Il mondo di QAnon: come entrarci, perché uscirne. Su Internazionale, la seconda puntata dell’inchiesta

Il mondo di QAnon

È on line su Internazionale la seconda puntata dell’inchiesta di Wu Ming 1 su QAnon e altre fantasticherie di complotto.

La prima puntata era un resoconto il più possibile dettagliato di come QAnon vede e descrive il mondo; questa va più in profondità, affrontando la questione da un punto di vista anticapitalista e al tempo stesso basato sulle scienze cognitive.

Cosa succede nella mia mente mentre scivolo nella «buca del coniglio»? Perché QAnon ha una simile presa? Perché si sta ibridando con – tagliando con l’accetta – il mondo New Age? Come mai cedono a QAnon et similia anche persone un tempo (o che ancora si pensano) di sinistra?

Wu Ming 1 esplora anche quelle che ha chiamato «le cinque dimensioni di QAnon», propone un’inquadratura a volo d’uccello di QAnon in Italia ed espone il ruolo-chiave avuto dal Movimento 5 Stelle negli anni dieci. È stato il M5S a “traghettare” molte persone dalla sinistra al cospirazionismo in stile QAnon.

M5S o meno, il problema, come si spiega nella puntata, è che a sinistra c’è già una predisposizione alle conspiracy fantasies. Di tale predisposizione dobbiamo liberarci, perché fa il gioco del sistema.

→ Buona lettura.

Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)

Print Friendly, PDF & Email

183 commenti su “Il mondo di QAnon: come entrarci, perché uscirne. Su Internazionale, la seconda puntata dell’inchiesta

  1. Ciao,
    premetto che mi rendo conto di essere permeabile a molte idee new age e di essere anche un potenziale “fruitore” di teorie complottiste, a cominciare da alcune di quelle sull’11 settembre e via dicendo, pur provenendo da sinistra e avendo una formazione “tecnica”.

    Non conoscevo tuttavia (se non marginalmente avendone letto qui) il mondo di Qanon e le deliranti teorie che propala e devo dire che i 2 articoli su Internazionale sono una vera doccia gelata.
    Da quanto emerge negli articoli salta all’occhio la pericolosità di una “setta” come questa, da cui possono partire “linciaggi” mediatici o fisici nei confronti di chiunque sulla base di accuse deliranti, che possono anche essere eterodirette ed avere precisi fini politici o di rivalsa ecc., e con i “numeri” di “credenti” che vengono citati nell’articolo c’è veramente di che avere paura.

    Nel cercare di capire “perché” così tante persone siano disposte a credere a una cosa simile a me viene però da dare una certa responsabilità all’altro “bias” speculare, e cioè quello secondo cui tutto va bene così, madama la marchesa, portato avanti con sdegno cinico a ogni “ipotesi di complotto” (nell’accezione che ne viene data nella puntata 1) che viene sollevata.
    L’effetto TINA, soprattutto per chi viene da sinistra e rischia di diventare rossobruno, vale anche per questi aspetti qua: le cose vanno male e non ci sono soluzioni facili. Non c’è niente di “facile” che posso fare e per di più quelli che in teoria dovrebbero stare dalla mia parte (partiti di “sinistra”?? I democratici in America?) sono comodamente seduti al volante e si comportano anche peggio degli altri liquidando come “stupidaggini” tutte le istanze di cambiamento, i dubbi, le critiche al sistema. Buttarsi a capofitto in teorie complottiste può essere più facile di quel che sembra.

    • Per questo per me è importante la chiosa del tuo articolo: «Quali sono i nuclei di verità delle fantasticherie di complotto sul covid-19 [e anche su altri argomenti, aggiungo io: ad esempio “crescente patologizzazione e medicalizzazione della società e della vita“] e come ripartire da quei nuclei per evitare che malessere e rabbia siano catturati dal cospirazionismo?»
      Anche perché è evidente il ruolo “funzionale al sistema” di certi complottismi portati alle estreme conseguenze alla Qanon, nel togliere il terreno sotto i piedi da ben più reali “ipotesi di complotto” del capitalismo locale e non globale…
      Ma a questi argomenti cercherò in seguito di fare qualche commento più mirato e coerente (se ci riesco) avendo messo meglio a fuoco l’intera serie di articoli.

      In chiusura però volevo segnalarti solo alcune “fonti” e media più o meno popolari che mi sono balzati in mente quando ho letto la puntata 1 in cui si descrive il “credo” di Qanon, e a cui secondo me i “narratori” di Qanon si sono ispirati e hanno attinto (oltre che a Q e a tutte le credenze e le fonti sedimentate nel folklore americano).

      Una di queste è il racconto di Lovecraft “L’orrore a Red Hook”, che è una classica “accusa del sangue” condita di continui pregiudizi razziali e con riferimenti a termini cabalistici a caso. Che poi la cabala ebraica (un sistema metafisico) sia diventata nella narrazione di Qanon una setta di governo mondiale occulto io lo trovo particolarmente beffardo e anche in questo caso razzista e con chiari intenti antisemiti.

      La storia del Cappello bianco (o dei cappelli bianchi) invece secondo me viene pari pari dalla serie TV “Scandal” (o invece anche questa serie attinge allo stesso folklore?), partita inizialmente come l’abbastanza classico triangolo amoroso tra un presidente degli stati uniti sposato e una sua addetta allo staff e poi finita a parlare di deep state, iper-complotti, sequestri, torture e cappello bianco indossato dai sedicenti buoni quando “lavorano” per un bene superiore.

  2. Due articoli fondamentali. Sia il primo sia, soprattutto, questo. Fondamentali perché c’era davvero bisogno di un’analisi di questo tipo. La diffusione che stanno avendo in questi mesi certe strutture di pensiero purtroppo la si tocca con mano nella vita quotidiana, e spaventa. Quindi grazie, grazie e ancora grazie.

    Segnalo solo una cosa sul tema QAnon e sulle sue implicazioni agghiaccianti. Recentemente la retorica del “great awakening” è stata ricollegata (https://bit.ly/3knzRc6) ad un pamphlet che negli USA è una specie di punto di riferimento per l’estrema destra, “The Turner Diaries”. Qui una sintesi molto ben fatta su questo abominio letterario-ideologico: https://bit.ly/3hDttM4

    L’etichetta secondo me più calzante per definire il fenomeno QAnon secondo me rimane quella di “singolarità cospirazionista” che gli ha attribuito Anna Merlan su Vice. Da’ molto bene l’idea della mostruosità quasi fuori controllo con cui abbiamo a che fare.

  3. Una disamina minuziosa e uno strumento che tornerà sicuramente utile in futuro.
    Utilizzo questo spazio per provare ad approfondire una delle domande poste alla fine dell’articolo: Perché la Germania è il peggior focolaio di QAnon nel vecchio continente, e quali sono le implicazioni per il resto d’Europa?
    Un articolo di dinamo press secondo me è utile come punto di partenza per capire meglio ciò che sta succedendo ed è successo il 29 agosto in Germania.
    https://www.dinamopress.it/news/wir-sind-das-volk-estrema-destra-no-mask-germania/

    Un’analogia curiosa: il fondatore dell’iniziativa post-ideologica che ha portato alla manifestazione del 29 agosto è Michael Ballweg. Fino a prima della manifestazione un semi-sconosciuto imprenditore del settore informatico, oggi indicato come molto vicino ad ambienti di spicco della destra.
    Chi vi ricorda?!

  4. Vi faccio i miei complimenti per i due articoli, a mio parere QAnon è una minaccia per il mondo intero alla pari del terrorismo bianco e del fondamentalismo religioso cristiano (su questo ultimo tema mi piacerebbe conoscere il vostro parere, dato che non se ne discute a sufficienza). L’aspetto più sconcertante di tutta la faccenda è che ci sono persone che stanno mettendo a repentaglio la salute mentale, il matrimonio e le amicizie per un tizio che non esiste in carne e ossa, come Mark Caltagirone. Temo che la situazione non potrà che peggiorare, costoro hanno persino commesso dei crimini, tentate stragi e sequestri di persona, e probabilmente ce ne saranno se (spero di no) Trump venisse riconfermato, avendo dato il suo appoggio.

  5. Ciao. Intanto, buona scarpinata. Per noi c’erano troppe ore di macchina fra andata e ritorno da dove siamo ora. Aspettiamo la prossima. Poi, ho letto con molto interesse questi due articoli e volevo fare “due” riflessioni: una non di merito, nel primo articolo viene utilizzata l’espressione “predatore sessuale di minorenni” per definire Epstein. Mi sembra che il termine sia fuorviante perchè tende a “deresponsabilizzare” implicitamente gli stupratori, attribuendogli quasi caratteristiche di istintiva e sinuosa agilità. Credo che le donne preferiscano un termine più diretto.
    Per quanto riguarda il merito dei due articoli, che mi sono piaciuti molto, razionalmente il fenomeno é stato indagato molto bene, spiegando come funziona il nostro cervello, come si formano idee e opinioni. Ma il dato che mi ha colpita di più, riguarda l’attenzione che è stata dedicata all’ “isolamento fisico” ( anche se temporaneo, durante la pandemia) che è, in realtà, un elemento strutturale che in alcuni casi si può definire anche ” emarginazione” ( la citazione della strage di Hanau, in Germania, prima dell’ ” inizio” vero e proprio della pandemia è particolarmente importante: “Rathjen è un uomo solitario che vive con la madre ad Hanau”,”… non appartiene ad alcuna organizzazione. Trascorre le giornate online, leggendo di QAnon e altre fantasie di complotti planetari.) E che non è un dato meno determinante di altri o parimenti significativo: la solitudine ( che riguarda milioni di persone di tutte le età e di ogni classe sociale), il fatto di essere o sentirsi tagliati fuori dalla vita sociale, la totale assenza di rapporti di solidarietà e la possibilità che la diffidenza che respiriamo ogni giorno( e che questa incredibile situazione accentua )sia geneticamente trasmissibile, hanno un peso specifico incalcolabile. La totale mancanza di confronto ” esterno” è alla genesi di ogni sindrome paranoica e/o distorsiva. L’ infodemia, a mio avviso, non contribuisce in maniera così considerevole all’esplosione del problema. Perchè il problema è la valutazione dei contenuti, non la quantità ma la qualità delle informazioni. E’ infatti stupefacente che le nostre barriere difensive di fronte ad alcune evidentissime panzane possano abbassarsi enormemente in assenza di confronto. In questo senso, la scuola riveste un ruolo fondamentale.

    • Ciao Filo a Piombo, su “predatore sessuale” fai un rilievo non banale. Meccanicamente, ho tradotto in italiano l’espressione “sexual predator” molto utilizzata dal movimento #metoo, però è vero che c’è il rischio di “zoologizzare” la violenza sessuale.

  6. Scusa Wu ming 1, ma non posso fare a meno di criticare il tuo articolo. Amigdala?! Corteccia perefrontale?! Comunicazione limbica?! Perché tutto ciò mi suona tanto come neo-frenologia? Qua si parla di fenomeni sociali e non si può far rientrare il binarismo mente-corpo dalla finestra acriticamente (fra l’altro nella versione ultraortodossa della moderna biomedicina). Appellarsi alla neurologia e alla biomedicina per spiegare fenomeni sociali è fuorviante e inappropriato, a mio modo di vedere. Perché dare il primato epistemologico alla biomedicina? Perché non parlare piuttosto di Storia incorporata, di automatismi sociali, di inconsci collettivi, di praxis incarnate, di politiche dei corpi istituzionalizzate, etc etc etc? Un esempio:

    Quando arrivò la peste in Amandola (paese sui Monti Sibillini), nel 1462, si misero in atto le stesse dinamiche sociali che vedo dispiegarsi ora. Si deliberò che c’erano delle colpe morali e si presero provvedimenti. Il primo colpevole individuato fu una donna di malaffare, tale Angela di Monte Santo, che fu subito cacciata via. Poi toccò ai pifferai albanesi i quali, dopo un presunto omicidio furono tutti impiccati poco fuori la città. Oggi, con le dovute differenze, si seguono pattern sociali simili. Si colpevolizzano comportamenti (jogging e feste dei giovani) e si controllano ossessivamente gruppi sociali percepiti come estranei e ipso facto pericolosi (i rom, i quartieri ghetto, l’Hotel House). Questi sono canoni di comportamento incarnati. È quello che è stato inciso nei nostri corpi da secoli di pestilenze e dalle reazioni sociali e personali scatenate da queste. Non è l’amigdala, il cervello serpente o la ghiandola pineale. Siamo noi.

    • Forse ti viene in mente la frenologia perché hai riferimenti datati, non conosci le scienze cognitive contemporanee e ciò ti porta a paragoni sbagliati. I bias cognitivi non sono altro che errori di ragionamento.

      Parli di «binarismo mente-corpo», ma se c’è una cosa che le neuroscienze e le scienze cognitive hanno disintegrato è qualunque binarismo mente-corpo, la scoperta di base è proprio che la mente è “incorporata” e in un certo senso è in tutto il corpo.

      Scrivi: «Appellarsi alla neurologia e alla biomedicina per spiegare fenomeni sociali è fuorviante e inappropriato»

      Sono d’accordo, infatti nel mio articolo 1) critico l’uso di termini psichiatrici e di riferimenti alla malattia mentale per parlare di cospirazionismo; 2) soprattutto, analizzo il cospirazionismo come fenomeno sociale, spiego che ha successo perché colma un vuoto politico, lo descrivo come narrazione diversiva che devia il malcontento nei confronti del capitalismo, lo inserisco in un’analisi anticapitalistica e di classe.

      Il paragrafo che leggi decontestualizzandolo e con un bias (euristica della disponibilità) che ti fa dire «frenologia!» è quello in cui sviluppo l’ultima asserzione fatta al termine della prima puntata e che ribadisco più volte nella seconda, e cioè:

      i «complottisti» non sono altro da noi.

      I «complottisti» non sono per forza pazzi né imbecilli, chiunque di noi può trovarsi nella condizione in cui una fantasticheria di complotto ha facile presa, perché noi crediamo di pensare in modo razionale, sopravvalutiamo la nostra coscienza e facoltà di libera scelta, ma molto spesso agiamo per automatismi e compiamo errori logici che hanno effetti a cascata. Può capitare a chiunque.

      Una volta spiegato il “come” un singolo può arrivare a credere a una fantasticheria di complotto, mostrato che può capitare a chiunque, detto che potenzialmente «i complottisti siamo noi», riportato tutto questo anche al contesto degli ultimi mesi (la pandemia, il lockdown), nell’inchiesta mi concentro sulla funzione sociale e sistemica delle conspiracy fantasies e sul motivo per cui hanno presa a sinistra, con focus su un paio di processi specifici, uno in corso (l’ibridazione tra QAnon e certe sottoculture “alternative” i cui appartenenti spesso appartengono a una sinistra diffusa) e uno già compiuto (il “traghettamento” da parte del M5S di molte persone dalla sinistra al cospirazionismo in stile QAnon).

      Chiedo scusa a tutte e tutti per questo “riassuntino” del pezzo, lo so che è tedioso, perché già il pezzo è quasi didascalico in ogni raccordo e passaggio, ma se ne viene data un’interpretazione praticamente opposta a quel che c’è scritto, devo precisare per chi ancora non l’ha letto.

      • Wu ming 1: ti sei irritato e la tua amigdala ti ha portato a formulare sentenze ad hominem pur di averla vinta: mi dai dell’ignorante (riferimenti datati ecc che mi portano all’errore). Invoco il principio di carità sul termine neofrenologia (e non “frenologia” come erroneamente citi). Ovviamente il termine è intenzionalmente provocatorio e vorrebbe (nelle mie intenzioni) definire alcune tendenze delle moderne scienze neurologiche. Per approfondimenti consiglio ad esempio la lettura di “Picturing personhood: brain scans and biomedical identity” di Joseph Dumit oppure “Rethinking theories and practices of medical imaging” a cura di Engstrom T. e Salinger E. Non proprio referenze obsolete. In effetti sono un Antropologo specializzato in Antropologia medica, e guarda caso ho scritto due tesi di ricerca sulla biomedicina (Impianti cerebrali e Medical imaging, nello specifico). Sono influenzato da Merleau Ponty e dal cosiddetto “paradigma dell’incorporazione” di Thomas Csordas. Insomma, Wu ming 1, non mettiamoci a giocare a chi ce l’ha più lungo che non serve a niente. Come si dice dalle mie parti: “me nnanni ma non me ‘ddormi” (mi convinci ma non fino in fondo). Mi piacerebbe se tu rispondessi nel merito, piuttosto che dandomi dell’ignorante. Detto questo chiedo scusa per l’irritazione che ti ho procurato, ma non ho potuto fare a meno di cogliere una nota stonata nel tuo articolo e ti ho esposto il mio pensiero.

        • In realtà, quel che ho fatto è abbastanza diverso: ho spiegato che la tua lettura di quel paragrafo era sbagliata e fuori contesto, perché frenologia o neofrenologia, binarismo mente-corpo e astrazione dal sociale sono estranei e addirittura opposti al mio approccio e all’analisi che ho fatto di QAnon e del come e perché hanno presa e si diffondono le fantasticherie di complotto. I motivi che ti hanno portato a trarre conclusioni sbagliate sono un aspetto del tutto secondario sui quali ho fatto un’ipotesi en passant ma che non mi sembrano di grande interesse. Al massimo posso ribadire che per me c’entra l’euristica della disponibilità: quando sento parlare di neuroscienze mi vengono subito in mente certe cose, quindi le ritengo centrali ogni volta che leggo qualcosa collegato alle neuroscienze, e attraverso quel filtro leggo anche qualcosa che non c’entra. Ad ogni modo, non sono affari miei. Una volta che ho precisato, a scanso di ulteriori equivoci e a beneficio di chi non ha ancora letto, il modo e il contesto in cui ho parlato di bias cognitivi ed errori di ragionamento, non devo rispondere su nient’altro. Soprattutto, non devo rispondere di qualunque eventuale ricorso alle neuroscienze estraneo alla riflessione che sto facendo io. Esistono altre sedi dove discutere di questi temi in modo generico.

        • Perdonami, ma da ignorante totale, mi viene da pensare che se lo studio dell’antropologia medica porta a dire frasi come “non è l’amigdala, siamo noi”, allora bastava leggersi Dostoevskij. Non siamo anche la nostra amigdala, noi? E il fatto che uno stimolo sia di natura “sociale” implica una risposta diversa a livello fisiologico? Non è che di base il problema potrebbe essere proprio che abbiamo reazioni di allarme sproporzionate perché il nostro cervello è tarato su pericoli reali per la nostra sopravvivenza? A me pare sensato, ma magari è una cazzata. In ogni caso, spiegare che tutto ciò è perfettamente naturale mi pare politicamente fondamentale.

          • Trovo insostenibile e irricevibile la premessa secondo cui le acquisizioni delle scienze cognitive sarebbero estranee alla critica della società. Cognizione e comunicazione sono processi eminentemente sociali, la nostra mente si è evoluta nella società e fa parte della società. Ecco perché mi sembra bislacco l’aut aut «o parli del cervello o parli della società». Il cervello è un organo sociale, risponde a stimoli che provengono dalla società, li elabora a seconda delle condizioni in cui si trova – che sono condizioni sociali – e dà risposte che influenzano la nostra vita in società. E non capisco perché adottare una prospettiva evoluzionistica sul rapporto tra mente e società dovrebbe essere ritenuto “strano” in un articolo dove si fa analisi materialistica, di classe e anticapitalistica di un fenomeno sociale.

            «Per quanto svolto grossolanamente all’inglese, ecco qui il libro che contiene i fondamenti storico-naturali del nostro modo di vedere.»
            Lettera di Karl Marx a Friedrich Engels, 19 dicembre 1860. Il libro a cui si riferisce è On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life, di Charles Darwin.

        • Rifiutare un dualismo tra A e B non significa eliminare dal proprio discorso qualunque riferimento ad A e alle discipline che studiano A. Citare alcuni meccanismi cerebrali in una complessa spiegazione di come ci comportiamo in determinate circostanze, non fa di chi scrive né un riduzionista (“tutto il comportamento umano si spiega con reazioni cerebrali”), né un dualista (“il comportamento umano si spiega in base a due componenti, ben distinte, una è il cervello/natura umana e l’altro è la società/cultura”).
          Quello che scrive WM1 mi pare del tutto compatibile con l’idea che le capacità e i comportamenti di un organismo sono il prodotto di un’interazione continua e multilivello che parte dal genoma di quell’organismo, passa attraverso le sue cellule, i suoi organi, e arriva fino all’ambiente e agli altri organismi con cui viene a contatto. Senza che ci sia un punto, in questo continuum, dove possiamo tracciare un confine e dire: fin qui stiamo parlando di natura umana, da qui in poi invece parliamo di società.
          All’interno di un prospettiva simile, parlare di alcune aree del cervello e di come funzionano, o parlare del DNA, non significa ipso facto accettare in maniera acritica le dicotomie genotipo/fenotipo, nature/nurture, mente/corpo, evoluzione/storia, ecc.

          • Grazie Wu ming 2 per la risposta. Molto condivisibile ed equilibrata. Mi fa pensare che forse mi sono espresso in modo impreciso, perché la penso come te (ovvero: sono d’accordo con quello che scrivi qui sopra). Devo ammettere che pur anelando intellettualmente ad un approccio olistico spesso fatico ad accettare approcci più materialisti (primacy effect direbbe Wu ming 1). Soprattutto quando si parla di teorie come quella del triune brain, la quale viene ad oggi considerata come una semplificazione utile ma erronea (come la metafora dell’ape e del fiorellino). Anche l’approccio neuro-locazionista non incontra il mio favore e mi fa scattare campanelli d’allarme in quanto spesso è avanguardia del biologismo neuroriduzionista (non dico nel caso vostro, ma famo a capisse). Fra l’altro apprezzo tutto il resto dell’analisi su qanon e qomplotti fatta da Wu ming 1, per questo mi sono permesso di intervenire su quello che è l’unico punto del discorso che non mi convince. Grazie per le risposte, la finisco qua.

            • Però, Raoul, qui mi tocca chiarire che io non ho affatto usato la teoria del «triune brain», che oggi è considerata superata e poco più di un’allegoria, come si può leggere nella voce della Wikipedia in inglese che ho linkato in corrispondenza di «cervello trino». Mi sono limitato a scrivere che l’area del sistema limbico è anche chiamata da MacLean «paleocervello», perché è più antica dal punto di vista evolutivo. Era un «aside», l’aggiunta di un nome più chiaro rispetto ad «area limbica». Le cose che ho scritto sul funzionamento del sistema limbico e della neocorteccia prescindono dall’allegoria di MacLean, come prescinde da essa l’esistenza dei bias cognitivi che ho preso in esame. Idem per lo schema pensiero lento – pensiero veloce di Kahneman, che è un’altra semplificazione, diversa da quella di MacLean.

              • Ho scritto a Internazionale chiedendo che quel passaggio venga modificato così, per rendere impossibile qualunque malinteso:

                «Le emozioni risiedono invece nel sistema limbico, un’area molto più antica che il neuroscienziato Paul D. MacLean, ricordato per l’oggi superata teoria del “cervello trino”, chiamava in modo efficace paleocervello.»

      • Secondo me, quello che fa Wu Ming 1 è fondamentale nel combattere il dilagare della paranoia del complotto.
        Secondo me l’unico modo è fare leva sulla fallacia logica del loro ragionamento, facendo attenzione a non passare da “il tuo ragionamento è sbagliato” a “il tuo modo di ragionare è sbagliato” insinuando quindi che “la tua mente è sbagliata” quindi “tu sei sbagliato”. Turbare una mente fragile, irridendo delle sue fantasticherie può creare più danni che benefici, e penso che se ne è avuto prova…

        Vorrei inoltre dare uno spunto di riflessione sulla provenienza comune di complottismo e religione. Entrambe sono forme di dogmatismo. Nella mente del “complottista” la sua fantasticheria del complotto ha dei capisaldi che non possono essere smentiti e chi li smentisce è un’infedele, è un blasfemo o non ha gli occhi per vedere una realtà più grande e che ci controlla. Quindi il complottista con l’anticomplottista non può mai avere torto, perche se smonti con la logica i cardini che contano ti accuserà o di essere cieco alla rivelazione o essere interessato a far si che le menzogne continuino a propagarsi.
        Ha un nocciolo duro dogmatico all’interno della sua visione del mondo e del suo credo. E così come il religioso, il complottista ama evangelizzare, portare la buona novella in giro, cioè ama e brama che tutti conoscano e riconoscano la veridicità delle sue fantasticherie. Per fare questo usa ovviamente i mezzi di internet e i media di massa come è logico che sia e quindi cerca nuovi adepti e altre persone che sostanzialemente gli facciano compagnia. Questo perché il complottista è anche un escluso, un emarginalizzato sociale, un ghettizzato volontario.

        • Grazie, Smalltown Boy. Preciso però che io non sto proponendo una strategia argomentativa da usare per convincere i credenti in QAnon et similia. Non funzionerebbe. Nessuna dimostrazione di fallacia logica farà cambiare idea a chi è caduto nella buca del coniglio. Io mi rivolgo a chi ancora non ci è caduto, perché rifletta sul fatto che caderci è facile e non succede solo agli altri. Sui limiti del cosiddetto “debunking” rimando all’inchiesta di due anni fa:

          https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2018/10/15/teorie-complotto-qanon

          E, ovviamente, al libro che uscirà a dicembre.

        • Mi rendo conto di essere un po’ fuoriposto qui e (perfettamente in tema) di stare sopravvalutando le mie competenze intevenendo in una discussione così tecnica e alta, però volevo solo segnalare a SmalltownBoy che la dicotomia “complottista” (dogmatico irrazionale) e anticomplottista (che vuole riportarlo alla ragione) non è così netta.

          Nella mia esperienza a volte chi è “anticomplottista” è a sua volta preda di bias non del tutto razionali, fra cui la necessità di rimanere nella sua “comfort zone”, di negare idee o ipotesi disturbanti per la sua routine e il suo stile di vita.

          Ora, famo a capisse, come dite voi: non sto in alcun modo giustificando o comprendendo Qanon o i suoi “adepti” ormai caduti nella buca del coniglio, ma voglio evidenziare (e criticare come non utile alla causa e anzi controproducente) un “certo” anticomplottismo in giacca e cravatta che a partire dall’informazione mainstream e giù a cascata nelle chiacchiere da bar, si pone in una posizione “tranchant” nei confronti di chi esprime dubbi legittimi e critiche al sistema.

          Faccio l’esempio che viene meglio anche se non è l’unico (non ho più caratteri): se prendiamo l’ipotesi che ci sia una crescente “patologizzazione e medicalizzazione della società e della vita” questo argomento può essere oggetto di dibattito nella comunità medica (boh? io non lo so) e ci saranno medici schierati su “entrambi i fronti” della discussione. Quando però lo stesso argomento esce dall’area strettamente scientifica e va “in vacca” al bancone del bar, troveremo sì il complottista come il Napalm 51 di Crozza che lancia strali contro una fantomatica “BigPharma” che ci vuole tutti malati, ma anche il consumatore medio di farmaci “da banco” e di programmi di “medical-entertainment”, che già prima della pandemia si disinfettava le mani 10 volte al giorno con prodotti specifici e che ingurgita antidolorifici e prodotti per il mal di testa, a sua volta pronto a etichettare chi non lo fa come fricchettoni o complottisti!
          Secondo me anche in questo secondo soggetto la razionalità non è il primo “motore” delle conclusioni, ma ci sono bias cognitivi che vanno evidenziati.

          • Sì, infatti io continuo a segnalare che in ogni fantasticheria di complotto c’è un nucleo di verità; ripeto fino alla nausea che alcuni complotti esistono; critico premesse e modi di un certo debunking e ho deciso – come spiegato nella prima puntata dell’inchiesta – di evitare il termine «complottista». Tutto questo proprio per non assecondare un certo «anticomplottismo» che con le fantasticherie di complotto ha un rapporto dialettico vizioso.

      • Devoto fruitore di Giap, per me unica boccata d’ossigeno in un panorama dell’informazione ormai ridotto a troiaio, per la prima volta intervengo, con critica all’inchiesta su Quanon. Non per la qualità del lavoro, raffinatissimo, a cui faccio il mio chapeau. La critica in parte sintetizza e amplifica quanto già detto da altri e da voi. A mio parere dare importanza a sti scemi non serve a nulla, anzi, forse li fa aumentare. E così si rientra nella logica subdola, che imperversa sui social, che usa il “complottismo” come arma di distruzione di qualsiasi forma di cultura alternativa. Prendiamo l’esempio dell’emergenza COVID. Nei primi mesi, sia pur sottovoce, quasi tutti i media parlavano del clamoroso fallimento del modello sanitario lombardo, fallimento che preludeva a battaglie politiche agguerrite e ineludibili. Da giugno ad oggi invece qual è il problema? Le fake news e i negazionisti! Quanti articoli sono stati pubblicati sul fenomeno “negazionisti” e quanti sulla fallacia del sistema sanitario lombardo? Quanto ha pesato il primo sull’emergenza COVID? ZERO! Quanto ha pesato il secondo? Tanto, troppo. E no, cazzo! Non me ne frega niente che lì fuori c’è una banda di beoti che urlano “Abbasso la scienza”. Io voglio capire come difendere la sanità pubblica. E questo è solo uno degli esempi. Sono anni che qualsiasi discorso, su qualsiasi tema, che abbia una prospettiva anti-sistema, viene etichettato come “complottista”, appiattendo la sacrosanta dialettica culturale e politica in maniera vergognosa. Il discorso sotteso dell’anticomplottista è uno: “non esiste un’altra possibile via a quello che già è”, ed un discorso ormai vincente. Anche le più solide teorie alternative sono ormai relegate in cantucci piccoli piccoli, dimenticate e derise. E così è per la medicina, per l’economia, per la politica. Giustissimo prendere le distanze da fenomeni ributtanti come Quanon, ma farsi tirar dentro a questo campo da gioco rischia di far sponda a quella fetta di potere che vuole fare un unico gran fascio di tutte le idee alternative e buttarle nel cesso, Quanon insieme con Marx. Cazzo, per me Quanon si distrugge con l’oblio e con l’indifferenza, togliendogli gradualmente visibilità. Come hanno fatto con la cultura di sinistra, distruggendola quasi definitivamente …

        • Giampaolo, è proprio il vuoto di analisi e discorsi critici che il cospirazionismo va a colmare, operando come narrazione diversiva e imponendo surrogati. Surrogati di analisi di classe, surrogati di anticapitalismo. Analizzare come funziona il cospirazionismo e perchè si espande è parte fondamentale della critica dell’ideologia, che è un caposaldo dell’analisi di classe. Rinunciarvi in nome di una sorta di snobismo (non meritano la nostra attenzione, pfui) si è già dimostrato deleterio.

          La premessa è sbagliata, perché non è la nostra attenzione a far crescere quei fenomeni: al contrario, è la nostra disattenzione. «Per fare un uomo ci voglion vent’anni, per fare un fascista bastano dieci minuti di disattenzione», ha detto una volta Vinicio Capossela. Intendeva dire che il fascismo – e vale anche per il cospirazionismo alla QAnon – colma subito i vuoti che trova. Prova a sostituire QAnon con altri diversivi, come ad esempio il razzismo che serve a sviare il malcontento e mettere i lavoratori uno contro l’altro: diresti che non merita la nostra attenzione, che se lo ignoriamo sparirà da sé?

          Negli USA, tre anni di disattenzione e snobismo nei confronti di QAnon che risultato hanno dato? Non mostrando come funzionava la “cattura” quando il fenomeno era in crescita ma ancora marginale, si è solo ottenuto che tale cattura si esercitasse sempre di più, sempre di più, sempre di più. Lasciando le persone impreparate e sguarnite, prive di strumenti per leggere quel che stava accadendo, le si è lasciate in balia della setta. Da poche migliaia di credenti su alcuni forum di nicchia nel 2017-2018, si è arrivate a milionate di credenti in tutto il mondo nel 2020, alla probabile elezione di credenti al Congresso e a vari parlamenti statali, e intanto QAnon penetra anche “a sinistra”, sottraendo neuroni e corpi a lotte più sensate.

          È vero che c’è un modo di parlare di cospirazionismi e fascismi che, stabilendo con essi una dialettica viziosa, peggiora la situazione. È il modo “liberal”, “di centrosinistra”, “rispettabile”, “sdegnato”. L’abbiamo analizzata tante volte, quella dialettica, le abbiamo denunciate spesso quelle false dicotomie: «populisti» contro «europeisti» ecc. Ma il modo in cui ne parliamo noi non c’entra assolutamente nulla, si muove in direzione opposta: riconosce che il cospirazionismo, anche quello alla QAnon, parte da nuclei di verità ed è una forma pervertita di anticapitalismo; che la crescita del cospirazionismo non è affatto un’aberrazione della ragione ma ha una sua ratio all’interno del sistema; che l’unico modo per impedire che queste schifezze colmino i buchi lasciati dai movimenti è evitare di lasciarli, cioè lottare contro il sistema capitalistico, senza fare l’apologia dello status quo che invece i “liberal” vogliono difendere dai “barbari”.

          In generale, quella del «non parliamone altrimenti diamo loro importanza» è una postura che si è già molte volte dimostrata fallimentare. Ricordo che quando, nel 2011, la destra veneta voleva togliere dalle biblioteche pubbliche della regione libri nostri e di molte colleghe e colleghi (e aveva il potere per farlo), molte persone ci consigliarono di lasciar perdere, di non dare importanza alla cosa, non «abbassarci al loro livello», «lasciare i fascisti cuocere nel loro brodo». Ma quei fascisti erano al potere, e volevano cuocere noi nel loro brodo. Ignorare le offensive reazionarie non è mai stata una gran mossa. Infatti non abbiamo ascoltato quei consigli, ci siamo mobilitati, abbiamo avviato una campagna e, pur giocando su un terreno sfavorevole come quello veneto, abbiamo impedito quella messa al bando. Se non l’avessimo fatto, semplicemente quelli avrebbero tolto i nostri libri dagli scaffali. Noi avremmo avuto l’alquanto dubbia soddisfazione di «non esserci abbassati al loro livello», intanto quelli avrebbero stabilito un precedente pericolosissimo. Abbiamo poi udito gli stessi consigli ai tempi della partecipazione della casa editrice di Casapound al Salone del Libro, anche lì tutto un «non abbassiamoci», «loro vogliono solo che se ne parli»… Al contrario: loro volevano conquistare un nuovo spazio e volevano che la cosa sembrasse il più possibile normale. La strategia dei neofascisti negli ultimi quindici-vent’anni si è basata sulla legittimazione e normalizzazione, non sullo scandalo e sul rigetto. Quelli non volevano affatto essere rigettati, perchè se fossero stati rigettati avrebbero perso vantaggi politici e business.

          • Sì certo, il modo in cui ne parlate voi del fenomeno “cospirazionista” è diametralmente opposto a quello “vizioso” di “centro-sinistra” che lo utilizza per crearsi un’etichetta di “intelligenza”, “raziocincio”, “Scientificità”, che si distingue dalla “stupidità”, “irrazionalità”, “antiscientificità” dei cospirazionisti. E, ripeto, la vostra analisi è anche un lavoro di qualità, e se uscirà una terza parte la leggerò. >Il mio intervento era dettato da una paura/frustrazione: la campagna culturale – altrettanto massiccia se non di più di quella delle fake news e dei vari complottismi beceri – che ha inondato in particolare i social negli ultimi anni, che porta avanti lo slogan secondo il quale chiunque, in qualsiasi campo, osa accennare ad una visione altra della società, viene etichettato come “complottista”- “demente” – “anti-scientifico” e via dicendo, è ormai una valanga inarrestabile. Io tremo quando sento compagni (non voi) fare lunghe chiacchierate in cui si dileggia chi parla contro i Big Pharma, dandogli del complottista o equiparandolo al terrapiattista. Questo è proprio l’inizio della fine. Fino a dieci anni fa era la norma per un compagno (e anche per chi non era compagno) ipotizzare che il mondo dell’industria ne facesse di tutti i colori per il profitto, che le banche operano in modo torbido, che la politica è spesso condizionata dalle lobby etc… Oggi siamo arrivati al paradosso che persino molti compagni si sono rimangiati vecchie idee alternative per paura di essere etichettati come complottisti. E’ solo una mia sensazione o lo hai percepito pure tu? P.s. non me la sentirei di equiparare il fenomeno del razzismo a quello di queste sette che, se ci pensi, non sono proprio una novità. Il mondo ne è pieno, non da oggi. Il razzismo è una piaga ben diversa.

            • « Fino a dieci anni fa era la norma per un compagno (e anche per chi non era compagno) ipotizzare che il mondo dell’industria ne facesse di tutti i colori per il profitto, che le banche operano in modo torbido, che la politica è spesso condizionata dalle lobby etc… Oggi siamo arrivati al paradosso che persino molti compagni si sono rimangiati vecchie idee alternative per paura di essere etichettati come complottisti. E’ solo una mia sensazione o lo hai percepito pure tu?»

              A dire il vero, non solo è una mia «sensazione», ma è il fulcro di tutta la mia analisi. Il fine del mio lavoro di inchiesta è proprio illuminare questo paradosso e contribuire a disinnescare questo meccanismo. E per farlo, è imprescindibile capire come e perché funziona la “cattura” del cospirazionismo, che semina confusione, perverte concetti fondamentali, inquina le discussioni, impone false dicotomie.

              «non me la sentirei di equiparare il fenomeno del razzismo a quello di queste sette che, se ci pensi, non sono proprio una novità. Il mondo ne è pieno, non da oggi. Il razzismo è una piaga ben diversa.»

              Non si tratta solo di «sette», come sto provando a spiegare da anni e anche, ripetutamente in quest’inchiesta. Si tratta di errori cognitivi in cui può cadere chiunque di noi, anzi, in cui cade di continuo chiunque di noi, e che se non contestati impongono una forma mentis perniciosa, che purtroppo, detta come va detta, tra i compagni è molto diffusa (e ho fatto numerosi esempi).

              Riguardo al razzismo, quasi tutte le fantasticherie di complotto che vanno per la maggiore oggi sono permeate di razzismo, il che è normale, dato che sono narrazioni diversive che servono a spostare l’attenzione e il malcontento su capri espiatori. A rigore, ogni espressione di razzismo ha bisogno di fantasticare complotti: la grande sostituzione, gli immaginari 35 euro ricevuti da ogni immigrato che arriva in Italia, l’Europa che diventa “Eurabia”, il “genocidio dei bianchi”, Soros che porta qui i migranti ecc. È sempre stato così, la storia dell’antigiudaismo e dell’antisemitismo lo mostra in maniera plastica. Senza fantasticherie di complotto a inquadrarlo narrativamente, il razzismo farebbe poca strada. Invece così funziona per dividere e comandare, per regolare il mercato del lavoro etnicizzandolo e “razzializzandolo”.

              • Quindi si può dire che nel prossimo futuro ci si troverà a dover affrontare una battaglia culturale su due fronti, uno dedicato a tentare di arginare il dilagare di questa pletora di cospirazionismi e complottismi di varia natura che rischiano di risucchiare le poche energie antagoniste sopravvissute a 30 anni di demolizione sistematica della cultura di sinistra, un altro indirizzato a controbattere il tam tam continuo del debunking capzioso e infido che vuole far di tutta l’erba un fascio, associando implicitamente ed esplicitamente il terrapiattismo alla più incisiva critica al sistema. E in tutto questo bisogna tener vive le sacrosante battaglie proprie della sinistra. Siamo eroi ;-) P.s. qualche post fa non mi si era aggiornata la pagina con il vostro invito ad interrompere l’OT, quindi avevo apparentemente insistito. Apologize

            • Secondo me però non c’è solo la paura di essere etichettati come complottisti alla base di certi apparenti riposizionamenti a sinistra.

              L’anticapitalismo facilone, quello delle grandi corporation cattive, è un simulacro. Su cui possono attecchire allo stesso modo tanto il complottismo quanto il suo opposto.

              Da questo punto di vista il Covid-19 ha avuto un ruolo rivelatore, rompendo diversi schemi. Emblematico è proprio il caso di Big Pharma. Perché tecnicamente le grandi multinazionali farmaceutiche stanno facendo cartello durante una pandemia. Ma lo stanno facendo per resistere alle pressioni dei governi che vorrebbero accorciare i tempi della sperimentazione dei vaccini, fondamentale per valutarne non solo l’efficacia, ma anche e soprattutto la sicurezza. Quindi stavolta quelli col cappello nero sarebbero i buoni, a ragionare per stereotipi. Ovviamente non è così. Fanno tutti più o meno schifo allo stesso modo, solo con interessi e orizzonti temporali diversi.

              • Concordo un po’ con tutti in questo thread, e non ripeto quanto sia importante il lavoro di WM1: che si identifichino gli errori cognitivi in cui cadono i “fruitori” delle fantasticherie di complotto e in cui cadiamo tutti e estrarre e analizzare da queste i “nuclei di verità” contro i quali lottare insieme.

                Con la mia buona dose di “benaltrismo” però, di cui sono consapevole (e che non è una critica del lavoro di WM1 ma del modo di pensare collettivo e di qualche commento), verrebbe poi da richiedere un passo successivo: che siano evidenziati anche gli errori cognitivi in cui cadono le persone di cui parla Iacobelli sopra.
                Lo scientismo, il razionalismo “di facciata” (sotto cui si celano bias e forme mentis a manetta) sono altrettanto diffusi, e sono funzionali al sistema almeno tanto quanto lo sono le fantasticherie del complotto.(altra faccia)
                Noi qui lo sappiamo, ma “loro”, gli scientisti, lo negano assolutamente.
                Ciò è tanto più grave perché sono modi di ragionare diffusi proprio in un “gruppo” di persone che forse si sentono affini alla sinistra, e che invece così facendo aiutano “il sistema”.

                Sono caotico e mi scuso se dico ovvietà o mi baso su stereotipi, ma quello che voglio dire è che un certo complottismo ha sempre attecchito e sempre attecchirà su persone fondamentalmente di destra (e ricordo che persone “nei fatti” di destra ce ne sono tante anche nella classe lavoratrice).
                Parlando per iperboli voglio dire che quelli che aspettano la “fine dei tempi” per la restaurazione della Monarchia (ne esistono) non sono oggetto di questo dibattito e fra i commentatori più “razionalisti” questo dovrebbe essere chiaro; quelli che sono importanti però sono quelli “di sinistra” che, magari proprio perché di sinistra, rifiutano lezioncine sulla scienza fatte da persone in giacca e cravatta che con tono spocchioso li trattano come bambini delle elementari non troppo attenti ad ogni dubbio o a ogni domanda un po’ più metafisica.

                Forse un approccio da adottare con “la sinistra” complottista potrebbe essere, dopo averle mostrato i suoi errori cognitivi e aver concordato sui nuclei di verità nella loro fantasticheria, dire:
                “ok, guarda, adesso osserviamo insieme tutti gli errori degli anticomplottisti: non te li ho mostrati finora perché li davo abbastanza per scontati”
                :-)

              • Sì, questo è vero. L’anticomplottismo chiamiamolo “capzioso”, filo-sistema, può aver avuto il pregio di scremare da facilonerie le critiche al sistema. Ovviamente va ribadito che il fatto che il simulacro della “corporation cattiva” sia in bocca anche a individui di scarsa sottigliezza analitica e capacità argomentativa non trasforma l’argomento in una banalità tout court. Le corporation spesso sono “cattive”. Solo nel mio settore potrei raccontare casi da far accapponare la pelle, da riempirci 3 puntate di Report e 4 di BLack Mirror. E che le BIG Pharma stiano lottando contro gli Stati per operare in correttezza mi sembra una forzatura. E’ indubbio che in questo momento hanno talmente i riflettori puntati addosso che una mossa falsa sarebbe letale dal punto di vista finanziario. Ricordiamoci però cosa hanno combinato in passato le grandi farmaceutiche. Di tutto. Ecco, tornando al discorso di prima, non mi sembra che possa essere considerata una banalità tout court dire che la logica del profitto in quel settore abbia spesso creato distorsioni (eufemismo). Anche in tema di vaccinazioni un paio di cappelle grosse le hanno fatte, direi. Ma, per tornare in tema, il discorso qui è se Quanon sia una gigantesca operazione create ad arte (o sfruttata per) deviare possibili energie antagoniste, di critica al sistema, di ribellione, verso vicoli ciechi e folli, operazione basata sulla innata tendenza dell’individuo a farsi lusingare dall’idea del complotto. Da quel che ho letto nell’articolo probabilmente è così. Certo c’è una forma di violenza e fanatismo che a mio parere è propria della cultura USA e che da noi non potrà attecchire (almeno spero). Ma questo solo il futuro lo dirà …

                • «il discorso qui è se Quanon sia una gigantesca operazione create ad arte (o sfruttata per) deviare possibili energie antagoniste, di critica al sistema, di ribellione, verso vicoli ciechi e folli, operazione basata sulla innata tendenza dell’individuo a farsi lusingare dall’idea del complotto. Da quel che ho letto nell’articolo probabilmente è così.»

                  A mio avviso QAnon non ha le caratteristiche di un’operazione a tavolino, nessuno avrebbe potuto prevedere il modo in cui dai primi commenti firmati “Q” su 4chan si è arrivati alla situazione attuale. Sfruttata ad arte, in seguito, sì, ma da tanti soggetti con finalità diverse: arricchirsi, trollare, convincere a votare Trump ecc.

                  «c’è una forma di violenza e fanatismo che a mio parere è propria della cultura USA e che da noi non potrà attecchire (almeno spero)»

                  C’è un problema: quasi tutti gli elementi-base della narrazione di QAnon sono originari di qui. La fissazione per il diavolo, l’accusa del sangue, il complotto giudaico, tutta ‘sta roba è italiana non meno del caciocavallo. Quanto a fanatismo e violenza (nera), poi, non prendiamo lezioni da nessuno…

                  • Sì, è vero che noi abbiamo poco da imparare su certi temi, e che se si scava abbastanza quasi tutto quello che proviene dall’america ha radici europee.
                    Però secondo me su alcuni temi che da noi sono un retaggio medievale, in america c’è stato un “reload” in salsa puritana.

                    Lo dicevo in uno dei primi commenti: ho recentemente comprato una raccolta di racconti di Lovecraft, di cui ero curioso (alcuni bellissimi racconti di King sarebbero ispirati da Lovecraft e anche parte della mitologia di Martin, pare).
                    A parte il fatto che i racconti che ho letto (no romanzi per ora) si sono rivelati tutto sommato una grossa delusione (King è meglio), ho notato in alcuni di questi una certa ossessione per le cose che citi tu, come accusa del sangue, complotto non giudaico ma comunque “medio-orientale” con tutto un retroterra di razzismo neanche malcelato, scienziati pazzi che in realtà risvegliano antichi riti, etc., che quando ho letto il tuo primo articolo mi sono subito venuti in mente come “ingredienti” di QAnon.
                    Nella “ricetta” QAnon io ci trovo tanto folklore americano, in sostanza.
                    Il che non vuol dire che non possa attecchire benissimo anche da noi, certo.

                    • Il punto è che tutte le volte che qualifichiamo qualcosa come (semplifico) «americanata», puntualmente ce la ritroviamo anche qui pari pari. Quando gli USA erano in preda al «panico satanico» degli anni Ottanta, con decine di processi a innocenti accusati di aver violentato bambini in tunnel segreti durante rituali esoterico/luciferiani, qualcuno poteva pensare fosse roba da puritani, poi però abbiamo avuto lo stesso identico fenomeno: processo ai Bambini di Satana, processo ai «diavoli della Bassa», processo a educatrici ed educatori dell’asilo di Rignano Flaminio e svariati altri casi-fotocopia, in tutto e per tutto uguali a quelli della «day care hysteria» americana, in primis il caso McMartin. Qui il terreno è fertile, perché è concimato da millenni. Abbiamo le fantasticherie di complotto, abbiamo le allucinazioni condivise, abbiamo i movimenti carismatici (alcuni diventano partiti politici), abbiamo le sette. Abbiamo anche le dépendances delle sette americane. Scientology ha attecchito in Italia con facilità. Pensavamo di avere sì il terrorismo nero ma non i «mass shooter» individuali a cui “parte la scheggia” e che scendono in strada a sparare all’impazzata: poi abbiamo avuto la strage di piazza Dalmazia a Firenze commessa da Casseri, abbiamo avuto la scorribanda armata di Luca Traini che non ha fatto morti per puro miracolo ecc. Ogni volta che sento dire: «è roba americana, qui non può succedere», mi preparo a vedere comparire da dietro l’angolo esattamente ciò di cui si sta escludendo l’importazione. E infatti abbiamo anche QAnon.

                • “…fanatismo che a mio parere è propria della cultura USA e che da noi non potrà attecchire (almeno spero)”
                  Be, l’essersi affidati ad un comico di professione per risolvere i problemi di un paese non e` proprio da sani di mente…
                  Puo` darsi invece che Qanon Italia muti o si sviluppi in maniera diversa ma in tempi brevi e non meno violenti che in USA e UK; secondo me dipendera` dal ritmo e dal livello di intensificazione della crisi economica nei prossimi mesi. Io direi che c’e` un ampia base in fermento. Sopratutto tra gli orfani dell’ideolgia a 5* ,ma non solo, penso anche a persone di fede Cattolica dopo gli scandali pedofilia (solo per citare un link diretto) gente che, vedendo certi rappresentanti politici assorbiti nella casta che aspiravano a sopprimere, non avranno altro spazio di manovra che spostare l’energia psichica da uno stato illusorio ad uno delusorio e dallle aspirazioni passeranno alle cospirazioni. Quando la merda ci arrivera` al collo saranno in molti a cercare qualcuno o qualcosa che li aiuti a capire in che direzione nuotare e, anche se me lo auguro, non credo che saranno in molti, e men che meno le “elites”, a optare per un autentica analisi politica, filosofica e/o scientifica mirando ad una revisione ideologica e strutturale del sistema economico e del reale. Molto piu` plausibile per me e` la possibilita` che il panico favorira` lo sviluppo di questa che si puo` forse definire come una schizofrenia nella fruizione delle informazioni e nell’uso della rete, cosa` gia` sperimentata su certe piattaforme, tra l’altro, che Qanon sta` portando all’avanguardia del modo di fare politica neo-fascista. Non dimentichiamo inoltre che parliamo anche, e forse sopratutto, se si vuole, di un gioco divertente (provare per credere) e che crea dipendenza; molte persone a sinistra come al centro e non esclusivamente a destra, a mio parere, trovandosi in una condizione nella quale si potra` scegliere tra un giochino semplice e intrattenitivo che mi da` l’illusione di avere “agency” e inoltre mi “aiuta a comprendere” la realta` e, per esempio, la lettura o l’ascolto anche magari solo di una sintesi di un testo come Schizofrenia e Capitalismo, probabilmente si metteranno a fare “ricerca”.

                  • Dude potevi risparmiarci l’ennesimo papello catastrofista.
                    In genere sono due i principali approcci che leggo nei commenti:
                    – mellifluo (gentilezza affettata, complimenti esagerati da sembrare falsi)
                    – catastrofista

                    Cercherei, invece, di avere un approccio costruttivo.
                    Conosciamo il problema, sappiamo come si diffonde, alcuni di noi conoscono chi me è vittima. Cosa possiamo fare?
                    Se non lo abbiamo tra di noi un approccio di questo tipo, quando dovremmo averlo?

                    P.S. Niente di personale Dude, ho colto soltanto l’occasione di scrivere un commento che mi ronzava nella testa da un po’

                  • Stringer, sul mellifluo mi ero sentito chiamato in causa anche io.
                    In ogni caso approfitto del commento per precisare che se fosse così NON lo faccio apposta o per perculare qualcuno e che non scrivo “così” normalmente.
                    E’ solo il combinato disposto di una certa coda di paglia (vedi righe sopra) e di un certo “timore reverenziale da blog”, tenuto conto che qua c’è un sacco di gente preparata e dalle letture enciclopediche e che io arrivo qui da dilettante a dire cose magari ovvie o stereotipate.
                    Da cui mani avanti, mani dietro, preamboli e epiloghi e una prosa da parere di ente pubblico.

                    Cercherò di essere più diretto e meno in soggezione.

        • Pochi giorni fa ho letto una recensione di una conferenza di Adorno su doppiozero da poco pubblicata:

          https://www.doppiozero.com/materiali/adorno-e-il-nuovo-radicalismo-di-destra

          Nel libro ho trovato molti punti di contatto con questa analisi su QAnon di Wu Ming1. Rimando alla recensione per una migliore sintesi della conferenza, qui vorrei solo sottolineare un paio di aspetti per la discussione.
          Il primo è che uno degli obiettivi di Adorno è “mettere in guardia i potenziali sostenitori del radicalismo di destra dalle sue stesse conseguenze, chiarire loro che questa politica conduce inevitabilmente i suoi sostenitori alla sventura e che questa sventura è prevista sin dall’inizio.” Per dirla in altri termini, c’è un’idea della fine intrinseca al loro pensiero paranoide che non è l’estinzione della specie o l’irreversibilità del cambiamento climatico. Quindi diciamo non è solo importante parlarne per non cadere nella “rabbit hole” ma anche parlarne per cercare di far capire dove si rischia di sprofondare continuando a dar da mangiare a quel pensiero.
          Il secondo è che, cito ancora, “in tutti questi movimenti quello che è oggetto di manipolazione e ciò di cui si viene convinti hanno in sé qualcosa che ricorda lo spettro di uno spettro.” Questo mi pare confermi il tentativo di andare oltre l’idea della cospirazione e di spiegare il fenomeno QAnon come un’allucinazione (o delirio) collettiva. Perché ciò sia possibile secondo Adorno, deve però esserci anche un’organizzazione che consideri la propaganda come “la sostanza della politica”.
          Sfruttando quindi il dominio del performativo e dell’immagine si può creare un “sistema della follia” dove realizzare il superamento consapevole e volontario della situazione oggettiva perché ormai svuotata di significati utili a dimostrare la propria visione del mondo. In qualche modo quindi gli adepti di QAnon non devono credere a quello che dicono e non devono nemmeno dimostrare o verificare le loro affermazioni (anche perché è già stato fatto). L’importante è invece ribadire l’esistenza dell’allucinazione, confermarla continuamente con azioni o con parole, essere parte del delirio. Forse sta in questa praticità della dottrina di QAnon l’aspetto “religioso” di cui si parla nei commenti più sotto.

          • Una nota, su un aspetto forse ovvio e già noto e probabilmente anche fuori tema:
            la frase di RoccoSan «Per dirla in altri termini, c’è un’idea della fine intrinseca al loro pensiero paranoide che non è l’estinzione della specie o l’irreversibilità del cambiamento climatico.» mi ha fatto venire in mente un altra “sottocultura”, questa volta tendenzialmente di destra (anche se non necessariamente), potenzialmente ibridabile o influenzabile dall’universo QAnon.
            Parlo dei “Preppers”, ossia quelle persone che, partendo dall’idea tutto sommato di buon senso di essere preparati a piccole o grandi emergenze, sono ormai convinte (e questo già da “prima” di QAnon) che ci sarà a breve una qualche catastrofe naturale di portata planetaria e alle cui convinzioni più o meno paranoidi la pandemia di Covid ha certamente dato nuova linfa.
            Un gruppo particolare di questi sono gli integralisti cattolici di destra che usano come “fonte” di informazioni varie profezie di moderni veggenti.

            • Non conoscevo i “Preppers”. Basterebbe anche solo osservare la crescita delle chiese pentecostali ed evangeliche in giro per il mondo. Attualmente tutti i leader di destra latinoamericani, da Bolsonaro a Duque, sono legati o hanno l’appoggio delle chiese pentecostali. Quando vivevo in Chiapas all’inizio del 2000, l’arrivo delle “sette” dagli USA era una delle prime cause di divisione dei villaggi e di allontanamento da un senso di vita in comune. L’accelerazione di un pensiero della fine attraverso il Covid certamente faciliterà la diffusione capillare di una vasta serie di messaggi consolatori\paranoidi. Con QAnon però la propaganda ha mostrato di essersi “evoluta”, in estrema sintesi, da Himmler all’algoritmo, cioè dalla personalità autoritaria manipolativa a un sistema automatico che fa convergere follia e “perfezione tecnologica” (cito sempre il testo di Adorno). Sono probabilmente nel già noto ed ovvio anche io… Nella prima serie sulle Teorie del Complotto su Internazionale, Wuming1 menziona, però, il caso Pizzagate che fa parte della “psicosfera” da cui attinge QAnon. Per la sua diffusione gli algoritmi di Facebook sono stati fondamentali. Ogni persona che avesse un “profilo” in cui manifestava posizioni particolari come “il no-vax” o “le scie-chimiche” o magari particolarmente attenta ai temi della pedofilia, prima o poi, incontrava nella sua timeline riferimenti al gruppo “pizzagate”. Questa cosa è ripetuta nel documentario “il dilemma delle reti sociali” intorno al minuto 61. L’organizzazione della propaganda per associazione di contenuti e ipertesti è quindi una sorta di matrice dell’allucinazione per cui non importa più l’approccio scientifico o il metodo di analisi del singolo, bisogna solo vivere il delirio perchè è là fuori, è una “verità manifesta”. I moderni Hitler sono quindi quei Trump o quei Jhonson o quei Salvini ecc. che si limitano ad evocare il delirio rimanendone a distanza di sicurezza salvo poi diventare i paladini di questa nuova tipologia di credenti.

          • Stringer, se per mellifluo intendi mieloso ci puo` anche stare; non avendo frequentato l’universita`, mi sento quasi in soggezione nel partecipare insieme a letterati ad argomentazioni complesse, tipo Sgualo o Pelo in Radio Alice. Quindi impacciato si ma insincero no, so piss off, se mi permetti. Tra l’altro, mi sono beccato pure del fraudolento da Digitale Purpurea qualche commento fa`; direi percio` che se e` indubbio che la mia dialettica lascia a desiderare e` anche vero che giudizi del genere tornano utili come materiale di riciclo a conferma della teoria neuroscientifica sul pensiero veloce e l’amigdala citate nell’articolo originale.

            In riguardo allla critica di catastrofismo ti cito la suddetta teoria : “In momenti di stress, paura o collera questo ci porta a compiere errori, a prendere decisioni sbagliate o a trarre conclusioni ingiuste prima che il pensiero lento possa intervenire. Da ciò derivano molti dei bias (pregiudizi)…”.

            Quindi ti capisco se ti sei perso qualche mio commento: nel primo suggerivo di dare un occhiata all’analisi di Jodie Dean sul feudalesimo e Richard Barbrook e Andy Cameron riguardo all’ideologia Californiana, ho citato e linkato il pensiero di Bifo e, in virtu della necessita` di immaginare un futuro, ho proposto di rivalutare una religiosita` (non religione) che in questo momento io vedo mercificata dagli algoritmi; ho citato Moroni e Balestrini quando dicevano che una delle cose che non solo si puo` ma che si deve assolutamente fare e` criticare certe ideologie (ed e` per questo che ho deciso di partecipare a questa discussione perche` conosco il fenomeno, mi tocca personalmente e preoccupa). Ho riproposto un vecchio pezzo di WM1 secondo me utile in funzione appunto di questa critica e di un analisi piu` accurata del fenomeno e del perche` sta` dilagando. Da ultimo, “salvarsi il culo il piu` collettivamente possibile”, per me un mantra, presuppone consapevolezza della possibile catastrofe che si dovra` affrontare: https://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/milly-barba-rita-occhipinti-michela-perrone-valentina-tudisca/confini-planetari
            A bee in the bonnet, come dicono gli inglesi, e` sintomo di ossessione, che e` un fenomeno patologico…

  7. Chiedo scusa in anticipo a tutte e tutti se risponderò con lentezza a questioni sollevate nei commenti, purtroppo il tempo è poco e gran parte delle ore del giorno è dedicata a studio e scrittura. Non solo mancano cinque settimane alla consegna del libro, ma in parallelo sto lavorando insieme agli altri WM al romanzo collettivo.

  8. Spero qualcuno trovi questa mia segnalazione utile. Premetto che non sono giovane e che un tempo portavo capelli lunghi, poi rasati a zero. Nel mio tentativo di analisi non accademica, o di “ricerca” mi sembra di avere intuito che a sinistra, persino tra i movimenti piu` radicali e sopratutto nell’area newagey, come la definisce WM1, l’attrazione verso la galassia Qanon e` causata da un diffuso senso di “tradimento” non solo della classe politica ma anche e sopratutto da parte delle cosidette culture che chiamero`”hippie” (quelle legate ai movimenti con origini negli anni 60/70)se non da una specie di “vuoto cosmico” causato dalla realizzazzione (apparente) da parte di ognuno di noi, di non avere in realta` alcuna liberta` di azione o agency. Da questo punto di vista secondo me sono interssanti e possono essere utili due analisi: la prima e` quella fatta da Jodie Dean che introduce l’idea che ci troviamo in un era che chiama neofeudalismo (non ho purtroppo trovato versioni in Italiano, quella inglese e` qui: https://lareviewofbooks.org/article/neofeudalism-the-end-of-capitalism/) e la seconda, l’espansione a livello globale di quella che due teorici dei media, Richard Barbrook and Andy Cameron, hanno definito Ideologia Californiana. Rimando al testo originale qui: http://www.comune.torino.it/gioart/big/bigguest/riflessioni/californian_engl.pdf e ad una traduzione in Italiano che pero` avverto di non aver letto o controllato personalmente, qui: https://www.che-fare.com/ideologia-californiana-andy-cameron-richard-barbrook/. Concludo con un ultima considerazione personale mi auguro non troppo ovvia: come dice WM1 “La tendenza a negare ogni libertà d’azione (agency) popolare…” o a captarne e deviarne le energie secondo me` e’ l’obbiettivo e la funzione principale del meccanismo Qanon.

  9. Concordo con te sul senso di tradimento e sulla sensazione di non avere più alcuna libertà di movimento come “terreno di coltura” per una caduta nella buca del coniglio.

    Sono anche d’accordo sulla tua chiosa e cioè sul ruolo e la funzione di drenaggio e deviazione di energie del meccanismo Qanon.

    Per questo sono d’accordo con l’impostazione di non “criminalizzare” l’area newageay che rischia di venir attratta nella galassia Qanon, ma anzi di cercare di difenderla in tutti i modi da quegli influssi e di “tirarla dalla nostra parte”, anche riconoscendogli il merito di quanto di buono e utile ha fatto finora.

    Dopotutto (questa è una mia percezione di esterno ai movimenti che non ha mai letto una riga di Marx, quindi spero che se sbaglio mi correggerete bonariamente) mi sembra che a livello pratico, se parliamo di semplici “stili di vita” (e pur con tutti i distinguo del caso sul fatto che “il sistema” ricicla sempre tutto e che il singolo fa poco), “il sistema” venga messo in discussione (in ordine crescente) nei fatti molto di più da un Vegano o da una famiglia di giovani che recupera un vecchio terreno agricolo in una borgata isolata o infine da un ecovillaggio newagey, che non da tutti quelli che come me del sistema invece, nei fatti, ne fanno parte a tutto tondo a cominciare da quello che mettono in tavola tutti i giorni.

    • No, il singolo che non mangia carne così come il singolo che recicla tutto il possibile e va al lavoro in bici non mettono in discussione il sistema né tanto meno lo cambiano. Sono le masse a cambiare il sistema. È la lotta di classe.
      Francamente non vedo come si possano recuperare le sacche newage della sinistra. Sono contrarie al metodo scientifico (specifico metodo scientifico non scienza) e tendenzialmente dogmatiche (il che richiama il ragionamento fatto da Smalltown boy sopra).
      È sicuramente giusto analizzare i meccanismi del cospirazionismo, ma per prevenirlo serve che si ottengano diritti e garanzie sociali, aumento dei salari, istruzione e ricerca, informazione degna di tal nome e non filo padronale.

      • DigitalePurpurea, una frase come «non vedo come si possano recuperare le sacche newage della sinistra» secondo me è sintomo di un approccio astratto, e controproducente.

        Astratto, perché sostituisce le categorie alle persone concrete. Se consideri “perduta” qualunque persona che non segue il metodo scientifico e/o che crede a una pseudoscienza, intorno a te non rimane nessuno. Chiunque di noi ha amici e conoscenti un po’ o molto “newagey”, che credono all’astrologia, o all’omeopatia, o alle virtù terapeutiche del tal cristallo o del tal colore. [All’astrologia credono o almeno si relazionano apotropaicamente milioni e milioni di persone, anche raziocinantissime in tutti gli altri ambiti e distantissime da tutto ciò che normalmente associamo all’espressione «New Age».] Sono tutte cose per le quali non ho il minimo interesse, e ad alcune sono proprio avverso, non per questo mi va bene che QAnon faccia proselitismo in quei milieux e che amici e amiche si allontanino da me in seguito a sbandate cospirazioniste reazionarie. Al contrario, si tratta di prevenire, e impedire che ciò avvenga. Perché, va bene criticare le pseudoscienze, ma non si può considerare tutto uguale a tutto: un conto è leggere l’oroscopo, un altro conto è dire che Black Lives Matter è espressione di una setta che controlla i destini del mondo e mantiene basi sotterranee dove si torturano bambini-schiavi per estrarne adrenocromo. Se chi legge l’oroscopo non si converte a simili porcate io sono contento, intanto segno il punto, e sull’infondatezza e assurdità dell’astrologia potremo confrontarci in altre occasioni.

        Controproducente, perché un approccio così non solo non impedisce la cattura, ma provoca reazioni di rigetto e irrigidimento, come fa Burioni quando battibecca con gli antivax (e non solo). Ho il sospetto che il “burionismo” abbia spinto verso la galassia cospirazionista molte persone che, confusamente, stavano solo chiedendo risposte. Non c’è pseudoscienza medica che non parta da un nucleo di verità. È vero che la medicina capitalistica è mercificata e burocratizzata, fatta più di procedure che di relazioni, spersonalizzante. La cura non è solo terapia, è relazione umana. Chi, magari disperato per una grave malattia, cerca relazione umana e non la trova, si rivolgerà a chi gliela offre, che a volte è un ciarlatano truffatore, altre volte un illuso o un benintenzionato pasticcione. Noi dovremmo denunciare il ciarlatano truffatore, e al tempo stesso riconoscere il nucleo di verità su cui fa leva, e dialogare con chi cerca una dimensione di cura che il capitalismo in gran parte nega. Scientismo e burionismo non fanno niente di tutto questo, denunciano i presunti «ignoranti» e basta, e in buona sostanza fanno disastri, ci tolgono il terreno da sotto i piedi. Siamo tra due fuochi: da una parte abbiamo loro, dall’altro i cospirazionismi.

        • Può sembrare astratto e controproducente agli occhi di chi cerca di “salvare” amici e compagni New Age dallo sprofondare nell’abisso in cui già sono, ma non agli occhi di chi cerca di evitare che altri amici e compagni inizino a tuffarsi.
          Cosa dovremmo fare per salvare le nostre amiche dal credere a pericolose teorie?
          Arretrare sulle nostre conoscenze acquisite? Ritirarci? Acconsentire che si continui a credere che se Marte è allineato a Saturno sarà un anno fruttuoso?
          Se per evitare QAnon dobbiamo acconsentire che bizzarre teorie ritenute meno pericolose vengano prese per vere, allora ritengo il prezzo da pagare troppo alto.
          Io non arretro di un millimetro e ciò non significa che accetto la tirannia intellettuale esercitata in nome della scienza (tipo Burioni).

          • Non si tratta affatto di «acconsentire che bizzarre teorie siano date per vere», ma di capire a quali esigenze, bisogni, mancanze tali «bizzarre teorie» rispondano. Esigenze, bisogni e mancanze che il capitale perverte, lo scientismo nega alla radice e la sinistra non è in grado di interpretare. Il punto della questione, per me, sono sempre i nuclei di verità. Dobbiamo riconoscerli e salvarli dalla cattura. Salvare quelle verità di base, che sono anche quelle da cui partiamo noi. E sì, salvare amici e compagni.

            Mi aggancio a questo per dire un’altra cosa: altri qui hanno parlato di «bisogno di religiosità». Se con quest’espressione si intende la necessità di elaborare il mistero e il senso di meraviglia di fronte a ciò che rimane inconoscibile per esperienza diretta, irraggiungibile dal nostro pensiero, indicibile, allora sono abbastanza d’accordo. Non c’è metodo scientifico e nemmeno analisi di classe che possa colmare questa lacuna originaria, che pertiene al senso delle nostre vite su questa terra all’interno di questa “sfocatura” (come la chiama Rovelli) in cui percepiamo scorrere un tempo che per la fisica non scorre né esiste. Questo non c’entra con l’oppio dei popoli. A questo nocciolo di mistero ci troveremo sempre di fronte.

          • Che mischione che hai fatto. Come fai a fare di tutta l’erba una fascio? La critica a un fenomeno come Quanon non può sfociare nella critica a qualsiasi forma di ricerca spirituale o sentimento religioso. Se sei convinto che creando giustizia sociale si elimini la religiosità dal mondo sei fuori strada, e in pratica ti conformi al più radicale scientismo, già dimostratosi fallace come approccio filosofico più di un secolo fa. E che presunzione voler “salvare” i compagni dallo sprofondare nell’abisso. Oddio, non so a cosa ti riferisci in particolare, ma se credi che se una persona abbia una qualsiasi forma di spiritualità vada convertito alla fisica, alla chimica, alla matematica credo che l’errore lo stai commettendo tu.

        • Ho poco da aggiungere a questo commento /WM1) che condivido in pieno. Vorrei solo fare una considerazione generale e un esempio:
          innanzitutto credo che anche all’interno della scienza stessa, ci siano vari livelli di “applicazione” del metodo scientifico, di uso della razionalità e di comprensione della realtà. Cioè credo che tra un accademico – ricercatore, che si muove sul “fronte” più avanzato nella ricerca e sperimentazione della propria disciplina e lo scienziato-burocrate che si limita ad applicare i concetti appresi, magari anni fa, alla stessa disciplina nell’ambito del mestiere che gli dà da vivere ci sia una certa differenza in termini di capacità di giudizio e di elasticità mentale (per tacere poi di baronati e di conflitti di interesse in certe carriere).

          L’esempio invece è quello del ruolo della medicina, quando questa dovrebbe oltre che curare, anche prevenire certe malattie (tumori, leucemie, malattie auto-immuni?) che, forse, si sospetta siano riconducibili in qualche misura allo stile di vita occidentale e all’esposizione a sostanze e ambienti tipiche di questo stile di vita (PFOA e PFOS, radiazioni elettromagnetiche, polveri sottili, residui di combustione e smog, etc.).

          Quanto la «medicina capitalistica» è in grado di evidenziare certi fenomeni e di prendere le distanze dal sistema e dallo stile di vita che potrebbe essere concausa o fattore scatenante di tali malattie? Quanto è in grado di indagarli e di metterli in discussione?

          Di fronte a questa contraddizione è comprensibile se non naturale che, in assenza di autorevoli voci “scientifiche” fuori dal coro e con la dovuta visibilità, alcune persone si rivolgano (a loro rischio e pericolo) al di fuori della medicina ufficiale per cercare sollievo dai propri problemi.
          Senza contare che il singolo medico o scienziato che volesse “farla fuori dal vaso” e fare la voce fuori dal coro rischierebbe moltissimo di suo oltre che di essere accomunato dagli “anticomplottisti” a ciarlatani e truffatori vari di cui purtroppo sono piene le cronache.

          Forse se la sinistra anticapitalista trovasse queste voci razionali, autorevoli, analitiche ma “fuori dal coro” per farle parlare, sarebbe un buon sistema per togliere terreno da sotto i piedi al complottismo, invece di farselo togliere.

  10. “…le sacche newage della sinistra…sono contrarie al metodo scientifico…e tendenzialmente dogmatiche.”
    Ti sbagli e se mi posso permettere sembri molto dogmatico tu nelle tue affermazioni. Comunque, come e` gia` stato detto, non e` questione di salvare nessuno ma di offrire spunti di riflessione che aiutino piu` compagni possible ad orientarsi meglio. In questo senso credo che osservare e valutare la situazione e il momento storico attuali attraverso la lente Marxista, della lotta di classe quale unico strumento, puo` non essere sufficiente. E` senza dubbio essenziale ed estremamnte utile ricordarlo ma credo che la cosidetta “cassetta degli attrezzi” che l’analisi Marxista della societa` moderna rappresenta sia in qualche modo incompleta. Se e` vero, come dice Bifo che ““Il compito del pensiero, della politica, della scienza, dell’invenzione, oggi non e` difendere una democrazia che se n’e` andata, per sempre, che forse non e` mai esistita. Ma creare una forma di vita che sia in armonia con le nostre possibilita`” (qui: https://comune-info.net/la-soglia/) e` forse anche vero che per fare cio` c’e` bisogno di immaginazione, fantasia, idee visionarie, non solo di razionalita` e scetticismo, ricerche scientifiche e statistiche, assemblee e cortei. Bisognerebbe forse rivalutare una certa “religiosita`” o, perlomeno, considerare il valore che puo` avere un certo misticismo nell’atto tutto umano di immaginare quel futuro diverso. E` proprio qui`, che secondo me, va ad inserirsi l’allucinazione collettiva di Qanon, in quell’interstizio della psiche di compagn* che cercando di articolare ed esprimere un reale e probabilmente fisiologico bisogno di “religiosita`” o misticismo, all’interno di contesti e ambienti Marxisti che ne negano l’utilita`; quindi deviano a destra. Cos’e` in fondo Qanon se non puro evangelismo: c’e` una battaglia tra il bene e il male, noi siamo il bene e loro sono il male. Sta roba qui` non la si puo` fronteggiare esclusivamente con l’uso della ragione e del raziocinio. Ci sarebbe bisogno di esercizi di meditazione, magari collettiva, cosa che tra l’altro pare essere molto in voga nella Silicon Valley.

    • Beh, che dire, bravo Dude, hai espresso come io non avrei mai saputo fare idee e concetti che sento anch’io, sotto la superficie, anche se non in modo così nitido e chiaro.
      Concordo su tutto, compresa la questione del misticismo, e in particolare sul fatto che un nuovo modello di società vada prima di tutto immaginato, e poi magari messo in pratica. Senza questo “le masse” a cosa dovrebbero ispirarsi?
      Poi, sono d’accordo che ci vadano azioni collettive e che se io mi metto a fare l’eremita vegano su una montagna al sistema freghi poco (o possa monetizzare persino quello), ma le masse sono fatte da singoli: a cosa pensano, cosa desiderano, quali sono i valori a cui tendono questi singoli? Hanno la famosa “coscienza di classe”? A me sembra che spesso ci siano tanti steccati piccolini, e che non ci sia la volontà di empatizzare con chi sta nello steccato vicino, come è emerso più volte anche nelle discussioni sul lockdown.
      Invece in alcuni ecovillaggi ci sono persone che stanno provando a immaginare modelli di società diversi. Magari sbagliano, ci sono innumerevoli criticità reali e potenziali che infatti mi fanno guardare con distacco e attenzione certe realtà, e magari il modello di società che stanno mettendo in piedi è ingiusto tanto quanto quella attuale e non parte dalle basi teoriche “giuste”, ma sono comunque esperienze pratiche, di cui tenere conto e fatte da persone che non hanno paura di “uscire dal seminato”.
      Se queste persone che hanno l’energia per abbandonare le conseutudini più comode e tranquillizzanti ed immaginare modelli di società diversi e alternativi vengono sedotte da «l’allucinazione collettiva di Qanon» è una perdita e un danno non solo per loro, ma anche per tutti noi.

      • Non sono affatto dogmatica in ciò che affermo, ho parlato di metodo scientifico e non di scienza proprio per questo. L’umanità ha un metodo per verificare se le proprie ipotesi sono corrette.
        Step 1: Guess
        Step 2: Compute the consequences of the guess
        Step 3: Compare directly to nature/experiment/experience/observation.
        Possono copiare esattamente quel modello. Ma anche le grandi religioni muoiono, quando si segue la forma e si scorda il contenuto degli insegnamenti delle grandi guide spirituali. Allo stesso modo, è possibile seguire la forma e chiamare qualcosa scienza, anche se questa è pseudoscienza.
        Penso che viviamo in un’epoca non-scientifica in cui quasi tutte le strizzate d’occhio dei media, le parole della televisione, i libri e così via sono non-scientifici. Di conseguenza, c’è una considerevole quantità di tirannia intellettuale esercitata in nome della scienza.

        “esprimere un reale e probabilmente fisiologico bisogno di “religiosita`” o misticismo” la religione e, aggiungo io, il misticismo sono oppio dei popoli.
        Come disse Umberto Eco:”È importante costruire il nemico per stabilire una identità di nazione di patria di gruppo politico. Fenomenologia dell’odio. Hai sempre bisogno di qualcuno da odiare perchè è molto difficile costruirsi un’identità, è difficile, richiede consapevolezza intellettuale, coraggio ed egoismo. Quindi il poveraccio deve costruirsi un identità collettiva e falsa intorno ad un gagliardetto, intorno ad una bandiera intorno ad un odio.”

        • Hai ragione, c’è una vera tirannia intellettuale fatta in nome della scienza ma senza applicare il metodo scientifico. La “scienza” come paravento dietro cui nascondere altri interessi o comodità. Alla pari del “decoro”, della “sicurezza” e dell'”eccellenza”.
          Sul rapporto tra Marx e religione non ho mai capito se l'”oppio dei popoli” era inteso come sedativo somministrato al popolo per frenare le ribellioni o se come anestetico/medicinale che il popolo assumeva per sopportare le condizioni di vita.
          In altre parole mi piacerebbe sapere se Marx vedeva la diffusione come religione come uno strumento del potere o come una risposta immunitaria degli oppressi.
          Comunque, da tecnico ignorante, a volte ho avuto l’impressione che a sinistra resti un angolo vuoto, proprio dove si vanno a cercare le risposte da dare a un bambino che vuole sapere dove è andato il nonno. Alla fine i modelli del mondo sono rassicuranti e hanno un grande fascino a tutti i livelli. Non mi sarei mai aspettato che il bosone di Higgs sarebbe stato chiamato “particella di Dio” dalla comunità dei fisici, svelando forse il desiderio di scoprire la formula che spiega chi siamo, da dove veniamo e, sopratutto, dove andiamo…

          • «a volte ho avuto l’impressione che a sinistra resti un angolo vuoto, proprio dove si vanno a cercare le risposte da dare a un bambino che vuole sapere dove è andato il nonno»

            Esatto. E secondo me non c’è niente di male se a quella risposta su “dove è andato il nonno” ci credi anche tu quando gliela dai.
            Che non vuol dire dare credito e potere a una “casta sacerdotale” e che non implica nemmeno dover per forza pensare a una sopravvivenza dell’anima o altre cose simili.

            Solo che pensare che si riduca tutto a atomi di carbonio che rientrano nel ciclo degli elementi e che tutti i pensieri, sentimenti, aspirazioni, risultati e insuccessi del nonno “andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia” è secondo me un po’ riduttivo.
            :)

        • “L’umanità ha un metodo per verificare se le proprie ipotesi sono corrette.
          Step 1: Guess
          Step 2: Compute the consequences of the guess
          Step 3: Compare directly to nature/experiment/experience/observation.” … se riduci la vita a questo sei una “macchina”. Da mo che questa visione del mondo è obsoleta. La spiritualità è qualcosa di profondo e complesso, dire che tutto è oppio dei popoli è davvero una semplificazione inaccettabile. Poi, ovvio, se hai in mente le menzogne pre ordinate delle religioni organizzate (piccole o grandi che siano), hai ragione. Ma parlare di religiosità in senso lato nei termini che usi tu non ha senso.

          • Rispondo qui sotto ad entrambi i commenti che hai fatto a proposito di ciò che ho scritto.
            Comincio dal dire che non ho fatto alcun “mischione”. Forse tu, sentitoti in dovere di difendere la tua religiosità, hai mischiato le carte in tavola.
            Sì, penso che con maggiore giustizia sociale e più conoscenza sarebbe inutile credere a un’entità astratta che governa le nostre vite.

            Quello che tu qui sopra definisci il funzionamento di una macchina è invece una definizione del metodo scientifico, che l’uomo (inteso come essere vivente) ha imparato ad utilizzare per conoscere il mondo che lo circonda.
            Di obsoleto qui c’è solo la tua mentalità.

            • Questo moltiplicarsi di sotto-thread su religione, religiosità, credere o non credere stava già andando OT rispetto all’oggetto della discussione, che è l’inchiesta su QAnon e fantasticherie di complotto scritta da me e uscita su Internazionale, e giorni fa si era tacitamente convenuto di non proseguire su quella china. Quest’ultimo botta e risposta non aggiunge niente se non inutili toni polemici, invito entrambu a chiuderla qui, grazie.

            • “Quello che tu qui sopra definisci il funzionamento di una macchina è invece una definizione del metodo scientifico… “: ma dai, non lo sapeva nessuno. Ripeto, hai fatto un mischione e il tuo approccio è quello scientista, la cui fallacia nel descrivere la totalità dell’esperienza umana è assodata. La religiosità non si traduce per forza con il credere in entità astratte che regolano le nostre vite come dici tu. E, fra parentesi, se anche qualcuno credesse in qualche forma di entità, non vedo perchè debba essere poi contrario al metodo scientifico. E’ una semplificazione. Io sono completamente ateo, ma non mi permetterei mai di dare giudizi così tranchant e semplicistici su una materia così complessa come la spiritualità, e soprattutto non mi verrebbe mai in mente di confutare un approccio religioso sciorinando il valore del metodo scientifico.

  11. Il tuo discorso e` abbastanza chiaro pero` ha un limite, che e` poi quello a cui mi riferivo anche nel post precedente, ovviamente in modo non abbastanza chiaro: ho l’impressione che in certi ambienti e quindi in molte intelligenze della sinistra ci sia la tendenza ad ignorare il fatto, che non e` assolutamente vero che il realizzarsi di una societa` socialista coincidera` consequenzialmente, in maniera naturale con il trionfo della razionalita`. Non sono io ad affermare questo, e` il postmodernismo. Se aspiriamo a voler risolvere problemi a livello di umanita` in generale, bisogna fare i conti anche col fatto che e` perfettamente possibile che l’individuo possa identificarsi positivamente e profondamente con idee antifasciste e allo stesso tempo riconoscere in se stess* elementi di spirituaita` che, se non altro chiedono di essere investigati. Ripetere, nel 2020, che la religione e` l’oppio dei popoli o ricordare che l’identita` non ha bisogno di idoli non favorisce il dialogo.

  12. Dei profili twitter vicini alle idee di Anonymous – tipo YourAnonCentral -, sostengono che QAnon sia stato creato e/o diffuso precisamente per promuovere Trump screditando le accuse (fattegli proprio da vari “Anonymous”) che lo legano a Epstein e ai suoi reati. Vorrei chiedere a WM1 (che mi pare se ne stia occupando molto lucidamente) quanto in ciò possa esserci di vero.

    Più in generale, è chiaro che questo genere di voci faccia di fatto gli interessi di pochi privilegiati. Esempio lampante: Bill Gates, su cui è imperante oggi una pericolosa dicotomia: assassino o “filantropo”. Tutto ciò oscura la realtà, e cioè che Gates semplicemente investe sui vaccini (se ne sono occupati anche a Report) che vorrebbe vendere e quindi far somministrare a più persone possibili. Il che si vuol far accadere esasperando il pericolo reale della pandemia. Vaccini che sarebbero probabilmente inutili ai più, ma non per questo sarebbero velenosi (il che darebbe alla lunga, ovviamente, seri problemi a Gates e affini).

    [Breve OT: leggo molta confusione sulla “religione”. La religione non è che l’insieme di miti, riti e simboli grazie ai quali , in ogni società umana, delle minoranze mantengono “l’ordine sociale” (cioè i loro privilegi etc.). Oggi il credo religioso più diffuso riguarda il capitalismo: le leggi del consumismo, individualismo etc. sono le nuove Tavole della Legge. Entrambe servono strategie di “dividi et impera” (sui cattolici, pensare alla confessioni, alle colpe individuali etc.). Oggi come sempre occorre contrastare le religioni, creando un maggior senso di comunità e una morale laica come quella kantiana. Poi, per le riflessioni sul senso della vita e simili, c’è la filosofia.]

    • Tu ti riferisci, e secondo me facendola troppo facile, alle religioni organizzate, mentre qui sopra si stava parlando della religiosità, cioè, come dice la Treccani, «Il fatto di essere religioso, atteggiamento e sentimento religioso, non necessariamente legati a una particolare religione storica». Non esiste alcuna dicotomia tra questo e la filosofia, casomai esistono pensieri filosofici che fanno – o sostengono di fare – a meno della religiosità, mentre in altri la religiosità è centrale. Quasi tutti i filosofi premoderni sono religiosi, e lì uno può dire: grazie tante, la religione plasmava la visione del mondo di tutti. Ma anche nella filosofia moderna e persino contemporanea c’è molta religiosità. I primi nomi che mi vengono in mente (dal Seicento a oggi): Vico, Berkeley, Pascal, Leibniz, Kierkegaard, Maritain, Del Noce, Girard, e chissà quanti altri.

      Per quanto riguarda la teoria secondo cui QAnon sarebbe una psy-op avviata ad hoc per difendere Trump dalle accuse che lo collegano a Epstein, sinceramente mi sembra una fantasticheria di complotto. Chi ha seguito QAnon dal principio non può che trovarlo inverosimile e riduttivo.

      • Grazie. La mia domanda diretta, in origine, era solo su QAnon, perché non volevo contribuire ad andare troppo OT. Comunque, siccome ci si trova, volevo innanzitutto dare una definizione di religione perché mi sembra imprescindibile parlando di religiosità. (Definizione che del resto riprende la citazione di Marx fatta qui sopra, e che è in linea con una frequentatissima corrente di pensiero che risale almeno alle “Leggi” di Platone. In merito, cito almeno la ricostruzione di G.Sacerdoti, “Sacrificio e sovranità”) Per me – è questo il punto – credere a divinità, spiriti, paradisi etc. è sempre sbagliato perché idee simili non sono mai neutre ma, sia pure indirettamente, inevitabilmente riconducibili a strutture di potere. Come sapeva Bourdieu, ogni potere deriva dalle percezioni della realtà; ammettere l’esistenza di un Dio significa inevitabilmente spingere per una determinata configurazione dell’intera società. La libertà di pensiero e di parola, ad esempio, dipendono inevitabilmente dall’assenza di Dio e quindi di verità assolute. (Se esiste Dio, e quindi una verità assoluta e quindi un paradiso, perché dare libertà a una persona di andare all’inferno?)

        Poi sì, l’ultima frase del commento precedente mi è uscita male perché darebbe una definizione di “filosofia” troppo ristretta. Allora correggo e chiarifico così: non c’è alcun bisogno di divinità, spiriti e paradisi: basterebbe seguire la morale kantiana e, riguardo i misteri legati agl’invalicabili limiti del nostro cervello, ammettere l’inevitabile ignoranza senza indulgere in facili consolazioni.

        • Ci sono anche religioni e religiosità prive di «divinità, spiriti, paradisi». Taoismo e buddismo, ad esempio. Secondo me vale per la religiosità lo stesso principio adottato per la pornografia dal giudice della Corte suprema USA Potter Stewart. Era il 1964, e Stewart disse:

          «I shall not today attempt further to define the kinds of material I understand to be embraced within that shorthand description, and perhaps I could never succeed in intelligibly doing so. But I know it when I see it.»

    • Visto che si è citata la puntata di Report sull’Oms, per correttezza aggiungo che tale puntata è stata molto contestata. I critici hanno denunciato la faciloneria di certi passaggi e la propensione a fare di Gates un babau.
      Io però trovo problematico anche il fatto che nel debunking si infili un’implicita difesa di Gates e in generale del dispositivo “filantrocapitalistico”. Che invece è un problema enorme, perché la filantropia non solo è maquillage per i super-ricchi, ma rende settori essenziali a livello planetario dipendenti da capitali privati.
      Questa polarizzazione, appunto, «assassino o filantropo», va rifiutata. Stesso problema quando si smontano le panzane su Soros: nella foga di smentirle (cosa che va fatta senza timidezze di sorta), si finisce per spazzare via il loro nucleo di verità: questi magnati stanno sul cazzo. Magari confusamente, ma stanno sul cazzo. E quando ostentano la loro beneficenza, stanno doppiamente sul cazzo.
      Di per sé, sarebbe una cosa positiva, se questo sentimento non fosse catturato dal cospirazionismo.

      • Pienamente d’accordo con te.
        A proposito di filantropia, è uscito di recente un articolo sul Guardian che spiega molto bene come essa sia il modo per i ricchi di ripulire la loro reputazione

        https://www.theguardian.com/society/2020/sep/08/how-philanthropy-benefits-the-super-rich

        CI sarebbe un’immagine che esemplifica il tutto, ma non potendola caricare vi riscrivo (e traduco) quel che dice:
        La filantropia esiste per riciclare la reputazione dei ricchi! E serve a sostituire le istituzioni pubbliche con quelle private!
        Quindi hai “guadagnato” miliardi sfruttando i lavoratori, la natura e le risorse pubbliche e hai comprato l’intero governo per assicurarti di non essere tassato, ma per qualche strana ragione la gente sembra pensare che tu sia malvagio… prova a dare una piccola parte della tua ricchezza rubata a una causa che è “di moda” in questo momento o avvia la tua organizzazione no-profit per accumulare il tuo denaro nel modo giusto. Ora la tua reputazione è pulita e hai risparmiato ancora di più sulle tasse!

        Per quanto riguarda Report, è dai tempi del 11/9 che presta il fianco a cospirazionismi vari. Sensazionalismo da due soldi. E la volevano pure fare Presidente della Repubblica.

        • Lei però non c’è più, ha lasciato Report da qualche anno. E le “sbandate” avvengono ogni tanto, non sempre. Ad esempio i documentari di Bernardo Iovene, un mio caro amico da trent’anni spaccati, non concedono mai nulla a questo genere di approccio.

        • Mi permetto di fare una critica a DP per questo commento in quanto la credevo profondamente anti clericale. Comicio con il consigliare un metodo di fruizione del reale che puo` servire a togliere momento, energia alla bestia cospirazionista e reindirizzarla. Leggendo giornali, anche e sopratutto quelli schierati a sinistra e usufruendo dei vari media-format c’e` forse bisogno di alzare il livello di guardia del nostro senso critico a partire dalla scelta del materiale e degli autori, affidandoci ad artisiti, intellettuali e giornalisti “genuini”, facendo ricerca. uesto xche` il lavoro intellettuale e/o giornalistico che condividiamo dovrebbe fungere da “filtro” al folklore ed ha profonda importanza. Esempio: il Guardian, testata che si dichiara di sinistra ma che in realta` tollera a malapena sfruttando a piacimento il vero pensiero radicale, poteva commissionare un pezzo del genere ad un/una qualsiasi giovane giornalista dell’area radicale (tipo questa https://novaramedia.com/2020/06/17/philanthropy-isnt-just-problematic-its-harmful/ tra l’altro gia` sul loro payroll). Invece affidano un pezzo su una figura tanto complessa quanto problematica come Gates, in un momento dove l’analisi sta` prendendo una bruttissima piega cospirazionista, ad un personaggio come Paul Vallely, un ultra cattolico, fan dello “stile” di Papa Francesco, che annovera tra i suoi amici piu` stretti personcine di tutto rispetto quali Tony Blair, diplomatici e, guarda un po`, anche filantropi con il crocifisso al collo. By the way: Paul ha pubblicato un nuovo libro. Ci puo` anche stare che un lettore/una lettrice di Giap si affidi all’analisi di un prete laico e le dia risalto, basta che lo faccia consapevolmente e coerentemente.

          • E io mi permetto di rigettare totalmente tale critica perché basata su di una fallacia logica: https://yourlogicalfallacyis.com/genetic
            Non mi interessa se a scrivere quell’articolo sia stato un prete laico o un rivoluzionario cubano, in quanto ho condiviso il contenuto dell’articolo non ho fatto l’apologia di Paul Vallely.
            La critica alla filantropia e alla beneficienza dei ricchi rimane un’ottima critica, se tu non sei d’accordo argomenta la tua risposta su questo. Il tuo modo fraudolento di argomentare mina alla base ogni possibilità di un’onesta discussione razionale.

            • Discutibile o meno (anch’io l’ho trovata fuori fuoco), la critica di dude non implicava affatto che lui non sia d’accordo con la critica alla filantropia e alla beneficenza dei ricchi, non è di questo che stava parlando.

            • Se la mia critica ti ha offesa ti chiedo scusa. Non era mia intenzione. Mi esprimo male e forse non dovrei nemmeno cimentarmi in questi esercizi di scrittura. Il fatto e` che la consapevolezza di essere in contatto diretto con il gruppo di intellettuali che ammiro e rispetto di piu` in Italia e` incredibilmente gratificante. Per questo non lo faccio spesso, perche` quando lo faccio mi rendo conto di non essere all’altezza e inoltre che puo` creare dipendenza. Ti garantisco pero` che quelle poche volte che scrivo su Giap il rispetto per “l’altro” e` una mia priorita` assoluta.
              Detto questo permettimi di farti notare che il riassunto che hai pubblicato di quell’articolo e`, anche quello, fuori fuoco e di tanto. Ti diro` di piu`: c’`e una punta di cospirazionismo. La mia critica era riferita a questo e al fatto che, probabilmente in maniera inconsapevole, ti dichiari anticlericale ma leggi e ti informi prendendo per buono e amplificandolo il pensiero di un prete laico, nenache tanto arguto a mio parere.
              Se leggi attentamente l’articolo l’autore e` si critico nei confronti della filantropia ma estremamente condiscendente. Della Gates Foundation dice in primis che “ha portato enormi benefici al genere umano”; definisce l’approccio della fondazione semplicemente “problematico”. Mette in campo il solito Soros e lo paragona, a destra, a Koch e Kramer. Sembra avanzare l’idea che la F possa in qualche modo risolvere i problemi di diseguaglianza sociale ed economica. E` vero che la definisce come un esercizio di “recupero (riciclaggio) di reputazioni” ma allo stesso tempo afferma che “puo` essere compatibile con la giustizia”. Immagino si riferisca anche a quella sociale di cui parlava prima? Continua dispensando possibili soluzioni e miglioramenti, dichiara che “…pochi filantropi considerano la possibilita` di finanziare ricerche sul perche cosi` tante scuole non hanno fondi o sul perche` cosi tanti lavoratori sono sfruttati” (???). Chiude poi dicendo che la F “…non e` necessariamente incompatibile con la democrazia ma bisogna lavorarci per renderla tale”. Sappi che mi e` costato molto l’aver dovuto leggere tante mediocrita`.

      • Esatto; intervengo solo per dire che, in quella puntata di Report, non è stato promosso davvero alcun cospirazionismo né allarmismo, come si afferma invece nell’articolo linkato. Essenzialmente, si sono mostrati i conflitti d’interesse di Gates senza farne un mostro – ed è proprio la rarità di questo tipo di analisi che contribuisce, mi pare, in maniera decisiva alle fortune dei complottismi vari.
        Del resto, Gates non si limita a finanziare: sono mesi che dà le stesse indicazioni al mondo intero (“Ci saranno ancora milioni di morti, prima della fine della pandemia di Covid-19″… e quindi “sarà avviata la produzione di massa di un vaccino abbastanza efficace, rendendo immune una quota dell’umanità sufficiente da bloccare la pandemia. Ma non basta: dobbiamo tutti spendere miliardi per ottenere il vaccino” https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2020/08/20/bill-gates-ancora-milioni-morti-prima-della-fine-della-pandemia_OhnIa80qBPX34J9kAXueOI.html?refresh_ce).
        Quindi, secondo me, non è cospirazionismo dire (andando oltre la puntata di report) che persone come Gates stiano semplicemente cercando di esasperare il pericolo per guadagnare di più sui vaccini. Né filantropia né misantropia: business, semplicemente.

  13. Non è affatto infrequente sentire affermare che ormai solo il Papa dice cose di sinistra… questo dovrebbe dirla lunga sul ruolo delle guide spirituali, sul bisogno nutrito anche dai laici di trovare risposte a questioni esistenziali profonde, sul vuoto abissale che si è aperto da quando la sinistra ha abbandonato il campo e rinunciato ad un’ idea di fratellanza universale, sprofondando in una voragine in cui l’ individualismo e la competizione hanno scavato solchi incolmabili. In tutto questo si inserisce un grande desiderio di trovare risposte e la Chiesa,per esempio, cerca di rispondere colmando le varie lacune, a seconda della sua convenienza. Mentre a sinistra si continua a rispondere al bisogno di “sicurezza” per decreto, senza curarsi dei reali motivi che generano questa sensazione di insicurezza ma sottoscrivendo l’agenda della destra. Alimentando il senso di “sbandamento” di molte persone che finiscono per trovare le risposte migliori per loro in quel momento.

    • Le posizioni di sinistra del papa e della chiesa (quelle cose che alla fine non li costa nulla dire) sono solo una cortina di fumo per il loro clericalismo e conservatorismo spinto.
      Solo perché il panorama di sinistra in Italia è, per così dire (ad essere buoni), decadente, non significache le risposte a dilemmi esistenziali vadano cercate in guide spirituali o altri ciarlatani. Per questo non condivido la posizione di essere per così dire solidali a varie bizzarrie newage perché meno pericolose di QAnon. Capisco la differenza sostanziale che c’è, ma è la modalità di pensiero ad essere la stessa, è l’approccio alla società. E questi meccanismi di pensiero, questo ricorrere all’oppio per allentare il dolore dovuto al capitalismo, plasma l’intera società come sucube ad esso. Reazionaria non Rivoluzionaria.

  14. Ciao Digitale Purpurea. Ma io sono d’accordo con te quando dici che quelle posizioni sono una ” cortina di fumo”, ma non lo sono quando dici che cercare di comprendere questo fenomeno equivalga ad essere “solidali” o accondiscendenti.
    Si tratta, in primo luogo, di capire da cosa siano generate posizioni apparentemente ” irrazionali” ( è un termine scorretto, ovviamente, come spiegato benissimo nell’articolo). Si tratta di non irrigidirsi in un atteggiamento di rifiuto altrettanto ” irrazionale”.
    Io ho un amico “terrappiattista” ( lo specifico solo per dire che è particolarmente sensibile a un certo tipo di ragionamenti) … È un mio vicino di casa. A lui voglio più bene che a molti altri, perché viene dall’ Algeria, vive in un negozio senza acqua, senza bagno e senza riscaldamento, solo col suo cane, a volte non hanno soldi per le cose necessarie. Non ha la cittadinanza, non vota quindi,ecc… Io e lui siamo dalla stessa parte, quella degli sfruttati. Non significa che la penso come lui ma che capisco da cosa venga la sua frustrazione. Lo capisco benissimo. E non solo per le sue condizioni materiali. In realtà il fatto che il panorama di sinistra sia “per così dire, decadente” secondo me influisce in maniera determinante in questo tipo di “atteggiamento”. E forse è uno dei motivi per cui le risposte a dilemmi esistenziali vengono ricercate presso alcuni ciarlatani.

    • Siamo d’accordo per una volta ;)
      E, assolutamente il panorama di sinistra influisce sulla deriva di molti. Non per questo però dobbiamo considerare positivamente le risposte che trovano. Più concretamente intendo dire che molte delle fantasticherie newage sono secondo me il preambolo ad altre fantasticherie più pericolose. Di conseguenza cercherei fin dal principio di smontare tali fantasticherie.
      Capisco la posizione tua e di Wu Ming 1, e non pretendo di sapere se la mia sia più giusta, ma io ad un amico terrapiattista cercherei di farlo rinvenire una o due volte, poi lo considererei irrecuperabile.

      • Io di terrapiattisti non ne conosco, fin là non ci arrivo. Conosco “truthers” sull’11 settembre (tra i compagni ce ne sono tantissimi e si stupiscono molto quando dico che secondo me le torri le hanno buttate giù due aerei pilotati da membri sauditi di al-Qaeda); conosco gente che non crede all’allunaggio del ’69; conosco antivaccinisti… Ma terrapiattisti no. Conosco però persone convinte che il terrapiattismo sia un’invenzione del potere per screditare chi crede a complotti più seri :-)))

        • Si. In effetti è quasi un ” privilegio” conoscere un terrapiattista. Ma a parte i terrapiattisti, fra le nostre conoscenze ci sono molte persone che spostano continuamente l’ attenzione sull’ esistenza di articolatissimi complotti per non guardare la realtà di un sistema economico che stritola la nostra vita. La quarantena è stata un momento esplosivo in questo senso. Io faccio più fatica ad interloquire con un grillino che con un terrapiattista, forse perché mi sembra che i primi procurino un danno maggiore. In ogni caso, mia mamma,vecchia comunistaccia sessantottina, proprio l’ altro giorno mi ha detto che i punkbestia rubano la pensione ( non sapevo se ridere o piangere). Questo solo perché UN punkbestia è finito sul giornale per questo motivo. Invecchiando, se si era conservatori si diventerà con molta probabilità reazionari, perché si tende a percepire maggiormente il pericolo. Ma in queste trappole possiamo cadere tutti. E molti senza rendersene conto, perché tra i fattori che esercitano un peso maggiore c’è la paura, che di razionale non ha nulla, se non viene filtrata.

        • Neanch’io conosco terrapiattisti, ma anch’io penso che “il terrapiattismo sia un’invenzione del potere per screditare chi crede a complotti più seri”
          ;-)
          A parte la battuta, io mi illudo comunque che ci sia una differenza, per quanto labile nei presupposti, tra un terrapiattista che rigetta o ignora le più elementari idee scientifiche e una persona che, nella ricerca di quel senso della vita e dell’inconoscibile, esprime a vario titolo una forma di religiosità, sia pure una “fantasticheria newage”, ma senza per questo rinnegare le leggi naturali e la laicità dello Stato! (In questo, da non-così-vecchio cattocomunista, ho una certa esperienza di cerchiobottismo).

          E circa il ruolo della religione come oppio dei popoli e mezzo di potere, io non credo che questo sia il suo “scopo” primario e originale. Certo, la religione “può essere” l’oppio dei popoli, il clericalismo esiste e il clero nei secoli è stato un grande centro di potere guidato e infiltrato dai potenti, ma non è “per questo” che sono nate le religioni, sarebbe praticamente una “fantasticheria di complotto” crederlo.
          Il nucleo originario di ogni religione è dare una risposta il più possibile “sincera” e non strumentale a un bisogno reale dell’essere umano, e ci sono religioni (avete citato Taoismo e Buddhismo, io ci metto anche l’Induismo) che sono sistemi filosofici (se sapessi cos’è la metafisica potrei dire metafisici) che riescono anche a “risolvere qualche problema” meglio del cristianesimo, come la sostanziale unità che, a un livello superiore, incorpora ogni dualismo e polarità.

          • ma i terrapiattisti esistono davvero o sono una leggenda metropolitana?
            scherzi a parte, io ho assistito a manifestazioni di credulità tanto assurde da sembrare finte, ma alla fine, nel giudicarle dall’alto in basso mi sono resa conto che la stupida ero io che non avevo capito le motivazioni profonde su cui si radicavano. Più volte in Marocco ho sentito persone adulte, perfettamente raziocinanti, concrete, positive e produttive (l’opposto di alienati da tastiera) raccontarsi, convinti, aneddoti sul re che, travestito da persona normale, una volta un vigile urbano con casco integrale, una volta un anonimo automobilista, scende tra la gente del popolo, fa domande e poi i cittadini che, ignari, hanno risposto bene (in uesto caso dimostrando fiducia nella nazione e nel governo) si ritrovano inaspettatamente premiati con appartamenti o assunzioni e solo allora capiscono che quello strano personaggio era niente meno che il re. E’ buffo perché si tratta esattamente dello stesso schema narrativo che si trova spessissimo nelle mille e una notte e di solito ha per protgonista il leggendario califfo Harun al Rashid (califfo abbasside realmente vissuto tra l’ottavo e il nono secolo, mi pare, ma leggendario per la quantità di incredibili gesta che la tradizione letteraria gli attribuice). La prima volta ho istintivamente irriso l’interlocutore, ma mi sono resa conto di averlo offeso trattandolo con superiorità e non capendo che è tale leggenda metropolitana è solo un modo popolare per esprimere fiducia nel regime, cioè in pratica una normale posizione politica, solo con un registro narrativo per me incongruo

            • Ma ancora più sconcertante può essere scoprire quanto sia comune un’idiozia antiscientifica come il rifiuto delle teorie evoluzionistiche tra i musulmani (spesso educati a prendere le sacre scritture in maniera piuttosto letterale). Di nuovo parlo di persone concrete, raziocinati non inclini alla faciloneria e soprattutto per niente “sedate” dall’oppio religioso, ma anzi spesso alla testa di lotte sindacali e movimenti per i diritti.
              Ha senso imbarcarsi con costoro in uno scontro (secondo me molto “ideologico”) per portarli se non altro sul terreno di un’accettazione più simbolica e meno letterale delle scritture? temo di no, perché la questione sta proprio nei termini “Darwin-e-metodo-scientifico vs corano” e risponde precisamente al bisogno di contrapporre un’autorità propria e indiscussa all’autorità della civiltà occidentale che li ha spossessati e umiliati (anche utilizzando il metodo scientifico a questo scopo). E penso di no, non per relativismo culturale, ma perché riconosco la motivazione di fondo che orienta il mio interlocutore e non credo sia un bene entrare in questo scontro: il peso del metodo scientifico mi recluterebbe inevitabilmente nell’esercito dell’occidente e invece io lì proprio faccio obiezione. Allora mi limito a dire che su Darwin forse la penso diversamente ma quel che importa è che sul piano della lotta sindacale (ad esempio) siamo dalla stessa parte. Spero di non essere andata OT, ciao

              • Il musulmano che rifiuta a priori l’evoluzionismo potrebbe non essere troppo diverso dall’occidentale che prende le distanze da QAnon. Certo, nel primo caso si butta nel cesso una visione che ha tutta l’aria di essere aderente alla realtà, mentre nel secondo caso si butta nel cesso qualcosa che sembra assolutamente un cesto di minchiate, ma vorrei spostare lo sguardo sul meccanismo al posto del contenuto. Riassume ottimamente Antonella “una civiltà che li ha spossessati ed umiliati”: da questa fonte rigetto in tronco tutto, a priori. (A) Detesto la fonte (per senso di inferiorità, superiorità, alterità) quindi respingo ogni sua istanza. (B) Non condivido un aspetto, quindi rigetto tutto. Sono due meccanismi pervasivi e presenti in ogni argomentazione, giudizio o decisione umana. E’ accaduto anche nei commenti a Jacobelli, l’unico ad aver denunciato un meccanismo tanto pericoloso quanto reale: “farsi tirar dentro a questo campo da gioco rischia di far sponda a quella fetta di potere che vuole fare un unico gran fascio di tutte le idee alternative e buttarle nel cesso”. Una critica ben fondata: ma tutte le repliche hanno attaccato soltanto la discutibile conclusione (che sia meglio ignorare QAnon) lasciando in ombra il punto principale (mi sta sul cazzo il tuo discorso e indico la coda sporca dell’elefante, così nessuno parla del pachiderma). I seguaci di QAnon sono dei fessi QUINDI faccio di ogni loro erba un fascio, mi tengo l’astio verso Gates “ma da sinistra”, sfotto chi crede che i terrapiattisti siano stati creati ad arte (anche se, guardacaso, nessuno ne conosce uno), so a priori che le scie sopra la mia testa non possono essere rifiuti scaricati nei cieli o sperimentazioni militari, che i vaccini non possono avere pericolosi effetti collaterali, magari con frequenze ben diverse da quelle dichiarate…quante cose che “so”, solo perché i seguaci di QAnon sono dei fessi….non è che magari invece sto cadendo nella buca dell’anticoniglio? Sul punto che queste teorie siano funzionali a “lasciare le cose come stanno”, incollarsi alla tastiera e non cercare né confronto né azione nel mondo reale, siamo invece tutti d’accordo.

                • Veramente tutta la nostra riflessione su QANon e sul cospirazionismo in genere è incentrata sulla critica al debunking respingente, sul rifiuto di dare semplicemente dei «fessi» a coloro che credono nelle fantasticherie di complotto, sui «nuclei di verità» di quelle fantasticherie. Tutto questo lo abbiamo ribadito fino alla nausea dal 2018 a oggi, la tua è, molto semplicemente, una descrizione infondata del nostro approccio e delle nostre analisi.

                  La questione è semplice: i nuclei di verità che interessano a noi riguardano il funzionamento del capitalismo, la critica dell’economia politica, lo spaventoso impatto che questo sviluppo ha sugli ecosistemi, sul clima, sulle nostre vite. Dunque non sono gli stessi che vuoi trovarci tu. Il nucleo di verità che vedo io nella narrazione sulle scie chimiche è che l’aumento vertiginoso del trasporto aereo ha aumentato l’inquinamento, le emissioni di CO2 e ha avuto effetti climalteranti. Quelle scie, anche se sono solo scie di condensazione e quasi tutte di aerei civili, sono davvero il sintomo di qualcosa di grave. Il problema di chi crede alle schie chimiche è che interpreta il sintomo come il male stesso. E lo stesso schema è all’opera in gran parte delle fantasticherie di complotto.

                  I «nuclei di verità» che tu cerchi stanno nell’oggetto stesso che volta per volta il cospirazionismo addita, mentre quell’oggetto è sempre segno di qualcos’altro, metafora o allegoria incoscia, sintomo. È come se tu dicessi: «Ok, i Protocolli dei Savi Anziani di Sion sono falsi, però qualche ebreo stronzo esiste». Non è quello il punto. Il punto è che nella narrazione sul complotto giudaico, come ben si era capito già ai tempi di Bebel, gli ebrei stanno per qualcos’altro.

                  • P.S. Non puoi scrivere «nessuno conosce un terrapiattista», dal momento che Filo a Piombo ha appena raccontato di conoscerne uno.

                  • Per dirla con Asimov: “L’argomento dei creazionisti (leggi: neoliberisti) è così debole che il solo modo in cui possano sentirsi sicuri di sostenerlo è di assicurarsi che le loro vittime non abbiano mai sentito parlare di altro.” Anche l’ansia di effettuare il debunk, in fondo, ha la stessa funzione delle tesi cospirazioniste: distogliere l’attenzione dal problema reale, dal nucleo di verita` che, “captata”, da origine alla “ricerca”. E ovviamnte dall’attivismo concreto. In questo Qanon sembra aver trovato una “formula magica” che gli permette un espansione virale massima. E` indubbio che il fenomeno si stia allargando a macchia d’olio, coinvolgendo i soggetti indipendentemente dalla loro visione politica e/o religiosa della vita. Forse perche` in questo momento storico nel quale l’esistenza di sempre piu` persone si sta` trasformando da agiata a precaria, certe domande sorgono spontanee e ` rischiano di “rivelare” certe dinamiche che hanno permesso fin qui` di sostenere un certo stile di vita. Il problema pero` e` che il capitale puo` permettersi un uso mirato e su scala globale della tecnologia che sara` estremamente complesso riuscire a contrastare oltre a detenere il monopolio quasi totale della cultura. Ben vengano quindi incursioni editoriali come la tua. Boh, la pianto li, volevo solo dire grazie per il gran lavoro.

                  • Il punto è che tu sei così sicuro che si tratti di aerei di linea (e guarda che non so nulla di scie chimiche, è proprio un campo che non seguo: è un esempio a caso) SOLO PERCHE’ esiste il fenomeno complottista: se invece avessi trovato un articolo tradotto da un giornale di aereotecnica coreano che spiega che la CIA usa aerei di linea per disfarsi di metalli pesanti radioattivi, magari avresti drizzato le orecchie. Anzi addirittura sai che “io” mi interesso di nuclei di verità diversi dai “vostri”, immagino perchè mi hai messo nel gruppo dei roditori se non proprio dei conigli amanti dei buchi. Quando invece il funzionamento del capitalismo, la critica dell’economia politica, lo spaventoso impatto che questo sviluppo ha sugli ecosistemi, sul clima, sulle nostre vite, passano ATTUALMENTE anche da molte nuove frontiere di lotta che sono sguarnite di lottatori efficaci (quindi informàti e in grado di generare gruppi di azione), anche grazie alla geniale invenzione-generazione del complottismo. Così nei movimenti non si trova attualmente quasi nessuno che osi occuparsi di 5G o di privazione delle libertà individuali sui trattamenti medici, COME SE queste non fossero proprio lì apposta per diventare uno dei sistemi di controllo più capillari ed efficaci contro chi vuole fare lotta anticapitalista (penso sia chiara la differenza fra sfuggire ad un poliziotto ad una manifestazione e sfuggire ad un sistema pervasivo di riconoscimento facciale, tanto per fare un esempio spicciolo. E penso anche a che portata abbia privare di diritti -anche solo dell’uso della patente o del passaporto, per dirne una – un’intera generazione tramite il rifiuto ad acconsentire a trattamenti medici di massa. Già ora in due regioni si è proposto di impedire tutti i contatti sociali agli ultra65 enni se non alle condizioni imposte dal sistema sanitario. Non ci si può distrarre da simili novità, non si può non coglierne la portata..non si può derubricarli ad argomenti da conigli.

                  • Io invece le scie chimiche un po’ le avevo approfondite, proprio perché il mio collega ci ammorbava quotidianamente con le sue teorie strampalate sul bario, l’alluminio e via dicendo.

                    Avevo seguito tutto il filo dei ragionamenti, saltando a piedi pari le castronerie fisico-chimiche per arrivare a una possibile conclusione, che non era neppure un “chi” o un “perché”, e neanche un “come”. Volevo semplicemente capire quanto terribile veleno potessero eventualmente contenere queste scie. Perché se è vero che la goccia scava la roccia, è anche vero che ci mette un po’.

                    Be’, alla fine, da calcoli spannometrici fatti da me, basati su calcoli più precisi fatti da persone ben più qualificate, è emerso che in un chilometro di scia, se fossero vere tutte le storie sugli additivi segreti dei carburanti e via dicendo, ci sarebbero tra 0,25 e 0,75 mg di bario.

                    Il valore limite per l’acqua minerale è 1 mg per litro.

                  • No, io so che sono quasi tutti (non tutti) aerei di linea semplicemente perché quelle scie sono sulle rotte dei normali voli di linea e le loro apparizioni coincidono con gli orari dei voli. Ed è successo l’esatto opposto di quel che dici: come tutti, vedevo scie di condensazione in cielo già prima di sapere che esisteva gente convinta che fossero “scie chimiche” e parte di un grande complotto.

                    A un certo punto, si sono cominciati a sentire discorsi improntati a quello che in inglese chiamano «JAQing off», sublime gioco di parole tra l’acronimo di «Just Asking Questions» e il verbo «to jack off», che significa farsi le seghe. I discorsi, infatti, cominciavano più o meno così: «Non sembra strano anche a voi che oggi si vedano tutte queste scie in cielo che quand’eravamo piccoli non c’erano?». La mia risposta è sempre stata: no, non mi pare strano per niente. A parte che già quand’ero piccolo vedevo scie di condensazione (ero un bambino che aveva spesso il naso per aria), da allora al 2019 i voli aerei sono aumentati di decine di volte, con un vero e proprio boom negli anni Novanta e Zero per via dei voli low cost. Più voli, più scie.

                    Quanto al tuo periodo ipotetico «se avessi trovato un articolo tradotto da un giornale di aereotecnica coreano che spiega che la CIA usa aerei di linea per disfarsi di metalli pesanti radioattivi», se mio nonno avesse avuto le ruote ecc. A parte che come scenario sembra pensato da uno che non solo non ha mai preso un aereo di linea in vita sua, ma è anche ignaro del fatto che metalli pesanti e altre schifezze vengono smaltiti ogni giorno in modi molto più diretti e per nulla arzigogolati (chiedi a chi vive nella “Terra dei fuochi”)… A parte questo, dicevo, anziché perdersi in congetture ed esperimenti mentali dalle dubbie premesse e dall’ancor più dubbia tenuta, sarebbe meglio rendersi conto che il dispositivo delle fantasticherie di complotto funziona proprio così: porta molte persone a preoccuparsi di scie che nella peggiore delle ipotesi – come diceva Isver – conterrebbero meno bario di un litro di acqua minerale a norma di legge, anziché di ciò che l’aumento di quelle scie indica, cioè l’impatto ambientale di un’industria cresciuta tumultuosamente, beneficiando della deregulation neoliberista e vessando la forza-lavoro.

                    Sul fatto che la “cattura” del cospirazionismo renda molto difficile occuparsi di determinati temi, a volte rendendoli addirittura tabù, sono ovviamente d’accordo (non faccio che scriverlo), e l’argomento tabù par excellence è l’anticapitalismo, ma la tua allusione alla «geniale invenzione del complottismo» ci riporta alle solite: il cospirazionismo sarebbe l’esito di una grande cospirazione. Non è così, chiunque abbia studiato la materia storicizzandola, ricostruendo la genealogia delle odierne fantasticherie di complotto, sa benissimo che è una storia lunga molti secoli, complessa, sfaccettata, e soprattutto incentrata su come funzionano la cultura, la comunicazione, l’immaginario e la mente umana.

                    Nessuno ha parlato di argomenti «da conigli» e nemmeno, a dirla tutta, di conigli. La metafora del rabbit hole viene da Alice in Wonderland, a cadere nella buca non è il coniglio, è Alice che insegue il coniglio. Il parallelismo non è tra chi scivola nelle fantasticherie di complotto e un coniglio: è tra chi scivola nelle fantasticherie del complotto e Alice.

                • Fino a qualche anno fa io ero convinto che il complottismo fosse proprio un’invenzione. Ero accecato dalla logica del “cui prodest” e il meccanismo di cui si parla mi sembrava fin troppo evidente. E lo è, sia chiaro. In giro è pieno di fessi che si sentono superiori – in quanto normali, sani di mente – perché si bevono qualunque verità ufficiale, esattamente come altri fessi si sentono superiori perché si bevono qualunque verità alternativa. L’accusa di complottismo chiude le discussioni ancora prima che siano aperte.

                  Ma ero talmente concentrato sullo sfondo, che mi sfuggiva il soggetto del quadro. Poi ho avuto la possibilità di assistere da vicino allo scivolamento di qualcuno verso il baratro. Un mio collega, che una volta era anche di sinistra e ora vuole che chi di noi ha installato l’app Immuni cancelli il suo numero per paura che i pedofili gli portino via la figlia. Testuali parole, nessuna ironia.

                  Neanche lui è terrapiattista. Ma è l’unica cosa che gli manca. Dalle scie chimiche ai vaccini contaminati, dagli attentati, i disastri e le catastrofi naturali che non sono mai quello che sembrano, al complotto giudaico-massonico (e satanista); crede a tutto e crede che tutto sia collegato. E’ un complottista a 360°, di quelli che io credevo ingenuamente non esistessero.

                  Ora, io non lo so se sia stato magari il complottismo a creare i complottisti. Tutto può essere. Di sicuro oggi non mi limito più a chiedermi cosa ci sia dietro, sotto o chissà dove. Il primo nucleo di verità per me è il complottismo stesso. Dobbiamo capire quello per primo, altrimenti è come usare la forchetta per il brodo.

                • «Veramente tutta la nostra riflessione su QANon e sul cospirazionismo in genere è incentrata sulla critica al debunking respingente, sul rifiuto di dare semplicemente dei «fessi» a coloro che credono nelle fantasticherie di complotto, sui «nuclei di verità» di quelle fantasticherie»

                  Io concordo con questo approccio il cui punto mi sembra sia molto ben evidenziato negli articoli e nei commenti.

                  La cosa, la “sensazione” però che vorrei segnalare, senza nessun intento polemico, solo come una constatazione di qualcosa che “è così”, di un “problema” per il quale io di certo non ho soluzioni, è che il debunking, per non essere respingente, dovrebbe essere fatto da qualcuno che, per un attimo, ammetta la possibilità che il complotto esista. E non solo lo ammetta in linea teorica, come espediente retorico, ma per qualche istante ci “creda” veramente, ammettendo e prendendo seriamente in considerazione alcuni presupposti che il cospirazionista dà per scontati.
                  Solo a quel punto il debunker dovrebbe iniziare a sfoderare la logica e le argomentazioni scientifiche, e solo così il “fruitore di una fantasticheria del complotto” potrà accettare le argomentazioni razionali e vedere smontare la propria “teoria”, senza passare per fesso e senza sentirsi giudicato “in partenza”.

                  Ora, non dico di “credere” a QAnon (sarebbe veramente difficile) o peggio di buttare alle ortiche il metodo scientifico e la razionalità o di “tornare indietro” dalle proprie posizioni, ma, almeno per le fantasticherie del complotto “meno deliranti” concedere il beneficio del dubbio.

                  Ad esempio, c’è differenza di “spin”, di orientamento, anche di “uditorio”, tra una fantasticheria del complotto che dice che antifa, BLM e Greta Turnberg sono parte di un complotto mondiale globalista, e una in cui si dice che, che so, le torri gemelle sono un false flag o che sulle politiche sui vaccini in questi ultimi anni qualcuno ci ha guadagnato.

                  E se tu “già da subito” sorvoli su quelli che per il complottista sono “fatti” dicendogli, o anche solo pensandolo in cuor tuo, che “no, non sono fatti, sono un’allegoria inconscia” sarà ben difficile che il tizio non si senta respinto in toto, lui e anche i suoi nuclei di verità.

                  • Ma infatti non si tratta di dire a chi crede in una fantasticheria di complotto «la tua è un’allegoria», si tratta casomai di dire: c’è una base di verità in questa cosa che ti hanno detto, la base di verità è X, Y, Z, ed è giusto essere incazzati per questo stato di cose, però quello che ci viene proposto in questo caso è un diversivo. Però anche così, non può esserci solo argomentazione razionale, come cercavo di spiegare nella precedente inchiesta apparsa su Internazionale, dove proponevo i primi lineamenti di un approccio diverso dal mero debunking. Il cospirazionismo intercetta dei bisogni, QAnon ne intercetta svariati: il bisogno di mistero, meraviglia e gioco, il bisogno di cultura partecipativa e di sentirsi parte di una rete, il bisogno di sentirsi parte di una battaglia giusta… Il nostro approccio non deve limitarsi a disattivare il frame del cospirazionismo: deve anche provare a rispondere a quei bisogni in altri modi.

                  • In effetti, non ho mai preso un volo di linea.
                    Nella mia esperienza personale ho sentito nominare QAnon per la prima volta su questo blog ed ho conosciuto una sola persona che pareva credere alla vicenda dell’adenocromo (ma si è ricreduta) giusto un mese fa. Il cospirazionismo, inteso come qui descritto, lo conosco poco e come argomento mi interessa giusto in quanto interferisce con quelle che per me sono vertenze importanti. Ho sentito “quanto” pesa in realtà, in controluce, proprio in questa piazza di discussione, dove con lunghi giri di parole si argomentava che certe istanze “non si potevano nemmeno nominare, poichè…”con argomentate motivazione MA COMUNQUE cedendo di fatto alla censura.
                    Paradossalmente nel mio vissuto (non è una provocazione) l’effetto QAnon l’ho sentito più su Giap che altrove…su Giap dove non si può discutere sui ……. o dove si cammina sulle uova, difendendo troppo debolmente i diritti nelle scuole per non apparire negazionisti del cov (QAnon non c’entra, ma sempre anti/complottismo è), dove si arriva a dire “che importa in fondo una m……… a scuola anche se sappiamo che non serve” (anche se SI POTREBBE discutere se serve: se non qui, dove?).
                    Magari l’anticapitalismo fosse il tabù per eccellenza, la realtà è che è una minoranza sempre più risicata ad occuparsene e a scaldarsi sulla questione.
                    Sulle scie chimiche, non le ho mai considerate proprio perchè le ritenevo una minchiata, finchè un pilota mi ha fatto osservare il tipo di permanenza (non il numero). Ma occupandomi spesso di rifiuti tossici (la battuta sulla terra dei fuochi non era azzeccata) non ho mai avuto tempo di studiarne nulla. Non mi preoccupano, eventualmente, più di quel che già c’è nell’acqua o nei terreni, ma sono decenni che sento di amici che hanno calcolato che una TAC ha meno radiazioni di una passeggiata in montagna, lassamo perde..è solo la logica anti cospirazionista che consente di concludere con battute simili argomenti che magari meritano di meglio.

                    • Tradotto in italiano semplice, stai lasciando commenti su questioni che ammetti di non conoscere e su un problema del quale – nonostante si stia manifestando da anni in tutto il mondo, stia influenzando profondamente la politica americana, abbia provocato stragi e distrutto migliaia di famiglie, stia costringendo le grandi piattaforme social a rivedere le loro linee-guida ecc. – dici di aver letto quasi solo su Giap, e da questo pensi di poterne dedurre la grande o scarsa importanza oggettiva.

                      Per me basterebbe questo.

                      La verità è che dalla primavera scorsa ogni tuo intervento qui ha cercato di spostare la discussione in direzione anti-vax. Il rimprovero di fondo in ogni tuo commento, l’unica vera critica che ci muovi, è di non averti assecondato su quel terreno. Per come la vedo io, si può essere convintamente a favore delle vaccinazioni in sé, e al tempo stesso avversare le logiche capitalistiche impostesi nella medicina e nell’industria farmaceutica, senza far collassare l’uno sull’altro diversi piani dell’analisi e del discorso. L’idea che per essere contro le logiche capitalistiche in medicina si debba per forza dire che i vaccini in sé fanno male, che i loro effetti collaterali sono più frequenti e/o più gravi dei benefici (falso), che provocano l’autismo (falso), che servono a tracciarci (minchiata colossale) e altre amenità, è per me un esempio di “logica a cascata” e dico: no, grazie, se questo corso d’acqua porta là, attracco prima, mi carico la canoa in spalla e cerco un altro fiume. Ma dato che sei tu a essere venuto con la tua canoa/account nel nostro corso d’acqua/blog, mi sa proprio che dovrai essere tu ad attraccare. Ci sono tanti fiumi, fiumiciattoli e torrenti anti-vax dove navigare.

                      «Magari l’anticapitalismo fosse il tabù per eccellenza, la realtà è che è una minoranza sempre più risicata ad occuparsene e a scaldarsi sulla questione.»

                      Appunto.

                      Davvero, sono tali e tante le fallacie logiche che metti in fila, che diventa quasi impossibile districarsi.

                      Poi c’è la fesseriola sul «camminare sulle uova». Su questo ti ha già risposto più che bene Filo a Piombo.

                      Che in fondo al suo commento, però, ha commesso un errore: ti ha chiesto scusa.

                      L’unico che dovrebbe chiedere scusa a tutte e tutti sei tu, perché fai perdere tempo lasciando commenti su voli di linea che non hai mai preso, temi che non hai mai approfondito, argomenti che non ti interessano e quant’altro.

                      Medita su quella cosa della canoa. È un consiglio di cui terrei conto.

  15. A mio parere contrastare ostinatamente le religioni monoteistiche significa invocare divinita` guerriere (pick your own). Considerare che la religiosita`, o spiritualita` possa essere un bisogno umano primario diventa invece un opportunita` per evitare che certi conflitti si sviluppino.

    Ammetto che da Marxista e` complicato per me accettare che possa esserci una caratteristica specifica comune nella “natura umana”, pero`non posso ignorare l’evidente presenza di costanti antropologiche che indicano che la “religiosita`”, o una certa propensione verso l’inconoscibile ha avuto e probabilmente continuera` ad avere, una sua funzione nell’evoluzione umana. Utile e informativo a proposito il lavoro di Pascal Boyer.

    Da questo punto di vista le principali religioni monoteistiche si rivelano per cio` che sono: complesse organzzazioni di uomini con interessi comuni, mezzi e risorse, in societa` alfabetizzate, in grado di captare questa propensione umana verso l’inaccessibile e offrire (e spesso imporre) risposte, garantendo agli adepti, “accesso” a verita` e privilegi specifici, tra i quali anche una garanzia di vita eterna.

    Nell’era della psicodeflazione, (https://not.neroeditions.com/cronaca-della-psicodeflazione/ Bifo e` una persona, come i Wuming, che li leggi perche sai che dopo averli letti starai meglio anche se ti hanno raccontato l’apocalisse) nessuno di noi e` in grado di quantificare razionalmente, usando il metodo scientifico, quanto la consapevolezza della propria mortalita`, questa paura inconscia, verita` immanente, incida sulle nostre decisioni giornaliere, anche le piu` triviali. Un algoritmo, espressione pura di una razionalita` matematica, puo` pero` speculare sull’umana paura. Non pediamo di vista il fatto che ad orchestrare e gestire i processi che generano queste assurde fantasie di complotto non c’e` il demonio ma intricati programmi, sequenze di codici numerici con il compito di sfruttare un opportunita`.

  16. Prima di mettermi a scrivere questo contributo ho ripreso in mano un libro che volevo finire di leggere: L’orda d’oro 1968-1977, Nanni Balestrini e Primo Moroni. Per puro caso (o per una misteriosa sincronia, mah!) il segnalibro era a pagina 164 dove, al terzo paragrafo, riferendosi all’ideologia borghese/piccolo borghese si dice:

    “…non dobbiamo impedire a questa ideologia di manifestarsi facendo ricorso a mezzi repressivi, ma permetterle di esprimersi e nello stesso tempo discuterla e criticarla opportunamente, perche` e` incontestabile che dobbiamo criticare tutti i tipi di idee sbagliate e che non possiamo astenerci dal criticarle e, rimanendo seplici spettatori, permettere che si diffondano senza controllo e prendano piede.” Amen.

  17. Ciao, probabilmente l’avranno già segnalato nei commenti oppure l’autore già ne era a conoscenza, ma un mesetto fa è uscito su “Contemporanea” un articolo di Filippo Chiocchetti “ La storia in ostaggio. Sulle origini del conflitto tra storiografia e cospiracy theories” magari può interessare.
    Intanto grazie per questo articolo in due parti, aspetto l’uscita del libro
    Il mio commento sarebbe finito qui, ma non avendo raggiunto il numero minimo di battute aggiungo l’augurio di una Buona giornata e porgo
    cordiali saluti
    Dario

  18. Alcuni ricercatori (Girotto, Pievani e Vallortigara) hanno recentemente suggerito che ci sia un adattamento cognitivo alla base della tendenza umana ad attribuire un significato oltre a ciò che i sensi e gli strumenti percepiscono:
    “il meccanismo evolutivo ha fatto sì che credere nel sovrannaturale sia diventato una parte integrante dei nostri normali processi cognitivi. La mente umana si è infatti evoluta, in virtù del meccanismo della selezione naturale, per pensare in termini di obiettivi e di intenzioni, un adattamento biologico importantissimo per un animale sociale come l’uomo.”
    Sarebbe quindi un caso di “exaptation”, cioè quando una caratteristica che emerge per adattamento a seguito di una spinta evolutiva viene poi utilizzata in un ambito diverso. Questa tendenza, che loro analizzano nel caso delle credenza soprannaturali, forse potrebbe avere un ruolo anche nella facilità con cui si generano e sostengono le fantasticherie di complotto.
    L’articolo di riferimento ha DOI: 10.1163/1568539X-00003154 (vedere sci-hub) ma hanno anche pubblicato un libro sul tema.

  19. “Poi ho avuto la possibilità di assistere da vicino allo scivolamento di qualcuno verso il baratro.” Immagina come ci si possa sentire sentire se quel qualcuno appartenesse alla tua sfera affettiva piu` intima. Puo` cominciare con una domanda buttata li`, tipo: ma secondo te la mascherina serve davvero? O anche con quesiti piu` interessati: come funziona in realta` un vaccino? Comunque, in attesa del “cucchiaio” di WM1, se qualcuno ne avesse voglia e tempo suggerisco questa serie di podcast (in inglese, sorry): https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/09/il-mondo-di-qanon-seconda-puntata/#comments

  20. Nel commento sopra ho incollato un link incorreto, scusate: “Poi ho avuto la possibilità di assistere da vicino allo scivolamento di qualcuno verso il baratro.” Immagina come ci si possa sentire sentire se quel qualcuno appartenesse alla tua sfera affettiva piu` intima. Puo` cominciare con una domanda buttata li`, tipo: ma secondo te la mascherina serve davvero? O anche con quesiti piu` interessati: come funziona in realta` un vaccino? Comunque, in attesa del “cucchiaio” di WM1, se qualcuno ne avesse voglia e tempo suggerisco questa serie di podcast (in inglese, sorry):https://shows.acast.com/anthill/episodes/expert-guide-to-conspiracy-theories-trailer
    Questo e` il link al trailer, la serie comprende sei episodi di pressapoco 40 minuti l’uno.

  21. A me la ricerca che sta conducendo WuMing1 su Qanon interessa tantissimo e la giudico estremamente importante in particolare se considerata nell’ambito della cultura marxista. Innanzitutto mi ha convinto moltissimo la concettualizzazione della differenza tra “fantasticheria di complotto” e “ipotesi di complotto” con le loro determinazioni. È un tentativo importante di orientare l’ago della bussola e fornire strumenti critici validi ed efficaci. Altrettanto è stato fatto a suo tempo nel definire cosa sia di destra e cosa sia di sinistra e queste ricognizioni sono oggi più che mai necessarie. Peraltro secondo me è una ricerca bene inserita nel solco della riflessione marxista. G. Lukacs nella prima metà del secolo scorso, partito da analisi sulla forma del romanzo ha poi calato la sua riflessione sulle correnti irrazionalistiche nella filosofia tedesca tra ‘800 e ‘900 rintracciandone una delle matrici della cultura fascista e nazista. Questo sforzo è tanto più necessario quando si avverte la presa che queste teorie esercitano anche in chi per formazione culturale e ideologica dovrebbe avversarle. La critica a queste rappresentazioni della realtà è una faccenda complessa, disinnescarle a destra è impossibile, sterilizzarle invece tra persone che si conoscono e che non siano irriducibilmente destrorse è praticabile, ma bisogna avere buoni argomenti, dialettica.

  22. Caloges…, ma tu, quando scrivi, ti rileggi mai? Perché metti insieme una serie di sentenze sugli altri che sono impressionanti. A me, personalmente, non interessa entrare nel merito del tuo commento quando pazientemente altri ti hanno risposto smontando, pezzo per pezzo, le tue “argomentazioni”. Sembra che la tua intenzione principale sia quella di innescare una polemica personale. Non è che se sulla scuola o sui vaccini tutti non sono d’accordo con te allora hanno un problema a vedere la realtà. Semplicemente non la pensano come te. Non è che qui si sono difese debolmente certe istanze per non sembrare negazionisti del Covid. Mi pare che qui sia stata presa una posizione di una forza tale, in tempi non sospetti, rispetto alla gestione dell’ emergenza ( e non al virus in sé e per sé, ecco dove sta la differenza sostanziale fra fantasticherie di complotto e una lettura politica che cerca di non inciampare in tali fantasticherie) che gli altri ancora non ci sono neanche arrivati e…fattene una ragione:il vero tabù è proprio la critica del capitalismo. Tutto il resto è noia. Il problema principale non sono i vaccini ma la speculazione economica che ruota intorno a questa cosa. E da lì, a cascata, tutto il resto. Quindi stiamo parlando di capitalismo e basta anche sui vaccini. Chiedo scusa, non te la prendere.

    • Siamo d’accordo che quando si parla di vaccini si parla di capitalismo. Sulla scuola invece c’è una visione diversa: tu scrivi “Mi pare che qui sia stata presa una posizione di una forza tale rispetto alla gestione dell’ emergenza..e non al virus in sé e per sé, ecco dove sta la differenza sostanziale…”. Vero: qui c’è stata una presa di posizione forte ed in tempi non sospetti, di tipo politico (che è poi, come per molti altri, la ragione per la quale mi sono avvicinata a questa pagina). Ma poi la posizione politica non può che tradursi nelle pratiche: come si può fare una critica politica della gestione dell’emergenza, SENZA argomentare se l’emergenza sia effettiva (e quanto) oppure strumentalizzata? Certo che è un campo scivoloso, ma bisogna passarci. La via del “cercare di tenere insieme tutti i pezzi e tutte le sensibilità”, seguita dal movimento scuola, non mi pare strategica in una situazione così polarizzata: e infatti si è arrivati al grottesco, un movimento genitori che ha chiesto più securitarismo sanitario di quanto le stesse istituzioni hanno poi preteso nei fatti! (la mia regione, Liguria, in questo è esemplare).
      Il capitalismo non segna un punto a favore, ne segna 100 se diciamo che “la scuola ce la facciamo andar bene anche così, purché riapra”. Così accade che riapre (tre ore al giorno la mia, un giorno alle settimana molte scuole superiori qui) e >80% dei ragazzi che escono da scuola (ne vedo centinaia ogni giorno) per prima cosa si tolgono la mascherina e si abbracciano, risolvendo il discorso politico (assente sul tema) con una pratica concreta. Si adeguano ad una rappresentazione vuota di senso (per loro), dopo un vuoto di presa di posizione politica: i genitori non hanno osato dire in piazza che il re è nudo (in piazza ci vanno le destre, a dirlo), lo dicono solo a casa (“adeguati alla richiesta del sistema, noi non protesteremo su questo per te”). Poi c’è la quota <5% che da scuola fila via a testa bassa senza salutare nessuno, con una FP3 incollata al naso fino al pianerottolo di casa. E questi, chi li difende? Se il capitale li vuole zitti e a casa, è del virus che bisogna iniziare a parlargli per tirarli fuori, non del capitale.

      • Proprio come avevamo detto, le ragazze e i ragazzi hanno avuto la possibilità di fare esperienza concreta e diretta di contraddizioni e incongruenze nelle linee-guida sulla scuola, e molte ci staranno ragionando sopra, e se questo accade è grazie al fatto di essere tornate e tornati a scuola. Tornare a scuola era imprescindibile, loro erano le prime e i primi a volerlo, le prese di posizione provenienti dal mondo studentesco andavano tutte in quella direzione, e a mia esperienza non ho ancora parlato con una ragazza o un ragazzo o un bambino o bambina che non volesse tornare a scuola perché toccava portare la mascherina. Preciso che mia figlia fa il liceo e la mia compagna è maestra elementare, quindi ho un contatto ravvicinato continuo con le realtà di due diverse fasce anagrafiche. È una questione di priorità e di progressione logica: ci sono questioni che si possono affrontare concretamente e sensatamente solo se se ne affrontano concretamente altre. Chi non lo fa, ragiona in astratto e superficialmente, esprimendosi più per dire la propria che per innescare cambiamenti. Le gare a chi adotta la retorica più radicale e rifiuta più cose contemporaneamente non ci interessano. Far tornare a scuola le bambine e i bambini dopo l’atomizzazione e le solitudini della primavera, far tornare le ragazze e i ragazzi era e rimane prioritario. Senza di quello, non c’è nemmeno possibilità di azione collettiva nella scuola.

      • “La scuola ce la facciamo andare bene così, purché riapra” credo che sia una tua sintesi, perché nessuno mi pare lo abbia mai detto. Se hai fatto questo tipo di sintesi, nonostante gli infiniti discorsi sul tema, un motivo c’è, ed è uno di quelli sopra elencati nell’ articolo: un bias cognitivo. Qui si è parlato di tornare fisicamente a scuola,perché solo fisicamente e di persona si può organizzare un conflitto e non certo virtualmente o su piattaforme online. Nessuno ha detto che la scuola va bene così, anzi. Al contrario. Ma siccome hai stabilito in precedenza, in base ad un pregiudizio radicato, che qui l’ argomento scuola non fosse rilevante allora hai proseguito sulla tua strada a senso unico. Senza accorgerti e tenere conto del fatto che, qui, di rientro a scuola si è parlato da subito. La scuola può e deve informare ma, se non ti vengono forniti gli strumenti di valutazione per comprendere le informazioni, non arriverai a capo di nulla. E tra l’altro, secondo me, è proprio da chi frequenta la scuola che dobbiamo attenderci delle posizioni, oltre che dai genitori dei più piccoli. E mi sembra che le manifestazioni degli studenti siano state molto partecipate e che avessero le idee molto chiare sulla scuola che vorrebbero, sul rifiuto della didattica online e sul classismo di questa didattica, non si sono concentrati sulla mascherina, per non spostare l’ attenzione dal classismo al negazionismo, eppure capiscono perfettamente l’ ipocrisia di alcuni provvedimenti. Non erano preoccupati, principalmente e solo, dal virus ma dalle conseguenze che la strumentalizzazione di questa situazione porta con sé. Conseguenze politiche, che hanno ripercussioni sulla nostra vita, a prescindere dal fatto di essere o meno contagiati. I miei argomenti non sono sofisticati perché ritengo che ingarbugliare, come fai, la realtà solo per fare polemica sia sterile. Tu sei libera di credere a ciò che vuoi, anche negando l’ evidenza, ma non sei libera di affermare il contrario di ciò che è stato detto. Dimostrando così in quale tipo di errori cognitivi si possa incorrere. Supposto, ovviamente, che tu sia in buona fede.

      • Caloges, tu sembri il classico esempio di Alice caduta nella buca.
        Parli di tutto, anche di ciò che non hai approfondito, in chiave complottista, cerchi di obbligare gli altri a seguirti in questo tuo delirio, mascheri le tue fantasticherie con la lotta al capitale.
        Se ti si fa notare che credi a delle fantasticherie ti rifiuti di essere messa nel calderone dei complottari, ma poi effettivamente scrivi e argomenti come una di loro: non toccateci i nostri bambini, il corpo è mio e non ci inietto nulla, la “permanenza” delle scie chimiche, il 5G è pericoloso, microchip ci controlleranno, Bill Gates… Ecc.
        Prova a rileggerti con calma, a mente fredda e senza pregiudizi, le due puntate di questa inchiesta e questo altro articolo sempre di Wu Ming 1

        https://www.internazionale.it/reportage/wu-ming-1/2018/10/15/teorie-complotto-qanon

        Se dopo averlo fatto non ti inizia a crollare almeno un po’ il castello che hai in testa, allora la canoa in spalle è l’unica alternativa.

        • La mia ultima pubblicazione scientifica, su Nature, risale a 20 anni fa (la cito in calce, onde evitare che un’anonima, oltre ad accusarmi di credere che Bill Gates mi voglia iniettare dei microchip, mi accusi pure di inventarmi una bibliografia). Ho poi lasciato la ricerca anche perché mi ero negli anni fatta una mia opinione su come viene costruita nella prassi scientifica e quindi anche medica, la “verità dei dati”. E’ per questo, sostanzialmente, che non condivido di dovermi iniettare qualcosa per decreto statale (vaccino o farmaco che sia): non perché abbia qualcos’altro in comune con l’etichetta no vax. Idem, non decido a priori che le scie sono una minchiata “IN QUANTO” esiste, a questo riguardo, un delirio complottista sul web (che non ho mai seguito).
          La tua risposta è esemplare, l’archetipo della dinamica social fra presunto complottista e “anticomplottista” (non pretendo che tu legga con attenzione le cose che scrivo, ma pretendo che non mi insulti e non mi attribuisci stronzate che non ho scritto).
          Nel tema “come trattare un argomento sul quale si innescano teorie di complotto” ci sta anche il covid, quindi la scuola. L’argomento di discussione è: siamo d’accordo che la scuola andasse riaperta ma non siamo d’accordo che si dovesse evitare di battagliare anche sulle questioni sanitarie per non incorrere nel rischioso tema complottismo/anticomplottismo. Questo è quanto.
          Mi* figli* va a scuola da tre settimane e non ha ancora conosciuto i suoi compagni nuovi perchè non si possono muovere dal banco. Una sua amica aveva mal di testa a scuola ed una mamma (nemmeno sua!) è riuscita ad imporle il tampone. Di fronte ad enormità simili come si fa a ridurre il mio discorso al “fissarsi sulla mascherina?”. Io sto dicendo (mentre in gruppo si fa il tiro al piattello “perchè avete astutamente capito che sono una no vax”) che INSIEME alla battaglia sulla DAD e sul numero dei docenti BISOGNAVA AGGIUNGERCI SENZA PAURA anche quella sulle questioni sanitarie e del distanziamento.

          https://www.nature.com/articles/ng0799_276. Sono il primo autore, non ho problemi di anonimato ma uso caloges, l’acronimo usato dall’istituto nelle email, da sempre.

          • Comunque ragazzi, e qui finisco, credo che se ci fossimo incontrati davanti a una birra e non a una tastiera, ci saremmo capiti in breve tempo. Invece ha prevalso, da subito, l’etichettatura. Io non sono stata al gioco “qui di vaccini non si parla”, e di lì il delirio (anche se WM, inizialmente, aveva argomentato bene…ma poi gli è scappata l’incazzatura e si è convinto, non so perchè, che io sia in cattiva fede (e che ci sta a fare uno in cattiva fede a farsi il fegato amaro su giap tutte queste ore?). Alla fin fine io mi sono incazzata quando WM ha calato le braghe dicendo ma si dai le mascherine accettiamole. Non è retorica radicale, è che non è umano stare con la mascherina soprattutto se non è dimostrato che è efficace, per 8 ore. Alla fine ne ha convenuto perfino il CTS: cacchio ,cedere su una cosa che nemmeno il CTS chiede più! Quando i movimenti iniziano a calare le pretese a me comincia a montare l’incazzatura. Ma se non fossi stata etichettata come no vax, questa differenza di pensiero, tutto sommato marginale, sarebbe stata argomento di discussione e non di linciaggio. Voilà la potenza del complottismo.

            • Caloges, ciao, qui nessuno ha “calato le braghe”. Ed è sull’uso di queste espressioni offensive che si irrigidiscono i toni. E nessuno aveva il diritto di criticarti personalmente, perché si può tranquillamente criticare il contenuto senza offendere l’ autore. Questo dovrebbe essere un patto implicitamente sottoscritto da chiunque frequenti questa comunità. Da tutti. Ma tu sei stata criticata praticamente sempre sul contenuto e, spesso, hai alzato i toni e lanciato accuse infondate e nessuno, per questo, ti ha ostracizzata. Il rientro a scuola senza mascherina sarebbe stato impossibile ( e questo lo sai benissimo) ma, sull’ infondatezza scientifica di alcune prescrizioni, si può costruire una lotta, intrecciandola con le istanze principali sulla difesa della scuola pubblica. Ma non lo si può fare senza organizzarsi dal vivo. Qui nessuno ha calato le braghe. Semplicemente ci vuole tempo per costruire la lotta. Non bastano quattro gatti.

              • Appunto. È anche questo insistere, nonostante tutte le pazienti spiegazioni, sul fatto che qui avremmo «calato le braghe», che si misura la malafede. Termine che applico solo ed esclusivamente al modo di discutere, sia chiaro. Si è in malafede quando si ignora programmaticamente quel che dicono gli interlocutori e si prosegue con la propria linea precostituita (e le proprie insinuazioni sugli interlocutori medesimi) come se non avessero detto niente. Quando questo viene fatto a colpi di espedienti per nascondere evidenti falle logiche, la cosa mi sta doppiamente sui cosiddetti. A farmi concludere che Caloges è in malafede, però, è stata la questione scie chimiche: come l’ha “argomentata”, come ha continuato ad “argomentarla”. Riguardo al chiedersi «cosa ci starebbe a fare qui una in malafede», non so dire se l’ingenuità di questa domanda sia sincera o artefatta, quindi lascio perdere.

                Il mio consiglio a Caloges è, molto semplicemente, di non farsi più vedere da queste parti.

  23. E se le fantasticherie di complotto fossero un ulteriore involuzione del falso mito del “politicamente corretto”?
    Quante volte chi casca in queste trappole proferisce la classifica frase:”per colpa del politicamente corretto non si può dire nulla”?

    Questa ipotesi mi è venuta in mente leggendo un recente articolo su valigiablu

    https://www.valigiablu.it/politicamente-corretto-falso-mito-destra/

    Cito alcune parti che mi sembrano mostrare una risonanza tra mito del politicamente corretto e fantasticherie di complotto:
    Nesrine Malik nel libro We need new stories scrive: Il mito di un politicamente corretto che sacrifica il libero pensiero per uniformarlo all’eccessiva sensibilità verso il genere, la razza e l’orientamento sessuale è il più vecchio e certificato dei miti politici contemporanei […]. Lo scopo di questo mito è di minare ogni sforzo di cambiamento, presentandolo come un sabotaggio, un attacco a una società che è fondamentalmente sana e non ha bisogno di essere riformata.

    I miti hanno bisogno di quella modica quantità di realtà bastevole a renderli credibili, la scintilla che accende il fuoco attorno cui sederci per ascoltare i solerti narratori.

    Entrambi i passaggi mi hanno ricordato tremendamente l’analisi di Wu Ming 1.

  24. Mi chiedo se non sia appropriato e utile recuperare un ipotesi che los tesso WM1 espose qualche anno fa` in un articolo apparso su Carmilla (qui: https://www.carmillaonline.com/2008/10/08/noi-dobbiamo-essere-i-genitori/), la possibilita` che siamo come affetti da una sindrome sociale affine all`asimbolia del dolore, in quanto molti, specialmente a sinistra, sembrano dare la risposta sbagliata a certi segnali mettendosi a ridere. Non solo, dopo il ghigno si attiva lo stimolo a partecipare al gioco creando loop cognitivi: convinti di fare ricerca o debunking del debunking non ci si rende conto che e` appunto un ouroboros; invece di ragionare vogliamo anche noi trovare una “soluzione” razionale. Al di la` della questione di quanto la galassia Qanon si stia avvicinando a quella Italiana o del numero esatto di proseliti che questa o quella fantasia abbia gia` convertito, la realta` ci dice che uno degli uomini politici piu` potenti del mondo, in questo momento storico, approva e da risalto a fantasie cospirazioniste, appartenenti anche a suddetta galassia, che introducono un umero sempre maggiore di persone, spesso molto giovani, a ideologie di estrema destra pericolosissime. Se e` vero che certe teorie di complotto hanno sempre fatto parte della sfera politica, specialmente negli Stati Uniti, e` anche vero che quasi mai sono state apprezzate da capi di stato o persone con cariche istituzionali. Per concludere: nel pezzo linkato sopra si citava una famosa intervista a David F. Wallace nella quale lo scrittore presentava un stupenda metafora, quella della festa senza i genitori, che secondo me e`, anche quella, utilissima oggi in quanto mi sembra che si stia creando un ansia da “ritorno del genitore”.

    • dude, penso che siamo d’accordo sul fatto che “le fantasticherie di complotto propongono rappresentazioni semplicistiche – spesso caricaturali – del capitalismo e surrogati di critica al sistema”. Non ho invece capito se pensi anche tu che new age e wellness siano “viatici” di cospirazionismo. Ho messo tra virgolette citazioni da WM1. Un’altra cosa che volevo dire è che, se si parla d’Italia, il richiamo a quello che accade negli Stati Uniti rischia sempre di essere una semplificazione. Il povero Edmund, qui sotto, ha fatto questo sbaglio – secondo me – così come ha sbagliato a scomodare DFW che parla di primarie, quando lui, Edmund, parlava invece di presidenziali. Detto questo, tu poi hai anche affermato che per arrivare a certe sensibilità al povero Edmund servirebbero “ettolitri di LSD”. Ora, io stesso vorrei a questo punto chiederti di prendere una posizione concreta, in questo dibattito, perché se è vero che astenersi da una scelta tra due mali – optando, s’intende, per quello minore – non porta a cambiare un bel niente – spostando verosimilmente il centro un po’ più a destra – è anche vero che meditazione e religiosità, nella sostanza delle cose, a poco o nulla contribuiscono. Quindi vorrei che mi dicessi cosa pensi degli obblighi vaccinali, un tema concreto. “noi siamo i genitori” e siamo chiamati a questo atto di responsabilità: li facciamo vaccinare, i nostri figli, o no? Penso che certi scetticismi, se non proprio posizioni scopertamente no-vax, abbiano trovato casa non di rado negli ambienti “newagey”. La comunità scientifica ci dice una cosa, certe visioni alternative del mondo ce ne dicono un’altra. Da che parte stiamo? Io vedo, qui, te cose: un nucleo di verità, una rabbit hole e un obbligo (misura non libertaria purtroppo conseguente al dilagare dell’irrazionalità cospirazionista, dico io).

      • Ciao Claudiog. Scusa se intervengo fra te e Dude. Ma forse stai facendo un’ equazione che non è proprio scontata, hai tradotto automaticamente fricchettone e newagey in no vax ed hai attribuito questa posizione a Dude( se non ho capito male e senza avere riletto tutti i commenti di Dude).Ma sul discorso del voto, mi sembra che si stiano prendendo posizioni di intransigenza monoteistica/ assolutista. Possiamo liberarci da questo fideistico condizionamento? Inoltre hai associato in maniera ” perentoria” il voto di tutti coloro che credono in fantasticherie di complotto alla destra. È così nella maggioranza dei casi, probabilmente, ma è anche vero che, per esempio, fra gli astenuti ci sia una profondissima delusione che non si traduce sempre in uno spostamento a destra ( è il mio caso, ad esempio, anche se non sono propriamente astenuta: vado a votare quasi solo primo turno o ai referendum, al secondo turno, vado SEMPRE ad annullare la scheda, tutte le volte in cui la mia posizione non è rappresentata. Non voglio votare per il meno peggio. Tutto qui. Il mio purtroppo è un voto di testimonianza, sigh). Per quanto riguarda i “complottisti”, il mio vicino di casa terrapiattista al referendum avrebbe convintamente votato NO. Perché, come spiegava benissimo Antonella, il suo atteggiamento antiscientifico è determinato da un atteggiamento antioccidentale e forse anche anticapitalista. Questo solo per dire che dietro ad ogni fantasticheria di complotto c’è un nucleo di delusione enorme. Per qualcuno può coincidere con un allontanamento dalla realtà, come nelle fiction in cui nonostante un milione di ribaltoni la trama risulta, per chi le guarda, sempre coerente. Vuoi crederci. Vuoi crederci per forza. Ma non tutti hanno perso il contatto con la realtà e sono solo in cerca di risposte politiche più convincenti di quelle che inseguono da soli.

        • Mi sono spiegato male. Prima cosa, il richiamo agli Stati Uniti: alle primarie uno può fare una scelta, ci sono candidati come Sanders, mentre le presidenziali sono un confronto quasi sempre di destra estrema vs. centrodestra. Un po’ come nel tuo caso, filo a piombo, c’è chi vota alle primarie e si astiene poi alle presidenziali. Molto comprensibilmente. Altra cosa, a dude ho semplicemente chiesto cosa pensa dell’obbligo vaccinale. Lui giorni fa abbozzava l’apologia di certa ricerca, certa spiritualità.. Ora, semplificando, sulla questione vaccini-sì vs. vaccini-no non ci si può astenere: è una questione che si può risolvere prendendo una posizione netta (e se siamo “noi i genitori”, una posizione netta la si deve prendere). Poi io non ho fatto nessuna equazione, ho solo scritto: “certi scetticismi, se non proprio posizioni scopertamente no-vax, hanno trovato casa non di rado negli ambienti newagey”. Spero tu sia d’accordo con me, a questo punto. Una cosa è richiamare alla generica concretezza del “voto al male minore”, una cosa è chiedersi a chi dare ascolto sulla vaccinazione dei figli: la comunità scientifica una risposta – concreta – ce l’ha.

          • Si, si Claudio. Sono d’accordo con te quando dici ” certi scetticismi, se non proprio posizioni scopertamente no-vax, hanno trovato casa non di rado negli ambienti newagey”. Ma non avevo attribuito a Dude questa posizione solo perché ha fatto l’ ” apologia” di certa ricerca e certa spiritualità. E sono pure d’ accordo sul fatto che sui vaccini si debba prendere una posizione non equivocabole. Ma se il sentimento antiscientifico è tanto diffuso, tanto da generare innumerevoli quantità di fantasticherie, c’è da chiedersi anche il perché. Ed io non credo che, come sottolineato da Stringer, ci sia solo un errore comunicativo da parte degli scienziati. Credo che la scienza venga identificata col potere, come diceva Antonella in un altro intervento.

      • Rischiosissimo tirare fuori una domanda così. Speriamo solo non la leggano in molti o qui si finisce in un mare di m… Centinaia se non migliaia di commenti, flame, insulti…;)
        A parte questo condivido in massima parte quello che dici Claudiog. Ci sarebbe però da chiedersi dove ha sbagliato la scienza, perché è chiaro che comunicativamente parlando qualcosa è andato storto, e qualcuno ha iniziato a non fidarsi più di ciò che gli scienziati faticosamente hanno scoperto. Incolpare solo chi è arrivato a credere a fantasticherie sarebbe troppo facile e forse pure ingiusto.

        • Rispondo in due parti per rispettare il massimo numero di battute in quanto le domande sono due.

          «…pensi anche tu che new age e wellness siano “viatici” di cospirazionismo».
          Premetto che new age secondo me e` una parole ormai old. Propongo culture alternative.

          No, non lo penso; i meccanismi che usa Qanon secondo me funzionano quando trovano scarsa dimestichezza con l’esercizio di analisi critica di cio` che noi percepiamo come reale. Preciso che scrivo dall’Inghilterra e che per hippy intendo persone che, per principio o per esperienze di vita, rigettano la mercificazione del vissuto alla base del cosidetto sogno Americano; sotto questo gigantesco ombrellone ci si e` accampata negli anni una moltitudine di persone che, nella prassi quotidiana, non fa` riferimento a ideologie specifiche. Ho notato che, negli ultimi anni, alcune persone con cui interagisco abbastanza regolarmente hanno cominciato ad “orbitare intorno” a Qanon, gente che, per esempio, dorme all’aperto tutto l’inverno in un presidio no-fracking o che usava lo smartphone esclusivamente per gli aggiornamenti dal campo, almeno due di queste persone, che non esito a definire compagn*, nonostante radicate convinzioni anti estrattiviste, si dichiarano apertamente simpatizzanti del Donald. Il mio contributo riguardo alla necessita` di rivalutare, all’interno dei movimenti di sinistra, argomenti come religiosita` e spiritualita`.

          Per gli adepti di Qanon Trump e` un paladino, nell’accezione piu medioevale e quindi una figura in uncerto senso mistica. Non solo, per gli aderenti piu esoterici del culto e` addirittura un arconte. E` ovvio che fantasticherie del genere possono avere presa sull’ immaginazione di persone abituate ad esplorare capacita` mentali.

          Per il resto wellness e` una parola che non puo` prescindre dal luogo in cui il “benessere” viene fruito. Il termine mette insieme la palestra a cielo aperto lungo Miami beach e un Ashram in una qualsiasi citta` Europea. Quindi direi che a far la differenza e` il luogo e chi questi posti li gestisce, le persone che li frequentano e le attivita` praticate.

          • «… meditazione e religiosità, nella sostanza delle cose, a poco o nulla contribuiscono» Per farti un idea un po` meno conservatrice ti consiglio, se hai tempo, di leggere qualcosa a proposito della Californian Ideology. Mi fermo qui` perche` ci si sta`spostando molto oltre il topic originale.

            Riguardo ai vaccini mi rifaccio alla definizione di senso comune di Gramsci che torna utile anche in riferimento alle fantasticherie di conspirazionismo: «Il senso comune è … la concezione del mondo assorbita acriticamente dai vari ambienti sociali e culturali in cui si sviluppa l’individualità morale dell’uomo medio». Si creano situazioni di pericolo reale quando scienziati non scienziati diffondono pinioni e dati falsi su larga scala; la situazione si aggrava poi quando tali opinioni e dati vengono accolte, apprezzate e divulgate da persone di potere o, addirittura, in ruoli istituzionali.

            • dude, grazie per la risposta. Io cerco di non essere un uomo medio e non “assorbo acriticamente”, e se sono qui, come lettore e molto raramente come commentatore, è per progredire – ho preso anche qualche sana sberla da questo blog – ma quello che vedo, qui, è che poco a poco stai scoprendo le tue carte, dici che le “culture alternative” non sono viatici di cospirazionismo, ma questo evidentemente vale (solo) per te che hai “dimestichezza con l’esercizio di analisi critica di ciò che è percepito come reale”: molta gente intorno a te percepisce come reale QAnon, e amen. Quanto ai vaccini, di fatto non mi hai risposto ma.. lasciamo perdere. Posso sbagliare, ma secondo sei già dentro la rabbit hole anche tu.

              • Claudio, al volo: mi sembra tu stia estendendo a dismisura il concetto di «rabbit hole» (che poi non è nemmeno un concetto, è una figura retorica).

                • Ma è dude che continua a parlare di LSD.. Cioè, non è che io sia “unmalleable”, per carità, io vedo solo una strada percorribile, quella della razionalità, ma posso sbagliare. Però dude qui ha depositato qui una quantità di cose poco chiare, certo frutto di sue ricerche e sperimentazioni, ma di fatto non riesco a capire dove voglia andare a parare, per esempio, quando dice: “scienziati non scienziati diffondono opinioni e dati falsi su larga scala; la situazione si aggrava poi quando tali opinioni e dati vengono accolte, apprezzate e divulgate da persone di potere o, addirittura, in ruoli istituzionali”. Io gli avevo chiesto se i suoi figli li fa vaccinare o no, lui mi ha risposto in questo modo.. Boh. Mi pareva che, con tutti quei riferimenti a trip e meditazione, fosse proprio un tipo da tana del coniglio (ma siccome provo nei suoi confronti anche molta simpatia, ché mi ricorda tanto alcuni miei cari amici un po’ più vecchi di me, lo dicevo insomma anche in senso positivo: forse è questo che mi facevi notare?)

        • Devo precisare una cosa: dude non ha mai detto di essere no-vax e non ho motivo per credere che lo sia. Del resto glielo sto chiedendo, ma prendo i vaccini solo come esempio, come punto di partenza per un ragionamento più ampio. Senza dubbio dude è intervenuto in questo dibattito portando argomenti, mi è parso, a favore di certa new age che WM1, nella sua analisi, definiva come potenziale viatico di cospirazionismi. Ora, chiedevo a dude di prendere una posizione concreta, giusto per capirsi. Lui qui sopra parla di ansia da “ritorno del genitore”, ed è una cosa che capisco, ma poi non dice con cosa vuole superare l’assenza del “genitore”. Cioè, pare che dude sia ancora in piena festa – una festa newagey :) – mentre a me pare che non vi sia più tempo da perdere e vedo la razionalità come unica strada percorribile. Poi però ti do ragione, mi sto avvicinando troppo all’alta tensione.

          • «… vedo la razionalità come unica strada percorribile»

            Per comiciare ti confido che io alla festa non sono mai andato: so` che il padrone di casa e il DJ sono due fasci. A prescindre: a me pare che questa destra ultra libertaria e militiarista stia spingendo verso un modello di interpretazione della realta` sempre piu` irrazionale portando le masse verso un allucinazione collettiva permanente, come detto all’inizio del pezzo da WM1. La strategia sta` funzionando e l’onda psichica si sta` diffondendo anche in Europa. I vari no-Vax/pro-life, le fake news che si trasformano in news e diventano aromento di discussione “intelettuale”, erano solo iniziali esercizi di stile, se si vuole. Il fatto e` che quando si e` in uno stato allucinatorio, consapevolmente indotto o meno, la razionalita` serve a poco. Chi non lo capisce non si e` mai fatto un trip. L’ho detto anche sopra quindi provo a ripeterlo: sostengo che bisogna esercitarsi a ragionare; traduco: usa pure la razionalita ma non ti bastera`, specialmente se ti stanno a cuore compagn* che non hanno un idea chiara di cosa significhi essere di sinistra. Claudiog, prova a considerare per esempio che pensare che «…non vi sia più tempo da perdere» significa innescare meccanismi paranoici.

            • Dude questo tuo modo criptico di rispondere lascia aperte molte . Claudiog ha ragione nel dire che sembri in piena sbornia newage.
              Il fatto è che su alcune questioni c’è poco da filosofeggiare: sui vaccini (e qui mi avvicino anche io pericolosamente a cavi scoperti) puoi farli o non farli e da lì si capisce l’idea che hai di essi.
              sulle scie chimiche è lo stesso discorso.
              Con un fascista tu ci discuti?

              Ho finito il commento senzaaarrivare alla fatidica soglia. Mi scuso per il ricorso a questo stratagemma per pubblicare il commento. Abbiate pazienza.

              • Entro nella questione vaccini, solo perché voglio segnalare un punto, poi, se avrò tempo dopo entrerò anche nel merito del “come è percepita la scienza” e perché, e della new age.

                Ma sui vaccini (e in generale sulla scienza) Stringer non puoi dire «puoi farli o non farli e da lì si capisce l’idea che hai di essi», perché tra la teoria più o meno manichea e la pratica c’è una certa differenza.

                Parlo per me sperando di non andare a toccare i cavi scoperti:
                i miei figli sono vaccinati per tutti i vaccini passati dal Servizio Sanitario e anche per qualcuno in più per cui ho pagato il ticket.
                Elenco non esaustivo sono Antipolio, Antitetanica, Meningocco A, B, e C, Morbillo, Rosolia e pure varicella e parotite etc.

                Ho una formazione tecnico scientifica (seppur nel campo “applicativo” e non in quello della ricerca), qualche conoscenza di fisiologia animale e capisco il meccanismo alla base della vaccinazione, mi è simpatico Pasteur e capisco anche “l’effetto gregge” (e non mi spaventa la parola “gregge”) circa la maggiore efficacia per la comunità quanto maggiore è la copertura di individui vaccinati.

                Però non dimentico che i vaccini sono un tipo di farmaco che è prodotto esattamente come gli altri, con processi industriali, con un principio attivo e degli eccipienti, che possono avere delle controindicazioni e la cui sperimentazione deve rispettare determinati protocolli e procedure. Nel caso ipotetico di un vaccino per il Covid prodotto sull’onda di una gara emotiva (e anche economica) a fare prima, potrei essere preoccupato di se e come queste procedure saranno state applicate, specie se da ciò dipende la salute dei miei figli.
                Nell’ambito di una critica alla logica del profitto ad esempio potrei essere preoccupato di “dove” si sia cercato di tagliare i costi al processo di produzione e via dicendo.
                Non credo che questo faccia di me automaticamente uno pronto a cadere nella “buca del coniglio”.
                Questi anzi sono i «nuclei di verità» nelle fantasticherie di cui bisogna tenere conto e che non vanno dati per scontati o archiviati immediatamente come argomenti “da disinformati” o da complottisti se non si vuole dare terreno ad altri.

                • 1 di 2
                  Credo che i problemi che si sono creati sono di natura comunicativa e ne riassumo due:
                  1) il mio Italiano e la mia dialettica non sono in grado di esprimere idee e concetti in maniera abbastanza chiara, e me ne scuso.
                  2) Spesso l’approcio che mi sembra di intravvedere nei commenti, almeno in questo thread, e`di interocutori alla ricerca di risposte piu` che di dialogo o confronto.

                  «…Lui giorni fa abbozzava l’apologia di certa ricerca, certa spiritualità» non capisco a quale ricerca ci si riferisca e/o di quale apologia si parli.

                  Quindi decritto e riassumo il mio contributo: la sinistra ha un problema con la religiosita` intrinseca di una larga parte dei suoi sostenitori. La destra lo sa`. Qanon e i vari movimenti No-[insert your favourite pet hate] sfruttano a proprio vantaggio questa situazione.

                  Per risovere e comprendere del come e` del perche` di questa situazione richiederebbe in primis un auto-analisi a livello individuale (qui` suggerisco sercizi di meditazione) nonche` di gruppo (grandi scazzi liberatori) all’interno dei vari movimenti; oltre ovviamente ad un notevole lavoro intellettuale da parte di professionisti preparati…e fortunatamente, di quest’ultimo aspetto, qualcuno si sta` occupando.

                  • 2 di 2
                    Per chiarire: se il moderatore mi chiede di non parlare di un argomento io semplicemente non ne parlo, punto. Per rispetto; se poi una mia “confessione” aiutera` qualcuno a dormire meglio, vabbe` lo dico: ho accompagnato la figlia della mia compagna a fare tutte le vacinazioni richieste dalla scuola, ho due cicatrici che sembrano patelle sul braccio sinistro e se iniettarsi un microchip nel braccio significhera` poter fare a meno dell’ubiquo telefonino, ditemi dove firmare.

                    Ora permettetemi di ritornare “criptico”: negli Stati Uniti, dove Qanon e` un fenomeno molto piu` esteso (https://www.pewresearch.org/about/) la sinistra radicale ha avanzato richieste che qualcuno osa definire utopistiche, tipo l’abolizione dei fondi per i dipartimenti di polizia da re-indirizzare a progetti locali, riguardanti sopratutto scuola e abitazione (https://www.themarshallproject.org/2020/06/09/support-for-defunding-the-police-department-is-growing-here-s-why-it-s-not-a-silver-bullet). Il fatto che a sogni di questa portata venga opposta una pessima allucinazione a mio aprere non e` casuale ma sintomatico di una classe dirigente sempre piu`in paranoia, capace solo di giocare d’azzardo con la realta` invece di immaginare un futuro. La paranoia e` contagiosissima.

                  • Sì, io vengo qui per avere risposte – infatti, molto più che commentare, leggo – ma forse volevi dire che vado in cerca di rassicurazioni più che di confronto. Comunque io sottoscrivo parola per parola quello che ha postato qui sopra Cugino_di_Alf, se volevi sapere come la penso. Non so poi quale sia l’argomento di cui WM ha chiesto di non parlare, forse qualcosa che era fuori tema e del resto, per fare un esempio, parlare qui della riforma della polizia americana mi pare che sia una divagazione. E comunque, siccome ho vissuto a Minneapolis fino a due mesi fa, ricordo bene il dibattito tra l’amministrazione cittadina che avanzava proposte di riforma e le contro-istanze della cittadinanza. Può essere che la proposta fosse di spostare i fondi della polizia su progetti di edilizia abitativa, non lo ricordo, ma sulla scuola invece non credo proprio: la scuola frequentata da mio figlio (pubblica, naturalmente) disponeva di un laboratorio con stampanti laser e 3D, piscina, infermeria, campi da calcio football hockey baseball tennis e personale docente molto ben motivato; non c’era bisogno di extra-fondi. Per iscriversi vigeva l’obbligo vaccinale, che del resto per noi non era un problema, mio figlio è stato vaccinato non tanto ottemperare alle richieste della scuola, come scrivi tu, quanto per una questione delle coscienze di mia moglie e mia. Per me il discorso finisce qui ma se vuoi aggiungere qualcosa ti leggerò volentieri (non risponderò). ciao e grazie

                • Ciao a tutt*, metto qui per chi mastica un po’di inglese e fosse interessato ad approfondire il tema, un thread molto lungo, ma a mio avviso molto utile a chiarire la questione vaccini per la Covid-19 in via di sviluppo. C’è una mezz’ora di lettura, quindi se siete interessati mettetevi comodi e possibilmente con uno schermo decente.
                  Importante soprattutto la parte sulle diverse fasi di sperimentazione, la loro necessità e le tempistiche, che spiega il perché sia possibile arrivare ad un vaccino in tempi relativamente brevi: i soldi sta volta non sono un problema.
                  Buona lettura

                  https://threadreaderapp.com/thread/1310372301314101250.html

  25. Un’inchiesta davvero ben fatta, su un tema di cui poco si sa in Italia. Sembra un problema minore rispetto a quello che sta succedendo nel mondo, ma la verità è che a breve influenzerà l’intero pianeta. Penso alle elezioni negli USA, dove Trump anche stanotte ha continuato a fomentare la sua base cospirazionista e suprematista. Se Trump dovesse perdere, questa base cospirazionista e suprematista come reagirà? Gli scenari a breve potrebbero essere davvero oscuri. Il passo dalle proteste alla guerra civile non mi è mai apparso così breve negli States.

  26. Le monde de QAnon, premiere partie.

    Traduzione francese della prima puntata dell’inchiesta.

  27. Una domanda per Wu Ming 1: ricordo male o dicevi che nel libro in uscita a dicembre ci sarà anche una parte dedicata all’accelerazionismo? Chiedo perché l’argomento mi interessa molto ma non si trova tantissimo in giro a livello di analisi – soprattutto in Italia. In particolare, trovo molto inquietante il modo in cui una certa visione accelerazionista ha finito per innestarsi nel ramo della “neoreazione” (NRx), che raccoglie numerosi ex libertariani (tendenza tutt’altro che inedita) e che gode della simpatia e del supporto di un personaggio a dir poco allucinante come Peter Thiel.
    Verrebbe quasi da definirlo un QAnon per intellettuali…

    • Se ce la faccio a tenere tutto insieme, sì, dovrebbe esserci anche qualche riflessione sull’accelerazionismo. Altrimenti, la farò a parte, ché penso proprio vada fatta.

      • Grazie!
        Ultimamente sto provando a capire qualcosa delle varie teorie che spingono sull’idea del “societal collapse” e quello che ne vien fuori fa parecchio riflettere. Anche se molte di quelle teorie sono parecchio fringe, di fatto razionalizzano o addirittura ideologizzano un sentire comune abbastanza diffuso, con il rischio che l’inazione o derive reazionarie anche pese finiscano per essere accettati come inevitabili a causa della normalizzazione di quel sentire. Soprattutto se poi convergono in modo più o meno diretto con l’orientamento ideologico dichiarato o implicito di certi esponenti della “PayPal Mafia”.

        • Faccio due commenti in uno, per evitare la moltiplicazione degli enti (i miei commenti):

          StefanoR non so cosa intendi per accelerazionismo (e per fringe o peggio ancora per Paypal mafia), ma se ti riferisci all’idea che un “collasso” economico, sociale, ambientale sia prossimo credo che sia un sentire abbastanza diffuso, quanto meno leggendo in rete in ambienti newagey e non.
          Il punto secondo me è che da destra e da sinistra, su questo “sentire”, si fanno ragionamenti, si cercano cause e possibili soluzioni e si prospettano scenari molto diversi, come è inevitabile. In particolare su un possibile collasso “ambientale” da destra, pur vedendo il problema, cercano cause nei posti sbagliati e prospettano soluzioni assurde.

          Capisco i rischi che evidenzi tu (inazione o derive reazionarie) ma vorrei evidenziare anche l’implicita “critica” della società attuale che è presente in queste “sensazioni diffuse”.
          Critica che sembra ormai del tutto assente in certi settori “razionalisti” del centro-sinistra.
          Segnalo inoltre che in una generica fascia di popolazione non politicizzata (diciamo centro-centrodestra-destra) questo sentore è molto più diffuso che a sinistra, come dimostra il fenomeno dei “preppers” già citati e che in america è un fenomeno di costume (se ne parla in film, libri, serie TV) e che sta arrivando anche da noi.

          WM1 sulla “difesa dell’astensionismo”: ok su quanto hai scritto poco fa, ho letto le vostre analisi e le condivido.
          In particolare sulla questione del “meno peggio” mi avete veramente “aperto gli occhi” e ho proprio capito il meccanismo del TINA grazie alle vostre spiegazioni.
          Però resta la criticità che al momento del voto l’elettore si trova “senza soluzioni” e non proviene da nessuna parte un aiuto “costruttivo”.
          Ovvio che non stia a voi fornire idee e che non è che se uno individua un problema debba per forza anche avere la soluzione pronta (ancora grazia che il problema lo si è visto!) però confesso che il retrogusto che rimane dopo aver letto gli articoli sul non voto è molto amaro.

          • L’accelerazionismo, in due parole, è una teoria che sostiene che i processi capitalistici debbano essere accelerati (con tutto quello che comporta a livello di destabilizzazione del sistema) anziché superati per produrre un cambiamento sociale radicale. Sebbene ci sia una variante “di sinistra” di questa visione, il capostipite dell’accelerazionismo, il filosofo inglese Nick Land, è poi approdato nella cosiddetta “neoreazione” (NRx), che sostiene l’idea per cui il cambiamento sociale radicale in questione debba andare verso la creazione di nuclei politici sovrani strutturati in forma gerarchica sul modello di una start-up informatica, con il CEO in veste di plenipotenziario.

            “Fringe” vuol dire semplicemente che si tratta di idee ai margini del dibattito, anche per la prolissità dei testi che le espongono (immagina la scrittura di Deleuze e Guattari, però in una variante più dozzinale e nettamente orientata a destra).

            “PayPal Mafia” è un termine che è stato coniato per indicare gli azionisti di PayPal, che si sono arricchiti con quella piattaforma e poi hanno avviato progetti in proprio; alcuni di loro partono da un retroterra ideologico molto comune tra i magnati della Silicon Valley, imbevuto di libertarismo radicale – soprattutto quel bel personaggino di Peter Thiel (se ti capita, dai un occhio al documentario “Nobody Speak”).

            Questo per la parte reazionaria.

            Per la questione dell’inazione, c’è tutto il filone della Deep Adaptation, avviato da Jem Bendell e che ha avuto qualche influenza sul movimento Extinction Rebellion. Sebbene si attesti su principi umanistici, da’ per assodato che il collasso ci sarà (anche se la validità della cornice scientifica che utilizza è stata fortemente criticata) e ritiene che l’unica cosa che resta da fare sia… boh, qualcosa tipo godersi quel poco di tempo che ci resta ed essere gentili gli uni con gli altri.

            Sto semplificando tutto all’estremo. Se vuoi farti un’idea più articolata ti posto qualche link.

            • La prosa di Nick Land sta a quella di Deleuze & Guattari come i monologhi di Brignano stanno a quelli di George Carlin.

              • Mi sono limitato ad un diplomatico “più dozzinale” perché non volevo essere troppo cattivo. :-D

                E Nick Land è ancora niente rispetto a Curtis Yarvin (aka Mencius Moldbug), il “padre” della neoreazione… lì siamo dalle parti di “Troppo frizzante”.

                Forse “QAnon per intellettuali” è un’etichetta inadeguata, ma un pochino secondo me rende l’idea del livello. Non ci fossero certi danarosi magnati libertari ad appoggiare ‘sta cosa e a fantasticare di “seasteading” e altre amenità del genere, verrebbe da farsi una risata e bona.

          • Piccola aggiunta: tra gli italiani, c’è un retrogusto accelerazionista in Raffaele Alberto Ventura, anche se lui non lo riconosce. Anche lui approda a (s)conclusioni reazionarie, e questo invece lo riconosce e lo ammette esplicitamente, soprattutto ne “La guerra di tutti”. In una discussione su FB gli ho fatto notare che le conclusioni a cui arriva sono perfettamente in linea con alcuni esiti del libertarismo di destra ma mi sa che si è risentito per il parallelismo e non mi ha più risposto :-D

            Finché ‘ste faccende restano confinate al dibbbbbattito filosofico ok, poco male e chissenefrega. Il problema è che nel sentire comune c’è un senso di catastrofe incombente (“doomerism”) molto diffuso che, se normalizzato a livello ideologico, finisce poi per liquidare o bloccare a priori visioni e approcci alternativi; e questo può avere conseguenze piuttosto pese.

            • Grazie mille per questi commenti. Mi hai invogliato a leggere Raffaele Alberto Ventura. Lessi il suo “Teoria della classe disagiata” in relazione a varie questioni sullo scambio simbolico e della società dei consumi di Baudrillard. Mi parve molto interessante il tentativo di attualizzare Veblen però non mi convinse questo sommo bisogno di riconoscimento che hanno le soggettività di cui parla e da cui deriva necessariamente la guerra ermeneutica di tutti contro tutti del penultimo libro. Credo che il problema stia nel suo tentativo di rintracciare l’inizio di questa guerra. Antropologicamente è sempre stata “là fuori”. Piuttosto, per citare grezzamente Bifo, è interessante come si stia declinando una “fenomenologia della fine” (lo fa nell’ultimo libro?). Questo rovesciamento è necessario perchè nei suoi testi manca ancora una teoria del valore che lo sostenga con annessi esempi sociologici corposi che vadano un pò oltre lo studio delle culture popolari attraverso gli eroi della Marvel e lo star system. In che modo per esempio lo scontro tra il “potere costituente di capitan America e il riformismo di Iron Man” influenza l’immaginario di un guaglione di Scampia o dei Parioli, di Aviano o di Vicenza, del Laos o della Sud Corea? E ancora, la maschera di Guy Fawkes è davvero globale come dice (Cina? India? Sud America? Africa?), o il considerarla tale è frutto stesso della matrice che gliela fa vedere così diffusa? Questa confusione mi porta a scorgere nel suo libro non un disvelamento del pensiero paranoide-cospirativo ma la costruzione dickiana di un’ulteriore meta-paranoia per serrare le fila. Forse allora sono più utili le nozioni di psicosfera e di infosfera di Bifo perchè si possono usare come griglie interpretative e non come elementi di una Teoria Generale o “di tutti”.

              • Nel primo libro, Ventura fa un pessimo servizio al concetto di classe, mentre nel secondo fa un pessimo servizio al concetto di minoranza. Effettivamente cerca di elaborare una teoria “di tutti” come dici tu, ma finisce per sfociare in una filosofia della storia che attribuisce tutte le contraddizioni del presente al conflitto irrisolto tra principio di sovranità e principio di riconoscimento; semplificando all’estremo: il potere moderno, soprattutto dal boom economico, ha promesso più di quello che può mantenere, e il fatto che non saldi il “debito simbolico” contratto rischia adesso di far esplodere la società, o di trascinarla in una forma di governo “tecnoratoriale” (sic) dominata da esperti a cui nessuno crede più.

                Non che non ci sia un elemento di correttezza in questa analisi, il punto è che rimane parziale perché taglia fuori un sacco di roba. Come rilevi giustamente: manca una vera analisi sociale, e se ho capito bene il concetto, sono d’accordo quando dici che il risultato “la costruzione dickiana di un’ulteriore meta-paranoia per serrare le fila”. Le fila di chi, poi? Della cosiddetta “classe disagiata”! Ventura si è pazzescamente affezionato a quel concetto, al punto da non essere disposto a correggerlo, rivederlo o anche solo ridimensionarlo.

                E la conclusione politica della meta-paranoia? Il panarchismo, ossia la fantasia post-libertaria di un ordinamento giuridico de-territorializzato in cui ogni gruppo “minoritario” se ne sta per i ca**i suoi a formare un corpo sovrano a sé stante. Una visione che, se la si esamina con un minimo di senso critico, non è poi tanto distante dalle soluzioni di Land o Yarvin…

                • Secondo me il suo secondo testo ha diversi problemi, non solo la definizione di una classe disagiata che non è una classe ma una bolla che si è sgonfiata. Ammiro molto il tentativo, anche riuscito per certi versi, di scrivere un libro così ampio, che si articola su diversi campi del sapere. Però è anche vero che così facendo le probabilità di errore aumentano. Nel libro ci sono molti micro-errori sparpagliati che in qualche modo pesano sull’economia della narrazione limitando la forza di quasi tutte le sue conclusioni. Per esempio ridurre il fenomeno della connettività socio-economica globale alla teoria del vantaggio comparato di Ricardo può essere utile a portare acqua al mulino delle sue tesi però risulta decisamente insufficiente per uno come me che ha trascorso qualche anno ad esaminare un’industria specifica e i modi in cui si è fatta globale. Gran parte della sua analisi delle Banlieu, delle “periferie”, dell’Islam e poi del terrorismo è tanto populista quanto i populisti che critica. Cercare di decostruire il suo pensiero richiederebbe un lavoro abbastanza lungo e non so se c’è qualcuno che lo ha fatto per davvero tra i suoi lettori o fuori dal suo “ambiente accademico”. Dal mio mondo amatoriale e un pò autistico, in cui da autodidatta da circa 2 anni mi sono messo a leggere Lacan per capirci qualcosa in più sulla scuola francese di fine novecento, intuisco l’importanza sociologica della nozione di riconoscimento. Ripercorrendo una piccola parte della genealogia del pensiero di Ventura (soprattutto Honneth) mi pare però che lui arrivi, in fin dei conti, a una forma di neo-utilitarismo cui cerca di togliere certi economicismi. Il risultato è un soggetto del disagio che risulta troppo semplice, soggiogato tra le trame del pensiero veloce e incapace di andare oltre gli input subliminali della rete e dell’azione del capitalismo della sorveglianza. Non ha profondità e si perde dentro una mancanza che è esistenziale oltre che del desiderio che lo trapassa. Ruggero descrive questa condizione come “una catastrofe senza apocalisse” o una “distruzione calma”. Ma l’uomo di Ventura è banale e intorno a lui ci sono importanti pensatori che spiegano perché lo è. E’ tanto banale da non parlare mai nel suo libro e questo è secondo me il problema maggiore del testo.

                  • A me sembra che per Ventura tutta la questione del riconoscimento si giochi sul capitale culturale e sul credito simbolico. E’ un problema di rapporto tra individuo e istituzioni; non tra individuo e individuo o comunità e comunità, e neppure in fondo un rapporto tra comunità e istituzioni (perché la definizione che da del concetto di “minoranza” lascia molto margine all’idea, estremamente semplificatoria, che le minoranze siano un prodotto dell’ordine del riconoscimento offerto dalla società liberaldemocratica, e che quindi la loro sostanza storica e sociologica reale sia abbastanza evanescente).

                    Il “credito” (in termini di riconoscimento) e il “capitale” (in termini di mobilità sociale) si svalutano perché il fatto che tutti li possano rivendicare nega la loro natura posizionale; e la società che promette di onorare il debito o di valorizzare il capitale ha grosse difficoltà a farlo nel momento in cui il miraggio della crescita economica indefinita si dimostra per quello che è: un miraggio. La crisi attuale secondo Ventura sta tutta in questo.

                    Non nego che l’analisi abbia una sua eleganza e che la sua semplicità eserciti un comprensibile fascino… peccato che sia incompleta; e di quel tipo di incompletezza che, nell’insieme, finisce per renderla sostanzialmente errata.

                    Ma per tornare al punto iniziale: dove sta la componente accelerazionista? E’ indiretta e involontaria. Sta nel modo in cui Ventura liquida il neoliberismo come tentativo di salvare la situazione afferrandola per i capelli (perché per lui la colpa fondamentale ce l’hanno le politiche keynesiane, le promesse di riconoscimento della società liberale e l’istruzione universale). Peccato che il neoliberismo non solo non abbia per nulla “decelerato” gli effetti delle contraddizioni del modello liberal-keynesiano (Ventura si spaccia per “decelerazionista”), ma le accelerate assai. E alcune di queste contraddizioni è stato proprio il neoliberismo a produrle!

  28. Alla luce di ciò che sta accadendo negli USA, sareste ancora dell’idea di difendere/approvare il non-votare come forma di protesta?
    Vi ho letto difendere spesso l’astensionismo, non credete che in questo modo si dia man forte a cospirazionisti e suprematisti vari?
    Quella è gente che va a votare diligentemente.
    Non prendiamoci in giro con la storia che ci sono molti modi per fare politica. Alla fine al potere ci vanno questi e controllano tutto da posizioni dominanti.
    Joe biden è una merda, ma se fossi statunitense andrei a votare blue senza pensarci due volte

    • Improbabile che tu ci abbia visto banalmente «difendere l’astensionismo»: ci avrai visti invece criticare la tendenza a rimuoverlo da ogni discussione nonostante sia da tempo la scelta maggioritaria degli italiani e, soprattutto, ci avrai visti criticare l’imperativo del «meno peggio».

      A forza di «meno peggio» si è spostato il quadro politico sempre più a destra. Volta per volta lo spauracchio di ieri – il «più peggio» contro cui bisognava votare – è diventato l’opzione accettabile di oggi: di fronte a Berlusconi la “sinistra” rimpiangeva la DC, di fronte a Salvini rimpiangeva Berlusconi, di fronte a X rimpiangerà Salvini, chissà che forse un giorno non rimpianga QAnon. E ogni volta si sono fatte politiche sempre più di destra perché altrimenti… arrivava la destra.

      Questo slittamento, spacciato per «realismo», ha via via reso impensabile ogni alternativa, lasciando prive di rappresentanza – e soprattutto di visione – porzioni sempre più ampie di società, che nella disperazione hanno scelto populismi vari e ora, deluse anche dai populismi, sguazzano nelle fantasticherie di complotto.

      E le fantasticherie di complotto più sono estreme e più hanno un effetto diversivo anche su chi le avversa. Un fenomeno come QAnon non può che spingere verso il solito “menopeggismo”: tutto pur di non ritrovarci di nuovo Trump, pur di non ritrovarci QAnon…. Legittimo e comprensibile, non ti daremo certo contro perché dici che voteresti Biden. Trump merita senz’altro di perdere, anzi, merita di scomparire. Però…

      Però sono decenni che si ragiona così e ogni volta il peggio è sempre peggio. Anche con Trump perdente, quello slittamento non potrà che proseguire.

      Non sto dicendo nulla di particolarmente eversivo né provocatorio né nuovo. Gramsci scrisse la stessa cosa nei Quaderni del carcere. Quaderno 16 (XXII) § 25:

      «Un male è sempre minore di un altro susseguente possibile maggiore. Ogni male diventa minore in confronto di un altro che si prospetta maggiore e così all’infinito. La formula del male minore, del meno peggio, non è altro dunque che la forma che assume il processo di adattamento a un movimento storicamente regressivo, movimento di cui una forza audacemente efficiente guida lo svolgimento, mentre le forze antagonistiche (o meglio i capi di esse) sono decise a capitolare progressivamente, a piccole tappe e non di un solo colpo (ciò che avrebbe ben altro significato, per l’effetto psicologico condensato, e potrebbe far nascere una forza concorrente attiva a quella che passivamente si adatta alla “fatalità”, o rafforzarla se già esiste).»

      • Intanto grazie per la risposta, penso che in molti qui sottovalutino il lavoraccio che fate nel gestire e rispondere su Giap e portare avanti i vostri lavori.
        Conosco la vostra posizione ed effettivamente “difendere” la riassume male.
        Sul votare io la penso come DFW.
        “Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati establishment dei due principali partiti, i quali, potete starne certi, stupidi non sono, ma anzi hanno una consapevolezza profonda di quanto gli convenga mantenervi in una condizione di disgusto e noia e cinismo, fornendovi ogni possibile motivazione psicologica perché il giorno delle primarie ve ne stiate in casa a farvi i cilum guardando Mtv. Sia chiaro: avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.”

        • La tua posizione è chiara, lo era anche senza la citazione da DFW. Il problema è che è tutta schiacciata sull’istante in cui si voterà, con niente intorno. Non c’è nessuna profondità di campo, non c’è storia, nessuna domanda su come si sia arrivati al punto in cui molti sono disgustati dall’atto di votare. E così si gira come criceti nella ruota.

          • Sì può essere che sia schiacciata sull’istante in cui sì voterà, ma almeno è concreta.
            La maggior parte dell’astensionismo come dici tu è composta da delusi populisti, cospirazionisti e newagey fricchettoni. Non certo da rivoluzionari di sinistra.
            Possiamo fantasticare sulla rivoluzione che verrà dal basso ed aspettare la venuta messianica di essa, condannandoci all’impotenza.
            Certamente, è giusto difendere la teoria rivoluzio­naria, ma l’astensionismo “strategico” è la posizione dei bordighisti.
            Un settarismo inutile che condanna all’irrilevanza.
            Non è che consegnavate i giornali di Lotta Comunista? ;)

            • Io non sarei così sicura che la maggior parte degli astensionisti siano populisti, cospirazionisti e fricchettoni…
              Molti semplicemente non si riconoscono nella classe politica attuale, ma non significa che avversino la politica in quanto tale o che non voterebbero un partito che li difende.
              Ciò che realmente manca è un partito che li difenda. Come già detto da Wu Ming 1 la cornice è talmente spostata a destra, che il partito sul lato sinistro di questa cornice in passato sarebbe stato considerato di centrodestra!
              Io un partito di centrodestra non lo avrei mai votato in passato, perché mai vorrei votarlo ora?

            • «La maggior parte dell’astensionismo come dici tu è composta da delusi populisti, cospirazionisti e newagey fricchettoni.»

              Immagino tu abbia condotto o almeno possa citare solidi studi al riguardo, se fai un’affermazione così forte.

            • Bisogna che ci spieghi cosa intendi per concreto e, come gia` detto, in base a quali dati fai certe affermazioni. Inoltre, quelli che chiami “newagey fricchettoni” sono persone che non accontentandosi di dogmi preconfezionati se ne vanno alla ricerca di qualcos’altro; sono spesso persone con una spiccata sensibilita` e capacita` intuitive che, da quello che leggo, a te serviranno ettolitri di LSD per potenziare. Per chiarire, se con il voto immagini di poter ottenere cambiamenti “concreti” nella realta`, ti consiglio ti provare a riflettere dei fatti avvenuti in Grecia nel 2015 o di andare a rivedere cosa ha “concretamente” ottenuto in otto anni la presidenza Obama per gli Afroamericani. Essenzialmente nulla. Il sentirsi partecipi o magari protagonisti nella gestione del potere non significa che lo si e` effettivamente. Ci sarebbe da augurarsi che rileggendo l’inchiesta di W1 e magari piu` avanti il libro, ti possa rendere conto che organizzazioni come Qanon rastrellano proseliti anche e sopratutto tra coloro che si sentono delusi dal “rito collettivo” delle elzioni.

              • Per Wu ming 1: Il 60% degli astenuti dice di non essere né di destra né di sinistra. Tradotto: sono di destra!
                La destra in Italia è da anni populismo.
                Quest’idea che gli astenuti siano tutti novelli rivoluzionari proprio non la capisco.

                Per dp: opinione assolutamente valida, ma astenersi senza fare nulla è da vigliacchi. Preferisci chi con “entrismo” tenta di cambiare i democratici negli USA (vedi AOC o Sanders) o chi si dice schifato con atteggiamento snob e poi non fa nulla?

                Per dude: come ti ha già suggerito qualcuno ricordati di pulirti la lingua quando hai finito di leccare!

                https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/02/21/lastensionismo-in-italiano-chi-non-ha-votato-nel-2016/

                • Carissimo, grazie per il leccaculo, non posso fare a meno di ricordarti che offendere l’interlocutore e` una ben noto metodo per distogliere l’attenzione dai contenuti quando questi ultimi sono poveri. Il tuo argomentare facendo del copia ed incolla di dati incompleti o lo spaccare sentenze come un giudice in cattedra rende il tuo ragionamneto ancora piu` sterile. Ti faccio inoltre notare che non e` corretto chiamare vigliacco chi ha idee diverse dalle tue; non so a quali guerre tu abbia mai partecipato ma permettimi di dire che l’uso di termini militareschi fa` suonare nella mia testa campanelli di allarme. Quindi, se per te andare a votare e` un mezzo per raggiungere obbietivi speicifici, tipo l’avanzamento verso il sole dell’avvenire, bon, prova a spiegare in che modo. Se non a me o ad altri interlocutori, perlomeno a te stesso.

                  • Io invece consiglio a Edmund di non spiegare proprio niente. Deve solo chiederti scusa e non proseguire oltre in questo sotto-thread che con il focus del post non c’entra più nulla.

                • «Per Wu ming 1: Il 60% degli astenuti dice di non essere né di destra né di sinistra. Tradotto: sono di destra!»

                  Per quando ti sarai calmato e avrai smesso di soccombere al pensiero veloce e ai punti esclamativi, ti consiglio di riflettere su questi punti:

                  1) spesso questo genere di sondaggi d’opinione lascia il tempo che trova perché male impostato;

                  2) in molti casi la risposta potrebbe significare altro da quello che ci leggi, vale a dire: non sono di destra né mi riconosco nell’attuale sinistra;

                  3) nel tragico disorientamento di questi anni, molte persone non lo sanno nemmeno più – e se giovani non l’hanno mai saputo – cosa significhi essere di sinistra (in senso politico stretto), e certo gli esempi che vedono non invogliano a definirsi così, ma al contempo costoro possono avere sensibilità, attenzioni e interessi del tutto estranee a qualunque destra, interessi che noi siamo soliti associare alla sinistra.

                  4) Queste sono persone che la sinistra ha deluso, tradito o non è mai riuscita a raggiungere. Persone che per disperazione o protesta negli scorsi turni elettorali possono anche aver votato forze populiste, ma si sono già rese conto che non è servito a niente. Io con queste persone preferisco parlarci, piuttosto che sputar loro addosso.

                  5) Hai presente cosa significa «il 60% degli astenuti»? A prescindere da come uno la pensi, non mi sembra granché intelligente dare per perdute tutte quelle milionate di persone in quanto «di destra».

                  Ad ogni modo, ognuno ha detto la propria e chi legge può valutare, adesso chiudiamo l’OT, per favore.

                  • Riapro (brevemente) l´OT per sapere se qualcuno puó consigliare un buono studio riguardo l´astensionismo in Italia. Cioé appunto non solo il mero dato numerico o il sondaggio, ma qualcosa di piú strutturato :)

                    Immagino che saranno stati scritti fiumi di inchiostro sulla faccenda, per questo chiedo un parere. In particolare sarebbe interessante valutare le motivazioni di astensionismo disaggregando per regioni geografiche, etá, stato sociale ed orientamento ideologico. Credo ci sarebbe un sacco da leggere.

                    Troppe volte mi pare che gli astensionisti vengano catalogati come un tutto unico con lo slogan “il partito di maggioranza”, come appunto se fossero un blocco omogeneo.

                    Grazie in anticipo.

                    • «Immagino che saranno stati scritti fiumi di inchiostro sulla faccenda»

                      Mah, non direi. In Italia l’astensionismo è il grande rimosso. Per i media non esiste. Toglierlo preventivamente dal quadro è la condicio sine qua non per ottenere le percentuali da spettacolarizzare e poter parlare di politica politicata nel modo che abbiamo imparato a odiare.

                • «Per dude: come ti ha già suggerito qualcuno ricordati di pulirti la lingua quando hai finito di leccare!»

                  Chiedi scusa a breve giro o verrai bannato.

                  • La risposta è all’OT di Alessio (non fa più replicare in calce).
                    In questo vecchio articolo https://www.wumingfoundation.com/giap/2019/05/sui-veri-risultati-italiani-delle-europee-2019-non-facciamoci-abbagliare-da-percentuali-di-percentuali/#comment-32692 avevo postato qualcosa si biliografico, ma in genere la discussione potrebbe interessarti. Da allora non è successo tantissimo, mi pare.
                    Coipi (per raggiungere i caratteri)
                    “Solo prendendo da wiki trovate i lavori di Caciagli (il voto di chi non vota), Ferrarotti (la protesta silenziosa), Corbetta (smobilitazione politica e astensionismo elettorale). Sono ricerche datate – la più recente è della metà degli anni ’90 mi pare – ma se ne trova anche una (edita dalla Luiss, purtroppo) sulla fenomenologia del voto e non voto alle europee del 2009.
                    La SISE (Società Italiana di Studi Elettorali) produce molte analisi di voto e in genere prende – direi: ovviamente – in esame il problema dell’astensione. Sono ricerche scientifiche, a volte complicate, spesso scritte male, e ancora più spesso un po’ troppo “ideologicamente orientate” per così dire (quindi scientifiche fino ad un certo punto) che rimangono nelle aule dei seminari perché il racconto sulle elezioni sarebbe “disturbato”, come da queste parti si sa benissimo.”

  29. Una domanda: esiste nel diritto penale Italiano una definizione precisa di estremismo? E` troppo complicato definirlo? In Italia in particolare e` un argomento politicamente troppo delicato? A me sembra che se fenomeni come Qanon vengono considerati come innocue “valvole di sfogo” l`evoluzione naturale piu` probabile sara` la violenza nei confornti del “sistema” che mirano ad attacare nel virtuale. A livello sociale, politico e istituzionale chiarire concettualmente cosa significhi essere estremisti o fare dell’estremismo non rappresenterebbe forse un buon punto di partenza per risolvere certi problemi?

    • Dude, saprai bene anche tu che in nome della lotta all’«estremismo» in Italia si sono commesse le nefandezze più turpi. Se c’è uno pseudoconcetto su cui è meglio non scommettere per tirarci fuori da questa situazione, quello è proprio «estremismo». Vuol dire tutto e niente, varia a seconda degli sguardi, delle epoche, dei conformismi. Oggi passa per radicale e financo «estremista» gente che quand’ero piccolo sarebbe stata considerata ultramoderata, e si spaccia per moderata gente che quand’ero piccolo sarebbe stata considerata fascista e basta.

  30. Parliamo di estremismo del pensiero e della parola o di organizzazioni strutturate con finanziamenti occulti?
    Penalmente, si può far riferimento a radicalizzazione e estremismo nel senso che è emerso a partire dai primi anni del millennio, quindi in riferimento all’ islamismo ed al terrorismo di quella matrice, integralista e fondamentalista.
    Ad esempio questi proud boys che sono saliti alla ribalta con lo scambio di battute (lo stand back , stand by di Trump in risposta alla richiesta di appello rivoltagli dal moderatore e dal rappresentante dei blu ) del primo dibattito televisivo in vista delle elezioni presidenziali di novembre: una forma di estremismo tollerata dal consenso di una maggioranza qualunquista e che viene relegata nel caso esageri ad analisi di tipo psichiatrico, come ben descrive all’ inizio di questa discussione wuming1. Non diversa come propensione all’ odio e tutela da parte del diritto penale da quella degli ultraortodossi in terra santa.

    • Devo aggiungere che nell’ ultimo ventennio nel mondo del common law anglosassone è avanzato l’ hate crime, che ultimamente si propone possa abbracciare anche la misoginia( ed il dibattito è sul perchè no allora l’ odio verso il genere maschile?). Le categorie tutelate sono per ora razza, disabilità etc.
      Tornando in topic, chiedo se non sia reale la sensazione che il popolo americano sia invece veramente in parte composto di “bambinoni” e da vittime dell’epidemia di oppiati, resi completamente acritici dal sistema descritto ad esempio da Micheal Moore, seppur avanzato per certi aspetti invece in serio declino per altri(magari perchè non ha vissuto mai sul proprio territorio qualocsa di veramente inimmmaginabile come le guerre mondiali e l’ olocausto), un popolo cioè che magari l’unico trauma paragonabile ad una guerra portata sul proprio suolo, appunto l’ undici settembre, l’ ha interiorizzato in maniera distorta: l’ espressione del “sembra un film”, con cui lo spettatore televisivo dell’attentato contro le Twin Towers ha reagito, come segno di una visione alienata dei reali rapporto materiali tra nazioni e all’ interno delle stesse.

  31. Qualcuno ha notizie di come sia stata presa nel mondo QAnon la notizia della positività di Trump al coronavirus?
    Immagino che nuove fantasticherie nasceranno per giustificare un evento di tale portata. Bisogna vedere quanto queste troveranno terreno fertile nelle menti dei seguaci. Quanto saranno in linea rispetto alle briciole precedenti?
    Potrebbe essere un fallimento delle previsioni che causa una nuova ondata di disillusione.
    Wu Ming 1, questa di Trump è un fatto storico che accade in queste ore, quindi qualsiasi analisi è come minimo azzardata, ma è plausibile che QAnon imploda su se stessa dovendo rincorrere l’evolversi della situazione?

    • La risposta è no. I credenti in QAnon hanno subito cooptato gli ultimi sviluppi nella loro iper-fantasticheria di complotto, in vari modi. L’annuncio della positività di Trump al tampone era in realtà un segnale in codice, quando ha twittato «We will get through this TOGETHER!», con l’ultima parola in maiuscolo, loro hanno letto «TO GET HER», per catturarla. Ergo, Trump sta fingendo di avere il covid come parte del piano per arrestare Hillary Clinton (che per altri era già stata arrestata, uccisa e sostituita da un clone). Del resto, una Qdrop di tre anni fa lo aveva detto: «Trump si auto-isolerà per sfuggire agli sguardi cattivi», quindi era tutto previsto da tempo. Ma c’è anche chi dice che il contagio è vero e sostiene che la Cabal abbia infettato il microfono usato da Trump durante il confronto con Biden. Le varianti sono decine, la setta offre ai credenti diversi modi di “razionalizzare” quel che sta accadendo.

  32. Una delle caratteristiche orribili di QAnon è che trasforma le persone in vittime e carnefici. I seguaci di QAnon sono vittime nel senso che vengono sfruttati. Per alcune persone vulnerabili, la narrativa selvaggia di QAnon soddisfa alcuni bisogni emotivi che non vengono soddisfatti altrove. Ma i seguaci di QAnon sono anche carnefici, vittimizzano gli altri lanciando accuse infondate contro innocenti e alimentando la paranoia di altre vittime cospiratrici. Questo crea un circolo vizioso che allontana le persone da meccanismi di pensiero più razionali.
    Ci sono esempi evidenti di come QAnon possa creare sia vittime che carnefici.
    Quello che potrebbe essere nato come un LARP (fatto molto male si intende, i LARP sono molto educativi e istruttivi), si è tragicamente trasformato in un vortice infernale (da cui molte persone non riusciranno più ad uscire) nel momento in cui le narrazioni di QAnon hanno iniziato ad avere risvolti nella vita vera. Molte persone, vogliose di partecipare attivamente alla collettività, sono state risucchiate in un mondo che gli dà continue gratificazioni e in cui si sentono parte attiva della narrazione. Una ludopatia paranoica.
    Ritengo utile indagare l’aspetto della partecipazione alla collettività per trovare risposte sul perché molti ricorrano a fantasticherie di complotto. Gli spazi di partecipazione collettivi si sono ridotti ai soli social network, con le dinamiche che tutti conosciamo e che nulla hanno a che vedere con la vera partecipazione alla società.

    • Ben detto Bentham. Mi ero perso questo tuo commento.
      Il prendere parte attivamente alla fantasticheria è la componente secondo me più attraente di essa. Il poter salvare i bambini dai pedofili, il poter catturare i democratici satanisti della cabal.
      È di queste ore la notizia dell’accusa a 13 membri di una squadraccia armata sospettati di voler rapire la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer (democratica). I loro account social mostrano legami a QAnon, proud boys e boogaloo movement.
      Ad aprile di quest’anno Trump aveva twittato di liberare il Michigan. Più recentemente ha elogiato i proud boys.

      https://www.nytimes.com/2020/10/08/us/gretchen-whitmer-michigan-militia.html?action=click&module=Top Stories&pgtype=Homepage

  33. Scusate, arrivo un po’ tardi, ma ho letto solo ora entrambi gli articoli.
    Vivo a Berlino da qualche anno e mi chiedevo il perché della maggiore presa in Germania. Non che abbia rilevanza statistica, ma nella mia esperienza i tedeschi sono anche meno propensi all’uso di social network rispetto agli italiani. Ho anche letto l’articolo sopra linkato da Springer, nei commenti, ma parla principalmente delle infiltrazioni neonazi fra i vari “anti-covid” (anche quelli molto numerosi, ma diciamo che me li spiego con l’impatto della pandemia relativamente inferiore rispetto a molti altri paesi).

  34. Sulla questione “perché la gente non crede più alla scienza” (taglio con l’accetta) sollevata da Stringer e Filo a piombo, la sensazione è che questa non sia più percepita come “neutrale”, come anche qui è stato più volte ben spiegato e come rappresentato ai più da una serie di spocchiosi scienziati-istituzionali pronti non solo a cassare sul nascere le domande “del volgo” ma anche a chiudere le orecchie di fronte alle argomentate obiezioni di loro colleghi “non allineati”.

    La scienza è anche uno strumento del potere, tanto più che la scienza ha sempre ricadute “pratiche” sulla tecnologia e che oggi la tecnologia non è più soltanto un mulino ad acqua o una lampadina elettrica, ma algoritmi di internet e super calcolatori.
    Dirò di più, facendo qualche ardito paragone con la religione: per certi versi il potere oggi può fare della scienza l’uso che 500 anni fa faceva della religione e usarla come un manganello da brandire contro l’eretico di turno.

    Dire questo non significa che si debba buttare nel cesso il teorema di Pitagora, la scienza e il metodo scientifico, che è comunque il miglior sistema che finora abbiamo trovato per indagare la realtà materiale, ma essere consapevoli dei rischi e dei limiti quando il “monopolio” di conoscenze sempre più complicate ed elitarie viene lasciato interamente a chi comanda.

    Per me questo parallelismo con la religione si estende anche a questa considerazione personale: il fatto che il potere abbia da sempre infiltrato il clero e usato l’arma della lotta alle eresie per stroncare sul nascere ogni idea che potesse mettere in discussione l’ordine costituito, non significa che si debba buttare nel cesso “l’afflato” umano alla religiosità, alla “spiritualità” e alla ricerca di un senso metafisico all’esistenza.

    E i parallelismi non si esauriscono qui: oggi “il volgo” (nel quale mi ci metto chiaramente anche io) ha una conoscenza e una padronanza di epistemologia o a scendere di statistica o analisi delle funzioni o anche solo della mia cara ecologia applicata, pari a quella che 2000, 1000 o 200 anni fa aveva nel merito di transustanziazione, consustanzialità, questione del modalismo, processione dello Spirito Santo o di hermesianismo. Quest’ultimo mai sentito ma trovato in rete per fare scena ;))

  35. Ci sono tantissimi elementi di grandissimo valore in questa discussione, e ritengo questioni nodali per il nostro tempo. Stiamo girando intorno al nocciolo. Intanto a mio avviso occorre tenere sempre ben distinta la scienza dalla comunicazione che la scienza offre di sé, e nella scienza dobbiamo ben distinguere le scienze pure dalle scienze empiriche, come la virologia, il cui statuto epistemologico è dichiaratamente quello di una scienza statistica. La stragrande maggioranza delle scienze empiriche hanno rinunciato alla “verità” e si accontentano di verificare probabilisticamente alcuni nessi fra i dati. Pertanto è assolutamente normale che parli con voci discordanti, e anche contraddittorie. Con tutti questi difetti, è lo strumento migliore che disponiamo per le nostre esigenze pratiche di vita.

    Molto più complesso è a mio avviso capire qualcosa nell’altro grande tema, spiritualità e cultura progressista. Ci sono molte cose da considerare, ma per farla breve vi propongo questa riflessione: quando Marx dice che la religione è l’oppio dei popoli, non è solo una battuta. O meglio: è una battuta che oltre che far sorridere dice qualcosa. Bene, il capitalismo, che è molto furbo, l’ha capovolta: l’oppio (qualsiasi merce, anche l’uomo stesso) è la religione dei popoli. La religione resta, ma deformata a vantaggio del capitale. Inoltre noi oggi non siamo in grado di capire la nozione di “spirito” senza ridurlo al religioso, mentre come a mio avviso spiegò bene Hegel, è la religione che appartiene allo spirito, non viceversa.

    • «…è la religione che appartiene allo spirito, non viceversa.» E` appunto per questo che secondo me il nodo spirituale e` importante per comprendere Qanon. Sopratutto in the USA ma anche in Germania e in Europa, dove il misticismo gioco` un ruolo fondamentale nell’affermazione dell’ideologia nazista. Personalmente interpreto Qanon come un’autentica allucinazione collettiva creatasi nel regno virtuale, che si sta` lentamente materializzando; principalmente a causa di un utilizzo consapevolmente irresponsabile e inconsapevole della tecnologia moderna da parte di uomini e donne in carne ed ossa.
      Mi azzardo a proporne la genesi: in molti qui` si ricorderanno che agli albori dell’era digitale si usava il termine Cyberspace per indicare un luogo nel quale “ci si recava”. Si lasciava il mondo materiale e ci si “imbarcava” nello spazio virtuale per “navigare”. Prima di divenire terra di conquista del capitale, quello spazio cibernetico riusciva a contenere certa feccia estremista e/o fondametalista. Il concetto essenziale comunque e` che esisteva consapevolezza di questa separazione tra i due mondi in coloro che allora sperimentavano la tecnologia.

      Lentamente questa cognizione e andata sgretolandosi lasciando il posto ad una nuova ignoranza (nel senso stretto della parola) digitale, una incuranza, da parte delle nuove generazioni di programmatori, nei confronti di questa importante peculiarita` percettiva. Per i 40/50enni che si sono persi la sperimentzione negli anni ottanta/novanta e che ora smanettano su smartphone e tablet questi strumenti rappresentano una spece di oggetto “magico”. Mi sembra che tali oggetti fungano per molti da dispensatori di esperienze mistiche, nel senso che forniscono l’illusione di poter attingere al divino attraverso l’esperienza diretta. Il costante flusso di informazioni pare stia sommergendo completamente quel confine che separava la realta` dalla sfera virtuale e spinga verso una nuova era mistica. Con tutti i rischi che questo sottointende.

    • Trovo molto azzeccato questo distinguo di Negante riguardo alla scienza. Aggiungerei che anche nelle scienze pure non parlerei di veritá, ma di gradi di veritá e di rappresentazione del reale. In una scienza pura come puó essere la fisica delle particelle si puó raggiungere un alto livello di descrizione attraverso esperimenti precisi e modelli molto dettagliati, ma al prezzo di ridurre il sistema a poche particelle alla volta (il modello standard ovviamente ha una applicabilitá estremamente piú estesa, ma calcolare i risultati é un altro paio di maniche). Nel momento in cui aggiungiamo “roba” siamo costretti ad affidarci a modelli sempre piú “efficaci”, fino a scienze come quella medica, virologica o sociale in cui siamo costretti a pesanti inferenze statistiche, cosa che poi giá accade non appena abbiamo un po´ piú di particelle (fisica della materia).

      Aggiungerei peró un altra riflessione sul post originario di Cugino_di_alf (a proposito, carina la citazione della saga Disney) riguardo al motivo per cui la scienza é sempre piú vista come nemica. Io penso perché sia nei suoi aspetti piú “puri” che in quelli piú “applicativi” sta diventando complessa e lontana dalla percezione della maggioranza. Come diceva Clarke, lo scrittore di fantascienza, “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.

      Se pensiamo che la fisica delle alte energie ormai disquisisce di dimensioni extra, singolaritá varie, etc. o quello che ormai é diventata la tcnologia delle comunicazioni, per esempio con il 5G, ci accorgiamo che diventa sempre piú difficile comunicarne l´essenza ai non addetti ai lavori. Questo scollamento dal sentire comune, legato sostanzialmente all´accumulo di dati e conoscenze e quindi ad un progressivo spostare in avanti l´asticella delle domande, rende la scienza, e la tecnologia, sempre piú un esercizio che si occupa di questioni o estremamente esotiche o, se legate ad applicazioni pratiche, come una scatola nera imperscrutabile.

      Credo che sia necessario un ripensare dalle fondamenta il modo di comunicare la scienza e la tecnologia. Soprattutto ora.

  36. Buonasera. Ho ricevuto, tramite il canale telegram, le date dei vostri prossimi eventi. Nell’elenco non ho trovato l’evento “A nostro agio tra le righe”, presso la Casa delle Culture di Casalecchio di Reno, al quale dovrebbe partecipare Wu Ming 2. È ancora previsto l’evento?
    Mi scuso per il commento tecnico sotto ad un post.

    P.S. Il tema dell’evento è comunque, almeno sotto un certo punto di vista, attinente al tema di questo post. Molti, infatti, vedono l’antipsichiatria come una cospirazione, associandola erroneamente a Scientology, e dimenticandosi di Basaglia.

    Cordiali saluti

    • Grazie della segnalazione, l’incontro è confermato. Recuperiamo tutti i dettagli – ce ne mancavano alcuni – e lo inseriamo in calendario.

  37. https://www.raiplayradio.it/audio/2020/09/RADIO3–MONDO—Kamala-vs-Mike-897b7fb0-e3e5-4220-b01d-1bf924b08add.html

    Oggi su radio3Mondo si è parlato di elezioni americane. Al minuto venti, circa, in un intervento radiofonico Wu Ming 1 racconta,in breve, a voce la sua inchiesta su Qanon.
    Credo che, a prescindere da Qanon, il punto di interesse che può catturare l’ attenzione di chiunque di noi sia proprio nel meccanismo che si innesca quando si comunica con qualcuno che crede in fantasticherie di complotto, in cui siamo tutti immersi, a differenti livelli,e con cui è inevitabile confrontarsi.

    • « punto di interesse…[il] meccanismo che si innesca quando si comunica con qualcuno che crede in fantasticherie di complotto»
      Verissimo, ed e` importante avere una qualche idea di come porsi nei confronti dell’altro, specialmente ora, discutendo di pandemia. Nella mia esperienza personale ho notato che immediatamente scatta la diffidenza nei confronti dell’interlocutore/trice. Qualsivoglia domanda o argomento che tenti di spostare la prospettiva dalla quale queste persone hanno deciso di osservare la realta`, viene presa come un tentativo di mettere in discussione in toto la loro vita e/o indipendenza intellettuale. Stesso atteggiamento che riscontravo nelle conversazioni sulla Brexit, qualche tempo fa`. A me sembra che anche nei faccia a faccia, indipendentemente dal tipo di relazione esistenete con chi si ha di fronte, moltissima gente stia sviluppando una specie di meccanismo psicologico automatico di autodifesa personale che innesca un atteggiamento di diffidenza a prescindere, nei confronti di chiunque provi a destabilizzare l’equilibrio precario di quelle che si credono essere certezze. A mio avviso e` un atteggiamento appreso online, che si attiva ogni qual volta alla ragione viene chiesto di riordinare il pensiero secondo parametri logici, esperienze fisiche e coordinate inerenti il mondo materiale ben precisi. In calce due cose: primo, al termine dell’intervista mi e` parso di notare una vena polemica nei confronti di WM1 quando la giornalista ha chiuso usando le parole «siamo stati sufficientemente terrorizzati». Secondo, un bel pezzo (in inglish, sorry), anche se un po lungo, che analizza le similarita` tra il Donald e quello la`: https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2020/10/trump-pays-mussolini-like-attention-his-own-image/616626/

  38. @robydoc @Wu Ming 1 @Alessio
    La discussione interessa molto anche me.
    Commento qua sotto, se per Wu Ming va bene, iniziando un nuovo thread più facile da seguire.
    Io anche trovo inaccettabile che la narrazione dominante del voto tenga sotto traccia l’astensione, in modo da poter poi spettacolizzare i numeri verso questo o quel partito.
    Ci sono agenzie di sondaggi che nelle loro infografiche rimuovono direttamente l’astensione. La verità è che in Italia almeno una ventina di milioni di aventi diritto al voto ritengono l’attuale offerta politica inaccettabile.
    Il problema è che tendenzialmente a sinistra si cerca di porre un argine a questa questione o ricorrendo al voto utile o facendo un cartello accozzaglia di partiti poco prima delle elezioni senza nessuna base tra la popolazione.
    Penso inoltre che ad oggi c’è tutto l’interesse da parte dei maggiori partiti a tenere le cose così come stanno. Un esempio, forse banale, è che ancora nel 2020 uno studente fuori sede non possa votare per corrispondenza. Molto spesso obbligandolo per ragioni economiche a desistere dal votare.

  39. @robydoc Molte grazie per il link.

    @Wuming1: é davvero interessante che venga scritto cosí poco su uno dei fenomeni piú importanti delle elezioni, l´astensionismo appunto. In merito a questo vorrei invece porre un´altra questione piú in tema che lega astensionismo & QAnon.

    Si sa per caso dove il messaggio di QAnon ha fatto piú presa? Cioé é servito piú a compattare una certa area politica (penso alla altright in USA) o invece ha polarizzato gente prima in un´area diciamo piú neutrale (magari appunto di persone per lo piú astensioniste o non schierate)?

  40. 1/2
    Ho letto a suo tempo con estremo interesse i precedenti due articoli su Qanon (2018) e quando ho letto questi ultimi 2 ho deciso di commentare con riflessioni che mi sono sorte, ma il commento era sempre troppo lungo e l’ho tenuto in un file .. Man mano mi venivano idee e le aggiungevo e ora a causa della lunghezza non è piu’ un commento postabile :D
    Nel mentre, la lettura de Il pendolo di Foucault che mi ha suggerito ulteriori ragionamenti che ho aggiunto.
    Il megapapello lo posto quindi tramite link: https://pastebin.com/88J3SuEu

    Parlo di come “contrattaccare”. Utile sapere come difendersi, capire i bias ed evitare di diventare Alice che cade nel buco.
    Credo però che esistano anche dei modi per recuperare i qultisti e aiutarli a trovare la via d’uscita dal culto.
    Parlo anche del paradosso di Qanon, ovvero il fatto che la gente resta “agganciata” per via della minaccia incombente di piani di “depopolazione”, “sterminio di massa tramite 5G/vaccini/ecc”. Paradosso siccome il terrore per lo sterminio viene usato per portare acqua al mulino dell’alt-right, movimento politico che ha dichiaratamente (lo dicono loro stessi) un sterminio come obiettivo politico.

    quasi-sintesi, in due parti:
    Qanon è un gateway, per far transitare persone in un sistema di
    percezioni della realtà alternativo a quello usuale. Una sorta di “mini
    universo parallelo” in cui solo le narrazioni che si interfacciano a qanon e
    son con esso compatibili, possono modificare la percezione della realtà di chi
    vi fa parte.
    Insomma se “passi a qanon” .. “non torni indietro”: puoi solo muoverti al suo
    interno e mosso da altre narrazioni che parlino il linguaggio di qanon.

    • 2/2
      Quindi per far tornare indietro qualcuno, bisogna che transiti man mano verso
      l’uscita da solo. Come? applicando le stesse logiche di chi fa “ricerche”, ma
      stavolta a livello piu’ ampio.

      Qanon si basa su una rete di fatti reali,
      artificiosamente collegati da rapporti causa-effetto campati in aria, ma organici
      alla narrazione (realtà) instaurata da qanon nelle menti degli adepti.
      Se, tenendo a mente le regole logiche del “ricercatore”, si espone il qultista
      a elementi fattuali “scomodi”, sarà costretto a applicare la logica anche a tali
      fatti .. e giungerà alla conclusione che anche gli “eroi” di qanon (trump e suoi soci
      nel mondo) fan parte del “piano”.
      es. fra tanti: il tizio dell’attacco psichico (parlo del destinatario implicito),
      fa inspiegabilmente cadere il governo da lui guidato .. e questo pochi mesi
      prima dell’epidemia. Proporre domanda a un qultista: “Allora anche lui,
      amico di Trump, sapeva del piano?”
      La narrazione di qanon è a senso unico. Fatti e persone (e eroi) sono pescati
      arbitrariamente, e altri fatti e persone sono escluse con cura, siccome
      certi fatti porterebbero il qultista che fa “ricerche” a mettere in dubbio la
      stessa narrazione (realtà) proposta.
      Qanon va combattuto con narrazione. Vanno comprese le regole (linguaggio,
      “alfabeto”) di quella macchina a stati finiti che è Qanon e certi input posson
      alterarlo fino a portarlo ad annullarsi … una sorta di osmosi..
      E se non ad annullarlo, possono comunque (translando la narrazione) annullare
      il suo supporto verso la narrazione pro-trump/pro-nazi.

      — L’antidoto al casino nato dalle “briciole” di qanon, sono le briciole di
      “nonaq” :) —

      (evidentemente non ho il dono della sintesi -.-” mi scuso per la prolissità)