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#Tolkien e la letteratura della Quarta Era. Un nuovo convegno a #Trento

Il 14 e il 15 dicembre, per la seconda volta l’Università di Trento ospiterà un convegno internazionale sull’opera di J.R.R.Tolkien. L’obiettivo è infatti quello di rendere l’appuntamento biennale e fare della Facoltà di Lettere dell’Università di Trento uno dei luoghi in Italia dove “il Professore” possa sentirsi a casa. Il convegno del maggio 2015, dedicato alle opere minori di Tolkien, aveva già visto pubblicati gli atti, a cura di Stefano Giorgianni, in un volume che per originalità del taglio e del tema rimane unico.

Questo secondo appuntamento sarà incentrato sul posto di Tolkien nella letteratura del suo tempo, e si prefigura già come un’altra tappa importante del cammino per il recupero di un autore quanto mai snobbato e bistrattato in Italia. Il titolo del convegno è infatti Tolkien e la letteratura della Quarta Era. Nel corso delle due giornate di studio l’autore inglese verrà messo a confronto con il modernismo, con le avanguardie letterarie, con autori di fantastico e di fantascienza, per dimostrare quanto la sua opera sia in pieno dialogo con la letteratura del Novecento, rappresentandone al tempo stesso un momento originale. Prosegui la lettura ›

Stasera a «Su la testa!», il n.3 dei «Quaderni di Cirene»: cosa fare dei relitti fascisti?

Quaderni di Cirene n.3, numero speciale sui relitti fascisti.Oggi alle h.18:30, al Vag61 di Bologna, con la presentazione del libro di Davide Conti Gli uomini di Mussolini comincia il festival antifascista «Su la testa!».

Questa prima serata è interamente gestita da Resistenze in Cirenaica. E infatti, dopo la cena di autofinanziamento, presenteremo anche la nostra nuova autoproduzione, il n. 3 dei Quaderni di Cirene, interamente dedicato ai «relitti fascisti» nelle nostre città: architetture, monumenti, nomi di vie e piazze.

QdC#3 ha 138 pagine, è aperto da Predappio Toxic Waste Blues di Wu Ming 1 ed esibisce in copertina la partigiana bolognese Irma Bandiera, «Mimma», 1915-1944. Leggendo si capirà il perché.

Chi non può essere a Bologna in questi giorni può ordinare il terzo quaderno qui.
(Volendo, anche i primi due.)

Dopo la presentazione, reading/concerto con Wu Ming 1 e Bhutan Clan Electro Dept. Letture da Predappio Toxic Waste Blues e da Un serpente in giugno di Jadel Andreetto.

Ecco un assaggio delle musiche composte ad hoc per l’evento, seguito dall’editoriale di QdC#3. Prosegui la lettura ›

Antifascismo e anticapitalismo nell’Italia di oggi. Note sul conflitto surrogato e quello vero

antifascismo

[Un’anticipazione del capitolo 6 di Predappio Toxic Waste Blues. Fa parte della terza e ultima puntata, che uscirà mercoledì 15 novembre, ma è leggibile autonomamente. Le prime due puntate sono qui. Buona lettura.]

di Wu Ming 1

È orribile doversi occupare dei fascisti, di chi li sdogana, di chi li corteggia, di chi ci beve lo spritz assieme. Si vivrebbe meglio, senza tutti costoro, senza doverne scrivere. Negli anni scorsi, in effetti, molti hanno proposto di ignorarli: non ragioniam di lor ma guarda e passa, «non abbassiamoci al loro livello», «se li contesti gli fai pubblicità» ecc. Una fallacia logica dietro l’altra, per una linea di condotta nefasta.

«Non mi abbasso al loro livello». Come i bimbi che si coprono gli occhi e credono che, così facendo, il mondo intorno scompaia. Mentre non si ragionava di lor, i fascisti suonavano il piffero e si tiravano dietro la gente. Lasciando fare i fascisti  o addirittura isolando chi li contrastava, magari ripetendo, senza capirla minimamente, una frase di Pasolini sul «fascismo degli antifascisti»  si è permesso loro di allargarsi e conquistare spazi. Prosegui la lettura ›

Severino

Severino Cesari

E così Severino se n’è andato. La notizia non coglie nessuno di sorpresa. Seve era malato da anni e aveva scelto di affrontare la malattia prendendo appunti in pubblico, sulla sua pagina facebook, dove gli amici seguivano le sue riflessioni lievi, mai drammatiche, sulla vita e sulla morte. Una morte attesa, preparata, per quanto possa mai esserlo la morte. E una vita assaporata fino all’ultima luce dell’ottobre romano.

Noi non lo vedevamo da anni, da quando la malattia lo aveva costretto a lasciare il posto di lavoro. Difficile raggiungerlo telefonicamente, ma a volte si era palesato lui, nei brevi momenti di tregua concessigli dal male e dalle cure. Eppure sapevamo, noi e lui, che il legame non poteva essere reciso. Un legame professionale, ideale, certo, ma favorito dalla sua inappuntabile gentilezza d’animo. Una dote rara, come raro era Severino, appunto. Mai volgare, mai arrogante, mai smaronato. Un signore, insomma. Di quelli che in certi ambienti, in primis quello dell’editoria mainstream, vanno scomparendo. Ma soprattutto un tipo colto e intelligente (altre due doti in via d’estinzione).

A Severino Cesari noi dobbiamo la pubblicazione di Q. Con l’aiuto di Carlo Lucarelli, che fu il primo lettore, convinse la casa editrice a pubblicare il romanzo così com’era, senza tagli. Anzi, alla fine il testo venne allungato da un prologo. Severino ci credette… ed eccoci qua.

C’è un ricordo nitido, come fosse ora, di una notte trascorsa al telefono con lui, quasi diciannove anni fa. Si trattava dell’ultima revisione bozze. Il libro era già impaginato e contava 643 pagine, in molte delle quali Severino aveva fatto annotazioni. Fu forse la telefonata più lunga della vita, fatta su un vecchio telefono col filo. A un capo del quale c’era uno dei due direttori di una nuova collana del paludato editore Einaudi, e all’altro dei poco più che ventenni all’opera prima.

Ecco, è così che vorremo sempre ricordare Severino, come un editor disposto a fare le ore piccole insieme a un autore per mettere a punto il libro che si sta per pubblicare. Quella cura, quella perizia, quella dedizione, quell’acume nel trovare ciò che funziona oppure no in un testo, ma anche quella capacità di annusare una storia ben scritta che potesse essere una novità anziché l’inseguimento del trend del momento, be’, spariscono con lui. Erano già spariti quando si era ritirato dal lavoro. Abbiamo dovuto imparare a farne senza, con disdetta e senso di mancanza professionale e umana. Ora siamo certi che non torneranno.

Non può esserci consolazione in quello che scriviamo stanotte. Conserveremo i buoni ricordi con attenzione, come fossero pietre preziose. Perché è così che lo spirito dei morti sopravvive nella memoria dei vivi.

Ave atque vale, Seve.

#Bologna 22/10 | Resistenze in #Cirenaica vi invita a una giornata di street art #antifa e guerrilla gardening

Murales dedicati a partigiani in Cirenaica: Giuseppe Beltrame al Centro d’accoglienza Giuseppe Beltrame; Lorenzo Giusti al Giardino pubblico Lorenzo Giusti; Ilio Barontini in via Ilio Barontini. Ed è solo l’inizio: ogni via del rione avrà il suo partigiano.

Il Centro d’accoglienza BeltrameResistenze in CirenaicaSpazi Aperti e Le Fucine Vulcaniche vi invitano a una giornata di arte di strada e guerriglia botanica nel rione Cirenaica.

Domenica 22 ottobre, dalle h.14, inaugurazione del nuovo murale dedicato al medico partigiano Giuseppe Beltrame, nel centro di accoglienza che da lui prende il nome, in via Sabatucci 2. La storia di Beltrame verrà raccontata in un reading musicato a cura del Bhutan Clan. Prosegui la lettura ›

We Want The Asteroid! È on line la presentazione di Wu Ming 1

We Want The Asteroid

Clicca sull’immagine per vedere la presentazione on line e/o scaricarla. Il formato Portable Prezi permette di vederla off line senza installare alcun software; in alternativa, si può scaricare in pdf.

↑ È on line la presentazione realizzata da Wu Ming 1 per la conferenza «Proper and Improper Names. Identity in the Information Society», organizzata dall’istituto Aksioma e svoltasi al Kino Šiška di Lubiana, Slovenia, il 17 e 18 ottobre 2017.

Si tratta di una genealogia della Wu Ming Foundation e di una panoramica delle sue attuali articolazioni e attività, con particolare riferimento alla «guerra psichica» come retaggio del Luther Blissett Project in Wu Ming.

N.B. L’ultimissimo cartello fa riferimento a concetti e teorie discussi durante la conferenza e può risultare un po’ criptico; per approfondimenti consigliamo senz’altro il libro di Marco Deseriis Improper Names (University of Minnesota Press, 2015). Tutto il resto fila molto liscio.

Grazie a tutt*, sono stati due giorni fantastici. Jaz sem Jánez Jánša!