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Esternazioni

La Procura di Torino chiede la sorveglianza speciale… per chi ha lottato contro l’ISIS

Due giorni fa la Procura di Torino ha notificato una richiesta di sorveglianza speciale – con divieto di dimora a Torino – per «pericolosità sociale» nei confronti di cinque attiviste e attivisti dei movimenti cittadini. L’udienza si terrà il 23 gennaio.

Tre di questi «socialmente pericolosi» li conosciamo di persona, e almeno uno lo conosce anche chi segue Giap e le attività della Wu Ming Foundation: Davide Grasso, autore dei libri Hevalen. Perchè sono andato a combattere l’ISIS in Siria – uscito nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre – e Il fiore del deserto. La rivoluzione delle donne e delle comuni tra l’Iraq e la Siria del Nord – uscito da poco per Agenzia X.

La copertina di Hevalen – lo apprendiamo direttamente da Davide, che ha scritto un primo commento qui – è inclusa nel fascicolo con cui la PM Emanuela Pedrotta – vecchia conoscenza di chi segue la lotta No Tav in Valsusa – accompagna la sua richiesta. Si tratta di una raccolta di «indizi fattuali» sulla pericolosità sociale di Davide e degli altri: Paolo, Eddi, Jack e Jacopo.

La loro “colpa”, infatti, è aver preso parte, in varie modalità, alla rivoluzione in Siria del Nord, ovvero alla lotta dei popoli del Rojava contro l’ISIS. Prosegui la lettura ›

Guerriglia odonomastica: una rivolta contro i nomi che abitiamo, per conoscere le nostre città

Palermo, 20 ottobre 2018. Intervento di guerriglia odonomastica nell’ambito della giornata «Viva Menilicchi!» Il nome che celebrava la conquista coloniale dell’isola di Rodi da parte dell’Italia, ora ricorda i quasi duemila ebrei di Rodi che i repubblichini locali consegnarono ai nazisti dopo l’8 settembre.

Cos’è la «guerriglia odonomastica»? Su Giap, negli ultimi anni, abbiamo fatto diversi esempi. Si tratta di azioni e performances il cui scopo è reintitolare dal basso vie e piazze delle nostre città – o aggiungere informazioni ai loro nomi per cambiare senso all’intitolazione.

Una via può essere reintitolata alla luce del sole, durante cortei o altre iniziative pubbliche, oppure col favore delle tenebre, a opera dei «soliti ignoti» o «solite ignote».

I nomi di vie e piazze – tecnicamente, gli «odonimi» – sono simboli, ma spesso sono anche sintomi. Sintomi di malattie che affliggono la memoria pubblica, sindromi causate dalla cattiva coscienza, da rimozioni e ipocrisie, da un mancato fare i conti col passato. Prosegui la lettura ›

In cosa si stanno trasformando i Gilet Gialli? Materiali e spunti raccolti nelle ultime due settimane

Nelle scorse settimane, su Twitter abbiamo segnalato diversi testi e video che ci sembravano rendere conto della situazione francese, della sua complessità e della sua ricchezza, proponendo chiavi di lettura non banali.

Oggi abbiamo risegnalato tutti di fila i materiali più significativi, costruendo anche un «momento». Si intitola In cosa si trasformeranno i Gilets Jaunes?→ si trova qui.

La descrizione è: «Analisi da dentro e “da accanto”, da punti di vista anticapitalisti o comunque problematizzanti, contro la narrazione dominante in Italia (ma ormai scomparsa in Francia) secondo cui quella dei Gilet Gialli sarebbe solo una lotta “destrorsa”.» Prosegui la lettura ›

Il presente e il futuro del movimento #notav. Note dopo l’ultimo mese e verso l’8 dicembre – di Wu Ming 1

8 dicembre No Tav

Su notav.info, una disamina scritta da Wu Ming 1.

INDICE

1. La narrazione sì Tav come (scadente) fiction soprannaturale
2. La lotta No Tav è lotta di classe
3. Passiamo in rassegna alcune fandonie:
■ «Amici dei tir!»
■ «Ormai si sta facendo!»
■ «Resteremo isolati!»
■ «Torino si è espressa!»
■ «Retrogradi! Cosa c’è di male nell’alta velocità ferroviaria?»
■ «Grillini!»
4. Il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente
 Torino, 8 dicembre 2018, esserci.

«In un quadro del genere, una manifestazione No Tav non può che essere oggettivamente contro governo e opposizione, cioè contro il partito trasversale del capitale, cioè contro lo stato di cose presente […] Il movimento No Tav è solo, e quindi potenzialmente con tutte e tutti. Oggi ancora non si vede, ma ben presto si vedrà.»

Buona lettura.

Il caso Jolanda Crivelli. Come l’uso di una foto falsa ha falsificato un episodio storico

Hilde Krohn Huse, Hanging in the Woods, 2015.

Nei giorni scorsi la “fasciosfera” italiana ha messo in circolazione l’ennesimo falso. La foto di una performance dell’artista norvegese Hilde Krohn Huse, opportunamente decolorata e sgranata per farla sembrare d’epoca, è stata spacciata per testimonianza di violenze partigiane ecc. ecc. La consueta solfa, insomma, ma puntellata con una falsificazione più plateale ed eclatante del solito.

Diverse pagine e profili FB – e testate registrate come l’immancabile Secolo d’Italia, che l’aveva usata già nel 2017 hanno pubblicato la foto taroccata dicendo che mostrava il cadavere di tale Jolanda Crivelli, ausiliaria repubblichina uccisa a Cesena e «lasciata per giorni appesa a un albero». Prosegui la lettura ›

SI TRAV. Come la militanza #NoTav mi ha dato il coraggio di diventare me stessa / 2

Libera Repubblica della Maddalena, Val Clarea, sera del 10 giugno 2011. Concerto dei Lou Dalfin.

di Filo Sottile La prima puntata è qui.

INDICE
1. Nostalgia di futuro (maggio-giugno 2011)
2. Ancora una volta il personale è politico (ancora una volta 7 giugno 2016)
3. La scoperta del queer (2011-2018)
4. Cerco casa (febbraio 2017)
5. Ogni lotta è tutte le lotte: transfemminismo e No Tav
6. These important years
* Ancora una cosa
* Ringraziamenti

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Frappiglia contro Golia. Cronaca di un convegno negazionista alla Sapienza

Frappiglia e Baloscio.

Frappiglia e il suo fedele amico Baloscio, simpatiche maschere della tradizione abruzzese. Alle loro spalle, il bosco di Sant’Antonio, comune di Pescocostanzo (AQ), anno 2050.

di Andrea Capocci *

Martedì 13 novembre 2018 Eugenio Gaudio, rettore della più grande università d’Europa, ha a disposizione un’ampia scelta su come passare il pomeriggio. Al dipartimento di chimica farmaceutica si svolge il nono Bemm Symposium. Il grande architetto svizzero Mario Botta tiene una lectio magistralis su Francesco Borromini per la facoltà di Architettura. In quella di Psicologia c’è un importante convegno sulle fake news. Al dipartimento di fisica, Cinzia Sciuto presenta il libro Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo. Tutti invitano il rettore per un saluto, pur sapendo che non ha il dono dell’ubiquità. In più c’è anche una riunione del Consiglio di Amministrazione della Sapienza a cui il rettore non può mancare.

Eppure, a uno degli inviti vorrebbe tanto rispondere di sì. È la presentazione di un libro prevista per le 15.30 presso la facoltà di Scienze della Terra. Nonostante l’agenda fitta, Gaudio fa sapere all’ufficio stampa che a quella presentazione parteciperà almeno per un saluto. L’ufficio aggiunge il suo nome alla locandina di presentazione. Qualcuno della segreteria dà un’occhiata al titolo del libro, poi vede il nome del rettore tra i partecipanti. Si gratta la testa e ne parla col capo. Il capo ci ripensa: d’accordo, non ci vado, però voglio che la Sapienza ci sia. Tra i miei vice, i prorettori, ho il nome giusto per sostituirmi.

Alle 15.30 di martedì 13 novembre 2018, alla facoltà di Scienze della Terra tutto è pronto per la presentazione del saggio Clima: basta catastrofismi. Riflessioni scientifiche sul passato e sul futuro , libro collettaneo pubblicato dall’editore 21mo Secolo. La decisione del Rettore di declinare l’invito è stata saggia. Un evento analogo doveva tenersi al mattino al Senato: se all’ultimo momento è saltato, qualche motivo ci sarà. In vari punti della Sapienza, il collettivo degli studenti di biologia ha appeso striscioni di protesta contro l’evento. Il libro che si sta per presentare, infatti, non è un libro qualunque. È un saggio di «negazionismo climatico». Prosegui la lettura ›