Aggiornamento sul #rogodilibri veneziano: cosa siamo riusciti a fare

Su Carmilla, articolo redazionale: resoconto di 48 ore di mobilitazione + riflessione sul mobilitarsi in rete (e non solo) + una prima, piccola vittoria.
Titolo: “A Venezia… un gennaio nero shocking”.
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Rif. “Da Venezia partono i roghi di libri. Vogliamo fare qualcosa?”
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ATTENZIONE, AGGIORNAMENTO DEL 19 GENNAIO:

FOLLE ESCALATION CENSORIA IN VENETO – DIFFONDETE PER FAVORE
L’assessore all’istruzione della regione Veneto, Donazzan (Lega), scriverà ai presidi di tutti gli istituti perché “non diffondano tra i giovani” gli autori in “lista nera”. C’è l’escalation, la presa di distanza della Zaccariotto era solo un palliativo, e in ogni caso l’hanno scavalcata.
La notizia è sul “Corriere del Veneto” di oggi, a pag. 5
Qui Lello Voce spiega la cosa.
A questo punto, devono muoversi gli studenti. Oltre a #nogelmini, ci vuole #nodonazzan.

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72 commenti su “Aggiornamento sul #rogodilibri veneziano: cosa siamo riusciti a fare

  1. Riprendo soltanto, con estrema semplicità, qualcuno degli spunti nella discussione delle ultime 48 ore.
    La tentazione dell’alzata di spalle di fronte a certe “sparate” è forte in moltissimi di noi. Forte perché magari i guai e le difficoltà crescenti che uno deve affrontare quotidianamente spingono a pensare che il nodo dei problemi sia sempre altrove, a monte, in un punto indefinito e astratto, all’incrocio tra la società e la politica. Giustamente è stato fatto notare da alcuni commentatori dell’abominevole vicenda veneziana che questo atteggiamento di sufficienza ci viene propinato da 15 anni. E in questi 15 anni certe idee e messaggi sono filtrati e si sono diffusi in lungo e in largo, senza trovare mai un’adeguata risposta. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo scollamento tra politica e società reale ha raggiunto i suoi livelli massimi, esiste una parte consistente della società che vede cancellata la propria rappresentanza politica e seriamente minacciata quella sindacale (quando ancora ne ha una). Quando l’esercizio reale, concreto, dei diritti viene neutralizzato è evidente che a rischio è la democrazia stessa. Ed è precisamente questo il passaggio nel quale ci troviamo.
    C’è una differenza sostanziale tra quanto accadde nel biennio 1992-93 e il guado di oggi. Allora in pochi ebbero il coraggio di difendere il regime corrotto della cosiddetta Prima Repubblica; oggi il paese è polarizzato, spaccato in due. Oggi la situazione è molto più critica. C’è una guerra civile latente, strisciante, che pervade e satura lo spazio intorno a noi.
    Ne consegue che o la parte sana della società si dà una svegliata e reagisce con un colpo di reni per recuperare sul terreno del vivere civile e dei diritti, oppure non potremo che sprofondare nel baratro tutti quanti. Ed è certo che a questo giro non si può più pensare di reagire per delega, con una firma o un voto, perché purtroppo servirebbe a poco o a niente. Bisogna farlo armandosi della migliore volontà e lottando per ogni centimetro quadrato che ci circonda. Come hanno dimostrato gli operai e gli studenti.
    Buona giornata. E buona fortuna.
    http://www.youtube.com/watch?v=jQvU9aWuqwQ

  2. mi piace questo senso di engagement che si respira negli ultimi mesi. Ed e’ sacrosanto mobilitarsi contro le parole a vanvera di un deficente (amministratore pubblico) che in molti altri casi sono state derubricate come boutade o piccole provocazioni.
    Ma le parole sono macigni ed e’ finito il tempo di trattare sti’ poveracci come simpatiche canaglie un po’ naif. La vera violenza e’ questa, sono le schizofrenie ululate di larussa ad annozero, la retorica modernista del referendum a mirafiori, le continue cagate razziste dei leghisti. E secondo me anche tutta l’informazione che si autodefinisce illuminata non aiuta perche’ comunque mette in scena un rocky horror picture show che sembra sempre una parodia divertente della realta’. Basta con la satira non c’e’ niente da ridere !

  3. Prendo spunto da alcune considerazioni di Michela Murgia su l’Unità per una testimonianza e un “appello”… chiedendo scusa in anticipo per la lunghezza e la scarsa accuratezza di alcuni passaggi.

    Dice Michela Murgia: “l’esperienza del Campiello mi ha regalato uno scorcio sul Veneto e sulla sua concezione di cultura che non somiglia in nessun modo a quella espressa da Speranzon nelle sue esternazioni pubbliche.”

    Appunto. L’esperienza del Campiello. Ossia di un evento letterario di prestigio nazionale, cui partecipa un pubblico selezionato di scrittori, giornalisti… insomma, di persone che già appartengono ad un ambiente colto, per alcuni aspetti sicuramente “altro” rispetto al mondo quotidiano e terribilmente concreto dei bar, delle piazze, degli outlet, delle infinite zone industrial-commecial-artigianali del Nordest.

    L’esperienza di molte associazioni culturali giovanili che operano sul territorio, infatti, è un’altra, e purtroppo conferma che le esternazioni pubbliche di Speranzon trovano sponda nella mentalità comune, nel “milieu” che sforna amministratori, politici, personaggi pubblici… assessori alla cultura.

    Dal 2005 al 2008 ho avuto il privilegio – perché di vero privilegio si tratta – di lavorare fianco a fianco con alcuni ragazzi e ragazze straordinari nel paese dove sono nato e cresciuto, proprio nel cuore del territorio amministrato da Zaccariotto, Speranzon & Co.

    In quei tre anni abbiamo fatto cose al contempo “normalissime” (della serie: chi non le ha fatte?) e “straordinarie” (chi, facendole, non ha imparato infinite cose, crescendo individualmente e socialmente?).

    Abbiamo organizzato cineforum, abbiamo tenuto una rivista mensile, abbiamo realizzato festival di musica indipendente, reading e forum letterari cui hanno partecipato importanti autori (tra cui uno degli “epurati” di Speranzon, tra l’altro). Abbiamo collaborato con altre associazioni simili alla nostra nel realizzare eventi bellissimi, indimenticabili e in qualche caso pionieristici.

    Lasciamo pure stare il fatto che il volontarismo giovanile è spesso sfruttato dalle amministrazioni per riempire “a gratis” o comunque a costi bassissimi un vuoto scandaloso di offerta culturale, sia sul piano delle idee sia della capacità realizzativa… soprattutto se si considera che stiamo parlando di un territorio che, almeno fino a qualche anno fa, era fra i più ricchi d’Italia, e serviva comunque un potenziale bacino d’utenza di quasi 100.000 persone.

    La cosa che però non riuscirò mai a cancellare dalla memoria, è la totale mancanza di interesse, feedback, partecipazione, sia da parte degli amministratori pubblici, sia da parte di questa “utenza potenziale”. Soprattutto quelli che all’epoca erano i nostri coetanei, giovani come noi, dimostravano inerzia, disinteresse, scetticismo. Il solo fatto di esprimere una visione politica “diversa”, ad esempio, era spesso motivo di dileggio e ripulsa.

    Oggi, a distanza di pochi anni, alcol e droga (cocaina soprattutto) sono diffusissimi fra i ragazzini, e in tema di educazione sessuale pare di essere risprofondati nell’Ottocento (le richieste per la pillola del giorno dopo nei fine settimana stanno battendo tutti i record).

    L’educazione sessuale, fra parentesi, era un altro dei crucci del “gruppo di ragazzi e ragazze” di cui sopra… giusto per dire due cose che potrebbero sembrare sciocchezze (ma che evidentemente non lo sono per niente), ogni evento era l’occasione per una piccola campagna per l’uso del preservativo, e sia nel nostro foglio mensile, sia nel nostro forum virtuale si parlava regolarmente e in estrema libertà di tematiche relative alla sfera sessuale.

    Insomma, per farla breve, eravamo, nel nostro piccolo e con tutte le nostre ingenuità, una “cellula di resistenza” in un territorio che già allora (e stiamo parlando solo di pochi anni fa!) mostrava tendenze preoccupanti.

    Quella cellula si è sfaldata per ragioni comprensibili (superati i 20-25 anni, ognuno, come noto, va per la sua strada… e se il territorio offre poco o nulla, si cambia). Ma dalle notizie che mi arrivano (non vivo più lì stabilmente ormai da 4 anni) pare che nessuno abbia “raccolto il testimone” e che di resistenza, oggi, ce ne sia meno che mai.

    Forse è eccessivo, miope e “ombelicocentrico”, in un Paese che ha al proprio interno sacche mostruose di disagio economico e sociale e interi territori controllati dalla criminalità organizzata, giudicare “disastrosa” la situazione sociale e culturale del Nordest. Obiettivamente, Martellago, Cavarzere o Musile di Piave non sono Scampia o Corleone.

    Però, per quella che è la mia esperienza, e per quello che può valere, me la sento di dire senza troppe remore che, dal punto di vista sociale e culturale, nel Nordest è accaduto un vero e proprio DISASTRO.

    Se simili “cellule di resistenza” non crescono e si mettono in rete, e anzi muoiono soffocate dalla mentalità deprimente che trionfa nel cuore dell’”eterna provincia” italiana… se anziché creare continuità e continui passaggi di testimone si arenano nel nulla più assoluto, poi non ci possiamo stupire se iniziative come quella di Speranzon, oltre a suscitare poca sorpresa, trovano magari pure il consenso implicito di molte persone… perché ve lo garantisco: la reazione media di fronte ad una cosa del genere, da quelle parti, è di disinteresse o di sostanziale connivenza.

    Poco importa, davvero, se la presidente della provincia ha fatto marcia indietro. Va “relativizzato” al contesto, poi, il fatto che la reazione sia cresciuta come una marea montante nei nuovi “centri” della lotta (in realtà, una galassia priva di centro; plurale, creativa, critica nei confronti dei mezzi preconfezionati).

    La “marcia indietro” (che tra l’altro arriva da un personaggio pubblico più che discutibile, per mille altre questioni) è fatta per chiudere il discorso, per voltare pagina. Analogamente, la reazione rischia di rimanere appannaggio di un’avanguardia; magari numerosa, diffusa e “illuminata”; ma pur sempre un’avanguardia.

    La vera via d’uscita è sostenere attivamente, in Veneto come altrove, le molte “cellule di resistenza” che, oltre a mettersi in gioco nell’arena globale, agiscono anche concretamente nel territorio, creando gli anticorpi affinché la narrativa “à la Speranzon” non finisca per soffocare qualsiasi alternativa.

    So di non dire nulla di nuovo, e so anche che Wu Ming è, per “filosofia”, una realtà del panorama intellettuale italiano estremamente sensibile a certe tematiche.

    Però mi permetto comunque di rivolgere un appello a tutti gli autori, giornalisti, critici, studiosi, filosofi, bloggers… che leggono questo blog: partecipate in massa a quei piccoli festival, incontri, reading indipendenti, organizzati da ragazzi con scarse risorse economiche ma infinita passione ed energia. Fatelo magari gratis, o dietro un semplice rimborso spese, o “in sottocosto”. Dopo tutto, per voi è un’occasione di pubblicità, di contatto diretto con il pubblico al di fuori dei circuiti “ufficiali” dei grandi premi, festival, librerie di massa.

    Solo così, secondo me, sarà possibile prosciugare lo stagno di inerzia, ignoranza, diffidenza in cui sguazzano idee come quelle dello Speranzon di turno.

  4. solo per dire che condivido pienamente quanto scritto da WM4…

  5. […] This post was mentioned on Twitter by librisulibri. librisulibri said: Aggiornamento sul #rogodilibri veneziano: cosa siamo riusciti a fare http://feedly.com/k/gLx5KP […]

  6. @Don Cave: il tuo discorso è condivisibile al 100%, e lo dico come piccolo e sfigato “operatore” culturale in una realtà per molti tratti simile ad al contempo diversa da quella Veneta, e cioè quella Altoatesina.
    Se in Veneto il rischio concreto è quello che il vuoto lasciato dalle “cellule di resistenza” sia colmato dalle acque reflue delle idee di Speranzon e compagnia, qui da noi il rischio più che concreto è la totale anestetizzazione delle dialettiche e dei conflitti sociali. Come di fatto sta succedendo.
    Tutto ciò accade dimostrando indifferenza verso ed isolando quelle piccole realtà culturali che, per vocazione e volontà, si propongono come differenti, resistenti, alternative.

  7. […] This post was mentioned on Twitter by librisulibri. librisulibri said: RT @GNN_CCH: ♺ @Wu_Ming_Foundt: Una riflessione di WM4, su #rogodilibri e non solo http://bit.ly/gItY2i […]

  8. salve,
    mi sembrava giusto lasciare traccia anche sul mio piccolo blog riguardo a ciò che sta succedendo.
    http://liberdocet.wordpress.com

    Resistere, resistere, resistere!

  9. Una vicenda ripugnante, in cui qualcosa siete riusciti a fare e molto altro, spero!, riusciremo a fare insieme. Mi metto ovviamente a disposizione insieme al mio blog (comincio da qui http://fiammalolliquantestorie.wordpress.com/2011/01/18/controscritture-uno-rogodilibri/, per il poco che vale e che conta) e mi chiedo: ma traduttrici e traduttori firmatari dell’appello incriminato subiranno lo stesso destino – e vedranno banditi dagli scaffali anche i classici di cui hanno reso possibile la lettura – o saranno ancora una volta autori invisibili?
    Visibile o invisibile, comunque, qui sono: non posso nemmeno pensare di sprofondare nel baratro senza prima aver liberato con le unghie e coi denti ogni centimetro quadrato in cui respiro insieme ad altri – in cui _cospiro_.
    Coraggio. E amore.

  10. Un articolo di Massimo Carlotto (pdf)

    Gli affari del Veneto in Brasile e il caso Battisti, ovvero: la strategia della menzogna

    Qui riportiamo solo l’incipit:

    «La presa di distanza del presidente della provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, dall’iniziativa di Raffaele Speranzon non deve ingannare nessuno. È arrivata solo quando la posizione del suo assessore era diventata indifendibile e troppo costosa dal punto di vista politico. E sarebbe un errore ritenere che la faccenda sia finita qui. Marino Zorzato, assessore regionale (PdL) alla cultura è stato molto chiaro in questo senso:
    “…Come partito liberale ci è difficile immaginare una censura. Si potrebbe invece individuare un meccanismo per informare, rendere evidente all’utente chi sia l’autore e quale posizione ha assunto sul caso Battisti”.
    È chiaro quindi che la lista di proscrizione di fatto non verrà ritirata e i libri degli scrittori, additati come complici di Battisti per aver firmato un appello in sua difesa nel 2004, spariranno silenziosamente dagli scaffali di molte biblioteche.
    Come, comunque, sta già accadendo anche per altri autori.»

  11. Ooops! Scusate l’invasione: non avevo pensato che, nell’altra pagina (http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2572&cpage=2#comment-3968) il pingback avrebbe linkato in automatico il post di quantestorie in cui mi occupo di questa storiaccia. Non lo faccio più! :)

  12. No problem, Fiamma, figurarsi…

  13. Sul thread apposito nel gruppo degli anobiani veneziani/amanti di Venezia è venuta fuori l’idea di organizzare letture pubbliche nei campi qui in laguna. Si pensava che, chiedendo a qualche autore “bandito”, la partecipazione poteva essere maggiore. Chiedo qui, dato che passano molti “addetti”, perché sono un giuvine inesperto: è meglio avere l’appoggio di qualche “associazione”? Eventualmente, per contattare gli autori, bisogna scrivere all’ufficio di pubbliche relazioni della loro casa editrice se non dispongono di una mail pubblica raggiungibile via google?

  14. allora, mi son spostata di qua…

    @ josifbrodkskij,
    sui “libri consigliati”. Una teoria da coltivare, dici… Non so, non mi convince. Sottrarre alle mani di Speranzon e sodali libri importanti e preservarli in “biblioteche virtuali”? Ma perché? Esistono le biblioteche reali, con bibliotecari che ogni giorno preservano TUTTI i libri.
    Quella che dobbiamo coltivare è, a mio parere, la capacità critica di valutare quei libri.

    E qui mi riallaccio a quanto ha scritto jumpinshark alle 5.38.
    Dici che Speranzon & co “non hanno capito che il modo migliore per combattere i testi da loro avversi era di organizzare pubbliche letture, dibattiti, controricostruzioni, mediattivismo, argomentazioni, irrisioni, letteratura e storia…”. Da quello che posso capire, da quello che ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie, da quelle parti (non geografiche: ideologiche) stanno messi parecchio male. Non sono in grado di dar vita a dibattiti, argomentazioni, confronti, e via dicendo.
    Il loro modo di “fare cultura” è giustapporre una cosa a un’altra, un concetto a un altro, un po’ alla maniera dei comitati pro-vita(?) che intendevano partecipare a “Vieni via con me”. Quando va bene, se si sentono in buona, si limitano ad accostare al tuo concetto il loro. Quando va male (e sono sempre loro che decidono quand’è che va male… noto solo che questo accade quando la loro posizione è alquanto traballante), si fanno forza del potere che “finalmente” hanno conquistato, e ne approfittano. Basta, si fa piazza pulita!
    Vi capita mai di avere la scrivania così incasinata che preferireste buttare via tutto piuttosto che mettervi con pazienza a riordinare le carte, scegliendo cosa conservare e cosa no? Ecco, i nipotini di Almirante fanno così. Non conoscono (vabbè, diamogli fiducia: sono disabituati a) la “gestione corrente” della cultura, la “normalità” della vita nel mondo delle idee (non platonico!): confrontarsi, discutere, ascoltare, parlare, cercare di costruire un discorso ragionevole, persuasivo.
    Comandano. Finalmente comandano.
    E allora, son capaci di tirare fuori un documento nato 6 anni fa, in tutt’altro contesto, con tutt’altre motivazioni, e di usarlo come grimaldello. Avrebbero potuto usare qualsiasi altro appiglio. Loro stessi non sanno “che cosa” hanno usato, l’importante era l’eliminazione del “nemico”.
    O io o te, o i miei libri o i tuoi. Non vanno molto oltre.

  15. Un volantino-fumetto di denuncia in pdf da stampare e affiggere in biblioteche e altri luoghi pubblici: http://t.co/XBq5Amz

    Se qualcuno vuole versioni modificate/personalizzate, chieda pure…

  16. @danae
    Cito Speranzon da http://bit.ly/grge7R : In merito all’osservazione che «la casa editrice di Berlusconi pubblica le opere di molti firmatari dell’appello pro Battisti», l’assessore sottolinea «quanto sia liberale e democratico il nostro Presidente del Consiglio: in libreria abbiamo il sacrosanto diritto di acquistare a nostre spese qualunque libro. Ma i libri presenti nelle biblioteche civiche vengono acquistati con i soldi pubblici di tutti i cittadini e credo proprio che non sia giusto premiare chi firma appelli pro-assassini».

    Si noti che questo è il ribaltamento di un “corretto boicottaggio”. Io privato cittadino ho tutti i diritti di associarmi ad altre persone con una legittima “idea di parte” e adottare forme di protesta anche dure (nei limiti della polemica culturale fatta non a mazzate) contro un autore o vari autori. Ma una biblioteca serve a documentare, per il presente e oltre il presente, lo stato della cultura nel nostro Paese, per tutti, non per una parte (pure se di assoluta maggioranza). E quegli scrittori boicottati (magari pessimi, magari sopravvalutatissimi, magari commercialissimi) un posto oggi nella cultura del nostro Paese lo hanno. Nelle parole di Speranzon si identifica con una sola posizione su di una questione che rimane comunque specifica tutta l’opera di un autore e per questo la si bandisce (come, guardo caso, noi non facciamo con Pound, Céline, Borges, Barrès, Pirandello, Wodehouse, Heidegger ecc, se a qualcuno servono i riferimenti li fornisco; inoltre non lo facciamo neanche con autori totalmente “reazionari” che sono comunque degni del massimo interesse) e si pretende pure di stare facendo in questo modo una politica culturale pubblica, sana e democratica. A tutela del cittadino.
    Questa ipocrisia per me è ancora più pericolosa del #rogodilibri, diciamo così, “ruspante”. Questo voler legittimare da “liberali” cose che liberali non sono per niente, in nessuna accezione del termine. E’ ovvio che, avendo una biblioteca risorse sempre più limitate, si dovrà decidere se comprare 2 WM e 2 Scarpa e 1 Alessandro Barbero o 2 Barbero 1 Scurati 1 Santacroce ecc, e lo si deciderà sulla base di vari criteri, tra cui anche il giudizio “sociale-politico”. Ma questo non può essere il solo criterio, i limiti di questo criterio non possono essere stabiliti solo dalla parte oggi vincente o peggio dall’uzzolo di un politico in cerca di esposizione mediatica, e questo criterio non può essere identificato con una specifica presa di posizione su di un caso comunque singolo.

  17. @ giacomo.m
    svariati autori “banditi” sono veneti o vivono in Veneto, e alcuni sono proprio di Venezia:
    Lello Voce (vive a Treviso)
    Massimo Carlotto (vive a Padova)
    Tiziano Scarpa (vive a Venezia)
    Roberto Ferrucci (vive a Venezia)
    Claudio Calia (vive a Padova)
    Li contatti facilmente tramite i rispettivi siti:
    http://www.lellovoce.it
    http://www.massimocarlotto.it
    http://www.robertoferrucci.com
    http://nuvoleonline.splinder.com/
    Sia Voce sia Ferrucci sono in contatto costante con Scarpa, e possono contattarlo.

  18. Qualcuno dovrebbe spiegare a Speranzon chie era Virginia Carini Dainotti e quali erano le sue idee sulla funzione delle biblioteche nella società.

  19. @WMgs
    grazie per l’aiuto, vediamo se ne esce qualcosa!

  20. Un’ultima (giuro!) brevissima cosa. Una volta (con Lukács interprete di Marx su Balzac) era pacifico che ideologia dell’autore e ideologia dell’opera potessero essere profondamente in contrasto. Ovvero scrittori “dichiaratamente reazionari” nella vita e “progressisti inconsapevoli” nell’opera, o viceversa. Forse nel caso presente questa “finezza” è eccessiva… però mi andava di ricordarla (appunto anche in senso negativo, spesso leggo opere “tradizionali”, nel senso deteriore del termine, scritti da autori “estremisti”).

  21. @jumpinshark,

    i liberali difendono solo la propria libertà di disporre di tutto e di tutti: è una frase da cioccolatino, forse, e forse è tagliata troppo con l’accetta, ma non trovo altre parole per descrivere l’atteggiamento di questi “liberali”. Che poi un ex-MSI si trovi a essere nell’alveo del “liberale e democratico Presidente del Consiglio” è un mistero che, per quanto io ami fare capriole, non riesco a sondare…
    Descrivi come “ipocrita” questo atteggiamento: mi spingerei anche oltre. E’ pericoloso. E contiene in sé i germi del pensiero unico, del “stai tranquillo, caro cittadino, ci penso io che sono ‘eletto’ a dirti cosa leggere, cosa studiare, quale film guardare, cosa comprare, come lavorare, come e se curarti” che poi è la soglia di una dittatura.
    Che scivolamenti di piano! E più aggiunge, Speranzon, e peggio andiamo! La schizofrenia elevata a sistema: come ‘privato’ posso acquistare quello che voglio, come ‘cittadino’ posso leggere solo quello che vuole l’assessore alla cultura della mia provincia. Come se, tra l’altro, tutti potessero permettersi di comprare libri…!
    E poi basta! Non è possibile che questi citino in ogni occasione il Presidente del Consiglio… Mi sembrano Lorenzo, quel personaggio di Corrado Guzzanti, ve lo ricordate? Si preparava alla maturità da privatista facendo 6 anni in 1 e siccome conosceva vagamente solo Leopardi, riportava tutto a Leopardi e Recanati.
    Quindi, ci troviamo a combattere con ipocriti, opportunisti. E’ vero: hanno dalla loro il potere, ma solo quello. Non è poco, certo, ma significa che possiamo fare qualcosa per combatterli. Addestrati dagli stregoni del management, non hanno modo e capacità di portare avanti un ragionamento. Seguono i soliti binari. E basta far saltare lo scambio giusto per deragliare il loro treno.
    Ho visto cosa è successo a Roma un secondo dopo l’elezione di Alemanno a sindaco. Ora o mai più!, si dicevano tra loro (e non avevano vergogna a dire in giro). Ma quanno ce ricapita! (anche da queste parti la tutela del dialetto è un baluardo…). E ora la situazione della città è davanti agli occhi di tutti.
    Quelle che appaiono ipocrisie e incongruenze nel discorso sono frutto della più totale mancanza di “democrazia culturale” (se si può chiamar così). Vedo in questo la crepa su cui lavorare per far crollare la montagna.

  22. secondo me anche questa storia:
    http://crisis.blogosfere.it/2011/01/censurate-i-lupi-quelli-italiani.html
    c’entra con i “roghi”, anche se, nel caso del film in questione, posson solo predicare di non vederlo, dato che le sale cinematografiche non sono comunali o provinciali, ma private.
    il fatto è che la censura è componente fondamentale dell’autoritarismo e l’indice dei libri (come dei film, dei dischi, dei siti, etc.) è uno dei punti forti di qualsiasi sistema repressivo.
    è una lunga guerra, quella contro la censura, cominciata forse già con i primi aedi e cantastorie, e che potrà finire solo se e quando gli umani riusciranno a trovare un modo di vivere rispettoso di sé e degli altri.
    intanto siamo qui, e dobbiamo combatterla.

  23. ATTENZIONE: FOLLE ESCALATION CENSORIA IN VENETO – DIFFONDETE PER FAVORE

    L’assessore alla scuola del Veneto, Donazzan (Lega), scriverà ai presidi di tutti gli istituti perché “non diffondano tra i giovani” gli autori in “lista nera”. C’è l’escalation, la presa di distanza della Zaccariotto era solo un palliativo, e in ogni caso l’hanno scavalcata.
    La notizia è sul “Corriere del Veneto” di oggi, a pag. 5
    Qui Lello Voce spiega la cosa.
    A questo punto, devono muoversi gli studenti. Oltre a #nogelmini, ci vuole #nodonazzan.

  24. @ Peterpoe: grazie per aver condiviso il tuo bellissimo volantino, ne ho fatto un po’ di copie che provvedo a distribuire.

    Vorrei commentare l’interessante dichiarazione dell’assessore riportata qui sopra da Jumpinshark: “in libreria abbiamo il sacrosanto diritto di acquistare a nostre spese qualunque libro. Ma i libri presenti nelle biblioteche civiche vengono acquistati con i soldi pubblici di tutti i cittadini e credo proprio che non sia giusto premiare chi firma appelli pro-assassini”.

    In questo caso il fascismo (le minacce e le censure agli scrittori politicamente scomodi) appare sotto la veste dell’ideologia liberista: non bisogna sprecare i soldi pubblici dei cittadini “premiando” (cioè comprando i libri) di chi firma appelli ecc.

    Qui, secondo me, vediamo alcune conseguenze delle dissennate campagne di boicottaggio lanciate nei mesi scorsi da vari gruppi di attivisti anti-berlusconiani. E’ tutta loro la responsabilità di aver accreditato il concetto del libro inteso meramente come valore di scambio anziché come valore d’uso. In altre parole, quando si dice “boicotta la Mondadori”, “boicotta l’Einaudi”, si concepisce già il libro come una merce anziché come un veicolo di diffusione della cultura: “non dare soldi a Berlusconi” diventa più importante che leggere Primo Levi. E allora non bisogna stupirsi se l’avversario riprende e adopera per i propri fini questo “frame” concettuale così comodo.

  25. Il comunicato dell’Associazione Italiana Biblioteche contro il tentativo di censura volto a limitare la funzione delle biblioteche pubbliche quali luoghi deputati al libero confronto di idee per convertirle in arene di conflitti ideologici
    http://www.aib.it/aib/cen/stampa/c1101.htm

  26. Grazie mille, Giovanna, l’avevamo diffuso su Twitter ma qui non l’avevamo ancora linkato.
    Come puoi vedere, la situazione in Veneto è addirittura peggiorata. Occorrerà fare un “salto di livello” nel denunciare la cosa…

  27. Autori che siano di Torino?

  28. Abbiamo visto, sì :(
    Il nostro ufficio stampa sta diffondendo la posizione dell’AIB urbi et orbi, è stata ripresa già dal Corriere del Veneto e anche dal blog della Lipperini, dove si segnalano anche vicende di censura simili e recenti. L’attenzione da parte nostra è sempre alta.

  29. E’ incredibile che abbiano rilanciato, e così ad alto livello. Ieri avevano finto una mezza retromarcia. Non ho parole.

  30. Devono anche avere degli attriti interni, perché questa della Donazzan è una sconfessione della sconfessione fatta dalla Zaccariotto. E, come aveva annunciato Zorzato, stanno provando ad attuare la messa al bando ricorrendo a modalità diverse.

    @ tutti
    Su Carmilla, Carlotto [articolo linkato sopra] spiega molto bene quanto finta sia l’indignazione di costoro sul caso Battisti, e quanto quest’ultimo sia un pretesto.

    Del resto, bibliotecari veneti ci stanno contattando e testimoniano pressioni “informali” da parte dei loro enti locali per far rimuovere i libri di Saviano (chissà, forse è stato sulle balle il suo discorso a “Vieni via con me” sui legami Lega-‘Ndrangheta) e di Paolini (che con l’appello del 2004 non c’entra nulla). Una prima testimonianza è qui.
    No, è proprio che questi odiano la cultura, la circolazione delle idee, la diversità dei punti di vista sul mondo. E quindi quando hanno bisogno di diversivi, cortine fumogene, campagne di distrazione di massa, i tanto odiati intellettuali sono tra i capri espiatori che per primi corrono alla mente.

    Comunque, il lato positivo è che i libri fanno paura! Ha ragione Blepiro, il Book Bloc aveva visto giusto.

  31. Cory Doctorow (quasi 100mila follower su Twitter e leggenda di Internet, ovviam mai conosciuto e contattato prima) ha retweet
    @doctorow in Italy #rogodilibri = #bookburning is the new Twitter trend! Sad&True! Pls read @Wu_Ming_Foundt http://goo.gl/mf6u6 English text

    Spero anche questo serva a far conoscere all’estero la situazione.

  32. Grande Jumpinshark!
    Ci ha “retweettati” anche la capo-redattrice cultura del Guardian.

  33. SperanZon, Zorzato, Zaccariotto, DonaZZan…
    Hanno tutti la zeta nel cognome.
    C’è per caso un cabalista tra chi legge?

  34. noi romagnoli non riusciamo neanche a pronunciarli, questo è sicuro :P

  35. cmq il sito della Donazzan è una miniera. Ho apprezzato molto le sezioni Le Mie Passioni http://goo.gl/PWcJs e Le Mie Citazioni http://goo.gl/GIa2E
    Dalla prima segnalo “Chirurgia plastica pro o contro?” – subito dopo le domande tipo “Il ruolo della donna oggi?” Inizio risposta “Durante questa crisi finanziaria e direi anche valoriale” [per riprendermi dal “valoriale” ho dovuto leggere due pagine di virtuosismi linguistici di Tiziano Scarpa].
    Dalla seconda noto che il suo rimpianto più grande (“Non aver finito l’università “) oltre a, forse, non averla favorita nel ruolo che oggi ricopre, Assessore Regionale all’Istruzione… (e Formazione e Lavoro), pare impedirla nella corretta trascrizione del nome dei suoi autori preferiti “T. H. Laurence”, “Ernst Junger” ecc. Tra le citazioni una attribuita a Popper assume carattere inquietante, nel presente contesto: “Abbiamo bisogno della libertà per evitare gli abusi del potere dello stato e abbiamo bisogno dello stato per evitare l’abuso della libertà”. Infatti nella dichiarazione dice: “La chiamassero [cioè censura] come vogliono. Di sicuro è una censura morale. Nessun obbligo, beninteso, ma un *indirizzo politico*: voglio evitare che i ragazzi” http://goo.gl/mWzaA

  36. cit. Wu Ming 1: “Del resto, bibliotecari veneti ci stanno contattando e testimoniano pressioni “informali” da parte dei loro enti locali per far rimuovere i libri di Saviano… e di Paolini (che con l’appello del 2004 non c’entra nulla).”

    Ricordo che Marco Paolini subì già una decina di anni fa una fatwa del genere dall’allora sindaco di Treviso, il ben noto Gentilini, perché “si era permesso” di criticare la chiusura del Teatro Comunale e di ridicolizzare la decisione dell’amministratore leghista di togliere le panchine dal centro cittadino per evitare che ci dormissero i senzatetto. Gentilini disse più o meno che, per quanto lo riguardava, Paolini non avrebbe mai più fatto uno spettacolo a Treviso: http://www.studiodiscrittura.it/n64.html

    Per cui, a costo di ripetermi: anche senza arrivare a Paolini (e restando al livello, assai più modesto e meno appetibile mediaticamente, delle piccole associazioni giovanili che muoiono per lenta eutanasia) la situazione in Veneto è così da anni.

    Giornali sgraditi che spariscono dalle biblioteche con la scusa dei tagli al bilancio, canti della Resistenza che vengono rimossi dalla scaletta delle bande cittadine nelle celebrazioni per il 25 aprile, esaltazione idiota di una “cultura tradizionale locale” posticcia e strumentale… insomma: la cultura viene marginalizzata e la figura dell'”intellettuale” viene ridicolizzata da anni, in modo sempre più intenso e pervasivo.

    Ancora, a costo di ripetermi: si tratta ANCHE di un problema territoriale. E, di nuovo, rilacio quell’appello: scrittori, intellettuali, bloggers… sostenete, nei modi che trovate più opportuni, le poche realtà che, sul territorio, resistono a questo scempio sistematico.

  37. Non trovo il tweet del Guardian…lunedi mattina ho spedito un po di mail in giro in UK con una breve traduzione del post…una di queste indirizzata alla loro redazione cultura. Ho provato anche il Times…magari domenica ci piazzano l’articolo..seee come no!

  38. A proposito di Paolini e della situazione veneta, un ritratto grottesco, dissacrante ma estremamente realistico del meraviglioso mondo “di qua e di là del Piave” fatto dall’attore trevigiano in uno spettacolo di ormai dieci anni fa:

    http://www.youtube.com/watch?v=TFkxGXspAx0
    http://www.youtube.com/watch?v=SyMdvi76rPk&feature=related

    Come direbbe Deleuze, oggi siamo “nel mezzo”.

  39. Ho scritto un paio di volte alla redazione del programma di Augias “Le storie”. Spero che il buon Augias spenda almeno due parole sull’argomento.
    Come qualcuno ha fatto in UK, proverò a far girare un po’ di mail in Francia. Mi viene in mente il canale Arte (franco-tedesco). E poi anche Current tv. Scusate se per negligenza ho fatto il doppione di qualcuno :))))
    Sono con voi!

  40. Giulio Mozzi sul #rogodilibri:
    “Raffaele, non fare le cose a metà!”
    http://bit.ly/icgW6G

  41. Danae, il tweet è della capo-redattrice cultura del Guardian, cerca @carmitstead

  42. Dalla pagina “ Le mie passioni” di Elena Donazzan :

    Personaggio storico più ammirato?

    When you see it, you’ll shit bricks

    L’ha fatto consapevolmente o è un caso !!??

  43. @danae
    vedi tuo del 18/01/2011 at 9:41 pm

    Ciao Danae,
    ma io non ho mai pensato né scritto che i libri della blacklist di Speranzon vadano sottratti alle biblioteche!
    Questa è una interpretazione tua, non so se l’hai desunta da qualche mia frase ma se è così non è quello che io intendevo.

    Io ho scritto invece che OLTRE alle biblioteche andrebbe realizzata una sorta di Google Books “de noantri”, dove chiunque possa attingere a una versione digitalizzata e copyleft di testi (ma anche di altro materiale, video, fotografie, audio) che componga un giacimento di “materiale resistente”. una grande “Global Seed Vault” della cultura a rischio che, invece che in una grotta delle Svalbard, sia allocato in una rete di server che sia come un “tesoro nei cieli”, dove “tignola e ruggine NON consumano e dove ladri NON scassinano e NON rubano”, dove insomma Speranzon e i suoi simili non possano allungare le mani né decidere cosa resta e cosa viene “espulso”.

    Spero di essere stato più chiaro…

    ciao

    JB

  44. Salve a tutti.
    Sono nuovo del blog e ho deciso d’intervenire adesso perchè questa le supera tutte.
    Un appello al Presidente della Repubblica??

  45. prima di tutto, per la caporedattrice del Guardian,
    “do a dude ciò che è di dude”…

    @josifbrodskij,

    quello che non mi convinceva era la costituzione di depositi di “libri consigliati” (ho capito male il tuo riferimento cinquecentesco, forse), di luoghi dove conservare “materiale resistente”. Ci servono TUTTI i libri, non solo quelli consigliati (anche perché, poi, chi dovrebbe essere a consigliarli?). I nostri discendenti avranno bisogno di leggere TUTTO. Solo questo. Se si tratta semplicemente di cambiare (o procurare un altro) supporto per garantirne l’esistenza e la circolazione, ne possiamo anche ragionare, tutto il resto (le riserve, i luoghi separati, le grotte, la repubblica delle lettere) non mi persuade… Forse WM2 (adesso non ritrovo il commento), comunque qualcuno scriveva che più che andare in montagna, come hanno fatto i nostri “padri” partigiani, è il momento di scendere in pianura, mischiarsi, mescolarsi. Il Book Bloc scende in piazza…
    E’ una rivoluzione, per la storia della letteratura. Finora abbiamo conosciuto, nei tempi di crisi o di passaggio, la sottrazione dei testi (di alcuni testi, quelli ritenuti “migliori”) e la loro conservazione da qualche parte nascosta e separata. Stavolta, li teniamo tutti lì (e, seguendo quanto dicevi, moltiplichiamo i luoghi e i modi di conservazione e diffusione). Baluardi della democrazia. Li usiamo. Li maneggiamo.
    Ciao a te!

  46. Leggendo i commenti in questo e in altri blog, mi sembra che a molti stia sfuggendo un dettaglio di non poco conto.

    Il contrattacco della Donazzan rappresenta un notevole salto di qualità (in negativo, ovviamente) rispetto a quello di Speranzon. Non solo perché siamo passati da un assessore provinciale ad un assessore regionale, ma anche perché il destinatario dell’ingiunzione non è più il solo sistema bibliotecario, ma il SISTEMA SCOLASTICO.

    Donazzan afferma di voler dare un “indirizzo politico” a Presidi e insegnanti. Questo appunto, come ha notato Wu Ming, “scavalca” di parecchio la fatwa di Speranzon: si va ad agire direttamente sul luogo in cui gli individui si formano ed acquisiscono gli strumenti per interpretare la realtà che li circonda.

    Per evitare qualsiasi sembiante di spam, evito di riportare qui la domanda che ho fatto a Wu Ming, Loredana Lipperini, Lello Voce et alii sul blog Lipperatura, ed evito di copincollare i contenuti e le riflessioni che ho fatto lì.

    Riporto invece anche qui un link che, secondo me, è molto indicativo del genere di mentalità che viene inoculata nei giovani (che vanno invece ovviamente difesi dalle opere degli scrittori “filoterroristi”!) negli istituti superiori della provincia di Venezia: http://www.liceoggalilei.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7&Itemid=1
    (scendete un po’ con lo scroll bar fino a “Altre iniziative di orientamento”, nella colonna centrale)

    Per chi non sapesse cos’è Rotaract: http://it.wikipedia.org/wiki/Rotaract_Club

    Ora ognuno tragga le sue conclusioni…

  47. @ don cave

    a proposito di indirizzo politico imposto alla scuola: mi aveva molto colpito il fatto che all’ esame di maturita’ il tema storico (quello sulle foibe) cominciasse con le parole: “ai sensi della legge…”

  48. Don Cave,
    scusami, io personalmente non ho ancora visto i tuoi commenti su Lipperatura, sono mobilitato su innumerevoli fronti per questa storia, rilascio interviste, preparo sintesi, correggo traduzioni, contatto editori e giornalisti esteri, parlo con chi è sul territorio veneto e chiedo più dettagli etc. Alcune cose mi sfuggono.
    Il salto da Provincia a Regione e da biblioteca civica a sistema scolastico è evidente, ho appena parlato con colleghi scrittori che fanno gli insegnanti in Veneto, e sentito un po’ di miei contatti (non veneti) nel movimento degli studenti, perché contattino i loro referenti in loco e vedano se si può connettere questo fronte con quello No Gelmini e con lo sciopero del 28. E non sono l’unico ad avere fatto questo.
    Comunque, come dicevi tu in altri commenti, c’è un problema serio di “humus”, di crisi del legame sociale sul territorio, di atomizzazione etc. E questo, per quanto noi possiamo dare solidarietà e venire a fare iniziative, è una cosa che non può affrontare chi vive altrove.
    Ad ogni modo, c’è una differenza tra la piccola biblioteca municipale di provincia e la scuola superiore del centro urbano. Più in generale, c’è una differenza tra biblioteca e scuola. La scuola, mai come in questo momento, è un luogo di conflitto aperto (studentesco, sindacale etc). Certo, a macchie di leopardo. Ma di sicuro, mediamente, più della biblioteca. E su questo si potrebbe far leva.

  49. In fondo a http://bit.ly/ihKHw3 mostro come la colpa sia tutta di Evangelisti, non per l’appello, ma per gli psitroni di Eymerich che hanno raggiunto la Donazzan.
    Tutto provato filologicam storicam ideologicam, in confronto interlineare.

  50. @Wu Ming 1

    Ci mancherebbe, la mia era più che altro una curiosità, per sapere cosa succede su quel versante, dato che secondo me è importante che un “humus” diverso venga costruito anche a partire dalla scuola.

    Ho evitato anzi di riportare la stessa domanda qui proprio perché non voglio tediare con modalità prossime allo spam. Chi ha tempo, energie e voglia mi risponderà, sennò pazienza… nessuno ovviamente è obbligato o tenuto a farlo!

    Sul fatto che la scuola e l’università siano un terreno di scontro promettente concordo,ovviamente, e sul fatto che si possa/debba fare leva su di esse pure… penso però che oltre ad una questione di efficacia ce ne sia anche una di principio, che riguarda appunto l’importanza della dimensione educativa e formativa nello sviluppo di persone aperte, culturalmente preparate e non passive.

    Il problema della “macchia di leopardo”, invece, secondo me merita una riflessione a parte. Non vorrei azzardare troppo con le generalizzazioni, ma penso che le scuole superiori e le realtà “di provincia”, tagliate fuori per una ragione o per l’altra dal fulcro delle lotte, siano la maggioranza oggi, in Italia.

    Riportavo inoltre la mia esperienza personale perché avendo sperimentato – come molti – sulla pelle le conseguenze del provincialismo culturale a marchio leghista/clericofascista, vorrei condividere alcune delle problematiche concrete che si trova ad affrontare chi vive in quelle situazioni… a costo di ripeterlo fino allo sfinimento, penso che la “globalizzazione” della lotta (con diffusione di traduzioni anche a mezzo stampa all’estero) debba andare di pari passo con la loro “localizzazione”, per non perdere di vista le condizioni particolari in cui la lotta si trova a dover operare in contesti geografici e culturali differenti.

    So che c’è da parte vostra ( Wu Ming) e da parte di molti altri (penso a Lello Voce, che ha riportato delle cose assai incoraggianti) la piena consapevolezza di questo fatto, e questo ovviamente mi rincuora parecchio… spero che questa consapevolezza divenga sempre più contagiosa, e sia di stimolo a sempre più persone per perseverare nella “resistenza” nelle scuole, nelle biblioteche, nelle università, nelle associazioni culturali ecc.

  51. Domani o dopodomani (devo trovare due minuti di tempo) prenderò tre copie del nostro Storie di (r)esistenza e tre de Il bit dell’avvenire, preparerò tre pacchetti e li spedirò ai due assessori veneti e alla Biblioteca Civica di Mestre con allegata la seguente missiva:

    “Egregi Assessori,
    le eco delle vostre gesta riecheggiano attraverso la rete per tutta la Nazione. Persino qui a Latina – punto d’inizio dell’avventura dell’Anonima Scrittori ormai più di sei anni fa – siamo riusciti ad averne notizia.
    Correva proprio l’anno 2004 quando il sottoscritto – insieme ad altri appassionati di scrittura – dava l’avvio a questo collettivo che dall’ambito locale si allargava presto a coprire tutto lo Stivale.
    Ne è passato di tempo.
    E ne abbiamo fatta di strada.
    Non vorremmo però che l’oblio cali sui nostri trascorsi.
    Scorrete bene l’elenco della famigerata lista di persone che in quel 2004 firmavano contro l’estradizione di Cesare Battisti dalla Francia in Italia. Accanto ai nomi più famosi trovate anche l’inequivocabile firma dell’Anonima Scrittori e dei suoi due padri fondatori: Graziano e Massimiliano Lanzidei.
    Non abbiamo la presunzione di supporre che ci siano le nostre pubblicazioni inserite nelle biblioteche della vostra Regione, né che nei programmi di studio delle scuole siano inseriti dei nostri testi. Lungi da noi l’ardire.
    Per ovviare abbiamo quindi pensato di farvi omaggio delle nostre due antologie: Storie di (r)esistenza e Il bit dell’avvenire e di inviarne copia anche alla Biblioteca Civica di Mestre. Non sia mai che una vostra svista porti la minaccia dei nostri scritti alla vista di qualche vittima innocente e inconsapevole.
    Di più. Vi suggeriremmo di controllare bene la suddetta lista, perché abbiamo il sentore che altri firmatari – ancora meno noti di noi – abbiano magari lasciato traccia delle loro idee in manoscritti di difficile reperibilità, tipo temi della maturità, compiti in classe, scritte nei bagni, messaggi d’amore, etc. Sarebbe il caso quindi di non abbassare la guardia ed estirpare il male alla radice.

    Certi di avervi fatto cosa gradita porgiamo distinti saluti.

    Massimiliano e Graziano Lanzidei
    per l’Anonima Scrittori

    P.S.
    Ieri parlavamo di questa cosa con uno dei nostri soci, Antonio Pennacchi, non sappiamo se avete sentito parlare di lui, con il suo romanzo Canale Mussolini ha vinto quest’anno il premio Strega ed è arrivato secondo al Campiello, qualche probabilità che delle copie dei suoi romanzi circolino nelle vostre biblioteche c’è, ma non si sa mai.
    “Ma io l’ho firmato quell’appello?” ci ha chiesto lui dopo che gli abbiamo raccontato la questione.
    “No, Anto’, all’epoca ancora non ci conoscevamo e su internet non è che tu ci bazzicassi tanto.”
    “Vabbè,” e ha chiuso al discorso, “dite a quei due assessori che è come se lo avessi firmato. E si comportassero di conseguenza.”

    —–

    Il thread sul forum dell’anonima dedicato alla questione è questo: http://www.anonimascrittori.it/forum/topic/il-veneto-brucia-i-libri-ce-anche-lanonima

  52. Il compagno Pennacchi è un po’ che non lo sentiamo, ma è sempre nei nostri cuori.

  53. Ottimo intervento del giornalista Mario Tedeschini Lalli
    “Non tutto è censura: c’è anche di peggio”
    http://bit.ly/gZN4V7
    Spiega come la parola “censura” sia inadeguata per descrivere le intenzioni dell’assessore Donazzan.

  54. Ecco un modello di lettera per l’assessore Donazzan…

    Circolare Ministeriale 18 ottobre 1924, n.90 – Elenchi per la scelta dei libri di testo

    Ai Regi Provveditori agli studi e
    Ai Regi Ispettori scolastici, Direttori Didattici, Maestri

    A rendere più agevole e sicura la scelta dei libri di testo per le scuole elementari, il Ministero ha provveduto ad unificare, per ogni singola materia, gli elenchi di libri approvati dall’apposita Commissione, comprendendovi anche quei libri i quali sono stati esaminati ed approvati nelle più recenti sedute della commissione stessa.
    Sulla scorta dei detti elenchi, che già sono stati comunicati ai Regi Provveditori, si provvederà nelle scuole a scegliere i testi […].
    Entro l’ambito dei libri compresi negli elenchi qui pubblicati gli insegnanti potranno liberamente scegliere.

  55. Piccola Nota Storica:

    L’11 marzo 1923 venne istituita la Commissione Lombardo Radice per la selezione della pubblicistica destinata alla nuova scuola elementare, ridisegnata dalla riforma Gentile.
    La Commissione mescolava istanze puramente pedagogiche (eliminare libri “sciatti e antiquati”) con convinzioni morali e politiche (promuovere un’immagine eroica della Grande Guerra, eliminare i riferimenti alla lotta di classe).
    Nel giro di 5 anni, questo lavoro di selezione porterà invece all’adozione del testo unico di Stato per le scuole elementari, risultato che secondo lo stesso Lombardo Radice “ferì a morte” l’opera della Commissione.

    Questo per dire che – in circostanze storiche particolari – ci si mette un attimo a passare dall’idealismo (“eliminare i testi sciatti e antiquati”) all’indirizzo politico (“eliminare la lotta di classe”) al testo unico di Stato, scritto appositamente per educare l’Uomo Nuovo (in questo caso “integralmente fascista”).

    Consiglio di leggere il testo di Anna Ascenzi e Roberto Sani, “Il libro per la scuola tra idealismo e fascismo”, Vita & Pensiero, 2005.

    Qui l’anteprima su Google Libri: http://bit.ly/enlnfH

  56. Sulla Donazzan. La perfetta “disponibilità” e “malleabilità” è ciò che preoccupa di più. Oggi l’operazione parte contro “un furfante”, domani potrebbe partire per una posizione sulle “coppie di fatto” o sulla “interruzione di gravidanza” o sulla “legalizzazione delle droghe” o anche, dato che una volta rodato il meccanismo non vi è limite ai possibili usi utili, sui “nuovi rapporti di lavoro”. E, domani, potrebbe riguardare direttamente anche i lettori, ovvero noi tutti, cittadini. Il fatto che nessuna posizione ideologica su questi argomenti si configuri come reato diventa un particolare assolutamente secondario, perché, appunto, accettando anche un sola volta il meccanismo (eversivo rispetto ai nostri principi costituzionali) della “censura morale” coniugata all'”indirizzo politico”, tradotti amministrativamente in “esclusione di fatto”, insomma dello “stato etico” con un’etica decisa volta per volta a seconda della convenienza e della credenza da imporre, si cede per sempre, in nome del nostro “pubblico bene” garantito da una parte privata che si è imposta sull’istituzione pubblica, al “diritto di leggere e fare quello che si vuole, nel rispetto della legge” (citaz di L. Zaia). + lungo qui http://goo.gl/YiH0K

  57. sul modo in cui la lega sta mettendo le mani sulla scuola, sull’ ideologia etnonazionalista, e su alcune altre cosette:

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/17/le-mani-della-lega-sulla-scuola-pubblica.html

  58. Trovo come minimo insufficienti e parecchio fuori fuoco gli articoli usciti oggi su Repubblica. Mantengono troppo l’attenzione sul caso Battisti, facendo un favore all’estrema destra veneta. Non fanno notare abbastanza che il caso Battisti è un pretesto, all’epurazione di Saviano dalle biblioteche dedicano poco spazio en passant, per poi ritornare con prepotenza nella cornice che gli epuratori desiderano mantenere. Il fatto che l’articolo di Brambilla sia in prima pagina per chi si è sbattuto in questi giorni è più un danno che un risultato.
    Il gioco combinato dei due articoli (Brambilla e Sica) di fatto “ridimensiona” l’enormità di quel che sta accadendo in Veneto, in varie mosse:
    – si riporta l’espressione “boicottaggio civile” senza spendersi granché a smontarla. Questo non è un boicottaggio, è un’epurazione.
    – si riportano pareri di chi un po’ la prende sottogamba (il solito “E’ solo una provocazione, non dicono sul serio”, viatico di ogni desistenza, frase-passepartout che nell’Italia degli ultimi sedici anni ha preceduto l’affermarsi di ogni barbarie);
    – si descrivono gli epuratori di libri come soddisfatti e sorridenti (quindi occultando le tensioni interne che pure ci sono, come dimostra il ping pong Speranzon-Zaccariotto-Donazzan, tensioni che sono state prodotte dalla mobilitazione);
    – si dedicano alla mobilitazione pochissime, fugaci parole;
    – si riportano giudizi pesantissimi e calunniosi sugli scrittori presi di mira, descritti come complici del terrorismo, e si affida al solo Agamben una risposta meditata, assennata, ma poco incisiva;
    – per non dire del “contributo” di Tabucchi, incollerito e farfugliante, poco utile a tutti.
    Il framing è evidente: ci sono scrittori superficialmente definiti “pro-Battisti” (mentre quelli che hanno espresso dubbi e perplessità sui processi di quegli anni e sulla querelle mediatica partita nel 2004 hanno posizioni e argomentazioni ben più complesse), e c’è gente che – magari esagerando – si oppone al terrorismo.
    Questi due articoli non fanno assolutamente percepire la deriva totalitaria che sta prendendo l’amministrazione berlusconiano-leghista veneta. Non chiamano le cose con il loro nome, accettano le definizioni degli epuratori, non fanno capire adeguatamente che sono in corse autentiche messe al bando, che si stanno “purgando” le biblioteche e si sta decidendo dall’alto cosa possano o non possano leggere i cittadini in istituzioni pubbliche come biblioteche e scuole.
    Se si continua con questa sottovalutazione, il nazismo sarà un coltello che affonda nel burro.

  59. Non si potrà mai segnalare e linkare abbastanza l’articolo in cui Massimo Carlotto spiega e dimostra che l’indignazione anti-Battisti di questi epuratori è falsa come una moneta da mezzo centesimo.
    http://www.carmillaonline.com/archives/2011/01/003757.html#003757
    E quindi l’offensiva contro i libri sgraditi e soprattutto contro i loro autori, massacrati mediaticamente ad hominem, prescinde totalmente dalla questione sbandierata. Come dimostra l’epurazione dei libri di Saviano e di Paolini.
    Invece Repubblica, con la flebilità di polso che dimostra, contribuisce in larga misura a perpetuare l’equivoco, o meglio: la menzogna.

  60. Qui c’è un breve passaggio sul Bücherverbrennung del 1933.

    http://www.youtube.com/watch?v=6TmDIUPY_z0&feature=related

    Ai signori di Repubblica, questo si deve rispondere. Ci sono crimini simbolici che non cambiano MAI. Il rogo dei libri, l’imprigionamento degli uomini in quanto aventi una caratteristica non modificabile (in quanto ebrei, in quanto extracomunitari) sono atti criminali che segnano un confine indissolubilmente. Chi tratta queste proposte come boutade è lo stesso che per anni ha sottovalutato le sparate in altri sensi, le battute sessiste come parte di un nuovo modo di fare politica. Chi soffia sul fuoco per spegnerlo, lo accende.

  61. http://www.facebook.com/note.php?note_id=499920508694&id=94820010572

    CENSURA DA PEGGIORE DEI REGIMI : LA LEGA PROPONE BOICOTTAGGIO DEI TESTI DI ROBERTO SAVIANO
    pubblicata da LEOLUCA ORLANDO
    il giorno giovedì 20 gennaio 2011 alle ore 11.28

    Dopo l’interrogazione, nel 2010, del deputato leghista Paolo Grimoldi per bandire il libro di Anna Frank alle elementari, ora la Lega propone il boicottaggio dei testi di Roberto Saviano nelle biblioteche venete. Fra un po’ di tempo i censori padani, che impartiscono lezioni a tutta l’Italia su ciò che deve essere considerato cultura e cosa no, proporranno la censura preventiva. Sottrarre alla libera consultazione testi, documenti e saperi è un attentato alla persona, alla sua crescita educativa e morale. Un delitto contro la libertà individuale, tipico dei peggiori regimi. Inorridisce il tentativo di manipolare le coscienze ma ancor più inorridisce che nessun esponente della Lega nord, in questa maggioranza, abbia chiaramente preso le distanze da chi vorrebbe farsi depositario del sapere e della cultura nazionali .

  62. Ho scritto a Leoluca Orlando spiegando che quanto da lui scritto era già stato superato e che la censura preventiva è già in atto, proposta di eliminare altri testi ed autori inclusa.
    Ho messo i link di questa e delle altre pagine.
    Spero si documenti…

  63. Un tentativo di analisi complessiva:
    Il #rogodilibri e la sottovalutazione del pericolo
    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2675

  64. Copia della lettera dell’Associazione Italiana Biblioteche appena spedita a Zaia e Zaccariotto è disponibile a
    http://www.aib.it/aib/cen/stampa/c1101l.htm
    Ciao a tutti, Giovanna

  65. […] Nuovo post su Giap http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2662 […]

  66. […] a questa stessa rubrica, si sbattono come pochi: dopo aver dato l'allarme, aver fornito l'aggiornamento sugli sviluppi della faccenda e aver offerto un'analisi molto precisa, i Wu Ming hanno pure […]

  67. […] del caso Sviluppi del caso Dibattiti sul caso Risposte sul caso Lettera alle scuole e presidi Lettera dei pidiellini, era il […]