetto, coi paninari, con l'oppressore."

torna in altoWu Ming 5
Ossessione samurai. L'Occidente, le arti marziali, la paccottiglia

da L'Unità, sezione "Orizzonti", 12 gennaio 2004
"Ma i lunghi combattimenti, tanto in Kill Bill quanto in Matrix Reloaded, a dispetto delle accurate coreografie tratte pari pari dai film di Hong Kong, sono di plastica. Patinati. Noiosi, almeno tanto quanto la riproposizione, in Matrix, dell'idea stantìa (e occidentale) che la realtà, interpretata come mondo esterno, sia intrinsecamente illusoria. A dimostrare che la realtà concreta è un luogo duro, impietoso, l'eroe di Zatoichi (l'ultimo Kitano) in realtà non combatte. Uccide, tagliando tutta la parte in cui si suppone un guerriero debba dimostrare valentia, tecnica, coraggio & tutto il resto."

torna in altoWu Ming 1, Wu Ming 2 & Wu Ming 5
Johnny Cash reazionario?

Da Giap #11, IVa serie - "I templari elettrici vegliano indefessi" - 24 settembre 2003
"Cash ha cantato il dolore degli oppressi, le minoranze, i carcerati. Ha scritto canzoni come As Long As The Grass Shall Grow (che narra di come la tribù indiana dei Seneca fu ingannata dal governo dei neonati USA), Custer ("Per alcuni è un eroe ma per me non valeva niente / ha ammazzato donne, bambini e cani / ma adesso non cavalca più tanto bene") o Drums, che denuncia addirittura con violenza lo sradicamento organizzato della cultura dei nativi americani, dal punto di vista di un bambino indiano che non si lascia "riprocessare" ("Signor maestro, dici che mi metterai a posto, ma lascia che ti dica / in cinquecento anni di lotta, non un solo indiano è mai diventato un bianco")."

torna in altoWu Ming 1 & Wu Ming 5
Oi! The Cocney Kids Are Innocent!

Lo street punk britannico dal 1978 al 1982. L'ultima volta in cui il rock'n'roll fu effettivamente sovversivo.
Pubblicato su "Il Mucchio Selvaggio EXTRA" n.7, autunno 2002.

Forse la storia dell'Oi! ha molto da insegnarci: un'intera scena è stata spinta con violenza lontano dal successo (anche commerciale) che meritava, per questioni che sconfinano nella pura e semplice discriminazione di classe. Tuttavia è sopravvissuta, riuscendo a radicarsi grazie al passaparola, alla cultura orale, ai concerti dal vivo, ai banchetti di dischi, alle autoproduzioni e a Internet. In poche parole, una sfera solidale.

torna in altoWu Ming (Wu Ming 5)
Il ragno e la città

Prefazione all'antologia Spider-man: le storie più belle 1962-2002, Einaudi, giugno 2002.
"Certo, l'Arrampicamuri si è sempre mosso tra le quinte di una metropoli quasi-reale. Ma l'Uomo Ragno che fronteggia impotente la tragedia dell'implosione all'interno del nostro tempo storico, l'Uomo Ragno tra le macerie fumanti delle Twin Towers e gli eroici pompieri di NYC ha qualcosa di innaturale. Di definitivamente incredibile. Dentro l'universo del Ragno la cronaca è inverosimile. Il Dottor Destino che piange è una trovata miserrima. Vale quattro soldi. Forse noi lettori colti-smaliziati-europei non siamo il pubblico di riferimento per storie del genere. Gli eroi in costume si aggirano da estranei nella plumbea iperrealtà della cronaca. Dove eravate? La domanda echeggia puntuale. Ma la risposta è semplice. Gli eroi non sono mai stati qui. Il vostro mondo non li merita."

torna in altoWu Ming 1
Muhammad Ali: il più grande, un grande film

Scritto per il "Guerin Sportivo" il 3 febbraio 2002.
"Una delle cose più strane dell'America è che, a dispetto del suo profilo essenzialmente meschino, continui a esistervi tanta bellezza. Forse, come hanno detto molti pensatori, è proprio a causa di quella meschinità, e per contrasto a essa, che questa bellezza esiste." (Amiri Baraka)

torna in altoWu Ming 1
Lo stile come arte marziale- riflessioni sulla dressing up option

Nn.1-7, aprile-dicembre 2001. Rubrica pubblicata sulla rivista "Riviera Beat - Il segreto della comunicazione facile"
"La fashion deriva dal marziale in senso stretto, cioè dal militare. Nel XX° secolo un numero incalcolabile di elementi del vestiario di eserciti, marine e aviazioni è tracimato nella società civile. Gran parte delle innovazioni sartoriali e dell’industria tessile ha avuto le guerre come “test di mercato”. La dimensione bellica esige praticità, quindi tessuti appropriatamente leggeri/pesanti/resistenti etc. Oggi portiamo gli anfibi, il trench, il montgomery, il parka, il bomber, le braghe cachi, le suole antisdrucciolo, tutti indumenti ed elementi d’origine militare..."


Wu Ming 1

El Estilo como arte marcial - Notas sobre la dressing up option

lambretta Wu Ming 5
Novosibirsk brucia! - Cosa rimane del futuribile?
Scritto per la rivista "Vogue" nel novembre 2001, ma troppo allucinato.
"Il passato, oggetti, cose, idee, ricordi, dentro un bidone d'alluminio cosmico. All'interno dei bidoni la spazzatura comincia a puzzare molto presto. Effluvi salgono da milleni di storia specifica, karma di violenza allucinante, sterminio di specie preumane concorrenti, sterminio industriale di vacche, economie potentissime che convergono, si rastermano, schizzano (streamline mortale) verso il vertice del mondo delle merci, quella che le garantisce tutte: la Bomba. Il dimenticatoio, cioè direttamente: la storia. Capitalismo integrato e memoria sono mutualmente incompatibili. Esistono sacche di memoria, certo. Sacche di resistenza. E un eterno presente, l'orizzonte assoluto delle merci, parodia dell'eterno presente, del nunc stans dei mistici di ogni tempo e latitudine. Grande Parodia. La scienza e il mito, il Big Bang e l'apocatastasi. Forse il bidone d'alluminio, enorme, conterrà tutto il passato della specie. Preistoria e storia. E nessun futuro. Ricordo che si parlava di una dimensione del tempo, come si chiamava... L'a venire , il futuro."
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Wu Ming 5 - ¡Arde Novosibirsk!

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