Viaggi & Appuntamenti SDM

Damasco

* Domenica 21 settembre Wu Ming 4 sarà ospite alla trasmissione di Radio 2 “Tutti i colori del giallo”, condotta da Luca Crovi, in onda dalle 13 alle 13:30. Si parlerà principalmente di Stella del mattino. Qui le frequenze.

* Giovedì 25 settembre Wu Ming 4 sarà a Firenze a presentare Stella del mattino. MEL Bookstore, via de’ Cerretani 16/r, h.18.

* Mercoledì 1 ottobre sempre Wu Ming 4 sarà a Modigliana (FC). Presentazione di Stella del mattino. Biblioteca civica, h.21

* Domenica 5 ottobre ancora Wu Ming 4 sarà a Chivasso (TO). Presentazione di Stella del mattino. Festival “I luoghi delle parole”, h.18.

* Dal 15 al 19 ottobre 2008 Wu Ming 4 sarà a Damasco, Siria, dove parteciperà all’evento Reloading Images. In quel contesto terrà un workshop intitolato Da Camelot a Damasco. “Come si debbano comporre i miti affinché il fare vada a buon fine”: influenze letterarie e persistenza del mito nella costruzione dell’icona di “Lawrence d’Arabia”.
Ecco la dichiarazione d’intenti:

Nella mia relazione vorrei inquadrare la figura di T. E. Lawrence come icona dell’eroe moderno, icona in cui possiamo veder confluire suggestioni letterarie, miti antichi e visioni “orientalistiche” (nell’accezione imposta da Edward W. Said). In particolare, vorrei focalizzare l’attenzione sulle componenti letterarie dell’icona, senza dimenticare che T. E. Lawrence è uno dei personaggi più discussi del ventesimo secolo. Su di lui si sono scritti molti libri e, oltre settant’anni dopo la sua morte, storici e biografi si confrontano ancora animatamente.
Le recenti vicende politiche in Medio Oriente hanno riportato l’attenzione degli storici sulla figura di Lawrence e sul suo ruolo di intelligence durante la Rivolta Araba del 1916-18. Agente dell’Impero britannico o amico della causa araba? Traditore o liberatore? Doppiogiochista o triplogiochista?
Se all’ambiguità del personaggio aggiungiamo l’immagine di fervente “orientalista” proposta da E. W. Said, possiamo prendere Lawrence come paradigma della relazione asimettrica tra l’Europa – e forse l’intero mondo occidentale – e il Vicino Oriente.
Ad ogni modo, non vorrei porre l’accento sulle peripezie storiche, politiche o militari di Lawrence, bensì sull’immagine letteraria di “Lawrence d’Arabia”, sull’icona dell’eroe. Credo che il suo mito e la sua epopea forniscano un ottimo esempio del collegamento tra la letteratura (in particolare la letteratura epica) e la storia. Poiché lo stesso T.E. Lawrence, con la sua immagine e i suoi scritti, è stato tra i principali artefici del proprio mito, la sua figura può aiutarci a comprendere come storia e letteratura si influenzino a vicenda (S => L => S => L).
E’ mia intenzione indagare l’icona di Lawrence e rintracciare gli elementi mitici e letterari che la formarono, percorrendo a ritroso il sentiero fino ai più antichi poemi della cultura europea e mediterranea. Il fine è vedere fin dove può allungarsi l’ombra dell’eroe, o forse scoprire se dal labirinto dei secoli passati gli antichi poeti – con l’ambiguo linguaggio proprio della loro arte – ci avessero già messi in guardia sulla doppiezza dell’eroe.
Sono persuaso che ci troviamo in presenza di tòpoi profondi della cultura occidentale, tòpoi fino ad oggi funzionali alla supremazia bianca, ed è possibile, che decostruendo la maschera dell’eroe e scoprendone i mille volti, si possa fare un passo in avanti sul cammino della conoscenza e della liberazione dalla retorica – oggi dominante – degli scontri di civiltà.

3 Responses to “Viaggi & Appuntamenti SDM”

  1. Paola Di Giulio Says:

    Nel libro di Mack si parla di lawrence ‘the enabler’ proprio a proposito del suo rapporto con gli Arabi. Io non sono totalmente d’accordo, comunque il verbo to enable significa più o meno ‘mettere qualcuno in grado di fare qualcosa’ e questo per Lawrence funziona bene, a vari livelli!
    Dici che si potrebbe fare un passo avanti sul cammino della conoscenza e della liberazione dalla retorica degli scontri di civiltà. Non conosco molto Said ( parlava anche di una sorta di nuovo Umanesimo, ne so proprio poco) ma sosteneva anche che dovremmo concentrarci sul lento lavoro collettivo delle culture, che condividono caratteristiche comuni, si imitano, coesistono. ‘But for that kind of wider perception we need time, patient and skeptical enquiry’… Dimostrando serietà e perseveranza notevoli, anche se non è sempre facile andare avanti comunque, il vostro lavoro è una risposta articolata e ‘imitabile’ per tutti coloro che hanno voglia di cambiare le cose, anche attraverso la letteratura.
    Non so se nelle presentazioni di questo periodo sei riuscito a infilarci l’argomento del prossimo impegno a Damasco, tienici aggiornati, please!
    Ciao P.

  2. Wu Ming 4 Says:

    Sul rapporto tra Lawrence e gli Arabi il buon Mack scrive alcune cose interessanti, ma nemmeno lui riesce ad andare fino in fondo. La testimonianza che lui riporta (e che raccolse alla fine degli anni Sessanta, se non ricordo male) è curiosamente simile a quanto mi ha scritto un’amica che è capitata nel Wadi Rumm più di recente. Anche lei, come Mack, ha incontrato un discendente di un clan beduino parecchio filo-Lawrence. Perché, soteneva costui, la cosa importante per gli abitanti del deserto non è tanto stabilire se Lawrence fosse o no in buona fede, ma il fatto che lui abbia accettato di vivere e combattere come un arabo. Ovvero di rinunciare ad usi e costumi europei e di cimentarsi alla pari con loro. Anche nell’efferatezza della vendetta, quando è stato necessario.
    Insomma secondo questo signore gli arabi che hanno memoria clanica, famigliare, del suo passaggio, lo rispetterebbero in quanto onorevole guerriero nomade.
    Non so dirti quanto questo sia fondato. So che sul piano politico, invece, esiste un dibattito nei paesi arabi dal quale gli europei si tengono bene alla larga (del resto il libro di Mousa è fuori commercio da decenni). Eppure è ovvio che i recenti avvenimenti politici e militari abbiano ridestato anche là l’interesse su Lawrence. In queste settimane la tv siriana sta trasmettendo uno sceneggiato su di lui prodotto in loco. Racconta tutta la sua vicenda da Carchemish al 1918. Mi dicono che il taglio prescelto sarebbe ovviamente molto più arabocentrico di quello di Lean, e Lawrence apparirebbe assai più nel suo ruolo di “spia” e di fervido agente anti-francese. Lo sceneggiato è girato in varie lingue: dialetti arabi, turco e inglese. Appena saranno disponibili i dvd sottotitolati bisognerà procurarseli.
    Del resto, il primo passo per superare la retorica dello scontro di civiltà è mettersi in ascolto. Noi non ascoltiamo nessuna voce che venga dal mondo islamico, abbiamo la testa piena di stronzate che appena scambi due parole – anche per e-mail – con qualcuno che vive là si rivelano tali in un battito di ciglia. Tempo, pazienza e ricerca. Sì, è quello che ci vuole.
    Appena torno da Damasco metterò on line il testo della lecture.

  3. Paola Di Giulio Says:

    Già, c’è il Lawrence il cui mito si è evoluto per coincidere con la visione dell’Occidente imperialista, c’è il Lawrence divenuto per gli Arabi un simbolo del colonialismo e dei maneggi occidentali. C’è una polemica sull’atteggiamento dei beduini nei confronti di Lawrence, e viceversa. Tutti scavano, scavano, fanno analisi approfondite e si barcamenano tra citazioni, brani dei libri di TEL e brani dei biografi di TEL, per portare più o meno onestamente prove sufficienti per le loro tesi. Per quel che ne so il mito si è messo in moto per gli Arabi dopo che l’uscita dei ‘Sette Pilastri’ aveva messo in luce, in Occidente, la rivolta araba, e si sono cercate delle risposte nella verità storica. In questo contesto nessuno è libero di spostarsi dalle rispettive logiche o superarle, neanche temo le tribù beduine che potrebbero aver avuto una loro opinione in contrasto con alcuni storici arabi. Ma neanche laggiù dici, le cose sono chiare, allora andarsene fin là a portare avanti un discorso sul mito e sulla sua costruzione, ecc., significa consegnare all’altro qualcosa su cui lavorare e confrontarsi, non scodellare verità e pregiudizi che per la loro stessa natura sono rigidi. Sarà interessante vedere qual’è il risultato, qual’è lo scambio. Buon lavoro.

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