Fahrenheit e Loredana Lipperini su #IlPiccoloRegno

fabian-society-1Lunga intervista di Loredana Lipperini a Wu Ming 4 sul Piccolo Regno per la trasmissione Fahrenheit (Radio Rai 3), dove si parla di fonti letterarie, Tolkien, fabianesimo, infanzia e molto altro.
Il podcast è qui.
A seguire, la recensione sul blog Lipperatura.
Buon ascolto e buona lettura.

«…Ma c’è molto altro, e di non troppo frequente, secondo me, nella letteratura che si rivolge ai più giovani: ed è, per cominciare, una doppia voce, che riproduce quella di chi ha dieci anni al momento della storia (e della lettura) e insieme si proietta in avanti, in quella che “diventerà” la voce degli ex bambini una volta entrati in un altro regno, quello della Gente Alta, che l’infanzia può solo osservare, ricordare, raccontare. […] Quel che fa la differenza – e risponde implicitamente ai molti interrogativi su cosa sia o meno un buon libro – è, insieme alla storia, la voce. Appunto. Vanno sempre insieme, la seconda non si scarnifica per ammiccare a chi legge, anche se giovanissimo, la prima non si sacrifica a uno stile».

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8 commenti su “Fahrenheit e Loredana Lipperini su #IlPiccoloRegno

  1. Ho letto in un paio di giorni questa nuova avventura di WM4, e devo dire che mi è proprio garbata.
    Letteratura veramente per fanciulli, tanto che in un paio di punti ho un poco storto il naso ma mi son detto: “L’avessi letto 20 anni fa non l’avrei notato”.
    Nell’intervista si citano ovviamente King e Tolkien, eppure a me ha ricordato un altro romanzo di formazione che amai follemente: “I ragazzi della Via Pal”. Anche lì vi era una divisione tra mondo bambino e mondo adulto, seppur non nel bel tono fiabesco de “Il piccolo regno”.
    Mi è venuto alla mente per quel tono “epico” e al contempo malinconico/tragico a cui si approda. E per l’avventura che spinge i bambini a lottare, a giocare, ad esplorare.
    L’unico appunto stilistico che faccio è l’aver secondo me esagerato i richiami al presente durante il racconto di Tasso Saggio (fu l’ultima volta, fu la prima e ultima volta, non lo vidi più, etc…). Anche Tolkien li usava in effetti, ma qui mi spezzavano un po’ troppo la “quarta parete temporale”.
    A parte questo dettaglio, però sono davvero contento di aver letto questa storia, che sì mi ha riportato indietro nella memoria. Agli anni in cui, per citare “Stand by me”, Non avevamo ancora scoperto le ragazze.
    Belli i personaggi, anche gli adulti, tra cui ho apprezzato particolarmente i Kirk che in qualche modo rappresentano dei Mutaforma, con valenze da Mentore.

  2. SPOILER

    Premetto che ho iniziato il libro ieri e sono a pagina 104, quindi la mia domanda potrebbe trovare risposta nella parte restante di libro.
    Sul finale del capitolo “Celeste”, quando il signor Kirk afferma che a vegliare sulla tomba non è solo il poliziotto ma anche il demone, mi sarei aspettato che i ragazzi chiedessero come mai gli archeologi non temono questo custode.
    Certo, ci sta che la percezione sia diversa: loro stessi sono consapevoli di aver commesso un furto mentre gli archeologi non si considerano (e non vengono considerati dai ragazzi) ladri o profanatori, ma mi sarei comunque aspettato questa domanda da parte loro.

    Poi vabbè, è un dettaglio da nulla, il libro mi sta piacendo molto per l’ambientazione e il “clima” che fa respirare al lettore, quindi mi va benissimo un bel “e sti cazzi!” come risposta. =)

    • [SPOILER] In quel capitolo i coniugi Kirk sono ancora “archeologi” che riferiscono di “leggende” sui tumuli. Quindi sarebbe stato implausibile che i ragazzini attribuissero loro una credenza nella veridicità delle leggende. Quando arriverai al capitolo 4 della terza parte, intitolato “L’amuleto”, troverai i Kirk in sembianze già diverse e molto più propensi a credee nelle leggende. Diciamo che i Kirk hanno una doppia veste, una più scientifica e un’altra più magico-folkloristica (l’omonimia con Robert Kirk, il celebre folklorista del XVII secolo è un indizio in questo senso, come qualcuno ha già rilevato in un altro post). Non aggiungo altro perché forse è meglio riparlarne quando avrai finito di leggere, altrimenti rischio di rovinarti qualcosa.

      • Grazie, mi rimetto a leggere allora! La parte “archeologica” del romanzo mi piace molto, come è anche un gran piacere ritrovare Ned!

  3. Finito!

    [SPOILER]

    Davvero molto bello, toccante e coinvolgente. Pur conoscendo bene la storia di Lawrence non mi aspettavo di trovare la sua morte nel finale, mentre lo spirito del fratello sconosciuto e morto mi ha ricordato qualcosa ma non riesco a ricordare cosa, forse un altro libro o forse un videogame. Chissà
    Non conosco la figura del folklorista Robert Kirk, ma resta il fatto che il Professore e sua moglie Celeste restino due dei personaggi più enigmatici del romanzo. Hanno il ruolo dei saggi che consigliano il protagonista e, anche nel finale, lo mettono sulla giusta strada per scoprire la verità, pur restando poco più che spettatori della vicenda. In più il ciondolo a spirali mi ha ricordato i pendagli diffusi in tutta Europa (anche in Italia) nell’età del bronzo e ferro, da alcuni interpretati come simbolo di vita e rigenerazioni, incisi anche sugli ingressi di alcune camere sepolcrali in Scozia (mi pare di ricordarne una al museo di Edimbugo), ma forse questa è solo una mia deformazione professionale.

    • Non so a quale professione ti riferisci, ma il ciondolo a spirale ha precisamente il riferimento antico che dici. Spirali e motivi labirintici sono incisi su pietre in Scozia e nel Nord dell’Inghilterra. I Kirk restano in effetti enigmatici, a mezza via tra archeologi e druidi o maghi. Il folklorista Robert Kirk scrisse una sorta di enciclopedia delle creature fairies del folklore gaelico scozzese, sostenendone non solo l’esistenza, ma anche che le persone nate nelle Highlands avessero il potere di vederle.

  4. Molto bello il libro, mi ha commosso. Mi ha ricordato le atmosfere de il buio oltre la siepe e come dice la Lipperini anche della novella “il corpo” di Stephen King.
    Ho faticato qualche secondo a distogliere la mente da gente bassa, mi venivano in mente gli uomini bassi in soprattutto giallo…

    Complimenti, un libro che funziona in modo perfetto e che non sfigura affatto se confrontato ai grandi classici.

    Ci saranno presentazioni del libro, un tour promozionale?

    • Grazie dell’apprezzamento. Ci sarà una presentazione a Milano il 14 maggio, la seconda dopo quella bolognese al Weekend dei Giovani Lettori. L’appuntamento è qui: http://www.spaziobk.com/il-piccolo-regno/
      L’uscita dalla zona di comfort della Wu Ming Foundation non ha prodotto altro ;-)