L’Uomo Calamita. Letteratura sotto il tendone, acrobazie sulla parola.

Un anno fa, nei giorni dopo Natale, al teatro “G. Spontini” di Maiolati Spontini (AN), andava in scena – senza tante fanfare – un primo assaggio di Uomo Calamita 1945, spettacolo di letteratura, musica e circo, ideato da Giacomo Costantini e Wu Ming 2.
Non si trattava però di un vero e proprio debutto e nemmeno di una “anteprima”, se vogliamo attenerci al gergo dei palcoscenici. Il nome giusto sarebbe “work in progress”, oppure “studio”, cioè trenta minuti con un capo e una coda, ma ancora incompleti, sotto forma di appunti, tentativi, messe in scena e numeri che potrebbero cambiare o sparire nella versione definitiva.

Non era la prima volta che Wu Ming Foundation e Circo El Grito incrociavano i loro sentieri nel tentativo di distillare un oggetto narrativo non identificato che contaminasse il linguaggio della pista e quello della carta, i funambolismi del corpo e quelli della lingua, le note di uno spartito con le frasi di un racconto con i gesti di un giocoliere.

Quattro anni fa c’era stato il “Piccolo Circo Magnetico Libertario“, con le magie di Mariano Tomatis, le declamazioni ispirate a L’Armata dei Sonnambuli, le acrobazie di Fabiana Ruiz Diaz, Giacomo Costantini, Gonzalo Alarcon dell’Orso e il magico cristallofono di Robert Tiso.

Terminata quella breve tournée, si è aperto il cantiere dell’Uomo Calamita.
All’inizio c’era soltanto un’idea, un breve soggetto scritto da Giacomo Costantini intorno alle gesta di una compagnia circense di sinti, che si ritrova senza poter lavorare, a causa delle normative fasciste:

19 febbraio 1926, Ministro interno a prefetti Regno, Circolare della Sezione III, n. 38922-R, Zingari.

«Intendo che le istruzioni già impartite e reiteratamente richiamate vengano rigorosamente osservate e che siano immediatamente respinti da qualsiasi provenienza gli zingari, saltibanchi [sic] e simiglianti che cercassero in carovana o isolatamente di penetrare in Italia, anche se muniti di regolare passaporto.»

14 novembre 1928, Ministro interno a prefetti Regno. Circolare della Direzione generale della pubblica sicurezza, Sezione III, n. 443/42101, Carovane di zingari.

«Risulta che la III^ Internazionale, tra gli altri nuovi sistemi escogitati recentemente per intensificare l’attività comunista, specie nei paesi dove il comunismo vive ed opera in forma clandestina, avrebbe deciso di affidare alle carovane di zingari che entrano in Italia speciali incarichi, sia per quanto concerne la propaganda comunista vera e propria che per i vari servizi di collegamento tra la centrale comunista e i suoi organi operanti nel territorio del Regno. La vita nomade degli zingari e la loro facilità di spostamento dal grande al piccolo centro consentirebbe loro i contatti necessari con gli ambienti operai e dei contadini e permetterebbe di assolvere l’incarico ricevuto, e che la Internazionale retribuirebbe adeguatamente.»

14 maggio 1930, Capo della polizia a prefetti Regno. Circolare telegrafica, n. 443/13061.

«Malgrado tassative disposizioni più volte impartite et da ultimo con circolare 14 novembre 1928 N. 443/42101 risulta Ministero che continuano a circolare nel Regno zingari isolati aut in carovane stop
Essendo preciso intendimento Governo che territorio nazionale sia definitivamente sgombrato da siffatta categoria di individui si pregano E.E.L.L. dare categorici ordini dipendenti autorità perché sia subito eseguito loro rastrellamento et provvedere in confronto di essi a norma della succitata circolare se di nazionalità straniera stop
Qualora poi assumessero essere cittadini italiani dovranno – previ opportuni accertamenti – essere muniti di foglio di via obbligatorio et avviati loro paesi origine stop»

11 giugno 1940, Capo della polizia a prefetti Regno. Circolare telegrafica, n. 44509.

«Viene riferito che parecchi carri zingareschi anche guidati da elementi stranieri aut con partecipazione di essi tra cui sudditi jugoslavi sarebbero veicoli di propaganda antinazionale aut anche di spionaggio punto […]
Richiamasi attenzione EE.VV. sulla possibilità insidie ai nostri danni costituite da tali carrozzoni girovaghi et su necessità seguire attentamente mosse equipaggi esaminando opportunità assegnazione zingari comunque sospetti ai campi concentramento punto»

11 settembre 1940, Capo della polizia a prefetti Regno e questore Roma. Circolare telegrafica della Divisione polizia amministrativa e giudiziaria [Sezione III], n. 63462.

«Con richiamo circolare telegrafica 11 giugno ultimo n. 44509 concernente zingari et carri zingareschi comunicasi che da segnalazioni pervenute risulta che zingari pur agendo specialmente nei territori provincie confine sono sparsi anche altre provincie Regno punto
Sia perché essi commettono talvolta delitti gravi per natura intrinseca et modalità organizzazione et esecuzione sia per possibilità che tra medesimi vi siano elementi capaci esplicare attività antinazionale virgola est indispensabile che tutti zingari siano controllati dato che in stato libertà essi riescono facilmente sfuggire ricerche aut prove appunto per la loro vita girovaga punto
Ferme restando disposizioni impartite in precedenza circa respingimento aut espulsione zingari stranieri disponesi che quelli nazionalità italiana certa aut presunta ancora in circolazione vengano rastrellati più breve tempo possibile et concentrati sotto rigorosa vigilanza in località meglio adatta ciascuna provincia che sia lontana da fabbriche aut depositi esplosivi aut comunque da opere interesse militare et dove non esistano concentramenti di truppa virgola salvo proporre per elementi più pericolosi aut sospetti destinazione in isola aut in Comuni altre provincie lontane da zone frontiera aut interesse militare punto»

Per sfuggire alla persecuzione, l’Uomo Calamita e gli altri fenomeni da baraccone si danno alla macchia, uscendo allo scoperto solo di quando in quando, per esibirsi in strada, oppure per unirsi alla Resistenza, usando i propri poteri contro i nazifascisti. Il che – a parte il dettaglio marveliano – è del tutto compatibile con le fonti storiche, dal momento che rom e sinti parteciparono alle azioni di diverse brigate partigiane, ne costituirono almeno una, e caddero in eccidi e rappresaglie contro i ribelli.

Partendo da questo spunto, Wu Ming 2 ha scritto un lungo racconto, che ha per protagonista una bambina, Lena, e il suo supereroe preferito, l’Uomo Calamita. Insieme, useranno il circo, il magnetismo e l’astuzia per combattere la Wehrmacht e le Camicie Nere.

Già l’anno scorso, in occasione della prima uscita sul palco, il racconto doveva trasformarsi in un libro, illustrato da Marie Cécile e stampato da Strane Dizioni. Putroppo, diversi inconvenienti ne hanno ritardato la pubblicazione. Nel frattempo, l’Uomo Calamita andava in pista, sotto lo chapiteau del Circo El Grito, al festival Arte Migrante di Macerata e al Cirk Fantastik di Firenze.

Ora, come si suol dire, siamo lieti di annunciare che il libro è in lavorazione, e verrà presentato a Bologna, in occasione dell’anteprima – quella vera – dello spettacolo completo, che si terrà al teatro “Laura Betti” di Casalecchio di Reno (BO), il prossimo 24 aprile.

Per un antifascismo magnetico e una Liberazione degna di Houdini.

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One commento su “L’Uomo Calamita. Letteratura sotto il tendone, acrobazie sulla parola.

  1. […] che dura dall’autunno del 2017, siamo finalmente pronti per presentare in anteprima L’Uomo Calamita, uno spettacolo di circo, musica e letteratura, scritto e interpretato da Giacomo Costantini, […]