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antifascismo

Un nuovo libro del #QuintoTipo: «Il tenore partigiano», vita e Resistenza di Nicola Stame

Il tenore partigiano

Clicca per scaricare la copertina completa, con la quarta, i risvolti e la presentazione della collana Quinto Tipo scritta da Wu Ming 1 (pdf)

Dopo Diario di zona e Il derby del bambino morto, ecco Il tenore partigiano, terzo titolo della collana «Quinto Tipo» diretta da Wu Ming 1. Arriva in libreria il 22 aprile, giusto in tempo per il settantennale della Liberazione.

Lello Saracino, giornalista (e compagno) nato e cresciuto a Foggia, insegue da anni la storia del suo concittadino Nicola “Ugo” Stame, nel tentativo di far parlare fonti “bucherellate”, colmare silenzi e recuperare momenti perduti. Il tenore partigiano è, al momento, il resoconto più completo della vita di un antifascista troppo a lungo relegato ai margini della memoria.

Stame, cantante lirico di grande spessore, ebbe la carriera gravemente pregiudicata dalla polizia politica fascista, che nel 1939 lo arrestò al Teatro lirico di Roma, coram populo, durante le prove generali della Turandot. Prosegui la lettura ›

«Partigiani d’Oltremare». Africani nella Resistenza italiana

La banda partigiana di Roti (Macerata) con etiopi, russi, ebrei, croati, italiani.

Dal sito del CSA Sisma di Macerata:

«La storia di Carlo Abbamagal e dei 50 dell’Oltremare ha impiegato quasi 70 anni ad emergere, dopo anni di lavoro e grazie alle ricerche di Matteo Petracci – dottore di ricerca in storia, istituzioni e politica dell’area euromediterranea presso l’Università di Macerata – così che il corso degli eventi inizia ora ad apparire sempre più nitido e chiaro e da passato si fa presente, strumento di lotta contro le mistificazioni e le dimenticanze storiche, ascia di guerra contro i razzismi e i fascismi di oggi.

Il 7/8 marzo al CSA Sisma di Macerata Wu Ming 2 per due giorni, grazie al seminario “Racconti d’Oltremare”, ha lavorato con i corsisti alle vicende degli africani concentrati a Villa Spada di Treia, attraverso i materiali d’archivio che parlano di come “alcuni di essi si sono dati alla macchia unendosi ai ribelli” esplicando “considerevole attività” e risultando “quanto mai feroci”. Di come insomma, dall’ottobre del ’43, nelle montagne del maceratese, le bande partigiane annoverassero nelle loro fila etiopi, eritrei e somali, tra i primi a battersi contro il regime fascista.

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#AlpinismoMolotov in Istria: defascistizzato l’Učka / Monte Maggiore

uckathumb

Spedizione antitetanica di Alpinismo Molotov in Istria, contro i nazionalismi. Clicca per ingrandire.

«L’unione di terra e sangue può solo far venire il tetano».

Questa frase di Karl Kraus ci è tornata in mente una ventina di giorni fa, vedendo le cupe foto di un manipolo di neofascisti italiani salito sul Monte Učka – la vetta più alta dell’Istria – per lasciarvi un messaggio revanscista, vittimista e blut und boden.

Pensando a quella tetra pagliacciata, alcun* compagn* di Alpinismo Molotov hanno deciso di fare un’incursione in quelle lande ed eseguire un rituale che “disinfettasse” la vetta. Sono partiti ieri mattina dal Carso triestino, in nove. Hanno raggiunto la vetta e l’hanno “defascistizzata”. Qui sotto, un breve dispaccio e alcune immagini. Un racconto più dettagliato sarà pubblicato nei prossimi giorni sul blog Alpinismo Molotov. Prosegui la lettura ›

Da D’Annunzio a Ciccio Franco, ovvero: un paio di frottole neofasciste sulla #Calabria

D'Annunzio

A Gabriele D’Annunzio viene spesso attribuita la frase «Il lungomare di Reggio è il chilometro più bello d’Italia», ma… l’ha detta davvero? La risposta è nell’articolo qui sotto.

di Lou Palanca 2 *

Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni.
Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine.
Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.
– Giovanni Pascoli, Pensieri e discorsi, 1914

Gli anni d’inizio secolo li ho dedicati alla storia locale, ricostruita in particolare a partire dalle fonti orali. Mentre lavoravo ad un saggio sulla Rivolta di Reggio Calabria del 1970, ho avuto modo di consultare, presso il locale Archivio di stato, un’ampia documentazione di volantini e manifesti stampati nel giro dei due anni che incendiarono la città dello Stretto nella disputa per il capoluogo di regione, in quella che Tonino Perna ha definito:

«l’ultima grande lotta popolare del nostro Mezzogiorno, la prima lotta “etnica” di un ciclo di lotte e guerre che hanno insanguinato gli ultimi trent’anni del XX secolo1

Tra i comunicati, molti ciclostilati in proprio, dei vari comitati spontanei nati in appoggio della causa pro “Reggio capoluogo”, uno mi aveva colpito in particolare. Portava in calce la firma di vari studiosi reggini ed elencava motivazioni, ragioni storiche, monumenti e giudizi sulla città da parte di poeti, scrittori, intellettuali, di ogni epoca.

La chiosa finale non lasciava dubbi sulla contesa con Catanzaro, Reggio doveva essere il capoluogo: «Perché, come sostenuto dal D’Annunzio, Vate d’Italia, ha il chilometro più bello d’Italia!»2 Prosegui la lettura ›

Terrorismo, migranti, foibe, marò, fascismo… Appunti sul vittimismo italiano

Colpevole di essere italiano

di Wu Ming 1

Ho cominciato a prendere questi appunti ormai molti mesi fa, dopo aver letto in sequenza il libro di Federico Tenca Montini Fenomenologia di un martirologio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta a oggi (KappaVu, 2014) e il pamphlet Critica della vittima di Daniele Giglioli (Nottetempo). I due libri sono complementari. Tenca Montini e Giglioli affrontano gli stessi nodi di fondo. Il primo lo fa analizzando un case study molto significativo, ricostruendo genesi, sviluppo e affermazione, nel corso degli anni Novanta e degli anni Zero, del discorso sulle «foibe». Discorso quintessenzialmente vittimistico, perfettamente coerente con l’autonarrazione deresponsabilizzante spesso riassunta nell’espressione «Italiani brava gente»; Il secondo, invece, fotografa la tendenza egemone dei nostri tempi, la centralità della «vittima» nell’immaginario italiano e occidentale contemporaneo.

Quella che era partita come riflessione ispirata dalla lettura quasi contemporanea dei due saggi, si è gonfiata come un torrente a fine inverno e ha trascinato a valle detriti di polemiche di cronaca, storiografiche e di costume. Prosegui la lettura ›

#Evola: fermare il virus!

Julius EvolaSincronicità. Abbiamo ricevuto questo appello poco prima delle ultime notizie che stanno mettendo in subbuglio vasti ambienti della destra romana, “post”-fascista e neofascista, istituzionale e “di sottobosco”. Arresti, perquisizioni, imputazioni per associazione mafiosa… Indagato anche l’ex-sindaco Gianni Alemanno.

L’operazione della Procura di Roma, secondo i giornali, si chiama «Terra di Mezzo». Il riferimento tolkieniano ci è subito risuonato alle orecchie.

Da anni lavoriamo per smontare la strumentalizzazione di J.R.R. Tolkien fatta dall’estrema destra “nostrana”, soprattutto romana, e più precisamente di derivazione “evoliana”. Per dire, uno dei sedicenti massimi “esperti” di Tolkien è segretario della Fondazione Julius Evola.

Ribadiamo che è un unicum in tutto il pianeta: solo in Italia Tolkien era finito in simili luoghi. Quando lo racconti all’estero strabuzzano gli occhi. Prosegui la lettura ›

Wikipedia e la storia deturpata: il caso Presbite

Wikipedia-logo-ITA

di Nicoletta Bourbaki (*)

INDICE

14. Introduzione: chi inquina Wikipedia?

13. Rasista mi? Ma se l’è lü che l’è negher!

12. I «Campi dei Merli» delle nazioni

11. Lo schema Rankovic: wikinazionalismo

10. Fascisti? Pfui… Dei ve’i igno’antoni, pa’ola mia. L’irredentismo-chic

9. Un Montenegro al Bar o una Crna Gora ad Antivari? Del perché su wikipedia non si trovano i nomi di certe località

8. Sapevate che Tito era il comandante in capo della RAF? Sapevatelo su it.wikipedia

7. Come la nonna di Tuco divenne irredentista a sua insaputa. Storia di un campo profughi

6. Filibustering

5. Sull’uso disinvolto, altrimenti detto “ad minchiam”, delle fonti. Il caso Djilas

4. E allora le foibe??!!

3. Qui (non) lo dico e qui lo (rin)nego

2. Non solo confine orientale. Come l’antifascista Franco Basaglia divenne repubblichino su it.wikipedia

1. Porzûs

0. Ha un caratteraccio, però… Prosegui la lettura ›