Networkers never die. L’archivio di Piermario Ciani approda al Mart

Piermario Ciani, Venezia, 1979

Piermario Ciani, Venezia, 1979

di Duccio Dogheria *

Giap si è occupato più volte della poliedrica figura di Piermario Ciani (1951-2006), formidabile sperimentatore e networker ante litteram. Ma anche ben prima della creazione del blog, Wu Ming 1 – che collaborò con il multiforme creatore di situazioni fin dagli esordi del Luther Blissett Project – ha dedicato preziose parole alla sua memoria, ad esempio il 9 agosto 2006, poco dopo la prematura scomparsa di Ciani, su L’Unità.

Riportiamo un passo di quest’ultimo intervento che, di passaggio, tocca una questione cruciale: l’importanza delle carte d’archivio e la loro capacità di restituire mondi, persone, relazioni, progetti, passioni, pratiche di vita.

«Avrei trascorso la nottata senza chiudere occhio, rovistando nell’aleatorio archivio, scoprendo chissà cosa. Creature magnifiche o mostruose, selvatiche o übertecnologiche, rimangono là, acquattate tra le scartoffie, i floppy vetusti, i cd-rom, le diapo, i negativi, pronte a saltar fuori non appena qualcuno ci affonderà le mani. Lo stesso Pier è in mezzo a quelle creature, primus inter pares, demiurgo democratico e affettuoso. Dal fondo di trent’anni di lavoro creativo e guerriglia culturale, attende senza fretta la “rivalutazione” e la qualifica di artista “di culto”.»

Considerazioni alle quali fanno eco, due anni dopo, quelle di Vittore Baroni, che con Piermario Ciani ha condiviso la bellezza di 25 anni di progetti. Così in apertura del n. 95 (2008) di Arte postale!, interamente dedicato alla loro ultima creatura, la AAA Edizioni:

«L’archivio di P. (incluse le sue opere) è per quanto ne so sigillato in un numero imprecisato di scatole e scatoloni a Bertiolo, in attesa di essere catalogato e sistemato. Queste cose richiedono tempo, lavoro, passione e anche un pizzico di fortuna (ad. es. qualche volenteroso ricercatore di storia delle controculture)».

Da allora sono oramai passati 14 anni, nei quali si sono intraprese diverse iniziative per ricordare Ciani e al contempo salvaguardarne il prezioso archivio, comprendente oltre una settantina di colli.

«La provi in Friul»

Su quest’ultimo aspetto si è creato un gruppo di lavoro, composto da amici e conoscitori dell’opera dell’artista – Vittore Baroni, Emanuela Biancuzzi, Ferruccio Giromini, Dorino Minigutti –, che ha affrontato fin da subito l’urgenza di un primo elenco di consistenza delle carte, apponendo ai fascicoli segnature provvisorie, fondamentali per un rapido rinvenimento della documentazione.

Parallelamente, la Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia ha notificato l’interesse culturale dell’archivio, atto formale non scontato, indispensabile per evitare la dispersione delle carte o il loro trasferimento oltreconfine (leggi oltreoceano), come purtroppo è capitato negli ultimi anni anche agli archivi legati alla cosiddetta “controcultura”, come qualche decennio addietro capitò a importanti archivi futuristi, in primis quello di F.T. Marinetti.

Tuttavia, nonostante le tante idee e l’instancabile impegno dei familiari, degli amici e della compagna di Ciani, Emanuela Biancuzzi, non si è riusciti negli anni a trovare per l’archivio una stabile destinazione istituzionale sul territorio friulano. Dove il nostro ha vissuto la sua intera vita, pur rimanendo in costante contatto dal suo eremo di Bertiolo con altri networkers di tutto il mondo, dal Giappone di Ryosuke Cohen agli Stati Uniti di GX Jupitter-Larsen.

Colpo di scena

A fine 2022, il coup de théâtre: l’approdo di tutte le carte all’Archivio del ‘900, il centro di ricerca del Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), generosamente donate dalle figlie dell’artista. Scelta felicemente condivisa anche dalla compagna Emanuela e da Vittore Baroni, che già nel 2016 aveva donato al museo roveretano diverso materiale a stampa co-prodotto insieme a Ciani e prontamente utilizzato dal Mart in occasioni espositive e didattiche.

Al di là della rilevanza internazionale del museo roveretano, siamo convinti che il luogo in cui l’archivio è approdato sia dei più stimolanti per approfondire la poliedrica figura di Ciani. Nel centro di ricerca del Mart le sue carte dialogheranno con quelle di numerosi altri sperimentatori del secolo scorso, dai futuristi come Fortunato Depero, Carlo Carrà, Gino Severini e Luigi Russolo, ad artisti che in più occasioni hanno lavorato assieme a lui, come Pablo Echaurren o Enrico Baj. L’Archivio del ‘900 conserva inoltre diversi fondi legati a campi di sperimentazione in cui Ciani è stato particolarmente attivo per tutto il corso della sua breve ma intensa vita, come la Mail Art o le autoproduzioni editoriali, artistiche quanto musicali e controculturali.

Piermario Ciani, Sfilata al Fashon di Trieste, 1983 (i capi sono dello stesso Ciani)

Piermario Ciani, Sfilata al Fashon di Trieste, 1983 (i capi sono dello stesso Ciani)

L’approdo in questo centro di ricerca risulta di fondamentale importanza per quel processo non tanto di ri/valutazione (Ciani è già un artista che vale molto e costa poco, parafrasando uno dei suoi celebri timbri d’artista legati al Luther Blissett Project), quanto di restituzione e condivisione del suo operato, che non ha bisogno di effetti speciali per essere ammirato, quanto piuttosto di un’opera di conoscenza, di studio, di condivisione delle informazioni. In tale attività un ruolo non certo marginale avrà anche la digital library del Mart su Internet Archive, utopica e al contempo avveniristica piattaforma creata nel 1996 da Brewster Kahle con l’intento di garantire un accesso libero e universale alla conoscenza*.

Paradossalmente, su un anticipatore della comunicazione in rete come Ciani, fino a poco tempo fa non esisteva nemmeno una pagina Wikipedia, mentre ancora oggi, cercando sul web tracce visive della sua vasta produzione (banalmente: su Google immagini), sono più numerose le immagini relative a tributi alla sua memoria che quelle che documentano le sue originali creazioni, in particolar modo quelle degli anni Ottanta.

Unità di memoria SyQuest, 1996 circa. All'interno vari progetti per AAA edizioni

Unità di memoria SyQuest, 1996 circa. All’interno vari progetti per AAA edizioni

Al limite della supportazione

L’archivio di Piermario Ciani rappresenterà inoltre per il Mart un significativo case study archivistico: la sperimentazione sotterranea condotta da Ciani in diversi campi di ricerca ha portato tra la sedimentazione delle carte numerosi ed eterogenei materiali afferenti a quelli che Bruce Sterling definì dead media, ovvero quella documentazione dispersa su supporti oramai superati, obsoleti, sostanzialmente morti e quindi di difficile lettura.

Oltre ad audiocassette, VHS e CD-ROM, sono infatti presenti decine di floppy disk perlopiù per Mac e ancora più complicati supporti Zip 100 o SyQuest, contenenti per altro file scritti con programmi non più in commercio, ma anche alcune mini-VHS utilizzate come supporto dati per le prime telecamere (VHS-C), filmati su pellicola e bobine audio. Un mondo documentario al contempo tecnologico e vetusto, che richiede chiavi di lettura, strumenti e interpreti.

Piermario Ciani, xerografia originale, 1983

Piermario Ciani, xerografia originale, 1983

Seguire le TRAX

La narrazione e le possibilità d’indagine offerte dalle carte d’archivio sono sorprendenti e ben si prestano a infiniti link d’approfondimento con l’automitobiografia Piermario Ciani. Dal Great Complotto a Luther Blissett, edita nel 2000 dallo stesso Ciani. Dopo aver letto le pagine sulle sue prime ricerche fotografiche e xerografiche, apprezzate al tempo anche da storici della fotografia come Italo Zannier e Claudio Marra, ecco spuntare dall’archivio decine e decine di fotografie e xerografie originali, una puntuale rassegna stampa a tema e migliaia di negativi e diapositive.

Oppure, dopo aver approfondito nella monografia l’esperienza del progetto di networking Trax, portato avanti tra il 1981 e il 1987 assieme a Vittore Baroni e Massimo Giacon, ecco che tra le carte d’archivio emergono non solo diversi prodotti di quel progetto (vinili, audiocassette, edizioni), ma anche numerosa documentazione che ne attesta il work in progress, come carteggi, fotografie, master audio e numerose grafiche originali.

Come spesso capita con gli archivi di persona, non mancano le piccole lacune, soprattutto tra la documentazione a stampa che ci si aspetterebbe di trovare. Ad esempio può sorprendere come tra le carte di un Luther Blissett della prima ora non siano presenti stampati che certamente Ciani avrà avuto certamente tra le mani, come la fanzine Luther Blissett. Rivista mondiale di guerra psichica, per fare solo un esempio.

Lacune, in ogni caso, minime, e limitate generalmente ai soli materiali a stampa, tant’è che – a proposito di Luther Blissett – l’archivio conserva diversi fascicoli di rassegna stampa, volantini, corrispondenza (con Vittore Baroni, con Stewart Home, coi futuri Wu Ming…), stickers e altri contributi grafici, compresi quelli di Matteo Guarnaccia e Gianluca Lerici (alias Professor Bad Trip), al quale Ciani ha dedicato un intero fascicolo, recentemente richiesto in prestito proprio dal Mart per la mostra Eretici. Arte e vita.

Piermario Ciani, Sticker per il Luther Blissett Project, 1995

Piermario Ciani, Sticker per il Luther Blissett Project, 1995

D’altro canto, sono diversi i materiali al contrario inaspettati, in quanto non strettamente connessi con la produzione del Nostro. Così, a proposito di materiale a stampa, segnaliamo una raccolta di riviste controculturali olandesi degli anni Sessanta, o alcuni giornali murali di Gianni Emilio Simonetti (il falso «Re Nudo» e alcuni numeri di «Robinud»). Oppure, la presenza di veri e propri oggetti, “ferri del mestiere” utilizzati per le sue sperimentazioni, come una raccolta di timbri d’artista, o una valigetta contenente una Letracopy C40, bizzarro macchinario che serviva per colorare le fotocopie, trasferendo a caldo il colore sulle parti nere tramite un rullo elettrico.

Ogni aspetto dell’intenso, caleidoscopico laboratorio creativo di Ciani è documentato nel suo archivio, e l’unico rammarico è che questo laboratorio abbia chiuso troppo presto i battenti. Dalla Mail Art alla Fax Art, dall’utilizzo creativo degli stickers alla produzione grafica (ad esempio per Stampa Alternativa), fino alla intensa attività editoriale – su tutto, assieme nuovamente a Baroni, la AAA edizioni – ogni attività trova un puntuale riscontro tra le carte stratificate nel corso di tre febbrili decenni d’attività, compresi i numerosi progetti ideati, studiati, abbozzati, ma per mille motivi non portati a termine.

Per ulteriori informazioni: archives@mart.tn.it

* Duccio Dogheria (1976) lavora da molti anni all’Archivio del ‘900 del Mart. È coautore, insieme a Silvano Zingoni, di Luther Blissett. Bibliografia di una guerra psichica (Strade Bianche, Stampa Alternativa, Viterbo 2021).

** A proposito: al momento Internet Archive, uno dei siti più importanti al mondo, è sotto attacco e sotto processo, proprio per via del programma Open Library.

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