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Esternazioni

La Valsusa brucia, e stavolta non è una metafora. Contro le «grandi opere», per l’Unica Grande Opera

L’incendio sopra Bussoleno stamattina alle 7:00. Fotografia di Cinzia Richetto.

Un enorme incendio sta divorando i boschi della Val di Susa, dai fianchi del Rocciamelone ai dintorni di Bussoleno, da Foresto a Caprie.

Preparato da un lungo, estenuante periodo di siccità e ora spinto dal forte vento, da due giorni il fuoco si alza, avanza, estende il proprio fronte e costringe a evacuare borgate, mettendo all’ennesima dura prova una valle già troppe volte aggredita.
E la valle resiste: ancora una volta, non ha alternative alla lotta.

E ci si sente, anche da lontano, come se le fiamme fossero intorno a casa, perché quella valle per molte e molti di noi è ormai casa, perché aprendimos a quererla, e non possiamo fare a meno di tornarci, coi ricordi e col corpo, ogni volta che possiamo.

Non è l’unico incendio grave di quest’anno, di quest’estate che a fine ottobre non vuole ancora diventare autunno: c’è stato il rogo di Messina a luglio, quello al parco della Majella ad agosto… Incendi dolosi, ma resi quasi indomabili dalle condizioni climatiche.

Gli incendi non sono l’unica conseguenza della siccità: fiumi e torrenti in secca, falde acquifere basse, il cuneo salino che entra nel Po, lo smog che affoga le città…

Né, tantomeno, la siccità è la sola conseguenza del cambiamento climatico: “bombe d’acqua” e trombe d’aria colpiscono le coste e i vicini entroterra, e le città si allagano perché la cementificazione ha reso i terreni impermeabili.
[La cementificazione ha anche effetti più profondi: se la pioggia non penetra nel suolo, le falde acquifere stentano a rialimentarsi, con conseguenze ben più vaste.] Prosegui la lettura ›

#Bologna, 13/10, ritorna Resistenze in Cirenaica. Serata sulla #Libia con Amedeo Ricucci, Wu Ming, Michele Pompei, Bhutan Clan

Clicca per aprire l’evento FB.

Durante l’estate e nei primi giorni dell’autunno il «collettivo di collettivi» Resistenze in Cirenaica si è mosso soprattutto dentro la lotta contro il nuovo supermercato Lidl in via Libia.

RIC ha partecipato alla costituzione del comitato B.E.C.C.O. (Bologna Est contro il Cemento e per l’Ossigeno), che ha avuto il suo battesimo del fuoco la sera del 28 settembre, durante una tumultuosa seduta del consiglio di quartiere San Donato/San Vitale.

La seduta era aperta alla cittadinanza, grazie a una petizione con oltre duecento firme. Di fronte a una sala gremita di gente determinata e poco propensa ai giri di parole, gli amministratori e i tecnici presenti hanno fatto – si può dire senza remore – una figura da chiodi. Ma andranno avanti per la loro strada, perché il capitalismo e la cementificazione vivono di automatismi, e i loro algoritmi esautorano la politica, che spesso è ben contenta di farsi esautorare. Perciò, la lotta va avanti, e RIC ci sarà. Prosegui la lettura ›

Il PD del Friuli-Venezia Giulia e le bufale storiche su Rommel: un cortocircuito

Parigi, giugno 1940. Rommel, comandante dell’invasione, saluta Hitler in visita. Nicoletta Bourbaki mette in fila mitologie d’accatto sul personaggio, a contrasto con le verità storiche.

[Una corsa in montagna intitolata a un pilastro del Terzo Reich, con sponsorizzazione di organismi regionali del Friuli-Venezia Giulia e contributo regionale di quasi diecimila euro.
Friuli-Venezia Giulia: regione a guida PD, governata da Debora Serracchiani.
Erwin Rommel: personaggio storicamente abietto, responsabile di stragi e deportazioni, ma «ripulito» a colpi di bufale e circondato da un alone di falsi miti. Miti più volte smontati dagli storici, ma sopravvissuti nella pop culture.
Alle legittime perplessità sulla scelta, i vertici del PD friulano-giuliano rispondono in modo piccato e inanellando falsi storici e concettuali.
Cent’anni dopo Caporetto, un cortocircuito tra prima e seconda guerra mondiale.
Cent’anni a Nordest: ignoranza, revisionismo, cerchiobottismo e, sullo sfondo, l’austronostalgia presente in quei territori.
È una storia paradigmatica. La racconta Nicoletta Bourbaki. Buona lettura.]
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Barcellona, Minniti, aviatori neri, Bus de la Lum. La Wu Ming Foundation prosegue il lavoro antifascista

Barcellona oggi e cinquant'anni fa

di Wu Ming 1

Barcellona resiste di nuovo, in massa, a una violenza poliziesca, militare, di derivazione chiaramente franchista e con espliciti elementi di fascismo. In questo modo torna a essere, come ottant’anni fa, centrale per le sorti d’Europa. Barcellona ci chiama a gran voce e ci chiede di prendere posizione.

Faccio notare questo prima di e a prescindere da qualunque valutazione sul referendum dell’1 ottobre, su tattiche e strategie dell’indipendentismo catalano ecc. Prima ci si schiera contro la violenza di stato che soltanto ieri ha lasciato per le strade quasi un migliaio di feriti, poi si discuterà del resto. Mi limito a far notare che l’indipendentismo catalano ha precise ragioni storiche e ha al proprio interno rilevanti forze internazionaliste, antifasciste, antirazziste, che hanno già rigettato più volte la finta solidarietà dei nostri Salvini, e dunque – al netto delle legittime perplessità – non meritano improvvidi paragoni con le miserie di casa nostra.

Ironia della sorte: più o meno nello stesso momento in cui la Guardia Civil cominciava a irrompere nei seggi elettorali, nelle edicole d’Italia arrivava il Corriere della Sera, con dentro un’intervista al ministro degli interni Marco Minniti.

Minniti era fresco reduce dalla festa di Fratelli d’Italia, dove aveva fatto il piacione ricordando di aver lavorato dietro le scrivanie di Mussolini e Italo Balbo, nonché lodando un celebre motto machista di quest’ultimo.

Nell’intervista, si poteva e si può leggere questo scambio (le sottolineature sono mie): Prosegui la lettura ›

News dalla Cirenaica che resiste: difendere #Bologna dalla cementificazione!

Supermercati in Cirenaica e dintorni. Mappa realizzata da zic.it nel settembre 2017. Clicca per ingrandirla.

Abbiamo già parlato della lotta contro il progetto di nuovo supermercato in via Libia, rione Cirenaica, Bologna. Un progetto arrivato sulla scia di molte “stranezze”, passato sulle teste degli abitanti dopo una sequela di sgomberi e incendi dolosi.

Il «collettivo di collettivi» Resistenze in Cirenaica, di cui fa parte anche Wu Ming, è fin dall’inizio parte della mobilitazione. RIC ha fatto un presidio raccontato, organizzato un’assemblea di quartiere al giardino pubblico «Lorenzo Giusti», e aiutato a raccogliere firme per ottenere una seduta del Consiglio di Quartiere aperta alla cittadinanza.

Si sono raccolte oltre duecento firme, materialmente consegnate da Marco Trotta, consigliere di Coalizione Civica al Quartiere San Donato/San Vitale. La seduta ci sarà e invitiamo cirenaici e solidali a esserci.

Giovedì 28 settembre, h. 20, al centro sociale «Scipione dal Ferro», via Sante Vincenzi 50.

Chiederemo di fermare il cambio di destinazione d’uso del terreno.

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Il caso Giuseppina Ghersi. Tra incongruenze, zone d’ombra e falsi conclamati, l’invenzione di una leggenda antipartigiana

La morte la fanciulla e l'orco rosso - il libro sul caso Giuseppina Ghersi
Nell’ottobre 2022 è uscito per le edizioni Alegre

La morte, la fanciulla e l’orco rosso. Il caso Ghersi: come si inventa una leggenda antipartigiana.

È il saggio storico con cui il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki tiene fede all’impegno preso nel 2017 nel primo post esplorativo, archiviato qui e ormai superato, perché molto altro nel frattempo si è scoperto.

La morte, la fanciulla e l’orco rosso rende conto della lunga ricerca e delle scoperte d’archivio  – alcune delle quali sorprendenti – sul caso Giuseppina Ghersi.

Invitiamo, d’ora in avanti, a fare riferimento al libro.

Qui un invito ragionato alla lettura.

Qui l’audio della presentazione bolognese del 4 novembre 2022.

Qui due componenti del gruppo di lavoro ospiti di Loredana Lipperini alla trasmissione Fahrenheit di Radio 3 (l’intervista parte a 1 h e 7 minuti circa).

«Il volume decostruisce falsità e cronache voyeuristico-sanguinarie prive di conferme documentali […] Lo fa nell’unico modo corretto ovvero con un approccio tutt’altro che difensivo ma dichiaratamente chiarificatore e pronto al conflitto culturale in campo aperto […] un piccolo manuale di metodo analitico, frutto dell’intendimento della cultura come strumento orizzontale e democratico» (Lo storico Davide Conti su Il manifesto del 19/11/2022)

«Il lavoro di scavo e ripulitura portato avanti da Nicoletta Bourbaki non si limita a ricondurre nell’alveo della realtà storica la vicenda della giovane, assurta negli ultimi anni a simbolo delle violenze commesse dai partigiani nei confronti delle donne, ma amplia il contesto dalla pura analisi fattuale descrivendo i meccanismi che hanno portato alla nascita di quella che ha tutte le caratteristiche per essere definita una “bufala” inventata per screditare la narrazione resistenziale.» (Lo storico Francesco Filippi su Maremosso Magazine)

«Siamo di fronte alla totale manipolazione della storia, al proliferare di balle sui “partigiani criminali” che bisogna smontare con il rigore della storiografia, l’analisi delle fonti e la ricostruzione del contesto […] Che poi la squallida strumentalizzazione neofascista, che ha come corollario l’oblio dei crimini fascisti, si giochi sul corpo di una ragazzina di 13 anni è un fenomeno inquietante e penoso, soprattutto perché non ha come presupposto l’onesto vaglio delle fonti e dei documenti. Il libro del collettivo Bourbaki è un’esemplare decostruzione di una leggenda che, riportata nell’alveo di fatti storici rigorosamente accertati, va in fumo.» (Irene Barichello su Patria Indipendente)

No, nessun Comune è costretto a dare sale pubbliche ai nazi. Se lo fa, è perché lo vuole.

Esponente di un certo «associazionismo» cacciato in malo modo dal municipio di Arco (TN).

di Nicoletta Bourbaki *

Come è stato scritto su Giap alcuni giorni fa, l’inchiesta sui rapporti tra il PD e i neofascisti ha provocato i primi scossoni. Il caso che ha smosso le acque è quello di Nereto – allargatosi velocemente al teramano, da Bellante alle esternazioni xenofobe su FB del segretario del PD di Alba Adriatica – dove si sono registrate diverse iniziative organizzate dall’associazione Nuove Sintesi (che fa parte del network di Lealtà Azione) in comuni amministrati da sindaci del Partito democratico.

Diversamente da quanto successo in precedenza, quando il PD aveva reagito alle nostre segnalazioni minimizzandole o, peggio, rispondendo sulla falsa riga del sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, queste ultime segnalazioni sono state accolte diversamente sia da parte di alcuni deputati PD – Emanuele Fiano e Marco Miccoli – che da Andrea Catena, dirigente regionale (Abruzzo) del PD.

Catena, in particolare, si è subito attivato, coinvolgendo il segretario generale del PD Abruzzo, Marco Rapino: prima inviando una nota “circolare” ai sindaci PD abruzzesi per “avvisarli” della natura dell’associazione Nuove Sintesi, poi predisponendo il deferimento al comitato dei garanti per il sindaco di Bellante e per gli altri componenti della giunta che avevano deliberato i patrocini alle iniziative organizzate da questa associazione. Il deferimento potrebbe portare all’espulsione dal PD perché, parole dello stesso Catena, «se un sindaco Pd partecipa a iniziative neofasciste è prevista l’espulsione» [Sì, ma hai voglia a espellerli tutti… Non attiviamo il frame delle “mele marce”: come ha ribadito ieri WM1 a Radio Onda d’Urto, l’andazzo parte dall’alto e da lontano, N.d.R.]. Sempre Catena si è anche detto favorevole al commissariamento dell’intero coordinamento provinciale PD di Teramo.

È possibile però non agire solamente a fatti avvenuti (e dopo una campagna di denuncia) ed evitare che queste iniziative si svolgano in spazi pubblici? Prosegui la lettura ›