#Expo2015 e i quattro elementi primordiali

ExpoStatale

Ieri, 17 gennaio, all’Università Statale di Milano, doveva tenersi una giornata di laboratori e un’assemblea nazionale contro Expo 2015, per confrontarsi sui tanti motivi di opposizione al Grande Evento Dannoso, Inutile e Imposto.
L’Università, però, ha deciso di dare a tutte quanti una bella lezione di libero pensiero e libertà d’espressione, chiudendo la sede di via Festa del Perdono per tre giorni consecutivi – da venerdì 16 a domenica 18 – e giustificando lo spostamento di esami, lezioni e colloqui con la “necessaria tutela della sicurezza di studenti, personale e docenti, a fronte della manifestazione nazionale autoproclamata da alcuni centri sociali e dall’area antagonista”.

Alla faccia di una simile risposta, almeno 500 persone si sono ritrovate in via Mascagni, 6 – spazio occupato per consentire all’iniziativa di svolgersi comunque.

Anche WM2 doveva partecipare alla giornata No Expo, ma un imprevisto lo ha costretto a rientrare a Bologna nottetempo, subito dopo il reading 4NoExpo al SOS Fornace di Rho.
Come forma di partecipazione anticipata, in ritardo e a distanza, riportiamo qui sotto la registrazione (rough & live) dell’ultimo racconto/monologo dello spettacolo, quello dove proprio Expo prende la parola e grida la sua invidia nei confronti dei quattro elementi primordiali.
Buon ascolto.

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5 commenti su “#Expo2015 e i quattro elementi primordiali

  1. Ragazzi, io, con l’Expo ho a che fare per motivi lavorativi, e lasciatevi dire che c’è sul serio di che preoccuparsi.
    Abbiamo fatto diversi preventivi, e la situazione, per quel poco che vi posso dire senza fare i nomi degli stati o enti relativi di riferimento, è che siamo nella merda. Farei “nomi e cognomi”, ma ciò vorrebbe dire coinvolgere anche realtà economiche incolpevoli, quali le aziende come quella per cui lavoro, che vorrebbero unicamente tirare a campare.
    Non sono solo siamo in ritardo, ma di più: a mio parere, in certi casi, mancano i tempi tecnici, sic et simpliciter.
    Per cui, in certi casi, come è giusto che sia, la committenza non solo è restia a firmare per l’esecuzione dei lavori, ma medita di dare forfait, perché, pensate il paradosso, si sta trattando per i contenuti (di allestimento, scenografici, di impianto elettrico e audiovideo), senza che ancora ci siano… I _contenitori_ (ovvero, i padiglioni). In altri casi, ad avere paura di firmare sono i potenziali esecutori (noi), perché alcuni cantieri paiono come Pompei e dovere tirare su’ pressoché dal nulla intere strutture (padiglioni in metallo e calcestruzzo), allestirli internamente ed esternamente e collaudarli per un mese intero (come i capitolati vorrebbero), sembra, come dicevo sopra, materialmente impossibile. I cronoprogrammi, quando ci sono, sono così compressi da parere delle linee verticali. Inevitabile per me sarà slittare di un mese scarso, altro che cotiche, e, se va bene, per fare i collaudi rimarrà sì e no una settimana. E questo non vale solo per l’azienda per cui lavoro, è un lamento comune del nostro settore. E, pure se non sono un’analista, sono un pragmatico: la necessità di fatturare temo non sarà sprone sufficiente per imbarcarsi in attività non solo controproducenti, ma pure rischiose su tutta la linea. Immaginate: come esecutore, non solo se sfori hai da pagare le penali, ma ti andrai di certo ad infilare in una causa per danni di immagine che potrebbe comportare richieste di risarcimento milionarie. Ne va del nostro lavoro, ne va di un settore importante della FederLegno (quello dell’Exhibit Design), ma chi si farà più male di tutti a ‘sto giro sono los politicos che sull’Expo hanno pubblicamente, azzardatamente e sfacciatamente scommesso il culo. Le aziende hanno ancora la possibilità di scegliere, nessuno le obbliga a prostituirsi per un tozzo di pane; ci saranno enormi mancati guadagni, ma meglio quello che il fallimento.
    Io nel frattempo mi tocco le palle e spero, perché, se i politici rischiano le kiappe, per noi, in un caso o nell’altro (fare o non fare, lavorare o non lavorare), si rischia solo… Il posto di lavoro. Ah, cazzo, ma mica è poco!

  2. Intendevo, si rischia solo “in ogni caso”, il posto di lavoro. Perché sì, puoi fallire ed andartene col botto, ma se perdi per strada 1, 2, o, peggio, 3 milioni di euro di fatturato, anche se non fallirai subito, lo farai nel giro di… qualche anno. Se sei messo particolarmente male, qualche mese.

  3. Ciao,

    riporto l’ultima narrazione tossica da parte del “ministero dell’economia con/per expo” in un video che lo stesso ministero ha postato l’altro ieri su youtube.
    I commenti sono preventivamente chiusi, l’unica voce che può parlare è il potere. come spiegava the retarius_on the net, la politica ci sta investendo bipartisan e non vuole rotture.

    nel video in sostanza l’italia è quasi campione del mondo, tutto va bene… anzi “semo er massimo” e l’expo sarà la suggellazione del nostro essere vincenti.. salvo poi morire come un sacco di altre expo in giro per il mondo (in europa siamo bravi, vedi siviglia’92 o hannover’00)

    in questo video manca la parte operaia e precaria di quello che si racconta, ovvero la faccia sporca della medaglia (le finte partite iva sottopagate e tirocinanti non pagati per studi di architettura e ingegneria, lo sfruttamento dei lavoratori della logistica per il trasporto dei prodotti, fondi per la ricerca diminuiti di anno in anno, l’industria più grande di yacht italiana passata in mano al capitale estero cinese, i world heritage dell’unesco si sono fatti onore con pompei che crolla e con la gentrificazione subita dagli abitanti di venezia a favore della speculazione turistica via terra e via mare)

    fra le perle ci si vanta addirittura di un lancio spaziale del 1964…”quanno se stava mejo”

    buona visione e stomaci serrati!
    Italy the Extraordinary Common Place (for Capitalism)

    https://www.youtube.com/watch?v=LaXqHU32bm4

    PS: avete mai visto un ingegnere o architetto che fa lui i modellini di ponti sospesi fra 3 grattacieli stile manhattan anni ’20 e guarda con occhi luccicanti la sua opera? ci sarebbe molto da dire sulle professioni dell’edilizia e sul ruolo avuto nella trasformazione delle città e del paesaggio in italia e nel mondo….

  4. A tal proposito vi segnalo l’orripilante slogan “Very Bello!” coniato dal nostro fantasiosissimo ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, che prende forma nel sito verybello.it.
    Il sito ha come immagine di apertura una stupenda foto satellitare che mostra l’inquinamento luminoso delle italiche terre.
    Purtroppo l’immagine non è usata come monito, ma nella testolina di qualche geniale creativo ministeriale sembrava very bello mostrare tutte quelle lucine che addobbano l’italia come un futuristico albero di Natale.
    Una collega a tal proposito ha lanciato una petizione rivolta agli alieni che possono così agevolmente individuare l’Italia dallo spazio:

    https://www.change.org/p/alieni-e-p-c-ministro-dei-beni-e-delle-attivit%C3%A0-culturali-e-del-turismo-dario-franceschini-alieni-venite-e-distruggeteci-se-il-ministro-della-cultura-promuove-l-italia-con-lo-slogan-very-bello-e-una-foto-dell-inquinamento-luminoso-del-paese-%C3%A8-ora-che

  5. […] A Milano, di fatti reali, come ad esempio gli scempi in città che sta portando l’EXPO, non si può parlare, ma di cose palesemente inventate, tipo la famiglia naturale, sì. Per di più, invitando Mauro […]