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Libri

Scarica il romanzo di Wu Ming 1 La macchina del vento (Pdf, ePub, Mobi, azw3)

La macchina del vento, copertina disegnata da Andrea Alberti / Chialab.

L’aggiornamento della sezione «Download» di questo blog procede spedito. Dopo Proletkult, oggi rendiamo disponibile La macchina del vento. Il romanzo è uscito per Einaudi nell’aprile 2019. Quell’anno ha avuto ben cinque edizioni… finché non è scattata l’emergenza-pandemia. La chiusura delle librerie nel periodo febbraio-maggio 2020 ha spezzato il ritmo, ma poi le emergenze passano, mentre i libri restano.

La macchina del vento, dunque, continua a camminare. Scaricarlo da Giap non è che un ulteriore modo di procurarselo… magari per “annusarne” il testo, e decidere che è meglio avere tra le mani il magico poliedro, quel device di carta e inchiostro che tanta meraviglia infonde nelle nostre vite.

Hanno scritto de La macchina del vento:

«Ognuno prende il suo coraggio dove lo trova. Nella memoria, nella mitologia, nell’immaginazione fantascientifica. Nella solidarietà, nella fedeltà, nell’ostinazione, nella fantasia che non aspetta la sua verifica nell’angusto recinto di ciò che c’è, ma in ciò che potrà essere, in quello che si potrà fare; o che si sarebbe potuto fare, il che in fondo è sempre stato la cifra profonda del lavoro di tutto il collettivo Wu Ming, a cominciare da Q, pubblicato quando ancora si chiamavano Luther Blissett, di cui ricorre in questi giorni il ventennale. Ogni passato, anche quello finito male, è una piazzaforte sotto cui scavare cunicoli, una guerra di mina, un tentativo di far evadere e riportare alla luce possibilità tenute prigioniere dalla storia dei vincitori.»
(Daniele Giglioli, «La lettura», supplemento del Corriere della Sera) Prosegui la lettura ›

Scarica il nostro romanzo Proletkult (Pdf, ePub, Mobi)

Proletkult

Immagine di Riccardo Falcinelli, ispirata al poster «Risplendi, nostra costellazione!» [Сияй, наше созвездие!] realizzato dal sovietico Viktor Votrin nel 1966. In questa versione, satelliti e razzi evocano i modelli esibiti nella «Prima esposizione mondiale di apparecchi e macchine interplanetarie», Mosca, 1927.

Dopo un lungo intervallo – dovuto in parte alle note vicissitudini – da oggi riprendiamo l’aggiornamento della sezione «Download», rendendo finalmente disponibile in vari formati elettronici Proletkult, il nostro romanzo «sovietico» uscito per Einaudi nel 2018.

Romanzo che nel frattempo è stato pubblicato anche in catalano da Tigre de Paper e in castigliano da Anagrama, e ci fa molto piacere il successo di critica e pubblico che sta avendo nello stato spagnolo e in alcuni paesi dell’America Latina.

Cogliamo dunque l’occasione per segnalare, in calce all’usuale florilegio di recensioni italiane, un pugno di reseñas iberiche e transatlantiche.

Hanno scritto di Proletkult:

«Da un lato c’è l’autunno terminale di Bogdanov (e sullo sfondo tra la folla dei figuranti si vedono i segni della prima glaciazione staliniana), dall’altro l’irruzione di una revenant, fragile e ostinata silfide dell’utopia, che sembra direttamente uscita dalle pagine di Stella rossa nei modi di una promessa di umana alterità o di un pegno poetico.
Le due sequenze si incontrano, si armonizzano senza tuttavia contaminarsi come accade di regola nelle misture postmoderne. Lo stile è sobrio, controllato e scandito dal ritmo equanime che è la cifra di Wu Ming. Vi si irradia l’eco di un conflitto secolare, i riflessi tuttora persistenti di un grande bagliore, le fisiche ustioni di quanto fu detto “il sogno di una cosa”, se non altro a ricordarci che noi non viviamo, qui e ora, nel migliore dei mondi possibili.» (Massimo Raffaeli, Il Venerdì di Repubblica) Prosegui la lettura ›

La Q di Podqast 7: «Leggete Nanni Balestrini» (sono passati due anni spaccati)

Nanni Balestrini

Nanni Balestrini, 2 luglio 1935 – 19 maggio 2019. Voci di enciclopedie on line indicano come data della sua morte il 20 maggio. In realtà l’annuncio di Derive Approdi – sua casa editrice «d’elezione» – è del giorno prima: «È con tristezza e dolore che informiamo della scomparsa di Nanni Balestrini. Una scomparsa, non solo per noi, incolmabile.»

La settima puntata de La Q di Podqast prende il titolo da una famosa scritta murale: «Leggete Nanni Balestrini». È infatti dedicata al grande poeta, scrittore, artista visivo e intellettuale rivoluzionario, nel secondo anniversario della sua morte *.

Il “gancio” è il lungo omaggio reso da Wu Ming 1 a Balestrini ne La Q di Qomplotto. Ci riferiamo, ovviamente, ai capitoli che chiudono la prima parte del libro: «La virulenza illustrata» e «Burnout».

A dialogare con WM1 di questo – nonché di tecniche narrative, di ibridazioni letterarie, di autofiction e altro – è lo scrittore triestino Andrea Olivieri, autore di uno degli «oggetti narrativi non-identificati» più interessanti degli ultimi anni: Una cosa oscura, senza pregio (Alegre, 2019).

Quasi tutte le opere di Nanni Balestrini sono state riedite negli ultimi anni da Derive Approdi in una collana dedicata. Un enorme lavoro di ricostruzione di una vita letteraria, di memoria pubblica della letteratura, di lotta culturale.

Come sempre la puntata è su Vimeo, sul canale YouTube delle Edizioni Alegre (che per le note ragioni di degoogling non linkiamo) e, solo audio, su archive.org e su Apple Podcasts. Prosegui la lettura ›

La Q di Podqast 6: «Emergenze», con WM1 e Wolf Bukowski + Calendario presentazioni maggio-giugno 2021

La Q di Podqast 6, EmergenzeÈ on line la sesta puntata de La Q di Podqast, intitolata «Emergenze», ed è la prima registrata live, in un luogo all’aperto: il parco di Villa Angeletti a Bologna. Lì, giovedì 7 maggio, Wu Ming 1 si è incontrato con Wolf Bukowski, saggista e scrittore, collaboratore fisso di Giap, autore di diversi libri tra cui La buona educazione degli oppressi, Alegre, 2019.

La conversazione tra Bukowski e WM1 è incentrata sui temi del «panico morale», delle politiche securitarie nelle città e dell’emergenza perenne come metodo di governo nell’epoca neoliberista. Si parte da una comparazione tra il Satanic Panic negli USA degli anni Ottanta e la campagna sulla «Tolleranza Zero» durante il mandato di Rudy Giuliani come sindaco di New York (1993-2001). Si prosegue attualizzando quelle linee, sempre con un occhio a quanto appena successo con l’emergenza-pandemia. Di fatto, è anche un dialogo tra i due libri, La Q di Qomplotto e La buona educazione degli oppressi.

[A proposito, dopo aver ascoltato la conversazione, consigliamo di leggere quest’articolo di Federico Di Vita sul «decoro» nelle città in prospettiva post-pandemica.]

La puntata, come sempre, è su Vimeo, su YouTube – che non linkiamo, in ottemperanza al degoogling di questo blog – e, solo audio, su Internet Archive, su Apple Podcasts, e chi vuole può prendere direttamente il feed e farci quel che preferisce. Prosegui la lettura ›

Speciale La Q di Qomplotto: Il manifesto, La Q di Podqast 5 («Mitologie»), Tlon, la Francia, le presentazioni già fissate

La paginata del manifesto.

Il manifesto di stamane spiattella a pagina intera una recensione de La Q di Qomplotto firmata da Giuliano Santoro.

La definizione di Wu Ming come «corpo estraneo con cui l’industria culturale si trova costretta, spesso suo malgrado, a fare i conti» ce la tatueremmo sul culo. Di tale corpestraneità andiamo fieri, come della costrizione che – col semplice nostro esistere e scrivere – ci troviamo ancora a esercitare dopo tutti questi anni.

Nell’ultimo capoverso Santoro sintetizza molto bene la proposta del libro in tema di superamento del debunking:

«Nell’era del realismo capitalista, i complotti producono l’effetto magico (e perverso) di incantare. Ma l’idea di voler riportare alla squallida realtà di tutti i giorni chi ha trovato l’appiglio di una narrazione cospirazionista produrrà l’effetto contrario. Ecco: il cospirazionismo è una forma perversa di fascinazione che serve sempre a rafforzare il sistema invece che a combatterlo. Per togliergli spazio occorre escogitare forme radicali e (diremmo noi) materialiste di re-incanto. Servono narrazioni che traccino connessioni in maniera trasparente e orizzontale, che non contengano manipolazioni e non disegnino rapporti di potere. C’è bisogno di raccontare storie, sostiene Wu Ming 1, che incantino e che al tempo stesso mostrino i “punti di sutura” […] Abbiamo bisogno di “storie complesse, concepite per essere abitate a lungo”».

È on line la quinta puntata de La Q di Podqast, intitolata «Mitologie». A condurla è lo storico e filosofo Enrico Manera, studioso di teorie del mito e autore di diversi saggi sul pensiero di Furio Jesi (1941-1980) – tra cui la monografia Furio Jesi. Mito, violenza, memoria (Carocci, 2012) – oltreché studioso dell’opera letteraria e semiologica di Umberto Eco. Nel 2018 ha dedicato al trentennale de Il pendolo di Foucault un articolo uscito su Giap col titolo «La superstizione porta sfortuna». Prosegui la lettura ›

La Q di Qomplotto, nuovo speciale | La verità su True Detective 1, La Q di Podqast 4 («Di(s)visioni»), recensioni e interviste

Foto di scena da True Detective, prima stagione, 2014. Sullo sfondo, il «crazy wall» di Rust Cohle.

Svariate novità sul fronte de La Q di Qomplotto più una sensazionale rivelazione, che terremo per ultima o quasi.

■ L’intervista di Giuseppe Genna a Wu Ming 1 preannunciata nello scorso speciale è uscita su L’Espresso ed è ora disponibile sul sito del settimanale. Fatta salva l’apparizione (subito all’inizio) dell’aulico termine «regesto», lo scambio è comprensibile. Genna e WM1, che quando hanno occasione di interagire s’involano nel cabalistico, stavolta si sono contenuti. Si parla anche del potere dei libri, dei motivi per cui il romanzo rimane importante e dei tragitti sovente ingarbugliati che compie l’intelligenza collettiva.

N.B. C’è chi vede il contenuto “in chiaro” e chi lo vede solo per abbonati. Pare dipenda dai browser e dalle extension per la privacy e/o antipubblicitarie installate (nel senso: chi ce le ha, come noi, vede la pagina “in chiaro”).

Quando il «game» ci è scappato di mano. Su Linkiesta, a partire anche da La Q di Qomplotto, una riflessione di Guido Vitiello sulle dinamiche della «singolarità cospirazionista» e sul fondato rischio che con QAnon, come suol dirsi, non abbiamo ancora visto niente. «Da secoli le famiglie cospirazioniste hanno la fregola di ricongiungersi, se non altro perché condividono lo stesso codice genetico, ossia sono cresciute intorno agli stessi processi mentali sbilenchi, allo stesso stile paranoide, alla stessa ermeneutica deforme: quando si incontrano, sentono aria di casa. Questi viaggi di ricongiungimento potevano compiersi un tempo solo lungo mulattiere sconnesse e su mezzi di fortuna, di modo che le teorie del complotto si agglutinavano a gruppetti di due, di tre, di quattro. Ora, viaggiando sulla grande Rete e sul filo del chiacchierìo social, finalmente hanno trovato il modo di radunarsi in un grande sabba familiare […]»

■ È on line la quarta puntata de La Q di Podqast, intitolata «Di(s)visioni» (una citazione dal collega China Miéville). Puntata condotta dall’antropologa Stefania Consigliere, autrice di diversi libri tra cui il recente Favole del reincanto. Molteplicità, immaginario, rivoluzione. Registrata il 22 aprile scorso, la chiacchierata prende le mosse da un quesito prettamente antropologico – cosa succede alle collettività “prese” dalle fantasie di complotto? – ed è (finora) quella che più interroga l’emergenza pandemica, con le sue insensatezze e aporie, i suoi danni per nulla “collaterali” e il cospirazionismo come risposta spesso disperata alla situazione. Una disperazione che andrebbe compresa, senza pensare di cavarsela col dileggio.

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Speciale La Q di Qomplotto | On the road, interviste, recensioni, torri misteriose e La Q di Podqast 3 (Streghe)

Q di Podqast■ Dopo l’esaltante tappa in Valsusa, che ha segnato il nostro ritorno alle presentazioni, ecco altre due date: quella definitiva al centro sociale Cantiere di Milano – 13 maggio, e non 7 come annunciato in precedenza – e quella all’Arena Orfeonica di Bologna (via Broccaindosso 148), 15 maggio. Altri dettagli seguiranno. Ancora “orbitanti” le date di giugno e settembre (WM1 non è disponibile a luglio e agosto). Ribadiamo: per vari motivi non sarà possibile farne molte, anzi, saranno davvero poche, ma intanto si è riaperto il sentiero.

■ È on line la terza puntata de La Q di Podqast, intitolata «Streghe». Stavolta il tema è il ruolo delle donne nelle fantasie di complotto e nelle tribù del cospirazionismo, partendo da QAnon e andando a ritroso nella genealogia. Wu Ming 1 prova a scansare il rischio del mansplaining – ma in qualche modo ci casca uomospiegando il suddetto rischio, non se ne esce 🙄 – “limitandosi” a introdurre un importante intervento di Selene Pascarella, giornalista e criminologa, autrice dei libri Tabloid Inferno e Pozzi, entrambi editi da Alegre, e dell’inchiesta in tre puntate «I satanisti ammazzano al sabato».
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