Nessuno tocchi il Pinochet d’Egitto, ovvero: fuffa e depistaggi sulla morte di Giulio Regeni

Vignetta di Carlos Latuff sul caso Regeni

di Lorenzo Declich (*)

Apriamo e chiudiamo, definitivamente, il discorso delle ipotesi fatte attorno alla morte di Giulio Regeni e alle sue cause.
Lo apriamo e lo chiudiamo perché:

1. Abbiamo già tutte le informazioni sufficienti per definirlo un assassinio di Stato: chiunque voglia riaprire questa partita, dopo l’autopsia, lo farà per alzare polveroni, confondere le acque. L’unica cosa che ancora non sappiamo, perché ancora non sono arrivate le analisi che stabiliranno più o meno l’ora del decesso, è quanto lunga sia stata l’agonia di Regeni (l’unica cosa che avvalorerebbe le ultime tesi egiziane è una morte avvenuta quasi subito). Laddove, e qui contano anche i testimoni oculari, più fonti dicono che Regeni fu ucciso dopo una lunga agonia. Si sono fatte delle ipotesi sul fatto che la morte possa essere avvenuta fra il 27 e il 30 gennaio, ossia dai due ai cinque giorni dalla scomparsa di Regeni.

In questa brevissima analisi sono molto importanti i tempi. I prima e i dopo. L’asse diacronico è determinante in molti sensi, perché individuare il punto in cui è successa o non è successa una cosa fa chiarezza su cosa sia fondato e cosa meramente dietrologico, e sul punto dell’asse del tempo in cui è bene concentrarsi.

2. A pochi giorni dalla morte di Regeni la ridda di congetture – depistanti o meno, volontariamente o involontariamente depistanti – sui motivi per cui Regeni è stato ucciso sono più o meno tutte sul tappeto. In altre parole: ne hanno già dette di tutti i colori, compresi i complotti planetari. E gli amanti di Le Carré, cioè di un mondo scomparso, hanno già dato il meglio. Prosegui la lettura ›

Zeppo’s Gone. Riccardo / Wu Ming 5 è uscito dal collettivo

Zeppo's Gone. Riccardo / Wu Ming 5 è uscito dal collettivo. «Anyhow, we're all set now, aren't we?»

Alla fine di giugno dell’anno scorso, Riccardo / Wu Ming 5 ci ha comunicato di voler lasciare il collettivo. Ci ha spiegato i suoi motivi, ne abbiamo parlato, abbiamo preso atto della sua decisione.

Si trattava solo di capire se dare l’annuncio subito – con L’invisibile ovunque ancora in fase di stesura e un nuovo album del Wu Ming Contingent in gestazione – o aspettare un momento migliore. Prosegui la lettura ›

Il colonialismo è un chiodo nel culo d’Italia! Bologna, 26 febbraio, ritorna «Resistenze in Cirenaica»

Locandina Resistenze in Cirenaica 26 febbraio 2016

Dopo il pienone di gennaio, la seconda serata 2016 di Resistenze in Cirenaica sarà interamente dedicata alla scomoda, acuminata, troppe volte occultata eredità del colonialismo italiano e alle resistenze dei popoli aggrediti.

Al Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna.

h. 18
La scrittrice afroitaliana Igiaba Scego presenta il libro
Roma negata (Ediesse, Roma 2014)
del quale è coautrice insieme al fotogiornalista Rino Bianchi.
Con Igiaba dialogheranno Wu Ming 1 e Wu Ming 2. Prosegui la lettura ›

Se questo è un direttore di istituto storico della Resistenza. Roberto Spazzali e i guasti da «Giorno del Ricordo»

Roberto Spazzali


di Nicoletta Bourbaki (*)

Martedì 9 febbraio 2016, vigilia del Giorno del Ricordo 2016. Mentre stiamo ultimando l’articolo che state per leggere, Roberto Spazzali, direttore dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia (IRSML-FVG), travolto dalle critiche per certe sue esternazioni di qualche giorno prima, chiede scusa pubblicamente.

A dirla tutta non è nemmeno lui a farlo, ma la presidente dello stesso istituto diretto da Spazzali, con queste parole:

«In merito alle polemiche recentemente comparse, Roberto Spazzali riconosce di avere pronunciato una frase inopportuna che gravemente offende le condizioni di chi oggi fugge dalla morte. E se ne scusa.
Il Direttivo dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, riunitosi il 9 febbraio 2016, prende atto delle dichiarazioni di Roberto Spazzali e si rammarica per una affermazione che non corrisponde alla linea culturale e ai valori coerentemente espressi nel tempo dall’Istituto stesso. Del pari si duole della strumentalizzazione che ne è sorta a più livelli.
Il presidente
Anna Maria Vinci»

Poco dopo, su Twitter, anche l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione (INSMLI) prende posizione sulla vicenda che stiamo per raccontare. Prosegui la lettura ›

Perdersi tra le parole, le musiche e le immagini di Stefano Tassinari

Stefano Tassinari nel 1982

Stefano Tassinari nel 1982. Clicca sull’immagine per aprire ed esplorare il sito a lui dedicato. Reading, spettacoli, trasmissioni radiofoniche, presentazioni, interviste, recensioni e documentari suoi (come il viaggio-inchiesta del 1984 nel Nicaragua Sandinista) e su di lui (Tass, di Stefano Massari, 2014). Il lavoro di una vita. Una vita da appassionato militante della cultura. Una vita da rivoluzionario.

Quasi quattro anni fa, insieme a tante altre persone, lanciammo un appello:

«Disperso nella “nube” della rete, nei dischi rigidi o in vecchie cassette e videocassette sparse per le case di chi ha incrociato Stefano, esiste in potenza un enorme archivio di interventi estemporanei ad assemblee e cortei, reading con e senza musica, presentazioni di libri (suoi e altrui), interviste e trasmissioni radiofoniche o televisive, monologhi teatrali… La voce di Stefano ha girato per l’Italia, lasciando tracce magnetiche, ottiche, digitali.

Ieri, dopo la camera ardente, un gruppo informale di compagn* e amic*, in accordo con Stefania, ha deciso di lanciare un appello. Vi invitiamo a rilanciarlo, ritwittarlo, pubblicarlo sui vostri blog e profili di social network, leggerlo alla radio e quant’altro.

Chiunque abbia una registrazione della voce di Stefano (o ripresa video di Stefano che usa la voce), per favore ce lo faccia sapere, ci spieghi di cosa si tratta, che storia ha etc.
L’intenzione è di raccogliere la maggior quantità possibile di materiali acustici, e renderli ascoltabili/scaricabili da un sito ad hoc dedicato a Stefano, accompagnati da note, testi e interviste […]»

Oggi, dopo una campagna di crowdfunding e grazie allo sbattimento enorme soprattutto di Luca Gavagna, siamo lieti di annunciare l’apertura del sito stefanotassinari.it

Un mito di stamattina. A 40 anni dalla prima trasmissione, perché vi interessa ancora #RadioAlice?

Non ucciderete Radio Alice

di Valerio Minnella

Pochi giorni fa è venuto ad intervistarmi un giornalista-scrittore, Luca Rota, che sta lavorando ad un piccolo nuovo libro su Radio Alice, che sarà presto nelle librerie. Luca, fra l’altro, mi ha domandato «Cosa resta oggi di Radio Alice, dopo quasi 40 anni? In tema di retaggio mediatico ma, ancor più, tematico, filosofico, “spirituale”…»

Lì per lì gli ho risposto «Questa domanda dovrei sottoporla io a te, non viceversa. A te come ai tanti altri, che da tanti anni mi chiedete informazioni sulla radio in quanto state scrivendo articoli, tesi universitarie e altri testi di vario genere… Credo vi sia in circolazione più materiale su Radio Alice che su qualsiasi altra realtà mediatica, eppure dopo quarant’anni, evidentemente, c’è ancora da scrivere e da disquisire sulla radio. Ma io sono troppo coinvolto per capire perché siate ancora in tanti a voler parlare di quello che abbiamo fatto.»

In questi giorni con Nino, uno dei compagni di un tempo, abbiamo cominciato la ristrutturazione del sito www.radioalice.org, che mettemmo in piedi alla fine degli anni ’90 e che dal 2002 era lì abbandonato; Quando sono andato ad integrare la pagina che raccoglie tutti i libri che parlano di Alice, fra quelli specifici sulla Radio, che ne parlano a fondo, e quelli che la citano solo, ne ho contati più di venti e so che qualcuno ancora manca.

Allora la domanda di Luca mi è tornata in testa. Prosegui la lettura ›