Credits. Ai prodi trecento

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Mancano 48 ore. I parroci bolognesi, in chiusura delle omelie di domenica, hanno detto ai fedeli di votare B. Il Resto del Carlino ha messo in prima pagina un sobrissimo invito a votare “per i Bimbi”.  Buone ultime, sono arrivate anche la CNA e Confindustria a schierarsi con la B. Nel frattempo il Comune di Bologna ha annunciato che intende risolvere il problema degli esuberi di quest’anno alla scuola d’infanzia pubblica dando nuove sezioni in appalto alle cooperative (ma va?). En passant, ieri sera gli studenti sono stati caricati dalla polizia in Piazza Verdi (il copione è sempre più scontato).
Mentre guardiamo le orde di Serse dispiegarsi lì davanti e prepararsi all’assalto finale di domenica, vorremmo ringraziare un po’ di gente con cui abbiamo camminato in queste settimane. Perché certe cose è meglio dirsele prima, così, come regola generale che ci sforziamo di applicare.

Innanzi tutto grazie ai volontari e alle volontarie del Nuovo Comitato Articolo 33, per l’esempio che hanno dato. Persone che hanno speso una quantità incalcolabile del proprio tempo libero stando ai banchetti a raccogliere firme, parlando con la gente per strada, volantinando davanti alle scuole, ai supermercati, nelle piazze, alle manifestazioni podistiche, allo stadio (“i volantinatori della A sono più fitti delle cacche di piccione”, per usare l’espressione britannica di un sostenitore della B in una mailing list), rispondendo a tutti, senza mai cedere alle provocazioni di chi le insultava e cercava la rissa, si trattasse di semplici passanti o di esponenti politici. Persone che hanno prodotto un volume di centinaia di email al giorno nelle mailing list del comitato; che hanno discusso degli avverbi e delle virgole dei comunicati stampa, redatto documenti, curato pagine sui social network, partecipato a discussioni online, realizzato spot, veicolato informazioni con ogni mezzo necessario, ingrassato le compagnie telefoniche a proprie spese. Persone che sono andate in giro a scollettare, a reperire fondi, e quando non è stato sufficiente si sono autotassate. Persone diversissime, empatiche e respingenti, giovani e meno giovani, che spesso hanno litigato tra loro, anche ferocemente, ma non hanno mai mollato. Persone che dopo domenica forse rimarranno in contatto o non si rivedranno più, ma che hanno condiviso una piccola grande impresa con le loro sole forze, senza l’appoggio di grossi apparati o strutture. Chapeau.
A uno di loro va un saluto particolare, non perché abbia fatto più degli altri e delle altre, anche se ha fatto tantissimo, ma perché per settimane ci siamo stalkerati reciprocamente fino a bruciare i telefonini, e perché ci ha un po’ commosso trovarci in battaglia al fianco di uno dei ragazzi di Radio Alice.

Vogliamo ringraziare i grandiosi giovinastri de Lo Stato Sociale, che hanno accettato di condividere un concerto con noi altri seniores del Wu Ming Contingent. Steno, la voce dei Nabat, che non si tira mai indietro e canta ancora “contro di te / voglio la tua fine” con la stessa convinzione. Federico Minghini, alias Mingo dj di Radio Città Fujiko, che ha messo insieme le band e che ha organizzato la serata REFERENDANCE al Tpo. Vogliano gli déi che quell’energia abbia un’onda lunga. A Mingo ci unisce non solo quasi metà del nome d’arte e una lunga conoscenza, ma anche l’avere portato davvero lo scudo fianco a fianco, un giorno d’estate di dodici anni fa, a Genova.

Per qualcuno appoggiare la campagna referendaria è stato meno facile che per altri. Ci sono quelli come noi, che non hanno granché da perderci, e ci sono altri soggetti, che si sono messi in gioco in questa impresa con il loro mestiere, pro bono e lavorando nottetempo, consapevoli che questo avrebbe anche potuto comportare delle ripercussioni (o rappresaglie). Un grazie particolare va alle Lance Libere, cioè Vanessa e Orione, che oltre a realizzare l’iconografia e la comunicazione della serata REFERENDANCE, hanno ideato e prodotto la campagna multisoggetto del referendum che illustra questo post. La professionalità si vede nelle difficoltà. Come avremmo detto negli anni Novanta: massimo rispetto.

A proposito di rappresaglie, un ringraziamento particolare va a Francesca R., last woman standing, per l’incredibile prova di coraggio e resistenza. “Mai arrendersi finché l’incontro non è finito”. Nessun@ è da sol@.

Infine ringraziamo il pastore Michel Charbonnier, per l’ospitalità e per il bell’intervento sui “chierichetti laici con la fascia tricolore”. A dispetto di tutte le accuse di ideologismo antireligioso che i referendari si sono sentiti riversare addosso, vale la pena ricordare che tutte le riunioni del comitato si sono svolte nei locali attigui alla chiesa evangelica di via Venezian, a Bologna.

A tutti e tutte voi, prima di affrontare l’urto della più ampia alleanza di apparati di potere che si sia mai vista, come si suol dire… è stato un onore.

Wu Ming – 24 maggio 2013

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8 commenti su “Credits. Ai prodi trecento

  1. Giusto per rimanere in tema, ieri, all’ennesimo consiglio d’istituto, il dirigente scolastico ci ha informati che per l’anno scolastico 2013/14 sono già stati previsti dei tagli, che si materializzeranno nella cancellazione di una sezione a tempo pieno, nella perdita di qualche insegnante e nell’accorpamento di alcune classi.
    Alla mia replica, nella quale auspicavo un sostanziale successo del referendum di domenica, sperando che possa essere soltanto l’inizio di una grande conquista, dirigente e insegnanti, mi si sono scagliati contro!!

    Ohh…e io sarei solo la componente genitore di una scuola statale!!!

    Mi chiedo come faccia la gente a non indignarsi, a travisare così tanto le informazioni così chiare passate dal comitato e da voi, a mettere in dubbio la buona fede del referendum.
    Io abito in un piccolo comune della provincia di Piacenza, non abbiamo soldi per nulla, le classi sono accorpate: ne abbiamo una per 1°,2° e 3° elementare e un’altra per 4° e 5°, eppure anche qui abbiamo il bell’ asilo privato, finanziato dal comune, a indirizzo cattolico…e guai a chi osa fare domande a riguardo.

    Anche se conta poco, sono con voi

  2. Per quel che può valere su “La Stampa” il sondaggio proposto sul referendum bolognese vede in vantaggio l’opzione A, 7671 voti su 14006 che non sono numericamente un sacchetto di bagige. Questo referendum figlio delle lotte a difesa della scuola pubblica degli ultimi anni, e padre di una nuova sensibilizzazione, se anche la Ministro (o il Ministra, o la Ministra) ha detto la sua e minacciato dimissioni, offre a tutti noi genitori, collaboratori scolastici, insegnati, qualsiasi sia il risultato nuova linfa, fiducia, impegno e… una direzione politica: individuare e focalizzare la partecipazione su temi, e beni, comuni è vivace e vitale.

  3. Veramente la ministra ha aggiunto che toccare i finanziamenti alle paritarie sarebbe un disastro (come se si prevedesse di buttare in mezzo a una strada centinaia di bambini già da lunedì!!) Poi tra le righe ha tacciato i referendari di ideologismo… questo giusto per non santificare la ministra. Mi auguro che i bolognesi abbiano chiaro in testa la differenza fra una cosa giusta e una cosa sbagliata.
    Nel mio piccolo io ho diffuso le ragioni del Referendum e sostenuto il comitato anche attraverso il mio blog. Anche per me… è stato un onore.

  4. Spero che il popolo di BolognA facciA lA sceltA giustA e diA unA nuovA sperAnzA A tutti coloro che credono nella scuolA pubblicA.

  5. letto su “Letteratura e vita nazionale” (Editori Riuniti pag. 220) stralcio di una lettera di Bacchelli “…Le mie fonti sono l’esperienza della vita politica fatta a Bologna, che è la città politicamente più suscettibile e sottile d’Italia…” e Gramsci commenta: ” il giudizio che il Bacchelli dà di Bologna politica è essenzialmente giusto, ma non per il popolo, per le classi possidenti e intellettuali collegate contro la campagna irrequieta e violenta in modo elementare; a Bologna vivono in uno stato permanente di panico sociale, con la paura di una jacquerie e il timore aguzza l’orecchio politico”.
    Sanno che se succede a Bologna poi può succedere nel resto di Italia, bene.

  6. Ci tengo anche io a ringraziare tutti i volontari e le volontarie del Comitato, ho visto le loro facce solo dai video, e da quel poco passato in tv, ma ho sentito le loro voci in radio e ho visto il loro modo di scrivere e partecipare sui social network, immagino lo stesso modo usato per stare in mezzo alle persone a volantinare e discutere ogni giorno.
    Encomiabile il loro non perdere mai la calma davanti alle tantissime provocazioni e reazioni arroganti e ‘scomposte’ dei sostenitori della B, non hanno mai alzato i toni, sono stati fermi sul merito della questione, sempre propositivi, non so come abbiano fatto in certe occasioni a mantenere la calma ma ce l’hanno fatta e hanno dato a tutto questo Paese, infiammabile ed irrispettoso nei toni, un grandissimo esempio di come si può fare politica.

    Li ringrazio per il coraggio che hanno avuto, per non essersi voltati dall’altra parte davanti a quei bambini rimasti fuori dalla scuola, per aver scelto di combattere invece di tirarsi indietro.
    Reagire solo perchè è l’unica cosa da fare non è più scontato, il sentimento di resa è tangibile tra di noi ed intorno a noi ed essere riusciti partendo così dal basso a scuotere e costringere a mostrarsi per quello che è un intero sistema di potere a livello nazionale è una vittoria della democrazia.

    Questo Referendum ha mostrato davvero che ‘si può fare’ a tutto il Paese, ha riportato la discussione sulla scuola pubblica alla nostra attenzione e da qui non si torna indietro, Milano comincia a parlare di un referendum sui finanziamenti alle paritarie, in altre città si ricomincia a mettere in discussione il modello della ‘sussidiarietà’, non solo per quanto riguarda l’istruzione ma anche in altri settori come la sanità e altri servizi essenziali che il pubblico dovrebbe garantire.

    Insomma da un lato tutti i nostri politici, e le loro casse di risonanza, che si nascondono dietro al mantra ‘la coperta è corta, non ci sono i soldi per..’ , e guarda caso i soldi non ci sono mai per l’istruzione, il lavoro, i diritti dei più deboli, dall’altra un gruppo di genitori e volontari che riescono a lanciare un segnale forte per invertire la rotta, per cambiare il futuro di tutti noi.
    Questo mi commuove e alla vigilia del voto sono davvero emozionata.

    Domani sarò a Bologna a dare il mio minuscolo aiuto come ‘osservatore di seggio’ perchè anche da fuori città abbiamo il dovere di contribuire a questa battaglia che si sta combattendo per l’intero Paese.

  7. Mia figlia, che vive a Bologna e da quest’anno vota, è venuta a trovarmi per il weekend dopo aver verificato l’orario di chiusura dei seggi, per dare il suo contributo. Sono venti minuti dopo la mezzanotte, il lato B della politica può dire quello che vuole, e domani lo farà, ma intanto una cosA è certA: è vittoriA. Serse può tornarsene indietro a frustare il mare.

  8. […] le Termopili di Bologna: 300 liberi spartani contro l’armata di Serse, per dirla con i cantastorie. Uno spiegamento di forze mai visto e un po’ assurdo (per un referendum consultivo […]