Diario virale. I giorni del coronavirus a Bulåggna (22-25 febbraio 2020)

Bologna, 23 febbraio 2020. Tramonto sulla stazione, visto dal ponte Matteotti. Foto di WM1.

di Wu Ming
[Prima puntata. – La seconda puntata (26-28 febbraio) è quiLa terza (1-10 marzo) è qui.]

Le mascherine erano pantomima, non prevenzione. La maggior parte della gente lo aveva capito, oppure prevaleva il timore del ridicolo: era pur sempre una città che amava stare in ghingheri. Fatto sta che le mascherine si vedevano quasi solo sui giornali e sui siti dei giornali.

Nei primi giorni, si era trattato sempre di operatori sanitari, infermieri, gente che lavorava in ospedale, poi erano arrivate a valanga le foto dal presunto “shock value” (oooooh!): tizi con la mascherina davanti al Duomo di Milano o in altri luoghi famosi.

A Bologna, l’edizione locale di Repubblica mostrava ogni giorno foto di qualcuno che girava sotto i portici con la mascherina. Per la verità, era sempre un fagiano isolato, attorniato da altre e altri che non la indossavano e forse lo compativano. Prosegui la lettura ›

Le ultime due settimane della raccolta per Blue.

In sole tre settimane, la raccolta popolare per sostenere Blue ha raggiunto il suo obiettivo: 5000 euro per stampare il libro fotografico di Luca Santini e Matteo Natalucci, con un testo di Wu Ming 2, e ripagare il loro lavoro d’inchiesta sui luoghi dell’allevamento intensivo in Italia.
Il crowdfunding però non è ancora concluso: fino al 7 marzo sarà sempre possibile fare una donazione, prenotando una copia del libro, una cartolina, una stampa di grande formato. Al momento di scrivere queste righe, il progetto ha 250 sostenitrici e sostenitori. Ci piacerebbe arrivare a 300, cifra tonda. Prosegui la lettura ›

Il debutto dell’Uomo Calamita. Recensioni, interviste, prossime date.

Il 12 dicembre scorso, al teatro Vascello di Roma, ha debuttato L’Uomo Calamita, lo spettacolo di circo, letteratura, musica e magia scritto e interpretato da Giacomo Costantini, Fabrizio “Cirro” Baioni e Wu Ming 2.  Cinque repliche in quattro giorni, di fronte a una gradinata da più di 300 posti, quasi sempre esauriti, sono state il miglior approdo che potessimo immaginare, per un viaggio iniziato nel 2017, e un ottimo stimolo a ripartire, con le prime date invernali.

Ai primi di febbraio siamo stati ad Arezzo, al teatro Mecenate, ospiti del festival Altre danze: sold out al pomeriggio della domenica, sold out alla matinée per le scuole. Abbiamo esaurito le ultimissime copie del libro illustrato da Marie Cécile, stampato e rilegato a mano, in 500 esemplari, da Strane Dizioni, con il racconto di Wu Ming 2 dal quale è tratta la sceneggiatura. Presto ne avremo una nuova tiratura: stesso formato, ma stampa in digitale e prezzo di copertina più economico.

Il prossimo fine settimana (15-16 febbraio) saremo al festival Moncirco di Montiglio Monferrato, organizzato dal Magdaclan. Tutte le info sono qui. Prosegui la lettura ›

Dal Corno d’Africa alla Resistenza italiana. Ecco il libro sui «Partigiani d’Oltremare».

Dopo qualche intoppo nella distribuzione, da pochi giorni è disponibile, in tutti i canali di vendita, un libro che attendevamo con entusiasmo e trepidazione: Partigiani d’Oltremare. Dal Corno d’Africa alla Resistenza Italiana, di Matteo Petracci.

L’autore lo ha presentato – insieme a Wu Ming 2 – durante una serata memorabile al CSA Sisma di Macerata – luogo che a buon diritto si può considerare la culla dell’intero progetto. Prosegui la lettura ›

Quindici anni di Giorno del Ricordo: veleni e antidoti

Clicca per leggere il post di Nicoletta Bourbaki. Qui sotto, una premessa di Wu Ming.

Il Giorno del Ricordo, che si celebra dal 2005, è una ricorrenza ideata e imposta dalla destra «post»-fascista in risposta alla Giornata della Memoria.

Lo scopo dei camerati era contrapporre alla Shoah una propria narrazione vittimistica. Una narrazione nella quale il collaborazionismo coi nazisti diventasse «eroismo» e «martirio» – con tanto di medaglie a veri e propri criminali di guerra – e scomparissero i crimini di guerra italiani nei Balcani.

La strategia consisteva nel trasbordare nel mainstream e – forti dello «sdoganamento» politico del vecchio MSI – nell’ufficialità istituzionale un insieme di narrazioni squinternate e odiose, ricostruzioni storiche infondate e vere e proprie leggende metropolitane che fino a quel momento erano rimaste confinate nelle cerchie di estrema destra. Una sorta di sottogenere letterario, la «foibologia», di cui su Giap abbiamo ricostruito le origini. Prosegui la lettura ›

«Aiutiamoli a casa loro». Cosa stanno facendo Impregilo e CMC in Sudafrica?

[Con questo articolo di Luca Manes prosegue la nostra collaborazione con l’associazione Re:Common intorno alle imprese neocoloniali delle aziende italiane in Africa. In questo caso si parla del Sudafrica e delle attività di due ditte molto note a chiunque si interessi di Grandi Opere Dannose, Inutili e Imposte: Salini-Impregilo e CMC. Quest’ultima, con sede a Ravenna, è anche un prodotto d’esportazione del «modello economico emiliano-romagnolo», di cui tanto s’è parlato negli ultimi mesi. Le fotografie sono di Carlo Dojmi di de Lupis. Buona Lettura.]

di Luca Manes

Ladysmith è una cittadina della provincia sudafricana del KwaZulu-Natal, a metà strada tra Johannesburg e Durban, teatro di uno degli eventi più famosi della Seconda Guerra Boera. Qui fra il 2 novembre del 1899 e il 28 febbraio del 1900 le truppe boere assediarono quelle britanniche, senza riuscire a espugnare l’avamposto nemico. Davanti al municipio di Ladysmith ci sono ancora due dei cannoni usati in quei giorni, mentre il vicino hotel è una sorta di museo non ufficiale di quel conflitto, che vide l’esercito di sua maestà imporsi sui coloni boeri e vendicare l’onta della sconfitta nel primo conflitto. Ma in tutta l’area intorno al centro abitato risuona ancora l’eco delle sanguinose battaglie svoltesi sulle tante colline che movimentano il panorama.

La più celebre è la Spion Kop, su una collina che si raggiunge tramite una stradina stretta e ripida dopo una mezz’ora di macchina da Ladysmith. La strenua resistenza e le tante vittime (243), in buona parte originarie del Lancashire, colpirono così tanto l’immaginario collettivo inglese che molte “curve” degli stadi di calcio allora in costruzione furono rinominate Spion Kop. Poi abbrevviate in Kop, come quella del Liverpool che anche i meno appassionati di football conoscono. Prosegui la lettura ›

Il Comune di Bologna rimuove la targa in memoria di Lorenzo «Orso» Orsetti

Lorenzo Orsetti

Il 7 novembre 2019 pubblicavamo il comunicato col quale il «collettivo di collettivi» Resistenze in Cirenaica rivendicava l’intitolazione dal basso di un giardino pubblico ancora senza nome al compagno Lorenzo Orsetti detto «Orso», nome di battaglia «Tekosher», caduto in Siria nella lotta contro l’ISIS.

Oggi, 31 gennaio 2020, la targa è stata rimossa. Ora il giardino ha un altro nome, un nome «con tutti i crismi» burocratici e amministrativi.

La targa in memoria di Orso sarebbe potuta rimanere, perché no? Tanti luoghi delle nostre città hanno un nome ufficioso e uno ufficiale, coesistenti e mai confusi l’uno con l’altro. Tantopiù che parliamo di un giardino pubblico, senza numeri civici, dove non poteva sorgere alcun equivoco o disguido. E invece no, il nome di Orso lo si è voluto rimuovere ed è stato rimosso, senza alcuna remora.

RIC ha appena pubblicato sul proprio blog alcune considerazioni sull’episodio.

Buona lettura.