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Nicoletta Bourbaki

«Questo chi lo dice? E perché?» Come riconoscere e smontare le bufale storiche – di Nicoletta Bourbaki

Clicca sulla copertina per scaricare la guida scritta da Nicoletta Bourbaki (pdf).

Il lavoro che i tempi richiedono è di resistenza culturale, ma anche   soprattutto  di sgombero delle macerie e ricostruzione di un mondo bombardato, di una città che non c’è più.

È un’opera di lungo termine, che andrà proseguita per generazioni e tanto meglio riuscirà quanto più sarà fatta per disperazione — ovvero, come si legge nel Dizionario Treccani, «non trovando altra soluzione, costretti da dura necessità». In parole povere: non abbiamo scelta.

Giusto ieri, cercando di sgombrare il campo da alcuni equivoci, citavamo su Twitter uno scritto giovanile del Moro di Treviri: Prosegui la lettura ›

Storia di una foto (e di un video). Forza e limiti dell’antifascismo di fronte alla cultura dello stupro

Nella sua narrazione maschile e maschilista, lo stupro viene sganciato dalla questione di genere, e può essere incastonato in qualunque format possa infiammare l’opinione pubblica, o rassicurarla. Gli stupri, in queste narrazioni, esistono solo per sbandierarli sulla pelle delle donne e per usarli contro le donne.

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE
1. Cacciatori di «cute dead girls!»
2. Lo stupro nella narrazione maschile e machista
3. Uno stupro è “solo” uno stupro?
4. Genere e violenza nella guerra fascista
5. E nella guerra di liberazione in Italia?
6. I tic narrativi del caso Ghersi
7. Lo stupro “antifascista” di Parma
8. Antifascismo e questione di genere, un antico rimosso

1. Cacciatori di «cute dead girls!»

Una ragazzina bionda, poco più che bambina, adagiata nel fango e nella polvere come una bambola di pezza. Innaturale, scomposta, il vestito bianco ridotto a pezzi, sollevato a scoprire un corpo che lascia intuire ogni sorta di scempio.
Un’immagine indigeribile, che toglie le parole e riempie di orrore chiunque la guardi, anche per l’impossibilità di collocarla nel tempo e nello spazio.
Nessuno sa chi sia la giovanissima vittima ritratta nella fotografia.

L’immagine approda a Internet il 23 novembre 2009, nella sezione «Medicina retrò & bianco e nero» di un forum di fotografia, dopo che un post simile datato 20 ottobre è stato cancellato per ragioni ignote. Da quel momento, conosce un certo successo nei siti per amanti del genere, come il thread di un forum spagnolo intitolato Ragazze morte carine! in cui il 19 ottobre 2010 viene postata dall’utente Nifelheim assieme ad altre 29 immagini, tutte rivoltanti. Prosegui la lettura ›

Il PD del Friuli-Venezia Giulia e le bufale storiche su Rommel: un cortocircuito

Parigi, giugno 1940. Rommel, comandante dell’invasione, saluta Hitler in visita. Nicoletta Bourbaki mette in fila mitologie d’accatto sul personaggio, a contrasto con le verità storiche.

[Una corsa in montagna intitolata a un pilastro del Terzo Reich, con sponsorizzazione di organismi regionali del Friuli-Venezia Giulia e contributo regionale di quasi diecimila euro.
Friuli-Venezia Giulia: regione a guida PD, governata da Debora Serracchiani.
Erwin Rommel: personaggio storicamente abietto, responsabile di stragi e deportazioni, ma «ripulito» a colpi di bufale e circondato da un alone di falsi miti. Miti più volte smontati dagli storici, ma sopravvissuti nella pop culture.
Alle legittime perplessità sulla scelta, i vertici del PD friulano-giuliano rispondono in modo piccato e inanellando falsi storici e concettuali.
Cent’anni dopo Caporetto, un cortocircuito tra prima e seconda guerra mondiale.
Cent’anni a Nordest: ignoranza, revisionismo, cerchiobottismo e, sullo sfondo, l’austronostalgia presente in quei territori.
È una storia paradigmatica. La racconta Nicoletta Bourbaki. Buona lettura.]
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Barcellona, Minniti, aviatori neri, Bus de la Lum. La Wu Ming Foundation prosegue il lavoro antifascista

Barcellona oggi e cinquant'anni fa

di Wu Ming 1

Barcellona resiste di nuovo, in massa, a una violenza poliziesca, militare, di derivazione chiaramente franchista e con espliciti elementi di fascismo. In questo modo torna a essere, come ottant’anni fa, centrale per le sorti d’Europa. Barcellona ci chiama a gran voce e ci chiede di prendere posizione.

Faccio notare questo prima di e a prescindere da qualunque valutazione sul referendum dell’1 ottobre, su tattiche e strategie dell’indipendentismo catalano ecc. Prima ci si schiera contro la violenza di stato che soltanto ieri ha lasciato per le strade quasi un migliaio di feriti, poi si discuterà del resto. Mi limito a far notare che l’indipendentismo catalano ha precise ragioni storiche e ha al proprio interno rilevanti forze internazionaliste, antifasciste, antirazziste, che hanno già rigettato più volte la finta solidarietà dei nostri Salvini, e dunque – al netto delle legittime perplessità – non meritano improvvidi paragoni con le miserie di casa nostra.

Ironia della sorte: più o meno nello stesso momento in cui la Guardia Civil cominciava a irrompere nei seggi elettorali, nelle edicole d’Italia arrivava il Corriere della Sera, con dentro un’intervista al ministro degli interni Marco Minniti.

Minniti era fresco reduce dalla festa di Fratelli d’Italia, dove aveva fatto il piacione ricordando di aver lavorato dietro le scrivanie di Mussolini e Italo Balbo, nonché lodando un celebre motto machista di quest’ultimo.

Nell’intervista, si poteva e si può leggere questo scambio (le sottolineature sono mie): Prosegui la lettura ›

Che cos’è Giap, che cos’è la Wu Ming Foundation

3 giugno 2017, escursione ai Quattro Denti, Chiomonte, Val di Susa. Un momento clou della prima festa nazionale di Alpinismo Molotov, primo evento di questo tipo organizzato da un collettivo della Wu Ming Foundation.

Era tempo di fare un punto della situazione. Da tempo il progetto Wu Ming era diventato ben più esteso e complesso dell’originario «collettivo di scrittori».

Nel 2016, commentatori che non seguivano il nostro lavoro da anni hanno scritto: «Sono rimasti in tre». In realtà non siamo mai stati così numerosi.

La realtà ha superato le vecchie descrizioni e oggi molti chiedono una “mappa”.
Chi è Nicoletta Bourbaki?
Che cosa vuol dire «Alpinismo Molotov»?
Cos’è Quinto Tipo?
Come si partecipa a Resistenze in Cirenaica?
Che differenza c’è tra Wu Ming e Wu Ming Contingent?

Insomma, era necessario aggiornare, rielaborare e migliorare la pagina di autopresentazione «Che cos’è la Wu Ming Foundation». Ora ci sembra molto più «narrata» e chiara.

È un lavoro che andrà fatto periodicamente. E serviranno traduzioni in altre lingue. Tempo al tempo.

Intanto, buona lettura.

Il caso Giuseppina Ghersi. Tra incongruenze, zone d’ombra e falsi conclamati, l’invenzione di una leggenda antipartigiana

La morte la fanciulla e l'orco rosso - il libro sul caso Giuseppina Ghersi
Nell’ottobre 2022 è uscito per le edizioni Alegre

La morte, la fanciulla e l’orco rosso. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana.

È il saggio storico con cui il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki tiene fede all’impegno preso nel 2017 nel primo post esplorativo, archiviato qui e ormai superato, perché molto altro nel frattempo si è scoperto.

La morte, la fanciulla e l’orco rosso rende conto della lunga ricerca e delle scoperte d’archivio  – alcune delle quali sorprendenti – sul caso Giuseppina Ghersi.

Invitiamo, d’ora in avanti, a fare riferimento al libro.

Qui un invito ragionato alla lettura.

Qui l’audio della presentazione bolognese del 4 novembre 2022.

Qui due componenti del gruppo di lavoro ospiti di Loredana Lipperini alla trasmissione Fahrenheit di Radio 3 (l’intervista parte a 1 h e 7 minuti circa).

«Il volume decostruisce falsità e cronache voyeuristico-sanguinarie prive di conferme documentali […] Lo fa nell’unico modo corretto ovvero con un approccio tutt’altro che difensivo ma dichiaratamente chiarificatore e pronto al conflitto culturale in campo aperto […] un piccolo manuale di metodo analitico, frutto dell’intendimento della cultura come strumento orizzontale e democratico» (Lo storico Davide Conti su Il manifesto del 19/11/2022)

«Il lavoro di scavo e ripulitura portato avanti da Nicoletta Bourbaki non si limita a ricondurre nell’alveo della realtà storica la vicenda della giovane, assurta negli ultimi anni a simbolo delle violenze commesse dai partigiani nei confronti delle donne, ma amplia il contesto dalla pura analisi fattuale descrivendo i meccanismi che hanno portato alla nascita di quella che ha tutte le caratteristiche per essere definita una “bufala” inventata per screditare la narrazione resistenziale.» (Lo storico Francesco Filippi su Maremosso Magazine)

«Siamo di fronte alla totale manipolazione della storia, al proliferare di balle sui “partigiani criminali” che bisogna smontare con il rigore della storiografia, l’analisi delle fonti e la ricostruzione del contesto […] Che poi la squallida strumentalizzazione neofascista, che ha come corollario l’oblio dei crimini fascisti, si giochi sul corpo di una ragazzina di 13 anni è un fenomeno inquietante e penoso, soprattutto perché non ha come presupposto l’onesto vaglio delle fonti e dei documenti. Il libro del collettivo Bourbaki è un’esemplare decostruzione di una leggenda che, riportata nell’alveo di fatti storici rigorosamente accertati, va in fumo.» (Irene Barichello su Patria Indipendente)

No, nessun Comune è costretto a dare sale pubbliche ai nazi. Se lo fa, è perché lo vuole.

Esponente di un certo «associazionismo» cacciato in malo modo dal municipio di Arco (TN).

di Nicoletta Bourbaki *

Come è stato scritto su Giap alcuni giorni fa, l’inchiesta sui rapporti tra il PD e i neofascisti ha provocato i primi scossoni. Il caso che ha smosso le acque è quello di Nereto – allargatosi velocemente al teramano, da Bellante alle esternazioni xenofobe su FB del segretario del PD di Alba Adriatica – dove si sono registrate diverse iniziative organizzate dall’associazione Nuove Sintesi (che fa parte del network di Lealtà Azione) in comuni amministrati da sindaci del Partito democratico.

Diversamente da quanto successo in precedenza, quando il PD aveva reagito alle nostre segnalazioni minimizzandole o, peggio, rispondendo sulla falsa riga del sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, queste ultime segnalazioni sono state accolte diversamente sia da parte di alcuni deputati PD – Emanuele Fiano e Marco Miccoli – che da Andrea Catena, dirigente regionale (Abruzzo) del PD.

Catena, in particolare, si è subito attivato, coinvolgendo il segretario generale del PD Abruzzo, Marco Rapino: prima inviando una nota “circolare” ai sindaci PD abruzzesi per “avvisarli” della natura dell’associazione Nuove Sintesi, poi predisponendo il deferimento al comitato dei garanti per il sindaco di Bellante e per gli altri componenti della giunta che avevano deliberato i patrocini alle iniziative organizzate da questa associazione. Il deferimento potrebbe portare all’espulsione dal PD perché, parole dello stesso Catena, «se un sindaco Pd partecipa a iniziative neofasciste è prevista l’espulsione» [Sì, ma hai voglia a espellerli tutti… Non attiviamo il frame delle “mele marce”: come ha ribadito ieri WM1 a Radio Onda d’Urto, l’andazzo parte dall’alto e da lontano, N.d.R.]. Sempre Catena si è anche detto favorevole al commissariamento dell’intero coordinamento provinciale PD di Teramo.

È possibile però non agire solamente a fatti avvenuti (e dopo una campagna di denuncia) ed evitare che queste iniziative si svolgano in spazi pubblici? Prosegui la lettura ›