«Bartleby deve morire!»

«Potere salumiere / e sporca disciplina.» (Nabat, 1983)

Capitano cose strane di questi tempi. Anche stranissime.
A Bologna c’è un collettivo
di studenti, ricercatori, giovani lavoratori precari, che si chiama “Bartleby” (da un celebre racconto di Herman Melville) e da due anni organizza iniziative culturali nei locali assegnatigli dall’Università di Bologna, in via San Petronio Vecchio. Da qualche tempo l’assegnazione è scaduta e l’ateneo ha deciso di non rinnovarla, poiché pare che in quegli stessi locali dovranno essere eseguiti lavori strutturali per ampliare gli spazi della Facoltà di Scienze Politiche. L’ateneo non intende offrire alternative al collettivo Bartleby: probabilmente non ritiene interessante né utile l’attività che svolge.
Ecco la prima stranezza.

Il Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Bologna, professor Ivano Dionigi

Il Magnifico Rettore Ivano Dionigi

Per quei due stanzoni di via San Petronio Vecchio (+ cortiletto) in questi mesi sono transitati musicisti, scrittori, artisti, docenti universitari, attivisti politici; quasi senza soluzione di continuità si sono tenute presentazioni di libri, reading di poesie, videoproiezioni, mostre di fumetti, dibattiti sull’attualità e sul mondo. Tutto questo senza finanziamenti, cioè a costo zero per la collettività.
Si tratta di un’esperienza che ha dimostrato una vitalità e una capacità di aggregazione di gran lunga eccedenti i locali messi a disposizione dall’università. Tuttavia pare che l’università preferisca sbarazzarsi di questi giovinastri rompiscatole, della loro creatività, del loro impegno (che evidentemente considera mal speso), dell’attività di promozione culturale che svolgono. Quella che in altre università europee sarebbe una realtà segnalata nelle guide d’ateneo, a Bologna è considerata alla stregua di una scomoda zavorra di cui disfarsi.
Perché? Forse perché si tratta di un soggetto che è anche conflittuale? Perché Bartleby è una delle realtà cittadine impegnate a contestare i tagli alla cultura imposti dal precedente governo – intercettando sia gli studenti sia i lavoratori del settore – nonché le attuali ricette economiche imposte dall’Unione Europea? Forse perché questi studenti criticano le politiche accademiche?
Viene da chiedersi cos’altro dovrebbe fare uno studente oggi. Non a caso, dalla Gran Bretagna al Cile, passando per Harvard (dove vengono boicottate le lezioni dei professori di economia neoliberisti) e giungendo fino in Italia, gli studenti sono mobilitati per rivendicare il libero accesso allo studio e alla cultura come parte integrante del welfare. Davvero qualcuno pensa che possano starsene zitti e piegati sui libri?

L'Assessore alla cultura Alberto Ronchi

L'Assessore alla cultura Alberto Ronchi

La seconda stranezza riguarda l’atteggiamento, non meno incomprensibile, dell’amministrazione comunale, che ha deciso di interrompere qualsiasi trattativa con il collettivo Bartleby.
Il motivo addotto è la partecipazione di Bartleby alla recente occupazione di un cinema dismesso da anni, praticata da diverse realtà di movimento bolognesi devote a “Santa Insolvenza”, e dove sono state indette alcune assemblee cittadine di mobilitazione sulla crisi, a cui hanno partecipato centinaia di persone. Un cinema sotterraneo, dal quale gli occupanti si sono lasciati sgomberare dopo cinque giorni senza colpo ferire.
A detta dell’Assessore alla Cultura l’occupazione avrebbe dimostrato la volontà di non portare avanti la trattativa da parte dei giovani melvilliani. Sarebbe questa l’onta imperdonabile.
Evidentemente l’Assessore non si è reso conto che l’occupazione del cinema non era finalizzata a trovare una nuova sede stabile per le attività di Bartleby, bensì ad aprire uno spazio pubblico temporaneo in cui il movimento e la cittadinanza potessero ritrovarsi a discutere sulle sorti collettive e sul da farsi, in un passaggio cruciale come quello che stiamo vivendo. Fino a quel momento infatti le assemblee cittadine si erano tenute presso la biblioteca comunale Sala Borsa, oltre l’orario di chiusura, con inevitabile disservizio per la struttura pubblica (e lì sono ritornate, dopo lo sgombero del cinema).

Viene da chiedersi se i nostri amministratori di centrosinistra si rendano conto che nel mondo esiste un movimento di cittadini che stanno reagendo alla crisi e contestano le ricette con cui si pretende di uscirne. Se gli occupanti di Zuccotti Park – che dopo lo sgombero da parte della polizia si sono fatti arrestare in duecento (!) sul Ponte di Brooklyn – ricevono la solidarietà dei più noti intellettuali mondiali e vengono indicati come esempi di impegno civico, è possibile che gli attivisti nostrani debbano essere trattati alla stregua di delinquentelli opportunisti? O addirittura dipinti come folli kamikaze che decidono di occupare un posto che sarebbe già stato loro assegnato – l’Assessore ha sostenuto anche questo – solo per il gusto di far saltare la trattativa con il Comune e ritrovarsi in mezzo a una strada?

Crediamo sia il caso di volare un po’ più alto. Il dato di fatto è che Bartleby è una risorsa a costo zero per la città. Non c’è reato di lesa maestà che debba essere scontato attraverso l’esclusione da qualunque dialogo con l’amministrazione. Non c’è motivo per cui una realtà collettiva che, nonostante i piccoli spazi, organizza continuamente eventi culturali insieme a un’infinità di persone, debba essere chiusa, sfrattata, cancellata dalla mappa di Bologna. Sembra incredibile che non ci sia un’istituzione cittadina disposta a risolvere l’emergenza locativa per consentire che quell’attività prosegua.

Evidentemente qualcuno ha deciso che Bartleby deve morire.

Invitiamo tutti gli intellettuali e gli artisti che hanno attraversato l’esperienza di Bartleby, e tutti coloro che credono si debba dare una chance al proseguimento di un’esperienza come quella, a prendere la parola pubblicamente contro l’ostracismo e in favore di una ripresa del dialogo.

Wu Ming
Bologna, 24 novembre 2011

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INIZIATIVE CULTURALI DI BARTLEBY: ALCUNI ESEMPI


Furio Jesi«MACCHINE MITOLOGICHE E CULTURA DI DESTRA»
Presentazione del numero della rivista Riga dedicato a Furio Jesi (1941-1980). Con il filosofo Enrico Manera (curatore del volume insieme a Marco Belpoliti) e Wu Ming 1. Bartleby, Bologna, 18 febbraio 2011.

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(1h 32′ 58″).

Michel Foucault«COSA FA UN FILOSOFO NELLA CASA DEI PAZZI?»
Presentazione della nuova edizione di Storia della follia nell’età classica di Michel Foucault. Per la prima volta in Italia in versione integrale, coi due capitoli misteriosamente “saltati” nelle edizioni precedenti. Merito del curatore Mario Galzigna (filosofo, epistemologo clinico e storico della psichiatria, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia), che ha anche reinserito la prefazione di Foucault del 1961. La serata si è svolta il 28 ottobre 2011.
Qui l’audio integrale della serata.

Tra le varie iniziative in programma, segnaliamo questa:

Michael Hardt30 novembre 2011, h. 18.00 incontro con Michael Hardt (docente alla Duke University e all’European Graduate School) e Anna Curcio. Presentazione del libro collettaneo Comune,comunità,comunismo. Teorie e pratiche dentro e oltre la crisi (Ombre Corte, a cura di Anna Curcio).
Bartleby, non si sa fino a quando, è in via S. Petronio Vecchio 30, Bologna.

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40 commenti su “«Bartleby deve morire!»

  1. E dite bene.
    Prendere la parola pubblicamente.
    Esporsi, prendere posizione.
    Ce n’è bisogno.
    Se no Bologna sprofonda.

  2. e ora non resta altro che tradurre questa posizione in pratiche concrete a sostegno e difesa di bartleby.

  3. L’esperienza di Bartleby è davvero una ricchezza per Bologna. La miopia dell’Università e dell’amministrazione comunale è, in questo caso, eclatante. Non so in che modo la “trattativa” per gli spazi stia proseguendo, ma mi auguro che alla fine si riesca a giungere a una conclusione positiva. Solidarizzo totalmente con il... → [Continua a leggere]
  4. Oltre a lavorare come copywirter, faccio anche a tempo perso l’operatore culturale in una piccola realtà di provincia. So, o almeno credo di sapere, quanto sia importante per lo sviluppo culturale di una città e dei suoi abitanti avere realtà capaci di collegarsi al territorio, di viverlo e farlo vivere... → [Continua a leggere]
  5. Ne approfittiamo per dire che oggi, h. 15, Aula I di Lettere, via Zamboni 38, Wu Ming 2 anima il seminario “Libia 1911-2011” del Laboratorio di autoformazione di Bartleby:
    http://bartleby.info/content/laboratorio-di-autoformazione-lettere
    Si tratta dell’incontro inizialmente programmato per il 17 novembre, poi rinviato per cause di forza maggiore.

  6. l’ ultima volta ci sono stato in occasione del BIRRA http://www.bartleby.info/content/12-13-giugno-bartleby-ospita-birra, Bartleby è una realtà viva e attiva necessaria a bologna piantata nel territorio, va supportata, spero l’amministrazione comunale si renda conto di cosa sta perdendo e di quanto sia sbagliato investire per lo più in eventi volatili che... → [Continua a leggere]
  7. La SIC sostiene e – così su due piedi – intanto, contribuisce nel suo piccolo con un’immaginetta: http://twitter.com/#!/sictwit/status/139666198727110657

  8. E’ molto importante la vostra presa di parola in difesa di Bartleby. Come è utile un pizzico di retorica nei momenti critici. Ma visto che vi siete sempre sottratti a un tic della sinistra (tutta, non solo di quella storica) per il quale nei momenti difficili non bisogna... → [Continua a leggere]
  9. @ Vinceun momento: noi non abbiamo scritto nulla di nuovo o di inedito. Una cultura autogestita e finanziata dal basso esiste nelle città italiane da decenni, con alti e bassi, continuità e discontinuità. Non c’entra con la sussidiarietà, c’entra semmai con l’agire la cultura come conflitto.“Sussidiarietà” è spesso il nome... → [Continua a leggere]
  10. @ VinceA quanto detto dal mio socio aggiungo una cosa. Se in un’epoca di tagli indiscriminati alla cultura e di retorica sull’austerity si vuole fare fuori una situazione che produce cultura dal basso senza chiedere soldi e senza entrare in clientele politico-affaristiche, evidentemente si tratta di una decisione del tutto... → [Continua a leggere]
  11. La minaccia di chiusura di Bartleby è un pessimo segnale. Pessimo, perché coinvolge come esecutore testamentario di uno spazio culturale tra i più vivaci del luogo (e non solo della città) un assessore che aveva dato, avendo bisogno di visibilità politica, ben altra immagine di sé. Pessimo, soprattutto, perché sembra... → [Continua a leggere]
  12. @Vince l’esperienza di Bartleby nasce anche interrogandosi sulle possibilità di produzione e cirolazione indipendente dei saperi e dell’arte in ogni sua forma. In questi anni abbiamo sempre ragionato attorno al valore politico della produzione artistica partendo dall’idea che chiudersi nel “ghetto” dell’autoproduzione non fosse una soluzione. Insomma l’idea di aprire... → [Continua a leggere]
  13. Bartebly must live! Partecipiamo e difendiamo quei luoghi di libero scambio di idee ed esperienze che sono continuamente disprezzati e minacciati da chi governa (con il manganello) le nostre città, persino le giunte di centrosinistra. A Pisa, negli anni passati si è ripetuto lo stesso scenario di false promesse ed... → [Continua a leggere]
  14. @wm1 @ wm4 grazie per le precisazioni, ché ‘costo zero’ forse poteva dare adito a fraintendimenti. ma ero certo che la pensaste così. quando parlavo di sussidiarietà intendevo il tentativo della governance di scaricare il welfare sul volontariato… la ricchezza culturale deve essere riconosciuta dalle istituzioni cittadine e dalla città... → [Continua a leggere]
  15. @ VinceOrmai è storia, ma giusto perché si sappia, noi eravamo tra quelli che negli anni Novanta premevano per l’uscita dai ghetti dell’autoproduzione e ci abbiamo provato in tutti i modi. E non siamo nemmeno mai stati fautori dell’autoconservazione ad ogni costo. Lo sappiamo bene dove porta: alle riserve indiane... → [Continua a leggere]
  16. Vivo in Piemonte, conosco il Bartleby solo di riflesso, per ciò che viene condiviso in rete, e non come spazio fisico. Oltre a esplicitare la mia solidarietà alle persone che portano avanti l’esperienza e a quelle – e in qualche modo fra queste ci sono anch’io, anzi, ci siamo tutti... → [Continua a leggere]
  17. Una prima risposta dell’assessore Ronchi: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2011/11/24/625705-sala_borsa_ronchi_bartleby_rispetta_lavora.shtml Al di là del tono un po’ piccato, di alcune argomentazioni… non fortissime e del frammento di monologo interiore sul finale, praticamente dice che il problema sono solo le assemblee in Sala Borsa. La premessa per riaprire il dialogo sarebbe dunque non riunirsi più... → [Continua a leggere]
  18. @Wu Ming 1 penso anch’io che l’assessore debba seguire lui stesso l’augurio di “modestia” che, devo dire, è veramente irritante: sembra attribuire al collettivo una volontà di un primato culturale che io non ho mai avvertito nelle loro pratiche. Non è entusiasmante vedere un assessore alla cultura simile ... → [Continua a leggere]
  19. Siamo al ridicolo: una giunta che dice a centinaia di cittadini che si ritrovano in assemblea “dovete lasciare sala borsa” senza offrire alcuna alternativa. E dove le fanno le loro assemblee? Sul continuo gioco strumentale Bartleby/santa insolvenza c’è poco da dire ormai. Se le 400 persone che c’erano al cinema... → [Continua a leggere]
  20. Quoto Giangi. Quelli sono stati sgomberati dal cinema occupato e adesso cacciati pure da Sala Borsa. Possibile che il Comune di Bologna non sia in grado di offrire una sala pubblica a un gruppo di cittadini che necessita di uno spazio per fare delle assemblee periodiche? Stiamo parlando di cose... → [Continua a leggere]
  21. Su Twitter il sindaco Merola (o chi per lui) ci ha scritto:“La questione non è così limpida, leggete l’intervento di Ronchi.”Gli ho fatto notare che lo avevamo già bello che letto e commentato, che di Bartleby e della situazione abbiamo una conoscenza diretta, e che se reagiscono in questo modo... → [Continua a leggere]
  22. …ché poi pure io, leggendo l’intervento di Ronchi, ne ho concluso che la questione non è limpida :-D

  23. Iniziamo a muovere il culo e far capire che non ci stiamo? Io ho appena scritto a sindaco@comune.bologna.it, segrettore@unibo.it, alberto.Ronchi@comune.bologna.it la presente, che espunta dalle note individuali (chi sono e in occasione di quale incontro ho conosciuto il Bartleby, etc.) può costituire un esempio:Salve, […] Appare evidente a chiunque pratichi... → [Continua a leggere]
  24. [LOL se provo ad andare nel Resto del Carlino mi dice “Il sito web http://www.ilrestodelcarlino.it è stato segnalato come sito malevolo ed è stato bloccato sulla base delle impostazioni di sicurezza correnti.” – le macchine hanno finalmente acquisito coscienza ^__^]

  25. Centinaia di cittadini bolognesi chiedono una sala per riunirsi in assemblea. Fino ad ora l’hanno fatto in sala borsa, poi al cinema arcobaleno. Risposta del comune? Cinema sgomberato e nessuna offerta alternativa. Ora queste persone dicono, non ci interessa sala borsa, ma un luogo dove riunirci. Risposta del comune? Prima... → [Continua a leggere]
  26. Lo dico da ex cittadino bolognese, che però a Bologna ogni tanto ci capita (per inciso, ma non per caso: ero alla processione di Santa Insolvenza anch’io, senza tessere e senza cambio di casacca): fosse il solo sindaco Merola, non ci sarebbe di che stupirsi. Sono tradizioni, e le tradizioni... → [Continua a leggere]
  27. Prima di tutto: essendo io uno dei pisquani di bartleby ringrazio tutt* quanti, i Wu Ming che hanno scritto questo bellissimo post e tutt* quelli che stanno scrivendo in queste ore. E’ un ringraziamento di due righe e non vale molto, però è sentito. Se Bartleby non vi ha ancora... → [Continua a leggere]
  28. @ plvquanto al ringraziare… come dice il Batman di Nolan: “Non dovrai mai farlo” :-)Quanto all’analisi sul momento politico, penso che hai centrato il punto. Piatto del giorno: cazzi amari. Ciò nonostante i passi avanti vanno fatti non solo sul piano dell’analisi di fase, ma anche sul piano della prassi.... → [Continua a leggere]
  29. Nel corso della mattinata, mentre eravamo riuniti a scalettare il nuovo romanzo, il sindaco Merola ci ha indirizzato parecchi commenti via Twitter. Ogni tanto gli smartofoni facevano “Ting!”, uno controllava e diceva: “Oi, règaz, è ancora Merola!”. In realtà era sempre lo stesso commento, con (poche) varianti nel fraseggio. All’osso:... → [Continua a leggere]
  30. L’accusa dell’uso privatistico di uno spazio occupato è quanto di più ipocrita ci sia al mondo, dato che presuppone che ci sia una pluralità di soggetti pronta a usufruire di quegli spazi occupati per farci chissà quali attività, quando, nei fatti, la cosa è più che falsa. In ogni caso... → [Continua a leggere]
  31. A questo punto mi aspetto che il sindaco Merola scriva tempestivamente al collega Alemanno per invitarlo a dichiarare pubblicamente che gli occupanti del teatro valle fanno un uso privatistico di quel luogo. In tempi di unità nazionale mi pare giusto scambiarsi buoni consigli. Per il bene del Paese.

  32. ehm, occhio a dare certi suggerimenti, magari non ci aveva ancora pensato ;)

  33. Il mio socio Wu Ming 2 ha avuto un’illuminazione. Noi altri ingrati bastardi non abbiamo capito niente. Con l’incasso del concerto dei Radiohead il Comune intendeva acquisire il Cinema Arcobaleno, demolirlo e costruire al suo posto un centro polifunzionale da dare in gestione a Bartleby (con cappella dedicata a Santa... → [Continua a leggere]
  34. Bartleby non morirà. a proposito, regà, ho lasciato lì tutte le mie foto, sono in un borsone blu dell’ikea, niente, volevo dirvi che in casi estremi, visto che sono lamelle di alluminio, potete usarle come scudo. Non vi suggerisco certo di lanciarle a mo di fresbee perchè diventano armi pericolosissime.... → [Continua a leggere]
  35. @ El_Pinta,
    mi hai preceduto!

  36. Quello del concerto dei Radiohead potrebbe essere un OT, e invece non lo è. Conosciuto, grazie al post di WM1, il background recente, e avendo un pelo di ricordi e di conoscenze su come funziona lo show-biz, mi viene da osservare che un conto è organizzare il mega-evento accettando in... → [Continua a leggere]
  37. Leggendo dei radiohead, mi è venuta un brano di questa canzone:

    Ed anche qui nel rito
    c’è la contraddizione
    nella felicità
    la nuova repressione
    il parco è ormai nascosto
    è tutto una lattina
    abbiamo fatto il punto
    e niente è come prima.

    Gianfranco Manfredi, Zombie di tutto il mondo unitevi (1977)

  38. Merola è ri-intervenuto su Twitter dicendo che, al posto di Sala Borsa, il movimento avrebbe dovuto prenotare una sala comunale o di quartiere. Verrebbe da dire che un movimento di massa nel pieno della sua crescita e nel vortice delle sue attività ha le sue urgenze, i suoi tempi, che... → [Continua a leggere]
  39. @wuming1 rimane il fatto che la Sala Borsa deve essere una piazza coperta, aperta a tutti anche la sera…. Frame o non frame, quello è il suo ruolo principe. Poi che diventi sovversivo praticare l’ovvio – riunire centinaia di persone in una piazza – be’ è un vecchio vizio italiano/bolognese.La... → [Continua a leggere]
  40. @ giangichiarisco: che Sala Borsa sia una piazza e che tutti noi abbiamo diritto a viverla, anche forzando l’angustia degli orari stabiliti dall’amministrazione, dobbiamo dirlo chiaro e forte. Su questo sono pienamente d’accordo. Quel che intendo dire è che in questo frangente non dobbiamo accettare il frame “salaborsacentrico”. Perché non... → [Continua a leggere]