CONTRORDINE, COMPADRES: PRESENTIAMO “STELLA DEL MATTINO”

Five men on the road

Esausti dopo il tour di presentazioni di Manituana (durato più di un anno) e i mini-tour all’estero, nonché intenzionati a concentrarci sulla scrittura, pensavamo di tirare i remi in barca, così negli ultimi tempi abbiamo declinato decine di inviti (fatta eccezione per Pontiac, che ha una vita on the road tutta sua).

Tuttavia, dopo l’arrivo di diversi commenti assai articolati a Stella del mattino e un paio di recensioni molto interessanti, abbiamo pensato che fosse utile fare qualche apparizione in giro, per dare l’occasione di discuterne anche dal vivo.

Le energie al momento sono quelle che sono, quindi faremo pochissime date (praticamente Roma, Milano e il cortile di casa), ma forse WM4 farà qualche altra puntata estiva.
Chi si trova nei seguenti paraggi è avvertito:

Giovedì 12 giugno, ROMA
h. 18.00, Libreria Mondadori di via Piave 18, rione Sallustiano, con Loredana Lipperini.
h. 20.30, Libreria Flexi, via Clementina 9, rione Monti, con Monica Mazzitelli.

Mercoledì 25 giugno, S. LAZZARO DI SAVENA (BO)
h. 21.30, Parco della mediateca, via Caselle 22

Martedì 1 luglio, MILANO
h. 18.30, Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte 2, con Alessandro Bertante e Luca Crovi.

Mercoledì 23 luglio, CESENA
h. 21.00, rassegna “Autori sotto le stelle”, Chiostro di San Francesco

Dopo queste date, il prossimo tour partirà non sappiamo quando, ma abbiamo un’idea del dove. Dobbiamo farci perdonare in quel di VELLETRI, per un pacco tirato l’anno scorso. Se per qualche motivo non sarà la prima data, poco ci mancherà.

***

Approfittiamo di questo post per segnalare due commenti interessanti su Stella del mattino:
Il primo è sul blog Il libro di Urizen.
Il secondo è molto denso ed è sul blog della rivista Tabard.

8 Responses to “CONTRORDINE, COMPADRES: PRESENTIAMO “STELLA DEL MATTINO””

  1. Wu Ming 1 Says:

    Di mio, volevo aggiungere una cosa:

    noi già nell’autunno 2007 abbiamo cominciato a dire, su praticamente ogni numero di Giap, che avevamo serie difficoltà ad aggiungere date a quelle già previste.
    Abbiamo fatto oltre 70 presentazioni dal marzo 2007 a oggi, più un tour nordamericano (WM1) e uno franco-belga (WM1 e WM2), e c’è un tour spagnolo previsto per ottobre. Siamo stremati.
    Federico si è assunto l’onere di farsi queste presentazioni extra di SDM per senso di responsabilità, ma si tratta di eccezioni.

    Anche facendo notare il problema, negli ultimi mesi abbiamo ricevuto, via e-mail, 10-15 richieste di presentazione alla settimana. Non sto esagerando, non è un’iperbole. Abbiamo declinato, sempre ringraziando (perché un invito è un grande attestato di stima) e spiegando bene il motivo, non meno di 200 inviti con proposta di data e dozzine di richieste più vaghe.
    Ci costa dire dei no, le presentazioni sono momenti importanti, c’è dialogo col lettore, c’è ritorno affettivo, d’immagine, economico (perché una buona presentazione alimenta il passaparola e fa vendere più copie).
    Solo che non ce la facciamo. Nemmeno se fossimo dieci anziché cinque riusciremmo a compiere un’impresa del genere: si tratterebbe di essere in tour un giorno sì e l’altro pure. Noi dobbiamo scrivere. Se stiamo sempre in giro, quando lo troviamo il tempo di scrivere? E dobbiamo vivere. Abbiamo compagne, figli.

    Oggi via e-mail qualcuno che ci aveva invitato a un piccolo, meritorio festival che si tiene a luglio e a cui avevamo risposto di no si è lamentato perché non andiamo da lui mentre andiamo alla Feltrinelli di Milano e alla Mondadori di Roma. Comprendiamo il rammarico, ma:

    1) non “andiamo”: ci va WM4;

    2) a luglio la maggior parte del collettivo si dilegua e cerca di riposare;

    3) da quando siamo in attività abbiamo fatto circa 400 (quattrocento) presentazioni. Soltanto 4 (quattro) di queste le abbiamo fatte in una libreria Feltrinelli. E’ l’1% spaccato. E nelle Mondadori forse anche meno. Abbiamo sempre privilegiato librerie indipendenti, associazioni e circoli culturali, biblioteche di quartiere, centri sociali, piccole rassegne etc. Stavolta si fa un’eccezione.

    Per favore, capiteci. La nostra è una politica di massima disponibilità. Ma “massima” significa “fin dove possiamo arrivare”, non significa “infinita”. Se ne riparla in autunno. Non nel senso che potete chiederci adesso date per l’autunno (che è già troppo denso di impegni di ogni genere), ma che è meglio scriverci in autunno e proporci cose per il 2009.

    Scusate lo sfogo. Grazie a tutt*

  2. tony sardi Says:

    ero da feltrinelli a milano il 01.07, e volevo fare qualche osservazione.
    premesso che ho abbandonato verso la fine delle domande del pubblico per esigenze legate a orari di treni, non posso nascondere che, al di là di qualche approfondimento di natura prettamente storica, ho provato una leggera noia.
    non mi riferisco a Federico, che si dimostra sempre intelligente e brillante, spesso molto “avanti”. La mia sensazione, percepita tra l’altro dal linguaggio corporeo, è che anche lui provasse un leggero disagio. Di fatto era appesantito da un consorzio troppo verboso e preoccupato di dire anzichè approfondire, e del tutto “untuned” con lo “stream” di pensiero prevalente a cui mi avete abituato. Un contesto, per usare una parola completamente demodè, troppo “borghese”.
    E’ solo una mia impressione?
    con rinnovato affetto e stima
    tony

  3. Wu Ming 4 Says:

    @ Tony.
    Il leggero disagio era dovuto essenzialmente a tre fattori.
    Il primo è che io, di mio, sono un timido e trovarmi sopra un palco mi agita un po’, soprattutto quando il palco è così sopraelevato rispetto al pubblico. Se hai assistito ad altre nostre presentazioni sai che di solito noi preferiamo una logistica più user friendly e assembleare.
    Il secondo fattore è stata la raffica di domande che mi ha fatto Crovi, molto dirette, molto specifiche, molto radiofoniche. Noi altri siamo abituati a domande più generali e a un ritmo più rilassato. Però è vero che bisogna abituarsi a interlocutori di vario genere e meglio uno professionale e preparato come Luca Crovi – che magari gossipeggia un po’ e ti chiede della relazione tra le scelte di Lawrence e i suoi rapporti famigliari – piuttosto che un presentatore sciatto o impreparato. Una tipologia quest’ultima tutt’altro che rara da incontrare: mi è capitato recentemente che chi mi presentava, non ricordasse il titolo del romanzo…
    Il terzo fattore era un certo imbarazzo per le modalità con cui è stato incensato il romanzo nel corso della discussione. In effetti si sono spese molte parole, come fai notare tu, e molti elogi, che fanno piacere, ci mancherebbe altro, ma possono anche inibire un po’ il dibattito. Ha iniziato Sarasso, l’ha seguito Bertante, e mentre parlavano un tot di persone tra il pubblico annuiva energicamente. Tutti a dire che SDM è “il miglior romanzo del collettivo dopo Q”. Affermazione pesantuccia da reggere in solitaria, come puoi immaginare, sulla quale ho preferito e preferisco glissare con nonchalance.
    Ad ogni modo, come dicevo, è giusto affrontare anche situazioni inconsuete. Ogni presentazione fa storia a sé e non mi sembra che comunque quella dell’altro giorno a Milano sia andata male, anzi. In un altro contesto magari si sarebbe parlato più di Giap, di certe implicazioni politiche del nostro fare, della rete, etc., ma questo era facile prevederlo. Ho scelto la Feltrinelli salotto-buono proprio perché era un posto dove non eravamo mai stati e mi sembrava un’occasione di testare appunto un contesto non consono. Il livello delle domande del pubblico è stato molto alto e personalmente sono riuscito a dire alcune cose per la prima volta. Mi dispiace per la noia che hai provato.

  4. Paola Di Giulio Says:

    Anche se le presentazioni non sono finite, si possono riassumere un po’ i temi che le domande del pubblico hanno aiutato a venir fuori? Visto che il livello è stato buono.
    Ciao, Paola

  5. tony sardi Says:

    e dai! non esageriamo! non sono morto di noia! tutt’altro.
    comunque per chiudere il mio intervento, volevo esprimerti la mia gratitudine per il fattore “approfondimento storico”, in cui trovo le tematiche tue e vostre di altissimo livello.
    l’aggettivo “dalla parte sbagliata della Storia”, usato per Manituana, si applica benissimo a Stella del Mattino, come del resto a 54 e Q.
    Il mio sogno è vedere “la parte sbagliata della Storia” insegnata a scuola, in un tentativo di fornire una coscienza critica alle giovani generazioni.
    Quanto sarebbe interessante un libro di testo scolastico che parla anche dei “perdenti” do ogni epoca, consapevoli del fatto che spesso i “perdenti” (dai vari Catilina, Michele Serveto, i Catari, fino a Thomas Sankara e oltre), anche se non farina da fare ostie, avevano ragione da vendere, ma non lo avevano capito neanche loro…
    comunque apprezzo molto la tue (vostra) disponibilità al dialogo
    tony

  6. Wu Ming 1 Says:

    E oltre a Catilina, perché non metterci anche Giugurta, precursore delle rivolte africane e antenato della guerra d’Algeria?

  7. Wu Ming 4 Says:

    @ Paola
    Riassumere tutti i punti toccati durante la presentazione sarebbe lungo. Ti posso dire quale riflessione mi è servita di più personalmente. Riguarda il rapporto tra Q e Stella del mattino, ovvero tra i protagonisti dei due romanzi.
    Chiosando le osservazioni di alcuni colleghi scrittori presenti tra il pubblico ho più o meno detto quanto segue.
    L’eroe protagonista di Q era ancora una figura positiva, a tutto tondo nonostante le mille sfaccetture biografiche. Il capitano Gert Dal Pozzo è l’idealtipo del rivoluzionario di professione, che sbaglia sempre in buona fede, per idealismo o disattenzione. Soprattutto è uno che riesce solo ad addossarsi la colpa delle sconfitte, ad accettarne il peso morale, mai a recepirne la responsabilità, ad assumerne le conseguenze. Si limita a fuggire e a cambiare “frame”, per ritentare la rivoluzione da un’altra parte. In poche parole si tratta di un eroe amabile e giovanile, guccinianamente “giovane e bello”.
    Dieci anni dopo ecco T.E. in Stella del mattino. In mezzo ne è passata di storia e di vita. Ed ecco che l’eroe – ancora giovane e ancora bello – ha però cambiato natura. Fondamentalmente è ancora incastrato nella stessa empasse tra colpa e responsabilità, tra cause e conseguenze, ma tenta fondamentalmente di autoassolversi, e rimane sempre ambiguo, perché alla fine presentandosi come vittima delle circostanze e di se stesso, dei propri sbagli indotti dall’idealismo o dallo slancio eroico, finisce per presentarsi sotto i riflettori piuttosto come eroe tradito che come traditore. T.E. è un eroe “senile”, contraddittorio, coraggioso e meschino, forte ma anche debolissimo. E’ l’eroe che rivela anche il suo lato egoista, nevrotico, di figlio di puttana ingombrante e irredimibile. L’eroe con la prosopopea di se stesso o con l’anti-prosopopea (in realtà due facce della stessa medaglia), che ha bisogno degli altri per rispecchiare la propria luce, ma senza riuscire davvero a entrare in comunione con loro, rimanendo sempre un outsider, border-line.
    Mi fermo qui perché su questo argmento vorrei fare un post specifico a settembre, con tutta calma.

  8. Ermanno Says:

    in attesa del post di settembre, vorrei aggiungere che il fascino di SDM (e del vostro scrivere) sta nel risaltare quei particolari umani, che normalmente vengono catalogati ed etichettati. Secondo me non è che parliate di perdenti e delle loro vittorie appannate, è che usate tanto grigio tra il nero ed il bianco del quale usualmente si legge. Un tot di giornalisti dovrebbero imparare dal vostro stile, la verità non è comunque raccontabile, ma interpretabile, per cui è necessario avere una mentalità aperta ed essere allenati a salti mentali. TE tra i personaggi wuminghiani è sul podio dei più stronzi, ma comunque molto credibile e umano. Anche di Tolkien traspare quella vena da umilissimo sfigato (ai giorni nostri sarebbe una sorta di nerd) che sfocia nel genio, ma che ha pagato caro per essere ciò che è. Volevo in ultimo aggiungere che anche se so che è un’invenzione, mi piace pensare che TE e Tolkien si siano incontrati al museo (mi sono fatto un mio film personale sull’incontro, l’ispirazione ecc ecc…non voglio essere smentito!) e che anch’io approccio i wuming prendendo per le pinze le note di copertina per scoprire che sono solo una “cassetta degli attrezzi”.

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