Révolution touR! Date Agosto – Novembre 2014 L’#ArmatadeiSonnambuli #Bioscop

«Tuona il cannone»

Tuona il cannone, by Alessandro Caligaris. Clicca per vedere tutte le sue immagini ispirate a L’Armata dei Sonnambuli.
«Sta’ mò bono c’ai pans me, brott dio d’un boia. Vût vadder? Càvet bän d’in mèz ai marón! Branco di pugnettari! Mo guerda te, boia ed diona… Av la dâg me adès! Acsè!»

Quattordici settimane dopo l’uscita de L’Armata dei Sonnambuli, la quarta edizione spinge il romanzo oltre le cinquantamila copie di tiratura, mentre continuano a uscire recensioni e aumentano le estensioni/derive transmediali a opera di lettrici e lettori.

Un esempio: il 14 Luglio scorso, duecentoventicinquesimo anniversario della Presa della Bastiglia, un gruppo di espatriat* italian* si è dato appuntamento là dove un tempo sorgeva la fortezza-prigione, e ha dato vita a un flashmob / reading collettivo del romanzo. È tutto documentato qui. La sera stessa, anche noi abbiamo celebrato la ricorrenza, ma allo Sherwood Festival di Padova, dove abbiamo commentato con entusiasmo il flashmob.

Noialtri si continua a girare in lungo e in largo, sia come band di scrittori, sia nei panni del Wu Ming Contingent, per suonare dal vivo i brani di Bioscop e qualche nuova canzone. Dopo cinquanta date, la prima tranche del Révolution touR è finita. Ci spiace per le iniziative annullate (poche, per fortuna). Diverse, come vedete, le recuperiamo in questa nuova tranche, che va da agosto a novembre. È un’altra cinquantina di date, e stavolta ci spingiamo più a sud: Puglia, Calabria, Sicilia, Campania… Qui sotto, tutti i dettagli già disponibili, e gli altri li aggiungeremo man mano. Aggiungeremo anche le poche date ancora “orbitanti”, man mano che entreranno nell’atmosfera.
Prima del calendario, però, segnaliamo nuove recensioni del romanzo.

Saigon, 10 giugno 1963: il monaco buddhista Thích Quảng Đức si brucia vivo. Foto di Malcolm Browne. Clicca sulla foto per leggere la storia.

Saigon, 10 giugno 1963: il monaco buddhista Thích Quảng Đức si brucia vivo. Foto di Malcolm Browne. Clicca sulla foto per leggere la storia.

Anzi, prima ancora delle recensioni, facciamo notare che siamo nello zeitgeist a tutti i livelli. Avete presente quelli che, riferendosi ai sonnambuli del libro indifferenti al fuoco che li divora, parlano di «facili concessioni al fantasy», «scene tirate per i capelli» ecc.? Forse, chissà, erano fantasy anche i monaci buddisti che, dopo essersi «ipnotizzati» attraverso pratiche di meditazione e ripetizioni di sutra, si davano fuoco per protestare contro il regime di Ngô Đình Diệm in Vietnam del Sud. Le foto li mostrano serafici e immobili, e più di cinquant’anni dopo sono ancora sconvolgenti.
Ebbene, manco a farlo apposta, nelle ultime settimane sono uscite diverse notizie di operazioni chirurgiche su pazienti resi insensibili al dolore non per mezzo di anestetici ma grazie all’ipnoterapia. Il caso che ha avuto più risalto è quello della cantante franco-ivoriana Alama Kanté. In stato di ipnosi, l’artista ha cantato mentre la operavano alle corde vocali. L’ipnochirurgia non è però una novità di questi giorni: qui potete vedere un’intera operazione (asportazione di un’ernia), trasmessa su Channel 4 nell’aprile 2006.

E ora le nuove recensioni, poi il calendario.

Non è una recensione, ma parla anche de L’Armata dei Sonnambuli, e soprattutto è un testo bellissimo che ci ha commossi: Fraternité (Ricordando chi è ancora senza nome), di Luisa Catanese, apparso su Carmilla il 22 luglio 2014.

«Nel romanzo c’è poi una quinta voce, che in qualche modo è anche un quinto personaggio, collettivo questa volta, la voce della plebe del foborgo di Sant’Antonio, che si rivolge al lettore al plurale e gli offre una panoramica (con funzione di raccordo) di quello che sta succedendo («Te lo si conta noi, com’è che andò»), dal basso e senza filtri, esattamente il contrario del coro della tragedia greca che invece era schierato dalla parte degli dei e dell’autorità. A suon di idiomi come “soquanti” e “sbrisga”, insulti come “gianfotti” e “pierculi”, e imprecazioni come “negoddio” e “svitoddio”, questa voce cerca di mantenere i coloriti modi di dire popolari del linguaggio sanculotto dell’epoca traducendoli in italiano/emiliano con effetto straniante o italianizzando parole francesi (“garzo” per “garçon”, “gecco” per “Jacques”) e nomi di luoghi (“le Tuilleries” diventano “le Tegolerie”, il “foubourg” diventa “foborgo”, “Notre Dame” diventa “Nostra Dama”, “Saint Honoré” diventa “Sant’Onorio”, il “Pont Neuf” diventa “Pontenuovo”, “Place de Grève” diventa “piazza della Grava”), e ottiene l’effetto di risultare vitale e frizzante nonostante sia fittizia e artificiale. Inoltre non è limitata solo alla voce della plebe, perché caratterizza tutti i dialoghi dei personaggi popolari (uno tra tutti, Marie) e invade letteralmente tutto il testo, contaminandolo. L’attenzione al registro linguistico è poi talmente alta che anche nelle parti ambientate in Alvernia la lingua parlata dai locali è diversa ed è stata ottenuta con una specie di dialetto piemontese. Leggetelo, e Parigi non vi sembrerà più la stessa.»
– Tratto da: Paolo Nardi, recensione de L’Armata dei Sonnambuli, «La spelonca del libro», 11/07/2014.

«Giunti al termine dell’ultima e 792esima pagina de L’Armata dei Sonnambuli (Einaudi Stile Libero, 2014) di Wu Ming, si avvertirà immediatamente l’esigenza compulsiva di chiudere il libro e, dopo essersi guardati un po’ intorno, effettivamente certi di essere soli, ricominciare daccapo. La prima idea sarà di ripercorrere la strada a ritroso, assicurandosi di aver raccolto tutto, di non aver perduto qualcosa durante il tragitto […] Più che di romanzo storico, si tratta allora di una messa in scena della storia o comunque dell’esigenza di raccontare un passato lontano, ogni pagina più vicino che mai. È il principio dell’affabulazione, che, come affermano i Wu Ming stessi, «è obbligatoria com’è obbligatorio mangiare». E allora, spinti dall’euforia di una lettura avvolgente che non tradisce le aspettative, come non essere tentati di scorgere nel mesmerismo, teoria illuministica di fluidi magnetici e sonnambulismo, una protesta silenziosa nei confronti di quei poteri ciarlatani, che, con chiacchiere imbroglione, riescono a indurre il sonno nelle coscienze dei cittadini? La voce viva di una storia tanto pulsante non poteva poi che ricorrere ai dialetti, quelli antichi emiliani, degni ambasciatori dello spirito genuino della rivolta. Per queste vie e molti altri sentieri, passa la voglia di Wu Ming di riscrivere la storia ufficiale, che vorrebbe la rivoluzione francese atto coscienzioso di pochi illuminati su una massa pronta a essere manovrata. Sorpassando le potenzialità del What if, per abbracciare quelle del What else, con L’Armata dei Sonnambuli i Wu Ming abbandonano gli sfizi puramente autoriali, sacrificandoli al lettore, alla sua capacità di orientarsi in un impianto narrativo complesso, megalitico ma stupendamente leggero.»
– Tratto da: Carlotta Colarieti, recensione de L’Armata dei Sonnambuli, sulla rivista on line Flanerí, 18/07/2014.

«È sempre la stessa storia, vero Wu Ming?
È sempre quella che raccontate, da Munster alle praterie degli indiani, dal Bosforo ai sobborghi di Parigi, in fondo è sempre la storia dell’eterna lotta tra i ricchi e i pezzenti, tra chi detiene il potere e chi lo vorrebbe distribuire al popolo, tra chi ha e chi non ha. Una lunga storia di speranze, di miserie, di sudore, di lacrime, di merda, di vittorie, di sangue, di tradimenti, di approssimazioni, di incapacità, di avanzate e di ritirate, la storia degli straccioni che alzano la testa e che diventano popolo, la storia delle lame che tagliano gli ideali, la storia della fame e delle idee che si fanno esercito, delle spie, dell’ingordigia, dei dubbi, dei rimpianti, la storia maledetta degli uomini.»
– Tratto da: Nicola Fiorita, «L’eterna lotta tra ricchi e pezzenti secondo Wu Ming», sulla rivista on line Chi troppo, chi niente, 05/07/2014

«La Rivoluzione descritta da Wu Ming, prima di tutto, è donna. Ed è una cosa tanto banale che è passata inosservata tutte le volte che ci hanno costretti a studiare quei noiosi battibecchi politici tra Marat, Danton e Robespierre. Nessuno ha mai pensato di dirci che mentre la maggior parte degli uomini erano a combattere in nome della Convenzione da qualche parte, a Parigi erano rimaste soltando le donne, che come moderne Arianna fornivano ai padri della Rivoluzione la propria versione popolana del gomitolo di lana, per guidarli nel labirinto della burocrazia e dei giochi di potere.»
– Tratto da: Andrea Gabrielli, recensione de L’Armata dei Sonnambuli, apparsa su Roar Magazine, 10/07/2014.

E poi c’è Anobii , naturalmente. Mentre scriviamo ci sono 76 recensioni di lettori.

Il 14 luglio......

Il  momento «Ballo delle vittime» del flashmob del 14 Luglio. Clicca per vedere lo storify.

AGOSTO

3 agosto
CORTONA (AR)
Doppio appuntamento al Cortona Mix Festival
h. 19.30, Sant’Agostino
presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
h. 21.30, Piazza Signorelli
Wu Ming Contingent live
(insieme a Nobraino e altri) per la festa finale.

4 agosto
CORRIDONIA (MC)
Villa Fermani
Recuperiamo il concerto rimandato per maltempo:
Wu Ming Contingent dal vivo

5 agosto
PESCARA
La Lampara
Viale della Riviera 170
Recuperiamo la data rimandata per maltempo:
Wu Ming Contingent dal vivo

12 agosto
SENIGALLIA (AN)
h. 21.30, Spazio Autogestito Arvultùra
via Abbagnano, 4
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.

13 agosto
S. BENEDETTO DEL TRONTO
h.21.30, Bagni da Luigi
Presentiamo L’Armata dei sonnambuli

21 agosto
BRESCIA
Festa di Radio Onda d’Urto
h.19.30, Patchanka – Spazio Dibattiti
Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli.
A seguire, sul palco principale
Wu Ming Contingent dal vivo
(+ Lo Stato Sociale)

22 agosto
VINADIO (CN)
Festival FORTISSIMO
h.18, Area Letteratura
presentazione e letture de L’Armata dei Sonnambuli
h.23 circa, Ohm Radio Stage
Wu Ming Contingent dal vivo
www.ballacoicinghiali.it

22 agosto
TRIESTE
Libreria «In Der Tat»
via A. Diaz 22
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.

25 agosto
PONTICELLI DI MALALBERGO (BO)
Nuova Casa del Popolo aka «La Casona»
Wu Ming Contingent dal vivo
Apri la mappa.

29 agosto
PIACENZA
Circolo ARCI Amici del Po
via Tinazzo 30, Monticelli d’Ongina (PC)
Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli
Apri la mappa.

29 agosto
UDINE
Cinema Visionario
via Fabio Asquini 33
H.19:30 Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli
con Alessandra Kersevan e Federico Tenca Montini
e la meglio gioventù del marxismo friulano.

30 agosto
CASTEL NUOVO d’ASSISI (PG)
dalle h.19
Woodworm @ Riverock Festival
Wu Ming Contingent dal vivo
con Paolo Benvegnù, Julie’s Haircut, Progetto Panico

31 agosto
MANTOVA
6^ Festa Anticapitalista dello Spazio Sociale “La Boje!”
presso Arci Cinciana – via Spiller, 19
h. 20, presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
h. 22, Wu Ming Contingent dal vivo

«Va te branler ailleurs!» Bastien visto da Alessandro Caligaris.

«Va te branler ailleurs!» Bastien visto da Alessandro Caligaris.

SETTEMBRE

5 settembre
MANTOVA
Festivaletteratura
Laboratorio di magnetismo rivoluzionario
con Wu Ming, Mariano Tomatis, Ferdinando Buscema e altri magnetisti.
Dettagli qui.

10 settembre
CASTRÌ (LE)
h.20, Piazza Municipio
a cura di Spazio Sociale ReAzione
Reading da L’Armata dei Sonnambuli
Con Wu Ming 2, musiche di Valerio Daniele.

11 settembre
LECCE
Spazio sociale ZEI – Circolo ARCI
Corte dei Chiaromonte, 2
in collaborazione con Libreria Icaro
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.

12 settembre
NAPOLI
h.18, Zer081
Largo Banchi Nuovi, 10 (ex-mensa università orientale)
Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli

§

LOCOROTONDO (BA)
h.18.30, Docks101
Via Nardelli, 101
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli. 

14 settembre
CAGLIARI
Marina Café Noir
h.18, Giardini sotto le mura
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
con Paolo Piras
h 22:00 reading/concerto tratto dal romanzo.

19 settembre
MODENA
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

19 settembre
GRUGLIASCO (TO)
Happening magnetico.
Dettagli a seguire.

20 settembre
TORINO
Libreria «Il ponte sulla Dora»
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
con Giaime Alonge ed Enrico Manera
Dettagli a seguire.

20 settembre
PERUGIA
presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
ospiti del Circolo dei Lettori
Dettagli a seguire.

21 settembre
VITERBO
Circolo ARCI Biancovolta
presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Dettagli a seguire.

27 settembre
BOLOGNA
Lab 41
Via Castiglione, 41
La Compagnia Fantasma interpreta L’Armata dei Sonnambuli
Dettagli a seguire.

OTTOBRE

1 ottobre
VERONA
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

2 ottobre
VITTORIO VENETO (TV)
Dettagli a seguire

3 ottobre
CASTELMINIO DI RESANA (TV)
Teatro LA CONIGLIERA
presentiamo L’armata dei sonnambuli
a cura di Collettivo Flaneur
e Librerie Costeniero
di Castelfranco Veneto (TV) e Camposampiero (PD)
Con reading a cura di ANAGOOR.
Apri la mappa (vedrai che serve)

5 ottobre
FERRARA
Festival di Internazionale
Dettagli a seguire.

8 ottobre
COSENZA
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
con Giuliano Santoro, Claudio Dionesalvi e Andrea Olivieri
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

9 ottobre
CATANZARO
Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli.
con Lou Palanca.
Dettagli a seguire.

13 ottobre
NISCEMI
Sede del comitato No Muos
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

14 ottobre
CATANIA
CSA Officina Rebelde, Via Coppola n.6
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.

15 ottobre
MESSINA
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

16 ottobre
PALERMO
Booq – Biblio Officina Occupata di Quartiere
Vicolo della Neve all’Alloro.
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

21 ottobre
PAVIA
Zó bòt!!!
Reading/concerto da L’Armata dei Sonnambuli
CVASI MING
Wu Ming 1, Francesco Cusa e Vincenzo Vasi
Clicca qui sopra per la scheda dello spettacolo.

22 ottobre
VALTELLINA
Dettagli a seguire.

23 ottobre
RASTIGNANO (BO)
Biblioteca “Don Lorenzo Milani”
P.zza Piccinini, 4/a
Dettagli a seguire.

23 ottobre – doppio appuntamento
MESTRE (VE)
h.18, Rassegna «Mestre in Centro»
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Dettagli a seguire.
§
PADOVA

h. 21, Bios Lab
via Brigata Padova, 5
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.

26 ottobre
CREMONA
Dettagli a seguire.

30 ottobre
VOGHERA
Dettagli a seguire.

NOVEMBRE

6 novembre
BARI

6 novembre
BRINDISI
Chapiteau Circo El Grito – Lungomare Regina Margherita
Laboratorio di Magnetismo & Circo Rivoluzionarî
con WM2, Mariano Tomatis & Circo El Grito
In attesa di conferma.

7 novembre
BARLETTA
Dettagli a seguire.

8 novembre
FOGGIA
Dettagli a seguire.

17 novembre
PARIGI
Libreria Marcovaldo
61, rue Charlot
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Dettagli a seguire.

18 novembre
BRUXELLES
Libreria Piola
66, rue Franklin
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Dettagli a seguire.

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27 commenti su “Révolution touR! Date Agosto – Novembre 2014 L’#ArmatadeiSonnambuli #Bioscop

  1. [Spoiler] Ebbene: sono tra quelli, o forse la sola, che ha usato l’aggettivo “facile”, parlando degli armeggi di Yvers con arrosti e insetti di vario genere, in un libro che ho molto atteso e peraltro apprezzato. Non ho però mai utilizzato la parola fantasy. Volutamente. Sì, ogni tanto c’è qualche caso isolato nel mondo di gente che s’appicca fuoco a ogni latitudine (tanto per non parlare solo di quello che tutti citerebbero). L’Armata però è un rogo collettivo. E’ un rogo collettivo comandato di gente che in quel momento non deve testimoniare una situazione di sconfitta come in genere coloro che si dan fuoco (possiamo metterci anche disoccupati e disperati sociali vari): questi sono scherani che stanno vincendo e pestando e d’un tratto si tolgono di mezzo da soli… difficile. (Tra l’altro il ritratto dei muschiatini è veramente ben riuscito: li si immagina da Eataly, o in un centro commerciale coperti di straccetti di finto valore, se non fosse che PE è talmente più bello). Si danno fuoco in virtù d’un’operazione chiaramente misterico-magica: la Rivoluzione e la Controrivoluzione non hanno niente di magico o esoterico, in quanto processi storici, anche se l’indagine del mondo naturale e dell’inconscio passò pure attraverso aspetti che si volevano magici, occulti e trascendenti (ciò che non significa che lo fossero). Ma fin lì son gusti. Il troppo magico qui comincia dall’Alvernia, con un paese intero ipnotizzato e inferocito, deviando così su un lato semitrascendente quel che può essere un abbattimento dell’autorità (“qui non comanda più nessuno” dice preoccupato il sottufficiale Radoub, trovata geniale farlo dire a un militare); la ripetizione di questi stratagemmi personalmente mi fa l’effetto di uno scioglimento facile e ripetitivo della trama e della situazione: è magico, inutile porsi troppe domande o troppa attenzione ai passaggi, è “sovrumano”, è “altro”, è “perché è così” che vuoi fare? Che vuoi obiettare? Che vuoi analizzare? Accetta, semplifica… Altra cosa facile mi sembra la ricerca del raccapriccio che ottunde ogni altra e più complessa percezione. Questo volevo dire parlando di “facile”: un meccanismo narrativo e un effetto sulla ricezione, non un problema di commistione di generi più o meno popolari (i vostri romanzi sono pieni di ricorsi riusciti e gustosi ai meccanismi della letteratura popolare di cui nemmeno ci si accorge subito, lì sta il bello). In generale ho trovato la seconda parte del libro meno curata e meno coesa. Anche il monologo del coro “La parte smerda” è piuttosto lontano dalla meraviglia della torre di parole. Ha spunti geniali, ma li lascia lì. “Garzo diffida di chiunque si lamenti della noia che patisce” splendido, vediamo dove va adesso! dopodiché: “Chi ti dice che si annoia è uno che ti vuole mettere il gioppino nel retro”: ma veramente tutto qui? La caccia al “terrorista”, la sanculotteria dei ricchi, fantastico, poi si sdraia: “Terrorista era chiunque rammentasse al prossimo che anche i ricchi cagano”: indubbiamente vero, ma di nuovo: tutto qui? Espressioni e definizioni così intercambiabili su qualsiasi contesto?
    Insomma, in un libro avvincente come pochi nella prima parte, con una fine bella incalzante, con episodi qua e là riuscitissimi, la seconda parte sembra stare in piedi un po’ più a fatica.
    Postilla rimasta nella tastiera al primo commento: i vostri libri (come il vostro film che ho scoperto da poco essere “vostro”, pur avendolo visto con vero diletto quando uscì), hanno un senso proprio perché ci sono dietro progetti lunghi e lungamente rielaborati in maniera complessa. Ahimé premono le esigenze economiche, vi si crede certo, ma di libri da “200 p. facili” in giro ce ne sono già troppi (e se ne fa pure a meno). Comunque sono davvero curiosa di leggere il vostro libro per bambini (se lascia in pace gli esapodi) e la storia No-TAV di WM1.

    Nel frattempo proverò a rileggerlo dall’inizio alla fine, magari mi farà un altro effetto.

    • [Spoiler] Chiarisco che i riferimenti non erano a cose scritte su Giap, da te o da altri, ma a commenti apparsi qui e là nelle librerie on line, molto simili l’uno all’altro, tutti segnati dall’avversione per “il fantastico” che non dovrebbe contaminare “lo storico”.

      Secondo noi quelle distinzioni vengono fatte in nome di un’idea di “realismo” figlia di un’idea povera di realtà, ne abbiamo parlato molto (fin troppo) ai tempi del dibattito sul NIE e non è il caso di tornarci sopra. Ad ogni modo, il nostro approccio non è “realistico”, non foss’altro perché la realtà che gli umani vivono include il sogno (dimensione che visitiamo ogni notte), la visione, l’allucinazione, la trance, la scissione, la follia ecc.

      Nei nostri romanzi precedenti c’erano visioni profetiche, sogni premonitori, metamorfosi, ubiquità, visite di fantasmi. Tutto questo lo usiamo non per facile “effettistica” ma perché ci permette di parlare di realtà in maniera meno piatta. Anche di realtà storica.
      Badoglio che sente la Badoglieide anni prima che venga scritta e viene informato da una voce misteriosa che casa sua diventerà l’ambasciata cinese può essere una scena molto implausibile sul piano del “realismo” che molti (a torto) credono di trovare nei nostri libri, ma noi l’abbiamo usata per far “collidere” diverse epoche e mostrare la centralità di un rimosso, quello del colonialismo, in quel caso personificato da Badoglio.

      Questo per dire che le scene di ipnosi e ambientazioni de L’Armata dei Sonnambuli non le abbiamo mai costruite (prima) e valutate (dopo) sul piano del “realismo”. Eppure poi – e quel “poi” può anche essere durante la stesura del libro – ci sono arrivate un sacco di conferme dalla realtà. O meglio, non proprio conferme: risonanze.

      Del resto, almeno un villaggio interamente ipnotizzato lo abbiamo visto eccome: Jonestown, Guyana, 1979. La popolazione era una massa pilotata dalla volontà di un guru (il reverendo Jim Jones) e – pensa un po’ – fu spinta a un suicidio collettivo “per la gloria del socialismo” (!).
      Anche di villaggi che ricostruiscono la loro vita collettiva intorno a bimbe che dicono di aver visto angeli e madonne ne abbiamo diversi, pochi km. oltre l’uscio di casa.

      Un amico e collega toscano, leggendo i capitoli su Jaranton l’uomo-cinghiale, ha avuto una serie di sussulti, perché conosce uno a cui è successa *esattamente* la stessa cosa: ha passato giorni e giorni nel bosco dietro casa, nudo e a cazzo perennemente duro, masturbandosi continuamente per eiaculare e avere temporaneo sollievo al dolore, in uno stato di coscienza alteratissimo. La causa di tale comportamento era un’overdose di semi di stramonio.
      E chi ci dice che non sia accaduto lo stesso, o qualcosa di molto simile, a Jaranton? La spiegazione della sua “licantropia” data da D’Amblanc nel romanzo è riconosciuta dal lettore di oggi come scientificamente infondata. E allora qual è la vera spiegazione? Noi abbiamo scelto di non darne una. C’è solo uno strano unguento, che è stato dato a Jaranton da un personaggio misterioso.
      L’ambivalenza ci serviva, era necessaria, perché se l’avessimo sciolta in quel frangente, cioè all’inizio del viaggio nell’ignoto compiuto da D’Amblanc, avremmo portato fuori strada il personaggio – che non avrebbe scoperto nulla – e i lettori.

      Non vedo nulla di “facile” in questo, al contrario, sono dinamiche molto complesse, e non mi sembra che nel romanzo abbiamo cercato scorciatoie, o sollecitato risposte banali come “È magico”. Al contrario, abbiamo cercato di moltiplicare i livelli di lettura. Ogni scena di magnetizzazione, individuale o collettiva che sia, è *almeno* duplice, cioè in ogni momento sono possibili *almeno* due diverse spiegazioni di quel che viene mostrato.
      Che poi noi si sia riusciti a rendere questa compresenza di livelli sempre o soltanto qualche volta, è un’altra questione.

      Una cosa che può essere utile sapere è che non sempre, nel romanzo, quello che viene letto prima è stato scritto prima. Un capitolo che nel romanzo arriva dopo centinaia di pagine può essere finito lì dopo una delle ristrutturazioni avvenuta durante il lungo lavoro. Per dirne una, all’inizio il romanzo *iniziava* con l’evasione da Bicetre.
      [Solo che a evadere da Bicetre era Léo.]

  2. Mi permetto di mettere il link al programma del Festivaletteratura, in cui sono riportati alcuni dettagli del laboratorio del 5 Settembre (ore 22.30 al Teatro Bibiena). L’evento è il numero 123. http://www.festivaletteratura.it/programma2014.php

    L’evento 136 vedrà invece Wu Ming 4, come segnalato nel thread successivo.

  3. Una cortese richiesta relativa alla tappa del 14 Ottobre a Catania, al CSA Officina Rebelde:

    nella precedente presentazione di Difendere La Terra Di Mezzo, arrivando in colpevole ritardo ho incrociato un bel po’ di persone che “abbandonavano i locali” a causa del fumo (sic!).

    Una volta arrivato in sala, pur non avendo avuto personalmente troppi problemi a tollerare la “nebbia”, ho in effetti constatato che il problema era reale e che difficilmente un asmatico e/o una donna incinta avrebbero potuto sostare più di qualche decina di secondi senza poi decidere di rinunciare a malincuore ad assistere alla presentazione.

    Ecco, se si potesse evitare questo inconveniente (che sono certo sia stato semplicemente il frutto di consuetudine consolidata dalla presenza di uno “zocolo duro” che condivide la stessa passione per il tabacco e *non* un segno di mancanza di accoglienza nei confronti del prossimo) magari si potrebbe evitare di bissare le fughe e anche chi non fuggirebbe a prescindere riuscirà a godere maggiormente della presentazione.

    Se possibile, eh (non tocco neanche il tasto delle normative sul fumo nei luoghi pubblici, perché credo che certe cose non abbiano bisogno di essere regolamentate da altro che dal buon senso)!

    Grazie anticipatamente. :)

    • Però la richiesta non devi farla a noi, bensì a Officina Rebelde. Noi lì saremo ospiti come te. Sono i gestori del posto che devono renderlo frequentabile. Noi, sai come si dice, paese che vai usanze che trovi… :-)

      • Hai ragione.

        Mi ero pure posto il problema, però ho pensato che fosse più opportuno porre pubblicamente la questione, perché magari il “fenomeno” potrebbe aver riguardato altre tappe e, chissà, magari i vari gestori sono giapster pure loro (mi pare di avere letto commenti di responsabili di Officina Rebelde qui su Giap)…

        In parallelo vedo di porre la questione privatamente ai gestori di Officina Rebelde.

        Se reputate inopportuno il mio post precedente, ghigliottinate pure senza pietà.

        Grazie comunque per l’attenzione. :)

        • Per conoscenza di quanti hanno intenzione di andare alla tappa catanese del RévolutiontouR, dopo avere posto la “fumigata questio” all’indirizzo email dell’Officina Rebelde (il testo della mia email è identico a quanto ho sritto qui tre commenti sopra), ho da loro ricevuto la seguente risposta, che riporto integralmente:

          «Ne parleremo tra noi e si vedrà.»

          Ho chiesto di aggiornarmi sull’esito del summit (anche se leggo tra le… ehm… *LA* riga un velato “sono cazzi nostri”, ma spero di sbagliarmi…), in modo da far sapere con anticipo ad asmatici, donne incinte, famiglie con bambini al seguito, etc., se i locali saranno frequentabili per loro o meno.

          Io ci sarò comunque, alla peggio armato di mascherina e fendinebbia… :D

          • L’assemblea di Rebeldi e Rebeldesse regola molti aspetti della vita del Csa Officina Rebelde. In questo momento l’assemblea è sciolta, poichè dopo le fatiche dell’anno politico, e specie le ultime agostane inerenti alla partecipazione al campeggio No Muos, i Rebeldi e le Rebeldesse si sono concessi un “fermo biologico”. Allo stato degli atti, è quindi impossibile rispondere alla domanda. La cosa diverrà oggetto di discussione assembleare quando si parlerà del 14 nel suo aspetto pratico. Ma prima deve essere riaperto il Csa, ristrutturato, va valutata la linea politica dell’autunno. Insomma una serie di cose che un gruppo di compagni deve affrontare avviando l’anno politico. Ed un gruppo neo-zapatista è lento, si sa…pazienza, Ivan, pazienza…la risposta arriverà…

            • Come ben sapete, non ho pressato per una risposta, né qui né nelle mail che vi ho inviato privatamente.

              So bene cosa significhi fare parte di un collettivo/associazione e quindi prendetevi tutto il tempo necessario, soprattutto tutto il *riposo* necessario per ripartire. :)

              Del resto non è che serva avere quella risposta più di un paio di ore prima dell’evento…

              Grazie dell’attenzione e buon – meritato – riposo. :)

  4. Ma per entrare in possesso di una di quelle simpatiche magliette con la ghigliottina e con scritto “cura Robespierre” come bisogna fare?

    • Per il momento le magliette “Cura Robespierre” si trovano solo alle tappe del Révolution touR. Da settembre si potranno anche ordinare on line sul sito della Woodworm Label.

  5. ciao! son stati definiti i dettagli per la data di venerdì prossimo a vinadio? sulla line up di Fortissimo non c’è traccia di Wu Ming Contingent..sto fremendo.

    • Se vai sul sito del festival, nel programma dell’Area Letteratura, è segnalato un “incontro e reading del collettivo Wu Ming”, dalle 18 alle 19. Non so dove si terrà questo “incontro e reading”, ma trattasi della presentazione de L’Armata dei Sonnambuli con alcune letture selezionate. Se poi vai nella sezione “Radio Ohm Stage” – una specie di palco B che mi dicono essere sulle rive “del laghetto” – trovi, nella line up del 22 agosto, WU MING (senza Contingent).
      Insomma, il sito ufficiale del Festival è fatto decisamente male… speriamo che il festival vero sia molto meglio!

  6. In Manituana i miei occhi di X-fan avevano visto Wolverine in Phillippe Lacroix, l’Adamant ed altri riferimenti che al tempo mi avevate prontamente smentito… e ora lo “snikt” di Marie Noziere con i ferri da maglia… dai, questa volta lasciatemi pensare che sia così

    E invece vi prego di persuadermi che i “Ragazzi-gloria”, “gioventù dorata”, la “teppa sgargiante” non abbiano nulla a che vedere con lo stile mod che non merita nessuna parentela con gli spregevoli muschiatini…

    Al di la del gioco delle citazioni… complimenti libro bellissimo… forse il migliore a mio gusto, grazie ragazzi!

    • Nei muschiatini del romanzo diversi lettori hanno visto i paninari degli anni ’80.
      A livello di odiosità e cultura reazionaria direi che ci può stare.

      • Verissimo… assolutamente paninareschi… anche per il sonnambulismo tele-indotto… semplicemente mi era sorto il dubbio che le vostre parole che ho riportato potessero essere riferimenti molto specifici ai mods… soprattutto “Glory boys”…considerato anche che Wu Ming 5 penso ne sappia di queste cose…

  7. #ArmatadeiSonnambuli live in #Trieste, WM1 & 2/4 dei Funambolique. Ouverture, L’Ammazzaincredibili, Laplace e la controrivoluzione.

  8. Sui vostri romanzi non riesco a dire nulla di razionale. Mentre li leggo ( “Q” e l’Armata sopra tutti, ma anche “Manituana” è potente) provo l’inebriante sensazione di navigare velocemente su una canoa nelle rapide di un fiume, perennemente attraversato da sensi di meraviglia e di inquietudine. Le visioni si susseguono e non ne se ne ha mai abbastanza. La scrittura mi sembra talmente evoluta da non esistere.
    Sono dispiaciuto invece perché che negli interventi sul vostro blog vi trovo troppo saccenti e aggressivi, privi di dubbi. Vi preferisco quando fate fare una bella figura all’intelligente prete reazionario refrattario, perché mischiate le carte del bene e del male, come fa la vita.

    • Un dubbio:

      non è che in Italia, negli ultimi 30 anni, ci si è talmente disabituati a un chiaro e motivato prendere posizione…

      …(e, all’inverso, ci si è abituati a idee di “neutralità”, “terzietà”, “obiettività” che però, guardacaso, sono veicolate ossessivamente da un’ideologia dominante che non è per nulla neutra, né terza, né obiettiva)…

      …al punto di scambiare per l’essere “privi di dubbi” il semplice aver chiaro da dove si viene e da che parte si sta…

      …e per l’essere “saccenti” il fatto di mettere a disposizione informazioni, conoscenza, argomenti, senza usare frasi attenuanti, offuscanti, autoscusanti e comunque pleonastiche tipo
      “IMHO”,
      “I miei 2 cent”,
      “in qualche modo”,
      “è solo la mia opinione”
      ecc.
      ?

      Non so, noi abbiamo questo dubbio.

      • è proprio così Wu Ming 1… e probabilmente su questo atteggiamento insistono più fattori. Quelli cui io sono più sensibile: la complessità di ogni fenomeno, su cui fiorisce immediatamente un capogiro di informazione (la novità di internet degli ultimi anni…) La mancanza di tempo per approfondire in una quotidianità smarrita nella pletora della quantità: una montagna di cose “piccole” da fare… pur sempre però una montagna! In breve questa neutralità sospetto sia la somma della nostra pigrizia – io x primo – e della ‘menzogna’ a cui siamo esposti.

      • Capisco bene il vostro non dubbio, l’argomentazione è interessante. Io, per esempio, so bene da che parte sto e da che parte stare; né ho paura di prendere posizione. Ma ho pudore per l’intelligenza di chi vede le cose in modo diverso. Non è forse da coglioni pensare di avere ragione su tutto? Già, ma questo è un dubbio.

        • Secondo me non si tratta di avere ragione o meno (il tuo commento precedente sul mischiare le carte del bene e del male mi piace molto) ma più di avere una propria opinione e difenderla con forza attraverso documenti, prove e testimonianze dirette.

    • E non ti sembra, invece, bellissimo ascoltare queste voci? questi punti di vista? questi toni diversi?
      La scrittura narrativa del collettivo, le scritture narrative e saggistiche dei singoli, le riflessioni dei post, quelle dei commenti… restituiscono una pluralità coerente, non confusa, ci costringono a uno sguardo ampio e profondo che non si accontenta di risposte preconfezionate ma che – quando si è formato un’opinione – non tentenna.

    • da “Lode del dubbio” di Bertolt Brecht


      […]
      Con coloro che non riflettono e mai dubitano
      si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
      Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
      per schivare la decisione. Le teste
      le usano solo per scuoterle. Con aria grave
      mettono in guardia dall’acqua i passeggeri dl navi che affondano.
      Sotto l’ascia dell’assassino
      si chiedono se anch’egli non sia un uomo.

      Dopo aver rilevato, mormorando,
      che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
      La loro attività consiste nell’oscillare.
      Il loro motto preferito è: l’istruttoria continua.

      Certo, se il dubbio lodate
      non lodate però
      quel dubbio che è disperazione!
      Che giova poter dubitare, a colui
      che non riesce a decidersi!
      Può sbagliare ad agire
      chi di motivi troppo scarsi si contenta!
      ma inattivo rimane nel pericolo
      chi di troppi ha bisogno.
      […]

  9. […] on line Chi troppo, chi niente, 05/07/2014 …. IL Revolution touR è al dettaglio al link: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=17799 Dei Wu Ming ci fa impazzire questa […]

  10. Ciao a tutti, una domanda: la presentazione della splendida Armata dei sonnambuli a Parigi sarà in lingua italiana o francese? Trop hâte d’y être!!!