Sentieri, guerre, previsioni

Cinque racconti notturni scandiscono il cammino lungo Il sentiero degli dei. Prendono corpo al buio, tra una tappa e l’altra, mentre il protagonista cerca di dormire. Non è chiaro se si tratta di sogni, storie vere, leggende o visioni.
Due di questi notturni sono diventati altrettante letture musicali, pensate per chi ama ascoltare e non soltanto leggere. Il primo audioracconto che vi proponiamo dura 33 minuti, ed è la prima volta che “suoniamo” un testo così lungo. La vicenda si svolge durante la XII edizione delle Mille Miglia (1938), a cavallo del Passo della Futa. Ottimo per un viaggio in auto nell’ora di punta, come colonna sonora di un vagone suburbano, o meglio ancora, per accompagnare i piedi durante una passeggiata. Speriamo vi piaccia.

Wu Ming 2, Notturno 4 (Mille Miglia), da Il sentiero degli dei (33’06”)
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Per scaricare l’mp3, qui.

Voce: Wu Ming 2
Musica: Frida X (Giovanni Azzoni, Jade Jossen, Luca Mariani, Lorenzo Rattini, Andrea Lazzarini, Dario D’Orazio)
Produzione: Roberto Passuti, Pianeta Frida X, WM2
Registrato @ Spectrum Studio – Bologna

***

Il sentiero degli dei è una guida per disorientarsi sulla Via degli Dei, il percorso a piedi che otto anni fa suggerì a WM2 l’ambientazione appenninica di Guerra agli Umani. E proprio in questi giorni esce per Einaudi Stile Libero Previsioni del Tempo, il racconto che ha resuscitato Jakup Mahmeti, il Pinta, il Marcio e il Bar Beltrame, tutti protagonisti del secondo romanzo solista sfornato dalla bottega Wu Ming.
Questa è la postilla che abbiamo approntato per la nuova edizione:

.
Previsioni del tempo
è stato scritto da Wu Ming 3 e Wu Ming 5, con la supervisione dell’intero collettivo Wu Ming, tra l’ottobre 2007 e il gennaio 2008, a cavallo di due continenti (la stesura è iniziata in Canada durante il viaggio narrato nel libro Grand River, Rizzoli 24/7, 2008). È un racconto lungo, pensato per la collana «Verdenero» delle Edizioni Ambiente. Si tratta, tecnicamente parlando, di un racconto «su commissione».
Questo potrebbe far pensare a un racconto «a tesi», propagandistico, piegato a logiche che, determinandone l’argomento, svilirebbero tono e poetica. A qualcuno è piaciuto e piacerà pensarlo. Chi invece non si accontenta di interpretazioni capziose e predigerite, non si stupirà di apprendere che la suddetta «commissione» era tutta in una domanda: «Ci scrivereste qualcosa che abbia per tema l’ambiente?» Punto.
Per quel che riguarda il modo di lavorare, possiamo parlare solo per noi, non sapendo come gli altri autori coinvolti abbiano vissuto quelle che certi insipienti hanno definito «imposizioni». Di imposizioni non sappiamo nulla. A noi è stata lasciata – e ci mancherebbe altro! – piena libertà di ideazione e scrittura.
Abbiamo scelto una via «indiretta» e obliqua per parlare di ecomafia. Nel racconto, il problema dei rifiuti è affrontato principalmente raccontando la vita quotidiana di «proletari» del business criminale.
Allo spettro opposto della critica, qualcuno ci ha rimproverati perché non abbiamo «spiegato» la cosiddetta «emergenza-spazzatura» del 2007-08, ma non era nostra intenzione. Per quello esistono già molti saggi e reportages, scritti o filmati. Consigliamo senz’altro l’inchiesta Campania infelix di Bernardo Iovene (Rizzoli, 2008), il documentario Biùtiful cauntri del trio Calabria-D’Ambrosio-Ruggiero (Rizzoli, 2008) e il documentario Una montagna di balle di Nicola Angrisano (2009, docutrashfilm.noblogs.org).
Nei giorni in cui la coppia WM3/WM5 scriveva Previsioni del tempo, la coppia WM1/WM2 scriveva il racconto Momodou (poi apparso sull’antologia Crimini italiani, Einaudi Stile Libero, 2008) e la coppia WM2/WM4 scriveva il racconto American Parmigiano (uscito nei «Corti di carta», allegati al «Corriere della sera»*).
In seguito, ci siamo resi conto che tutti e tre i racconti (più Grand River) descrivono le reazioni di due persone – don Antò e il Conte Piccolo; Carlo e Max; Ciaravolo e Tajani; i due viaggiatori fusi in un solo io narrante – di fronte a una situazione complessa: precipitare di eventi, missione da compiere, viaggio iniziatico etc. Sono forse allegorie di una fase nella vita del collettivo, una crisi di crescita durata alcuni mesi, conclusasi con un riassetto e una ripartenza.

* E’ imminente la ripubblicazione di American Parmigiano nell’antologia Sei fuori posto, Einaudi Stile Libero, insieme a racconti lunghi di Roberto Saviano, Carlo Lucarelli, Valeria Parrella, Simona Vinci e Piero Colaprico.

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30 commenti su “Sentieri, guerre, previsioni

  1. Bellissima la lettura musicata.

  2. L’ho appena ascoltato e non ho potuto non emozionarmi.
    Come già con Pontiac (ed immagino anche con Razza Partigiana) Wu Ming 2 si conferma un grandissimo narratore oltre che scrittore. Grazie.

  3. Circa 800 download nelle prime 24 ore. Mi sembra un buon risultato!

  4. Anche perché il file è bello pesante e il pezzo parecchio lungo… Infatti mi piacerebbe capire se è davvero fruibile, se si riesce a trovare il tempo e lo spazio giusti per ascoltare una roba del genere, dopo che la si è scaricata. Per quanto mi riguarda, è una forma di narrazione molto stimolante, ma mi interessa sapere cosa succede “dall’altra parte dello schermo”. Se, ad esempio, 30 minuti sono oltre la soglia di attenzione. Se la musica complica la comprensione della trama rispetto a una lettura senza niente sotto. Se invece è un valore aggiunto anche dal punto di vista narrativo, oltre che estetico. Insomma, sarei contento di ragionarci su. Anche perché nell’era del libro digitale, credo ci sarà un ritorno alla performance “da cantastorie”, come forma di contatto fisico con la narrazione.

  5. L’ho scaricato ora qui in ufficio; pochi secondi e via. Ho un’ora di pausa pranzo, ma sto consumando il tempo leggendo queste pagine e scrivendo questo commento :). Alla peggio lo sento stasera, o nella pausa di domani.

    Intanto diffondo la voce: colleghi, moglie, amici, etc.

    tamtammtatammtamtam

  6. Per essere fruibile, è fruibile: almeno per me, cammino circa un’ora per arrivare a lavoro ed è molto piacevole ascoltare la lettura musicata. Molto più fruibile di un podcast “parlato” o di un’intervista radiofonica, che sono più impegnative da ascoltare, occorre più concentrazione.

  7. Trascorrere tutta la giornata in macchina fa di me un grande divoratore di Podcast e audiolibri, quindi i 30 minuti abbondanti non mi sono sembrati troppi, casomai troppo pochi. Confermo quanto appena scritto da Sleep, la musica aiuta l’ascolto e la concentrazione, da il giusto ritmo alla narrazione accentuando e sottolineando. Mi ripeto, WM2 è un grande cantastorie, aspetto il prossimo.

  8. Il racconto è molto bello (tra l’altro la riedizione di american parmigiano è una grande notizia…), mezz’ora è un tempo azzeccato secondo me. Se posso vorrei solo dire che la parte musicale mi ha convinto a metà, forse su quello si può lavorare. Sarebbe bello se parole e suoni musicali si esaltassero a vicenda come avviene a mio avviso negli ultimi minuti. Comunque gran bella direzione quella del cantastorie, intrigante…

  9. La lunghezza, secondo me, non più di così, ma è soggettivo. Non so però se si riesca a seguire un racconto così, facendo molte altre cose (mentre quando leggi, leggi e basta). Dopo metà del racconto ero concentratissima. In fondo la gente si fermava, ad ascoltare il cantastorie.
    Sottofondo musicale ok. Quindi esperimento riuscito.
    Da ascoltare anche in gruppo, questo sì, perchè te lo puoi ascoltare in cortile, in campagna, in auto (se non smette di piovere)…

  10. Ma che bello!

    Anch’io dopo un po’ ero concentratissimo e scrutavo la barra del player per assicurarmi che ce ne fosse ancora: è arrivata in fondo quando me lo aspettavo, cosa che non sempre succede.

    L’ho sentito da solo, in cuffia, ma bisogna che mi attrezzi per farlo ascoltare, per rendere corale l’ascolto. Stasera lo masterizzo e lo metto sullo stereo (no, non ce l’ho la porta usb sul mio buon vecchio Technics).

    Mentre un libro si può leggere ad alta voce, questo mezzo richiede – almeno a me – un po’ di tecnologia per ottenere un effetto simile. Ma c’è il guadagno: non bisogna sforzarsi di trovare un buon recitatore, l’ha già fatto qualcun altro.

    Veramente bello. Grazie

  11. L’ho ascoltata mentre facevo le valige, prima di partire. In generale ascolto questo tipo di cose nelle pause dello studio o quando non ho nulla da fare di particolare.

  12. Di ritorno da Viterbo, dove abbiamo suonato “Razza Partigiana”, il reading dedicato a Giorgio Marincola, partigiano italo-somalo, 65 anni esatti dopo la sua morte.

    @yorik: Chissà perché, non avevo proprio pensato all’ascolto collettivo di un audioracconto come questo. Mi immaginavo una fruizione solitaria, in auto o con le cuffie.

    @superpu: Sulla parte musicale hai ragione, si sente che il lavoro di intreccio tra lettura e musica non è ancora al meglio. I musicisti hanno scritto la loro parte basandosi sul testo e la registrazione è stata fatta dopo appena due prove. Di solito, quando prepariamo un reading da portare in giro, parole e suoni si limano a vicenda, nel corso di una decina di prove, tentativi, riscritture.

    @paola: molto interessante l’effetto cantastorie che descrivi, con un ascolto più superficiale all’inizio e più attento da una certa soglia in avanti. Nella mia esperienza, oltre quella soglia ti rendi conto che il racconto si è comunque sedimentato in te, come quando senti battere le campane e non conti i rintocchi, ma poi, appena finiscono, ci fai mente locale e ti accorgi di poter dire quanti erano.

  13. A proposito di “American Parmigiano” e dell’antologia, Simona è la prima a dare l’annuncio:
    http://simonavinci.splinder.com/post/22663225/sei-fuori-posto-anche-tu

    Quanto ai download del “Notturno 4”, siamo oltre i 1100 in due giorni.

  14. Dimenticavo, @yorik: per chi volesse masterizzarlo e metterlo su CD, alla prossima occasione forniremo anche un link per scaricare il brano in formato .wav. Ci si mette di più, ma per ascoltarlo su un Technics ne vale la pena…

  15. E sempre a proposito di “Sei fuori posto”: Simona Vinci scrive “saremo in banda a Torino il 16 maggio”, ma in realtà “saranno”, perché noi al Salone del Libro ci troviamo davvero fuori posto, e sono anni che non ci andiamo più.

  16. Infatti. Come già precisato alcune volte su Twitter: nonostante siamo menzionati in *tutti* i comunicati del Salone che rimbalzano in giro per la rete, noialtri non ci saremo. L’equivoco deriva dal fatto che siamo tra gli autori di Sei fuori posto e si è dato per scontato che presenteremo l’antologia insieme agli altri, invece “Hell No! We won’t go!”

  17. Tg2 di alcuni minuti fa: il Presidente Berlusconi scrive una lettera agli organizzatori della 1000 miglia e sottolinea come la manifestazione esprima l’eccellenza italiana nel mondo.
    Non ricordo la frase precisa nel testo, qualcosa tipo “automobile come disinfettante sociale” usata da Mussolini, però l’effetto di urticaria istantanea è sempre lo stesso.

  18. Però! Il Berlu non delude mai.

    @Wu Ming 2: bene per il wav, comunque non è complesso trasformare un mp3 in traccia audio.
    Stasera Notturno 4 ha tenuto immobile mio figlio (10 anni) per mezzora mentre lo ascoltava, e la cosa mi ha dato modo di spiegargli ancora un po’ di cosette qua e là.

  19. Allora, prima ho ascoltato il brano narrato da WM2. Ora sto leggendo il libro. Per carità, sono due esperienze diverse.
    Alcuni libri si possono leggere e basta, ma questo ha veramente dei pezzi da repertorio del cantastorie, quindi voce e sottofondo vanno benissimo!

  20. @yorik: se fai un file audio partendo da un mp3 (cioè un file compresso) non ottieni niente di paragonabile al master originale (c’è la stessa differenza che passa tra brodo vero e brodo di dado…). Quanto a tuo figlio, mi sa che ha una soglia di attenzione fuori del comune…;-)

    @superpu: in seguito all’incidente di Bologna del 1938, con dieci morti tra gli spettatori, il Regime cancellò la Mille Miglia, dopo averla incensata come “collaudo di motori e disciplina per un’intera nazione”. Un genere di voltafaccia che Berlusconi, settant’anni più tardi, ha consacrato come strategia di governo.

  21. Sì, hai ragione. Sorry, non consideravo l’aspetto hifi, ma continuavo a pensarlo come un racconto sentito alla radio …

    Comunque l’attenzione del pupo è normale: ha cominciato un po’ bassa, ma dopo 5 minuti stava fermo ad ascoltare con la forchetta sospesa in aria :) si è immedesimato nel narratore.

  22. Chiedo umilmente perdono per aver toppato la pronuncia del toponimo “Cafaggiolo”. Il dubbio m’era venuto, ma ho fatto l’errore di chiedere lumi a un amico di Arezzo… I fiorentini non me ne vogliano. Si dice Cafaggiòlo e io sono un fesso.

  23. Ascoltato finalmente questa mattina passeggiando. Racconto bellissimo, forse l’accompagnamento sonoro dovrebbe avere un volume un po’ più basso. Non copre mai la voce, ma forse è troppo alto. Ma magari dipende da con che cosa lo si ascolta. Quello che conta è che è una gran bella storia.

  24. @Giuseppe: l’indicazione sul volume della musica mi è molto utile, perché in fase di missaggio cerchiamo sempre di conciliare due esigenze, e l’equilibrio non è facile da trovare. Da un lato, non ci piace che la voce sia “troppo fuori” (primo, perché io non sono Gassman; secondo, perché fa molto “cantante pop italiano”; terzo, perché vogliamo evitare l’effetto “sottofondo musicale”). Dall’altro, sappiamo che un racconto ha bisogno di essere seguito, e quindi la voce deve guidare l’ascolto e farsi sentire bene.

  25. Confermo quanto detto da Beppe, avevo notato subito anch’io il volume dell’accompagnamento un po’ troppo alto.

  26. Altri errori : 1) Il distacco tra Biondetti e Pintacuda, alla fine della gara, fu di due minuti, non di due secondi. Colpa di un appunto preso in fretta: un 2′ che diventa 2”… 2) In alcuni testi storici sulla Mille Miglia, Biondetti passa per essere toscano. In realtà era nato in Sardegna, anche se tutti lo consideravano “di scuola fiorentina”. Nel racconto viene definito “il sardo”, e non si può dire che sia un errore, come non è strano che per campanilismo i fiorentini doc gli preferissero Pintacuda, che era nato proprio a Firenze. 3) Cafaggiolo si pronuncia Cafaggiòlo, e ho già fatto ammenda. Tuttavia: il toponimo viene dal tardo latino cafagium, derivato dal longobardo gahagi=bosco recintato, con l’aggiunta del suffisso -ulum, quindi cafagiulum= tenuta di caccia, che in latino si pronuncia ovviamente cafàgiulum, mentre in italiano l’accento si sposta sul suffisso (cfr. pàrvulus vs figliòlo). Quindi, dài, a voler mantenere l’antica pronuncia… 4) La mia prof di greco del liceo si ostinava a dire “diàtriba” e non “diatrìba” (come pronuncio io nella lettura), sostenendo che la seconda accentazione è un francesismo, mentre l’italiano dovrebbe tenere l’accento originale alla latina, e dunque diàtriba. Qualcuno sa darmi un parere definitivo?

  27. Altro errore, questa volta più grave: mi scrive Giuseppe Orsini, ingegnere, che nel libro ho usato per tre volte, a pag. 81, un’unità di misura inesistente: il megawatt/ora (Mw/h), nata nella mia testa per analogia, a furia di pensare ai Km/h del Frecciarossa. La misura corretta, ovviamente, è il Mwh (megawattora), cioè l’energia prodotta dalla potenza di un megawatt esercitata per un’ora.

  28. Ah, ma non era un comune refuso?

  29. sì, era un comune refuso, ma di quelli che ti lasciano il dubbio se chi scrive sia ignorante o solo distratto. Scrivere Mw/h non è come scrivere “scripvere”, una svista innocua. Scrivere Mw/h è come scrivere “innoqua” (io tra l’altro nel tema di maturità scrissi “profiquo” e poi all’orale mi chiesero di riscriverlo. Scrissi “proficuo” ma mi venne il dubbio – altrimenti perché me lo facevano riscrivere? – e alla fine risposi che boh, non lo sapevo, probabilmente mi capitava di scriverlo una volta in un modo e una volta nell’altro. Mi tolsero due punti, pagai le tasse universitarie l’anno dopo, e non sbagliai più. Con Megawattora mi sa che andrà più o meno nello stesso modo…

  30. Vi ho scoperto tramite questo mp3 scaricato dal podcast, finito fra gli altri quasi per errore. Di podcast ne divoro tanti (in macchina, pendolando) e non ho ancora sentito nulla di simile, complimenti davvero.

    All’inizio ho avuto anch’io l’impressione che la musica fosse troppo alta, ma devo dire che poi ci si abitua e la cosa funziona, soprattutto perche’ la musica si sposa benissimo con il testo; e’ ripetitiva e astratta quanto serve, non ruba attenzione e arricchisce. Forse una tacca in meno…

    A presto e complimenti.