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Bhutan Clan

La riapertura di Giap, le prossime uscite, i progetti in corso, la strada chiama

«Butta la tua statua giù e resta giù, / resta giù!» (Area, Ici on dance!, 1978).

Rieccoci. Dopo la pausa d’agosto – pausa solo per Giap, non per noi –, annunciamo la ripresa delle pubblicazioni, aggiorniamo sui progetti in corso e le prossime uscite,  segnaliamo alcuni appuntamenti di settembre e ottobre.

Durante l’estate abbiamo continuato a lavorare insieme al romanzo La grande ondata del ’78 – che consegneremo all’Einaudi nella primavera 2021 – e ciascuno per conto proprio ai vari progetti solisti. Non dovendo più seguire alcun profilo sui social– a settembre sarà un anno tondo che abbiamo abbandonato Twitter – e con il blog rallentato e poi sospeso, abbiamo raggiunto un livello di coordinazione e ottimizzazione degno del Toyotismo. Una Toyota senza dipendenti, dove il management lo fanno tutte e tutti.

La scelta di “allentare” Giap non era dovuta solo alle esigenze di scrittura, ma anche alla necessità di una decongestione dopo il flusso impressionante e ingestibile della primavera. Ora riapriamo e vedremo come andrà. Prosegui la lettura ›

Scarpinata letteraria sul Contrafforte pliocenico, Appennino bolognese, 30 maggio 2020

Clicca per ingrandire l’itinerario su OpenStreetMap.

Dopo aver festeggiato il 21 Aprile – la Liberazione di Bologna dal nazifascismo – e il Primo Maggio con letture itineranti attraverso luoghi significativi della nostra città, sabato 30 maggio finalmente torniamo sull’Appennino. Faremo una scarpinata letteraria su un sentiero che compare in (almeno) due nostri lavori: la Via degli Dei.

Abbiamo organizzato questa giornata insieme ai membri della BaLotta Continua, band che ormai da 13 anni propone vecchie e meno vecchie canzoni di lotta riadattate in chiave ska-punk. Con noi camminerà anche il Bhutan Clan, quartetto «che fa entrambi i generi: finto folk e gotico tropicale».

Per chi volesse seguirci – ovviamente nel rispetto delle norme che vietano assembramenti – ci ritroveremo alle ore 9:30 al parcheggio dei Prati di Mugnano (BO). Servono scarpe comode (preferibilmente “da trekking”), cibo per il pranzo al sacco e almeno un litro d’acqua nella borraccia, oltre alla mascherina nel caso dovesse servire. Prosegui la lettura ›

«Non ho altra malattia». Un poema anticoloniale scritto in Libia nel 1931, musicato dal Bhutan Clan e letto da Wu Ming 1

Illustrazione di Alberto Merlin, realizzata ad hoc per il Bhutan Clan e Giap. Clicca per ascoltare il Canto del campo di el-Aqila.

El-‘Aqila – pronunciato in dialetto «el-‘Aghila», in arabo standard «al-‘Uqaylah» – è una piccola città affacciata sul Golfo di Sirte. Nel suo entroterra, nel 1930, il governatore della Libia Pietro Badoglio e il vicegovernatore della Cirenaica Rodolfo Graziani fecero costruire un campo di concentramento in cui furono rinchiusi, nei due anni successivi, circa trentamila cirenaici, in gran parte donne e bambini. Molti uomini furono messi – e sovente fatti morire – ai lavori forzati, per costruire le mitiche strade con le quali ancora ce la menano gli apologeti del nostro colonialismo: «In Africa abbiamo fatto le strade!».

L’autore del poema che stiamo per farvi leggere e ascoltare, Rajab Hamad Bu-Huwayish al-Minifi, aveva combattuto da partigiano contro l’occupazione fascista. Proveniva dalla regione di al-Butnan, a cavallo tra gli attuali Egitto e Libia, con la città di Tobruq come capoluogo. La distanza tra queste zone e il campo di concentramento era di circa 500 chilometri, che i deportati furono costretti a percorrere a piedi, a tappe forzate. Prosegui la lettura ›

Ti mandavano al confino perché… | Radio Giap Rebelde

Unheimlich.

«Cappa plumbea», «nube tossica»… Per descrivere quel che grava sul territorio nel quale siamo nati e cresciuti, sulla città e la regione in cui viviamo, potremmo sprecare i clichés.  Mesi di teratogena campagna elettorale, carcinomi del linguaggio causati da polveri sottili penetrate nei meandri del cervello sociale.

Lo spaesamento è forte, benché ampiamente previsto. Ecco, prevedere lo spaesamento. Manca una parola, almeno in italiano, per indicare uno straniamento già messo in conto. Macchine mitologiche si scontrano. Emilia paranoica, diceva quel tale. «Emilia» idea senza parole.
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Scongeliamoci! Resistenze in Cirenaica e una serata per Surgelati.

Clicca per aprire l’evento Facebook della serata.

Sono trascorsi tredici giorni da quando, il 18 gennaio, abbiamo lanciato la campagna di raccolta fondi per stampare la graphic-rock-novel Surgelati, scritta, suonata e disegnata da Wu Ming 2, Contradamerla, David Biagioni e Nicola Gobbi. Più sotto, dopo gli asterischi, trovate nuove informazioni, materiali, e un tutorial su come utilizzare la piattaforma di Produzioni dal Basso, dato che diverse persone hanno avuto difficoltà nella fase di sottoscrizione.

Tredici giorni sono un quarto del tempo complessivo che ci siamo dati per il crowdfunding, e più di un quarto della cifra necessaria è stato raccolto. Grazie quindi a tutte quanti per il vostro sostegno. Confidiamo di tenere il ritmo, ma non sarà per niente semplice. Ad aiutarci, arriva anche il primo appuntamento dal vivo della nostra campagna: sabato 9 febbraio, al Vag61 di Bologna, Wu Ming 2 + Contradamerla suoneranno Surgelati, al termine di una giornata organizzata da Resistenze in Cirenaica. Prosegui la lettura ›

#Bologna, 5 ottobre 2018, ritorna Resistenze in Cirenaica. Lotte per la memoria attiva a confronto: Italia e #Argentina

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Tutto comincia con poche ma esplosive righe della nostra amica Mariana nella mailing list di Resistenze in Cirenaica:

«Questa domenica arriva a Bologna Alejandra Naftal, la direttrice del museo della memoria sorto nel sito dove aveva sede la Esma (Escuela de mecánica de la Armada), uno dei peggiori centri clandestini di detenzione durante l’ultima dittatura argentina, dal quale sono scomparsi migliaia di desaparecidos. Per poter trasformare il sito in un luogo della memoria varie associazioni e militanti hanno dovuto lottare. Ora è un luogo in cui si pratica la memoria attiva attraverso diverse attività. Non solo è possibile vedere gli spazi che hanno tenuto in prigionia donne e uomini, la sala parto dalla quale almeno un centinaio di bambini sono stati rubati alle loro famiglie e dati in adozione a famiglie legate al regime, ma anche gli spazi che occupavano i servizi segreti […] Oggi, nel Sito de Memoria Esma, tutte le settimane si organizza la “visita de las Cinco”, il giro delle cinque pomeridiane, in cui sopravvissuti e parenti delle vittime raccontano le loro storie.» Prosegui la lettura ›