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Bhutan Clan

Stasera a «Su la testa!», il n.3 dei «Quaderni di Cirene»: cosa fare dei relitti fascisti?

Quaderni di Cirene n.3, numero speciale sui relitti fascisti.Oggi alle h.18:30, al Vag61 di Bologna, con la presentazione del libro di Davide Conti Gli uomini di Mussolini comincia il festival antifascista «Su la testa!».

Questa prima serata è interamente gestita da Resistenze in Cirenaica. E infatti, dopo la cena di autofinanziamento, presenteremo anche la nostra nuova autoproduzione, il n. 3 dei Quaderni di Cirene, interamente dedicato ai «relitti fascisti» nelle nostre città: architetture, monumenti, nomi di vie e piazze.

QdC#3 ha 138 pagine, è aperto da Predappio Toxic Waste Blues di Wu Ming 1 ed esibisce in copertina la partigiana bolognese Irma Bandiera, «Mimma», 1915-1944. Leggendo si capirà il perché.

Chi non può essere a Bologna in questi giorni può ordinare il terzo quaderno qui.
(Volendo, anche i primi due.)

Dopo la presentazione, reading/concerto con Wu Ming 1 e Bhutan Clan Electro Dept. Letture da Predappio Toxic Waste Blues e da Un serpente in giugno di Jadel Andreetto.

Ecco un assaggio delle musiche composte ad hoc per l’evento, seguito dall’editoriale di QdC#3. Prosegui la lettura ›

#Bologna, 13/10, ritorna Resistenze in Cirenaica. Serata sulla #Libia con Amedeo Ricucci, Wu Ming, Michele Pompei, Bhutan Clan

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Durante l’estate e nei primi giorni dell’autunno il «collettivo di collettivi» Resistenze in Cirenaica si è mosso soprattutto dentro la lotta contro il nuovo supermercato Lidl in via Libia.

RIC ha partecipato alla costituzione del comitato B.E.C.C.O. (Bologna Est contro il Cemento e per l’Ossigeno), che ha avuto il suo battesimo del fuoco la sera del 28 settembre, durante una tumultuosa seduta del consiglio di quartiere San Donato/San Vitale.

La seduta era aperta alla cittadinanza, grazie a una petizione con oltre duecento firme. Di fronte a una sala gremita di gente determinata e poco propensa ai giri di parole, gli amministratori e i tecnici presenti hanno fatto – si può dire senza remore – una figura da chiodi. Ma andranno avanti per la loro strada, perché il capitalismo e la cementificazione vivono di automatismi, e i loro algoritmi esautorano la politica, che spesso è ben contenta di farsi esautorare. Perciò, la lotta va avanti, e RIC ci sarà. Prosegui la lettura ›

Il giorno dopo, ringraziamenti ad #AltaFelicità. Viva la lotta #notav!

30 luglio 2017, l’arrivo del primo gruppone al Seghino. Si erano iscritte alla camminata-racconto 256 persone. La mattina, se ne sono presentate almeno altre cento. Mariano ha preparato e stampato un libretto con le storie narrate durante l’escursione; erano solo cinquanta copie e sono finite subito, ma cliccando sulla foto puoi leggere/scaricare il pdf.

[WM1:] Troppo, e troppo presto per riuscire a raccontare.

Arrivato a Venaus alla vigilia del festival, riparto dopo l’ultima notte senza più un filo di voce, coi postumi di una lunghissima sbornia, un’ubriacatura di chiacchierate, di dibattiti, di interventi, di telefonate e messaggi per organizzare, aggiornarsi sui cambi di programma, trovarsi nella moltitudine, una sbronza di musiche, di libri, di camminate, sei giorni di rimpatriate e nuove amicizie, di convivialità e conflitto, di applausi e lacrime («lucciconi» è la parola che usa Alessia nella prima frase che mi rivolge). Prosegui la lettura ›

Un’estate #notav ad Alta Felicità. A Venaus, dal 27 al 30 luglio, ci saremo anche noi.

I concerti del festival. Clicca sulla locandina per visitare il sito ufficiale di Alta Felicità.

C’eravamo l’anno scorso, ci saremo anche quest’anno.

La seconda edizione di Alta Felicità si svolgerà a Venaus dal 27 al 30 luglio inclusi.

Di fronte alla prima edizione, persino «La Stampa», con tutta la sua ostilità nei confronti del movimento, si è dovuta togliere tanto di cappello, fino a paragonare il festival a Woodstock. Paragone in realtà improprio, perché Alta Felicità ha funzionato come un orologio e alla fine non è rimasta per terra nemmeno una bottiglietta di plastica.

Appunto, già nel 2016 il festival è stato maestoso, decine di migliaia di persone e un’atmosfera di convivialità difficile da esperire altrove. Quest’anno sarà ancora più grande, durerà quattro giorni anziché tre, suoneranno una cinquantina di band, ci saranno dibattiti, presentazioni di libri, escursioni…

E, come si diceva, ci sarà la Wu Ming Foundation. Di seguito, i nostri appuntamenti.
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#Bologna, 3-4 marzo 2017: ritorna Resistenze in Cirenaica. Il colonialismo italiano di ieri, l’imperialismo italiano di oggi | #4MBO

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A Bologna il 4 marzo sarà giornata di mobilitazione in difesa degli spazi autogestiti. In tutta la città si svolgeranno iniziative a sostegno delle esperienze minacciate, in primis XM24. Per quel weekend stavamo già organizzando al Vag61 la due-giorni di fine inverno di Resistenze in Cirenaica. Coglieremo la palla al balzo, e la voce di questo collettivo di collettivi si unirà al coro «diversamente intonato» che ne canterà quattro ai poteri della città.
Ecco il programma della due-giorni. Prosegui la lettura ›

Contro la politica della paura, «rovesciare passando da sotto»! #WM1ViaggioNoTav

Nicoletta Dosio e la sua tartaruga. Prendersi il proprio tempo.

a cura di Wu Ming 1

«Fuori dagli Stati maggiori dei partiti come dai cervelli dei Clausewitz radicali, può nascere una nuova intelligenza sociale, attraverso l’elaborazione spontanea e brancolante di una strategia sovversiva che eviti le vecchie trappole […] Se la sovversione aggira, “passa sotto” la violenza dello stato, non è soltanto per necessità tattica. È perché è innanzitutto, fin dai primi balbettii, il contrario di una guerra nella quale il nemico, l’altro, non esiste. L’arma principale della sovversione è la trasformazione sociale. Trasformazione che si rivolge tanto a coloro che la mettono in atto quanto a quelli con i quali essi si confrontano. Perché è immediatamente affermazione di un rapporto sociale diverso dal rapporto capitalista.»

Serge Quadruppani

Così scrive Serge Quadruppani nel suo La politica della paura (Lantana, Roma 2013).
Con l’espressione che dà il titolo al libro, il nostro compagno d’Oltralpe descrive l’uso strumentale dell’emergenza-terrorismo, la costruzione di sempre nuovi «nemici pubblici», lo spaccio all’ingrosso e al dettaglio di un immaginario securitario sempre più pervasivo, il tutto allo scopo di normare, sorvegliare e controllare meglio la nostra società.
Una società mai così sondata, interrogata, misurata, scansionata, eppure mai così incomprensibile ai poteri costituiti, mai così misteriosa e incline a divenire riottosaingovernabile.

La paura di cui scrive Serge, infatti, non è solo quella che viene iniettata nei governati – paura di attentati, paura del «degrado», degli zingari, dei migranti, dell’«invasione», di questo o quel complotto… – ma anche quella che hanno in corpo i governanti, sempre più ritirati nelle loro cerchie, a frequentarsi tra simili, “scollati” dal mondo, estranei alla realtà e dunque privi di ogni immaginazione.
Lo stiamo vedendo nella parabola del renzismo. I governanti sono autoreferenziali, e quindi pavidi di fronte alle contraddizioni, ai conflitti. Perché nei conflitti, anche quelli più modesti, l’Uno autoreferente è costretto a diventare (almeno) Due. Prosegui la lettura ›