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Un esempio di contronarrazione: #SteveWorkers

We are the bad apples. Immagine realizzata da We Are Müesli

Se il nome di Steve Jobs si poteva tradurre con “Stefano Lavori”, Steve Workers è Stefano Lavoratori. C’è una bella differenza: Steve Workers è il rovescio di Steve Jobs sul versante del lavoro vivo in rivolta. E’ il guru collettivo della sovversione operaia, appare ovunque vi sia uno sciopero, una lotta, un’occupazione, e con un travolgente keynote presenta i prodotti di Bad Apple: iClasswar, iStrike, iStruggle, iRevolution. Prosegui la lettura ›

Internet, censure vere e finte, umori forcaioli e… quella sfigata di Anna Frank

Vignetta tratta da Der Stürmer, giornale diretto da Julius Streicher, n. 40, settembre 1934

A proposito di “pratiche liberanti” e “pratiche assoggettanti” in Internet. Questo non è un vero e proprio post, ma un’accozzaglia di link.
Il primo è questo
, riassunto a futura memoria di quarantott’ore di merda, due giornate nere per i social media italiani, tra “macchine mitologiche” funzionanti a pieno regime, branchi di cani latranti e parole ormai svuotate di senso e usate come mattoncini della neolingua (un termine su tutti: “Satira”).
A futura memoria, si diceva: nei giorni in cui incombe il “Decreto Ammazzablog” del governo, e con tutti i veri casi di vera censura a disposizione, il sedicente “Popolo della Rete” ha deciso di mobilitarsi… contro Vasco Rossi, per difendere da una censura mai avvenuta un sito dove si spacciano per “satira” l’aggressione in branco e il dichiarare ridacchiando (esempio di schifezza tra i tantissimi possibili) che Anna Frank se l’è cercata perché ebrea.
Come al solito, chi si azzardava a esprimere dubbi e fare distinguo era un intellettuale di merda che “non capiva gli scherzi” e voleva censurare la Sacra Satira.
La vicenda, poi, è finita a tarallucci di sterco e vino al metanolo, tanto da indurre in alcuni il sospetto che le parti in causa fossero d’accordo sin dall’inizio e sia stata tutta un’operazione di marketing, concordata e messa in atto sfruttando la credulità popolare e la voglia di linciare/lapidare il nemico di turno (e su come tale voglia trovi nei social media una cassa di risonanza, vedasi il video sotto).
Partite dallo “storify” di Flavio Pintarelli, scorretelo fino in fondo, poi tornate in cima e ripercorretelo cliccando i link. Leggete le discussioni, fatevi la vostra idea. Prima o dopo quest’escursione, consigliatissimo ripescare una delle cose di Daniele Luttazzi che vale la pena salvare: Mentana a Elm Street (PDF). Prosegui la lettura ›

Nostra legittima stranezza. Torna la «Storia della follia» di Michel Foucault

Storia della follia nell'età classica

[E’ giunta in libreria da pochi giorni, a cinquant’anni esatti dalla prima uscita in Francia, una nuova edizione italiana di Storia della follia nell’età classica, capolavoro (storico? letterario? filosofico?) di Michel Foucault. Non si tratta di una mera ristampa, bensì di un nuovo esordio. Infatti, il libro è proposto per la prima volta in versione integrale. Il curatore, Mario Galzigna, ha reinserito nell’opera brani mai tradotti in precedenza e ha recuperato la Prefazione di Foucault all’edizione del 1961, espunta per volontà dell’autore dalle edizioni successive. Nella sua Introduzione, Galzigna spiega perché ha deciso di ripescare quel “reperto”, e in che modo la riscoperta del Foucault “lirico” dei primi anni Sessanta, con le sue riflessioni sulla poesia e sull’esperienza letteraria, possa gettare luce sul presente e le odierne pratiche di resistenza. Naturalmente, è un discorso che a noi interessa parecchio. Di più: è un discorso che incrocia le nostre riflessioni degli ultimi mesi e ha forti risonanze con il romanzo che stiamo scrivendo. Prosegui la lettura ›

Settembre. A ruota libera su #15M, #notav, #Zizek, Ivry-sur-Seine e altro

A giugno/luglio si dice sempre: «Ci penseremo a settembre», «Torno a settembre», «La questione è rinviata a settembre», «Riprenderemo il discorso a settembre», ma settembre è sempre un mese interlocutorio, di ripartenza più lenta del previsto, di nuovo “rodaggio” dei veicoli. E’ così anche per Giap. L’appassionato dibattito in calce al post precedente è già un ottimo inizio di stagione, ma dopo il “rompete le righe” d’agosto (espressione che non equivale necessariamente a “vacanze”) il collettivo Wu Ming non funziona ancora a pieno regime, anche perché alcuni di noi sono alle prese con chiusure e consegne di lavori che si protraggono da tempo. Ci vorrà ancora un po’ prima di ristabilire ordine e disciplina nei nostri ranghi, in vista del “socialismo da caserma” necessario per scrivere il nuovo romanzo. Una data-chiave sarà certamente il 19 settembre, giorno di riapertura delle scuole in Emilia-Romagna. Un anno di nuove avventure per i nostri bambini, e giornate leggermente più programmabili per noi. Prosegui la lettura ›

Cent’anni di Vo Nguyen #Giap


Non vi è accordo unanime sulla sua data di nascita, ma la maggioranza opta da tempo per il 25 agosto 1911. Ragion per cui, è nella giornata di oggi che compie 100 anni il generale Vo Nguyen Giap, lo stratega e organizzatore che combatté il fascismo giapponese in Indocina (1942-45), portò l’esercito del Viemihn ad annichilire il colonialismo francese (Dien Bien Phu, 1954), diresse per lunghi anni la guerra contro l’imperialismo USA fino all’umiliante disfatta di quest’ultimo (Saigon, 1975) ed ebbe un ruolo-chiave nella deposizione del regime di Pol Pot in Cambogia (invasione militare del 1978).
Il blog che state leggendo – come la newsletter da cui deriva – è stato battezzato “Giap” in omaggio alla vittoria di Dien Bien Phu e all’uso allegorico che ne faceva il Luther Blissett Project. Prosegui la lettura ›

Post multiplo di #ferragosto: #manovra #twitterisnotFB #NoTav #StephenKing #AaAM

HIGHWAY TO HELL

Nelle ore della manovra-massacro, alcune news e segnalazioni accumulatesi nei giorni scorsi.
Sulla manovra, per ora ci limitiamo a riproporre gli scarni pensieri espressi tra ieri e oggi su Twitter.
Il 2012 potrebbe essere il primo anno senza 25 Aprile e Primo Maggio. I Maya ci erano andati vicino. La crisi è il pretesto perfetto. Non stanno sistemando i conti: stanno regolando i conti coi nemici storici: gli operai, l’antifascismo… Licenziamenti facili, fine del contratto nazionale, privatizzazioni selvagge, basta col 25 Aprile… La crisi non c’entra un cazzo. E’ sempre la spinta storica del neoliberismo, e al contempo è recrudescenza e salto di qualità. È una fase diversa rispetto ad anni Novanta e  anni Zero. I salti di livello dobbiamo saperli riconoscere e descrivere, il “capirai che novità” alla lunga ottunde.
Sia chiaro: il 25 Aprile si celebra anche l’anno prossimo, che Lorsignori lo vogliano o no. E pure il Primo Maggio. Si lotterà contro i concreti smantellamenti di diritti e conquiste sociali, ça va sans dire, ma al contempo non sottovalutiamo l’offensiva sul piano simbolico, perché apre la via all’ancora-peggio. Prosegui la lettura ›

Giap, Twitter e il Terrore

Louis Antoine de Saint-Just, santo persecutore dei troll

Una specie di addendo all’ultimo post di news e segnalazioni.
Poche settimane fa, @akaOnir – al secolo Francesco Spè – si è laureato all’Università di Macerata con una tesi intitolata «Un collettivo, 140 caratteri. Wu Ming, Twitter e la repubblica democratica dei lettori».
In parole povere, ha analizzato la nostra comunicazione via Twitter, gli esperimenti che abbiamo portato avanti con quel mezzo e (non ultimo) il rapporto bidirezionale tra Twitter e questo blog.
Tale  lavoro di ricerca non è terminato con la laurea: la tesi verrà ampliata, aggiornata e pubblicata in rete dopo la pausa agostana.
Il 16 giugno scorso, @akaOnir ha realizzato una lunga intervista a WM1 sui temi di cui sopra. L’ha trascritta e messa on line ieri notte. C’è un sacco di roba, pure troppa. Contiene, ad esempio:
– non pochi dietro-le-quinte, es. sulla gestione di Giap e sul rapporto con Einaudi Stile Libero;
– una “fenomenologia” dell’accoppiata Repetti & Cesari, forse eccessivamente polarizzata: chi la legge tenga conto che anche Repetti lavora sui testi e anche Cesari fa lavoro “relazionale”;
– un non affettuosissimo amarcord della vecchia Indymedia: in sintesi, si salvano quasi solo Franti e Mazzetta, e proprio perché a l’arcurdén, la ricordiamo sin troppo bene.
Inoltre, sono svariati i sassolini tolti dagli anfibi. Si veda soprattutto l’ultima risposta.
Insomma, pensateci: può essere una piacevole lettura estiva.
E… il titolo di questo post, che ai più attempati avrà forse ricordato Renato Rascel nei panni di Robespierre?
La spiegazione è alla risposta 23.