#100anniaNordEst: Fahrenheit, recensioni… e il «Ventre della Bestia Mini-Tour»!

In "Cent'anni a Nordest" passa tipo meteora anche lei, Adelina Putin (con l'accento sulla i).

In Cent’anni a Nordest passa tipo meteorite pure lei, Adelina Putin. Con l’accento sulla i.

[WM1] Domani – lunedì 20 luglio – alle ore 16 presenterò Cent’anni a Nordest con Loredana Lipperini a Fahrenheit, Radio 3. Streaming qui.
Approfitto della notizia e delle inevitabili risonanze con la cronaca nera degli ultimi giorni (nel senso di “camicia nera”, “brigate nere” ecc.) per aggiornare sulle vicissitudini del libro. Di seguito riporto alcune nuove recensioni e due commenti molto interessanti, oltre a comunicare le date di quello che potremmo chiamare il Ventre della Bestia Mini-Tour (agosto – novembre 2015).

“Ventre della Bestia” perché – com’è naturale – quasi tutte le date saranno nel Nordest, alcune in zone “roventi”, luoghi afflitti dal territorial pissing di soggetti che non hanno gradito il libro né le inchieste apparse su Giap. Toccherà portarsi dietro lo Spirito di Marat.

«Ocio ai wuming!» Just because you’re paranoid / it don’t mean they’re not after you.

“Mini” perché per questo libro non riuscirei mai a fare uno sfiancante mega-tour come quello di Point Lenana (80 date in un anno) o quello  collettivo de L’Armata dei Sonnambuli (oltre 120 date). Non si uccidono così anche i cavalli? Gli impegni di scrittura e le energie limitate obbligano a limitare lo sforzo.

Un commento al libro che mi è parso molto acuto lo ha scritto il medico e scrittore bolognese Franco Foschi, in un’email dove rilevava

«il cambio clamoroso di tono più il libro va avanti: all’inizio ironia, sberleffi, i dialetti veneti usati come Lenny Bruce usava lo yiddish. Poi, diavolo, si comincia a parlare di morti veri, di orrori, dell’innegabile follia dell’ “essere militare”, degli ossari e, beh, lì è chiaro che sulla morte violenta, ingiusta, sul sopruso omicida, sul sadismo degli assassini “per onore” è in pratica impossibile scherzare – e dopo la documentazione approfondita, c’è il silenzio.»

Definitely Lenny Bruce.

Chi ha letto la versione ridotta del reportage apparsa in tre puntate su Internazionale ricorderà che la puntata sui disertori era nel mezzo. Lavorando al libro, ho deciso di spostarla alla fine, soprattutto perché volevo chiudere con le numerose richieste, avanzate da comitati di cittadini e/o da singoli intellettuali, di riabilitare i decimati, i disertori,  le vittime di giustizia sommaria, nonché togliere i nomi dei criminali di guerra dalle vie del Nordest (ma vale per tutta l’Italia).
Di quello che nel libro precede il silenzio parla lo studioso di letteratura Maurizio Vito in un commento sul blog Alpinismo Molotov:

«Altr* commenteranno, o l’hanno già fatto, a proposito di quello che precede la frase “Bentornati, fantasmi della diserzione” (p. 203). A me piace qua soffermarmi invece sulla trasformazione che Wu Ming 1 e i suoi compadres stanno imponendo a quella che di solito era una lista di fonti, statica e fredda, spesso apposta solo per poter dotare la propria opera di una qualche stampella cautelativa (“Li ho messi in bibliografia, sono a posto”) in fin di testo. Nella formula adottata e continuamente ripensata da Wu Ming, il percorso di formazione e preparazione alla scrittura, cioè ciò che viene prima della stesura, anziché rimanere al di fuori della storia narrata ne diviene parte e cornice, posta in fin di testo così da permettere a chi legge di contestualizzare e accompagnare la genesi dell’opera quasi come se fosse nella borsa degli autori, una riuscita forma di hysteron proteron contenutistico affascinante, un viaggio a ritroso e allo stesso tempo a fianco della storia che si sta formando. Fa riflettere, ma per ora mi fermo qua.»

Una recensione di Cent’anni a Nordest a firma di Alberto Prunetti è apparsa su Carmilla l’1 luglio scorso:

Alberto Prunetti«Un altro ibrido di Wu Ming 1 che estende un reportage narrativo scritto per Internazionale e soprattutto affina un ambito di ricerca coltivato a lungo su Giap, da lui e da un collettivo di ricercatori e lettori. Tanta carne al fuoco… eppure tout se tient. Eccome. Il nordest, la grande guerra, Trieste, i Balcani, la rimozione storica del colonialismo italiano. E poi il rossobrunismo e la fascinazione per Putin della nuova destra (ma è un virus che ha colpito anche a sinistra). Addirittura – e qui la cosa sorprende e fa sorridere – l’autore segnala un dibattito quasi patafisico sulle presunte origini vicentine di Putin che è tutto da ridere. Un libro che conferma la grande capacità di Wu Ming 1 di fare debunking, di sgonfiare le retoriche tossiche che inquinano la sfera del discorso; di fare storia popolare, ovvero di rendere leggibile in maniera narrativa (e di rendere fruibile fuori dal dibattito specialistico) pagine di storia italiana scivolose, spesso trattate dalla storiografia accademica con una certa pesantezza. Direi di più: la forza di Wu Ming 1 come storico (di cui già avevamo avuto una dimostrazione in quel libro strano e affascinante che è Point Lenana) è di rendere la storia una questione problematica per il presente, di renderla palpitante, di evidenziare quanto lavoro politico (di rimozione, di introduzione di frame, di incapsulamento) venga fatto attorno alla memoria. L’autore di Cent’anni a nordest conduce il lettore sui sentieri proletari della storia, ti porta a scalare le montagne per demolire i revisionismi, per sottrarre il terreno sotto i piedi dei fasci e delle nuove destre, che da anni fanno della storia un terreno da riconquistare passo per passo. Di contro alla “memoria condivisa” ricostruita con operazioni quasi infami, quella di Wu Ming 1 è una memoria partigiana, faziosa e conflittuale. Ma è lettera viva e piena di compassione per gli ultimi del mondo, a cominciare da quei disertori e renitenti alla leva, da quei contadini trucidati sul Carso, che fuori da queste pagine di rado hanno trovato un riscatto.»

Un’altra recensione è apparsa su Contropiano a firma di Marco Montanarella:

SINTOMI E TERRITORIO: SU CENT’ANNI A NORDEST DI WU MING 1

Logo di ContropianoCi sono molti modi per presentare un paesaggio. Geograficamente, con una cartina; o fotograficamente, con gli scatti di un reportage da rivista specializzata. Un paesaggio, un territorio, può farsi poesia, come nei versi di Andrea Zanzotto; o spiegazione storica degli eventi che hanno concorso a modificarlo. L’approccio che si sceglie dipende dalla finalità stessa della rappresentazione. Dove geografia e storia si mescolano, ecco che nascono le suggestioni che affollano l’ultimo libro di Wu Ming 1, Cent’anni a Nordest: il paesaggio si fa narrazione, perché è esso stesso attraversato da narrazioni.

Difficile definire a quale genere appartenga questo oggetto letterario, che nasce come estensione di alcuni articoli apparsi sulla rivista Internazionale, presentati come puntate di un “racconto-inchiesta”. Per comodità lo definiremo tale: un racconto-inchiesta sul Nordest italiano, che ha come centro tematico la prima guerra mondiale. O, meglio, il modo in cui essa viene raccontata, in cui diventa “mito”.

La “guera granda”, come viene chiamata nelle regioni del Triveneto, è l’Evento che fonda il concetto stesso di Nordest, di terra di confine in cui si intrecciano e si estremizzano diverse tendenze. L’irredentismo storico ha qui la sua fortezza, baluardo del nazionalismo più aggressivo, bandiera dell’italianizzazione forzata nei territori annessi dopo il 1918. Il fascismo dava qui i primi segni ancor prima di definirsi storicamente come concetto politico. Il Nordest è dunque intessuto di discorsi che ancora oggi lo rendono osservatorio privilegiato per capire qualcosa di più sul paese e sull’epoca in cui viviamo. Il suo territorio è il corpo che mostra i sintomi di nuove inquietanti fenomeni, legati strettamente alla prima guerra mondiale. Da questo centro tematico, il racconto-inchiesta irradia molteplici linee di fuga, che si dirigono, ad esempio, verso la Russia di Putin – divenuto oggetto di culto per molti neofascismi e indipendentismi [1] –, o verso i Balcani e l’Etiopia coloniale, martoriati dai crimini di guerra italiani.

È quindi su un nuovo modo di narrare la Grande guerra che si innesta la narrazione di Wu Ming 1; un modo che rifiuta ogni approccio mitizzante, che esibisce la violenza senza edulcorazioni. Il racconto della guerra riporta a galla questioni volutamente escluse dalle celebrazioni di questi mesi, come le decimazioni dei disertori, i processi sommari, le violenze verso chiunque desse segno di non aderire al bellicismo dominante. Questi “fantasmi” del passato vengono evocati quali esempi per opporsi oggi a un progetto di “ri-nazionalizzazione delle masse”: una nuova (ma in fondo vecchia) unione interclassista intorno alla nazione, che serve a contrastare i conflitti sociali che ne scuotono le fondamenta, in questi tempi di guerre e di crisi. Opporre ai nuovi miti della Grande guerra [2], altri racconti che aprono delle contraddizioni, che rovinano il canto delle sirene dello sciovinismo. È perciò il caso di unirsi all’autore nel dire “bentornati, fantasmi della diserzione”.

Note
[1] http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=15595
[2] http://contropiano.org/articoli/item/31301

Cent'anni a Nordest

E ora le date del Ventre della Bestia Mini-Tour:

8 agosto
TRIESTE
h.21, Lunatico Festival
Parco di S. Giovanni
con Andrea Olivieri e con membri dei gruppi di lavoro
Nicoletta Bourbaki e RINSE
(Rete d’Inchiesta sui Nazional Socialismi in Europa)

31 agosto
RONCHI DEI PARTIGIANI (GO)
h.18, Auditorium di Ronchi
con WM1 ci saranno Marco Barone, Luca Meneghesso,
Piero Purini e altri autori del libro Ronchi dei Partigiani
(di prossima pubblicazione)

19 settembre
VERONA
h. 21, cortile della libreria Gulliver
via Stella 16
con WM1 ci sarà Beppe Muraro.

20 settembre
PADOVA
h.20:30, BiosLab
via Brigata Padova 5-7-9
con WM1 ci saranno Ernesto Milanesi (giornalista de Il manifesto)
e il filosofo Mario Galzigna .

23 ottobre
TREVISO
h. 21, CSOA Django
via Monterumici 11.

24 ottobre
CASTELFRANCO VENETO
h.20:30
Auditorium della scuola media statale “Giorgione”
via Alessandro Volta 3
A cura di Libreria Ubik
Nell’ambito della rassegna «Porte aperte… a Nordest»

25 ottobre
PADOVA (bis)
h. 18, Sugar Pulp
Sottopasso della Stua
(Largo Europa, incrocio Corso Garibaldi)
con il filmmaker Michele Angrisani

3 novembre
BOLZANO
h. 18, Nuova aula magna del Liceo Classico Carducci,via Manci 8.
Organizza l’associazione Dada-Rose.
Con WM1 discuterà Flavio Pintarelli.

4 novembre
TRENTO
h.20:30, CSOA Bruno
via Lungadige San Nicolò 4 – Piedicastello
con WM1 ci saranno Tommaso Baldo del Museo Storico del Trentino e lo storico Quinto Antonelli.

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8 commenti su “#100anniaNordEst: Fahrenheit, recensioni… e il «Ventre della Bestia Mini-Tour»!

  1. Informazione di servizio, allungata per farmi postare sto commento: credo che il link porti alla pagina di diretta radio di Radio3.

  2. Sono di Roma e in procinto, se tutto andrà come spero, di andare in Slovenia. Se così sarà, cercherò di essere l’8 a Trieste. Ho già stampato il mio foglio #Montagnecontrolaguerra per una escursione sulle alpi. A ogni modo, penso che il motto si applichi bene anche al mio quartiere, a Roma. Si chiama “Della vittoria” e scommetto che indovinate perché. I nomi delle strade? Diaz, Cadorna, Bainsizza, Podgora. Tutto intorno all’oblisco ancora intitolato al dUCE con tanto di epigrafe latina. UN filo diretto fra prefascismo, fascismo e post-fascismo di oggi. Direi quindi anche #Stradecontrolaguerra. A presto, spero. Francesco

  3. […] a Nordest di Wu Ming 1 continua a far discutere e scrivere. In attesa delle prossime tappe del Ventre della Bestia Tour (sabato 19 settembre a Verona e la sera dopo a Padova), proponiamo qui nuove recensioni, un paio di […]

  4. […] Di questi argomenti e altri collegati discuteranno Wu Ming 1, Tommaso Baldo e Quinto Antonelli alla presentazione di Cent’anni a Nordest, il 4 novembre (!), h.20:30, al c.s.o.a. Bruno di Trento. E il giorno prima a Bolzano, con Flavio Pintarelli, Luca Barbieri e altri. Sono le date conclusive del Ventre della Bestia Tour. […]