Oggi La vera storia della Banda Hood esce nelle librerie… e noi ci ritroviamo a subire le cariche con cui polizia e carabinieri tentano di sgomberare il presidio del comitato Besta in difesa di 42 alberi al parco Don Bosco di Bologna. Dal primo mattino, sul nostro canale Telegram, abbiamo reso conto degli eventi man mano che si svolgevano di fronte a noi. Prosegui la lettura ›
La vera storia della banda Hood: ecco il booktrailer
Quella di Robin Hood è senz’altro una delle leggende più longeve di ogni tempo. È intramontabile, perché la sua figura richiama subito la riparazione dei torti sociali, la vendetta di classe, la ridistribuzione della ricchezza, la reazione dei poveracci al dominio dei potenti, la creazione di una microsocietà autarchica, basata su regole proprie.
Robin Hood non è un eroe aristocratico come quelli dei poemi classici (Achille, Odisseo, Enea, ecc.), e non è nemmeno un cavaliere come i paladini di Francia della Chanson de Geste o i cavalieri della Tavola Rotonda nel ciclo arturiano. Tant’è che la tradizione moderna, dal Rinascimento in poi, ha voluto recuperare e ripulire la sua figura, facendone un nobile decaduto, il celeberrimo Robin di Locksley conte di Huntington, ripresa poi da romanzieri come Scott e Dumas e in tanti film. Ma nelle ballate medievali non c’è niente di tutto questo: Robin Hood è un uomo del popolo, uno yeoman, la cui arma prediletta è l’arco, un’arma leggera, da fantaccino. Ed è un bandito assai poco gentiluomo, che non si fa scrupolo di taglieggiare o uccidere i rappresentanti del potere costituito, anche con una certa spietatezza. Prosegui la lettura ›
Tumor Valley, un video prodotto dall’intelligenza collettiva delle lotte in Emilia-Romagna
In val Padana si respira la peggiore aria dell’Europa occidentale. In tutte le mappe dell’inquinamento nel continente, questa zona è nera pece in un mare di giallino e arancione pallido. Ci sono lunghi periodi dell’anno in cui la regione in cui viviamo, l’Emilia-Romagna, è una gigantesca camera a gas. Nel discorso pubblico – quello degli amministratori e dei media – si dice che è «perché non piove».
Nei primi due mesi del 2024 non si poteva respirare. Sindaci e tecnici Arpae dicevano di non fare attività all’aria aperta. In quelle settimane ci tornava in mente un passaggio del recente video istituzionale La terra dei motori:
«È la ricerca del divertimento a farci vedere un traguardo in fondo ad ogni rettilineo, a trasformare ogni curva in un circuito da percorrere a tutto gas.»
Il video è stato più volte citato come esempio di horror involontario nel recente convegno «La crisi del modello neoliberista, tra disastri ambientali e criticità economico-sociali: il caso dell’Emilia-Romagna», organizzato a Bologna da RECA, Rete per l’emergenza climatica e ambientale in Emilia–Romagna. Prosegui la lettura ›
Calendario della Wu Ming Foundation, Marzo–Aprile 2024
Da oggi torniamo a una prassi che era in auge su Giap diversi anni fa: la pubblicazione del calendario bimestrale degli appuntamenti.
Come già scritto, per noi il 2024 sarà molto meno gironzolevole degli anni precedenti. Le trasferte sono ridotte ai minimi termini, per via di scritture in corso che richiedono il massimo della concentrazione.
Continuano però a girare libri e progetti a cui teniamo, a cui abbiamo partecipato in vari modi, che sono parte della costellazione soprannominata Wu Ming Foundation. Inoltre, come scrivevamo qui:
«le tempistiche con cui torneremo on the road sono differenziate: il nuovo romanzo di WM4 uscirà già a primavera; quello di WM1 in autunno; quello di WM2 nel 2025.»
La vera storia della banda Hood esce il 3 aprile 2024, e da quella data in avanti Wu Ming 4 sarà disponibile per presentazioni. Prosegui la lettura ›
Il parco don Bosco che si difende, la Bologna soffocante che non vogliamo. Sabato 9 marzo, la manifestazione
Sabato 9 marzo, alle 14:30, saremo anche noi in piazza XX Settembre, a Bologna, punto di raduno per la manifestazione convocata dalla «gang del don Bosco».
Il parco don Bosco è da settimane un festoso presidio popolare, con tanto di casette sugli alberi. Una piccola ZAD, zone à defendre. Da difendere, perché minacciata dall’ennesimo progetto che abbatte alberi e consuma suolo, ne abbiamo parlato qui.
Ci saremo, per ribadire che siamo contro la follia cementizia. Contro lo scempio urbanistico. Contro la Bologna distopica di Lepore, Clancy, Laudani, Borsari, Fondazione Innovazione Urbana.
A Bologna non passa quasi giorno senza che venga annunciata una nuova colata. Solo nell’ultima settimana dodicimila metri quadri per un nazional-patriottico «Museo della cultura italiana» (!) in via Carracci, più una nuova struttura da settanta appartamenti in via Michelino (con tanto di notizia falsa su un voto a favore da parte dei Verdi). Decisioni che seguono di poco altre riguardanti l’area ex-FICO e la zona Fiera.
«La vera storia della Banda Hood», in libreria ad Aprile 2024
Nell’anno 1187, il generale curdo Ṣalāḥ al-Dīn sconfisse l’esercito cristiano alla battaglia di Hattin. Successivamente mise sotto assedio Gerusalemme e la riconquistò al mondo islamico, impossessandosi anche del transetto della Vera Croce. Su spinta del papa Gregorio VIII venne bandita una crociata – la terza – per riconquistare la città santa e la santa reliquia, alla quale aderirono i principali stati cristiani.
Per finanziare la partecipazione inglese al pellegrinaggio armato, il nuovo re d’Inghilterra Riccardo I emise una tassa straordinaria sui beni immobili dei suoi sudditi, mise in vendita le cariche politiche ai nobili che erano interessati, e quelli già in carica furono costretti a pagare ingenti somme per mantenere il loro posto. Raccolta la cifra necessaria, nel marzo del 1190 attraversò la Manica e partì per la Terra Santa.
Durante la sua assenza, il fratello minore Giovanni Senzaterra congiurò con alcuni grandi nobili inglesi e con il re di Francia per destituire Riccardo e sostituirlo sul trono.
Questo il background di La vera storia della Banda Hood (Bompiani 2024, €16, in libreria il 3 aprile 2024), romanzo solista di Wu Ming 4 che ha un antefatto ambientato nel 1190 e si svolge nel biennio 1192-93, per concludersi con un epilogo nel 1194. Prosegui la lettura ›
Nel frattempo Giap, ovvero: due o tre parole di spiegazione
Il 18 gennaio scorso, nell’ufficializzare che il 2024 sarebbe stato per noi un anno “sabbatico”, prevalentemente dedicato alla stesura dei nostri tre romanzi solisti, abbiamo scritto: «A essere sacrificati sono gli appuntamenti pubblici», specificando: «soprattutto quelli in trasferta».
Dopo più di cinque settimane di immersione piena nella scrittura, dobbiamo constatare che siamo stati ottimisti. I lavori in corso richiedono più «sacrifici» di quelli che pensavamo. Prosegui la lettura ›