Il 21 settembre, con un concerto dedicato a Federico Aldrovandi, sul palco del festival “Frammenti”, si è concluso il vagabondaggio estivo del Wu Ming Contingent, cuore musicale del Révolution touR.
Oltre a non-esibirci alla Festa Democratica di Firenze, in quest’estate di guerra e “bombe d’acqua” abbiamo suonato per platee a quattro cifre e per quattro gatti, alle feste di Radio Sherwood e Radio Onda d’Urto, in stabilimenti balneari e centri sociali. Prosegui la lettura ›
Narrazioni digitali non identificate (L’archivio e l’istante)
di Flavio Pintarelli (guest blogger)
Quando si cominciò a discutere di Oggetti Narrativi Non Identificati (UNO), nel 2008, in seguito alla pubblicazione del «memorandum sul New Italian Epic», il focus fu immediatamente rivolto verso la letteratura. Gomorra, Asce di Guerra, Sappiano le mie parole di sangue erano libri che ponevano alla riflessione e al dibattito letterario problemi importanti. Erano, in ottica NIE, lavori che mettevano alla prova soprattutto il rapporto tra l’autore e le sue fonti, problematizzando la questione dello sguardo e del punto di vista. Di fronte all’archivio in tutte le sue forme, come doveva porsi e come doveva procedere il narratore interessato a restituire uno sguardo sulla realtà che non si riducesse alla mera cronaca dei fatti ma rivendicasse la possibilità di intervenire sullo stato delle cose? Questa sembrava essere la domanda più pressante, il quesito ineludibile che quei libri ponevano a chi cercava di avvicinarli nonostante la riottosità di quei testi. Prosegui la lettura ›
La storia come follia e come rappresentazione. Franco Berardi «Bifo» su L’#ArmatadeiSonnambuli
[Riprendiamo su Giap un saggio/recensione del compagno Bifo, che noi abbiamo sempre chiamato «Franco».
Un anno e mezzo fa un giornale bolognese si è inventato uno scazzo tra noi e lui, dopodiché un giornalista voleva una nostra dichiarazione al riguardo. Lo abbiamo mandato affanculo. Il giornalista, non Franco. Il giornalista non franco.
Uno di noi lo ha incontrato in treno. Franco, non il giornalista. Doveva essere fine giugno o inizio luglio. Ci ha detto che stava scrivendo qualcosa su di noi. Poi ha aggiunto che, se lo scazzo ci fosse stato, avremmo avuto ragione noi.
Il testo è apparso su Facebook il 9 settembre. Lo pubblichiamo affinché abbia una circolazione anche nel mondo di fuori. Nella versione che appare qui, le sottolineature sono nostre. Buon divenire rivoluzionari(e).]
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«Life’s but a walking shadow, a poor player
That struts and frets his hour upon the stage
And then is heard no more: it is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing.»
(William Shakespeare, Macbeth)
Deleuze nell’Abbecedario dice che le rivoluzioni falliscono, tutte. Chi fa la rivoluzione per vincerla è un ingenuo o un mascalzone. Gli ingenui, coloro che pensano che la rivoluzione faccia passare il mal di denti sono delusi perché il mal di denti non gli è passato e qualche volta anzi va peggio. I mascalzoni prendono il potere, e la loro vittoria è per l’appunto la sconfitta della rivoluzione.
E allora, perché abbiamo partecipato a tutte le rivoluzioni che ci capitavano a tiro in questi ultimi duecento anni, e perché volentieri parteciperemmo alla prossima, se ci fosse? Prosegui la lettura ›
Come difenderci dai tentacoli di #Expo2015? Dateci una mano!
Premessa: cosa pensiamo di Expo 2015
Riteniamo Expo 2015 – «Nutrire il pianeta. Energie per la vita» – un Grande Evento Deturpante, Insensato e Indecente, preceduto e accompagnato da Grandi Opere Dannose, Inutili e Imposte.
Le inchieste della magistratura stanno rivelando un alto livello di corruzione e una robusta presenza delle mafie nel sistema di appalti e subappalti di Expo 2015. Finora i poteri che vogliono il megaevento sono riusciti a far finta di nulla, dando la colpa all’occasionale «mela marcia», ma a essere marcio è il cesto, la corruzione è insita nella logica del Grande Evento Devastante, Inaccettabile e Idiota.
Come lo stanno tirando su questo baraccone mangiasoldi pieno di fuffa?
La morte di Davide Bifolco e il vittimismo del potere – di Wu Ming 1
Il testo più utile e chiaro sull’uccisione di Davide Bifolco da parte di un uomo armato in divisa l’ho letto – e invito a leggerlo – sul sito dello Zero81 Occupato di Napoli. Si intitola Non è un paese per poveri: Davide Bifolco e il razzismo di classe in Italia.
Sul serio, andate a leggerlo, e solo dopo tornate qui.
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Lo avete letto? Bene, riprendiamo il discorso. Prosegui la lettura ›
#TifiamoScaramouche. StoRie di gueRRa di classe nello spiRito di MaRat
[A cura di Marabou, da un’idea di Mauro Vanetti, con la collaborazione di Loulou L’Aubergine.]
Prima venne Tifiamo Asteroide, poi fu il tempo di Tifiamo 4 e ora tocca a Tifiamo Scaramouche: una raccolta di racconti che ha per protagonista proprio Scaramouche e la sua maschera. Dopotutto, le spoilerate post-lettura de L’armata dei sonnambuli non si erano fatte attendere e il flusso magnetico che attraeva centinaia di commenti su Giap preparava le basi per una nuova avventura collettiva. Prosegui la lettura ›
Per Stefano Tassinari. La sua voce, un archivio, il crowdfunding
«Disperso nella “nube” della rete, nei dischi rigidi o in vecchie cassette e videocassette sparse per le case di chi ha incrociato Stefano, esiste un enorme archivio di interventi estemporanei ad assemblee e cortei, reading con e senza musica, presentazioni di libri (suoi e altrui), interviste e trasmissioni radiofoniche o televisive, monologhi teatrali… La voce di Stefano ha girato per l’Italia, lasciando tracce magnetiche, ottiche, digitali.»
Ormai più di due anni fa, dopo la camera ardente, un gruppo informale di compagn* e amic*, lanciò un appello. Prosegui la lettura ›