Su Pasolini e il suo centenario: di fascismi, algoritmi del dominio ed equivoci di lunga durata

«L’Espresso», 23 giugno 1974.

[WM1:] Ciclicamente si torna sulla vita e le opere di Pier Paolo Pasolini. Moltissimo sulla vita (e sulla morte), meno sulle opere, molto citate ma poco lette o, nel caso dei film, viste.

Stavolta si torna a Pasolini per via della ricorrenza tonda tonda che più tonda non si potrebbe: oggi è infatti il centenario della nascita, e da giorni siamo presi in un agencement di roba buona, scadente e pessima, tra convegni, mostre, documentari, podcast, monologhi teatrali, retrospettive cinematografiche, repliche televisive, riedizioni critiche e acritiche, coccodrilli impagliati nel ’75, memi con virgolettati fuori contesto.

Su tutto campeggia il volto di Pasolini, che gli zigomi forti fanno sempre sembrare scavato. La figura di Pasolini è prima divenuta icona, poi santino, poi significante qualsivoglia a cui associare qualunque significato. Prosegui la lettura ›

Una dichiarazione – politica e di poetica – sul virus del militarismo nel corpo sociale

Enrico Baj, «Generali», multimaterico s.d.

Nei nostri due libri del 2015 Cent’anni a Nordest e L’invisibile ovunque riflettevamo,  con gli strumenti dell’inchiesta e della letteratura, sul centenario della Grande Guerra e su come l’Italia lo stava celebrando. Lo facevamo avendo in mente le guerre jugoslave degli anni Novanta, nonché alla luce del conflitto in Ucraina. Perché, conviene ricordarlo, in Ucraina la guerra c’è dal 2014.

La conclusione era che, cent’anni dopo la prima guerra mondiale, il nostro Paese e in certa misura l’Europa tutta avevano più che mai bisogno, e sempre più avrebbero avuto bisogno, di anticorpi antimilitaristi, di esempi di diserzione, di rifiuto di ogni intruppamento. Perché quella del continente sul cui suolo non si sarebbero più combattute guerre era una fòla e nient’altro. Prosegui la lettura ›

A proposito delle nuove scoperte su QAnon, alcune brevi note di Wu Ming 1

Il titolo di Repubblica è il più scorretto. Furber e Watkins, anche fossero autori delle Qdrops, non sarebbero in alcun modo i «capi di QAnon», movimento caotico e reticolare, privo di strutture gerarchiche. Più che un’organizzazione, una sfera di discorsi. Furber e Watkins non sarebbero nemmeno «i fondatori», come titola l’AGI, però intendendolo come «coloro che avviarono la catena degli eventi», allora per Furber ci può (presuntamente) stare, benché non sia preciso. Ma «capi» no.

di Wu Ming 1

Ritengo necessario fare qualche precisazione e chiarimento
1) sulle notizie che stanno rimbalzando un po’ ovunque (anche in Italia);
2) su un “mezzo falso storico” che in poche ore ha preso forma, e soprattutto
3) su un equivoco in cui stanno cadendo molti commentatori, mainstream e non solo.

Che uno dei due autori delle «gocce» di Q fosse con ogni probabilità Ron Watkins era opinione diffusa tra gli “esperti” già nel 2020, tant’è che l’ipotesi è assunta nel mio La Q di Complotto. Ipotesi che si è rafforzata quando, nella primavera 2021, la HBO ha mandato in onda la serie documentaria di Cullen Hoback Q: Into The Storm, in cui Watkins veniva colto alla sprovvista e faceva una mezza ammissione.*

Che le Qdrops avessero più di un autore era dato per inteso da tempo, e anche che il gioco non fosse cominciato a opera di Watkins. Nel gennaio 2021 i risultati di una prima analisi stilometrica condotta dalla svizzera Orphanalytics avevano individuato un “cambio di mano” avvenuto nel dicembre 2017. Anche questo era già riportato ne La Q di Complotto.

Finora non c’erano indizi di rilievo su chi potesse essere l’autore delle prime Qdrops (che nell’autunno 2017 si chiamavano ancora Qcrumbs). Le recenti analisi stilometriche puntano il dito su Paul Furber. Questo è il vero elemento di novità contenuto nelle ultime news **. Prosegui la lettura ›

Yekatit 12 | Febbraio 19. La Federazione delle Resistenze ricorda i crimini del colonialismo italiano.

Fucilazioni, impiccagioni e teste mozzate nel bassorilievo sul monumento a Yekatit 12 di Addis Abeba

Come già anticipato qui su Giap, anche quest’anno la ricorrenza di Yekatit 12 – 85° anniversario della strage di Addis Abeba – sarà l’occasione per ricordare i crimini del colonialismo italiano. Sabato 19 febbraio ci saranno iniziative a Bologna, Reggio Emilia, Padova, Milano e Roma, e i commenti qui sotto sono a disposizione per segnalare anche altre cerimonie, incontri, conferenze, rituali e blitz di guerriglia odonomastica. Qui trovate tutte le info che riguardano gli appuntamenti della Federazione delle Resistenze, nata l’anno scorso proprio attorno alle celebrazioni di Yekatit 12 in varie città.

Negli ultimi giorni, abbiamo anche ripreso l’aggiornamento della nostra mappa Viva Zerai!, per una topografia del colonialismo italiano. Eravamo rimasti parecchio indietro e ringraziamo chi ci ha indicato luoghi, targhe, monumenti ed edifici, magari chiedendosi per quale ragione non li avessimo ancora inseriti. Invitiamo tutti e tutte a non demordere, continuando a indicarci le tracce dei fantasmi coloniali, che spesso si nascondono in un nome dall’apparenza innocua, tra i simboli insondabili sulla facciata di un palazzo o dietro un’ingannevole Medaglia d’oro al valor militare. Prosegui la lettura ›

A che punto è Wu Ming? Riprendiamo tutti i fili (o quasi)

Ufo ’78.

Dedicato a Emilio Scalzo, di nuovo libero.
A sarà düra anche per loro.

0. INTRODUZIONE: UFO ’78
1. LIBRI GIÀ SCRITTI CHE CONTINUANO A VIAGGIARE

1a. L’eroe imperfetto, edizione aumentata
1b. Nuova edizione di Q, la prima dopo il ventennale
1c. USA: una notizia di quelle a cui non siamo abituati
1d. Q ripubblicato in Francia: una storia non semplice
1e. Proletkult in giro per il mondo: Francia, Grecia, Catalogna
1f. Q comme Qomplot in Francia e Québec
1g. Quinto Tipo: Una cosa oscura, senza pregio in Slovenia
2. SUI PALCHI E IN PISTA: CIRCO, TEATRO E MELOLOGOI
2a. Ancora due settimane per Melologos
2b. Ritorna Surgelati, «opera per 14 mani per scrittore, fumettisti e gruppo rock»
2c. Ascoltare Proletkult: Wu Ming 2 in «Bogdanoviana»
2d. Continua la tournée de L’Uomo Calamita
3. IL CAMMINARE, I TERRITORI, LE ESPLORAZIONI

3a. Yekatit 12. Bologna, 19 febbraio, trekking urbano
3b. Riconoscersi partigiani: volti e paesaggi
3c. Scritture migranti: «Come una goccia che cola sul vetro»
3d. Blues per le Terre Nuove: Moira Dal Sito, IRÆ, Niente da vedere
4. DOCTOR, KINDLY TELL YOUR WIFE THAT…
5. ON THE ROAD AGAIN: CALENDARIO FEBBRAIO – MAGGIO 2022

Barcellona, Bari, Bologna, Bomporto, Bruxelles, Ceglie Messapica, Ferrara, Imola, Maranello, Modena, Novoli, Parigi, Torino e non solo.

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Human Pass. Torna il Wu Ming Lab di scrittura collettiva all’Università di Bologna.

A febbraio 2022 parte la 9ª edizione del laboratorio di scrittura collettiva meticcia, condotto da Wu Ming 2, in collaborazione con Eks&Tra e con il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna.

Il laboratorio è gratuito e le iscrizioni chiudono il 30 gennaio. Per partecipare non è necessario essere studenti, basta seguire le istruzioni indicate qui o scrivere ai contatti presenti sulla pagina. I posti ancora disponibili sono pochi, quindi meglio affrettarsi.

Il percorso si articola in 10 incontri, da febbraio a maggio, che si terranno il lunedì, dalle 15 alle 19, nell’aula Pascoli di via Zamboni, 32. Il calendario esatto è qui.

La ricetta, con qualche ritocco, è quella messa a punto in questi anni: piccoli gruppi di 4/5 persone elaborano un testo narrativo a partire da uno spunto comune. La scrittura collettiva viene stimolata con esercizi, riflessioni teoriche, esperimenti e revisioni. Wu Ming 2 ne parla più in dettaglio in due interviste, pubblicate da Tracce Migranti: qui e qui. Prosegui la lettura ›

Il Passante «green». Una civica e coraggiosa colata d’asfalto.

«Non giocarti la testa col diavolo…»

Cinque anni fa, insieme a Wolf Bukowski, abbiamo condotto un’inchiesta in sette puntate sul «Passante di Bologna», ovvero l’allargamento a 16/18 corsie del nastro autostradale che attraversa la periferia del capoluogo emiliano, a poco più di tre chilometri dalle Due Torri.

I primi tre articoli vennero pubblicati sul sito di Internazionale, con le foto di Michele Lapini, nel dicembre 2016. Gli altri quattro qui su Giap, tra gennaio e marzo 2017.
Non si trattò di un lavoro fatto solo sulle carte: assistemmo agli incontri del farlocchissimo «percorso partecipativo», ci intrufolammo alle cerimonie di presentazione del progetto, incontrammo le persone che abitano a ridosso dell’opera, organizzammo iniziative e camminate a tema. Prosegui la lettura ›