Una frase di Samora Machel contro l’immigrazione impazza sui social. È un falso. Chi l’ha inventata di sana pianta e perché.

Samora Machel immigrazione falsificazione

Machel contro l’immigrazione? Clicca e leggi lo smontaggio fatto da Nicoletta Bourbaki.

Tra quanti si adoperano a fornire pezze d’appoggio “rosse” all’odio contro i migranti e alle politiche di Matteo Salvini, da un po’ di tempo a questa parte va forte lo stralcio di un discorso di Samora Machel (1933-1986).

Machel fu un grande leader rivoluzionario africano, capo del FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e primo presidente del Mozambico dopo la fine dell’impero coloniale portoghese. Nella frase che gli viene attribuita, attacca «il mito dell’emigrazione» e, all’osso, descrive gli africani che lasciano il loro continente come controrivoluzionari, pedine dell’imperialismo e quant’altro.

Una frase davvero strana, sia per il contenuto — Machel stesso era stato un emigrante, veniva da una famiglia di emigranti e, da internazionalista, mai avrebbe seminato zizzania tra proletari che vivevano e lavoravano in paesi diversi  sia per lo stile, poco somigliante a quello del suo presunto autore.

Nel corpus di scritti e discorsi di Machel, quel passaggio non risulta da nessuna parte. Lo avevamo già fatto notare in un box dentro la seconda puntata di Lotta di classe, mormorò lo spettro. Ora possiamo dire qualcosa di più.

Nei giorni scorsi Nicoletta Bourbaki, gruppo di lavoro sulle falsificazioni storiche e le attività neofasciste in rete, ha ricostruito la genealogia di questo meme: chi l’ha fabbricato, chi l’ha diffuso e perché.

Si tratta di una combriccola di destrorsi e rossobruni, e non sorprenderà vedere che l’abbiamo già incontrata: è la stessa che ha fabbricato una falsa citazione di Pasolini contro l’«antifascismo rabbioso», divenuta virale nell’inverno scorso e citata addirittura da Salvini durante il comizio di chiusura della sua campagna elettorale.

Pasolini antifascismo caro Alberto Moravia

Il tormentone del «caro Alberto». Una frase che Pasolini non ha mai pronunciato né scritto. Da dove viene? Clicca per scoprirlo.


Alla richiesta di una fonte verificabile, i membri della combriccola hanno dapprima reagito con battutine e insulti; quando hanno visto che non funzionava hanno citato libri a casaccio; mentre cominciava a buttare male, hanno provato a prendere tempo con scuse ridicole: «Ho il libro in un baule in campagna, devo ritrovarlo», «sono in tournée in Sardegna, appena torno vi mando la foto della pagina»…

Ora vorrebbero far finta di niente. E invece Nicoletta Bourbaki li inchioda al loro agire, con tanto di nomi e cognomi.

Con questo smontaggio, il gruppo di lavoro inaugura il suo nuovo spazio su Medium. Buona lettura.

Aggiornamento, 2 luglio 2018. Cosa succede quando dimostri che una citazione è falsa. Sulle reazioni dei pataccari, tra l’imbarazzato, il furibondo e il complottista – di Nicoletta Bourbaki, su Medium.

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13 commenti su “Una frase di Samora Machel contro l’immigrazione impazza sui social. È un falso. Chi l’ha inventata di sana pianta e perché.

  1. Grazie per il lavoro di smontaggio dei falsi storici che portate avanti con Bourbaki. Penso sia indispensabile, visti i tentativi fatti a mezzo social (e sempre più fruttuosi, pare) di propagandare parole d’ordine fasciste in ambienti culturali e politici di estrazione marxista. La mia considerazione riguarda non tanto i contenuti, ma le persone dietro alle pagine facebook mostrate nel post. Chi gestisce quelle pagine è spesso, in qualche modo, legato a case editrici come Arianna Editrice e Edizioni All’Insegna del Veltro di Mutti. Basta una breve ricerca su Google per rendersene conto. E’ esagerato pensare di trovarsi di fronte a una strategia pianificata, di matrice neofascista, di infiltrazione comunicativa a sinistra? Si parla di rossobruni, ma la mia impressione è che spesso si tratti, nè più nè meno, di militanti di estrema destra che, dietro parole d’ordine quali “sovranismo”, “socialismo patriottico” (qua mi viene in mente l’attività di gruppi come Stato e Potenza) o “rossobrunismo”, mirano a egemonizzare frange sempre più ampie di militanti marxisti o simpatizzanti di sinistra. Nulla di nuovo sotto il sole nel caso, solo epigoni di Merlino e Terza Posizione con mezzi più efficaci di propaganda. Ma comunque qualcosa di diverso e più forte rispetto all’idea di un gruppo ristretto di “compagni che sbagliano” confinato nei social network.

    • Ritengo pure io fondamentale capire quale sia il grado di organizzazione e coordinamento di questa evidente intenzionalità di inquinare le acque diffondendo baggianate reazionarie camuffate da pensiero di sinistra. Comunque, come dice anche Mauro qua sotto, il vantaggio offerto dalla loro strategia è a ben vedere un potenziale tallone d’Achille: se – come nel caso in questione – vanno a tirare in ballo una figura come Samora Machel, lì per lì possono pure ammantare di una parvenza di credibilità le loro sortite, ma quando vengono sbugiardati e sono pure costretti a riconoscerlo a denti stretti, allora l’unico risultato che ottengono è di rilanciare nel discorso pubblico le idee di un fiero avversario della loro causa.

  2. La strategia continua, sulle stesse pagine.
    Con tanto delle solite punte di stile tipo “wuminkia, wuminghia” e soliti strafalcioni sull’anonimato.

    Non so se può aver senso che ve lo segnali: lo smontaggio può essere più lungo della creazione della bufala. (E c’è la provocazione “non diteglielo eh”).

    https://www.facebook.com/groups/1076551472426687/permalink/1713837445364750/

    Qui poi forse c’è anche qualche citazione corretta -non sono abbastanza scafato per esserne certo e in questo momento non ho nemmeno molto tempo per ricerche a fondo- ma mi pare che ci siano riscontri di ragionamenti di Marx su operai irlandesi e operai inglesi.
    Ma il punto è, in che contesto erano sollevate queste osservazioni, dove voleva andare a parare il discorso?

    Morale: mi chiedo se più che smontare la bufala “singola”, la citazione scorretta, non sarebbe più proficuo concentrarsi sulla narrazione, sul frame. Cosa su cui siete certamente più ferrati del sottoscritto. Denunciando insomma la stortura e la forzatura generali più che il “dettaglio” (per quanto il “dettaglio” possa indispettire nel classico senso del “se sapesse che parole gli metti in bocca, si rivolterebbe nella tomba”).

    Che altra manodopera a “costo inferiore” sia un problema per il proletario in una gara al ribasso credo sia incontestabile… Credo però anche che l’immigrazione sia stata citata eventualmente “di striscio” e non sia il punto focale di un’analisi di classe, e che casomai questo sia un punto in favore di internazionalismo e unità d’intenti.

    Questo mio post è abbastanza inutile, ma ero curioso di sapere se il gruppo di NB stava continuando a monitorare, intendeva continuare a rispondere e come.

    Forse è più interessante ancora cercare di capire come proliferano pagine del genere sui social e da chi sono “abitate”… sarebbe anche interessante capire se c’è un modo per valutare che tipo di “impatto” possono avere (=se non sia invece fatica sprecata, e, prezzolati, ignoranti o “compagni che sbagliano” che siano, non parlino in realtà a nessuno).

    • Niente, ho postato qui prima di leggere l’ottimo lavoro di Mauro Vanetti nei due post precedenti sulla lotta di Classe. è precisamente quello che avevo in mente ragionando o straparlando a voce alta di una contestazione più “generale” di certe tesi insinuanti.

      L’unico ragionamento che rimarrebbe da quel punto di vista è se ci sia modo e come di attrezzarsi per controbattere a mistificazioni social con lo stesso linguaggio, a suon di meme e mirando al subliminale. Se sia fattibile, e non controproducente.

    • Ti ringrazio e.talpa,
      mi sembra in effetti, come poi dici, che a queste obiezioni infondate abbiamo già risposto nel post su Marx e l’immigrazione: https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/06/marx-immigrazione-puntata-1/

      Ma la cosa più buffa è che alla loro interpretazione tendenziosa di quelle citazione rispondono le citazioni stesse. Marx infatti in una citazione che *loro* hanno scelto, scrive:

      «Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti.»

      Be’, in questo elenco oggi Marx metterebbe senz’altro anche le pagine e i gruppi di scempiaggini xenofobe su Facebook, tra cui non si può non annoverare proprio il gruppo dove hai trovato questa perla. Se leggessero e capissero quello che pubblicano, capirebbero che stanno dando a sé stessi dei servi dei padroni.

      Confido che alla lunga la disseminazione di citazioni marxiste, purché non fasulle, si ritorcerà contro a questi falsari: la potenza del pensiero autentico di questi rivoluzionari persiste anche attraverso le loro adulterazioni.

  3. […] quest’arcipelago di siti e pagine FB, come dimostrato nei dettagli da Nicoletta Bourbaki, è partita anche la diffusione di una falsa frase di Samora Machel contro i […]

  4. […] La rete rossobrunista che su Facebook collabora nel rilancio di post di sapore fusariano è stata messa a nudo da Wu Ming in occasione della pubblicazione di citazioni chiaramente false del rivoluzionario africano Samora Machel e Pier Paolo Pasolini […]

  5. […] In Italy it got so bad, that a group of writers—some gathered in Wu Ming collective—made it their work to debunk these attempts. They found, for example, that a […]

  6. […] in Italy it got so bad, that a group of writers—some gathered in Wu Ming collective—made it their work to debunk these attempts. They found, for example, that a […]

  7. […] in Italy it got so bad, that a group of writers—some gathered in Wu Ming collective—made it their work to debunk these attempts. They found, for example, that a […]

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