Scarpinata letteraria sul Contrafforte pliocenico, Appennino bolognese, 30 maggio 2020

Clicca per ingrandire l’itinerario su OpenStreetMap.

Dopo aver festeggiato il 21 Aprile – la Liberazione di Bologna dal nazifascismo – e il Primo Maggio con letture itineranti attraverso luoghi significativi della nostra città, sabato 30 maggio finalmente torniamo sull’Appennino. Faremo una scarpinata letteraria su un sentiero che compare in (almeno) due nostri lavori: la Via degli Dei.

Abbiamo organizzato questa giornata insieme ai membri della BaLotta Continua, band che ormai da 13 anni propone vecchie e meno vecchie canzoni di lotta riadattate in chiave ska-punk. Con noi camminerà anche il Bhutan Clan, quartetto «che fa entrambi i generi: finto folk e gotico tropicale».

Per chi volesse seguirci – ovviamente nel rispetto delle norme che vietano assembramenti – ci ritroveremo alle ore 9:30 al parcheggio dei Prati di Mugnano (BO). Servono scarpe comode (preferibilmente “da trekking”), cibo per il pranzo al sacco e almeno un litro d’acqua nella borraccia, oltre alla mascherina nel caso dovesse servire.

Seguiremo un percorso ad anello di media difficoltà, circa 13 chilometri e 500 metri di dislivello, con varie alternative utili per chi volesse accorciare. Le tappe si snodano all’interno della Riserva naturale del Contrafforte Pliocenico, tra i comuni di Pianoro e Sasso Marconi. Dal parcheggio saliremo a La Piazza – La Commenda – Badolo – Monte del Frate, per poi scendere verso la Vite del Fantini – Colliva e ritorno al punto di partenza. Il rientro è previsto, indicativamente, per le 18.

Lungo il cammino leggeremo brani legati ai luoghi che toccheremo, tratti da Il sentiero degli dei (di cui ricorre il decennale), Point Lenana e Un viaggio che non promettiamo breve. La BaLotta Continua e il Bhutan Clan ci aggiungeranno le note dei loro strumenti unplugged.

Precisiamo che non si tratta di un evento organizzato da un’associazione escursionistica, con una copertura assicurativa, una quota d’iscrizione e guide ufficiali, pertanto ognuno è responsabile per sé e per eventuali bambini. Se volete portarli sono le benvenuti, ma tenete bene in conto le caratteristiche e la durata del percorso.

Chi volesse evitare di prendere l’auto per raggiungere il punto di partenza, può arrivare in treno alla stazione di Sasso Marconi. Da lì si arriva al punto di ritrovo comune con due chilometri di asfalto e sentiero ripido, molto ben segnato anche su OpenStreetMap: via Ponte Albano – Via Vizzano – Poggio Picchio – Mugnano di Sopra.

Per ulteriori chiarimenti, potete chiederli nei commenti qui sotto. Ecco il numero di telefono per le info dell’ultimo minuto, nel caso di arrivi all’appuntamento in ritardo ecc. 3286355138. Sarà attivo soltanto dalle 9:30 di sabato.

Ritorna l’appenninismo Molotov.

Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)

Print Friendly, PDF & Email

17 commenti su “Scarpinata letteraria sul Contrafforte pliocenico, Appennino bolognese, 30 maggio 2020

  1. Ho ultimato qualche giorno fa la lettura de Il sentiero degli dei. Bello! Abito lontanissimo e non mi è possibile essere dei vostri per questa escursione letteraria. Per quanto immagino diventerebbe una bellissima giornata. Inoltre non ho al momento la capacità di un itinerario troppo impegnativo seppur ami moltissimo camminare. In inverno non cammino molto e il lockdown mi ha indebolito tantissimo. Non so se e quando riuscirò a ritrovare energia. Ci vuole tempo. Intanto mi dedico alla montagna comunque. Oltretutto è il luogo migliore per trovare quiete leggendo. Tutta questa scrittura è semplicemente per dirvi buona camminata

  2. Mi avevate quasi convinto alla prima deliberata violazione delle misure anti-pandemia del nostro stimato Governo (vale a dire lo sconfinamento, di ben qualche decina di chilometri, dal territorio regionale toscano). E forse, da altri miei commenti, ricorderete quanto io abbia finora ritenuto giusta la loro osservanza… Epperò mi sono ricordato di aver già un impegno improrogabile per sabato mattina. Spero di avere presto un’altra così bella occasione di scarpinata culturale. Intanto mi alleno, che il lockdown ha colpito duro la muscolatura delle gambe! Alla prossima.

  3. Abbiamo aggiunto al post il numero di telefono per le informazioni dell’ultimo minuto, o per ristabilire il contatto col gruppo nel caso di ritardi o inconvenienti ecc. Sarà attivo soltanto dalle 9:30 di domattina.

  4. Dai partigiani al No TAV, dalla via degli Dei al monte Kenia…. Cammino con questi frammenti di racconti in mente e le note resistenti nelle orecchie. È sempre bello stare in natura, ma riassaporo anche il piacere dell’incontro che in questi mesi ha sicuramente scarseggiato. Mi tengo in mente anche un pensiero, che va all’acqua, che ha nel suo DNA memoria della molteplicità che la attraversa. Mi chiedo se oggi la percentuale di acqua che compone il mio corpo ricorderà questa bella “scarpinata letteraria”… Io credo proprio di sì. Grazie

  5. Forse per timidezza nessuno aveva annunciato la sua presenza, forse per questo è stato sorprendente trovarsi in centocinquanta persone alla partenza dai prati di Mugnano ed in centotrenta all’ arrivo di una lunghissima e densa giornata di racconti, rapporti e di incontri. Una lunga e faticosa passeggiata, in un clima allegro e spensierato, intervallato da musica, letture e parole. Tra i discorsi che ho colto nei vari segmenti di questo serpentone, ho potuto ascoltare di gente che parlava e sognava di viaggi passati, il cammino si è intrecciato coi ricordi di una vita precedente. E fra tantissimi adulti, un manipolo di simpatici ed instancabili bambini che hanno fatto con noi una passeggiata lunga tredici chilometri, senza battere ciglio, saltando come grilli all’ arrivo al parcheggio. È stata una giornata come poche altre, dopo un periodo buio di reclusione. Il mio cane ha percorso in lungo e in largo il serpentone, senza sosta, in tanti hanno chiesto il suo nome per salutarlo ripetutamente ad ogni suo passaggio. Alla fine in una radura in mezzo al bosco, avviluppati tra gli alberi, abbiamo concluso una bellissima giornata tra letture e musica. Un giornata che in molti speriamo si possa replicare, perché ci ha dato l’ impressione di non essere soli.

    • Il tuo cane è simpaticissimo e la camminata in gruppo così numeroso è stata splendida così come gli scrittori e i musicisti che l’hanno accompagnata. Devo purtroppo segnalare che, dopo il pranzo sull’erba, mi sono allontanato per bisogni corporali e ho origliato i discorsi di altri ciclisti e camminatori, ferocemente concordi sul fatto che fossimo tutti da denunciare per assembramento senza mascherine. Non ho voluto litigare per non rovinarmi la giornata, ma la cosa mi ha depresso parecchio e ho avuto ulteriore conferma che questo paese è irrecuperabilmente marcio e che, se mai avrò la fortuna di arrivare alla pensione, non è quello dove voglio vivere i miei ultimi anni. Grazie a tutte le splendide persone che hanno accompagnato questo cardiopatico cinquantenne in una gita unica ed eccezionale. A presto.

      • Dovevate mangiare e allo stesso tempo tenere la mascherina? interessante, chissà se denuncerebbero anche chi se la toglie al tavolo del ristorante… E voi eeavate pure in montagna, nella natura. Ti deve essere capitato di origliare un gruppetto di passeggiatori particolarmente scemi… Io che vado per il bosco regolarmente non so dire di nessuno con pretese simili…
        Comunque bravi, anche leggendo solo questi commenti si capisce che è stata una bella iniziativa.
        Non so cosa aggiungere per rispettare il limite minimo di battute, salvo questo: da martedì potreste organizzare cose così anche in altre regioni. Il Piemonte vi attende, viva l’alpinismo molotov!

      • ho l’impressione che si stiano delineando con nettezza due tipi di senso comune rispetto all’epidemia e tendono a differenziarsi anche dai *due scogli* evidenziati qualche post fa, che almeno identificavano dei punti di vista radicati in vissuti e percezioni magari parziali ma autentiche. Ormai sono delle specie di ruoli fissi nella rappresentazione, come i personaggi della commedia dell’arte. Ci sono quelli sovrappongono pari pari il *rispetto delle regole* alla difesa dal contagio (e non prendono in considerazione che la contagiosità possa evolversi nel tempo come avviene per altre malattie e che anche le risposte terapeutiche si stiano rapidamente evolvendo), e ci sono i complottisti per cui è tutta una macchinazione ai loro danni. Siamo al solito tranello per cui se non aderisci a una visione automaticamente vieni arruolato nell’altra. Sembra che il dato di realtà che dal 18 maggio avvengono continuamente assembramenti (ho due figli ventenni, so di cosa parlo) senza che si registrino nuove impennate non sia preso in considerazione. Ieri ci siamo obiettivamente assembrati in oltre 200 per i boschi e le colline, contemporaneamente a Bologna c’è stata una manifestazione anarchica decisamente poco attenta al distanziamento (l’ho attraversata tornando a casa dalla stazione) e un flash mob per la cultura (questo più distanziato), mentre in molte città italiane hanno manifestato fascisti, complottisti e bottegai vari. Ora: se tra qualche giorno non ci sarà un nuovo picco di contagi, (e noi dovremmo essere le prime vittime), bisognerebbe riconoscere ufficialmente quanto già spiegato in campo scientifico, cioè che all’aperto il rischio di contagio è più teorico che reale. Il mancato riconoscimento di ciò porterà sostegno alle tesi complottiste, che poi schermano interessi padronali e liberisti, e all’atto pratico rispondono anche a normali esigenze di libertà e di vita. Perché è così difficile accettare che le cose siano un po’ più complesse di due posizioni contrapposte?
        A parte ciò, è stata un’esperienza bellissima, piena, vitale, collettiva.
        Dall’alto delle colline, tra le voci degli alberi, le storie e la musica si guarda con la giusta distanza al nastro grigio dell’autostrada del sole. La stessa distanza che dobbiamo porre tra noi e le chiacchiere acide.
        Grazie a tutti/e

      • Grazie Querulo per il complimento al cagnaccio. Ieri abbiamo avuto la dimostrazione che, a scapito dei condizionamenti subiti in questi mesi, c’è la percezione di una maggiore sicurezza all’ aperto invece che in casa, come hanno tentato di farci credere. Per molti di noi la socialità non può essere subordinata o soppressa a vantaggio di una fasulla e spettacolare rappresentazione di sicurezza sanitaria (…) molti, appena hanno potuto, si sono affrettati a riprendersi i metri di terra che gli sono stati sottratti: in generale non ho mai visto tanta gente nei parchi. Oggi forse, per qualcuno, la libertà ha acquisito un valore più concreto di rivendicazione collettiva. Avremo potuto farci una bella passeggiata per conto nostro, invece abbiamo scelto di farlo con moltissime altre persone. Forse è l’inizio di qualcosa che ci aspetta questo autunno quando, sul terreno di una riorganizzazione della vita sociale, culturale e politica, ci sarà l’ evidente polarizzazione del confronto che si è delineata in questi mesi e che la paura del virus ha trasformato in una trappola.

  6. Mal di gambe. Di piedi; L’alluce destro urla, mi è difficile smettere di sentirlo, com’è difficile parlare con gli arti inferiori del corpo per fargli smettere.
    Era tutto necessario. Era il salto dall’inverno direttamente all’estate, col buco nero in mezzo. Era un’overdose di bellezza e amore, per se, per gli altri, per il paesaggio ed il racconto.
    Ci sono molte cose che resteranno segnate dentro la mia anima in queste poche ore di cammino.
    C’è la sensazione che tuttì eravamo lì, in molti, carichi, stanchi, non solo per se stessi ma con/negli altrì; alieni pacifici appena atterrati su un pianeta che non era il nostro, che sembrava avessimo paura di averlo perso per sempre, ma in realtà era ancora lì, ed era commovente. C’erano quei momenti in cui suonare quel cajon in mezzo alle gambe, dopo chilometri e chilometri di cammino con la custodia sulle spalle, segate dai suoi lacci, mi faceva pensare di essere tutt’uno con quel sottobosco e con tutti voi altri, che era tutto giusto, che quell’istante dovevo essere proprio lì. C’erano quei momenti in cui mi ero concentrato talmente tanto nel camminare, da sentirmi vivo come poche volte nella vita, in cui la stanchezza scompariva e restava soltanto la direzione e la consapevolezza. C’erano quei momenti in cui persino il tempo sentiva le nostre necessità e ci dava tregua, come quando dopo mezz’ora di pelle bruciata soffiava la brezza fresca e umida, con l’echo e l’odore di una pioggia lontana, intrecciata con profumi di fiori, erba e alberi, e la pelle ringraziava. C’era quel momento dell’albero di gelso, che volevo così tanto mangiarne i frutti, ma son riuscito a coglierne solo uno, l’altro cadde nel mio tentativo goffo di tirarne il ramo, e che un bambino, vedendomi aver fatto la fatica me ne chiese, uno; ma uno avevo, e glielo diedi. Ed ero più felice che averlo mangiato, da solo.
    C’era quel momento in cui, conoscendo solo pochi di voi, avevo l’impressione di conoscervi tutti, di esser sempre stato lì, di essere ancora lì; a suonare con e per voi, a intrecciare le nostre anime stanche.
    Era tutto, tutto, necessario.
    Grazie a tutt*, e alla prossima scarpinata, che sarà molto presto; anzi, è ancora e gia qui.

  7. Camminare insieme, senza fretta, con fiducia.
    Rasserenarsi, passo dopo passo, dopo il lungo periodo di amarezze e solitudini, senza le paranoie e le ossessioni che hanno pervaso le strade e le piazze della città.
    Sentire i pensieri degli altri mescolarsi ai propri.
    Ad ogni tappa aggiungere musiche e parole.
    Ha ragione Michele: era tutto necessario. Ed era urgente.

    Condividere il cammino è stata un’emozione costante, dolce ed avvolgente.
    Ma è il fermarsi, lungo il cammino, che mi ha commosso profondamente.
    Nelle radure o nel sottobosco, ognuno sceglieva una zolla di prato, un ramo, una pietra, un mucchio di foglie umide su cui sedersi. Il silenzio arrivava pian piano. In quel momento ci si poteva guardare nella nostra interezza, la lunga fila del sentiero diventava un corpo unico, una comunità in ascolto.
    L’ultima tappa, in una cupola umida nel sottobosco, mi ha fatto venire in mente la resistenza degli uomini-libro di Fahrenheit 451. La nostra era una comunità-racconto collettivo. Il racconto, lungo 13 km, che avevamo appena scritto.
    Grazie a chi ha riempito le colline con la musica, aggiungendo peso alle proprie spalle e regalando leggerezza alle nostre gambe.
    Grazie a chi ha aperto il cammino e ha condiviso i ricordi dei sentieri vicini e lontani.
    Grazie ad ognun* di noi, che ha unito i propri passi a quelli degli altri.

    Come un bimbo entusiasta dopo una lunga giravolta, mi viene da urlare: ancora, ancora!

  8. Quello che mi stupisce ogni volta e che ammiro leggendo il blog è la vostra instancabile voglia di condividere. Non la trovo scontata e vi ringrazio di questa educazione ad una resistenza che non è polemica fine a se stessa ma è costruzione, reciproco riconoscimento di esistenza, ricerca di quell’armonia che sola può fare da collante tra le persone. Più di una rivoluzione nella storia è implosa per tristezza. Trovo splendido leggere della presenza dei bambini e permettetemi una boutade (ma nemmeno troppo, forse): l’inclusivo è politico. Spero di partecipare al prossimo evento quando potrò raggiungervi dalla Toscana.

  9. Volevo scrivere subito, appena arrivata a casa, ma il corpo è crollato nonostante tutto quello che avevo portato con me. Volevo scrivere ieri, ma il corpo invadente disturbava i pensieri, le gambe reclamavano il loro peso, presenti come mai da tre mesi a questa parte. La mente vagava tra tutto quel verde e quel cielo, “necessari” come ha detto qualcuno, fonte di un bisogno urgente come la sete. E poi il cammino, ogni passo sopra quello di un altro assetato come me. Non conoscevo nessuno, ho riconosciuto tutti in ogni passo che ho fatto. Il bisogno di specchiarmi in altri occhi, in altri racconti. E poi le parole, e poi la musica, entrate nelle viscere, come se potessi sentirle e viverle come mai prima, fin oltre le vene, là dove tutto è profondo e a volte si perde, stavolta no. Ho respirato a pieni polmoni: grazie per una giornata così carica di commozione, scoperte, così nutriente. A presto

  10. GRAZIE per l’incantevole giornata di libertà, natura e dialogo, ce ne era proprio bisogno!
    Fra l’altro, camminando e ascoltando, mi è venuta l’ispirazione di condividere con voi un progetto che cullo da anni, un “charity rally” attraverso Marocco, Mauritania e Senegal sulle tracce di Antoine de Saint-Exupéry, delle sue sorprendenti opere letterarie, e delle imprese dell’Aéropostale – su utilitarie possibilmente datate che verranno poi donate a ONG locali ad alimentare progetti di cooperazione internazionale – vi invierò una mail in prviato (a che indirizzo?!) …

    • ciao, scusa se intrometto dato che ti rivolgi ai WM, ma la tua proposta mi risuona direttamente, in quanto sono interna a un’associazione della diaspora marocchina che si occupa (anche) di cooperazione in Marocco, in particolare sviluppando un progetto di turismo responsabile in ambito prevalentemente rurale. Non aggiungo altro qui perché non voglio far la figura di cercare pubblicità attraverso il blog di altri – però la tua idea è molto interessante. Tra l’altro ci è già capitato qualcosa del genere nel 2012 quando il regista teatrale Pietro Floridia fece un memorabile tour costellato di laboratori teatrali in Marocco e Senegal a bordo di un vecchio land rover: il suo diario dette origine a questo libro:
      http://www.ilgirovago.com/floridia/ che contiene osservazioni di estremo interesse per la sensibilità dell’autore e gli stimoli del viaggio. Potremmo definirlo desertismo molotov?
      Allora il nostro progetto era embrionale, adesso è più maturo, ma lo spirito di vicinanza alla gente dal basso è lo stesso.
      Scusate l’OT, ma la proposta di un tour letterario dal deserto all’oceano (valicando le montagne: l’Alto Atlante supera i 4000 mt) ha un tale fascino che spero raccolga interesse!
      Solo un appunto: *utilitarie datate*? non è meglio qualcosa che lasci meno schifezze nell’aria? (anche con Floridia il land rover era il punto più discutibile…) ci sono fantastici percorsi di trekking e ampia scelta di mezzi collettivi… comunque parliamone!
      Se ti/v interessa questo è l’indirizzo mail: sopraiponti@alice.it

  11. La Scarpinata Letteraria WuMing – BaLotta Continua di sabato è nata dall’urgente necessità di tornare a creare legami, di riappropriarci dei nostri corpi e dei nostri sguardi (diretti e non mediati) sul mondo, delle nostre relazioni.

    Questa Scarpinata Letteraria ha portato luce dopo mesi di buio fisico, mentale, emotivo, sentimentale.

    Questo non poteva che succedere sulla Strada, su una Strada d’Appennino,

    E’ stato faticoso dover fare i conti con paura e apatia dopo mesi di assopimento e case rassicuranti.

    Ringraziamo WuMing per aver r/accolto questa confusione emotiva e aver acceso la miccia.

    Ringraziamo tutte le persone che sentono ancora il bisogno di camminare insieme e condividere storie e canzoni.

    Ringraziamo tutti quelli che hanno contribuito a raccogliere più di €350 per la Colonna Solidale Autogestita

    Ci vediamo presto. In strada.

    BaLotta Continua

  12. Alla scarpinata del 30 maggio ha partecipato anche Cristina Mori, psicologa e guida escursionistica. Cristina ha scritto un bel resoconto della giornata, pubblicato sul blog della Compagnia dei Cammini, eccolo:

    Scarpinata letteraria con i Wu Ming