La veriTav ti fa male, lo so! Ancora su «Un viaggio che non promettiamo breve» #WM1viaggioNoTav

S. Giuliano di Susa, 7 maggio 2017. Un viaggio che non promettiamo breve dietro il più celebre striscione No Tav, quello che da anni grida l’allarme sul balcone di casa Perino. La casa è a rischio d’abbattimento, perché su quel luogo incombe il mega-cantiere della «Stazione Internazionale» prevista dal progetto Torino-Lione. Stazione che è ritenuta da diversi tecnici ed economisti dei trasporti l’elemento più insensato e grottesco di un progetto del tutto irrazionale.
La prima parola dello striscione ha ispirato il titolo del documentario Qui di Daniele Gaglianone. Foto di Luca Perino himself, infaticabile fotonarratore della lotta No Tav. Clicca per ingrandire.

Un viaggio che non promettiamo breve è ormai uscito da alcuni mesi, eppure continuano a uscire recensioni. Non solo continuano a uscire, ma il flusso si va facendo più intenso. Forse alcune letture avevano bisogno di decantare, forse la mole del libro ha richiesto l’attesa del momento giusto, fatto sta che sempre nuove recensioni arrivano.

Solo nei primi giorni di maggio ne sono state pubblicate tre, molto acute e importanti. Tutte riflettono sulla particolare natura mutante – e forse mutagena – del libro. Che non è un “normale” reportage narrativo, e non è una “normale” inchiesta, ma anche come «romanzo di non-fiction» sembra avere qualcosa di spiazzante, se non di… aberrante.

A cosa si deve questa impressione?

Ha provato a rispondere alla domanda Elia Rossi sul sito letterario La Balena Bianca.  Prosegui la lettura ›

I piedi sulla città! Un sortilegio di passi contro la #Bologna distopica.

Clicca sull’immagine per scaricare il volantino completo

Sabato 13 maggio cammineremo per 18 chilometri attraverso alcuni luoghi della Bologna distopica immaginata dal Comune (Passante, Fico, Progetto Scandellara, Revamping Fiera, Trilogia Navile). Allo stesso tempo, evocheremo le forze resistenti della città, unendole in un abbraccio di passi (Zamboni 36, Vag 61, San Donnino No Passante, Crash, XM24).

Dopo le quasi 2000 firme raccolte dal documento «Difendere XM24 per tornare a respirare», questa passeggiata apotropaica ribadisce la necessità di opporsi a un progetto complessivo, che non riguarda solo un centro sociale, un quartiere popolare o un campo di periferia. Occorre tracciare un limite alla speculazione e l’unico modo per farlo è disegnarlo con i corpi, con i piedi, abitando il territorio e imparando a conoscerlo. Prosegui la lettura ›

#Bologna, 13/05/2017: Ilio Barontini combatte ancora! (Street art contro il fascismo)

Il murale dedicato a Ilio Barontini

Sabato 15 maggio alle h.15 il murale, più volte deturpato, tornerà com’era.
Clicca per aprire l’evento Facebook.

di Resistenze in Cirenaica

Nel novembre 2016, con l’approvazione e il plauso del proprietario del muro (cosa rara e preziosa in tempi di campagna terroristica sul «degrado»), appare in via Barontini, rione Cirenaica, Bologna, un murale dedicato all’uomo che dà il nome alla via: Ilio Barontini (1890-1951).

Barontini fu non “solo” un comandante partigiano, ma un grande combattente internazionalista. Diede filo da torcere ai fascisti e ai nazisti in Etiopia, Spagna, Francia e Italia. Fu comandante nella celebre Battaglia di Guadalajara (marzo 1937) e, qui a Bologna, nella Battaglia di Porta Lame (7 novembre 1944). Prosegui la lettura ›

L’ibridazione, libri d’azione. Il blog di #QuintoTipo…

Quinto Tipo

…non è solo «il nuovo blog della collana diretta da Wu Ming 1», ma uno spazio dove riflettere e sperimentare. Dove opporsi alle narrazioni pacificate e finto-ribelli. Dove incontrare intelligenze aliene al mainstream.

Dall’editoriale di Wu Ming 1:

«[…] Nel frattempo, persino nell’asfittico establishment italiano, tutti sembrano essersi accorti – alla buon’ora? – che sta succedendo qualcosa.
Nella presentazione della collana [2014] elencavamo le definizioni approssimative con cui – fin dai tempi del New Journalism americano – si cerca di delimitare il campo che ci interessa: “non-fiction novel”; “creative non-fiction”; “reportage narrativo”, “docufiction”, “autofiction”… Scritture che per comodità diremo “non-romanzesche”. Una definizione più merceologica che letteraria, perché in fondo si usano – anche e soprattutto – le tecniche del romanzo, anche se per fare altro.
L’editoria ha recepito la tendenza a queste scritture, la cui importanza è riconosciuta da tutti: editori, librai, stampa mainstream e lettori.
Tutto bene, dunque? Abbiamo “vinto”? È davvero “la buon’ora”?

No.»

Continua a leggere l’editoriale di Wu Ming 1 → «Per incontri del Quinto Tipo sempre più ravvicinati e collettivi»

Difendere #XM24, per tornare a respirare. Una valanga di firme contro la #Bologna che sgombera e cementifica

La facciata di XM24 dal 2013 al 2016

Occupy Mordor, di Blu. Dipinto nel 2013 sulla facciata di XM24, cancellato per protesta dall’autore nel 2016. Clicca sull’immagine per navigare il murale.

Dal 2013 al 2016 il grande affresco Occupy Mordor, dipinto da Blu sulla parete di XM24, ha messo in scena una battaglia per la città: le truppe del sindaco Sauron – armate di ruspe, mortadelle e sfollagente – si scontravano con un popolo che suonava, ballava, pedalava, leggeva, hackerava, coltivava e lanciava angurie con le catapulte.

Oggi l’affresco non c’è più, ma la battaglia è in pieno svolgimento. Proprio come in quella raffigurazione, la città ufficiale ha la forza dei partner economici per imporsi ai suoi avversari, ha la forza poliziesca per reprimerli, e ha mezzi enormi – infinitamente più grandi di un muro – per mettersi in scena e magnificarsi.

La Bologna ufficiale è una città boriosa, soffocante, sempre più allergica a poveri e marginali. Una città che sogna di sterilizzarsi dai germi del dissenso, e una di queste mattine potrebbe risvegliarsi sterile. Prosegui la lettura ›

Ricordo di #Sancho, che se n’è andato ieri

Sancho Santoni

di Wu Ming 1

Ieri pomeriggio un compagno mi ha scritto da Brescia per dire che Sancho stava morendo. Questione di ore, ormai.

Caduta in picchiata dalle nuvole, bestemmia di stupore… Ma come? Sancho?! Che gli è successo?

E così ho saputo tutto in una volta: il male diagnosticato solo poche settimane fa, un tumore già esteso, più nulla da fare. Ieri pomeriggio, il coma.
Ho informato i miei compadres, condividendo con loro il mio sgomento.
Ieri sera, Sancho se n’è andato. Aveva 57 anni.

– La stessa età di Stefano. – ha commentato WM4, intendendo Stefano Tassinari, che ci ha lasciati nel 2012.

Ieri sera ho pianto io, qui a Bologna, davanti a questo schermo. Posso solo immaginare come si sentano le compagne e i compagni là a Brescia. Prosegui la lettura ›

Il format con la F. L’omicidio di #Alatri e la violenza fascista che i media preferiscono ignorare

manganelli fascisti

g-
[N.B., 6 gennaio 2019. In data odierna, l’esponente marchigiano di Casapound Roberto Ruffini ci chiede di rimuovere questo articolo di due anni fa. Ecco il testo della sua mail: «Chiedo la rimozione di questo articolo perché c’è la mia foto, il mio nome, senza autorizzazione e sono stato assolto in primo grado per non aver commesso il fatto.» Ruffini sostiene di essere stato assolto dall’imputazione di lesioni gravi, anche se non ci dà riferimenti che permettano di verificare la sua affermazione. Ad esempio, non ci dice quando è stata emessa la sentenza, se prima o dopo la pubblicazione di questo post. In rete non ne abbiamo trovato traccia. Ad ogni modo, non abbiamo problemi a dare conto dell’assoluzione. Ma la richiesta di rimuovere l’articolo non ha nessun fondamento. L’articolo parla dell’arresto di Ruffini, e più precisamente, di come fu data la notizia. La notizia è veritiera e d’interesse pubblico. Il linguaggio utilizzato non eccede i limiti della continenza verbale: infatti Ruffini non se ne duole. Noi quindi abbiamo tutto il diritto di fare il suo nome e di pubblicare una sua fotografia di pubblico dominio. L’articolo resta dov’è. WM]

di Selene Pascarella *

«Non per essere superficiale, ma a me viene subito in mente la… Fica»

«Feccia! Chiamandoli diversamente si regala loro un’intelligenza politica che non hanno»

«F come Fermana?»

Quando su Twitter abbiamo lanciato l’hashtag #laparolaconlaF per accendere i riflettori – come si dice in gergo – sulla copertura mediatica delle aggressioni fasciste a partire dal caso di Alatri, non sempre le reazioni sono state entusiaste.

Il percorso che ci ha portati a vedere un filo nero tra l’omicidio di Emanuele Morganti e le recrudescenze neofasciste che hanno investito il Lazio e il resto d’Italia emergerà nelle prossime pagine e forse susciterà un dibattito acceso, già in parte deflagrato a colpi di tweet.

L’obiettivo dell’intervento è anche tirare le fila di una discussione partita in ordine sparso sui social network, e approfondirne gli spunti. Prosegui la lettura ›