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Esternazioni

Fitzcalatrava a Reggio Emilia. Una visita alla Stazione Alta Velocità Mediopadana pensando al cinema di Werner Herzog

Stazione AV Mediopadana, foto di WM1

Ecco qui. Da oggi potete scaricare in pdf – nell’impaginazione originale con le foto di Stefano Calanchi – il reportage di Wu Ming 1 sulla celebre «stazione di Calatrava», apparso su Nuova Rivista Letteraria n.1 nuova serie, maggio – novembre 2015.

Ricordiamo che questo numero della rivista è interamente dedicato alle Grandi Opere Inutili e Imposte. Lo presenteremo di nuovo a Bologna il 16 ottobre, alla Libreria Trame, via Goito 3/c. Il prossimo numero, invece, sarà interamente dedicato ai nuovi nazionalismi, razzismi, fascismi e “rossobrunismi”. Un tentativo di mappare Prosegui la lettura ›

Libero transito in libera #Roma. Due mesi e più di accoglienza volontaria e autogestita al centro Baobab

Baobab

di Roberto Viviani,
con la collaborazione di Francesca Pietroni

1. Breve cronistoria dell’emergenza migranti 2015 a Roma

11 Maggio 2015
Le ruspe danno il loro buongiorno e radono al suolo l’insediamento abusivo di Ponte Mammolo. In quel pezzo di Roma dimenticata, trovavano un rifugio precario circa 400 persone, per la maggior parte migranti in transito, cioè di passaggio in Italia, con l’obiettivo di raggiungere altri paesi europei e chiedere lì asilo politico.

Nessuna associazione che opera volontariamente nel centro (ad esempio MEDU) viene coinvolta nel piano di sgombero, a molti degli “ospiti” non viene neanche dato il tempo di prendere i documenti. Non c’è nessun “piano B” della prefettura o dell’amministrazione capitolina, nessuna soluzione temporanea per dare alloggio agli sgomberati che si ritrovano improvvisamente in mezzo alla strada e iniziano ad assembrarsi soprattutto nella zona della stazione Tiburtina. Prosegui la lettura ›

#Ventimiglia in ogni città! La solidarietà senza confini è già opposizione alla guerra futura

Manifestazione alla frontiera italo-francese di Ventimiglia. Foto di Michele Lapini. Clicca per ingrandire.

Manifestazione alla frontiera italo-francese di Ventimiglia. Foto di Michele Lapini. Clicca per ingrandire.

[Dopo il racconto del primo mese al presidio di Ventimiglia, ecco un testo collettivo che aggiorna sulla situazione al confine con la Francia, allarga la prospettiva all’Europa intera ed evidenzia il rapporto tra le ondate di «emergenze profughi» e le nuove guerre che l’Occidente, Italia compresa, sta preparando. Su Giap ci occuperemo presto, in modo più approfondito, di una delle situazioni narrate qui sotto, quella romana del Baobab. Più avanti parleremo anche di quel che accade a Lampedusa, oltre e contro le descrizioni allarmistiche o pelose che vanno forte sui media mainstream. Buona lettura.]

Testo scritto da plv, in collaborazione con Martina Bernabai, pannychisviii, Rosa M.  Valerio Muscella e altre losche individualità che hanno preferito non essere citate.
Foto di Michele Lapini, Valerio Muscella, José Palazón e Francesco Pistilli.

«Molti crimini sono migliori di questa legalità.»
Luca Rastello, I buoni

1. Resistenza
2. Ventimiglia in ogni città
> Melilla
> Lesvos
> Passaggio tra i Balcani
> Ungheria
> Calais
> Lampedusa
> Parigi
> Roma
> Bologna
3. Guerra. E le sue retoriche

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Perché Facebook vale un abbandono

Cancellarsi da Facebook

«ASSENTE!»

[Tra i nostri “limiti potenzianti”, tra le constraintes che il collettivo Wu Ming si è imposto per circumnavigarle in modo creativo (es. il non andare in TV), c’è anche il non avere profili né pagine su Facebook. Non abbiamo dunque esperienza diretta di quel che racconta la nostra amica Claudia Boscolo, saggista e studiosa di letteratura. Nondimeno, o forse a maggior ragione, troviamo interessante e meritevole di dibattito la lettera aperta con cui motiva la propria diserzione dal dispositivo zuckerberghiano. Per questo ve la proponiamo. Il titolo qui sopra è nostro, come pure la scelta dell’immagine e la didascalia. Buona lettura. WM]

di Claudia Boscolo

Sono stata su Facebook per sette lunghi anni, durante i quali ho interagito, ho condiviso, ho riso e ho pianto con tante persone, ho stretto amicizie importanti, ho ritrovato amici del passato che mi mancavano e che mi dispiaceva avere perso, ma sono anche stata contattata da persone da cui per fortuna ero riuscita a svincolarmi. Insomma, al solito, tutto il buono e il cattivo di questa piattaforma, a cui in fondo devo tanto. Sette anni però sono lunghi, e l’energia che ho speso lì dentro è molta, per cui ritengo di dover accomiatarmi con una serie di riflessioni circostanziate. Prosegui la lettura ›

#Renziscappa. Debolezza, fughe e paura del confronto di un premier che diceva «la mia scorta è la gente»

Pusillanimità vista dall'alto: il Renziscappa tour 2014.

Pusillanimità vista dall’alto: il #Renziscappa tour 2014. Il “picco dei pacchi” coincide con le proteste di piazza contro il Jobs Act. Dopo quel momento, ‘enzi ha smesso di prendere impegni che lo esponessero a Rischi di contatto col paese Reale.
Paese che magari si astiene dal voto perché privo di rappresentanza politica (si veda il “terremoto” alle ultime regionali in Emilia-Romagna, quando si parlò di un vero e proprio “sciopero del voto”), ma non disdegna di accogliere i premier a peRnacchie e veRdura maRcia. O comunque, ‘enzi ha paura che accada.
Nella fase in cui, contro il parere di quasi tutti i lavoratori dell’istruzione, il suo governo ha imposto la controriforma autoritaria e liberista della scuola, ‘enzi si è ben guardato dal farsi vedere se non in telepresenza o, nei casi in cui doveva per forza esserci, protetto da spesse mura di scudi e manganelli, costretto a uscire dalla gattaiola per salire di corsa sull’auto blu che partiva sgommando. «La mia scorta sarà la gente», dichiarava a inizio mandato. Se avessimo media mainstream meno leccaculi e scodinzolanti, questa situazione sarebbe chiara a tutti da almeno un anno.
Clicca per aprire e consultare la mappa interattiva. [WM]

di Christian Raimo
(con un commento/didascalia di Wu Ming)

Due giorni fa è stato annullato l’incontro che Matteo Renzi doveva tenere alla festa dell’Unità di Roma. Sul sito della festa dal pomeriggio si poteva leggere questo comunicato:

«Matteo Renzi ieri sera ha visitato a sorpresa la Festa dell’Unità di Roma, intrattenendosi a lungo con i volontari e i militanti tra gli stand.
Il previsto appuntamento di questa sera con il Segretario del PD, dunque, non si terrà.»

Il comunicato dava così per espletato il senso dell’incontro pubblico. Il 27 luglio Renzi aveva fatto un’improvvisata tra gli stand: ha detto un po’ di ciao, ha lanciato qualche battuta, ha giocato una partita a biliardino con il presidente del Pd Matteo Orfini e il sottosegretario Luca Lotti – come mostrato da varie foto ufficiali e meno. E la visita era andata. Prosegui la lettura ›

«We Are Strong if You Are Here»: un mese di presidio a #Ventimiglia

Clicca per ingrandire.

[Dalle scogliere sul confine nordorientale a quelle del confine nordoccidentale. Da Trieste a Ventimiglia, due storie di migrazione, fantasmi e razzismo. Ma in questo caso, anche di lotta e solidarietà. Buona lettura. WM]

Testo di plv, foto di Michele Lapini.

(Si ringraziano Diletta, Francesca, Gionna e Ste per la collaborazione.)

Questo post era inizialmente pensato per “bucare” l’informazione: dopo la massiccia presenza di mass media a documentare la situazione, nessuno si era più interessato a quanto stava avvenendo a Ventimiglia. Tuttavia, a un mese dall’inizio dal blocco della frontiera francese, i media sono tornati e gli articoli hanno cominciato a riapparire. Non c’è più quindi uno schermo da bucare, ma al più una controstoria da ricostruire, anche se non è facile: per quanto chi scrive possa impegnarsi, il colore della sua pelle rimane inesorabilmente bianco. Raccontare una controstoria può quindi valere fino a un certo punto anche se ci si proverà fino in fondo. Tuttavia, se un articolo ha senso, in questo momento, in questo blog, è soprattutto perché si possa riflettere sul “che fare” in una situazione che è del tutto fluida e in continua evoluzione. Se qualcuno quindi avesse idee, opinioni o altro, questa è un’occasione buona per esprimersi. Se invece qualcuno volesse sbraitare a caso sull’emergenza immigrazione, lo faccia solo dopo aver letto questo articolo. Prosegui la lettura ›

Spugnette a Nordest. Una storia di topolini, «lotta al degrado» e fantasmi balcanici

CIwk5K1WEAAvaSG.jpg-large-2[Per capire quali mostri si nascondano in certi discorsi contro il “degrado” delle nostre città e in difesa del “decoro”,  nulla di meglio che osservare il fenomeno dall’ultimo lembo nordorientale d’Italia, Trieste, dove tutte le tendenze si manifestano più estreme, con contenuti più espliciti e contorni più netti. Lo abbiamo detto in molte salse: il Nordest – e soprattutto l’estremo Nordest – è un osservatorio privilegiato. Più volte abbiamo esaminato retoriche e tendenze nazionali a partire da come si manifestano ed esprimono nelle zone ex-“irredente”. Di recente, abbiamo analizzato lo “sdoganamento” nazionale di Salvini e la nascita del fascioleghismo partendo da quel che è avvenuto a Gorizia il 23 maggio. Anche stavolta vi proponiamo un bel “caso di studio”. Buona lettura.]

di Andrea Olivieri e Tuco (Martino Prizzi)

L’episodio in sé è ridicolo: una rissa tra ragazzi e quattro scritte sui muri di uno stabilimento balneare. Sufficienti però a far eclissare la totalità dell’intellighenzia che da anni si crogiola nella auto-rappresentazione da intellettualità mitteleuropea, e far salire alla ribalta saltimbanchi e ballerine, impegnati dapprima nel mobbing mediatico dei cittadini kosovari che vivono in città, e poi nell’esaltazione di una inesistente “comunità omogenea triestina”, tesa a mantenere la propria armonia attraverso l’ideologia del decoro, dispositivo di discriminazione ormai rodato e cartina di tornasole del coincidere tra ciò che viene chiamato “integrazione” e l’integralismo culturale, linguistico e religioso. Prosegui la lettura ›