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Esternazioni

La narrazione della storia in Wikipedia: pratiche, ideologie, conflitti – di Nicoletta Bourbaki

Così appariva, sul Venerdì del 28/06 scorso, la rubrica nella quale Gad Lerner poneva di nuovo il problema delle pagine di storia sulla Wikipedia italiana.

di Wu Ming

Nicoletta Bourbaki, come ben sa chi segue Giap, è un gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico in rete, sulle false notizie a tema storico, sulla riabilitazione dei fascismi in tutte le sue varianti e manifestazioni. Il gruppo si è formato nel 2012 in seguito a una discussione su questo stesso blog e ha al suo attivo molte inchieste e diverse pubblicazioni. Ha anche scritto Questo chi lo dice? E perché?, una guida alle bufale storiche pensata per usi didattici.

Lo pseudonimo collettivo «Nicoletta Bourbaki» è un détournement transfemminista di «Nicolas Bourbaki», maschilissimo gruppo di matematici francesi attivo dagli anni Trenta agli anni Ottanta del XX secolo.

Nicoletta si è a lungo occupata di come, sulla Wikipedia in lingua italiana, le voci dedicate alla storia del Novecento siano oggetto di continue e pesanti manipolazioni da parte di utenti di destra ed estrema destra. Ciò riguarda principalmente – ma non esclusivamente – le voci dedicate al fascismo e alla Resistenza.

Stiamo parlando di centinaia di voci. L’inquinamento è in corso da anni e, per quanto possa suonare controintuitivo, non procede con vandalismi bensì tramite un esibito formalismo, un rispetto alla lettera – ma sarebbe meglio dire: di facciata – delle regole che la comunità wikipediana si è data per evitare l’aborrito POV [Point of View, la non «neutralità» delle voci]. Prosegui la lettura ›

Bologna, 29 giugno, contro il nulla che avanza. Cosa ci insegna la lotta di #XM24

Zerocalcare per XM24.

di Wu Ming

Sabato 29 giugno, a Bologna, ci sarà un’importante manifestazione a difesa di XM24. Ci troveremo alle 16 in piazza XX settembre. Sfideremo la canicola, perché l’appuntamento è cruciale. La minaccia di sgombero dello spazio non è mai stata così concreta.

Negli anni ci siamo espressi più volte, con parole e azioni, a difesa di XM24.
■ Siamo stati complici di Blu nell’azione Occupy Mordor.
■ Abbiamo pubblicamente vituperato l’ipotesi di insediare, al posto del centro sociale, una caserma dei CCuna «casa della letteratura» [cliccando il primo dei due link, potete leggere una cronologia di XM24 dal 2002 al 2017].
■ Abbiamo contribuito a scrivere e lanciare la petizione che, due anni fa, ha raccolto oltre 2700 firme.
■ Abbiamo organizzato «I piedi sulla città», camminata/performance nei luoghi della Bologna distopica, tra sgomberi, cementificazione, bolla del «food» e grandi opere inutili.
■ Di recente, abbiamo dedicato a XM24 la lettura che ha chiuso il convegno Vent’anni di Q: sul rapporto tra ricerca storica e narrativa all’Archiginnasio di Bologna.

Quella di XM24 è un’esperienza preziosa e una vicenda emblematica. Un vero caso da manuale: incapsula tutto ciò di cui scrive Wolf Bukowski nel suo recentissimo La buona educazione degli oppressi. Prosegui la lettura ›

Sui veri risultati italiani delle Europee 2019. Non facciamoci abbagliare da percentuali di percentuali

astensionismo

[Stamane abbiamo pubblicato su Twitter una catena di tweet coi nostri primi spunti di riflessione sul risultato elettorale. Abbiamo deciso di pubblicarli anche qui, in forma di articolo, con alcune modifiche e integrazioni. Buona lettura. WM]

Un solo esempio per far capire quanto l’astensione al 44% distorca la “fotografia” e renda i ragionamenti sulle percentuali dei votanti – anziché del corpo elettorale – del tutto sballati: alle politiche del 4 marzo 2018 il PD prese 6.161.896 voti. Alle Europee di ieri, 6.045.723.

Non c’è nessun «recupero», sono oltre 116.000 voti in meno rispetto all’anno scorso. L’iperattivismo polemico di Carlo Calenda e la retorica da Madre di Tutte le Battaglie non hanno ottenuto nulla salvo un effimero superare una «soglia psicologica» che non ha corrispondenza nel reale.

Per chi dice che non vanno comparate elezioni diverse, ecco il dato delle precedenti Europee: 11.203.231. In cinque anni il PD ha perso oltre cinque milioni di voti, eppure, in preda all’effetto allucinatorio da percentuali “drogate” dall’astensione, la narrazione è quella del «recupero», della «rimonta», del «cambio di passo». Prosegui la lettura ›

Sarnano ’44. Storia e leggenda di «quella partita di calcio tra partigiani e nazisti»

[Anche una storia vera, se raccontata omettendone il contesto, si trasforma in narrazione tossica. Ce lo dimostrano Matteo Petracci (storico, tra le altre cose membro del gruppo Nicoletta Bourbaki) e Simone Vecchioni (grande conoscitore e narratore dell’Appennino marchigiano, membro di Alpinismo Molotov). In questo articolo, i nostri guest blogger ci offrono un primo resoconto della loro ricerca pluriennale su un episodio “minore” dell’occupazione nazista delle Marche: una partita di calcio «tra soldati tedeschi e partigiani», che però… Non vi anticipiamo nulla. Buona lettura. WM]

di Matteo Petracci & Simone Vecchioni

Un pallone, due squadre, undici giocatori in divisa, undici civili. Una partita che è stata
raccontata – e fatta – a pezzi per 75 anni e della quale ancora non si conosce il risultato
finale. Una storia sconosciuta ai più, ricostruita allargando lo sguardo e smontando
parte delle cronache che da anni circolano sul suo conto.

Una cosa è certa: non è possibile raccontare questa partita senza inserirla nel contesto
in cui è stata disputata, e anche in questo caso la storia cambierà in base al punto dal
quale decideremo di raccontarla. Prosegui la lettura ›

Sentieri, fantasmi e parole. Irene Cecchini intervista Wu Ming 2 sulle «nuove geografie letterarie»

Frontignano di Ussita (MC), Monti Sibillini, 4 maggio 2019

«Finché parliamo di proprietà private, istituzioni o cimiteri, sembra facile stabilire un confine. Dentro/fuori. Ma già se consideriamo una vallata, una città, o lo spazio che nomino quando dico “qui”, è molto complicato deciderne l’estensione. I luoghi nascono come incroci di percorsi, e quindi sono definiti dalle linee che li attraversano, piuttosto che da quelle che li chiudono. “Abitare coscientemente un luogo” significa conoscere quegli andirivieni, ovvero i movimenti di chi lo vive, senza bisogno di una mappa – mentale o cartacea che sia. Si potrebbe dire che proprio quando inizi ad aver bisogno di una mappa, allora non appartieni più al territorio in cui cammini. Gli autoctoni sono coloro che si orientano in un luogo grazie alle storie, non alla bussola.»

Questa riflessione sui confini compare in una lunga intervista con Wu Ming 2, da poco pubblicata sul blog multilingue Liténature, piattaforma in Rete di un più vasto progetto dell’Università di Gent, dedicato all’approccio “ecopoetico” nella fiction contemporanea francese, italiana, germanofona e anglofona.

Nel dialogo con Irene Cecchini, Wu Ming 2 approfondisce molti temi legati alla produzione “geografica” del collettivo, che va dal Sentiero degli dei a Un viaggio che non promettiamo breve, passando per Cent’anni a Nordest, Il sentiero luminoso, Cantalamappa e il recentissimo Grüne Linie. Prosegui la lettura ›

La resistenza «italiana»: multietnica, creola, internazionalista e migrante

Clicca per vedere il video della conferenza di Wu Ming 1.

La Resistenza «italiana» non è un’epopea solo nazionale e nemmeno solo bianca.

Nella nostra guerra di liberazione combatterono partigiani di oltre cinquanta nazionalità e da ogni continente. La Resistenza al fascismo italiano cominciò nelle colonie d’oltremare e vi presero parte anche italiani. La Resistenza italiana si ispirò a quella jugoslava e in «Venezia Giulia» cominciò ben prima dell’8 Settembre. Partigiani italiani combatterono in Jugoslavia, Albania, Grecia, Francia, Belgio…

Cosa ci ha impedito, per tutti questi anni, di vedere la Resistenza «italiana» come una guerra internazionalista, anticoloniale e senza confini? Come una guerra meticcia?

Con la conferenza tenuta al Memoriale della Shoah di Milano il 6 maggio 2019, Wu Ming 1 ha cercato di dare risposte a questa domanda, elencando le ragioni politiche e – soprattutto – i «blocchi» culturali che hanno reso invisibile la «quarta dimensione» della nostra guerra partigiana. Prosegui la lettura ›

Via i neofascisti dal Salone del Libro. Abbiamo vinto. Ecco alcune cose da imparare per la prossima volta.

Abbiamo pensato subito a Macerata, al 10 febbraio 2018. Uno dei momenti più alti di antifascismo dal basso degli ultimi anni. Il precedente più vicino di un risultato ottenuto tenendo il punto, contro ogni diktat.

[Attenzione: articolo aggiornato il 10 maggio 2019 alle h.13:20. Gli otto punti adesso sono dieci.]

L’antifascismo ha ottenuto un risultato importante, che farà precedente: Casapound è fuori dal Salone internazionale del libro di Torino. Aprire la contraddizione è servito, eccome se è servito. Dare un segnale chiaro è stato determinante. Grazie a tutte e tutti quelli che, insieme a noi, lo hanno dato.

Eppure nei giorni scorsi il dibattito ha avuto momenti molto tossici e, nel vortice di “voltairismi” d’accatto, pseudo-obiezioni, diversivi, sfondoni e hashtag malissimo concepiti, pochi speravano nel buon esito della lotta.

Abbiamo compilato, come strumento utile per il futuro, un glossario di equivoci e malintesi rimbalzati sui giornali e sui social media, dopo l’annuncio che non avremmo partecipato al Salone per non condividere quello spazio con un editore fascista.

Ne abbiamo individuati otto dieci, che a nostro avviso raccontano qualcosa sull’Italia dei libri, su come oggi viene percepita e percepisce se stessa. E forse anche qualcosa di più. Prosegui la lettura ›