Archives for 

Libri

Te lo si ascolta noi com’è che andò! L’#ArmatadeiSonnambuli a teatro e alla radio

Léo Modonnet circondato dai muschiatini.

Léo Modonnet circondato dai muschiatini. Tutte le foto usate in questo post sono di Claudia Nuzzo.

Le lettrici e i lettori di Giap sanno già che il 3, 4 e 5 novembre scorsi, al Teatro Nuovo di Napoli, è andata in scena L’Armata dei Sonnambuli. A questa produzione di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro abbiamo dedicato diversi post.

L’idea di portare L’Armata a teatro in una veste straniata e con una produzione ambiziosa è stata di Andrea de Goyzueta.
Il lavoro di drammaturgia, davvero sorprendente per chi conosce già il romanzo e può fare «ingegneria inversa», è di Linda Dalisi.
La regia è di Pino Carbone, che ha spinto gli attori in un territorio estremo, dopo averli spogliati, lasciati letteralmente in braghetta.
La scenografia quasi da concerto rock è di Luigi Ferrigno. I costumi sono di Anna Maria Morelli, l’idea sembra quella di una tromba d’aria che ha investito un guardaroba del Settecento sparpagliando e sbrindellando tutto, dopodiché gli attori hanno raccolto e messo da parte, e ogni tanto ripescano qualcosa: un colletto, una parrucca, una palandrana…
Le musiche sono state composte da Fabrizio Elvetico, che ha lavorato su Paganini, e Marco Messina (99 Posse), che ha usato persino un coro registrato durante una manifestazione in Val di Susa: «Tout le monde deteste la police». Prosegui la lettura ›

#Hevalen. Perché sono andato a combattere l’#ISIS in #Siria. Con il libro di Davide Grasso ritorna la collana #QuintoTipo

Copertina di Hevalen

Hevalen, di Davide Grasso. Clicca per aprire la copertina completa, con quarta e risvolti (pdf).

Siamo fieri di annunciare l’imminente uscita di Hevalen di Davide Grasso, decimo libro di Quinto Tipo, la collana diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre.

Questo libro ha una storia che vale la pena conoscere. Ve lo si conta noi, com’è che andò.

Nel settembre 2016 appare in rete e comincia a circolare un perturbante video girato in Siria.

Sferzato dal vento del deserto, un italiano — uniforme mimetica, kalashnikov in mano, volto coperto da una cemedanî (la kefiah curda) — si presenta come volontario internazionale arruolato nelle Forze Siriane Democratiche e racconta, con lieve accento piemontese, della rivoluzione in Rojava e della guerra contro Daesh. Non dice il proprio nome, perché per ovvie ragioni tutte le combattenti e i combattenti delle forze di liberazione curde — come del resto i nostri partigiani nel 1943-45 — operano sotto pseudonimo, il cosiddetto «nome di battaglia». Il suo, scopriremo, è «Tirej». Prosegui la lettura ›

«Terrorista, ecco la parola!» Torna in scena L’#ArmatadeiSonnambuli


Dopo il debutto sold out del giugno scorso, torna in scena a Napoli L’Armata dei Sonnambuli, nella versione acidissima – guardate il trailer qui sopra! – di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, con le musiche di Marco Messina dei 99 Posse e Fabrizio Elvetico.Dal 3 al 5 novembre al Teatro Nuovo, via Montecalvario 16, Napoli. Qui l’evento Facebook.

In quei giorni sarà a Napoli anche Wu Ming 1. Prosegui la lettura ›

«Mettere insieme uguaglianza e biodiversità». Un’intervista con Gabriele Battaglia, autore di Buonanotte signor Mao.

Esce in questi giorni, per la collana Frontiere di Milieu Edizioni, il primo libro solista di Gabriele Battaglia, giornalista indipendente con base a Pechino, che in questi anni ha prodotto articoli e reportage per Internazionale, Asia Times, Popolare Network, Radio Montecarlo e molti altri. Insieme a Claudia Pozzoli ha realizzato il documentario Inside Beijing (2012, 50 min.) e a quattro mani con Nicola Longobardi ha scritto Fucili contro Burma. Giungla, oppio e religione: la guerra dei Kachin (Informant, 2014).

Soquanti anni fa, quando Giap era ancora una newsletter, Gabriele interveniva con lo pseudonimo Dejan, che immaginiamo fosse ispirato a Dejan Savićević, grande campione del Milan dal ’92 al ’98.
Nel luglio 2001, spedimmo agli iscritti e pubblicammo sul sito un numero speciale della newsletter intitolato Genova: una narrazione corale. All’interno, compariva una testimonianza firmata da Dejan/Gabriele, che aveva preso parte al corteo contro il G8, spalla a spalla con Wu Ming 4 e Wu Ming 2.
Quella testimonianza, rivista e ampliata, compare come prologo di Buonanotte signor Mao. Storie dall’estremo oriente. La scelta ci ha incuriosito, perché dal libro ci aspettavamo una raccolta di articoli sulla Cina, e invece quell’incipit parlava già una lingua diversa. Wu Ming 2 è partito da questo spaesamento per coinvolgere Gabriele in una lunga intervista, dove si parla di globalizzazione e uguaglianza, di grandi opere e Confucio, di democrazia e urbanistica, di socialismo e bikesharing. La chiacchierata – che riportiamo qui sotto – proseguirà mercoledì 27 settembre, alle 21.30, presso la Libreria Modo Infoshop di Bologna. In fondo al post, segnaliamo anche le altre date del tour di presentazioni. Prosegui la lettura ›

Ancora L’Indice su «Il Piccolo Regno». Un’intervista a Wu Ming 4

A distanza di qualche mese dalla bella recensione de Il Piccolo Regno pubblicata su L’Indice dei Libri  del mese, Paola Carmagnani torna sul romanzo firmando una lunga intervista a Wu Ming 4. Carmagnani è docente di letterature comparate all’Università di Torino. Ecco l’incipit e il link al sito della rivista per proseguire la lettura.

Ispirazioni e fonti letterarie ottocentesche di un romanzo contemporaneo
Intervista a Wu Ming 4 di Paola Carmagnani

Federico Guglielmi è un membro del collettivo Wu Ming. È autore solista (con lo pseudonimo di Wu Ming 4) di saggi come L’eroe imperfetto (Bompiani, 2010) e Difendere la Terra di Mezzo (Odoya, 2013), e dei romanzi Stella del mattino (Einaudi, 2008) e Il Piccolo Regno (Bompiani, 2016).

Il suo ultimo romanzo, Il Piccolo Regno, racconta l’ultima estate dell’infanzia di un gruppo di ragazzini. Fra i vari testi che hanno ispirato la sua storia c’è evidentemente Stephen King, The Body, la novella resa celebre dal suo adattamento cinematografico, Stand by me. Nel romanzo ci sono però numerosi altri riferimenti, meno noti al grande pubblico: autori inglesi come Edith Nesbit, Kenneth Grahame e molti altri, che intorno alla fine dell’Ottocento hanno costruito un’immagine nuova dell’infanzia. Sono state sue letture infantili? Prosegui la lettura ›

Scarica L’#InvisibileOvunque (Pdf, ePub, Mobi, Azw3)

L'Invisibile Ovunque

È ormai imminente il centenario della “rotta” di Caporetto (24 ottobre 1917).
Prepariamoci, perché nel 2018 arriverà la Grande Sbornia Nazionalista. Il lungo centenario della Grande Guerra toccherà finalmente la difesa del Piave, la Canzone del Piave, la «Battaglia del Solstizio», Vittorio Veneto, il Monte Grappa, l’Audace che attracca a Trieste, l’armistizio di Villa Giusti, il Bollettino della Vittoria, la «redenzione» della «Venezia Giulia», del Trentino e – già che c’eravamo – del Sud Tirolo fino al Brennero. Una bella pesca a strascico, quest’ultima, con annessa persecuzione delle popolazioni «straniere» finite nella rete.

Sarà un tripudio, una spudorata celebrazione del militarismo e dell’imperialismo italiano, a colpi di «idee senza parole» come Patria e Italianità. L’adunata nazionale degli Alpini si terrà a Trento, e forse un tricolore lungo un chilometro trasformerà l’Adamello in girandola da fiera. Sentiremo intonare peana alla guerra «che fece gli italiani», e sarà anche peggio del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, che pure – su alacre spinta di Napolitano – fu un’immane «lenzuolata» patriottarda, a coprire ogni contraddizione di ieri e di oggi, proprio mentre si eseguivano pedestremente i diktat della BCE. Il nazionalismo serve sempre a nascondere il vassallaggio.

Stavolta sarà molto peggio. E da lì sarà tutta in discesa: la «vittoria mutilata», l’«Impresa di Fiume», giù, giù, fino al centenario della Marcia su Roma.

È in vista di un siffatto showdown che mettiamo in download – gratuito, DRM-free e in quattro diversi formati – il nostro libro L’Invisibile Ovunque (2015). Prosegui la lettura ›

La «merenda alla mortadella» unge di razzismo e islamofobia le pagine dei giornali

La prima pagina di Libero del 16 giugno 2017. L’incipit dell’articolo evoca subito lo spauracchio razzista della «sottomissione», che in questo caso sarebbe «alimentare». La notizia, come sempre in questi casi, era falsa, ma dimostrarne la falsità non basta. Il debunking non basta. Bisogna individuare e denunciare le cause sociali di queste leggende metropolitane. A proposito: da notare anche, in questa pagina, come Libero parla dell’incendio alla Grenfell Tower di Londra. Da manuale: una strage di proletari causata da una «riqualificazione urbana» intrisa di odio di classe (perché l’ideologia del «decoro» non è altro che odio per i poveri e i deboli) diventa, con l’invenzione di un capro espiatorio, colpa di un negro. Ancora una volta, si usa la razza per nascondere la classe. Libero lo fa come vediamo; i giornali più “rispettabili” lo fanno in modo appena meno sguaiato (ma nemmeno sempre).

[Il ruolo della stampa locale e nazionale nella costruzione del nemico pubblico dell’italianità suina è ampiamente documentato ne La santa crociata del porco di Wolf Bukowski (appena uscito per le edizioni Alegre nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1). Il libro documenta anche l’inadeguatezza e la sciatteria con cui si affrontano le diverse esigenze alimentari. Inadeguatezza e sciatteria manifestatesi di recente, per l’ennesima volta, nella vicenda di Pontedera.

Ma non è solo questione di come le notizie vengon riportate. Il più delle volte, basta grattare la superficie e si trovano i problemi veri: i tagli alla spesa pubblica, la dipendenza dagli sponsor privati e tutti gli altri bocconi avvelenati del liberismo.

Per questo la critica non può essere ridotta al semplice debunking delle fake news razziste, ma deve mostrare ogni volta come si sia arrivati fin lì, socialmente ed economicamente. Perché lo «scontro di civiltà», anche nella sua variante alimentare, non è che l’incubo partorito da una società che non riconosce lo scontro di classe. Ecco perché vi proponiamo un estratto dal terzo capitolo del libro di Wolf, intitolato «Le ricette dello chef a cinque stelle», dove si racconta di un’altra vicenda, accaduta a Rovereto.] Prosegui la lettura ›