Bologna, 12-13-14 settembre 2025. Dieci anni di Resistenze in Cirenaica, cinque anni di Federazione

Dieci anni di Resistenze in Cirenaica, la locandina

Esattamente dieci anni fa, l’8 settembre 2015, annunciammo qui su Giap una «giornata di storia e musica a Bologna, nella contrada “patria del ribelle”».

La contrada in questione era, ed è, la Cirenaica. Lì, durante l’occupazione tedesca, visse sotto falsa identità il comandante partigiano Ilio Barontini, nome di battaglia «Paulus». Lì c’erano la sede clandestina del CUMER – Comando unico militare Emilia Romagna – e la mimetizzatissima tipografia della Resistenza bolognese.

Spiegammo che varie soggettività residenti o attive nel quartiere intendevano «far rivivere, in uno dei rioni più interessanti e peculiari di Bologna, storie di resistenza al colonialismo italiano e al nazifascismo. A partire dalle storie evocate dai doppi nomi di quelle vie…

Via Sante Vincenzi
già via Derna

Via Giuseppe Bentivogli
già via Bengasi

…e dal toponimo stesso del rione, vero e proprio “relitto” dell’epoca coloniale: la Cirenaica. Come la regione della Libia orientale dove nel 1929-31 il fascismo commise un genocidio su vasta scala […]»

La giornata del 27 settembre, tra camminate, letture, concerti e «guerriglia odonomastica», fu l’atto di nascita del cantiere culturale Resistenze in Cirenaica, «progetto di progetti» da cui sono germogliate tante prassi. In questa sede ci limitiamo a citare:

■ la sistematica mappatura dei toponomi coloniali italiani, mappatura dal basso che si è avvalsa delle segnalazioni di centinaia di persone;
■ le contronarrazioni nei luoghi intitolati a «medaglie d’oro» che però si rivela oro degli stolti;
■ la celebrazione – ogni 19 febbraio, anniversario della carneficina fascista di Addis Abeba – di Yekatit 12, giornata in ricordo dei crimini del colonialismo italiano.
Eccetera eccetera.

Wu Ming 2 racconta la storia della partigiana Vinka Kitarovic in via Libia, appena rinominata dal basso «via Vinka Kitarovic».

Bologna, 27 settembre 2015. Wu Ming 2 racconta la storia della partigiana Vinka Kitarovic in via Libia, appena rinominata dal basso «via Vinka Kitarovic».

RIC non si occupa “solo” di memoria ma di come l’oblio collettivo del nostro colonialismo contribuisca ad alimentare i razzismi e neocolonialismi di oggi, la strage di migranti nel Mediterraneo, la depredazione di risorse del Sud globale da parte di multinazionali italiane, la partecipazione dell’Italia a guerre d’aggressione.

Da cinque anni RIC è uno dei nodi della Federazione delle Resistenze, che aggrega diverse realtà sparse per l’Italia.

Per celebrare i dieci anni di RIC e i cinque della Federazione, il 12, 13 e 14 settembre si terrà a Bologna – in Cirenaica, ovviamente – un festival diffuso. Molti gli appuntamenti, e anche Wu Ming sarà della partita.

Il programma completo è qui. Ci si vede nella contrada.

«Tutti in spiaggia!» Emilia-Romagna, negare la realtà di un territorio al collasso – di Alex Giuzio

Immagini da un su(v)icidio collettivo. Milano Marittima (RA), 24 agosto 2025.

[Tre giorni fa stavamo impaginando quest’articolo quando è giunta la notizia della morte dell’urbanista Piero Cavalcoli, tra i più puntuali critici della cementificazione in Emilia-Romagna e della legge regionale del 2017 che anche qui si denuncia. In accordo con l’autore Alex Giuzio dedichiamo a Piero quanto segue. Ci saranno occasioni di rendergli omaggio in modo più strutturato.]

SOMMARIO
La quotidianità della crisi climatica non fa notizia. Fare il bagno nel brodo di cappone.  Cascate dal cielo. L’inondazione è in corso adesso. Campi agricoli inzuppati e pesci alieni tossici. Alberi che cadono come birilli. I ventoloni da 80mila euro non salveranno le colture. Dove c’è PD c’è-mento. Questa terra non è mai stata all’asciutto. Lezioncine di ecologia da destra? La pioggia è un’ottima scusa per autoassolversi. Chi viene dopo impara a far di peggio. Ci risiamo col suprematismo emiliano-romagnolo. Crisi climatica? Diciamolo sottovoce ma può far comodo. Eliminare il sintomo anziché la causa. Avanti col cemento e l’artificializzazione dei fiumi. Ruspe anche nelle zone protette. Gli alberi sono la soluzione, non il problema. Prosegui la lettura ›

Calendario generale di Wu Ming, settembre – ottobre 2025

Viktor Michajlovič Vasnecov, «Tappeto volante» [Ковёр-самолёт], 1880.

Venerdì 29 agosto
RIMINI
Wu Ming 1
presenta Gli uomini pesce
h. 21, Biblioteca civica Gambalunga
via Gambalunga 27.
Nell’ambito della rassegna «La parola immaginata».
In caso di pioggia l’evento si terrà nell’adiacente sala della Cineteca.
Aggiornamento: Qui la registrazione della serata.
Presentazione in modalità «uomo solo in piedi».
Audio, ma include un video di 9 minuti.

Giovedì 4 settembre
CREVALCORE (BO)
Wu Ming 1 presenta Gli uomini pesce
h.21, Piccolo teatro
Viale Caduti di via Fani 302.
In collaborazione con Donati Libreria Galleria.
Nell’ambito della rassegna «Impressioni di settembre».

Venerdì 5 settembre
CRESCENTINO (VC)
Wu Ming 1
presenta Gli uomini pesce
in dialogo con il giornalista Mauro Ravarino
e con letture di Alberto Bollo e Federico Bergoglio
h. 21, Teatro Mimmo Candito
piazza Caretto 5. Prosegui la lettura ›

Mensaleri: ecco la copertina, la data d’uscita e i primi appuntamenti.

La copertina del libro

L’immagine di copertina, ancora una volta, è opera di Andrea Alberti
Clicca per guardare lo «steso» in formato PDF (completo di alette e quarta).

Martedì 23 settembre arriva in libreria Mensaleri, il nuovo romanzo di Wu Ming 2.

Sessanta capitoli divisi in tre parti, più altri sedici disseminati tra gli antefatti, i due intermezzi e gli epiloghi: 469 pagine, ringraziamenti inclusi.

Da oggi lo si può preordinare online, e perché no, anche dal vivo, non è mai troppo presto. È sempre meglio abitare il mondo, e quello dei libri in particolare: per acquistarli, leggerli, prestarli e prenderli in prestito, regalarli, liberarli, discuterne insieme.

Come sempre, dopo un paio di settimane dall’uscita, partirà un vortice di incontri e presentazioni che ci auguriamo giri fino all’estate prossima. Chi desiderasse organizzare una data entro la fine dell’anno, ci contatti in tempi brevi, perché sappiamo per esperienza che il calendario si riempie molto in fretta.

Le prime iniziative sono già fissate: si parte con Roma, mercoledì 8 ottobre, poi Crespi d’Adda (BG), Modena, Reggio Emilia, Genova, Moggio Udinese, Bolzano…

Via via che si definiranno, pubblicheremo i dettagli nel calendario autunnale di Wu Ming.

Combattenti per la verità. Anas al-Sharif e i suoi colleghi, una strage avvolta nella menzogna

Anas al-Sharif

Anas al-Sharif, 1996 – 2025.

di Girolamo De Michele *

Il 10 agosto scorso il giornalista Anas Jamal Mahmoud al-Sharif, uno dei volti più noti delle corrispondenze giornalistiche da Gaza, è stato assassinato insieme ad altri cinque operatori dell’informazione.

Al-Sharif sapeva di essere da tempo nel mirino dell’esercito di occupazione israeliano. Nondimeno, come molti suoi colleghi e colleghe – Anna Politkovskaya, Giancarlo Siani, Pippo Fava, Mauro De Mauro, Simone Camilli, Maria Grazia Cutuli, Daphne Caruana Galizia, Veronica Guerin, Peppino Impastato, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Mauro Rostagno – ha continuato fino all’ultimo la sua battaglia per la verità, con le armi di cui disponeva: una telecamera, un microfono, i suoi occhi e la sua voce. Prosegui la lettura ›

Una sera di giugno a Ventotene parlando di alberi, di fiumi e di Gaza

Ventotene, doppia presentazione de Il gelso di Gerusalemme e Gli uomini pesce

Ventotene, 20 giugno 2025, foto di Paola Libralato. Ascolta l’audio della serata.

«Che tempi sono questi, quando
parlare d’alberi è quasi un delitto,
perché su troppe stragi implica il silenzio!»
Bertolt Brecht, A coloro che verranno

«[…] ho scritto del cielo e della mela,
ora scrivo di Stalingrado.»
Pablo Neruda, Nuovo canto d’amore a Stalingrado

Sono i versi parafrasati da Wu Ming 1 durante una conversazione con Loredana Lipperini e con Paola Caridi, autrice del magnifico Il gelso di Gerusalemme. L’altra storia raccontata dagli alberi (Feltrinelli, 2024), giornalista esperta di Asia occidentale – non «Medio Oriente», espressione eurocentrica e tossica –, instancabile nel denunciare il genocidio in corso a Gaza.

Gaza che oggi è una distesa di macerie dentro una «striscia» ma, come racconta Paola, è una città antichissima, che da migliaia di anni ha lo stesso nome. Città che fu aperta al mondo, incrocio di vie transcontinentali, cerniera economica e culturale tra mondi marittimi e contadini.

Derubata dell’entroterra verde con cui era in simbiosi, chiusa ermeticamente e assediata, bombardata e scientemente affamata, oggi Gaza è ridotta al proprio fantasma. Ma questo fantasma tormenterà a lungo la società israeliana, le nazioni intorno e l’occidente uccidente tutto. Prosegui la lettura ›

«Ma chi è ‘sto Rizzi che è sempre nei vostri romanzi?» Intervista al poeta sui suoi trascorsi da Luther Blissett e sulla beffa che lo consacrò

Alberto Rizzi

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Nella terza parte del nostro romanzo d’esordio Q spunta tale Adalberto Rizzi, detto «frate Pioppo».

54 comincia con l’uscita di casa di Carlo Alberto Rizzi, poeta triestino.

Guerra agli umani annovera tra i personaggi il cacciatore Gilberto Rizzi.

In New Thing un ufficiale di polizia di New York si chiama Albert D. Rizzi.

La novella American Parmigiano si incentra sulle peripezie oltreoceano di tale Albert Rice, al secolo Adalberto Rizzi.

Nel racconto Arzèstula appare in sogno, in una Ferrara che è wasteland, tale Rizzi.

In Altai uno dei due luogotenenti del protagonista si chiama Gualberto Rizzi.

Ne L’armata dei sonnambuli si rievoca un attore di teatro di nome Norberto Rizzi.

Ne L’invisibile ovunque si menziona un certo Rizzi che in trincea, durante i bombardamenti, coltiva un suo passatempo.

Ne La Q di Qomplotto tra i personaggi che affollano la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band fa capolino Alberto Rizzi.

In Ufo 78 partecipa a una veglia ufofila sul monte Quarzerone Alberto Rizzi, postino in quel di Papozze, nel Delta del Po.

Ne Gli uomini pesce ha un ruolo importante Bertolt Rizzi, geometra di Ariano Polesine e fratello del postino di cui sopra, che in realtà all’anagrafe si chiama Albrecht.

Che è ‘sta fissazione per il cognome «Rizzi», quasi sempre associato a nomi di battesimo terminanti con la desinenza di origine sassone -berto? Prosegui la lettura ›