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Wu Ming Contingent

Le note del Wu Ming Contingent nel serbatoio di Mediterranea

Da oggi, 18 dicembre, è possibile sostenere «Mediterranea» acquistando i dischi del Wu Ming Contingent a un prezzo speciale. D’accordo con l’etichetta che li ha pubblicati, la Woodworm Label, Bioscop e Schegge di Shrapnel saranno in offerta per un mese, fino al 19 gennaio: 5,99 euro per il formato CD e 11,99 euro per il vinile + CD. Su queste cifre, al netto dell’IVA, Woodworm tratterrà i soli costi di stampa e devolverà a Mediterranea il resto, ovvero 3€ per il CD e 5€ per LP + CD. Prosegui la lettura ›

Che cos’è Giap, che cos’è la Wu Ming Foundation

3 giugno 2017, escursione ai Quattro Denti, Chiomonte, Val di Susa. Un momento clou della prima festa nazionale di Alpinismo Molotov, primo evento di questo tipo organizzato da un collettivo della Wu Ming Foundation.

Era tempo di fare un punto della situazione. Da tempo il progetto Wu Ming era diventato ben più esteso e complesso dell’originario «collettivo di scrittori».

Nel 2016, commentatori che non seguivano il nostro lavoro da anni hanno scritto: «Sono rimasti in tre». In realtà non siamo mai stati così numerosi.

La realtà ha superato le vecchie descrizioni e oggi molti chiedono una “mappa”.
Chi è Nicoletta Bourbaki?
Che cosa vuol dire «Alpinismo Molotov»?
Cos’è Quinto Tipo?
Come si partecipa a Resistenze in Cirenaica?
Che differenza c’è tra Wu Ming e Wu Ming Contingent?

Insomma, era necessario aggiornare, rielaborare e migliorare la pagina di autopresentazione «Che cos’è la Wu Ming Foundation». Ora ci sembra molto più «narrata» e chiara.

È un lavoro che andrà fatto periodicamente. E serviranno traduzioni in altre lingue. Tempo al tempo.

Intanto, buona lettura.

La terapia del fulmine. Un reading concerto del Wu Ming Contingent su elettroshock e follia.

Poco meno di ottant’anni fa, nell’aprile 1938, anno XVI dell’Era Fascista, il dottor Ugo Cerletti lanciava una corrente a 110 volt attraverso il cervello di un essere umano. Nasceva così l’elettroshock – o elettrourto, come l’avrebbero ribattezzato in tempi d’autarchia. La cavia era “un uomo sulla quarantina, fermato alla stazione ferroviaria mentre s’aggirava sui treni senza biglietto”. Per via del suo “comportamento enigmatico” e del suo “strano linguaggio”, la polizia fascista lo aveva condotto in clinica, dove lo avevano schedato come schizofrenico. Prosegui la lettura ›

Trentacinque secondi ancora. Tommie Smith e John Carlos: il sacrificio e la gloria.

[E’ uscito da poco più di un mese il nuovo libro di Lorenzo Iervolino, del collettivo TerraNullius, e le nostre strade tornano a incrociarsi. Era successo nel 2014 con Un giorno triste, così felice, dedicato a Socrates Sampaio de Sousa Vieira de Oliveira, protagonista della nostra rubrica WuMingWood su GQ Italia e poi di una canzone del Wu Ming Contingent. Succede di nuovo con Trentacinque secondi ancora, che racconta le vite e le lotte di Tommie Smith e John Carlos, prima e dopo il podio di Città del Messico, 1968. Secondo Simone Scaffidi, che ha recensito il libro per Giap, Iervolino ci restituisce la voce di Smith-e-Carlos come osservandoli dal secondo gradino di quel podio, quello occupato da Peter Norman. E il Wu Ming Contingent ha scritto una canzone anche per lui…]

Dentro la foto. Le voci di Smith-e-Carlos

di Simone Scaffidi

Mexico ’68, XIX edizione dei Giochi Olimpici. Gli atleti afroamericani Tommie Smith e John Carlos salgono sul podio della gara dei 200 metri piani. Record del mondo e medaglia d’oro per Smith. Terzo posto e bronzo per Carlos. Gesti da protocollo, sorrisi, strette di mano.. un copione che sembra già scritto, ma poi accade qualcosa di simile a un cortocircuito. Sono le 20.41 del 16 ottobre 1968 e l’inno degli Stati Uniti d’America risuona nell”Estadio Olímpico Universitario di Città del Messico. Tommie e John alzano il pugno guantato di nero al cielo. Non hanno scarpe ma calzini neri ai piedi. Smith ha gli occhi chiusi. Carlos una collana di pietre colorate sul petto. Shoot! Prosegui la lettura ›

Le #ScheggeDiShrapnel del Wu Ming Contingent, 5 | Tintura di Shrapnel

Daniele Bernardi

“Tintura di shrapnel” è il nome che Daniele Bernardi – soldato trentino dell’esercito asburgico – diede a un intruglio di sua invenzione, misto di acquavite e foglie di ranuncolo. La pozione, spalmata sulla pelle con un batuffolo d’ovatta, provocava piaghe e vesciche simili a un’ustione da scheggia di granata. Grazie a questo rimedio, Bernardi riuscì a scampare la partenza per il fronte, nella primavera 1915, e venne ricoverato all’ospedale militare di Linz. Qui perfezionò il suo farmaco contro la guerra e si mise a distribuirlo ai commilitoni. Scrisse anche otto quaderni fitti di appunti e “insegnò il ranuncolo” ai coscritti di ogni angolo dell’Impero. Quando poteva uscire dall’ospedale, oltre a raccogliere piante e radici, girava per i caffè della città, raccontando della scheggia di shrapnel che gli aveva massacrato un piede in quel dei Carpazi, lontanissimo dalla sua Trento. “Questa storiella – scrive nel suo diario – mi fruttava sempre qualche cosa; chi mi dava qualche corona, chi mi dava sigarette, altri mi pagavano la birra, altri perfino la cena…” Prosegui la lettura ›

Le #ScheggediShrapnel del Wu Ming Contingent, 2 | Il reumatismo del tenente

Gus Bofa, La baïonnette, copertina del n.87, 1917

Gus Bofa, La baïonnette, copertina del n.87, 1917

Prosegue la serie di post settimanali dedicati alle Schegge di Shrapnel e in particolare ai testi del nuovo album del Wu Ming Contingent.
Oggi vi proponiamo l’ottavo brano in scaletta, Il reumatismo del tenente.
Le parole sono tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1998 e oramai fuori catalogo.
Gino Frontali era nato ad Alessandria d’Egitto nel 1889. Laureato in medicina all’Università di Bologna, partecipò alla Prima Guerra Mondiale prestando servizio in prima linea, come sottotenente medico del 70° reggimento fanteria, brigata “Ancona”.
Nel 1916 sintetizzò la sua esperienza in un manuale pratico molto apprezzato, Il medico di battaglione. Dopo la guerra, si specializzò in pediatria e divenne uno studioso di fama internazionale. Morì a Roma nel 1963.
Dal suo diario non emergono posizioni di aperta critica all’impresa bellica, ma più volte si dimostra sbalordito dagli abusi di potere degli ufficiali e dal loro disprezzo per la truppa.
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