Nicoletta Bourbaki ricorda Giampaolo Pansa, cantore di narrazioni tossiche, sdoganatore di bufale storiche neofasciste

Giampaolo Pansa

Clicca sull’immagine per leggere «In morte di Giampaolo Pansa».

Il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ricorda di cosa si è reso responsabile Giampaolo Pansa dal 2003 – anno della prima pubblicazione de Il sangue dei vinti – a oggi, e segnala le inchieste e gli “smontaggi” durante i quali ci è toccato occuparci anche di lui.

Niente ipocrisie: de isto mortuo malum.

→ Buona lettura.

Nicoletta Bourbaki è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete, sulle false notizie a tema storico e sulla riabilitazione dei fascismi in tutte le sue varianti e manifestazioni. Il gruppo si è formato nel 2012 in seguito a una discussione su questo stesso blog e ha al suo attivo molte inchieste e diverse pubblicazioni. Lo pseudonimo collettivo «Nicoletta Bourbaki» è un détournement transfemminista di «Nicolas Bourbaki», maschilissimo gruppo di matematici francesi attivo dagli anni Trenta agli anni Ottanta del XX secolo.

A proposito di privacy, social media, capitalismo della sorveglianza e attacchi coi droni

Da alcune settimane, come annunciato nella seconda puntata de L’amore è fortissimo, il corpo no, stiamo lavorando a “depurare” Giap – per quanto ci sarà possibile – da link, bottoni, plugin, widget, “librerie” e pezzi di codice invasivi e lesivi della privacy di chi visita il blog.

Sono scelte politiche, e a tutta prima controintuitive se non “autolesioniste”, perché – così dice chi ci mette in guardia – potrebbero ridurre la circolazione dei nostri scritti e rendere più difficile la promozione delle nostre uscite editoriali e iniziative pubbliche.

Si tratta, in parole povere, di rinunciare a strumenti e servizi forniti da megacorporation della Silicon Valley. Prosegui la lettura ›

La sfida di XM24 contro il Nulla / Seconda puntata (di 2)

L’assemblea del 15 novembre nella «Cattedrale» della Caserma Sani.

L’assemblea del 15 novembre nella «Cattedrale» della Caserma Sani, sotto lo sguardo benedicente di quella che è stata subito battezzata come «Madonna Trans»

di Wolf Bukowski * – La prima puntata è qui.

Jacques Pantaleón, da pochi mesi papa Urbano IV, il 23 dicembre del 1261 apponeva il suo sigillo alla bolla Sol ille verus. Poco dopo, una copia del documento veniva consegnata a un messo e questi lasciava il Palazzo dei Papi, attraversava al trotto le strade della provvisoria sede pontificia di Viterbo.

Oggi su quel centro medievale spira un alito di gentrificazione, fatto di offerta gastronomica pervasiva, di retorica del «bello» e della candidatura a diventare parte del patrimonio Unesco. All’epoca, tutto ciò era non solo lontano, ma inimmaginabile. Tanto per il papa, quanto per il messo, che veloce si allontanava e puntava verso nord.

In pochi giorni, l’attesa notizia del riconoscimento dell’ordine religioso-militare della beata Maria Vergine Gloriosa giungeva a destinazione. In questa seconda città – vi fosse arrivato oggi – il cavaliere avrebbe trovato non un alito come a Viterbo, ma una tempesta di gentrificazione, fatta di nauseante sovraofferta gastronomica, crescita insostenibile dei valori immobiliari, Grandi Eventi e Opere e, di nuovo, la nefasta candidatura a diventare patrimonio Unesco. «Unescocide», lo chiama Marco d’Eramo sulla New Left Review: omicidio urbano per mezzo dell’inserimento nelle liste Unesco.

È, la città d’arrivo, Bologna; e la sede dell’Ordo Militiae beatae Mariae Virginis Gloriosae si raccoglieva attorno alla chiesa di «S. Mariae de Caxaraltola». Prosegui la lettura ›

Il 2020 (e il terzo decennio) di Wu Ming: annunci, scritture in corso e calendario degli appuntamenti gennaio- marzo

Vent’anni fa – l’1 gennaio del 2000, all’indomani del «Seppuku» che aveva posto fine al Luther Blissett Project – nasceva il collettivo Wu Ming. Oggi entriamo, dunque, nel nostro terzo decennio.

Abbiamo chiuso gli anni Dieci riflettendo autocriticamente sul nostro stare in rete e innescando una nuova fase di esodi e cambiamenti. Ora apriamo gli anni Venti occupandoci del nostro stare in strada, nel modo più pratico possibile: informando sui prossimi appuntamenti. E cogliendo l’occasione per dire un po’ di cose sui progetti in corso. Prosegui la lettura ›

Ronchi senza i legionari. Memorie di una città e di un nome che non la rappresenta

Ronchi dei Partigiani

Nicoletta Bourbaki parla del libro Ronchi dei Partigiani (KappaVu, Udine 2019). Clicca sulla foto per leggere la recensione.

Sei anni fa pubblicammo un articolo di Marco Barone intitolato Da Ronchi «dei Legionari» a Ronchi dei partigiani. Di cos’è il nome un nome? Il tema era tipico di Giap e delle nostre esplorazioni: il rapporto tra toponomastica e (sovente cattiva) memoria pubblica. Nello specifico, si parlava di un complemento di specificazione aggiunto in epoca fascista al nome di una città del Friuli-Venezia Giulia, Ronchi. Città da cui, per puro caso, nel 1919 era partita la spedizione di D’Annunzio verso Fiume.

Quel complemento  è rimasto come un fardello, a falsare la storia di Ronchi, città meticcia, proletaria, antifascista e partigiana. Città che rimase estranea alla cosiddetta «Impresa di Fiume» (non vi prese parte nessun ronchese), al razzismo antislavo che la permeava, all’imperialismo italiano del quale i «legionari» furono pattuglia d’avanscoperta. Prosegui la lettura ›

Non gelan le radici più profonde. Tolkien e la letteratura della Quarta Era.

Come avevamo annunciato a luglio scorso, l’ultimo mese dell’anno – e del decennio – saluta l’uscita del primo numero de I Quaderni di Arda – rivista di studi tolkieniani e mondi fantastici. Si intitola «Tolkien e la letteratura della Quarta Era» e contiene gli atti dell’omonimo convegno internazionale, che si è tenuto a Trento due anni fa, con l’aggiunta di un saggio di Edoardo Rialti e dell’articolo redazionale che riportiamo qui sotto.

L’edizione digitale è disponibile da oggi sul sito della rivista, con tutti i testi in versione integrale.

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La sfida di XM24 contro il Nulla / Prima puntata (di 2)

8 agosto: la prima assemblea di XM24 dopo lo sgombero.

[Mentre scriviamo quest’intro, ancora una volta, soffia aria di imminente sgombero per XM24, che dal 15 novembre scorso occupa una parte dell’ex-Caserma Sani, in zona Casaralta, Bolognina est.
Chi ha visitato il nuovo XM24 sa che atmosfera si sia respirata in questo mese abbondante di autogestione e recupero dal basso di un’area enorme (e verde), dismessa e chiusa da decenni.
Ora la Procura ha ottenuto dal Gip il sequestro preventivo dell’area, che è proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Mossa che di solito prelude all’intervento delle forze dell’ordine.
A quest’occupazione si è arrivati dopo il fallimento – per la “melina” e il sabotaggio dell’amministrazione comunale – della trattativa per un nuovo spazio. Il tavolo era stato riaperto il 6 agosto, giorno dello sgombero di via Fioravanti 24.
Molti ricorderanno bene quello sgombero, eseguito con ruspa “salviniana” e tanto protervo da procurare al PD di Bologna la solidarietà di Salvini stesso dal Papeete e la presa di distanza di dirigenti del PD nazionale. Dall’altra parte, invece, una resistenza preparata a lungo, fatta di gioia, canti, performance art e sorprendenti allestimenti teatrali. Non c’era, non poteva esserci confronto. Una figuraccia memorabile, che costrinse la ruspante amministrazione a dare un segnale “distensivo”.
L’urgenza era limitare il discredito, dopodiché si sarebbe potuto traccheggiare, tra proposte finte e alzate di spalle, nella speranza che la spinta di XM24 si affievolisse.
Cosa sia accaduto da allora a oggi lo racconta nel dettaglio Wolf Bukowski, in questa miniserie in due puntate. Buona lettura. WM]

di Wolf Bukowski *

Raccontiamo qui di seguito gli ultimi mesi della sfida che XM24 ha lanciato contro il Nulla neoliberale che governa la città di Bologna. Una sfida che il 29 giugno ha riempito le strade, nei giorni precedenti lo sgombero ha dato vita a una quotidianità eccezionale – neppure i media mainstream hanno potuto evitare di raccontarla – e il 6 agosto ha animato la resistenza creativa alle ruspe del Nulla. Una sfida che è stata anche di fantasia, declinata nel segno del fantasy e della difesa di Fantàsia, cioè del proprio universo di autodeterminazione. Per questo tra chi combatteva il Nulla – su manifesti, disegni, in effimere sculture di palloncini… – svolazzava, arruffato e determinato, Falkor, il fortunadrago. Prosegui la lettura ›