Desert Blues. Armi e chitarre dei Tuareg

Tinariwen

Tinariwen

di Wu Ming 5

[Il reggae e la musica afrocubana in Havana Glam, il free jazz e la cultura afroamericana in New Thing, la Somalia nel “romanzo meticcio” Timira, l’Africa orientale in Point Lenana… Ormai non sono pochi i libri – e molti sono gli articoli – dove abbiamo parlato di Africa (l’Africa che è in noi), di cultura afroatlantica, del rimosso coloniale, della condizione postcoloniale, delle musiche nate dalla diaspora africana e poi tornate a influenzare quelle del continente… In questo pezzo-con-colonna-sonora, Wu Ming 5 racconta la nuova musica elettrificata dei Tuareg e il suo rapporto con i conflitti nel Niger e in Mali.]

Se si dovessero riassumere in una timeline, la cronaca e la storia recente della rivolta in nord Mali restituirebbero già, senza bisogno di analisi approfondite, le dolorose contraddizioni di un processo postcoloniale che sembra aver riconsegnato intere aree del continente agli antichi padroni. La siccità e le carestie che hanno colpito il Sahel dalla fine degli anni ’60 in poi hanno radicalizzato la distanza tra Tuareg e arabi del deserto e popolazioni “nere” del sud. I Tuareg, che hanno una storia di resistenza accanita contro i colonialisti francesi, vedono nello stato del Mali e nei governi che si sono succeduti nei decenni nient’altro che la continuazione di quella dominazione. Riassumiamo un po’ di punti, che servono a riflettere sull’intreccio tra conflitto dispiegato, dimensione simbolica, arte e ideologia planetaria dominante. Prosegui la lettura ›

Intervista a Harry Browne, autore di «The Frontman. Bono (Nel nome del potere)»

Harry Browne

Harry Browne

[E’ uscita da pochi giorni in italia l’inchiesta di Harry Browne su filantropia, affari, fandonie e potere di Bono Vox. Quella che segue è la prima intervista italiana all’autore, in esclusiva per Giap. Le domande sono di Wu Ming 1 e Alberto Prunetti (curatori dell’edizione italiana) e dello scrittore Max Mauro. Quest’ultimo conosce bene Dublino, dove ha vissuto e fatto ricerca sulla cultura popular e le questioni di razza e classe nelle realtà urbane irlandesi. Un suo saggio su “razzializzazione” e calcio giovanile in Irlanda è incluso in questo libro. La traduzione di domande e risposte è di WM1.]

AP. Il tuo libro dà un contributo importante a un genere che ha valore anche dal punto di vista narrativo. The Frontman è una biografia, un saggio, un pamphlet politico, una miscela di tutti questi generi. Come mai hai deciso di impostare la tua scrittura su quest’ibridazione? Stavi seguendo qualche esempio, forse nella tradizione della pamphlettistica radicale?

HB. Sono lieto che lo riteniate un contributo importante! La cornice concettuale e di genere di The Frontman si deve a Verso, la casa editrice britannica, che pubblica la collana “Counterblasts”. L’idea di fondo della collana è rivitalizzare la tradizione del pamphlet tipica del diciassettesimo e diciottesimo secolo, con libri dedicati a singoli personaggi, che sono saggi biografici duri e polemici in forma di pamphlet estesi. O, per usare un’espressione vernacolare del XXI secolo, sono dei “takedown“. Prosegui la lettura ›