La Contea degli Hobbit: un’utopia economica? No.

Joseph Pearce

Joseph Pearce

Sul sito dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani (*) si trova l’articolo scritto a quattro mani da Roberto Arduini e Wu Ming 4 sulle letture economiche che certi studiosi (confessionalisti) di Tolkien si accaniscono a proporre. C’è una scuola di pensiero che vede in Tolkien un seguace di G.K. Chesterton, tanto sul piano letterario quanto su quello religioso e della teoria socio-economica. Si tratta di una cerchia di studiosi di area anglosassone, tutti più o meno collegati tra loro da rapporti di collaborazione e amicizia, oltre che dalla comune confessione religiosa, che si sforzano di far passare Tolkien per un “distributista”.
La personalità più in vista è quella di Joseph Pearce, un tempo noto come Joe Pearce, ex-militante del National Front inglese (due volte incarcerato negli anni Ottanta per incitazione all’odio razziale) e agiografo degli Skrewdriver, la più celebre band nazi-rock (Skrewdriver: The First Ten Years, 1987). Prosegui la lettura ›

Sul (non) tradurre (più) #Stephenking (o chi per lui) – di Wu Ming 1

Dettaglio della galleria presente su Lilja's Library

Dettaglio della galleria di copertine presente su Lilja’s Library

Credo sia giunto il momento di riportare qui su Giap e spiegare al maggior numero possibile di lettori una decisione che finora avevo solo annunciato a spizzichi e bocconi sul gruppo “STEPHEN KING: lettori italiani” di Anobii e in una puntata della trasmissione “Tabula rasa” su Radio Onda Rossa.
Voglio spiegare la decisione, e al tempo stesso “portarla un po’ più in là”, alla sua logica conseguenza. Prosegui la lettura ›

Timira. Un romanzo meticcio e nove anni di parto – Preludio n.1

In uno dei capolavori del neorealismo, Riso Amaro di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants, compare una strana mondina dalla pelle scura. Dice poche battute, poi scompare.
Alcuni mesi dopo, ricompare come schiava africana in Fabiola, un peplum di Alessandro Blasetti datato 1949.
In quello stesso anno, la compagnia teatrale di Tatiana Pavlova, porta in tournée il dramma Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro. Nel ruolo di Layalé, la schiava nera di Medea, recita la stessa attrice: Isabella Assan.
Ma Assan non è il suo vero cognome. E’ il nome di sua madre, Ashkiro Hassan, una donna somala del clan degli Habr Ghidir. Isabella non la vede da quando aveva due anni.
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Un Paese accidentato, le sue montagne. Wu Ming 2 intervista Marco Armiero


Negli ultimi tempi, su Giap, si è parlato spesso di montagne: dal Monte Kenya al Sentiero degli Dei, dalla Val di Susa a Guccini al dissesto idrogeologico. Dato l’interesse per l’argomento, Wu Ming 2 ha pensato di intervistare – in esclusiva per il blog – lo storico dell’ambiente Marco Armiero, attualmente di stanza a Barcellona, autore di A Rugged Nation. Mountains and the Making of Modern Italy: 19th and 20th Century. Prosegui la lettura ›

Tirare Bobbio per la giacca in funzione anti-#NoTav, ovvero: dare il peggio su Twitter

Ieri si è scritta una delle pagine più nere della storia di Twitter in Italia.
Dapprima si sono visti “quelli che benpensano” ingoiare estasiati l’esca gettata dai media, stracciarsi le vesti, agitare cappî e manette perché durante il corteo No Tav dell’altro giorno alcuni dimostranti avevano scritto sui muri di Torino e gettato vernice su determinati bersagli.
Poco tempo fa, sempre a Torino, c’è stato un pogrom in stile Ku Klux Klan, ma non ricordiamo nemmeno un decimo dello sdegno suscitato nel week-end da qualche scritta e chiazza di colore. Prosegui la lettura ›