Su «L’Indice dei libri» di questo mese si trova una bella recensione de Il Piccolo Regno scritta da Paola Carmagnani, docente di letteratura comparata all’Università di Torino. Per gentile concessione dell’autrice la riportiamo integrale qui su Giap, proprio oggi che torna in libreria Stella del Mattino. Paola Carmagnani infatti non solo ha colto molti dei riferimenti letterari interni al Piccolo Regno, ma ha anche messo in relazione i due libri solisti di Wu Ming 4.
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Il ritorno di Stella del Mattino, il romanzo di Wu Ming 4 con JRR #Tolkien, T.E. Lawrence, C.S. Lewis e Robert Graves
Martedì 24 gennaio torna in libreria nell’edizione tascabile Stella del Mattino, primo romanzo solista di Wu Ming 4 (€13,50). Il volume ha una nuova copertina, realizzata da Igort, che ritrae i quattro protagonisti della storia, e all’interno si trovano due mappe: una del centro storico di Oxford; l’altra dell’Arabia e di parte del Medio Oriente, sulla quale sono tracciati i percorsi compiuti da Lawrence e dagli irregolari arabi durante la rivolta del 1916-18. Prosegui la lettura ›
Vedi alla lettera Q. Il trasversale viaggio di Un viaggio che non promettiamo breve #WM1viaggioNoTav
A quanto ricordiamo, non era mai accaduto che un nostro libro venisse citato e mostrato da un deputato in Parlamento.
È accaduto per la prima volta il 20 dicembre scorso, durante il dibattito sulla ratifica dell’ennesimo «storico accordo» tra Italia e Francia sul Tav – il solito dopo il quale «non si torna più indietro» ecc. ecc. – quando Giorgio Airaudo ha sventolato una copia di Un viaggio che non promettiamo breve.
Il video dell’intervento è incorporato in calce a questo post. Il libro appare al minuto 8’28”.
A dirla tutta, il giorno prima il libro era stato recensito live al Senato, benché non in aula. È avvenuto durante un convegno nella Sala ISMA, grazie allo storico Tomaso Montanari. Ne parliamo qui sotto.
Del resto, non era nemmeno mai accaduto che un nostro libro fosse recensito (o reticensito) dal più famoso magistrato italiano…
Insomma, attorno a Un viaggio che non promettiamo breve stanno succedendo varie e strane cose. Come minimo, il libro fa discutere. Sono anche arrivate – per canali privati – minacce di querela, e vedremo se si concretizzeranno. Nel caso, ci sarà parecchio da divertirsi.
Nel frattempo, vi offriamo una nuova rassegna di recensioni, interviste e pareri sul libro. La prima del 2017. Buona lettura. Prosegui la lettura ›
#Cantalamappa e #Tolkien On Air. Un buon modo per iniziare il 2017
Martedì 3 gennaio Wu Ming 4 è stato intervistato da Loredana Lipperini durante la trasmissione Fahrenheit, in onda su Radio 3, a proposito de Il Ritorno dei Cantalamappa. Qui è possibile ascoltare la puntata.
E’ stata l’occasione per ricordare che le stesse voci torneranno su quelle frequenze durante il ciclo di puntate della trasmissione Pantheon, che per otto sabati, a partire dal 7 gennaio alle h. 18, si occuperà di J.R.R.Tolkien nel programma Tolkien: un viaggio inaspettato. Ebbene sì, il professore approda a Radio Rai. La trasmissione sarà condotta da Loredana e dal musicista compositore Arturo Stalteri. Il mondo tolkieniano infatti sarà trattato sia dal punto di vista letterario sia da quello musicale. Si può trovare il programma completo delle otto puntate, con i temi che verranno toccati e i relativi ospiti sul sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Prosegui la lettura ›
Tolkien e l’Italia. Note sull’omonimo libro di O. Cilli, pubblicato dalle edizioni Il Cerchio, con introduzione di G. De Turris.
E’ uscito da poco, per una casa editrice dal forte orientamento ideologico, un libro che ricostruisce la storia dei rapporti tra J.R.R. Tolkien, la sua opera e il nostro paese. Wu Ming 4 lo ha recensito sul sito dell’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani. Buona lettura.
Contro la politica della paura, «rovesciare passando da sotto»! #WM1ViaggioNoTav
a cura di Wu Ming 1
«Fuori dagli Stati maggiori dei partiti come dai cervelli dei Clausewitz radicali, può nascere una nuova intelligenza sociale, attraverso l’elaborazione spontanea e brancolante di una strategia sovversiva che eviti le vecchie trappole […] Se la sovversione aggira, “passa sotto” la violenza dello stato, non è soltanto per necessità tattica. È perché è innanzitutto, fin dai primi balbettii, il contrario di una guerra nella quale il nemico, l’altro, non esiste. L’arma principale della sovversione è la trasformazione sociale. Trasformazione che si rivolge tanto a coloro che la mettono in atto quanto a quelli con i quali essi si confrontano. Perché è immediatamente affermazione di un rapporto sociale diverso dal rapporto capitalista.»
Così scrive Serge Quadruppani nel suo La politica della paura (Lantana, Roma 2013).
Con l’espressione che dà il titolo al libro, il nostro compagno d’Oltralpe descrive l’uso strumentale dell’emergenza-terrorismo, la costruzione di sempre nuovi «nemici pubblici», lo spaccio all’ingrosso e al dettaglio di un immaginario securitario sempre più pervasivo, il tutto allo scopo di normare, sorvegliare e controllare meglio la nostra società.
Una società mai così sondata, interrogata, misurata, scansionata, eppure mai così incomprensibile ai poteri costituiti, mai così misteriosa e incline a divenire riottosa, ingovernabile.
La paura di cui scrive Serge, infatti, non è solo quella che viene iniettata nei governati – paura di attentati, paura del «degrado», degli zingari, dei migranti, dell’«invasione», di questo o quel complotto… – ma anche quella che hanno in corpo i governanti, sempre più ritirati nelle loro cerchie, a frequentarsi tra simili, “scollati” dal mondo, estranei alla realtà e dunque privi di ogni immaginazione.
Lo stiamo vedendo nella parabola del renzismo. I governanti sono autoreferenziali, e quindi pavidi di fronte alle contraddizioni, ai conflitti. Perché nei conflitti, anche quelli più modesti, l’Uno autoreferente è costretto a diventare (almeno) Due. Prosegui la lettura ›
La sconfitta di Renzi, le vittorie #notav e una «reticensione» di Gian Carlo Caselli #WM1ViaggioNoTav
«…È stato, io credo, per l’assenza da tempo in questa storia di una sinistra che difendesse proletari e reietti invece di schierarsi ciecamente con i concreti sostenitori e impositori di un’idea di sviluppo supina agli interessi della grande finanza, che mai è stata così cieca nei confronti degli interessi collettivi e così disinteressata a quelli degli ultimi, dei “perdenti”.»
Sono parole di Goffredo Fofi. Stava commentando il risultato del referendum costituzionale e le ragioni per cui la controriforma Boschi-Renzi è stata respinta? No, queste frasi sono state pubblicate il 2 dicembre. Fofi stava recensendo Un viaggio che non promettiamo breve e spiegando come mai la lotta No Tav non ha ancora il posto che merita nell’immaginario nazionale, nemmeno dopo venticinque anni di lotte, di tenace resistenza di massa, e di successi. Prosegui la lettura ›