Il calcio del figlio (Edizioni Alegre, €16), uno dei libri più anomali usciti dall’officina Wu Ming, sembra avere positivamente spiazzato una parte dei nostri lettori abituali, e averne conquistata una nuova. A dimostrarlo ci sono le recensioni che continuano a uscire online, anche in luoghi piuttosto disparati del web. Da maggio a luglio ne sono uscite cinque. Come al solito le segnaliamo, pubblicando un breve stralcio da ognuna.
La prima è un’intervista che Gilda Sciortino ha fatto all’autore, a margine della presentazione di Palermo, uscita sul settimanale Vita, portale di sostenibilità sociale, economica e ambientale:
«Ho fatto una scelta ben precisa, infatti non è il mio “io narrante” che lo anima. Il narratore si dà del tu, come se si guardasse allo specchio o come se si rivolgesse al potenziale alter ego, cioè un padre o una madre che hanno attraversato la stessa esperienza. Diversamente sarebbe stata la solita storia di un papà che racconta quanto è bello e bravo suo figlio. Mi interessava raccontare una storia che senza dubbio è la mia o la nostra, ma che parla del rapporto tra padre e figlio, con tutte le difficoltà che ciò comporta. Attenzione, è un libro che racconta molto di sbagli, commessi anche da me e, col senno di poi, valutati come tali. Quello che ho voluto fare è stato osservarmi mentre ero dentro a questo turbinio. Gli antropologi la chiamano “osservazione partecipante”, che è ciò che fanno quando si mettono tra i nativi e registrano quel che accade. Chiaramente la tua presenza è condizionante, in qualche modo interagisci, però al tempo stesso rilevi le relazioni, raccogli le testimonianze. Ho, quindi, raccontato dei tipi umani, che fossero ragazzini, genitori, allenatori o dirigenti.»