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No Tav

Vedi alla lettera Q. Il trasversale viaggio di Un viaggio che non promettiamo breve #WM1viaggioNoTav

Cantiere in Val Clarea, 5 settembre 2015. Poliziotti allibiti di fronte a Turi Vaccaro. Episodio raccontato nella quinta parte di Un viaggio che non promettiamo breve, intitolata «Serenata per un satellite (2012 – 2016)». Foto di Michele Lapini.

A quanto ricordiamo, non era mai accaduto che un nostro libro venisse citato e mostrato da un deputato in Parlamento.

È accaduto per la prima volta il 20 dicembre scorso, durante il dibattito sulla ratifica dell’ennesimo «storico accordo» tra Italia e Francia sul Tav – il solito dopo il quale «non si torna più indietro» ecc. ecc. – quando Giorgio Airaudo ha sventolato una copia di Un viaggio che non promettiamo breve.
Il video dell’intervento è incorporato in calce a questo post. Il libro appare al minuto 8’28”.

A dirla tutta, il giorno prima il libro era stato recensito live al Senato, benché non in aula. È avvenuto durante un convegno nella Sala ISMA, grazie allo storico Tomaso Montanari. Ne parliamo qui sotto.

Del resto, non era nemmeno mai accaduto che un nostro libro fosse recensito (o reticensito) dal più famoso magistrato italiano

Insomma, attorno a Un viaggio che non promettiamo breve stanno succedendo varie e strane cose. Come minimo, il libro fa discutere. Sono anche arrivate – per canali privati – minacce di querela, e vedremo se si concretizzeranno. Nel caso, ci sarà parecchio da divertirsi.

Nel frattempo, vi offriamo una nuova rassegna di recensioni, interviste e pareri sul libro. La prima del 2017. Buona lettura. Prosegui la lettura ›

Contro la politica della paura, «rovesciare passando da sotto»! #WM1ViaggioNoTav

Nicoletta Dosio e la sua tartaruga. Prendersi il proprio tempo.

a cura di Wu Ming 1

«Fuori dagli Stati maggiori dei partiti come dai cervelli dei Clausewitz radicali, può nascere una nuova intelligenza sociale, attraverso l’elaborazione spontanea e brancolante di una strategia sovversiva che eviti le vecchie trappole […] Se la sovversione aggira, “passa sotto” la violenza dello stato, non è soltanto per necessità tattica. È perché è innanzitutto, fin dai primi balbettii, il contrario di una guerra nella quale il nemico, l’altro, non esiste. L’arma principale della sovversione è la trasformazione sociale. Trasformazione che si rivolge tanto a coloro che la mettono in atto quanto a quelli con i quali essi si confrontano. Perché è immediatamente affermazione di un rapporto sociale diverso dal rapporto capitalista.»

Serge Quadruppani

Così scrive Serge Quadruppani nel suo La politica della paura (Lantana, Roma 2013).
Con l’espressione che dà il titolo al libro, il nostro compagno d’Oltralpe descrive l’uso strumentale dell’emergenza-terrorismo, la costruzione di sempre nuovi «nemici pubblici», lo spaccio all’ingrosso e al dettaglio di un immaginario securitario sempre più pervasivo, il tutto allo scopo di normare, sorvegliare e controllare meglio la nostra società.
Una società mai così sondata, interrogata, misurata, scansionata, eppure mai così incomprensibile ai poteri costituiti, mai così misteriosa e incline a divenire riottosaingovernabile.

La paura di cui scrive Serge, infatti, non è solo quella che viene iniettata nei governati – paura di attentati, paura del «degrado», degli zingari, dei migranti, dell’«invasione», di questo o quel complotto… – ma anche quella che hanno in corpo i governanti, sempre più ritirati nelle loro cerchie, a frequentarsi tra simili, “scollati” dal mondo, estranei alla realtà e dunque privi di ogni immaginazione.
Lo stiamo vedendo nella parabola del renzismo. I governanti sono autoreferenziali, e quindi pavidi di fronte alle contraddizioni, ai conflitti. Perché nei conflitti, anche quelli più modesti, l’Uno autoreferente è costretto a diventare (almeno) Due. Prosegui la lettura ›

La sconfitta di Renzi, le vittorie #notav e una «reticensione» di Gian Carlo Caselli #WM1ViaggioNoTav

Caselli su Un viaggio che non promettiamo breve

Gian Carlo Caselli recensisce Un viaggio che non promettiamo breve.

«…È stato, io credo, per l’assenza da tempo in questa storia di una sinistra che difendesse proletari e reietti invece di schierarsi ciecamente con i concreti sostenitori e impositori di un’idea di sviluppo supina agli interessi della grande finanza, che mai è stata così cieca nei confronti degli interessi collettivi e così disinteressata a quelli degli ultimi, dei “perdenti”.»

Sono parole di Goffredo Fofi. Stava commentando il risultato del referendum costituzionale e le ragioni per cui la controriforma Boschi-Renzi è stata respinta? No, queste frasi sono state pubblicate il 2 dicembre. Fofi stava recensendo Un viaggio che non promettiamo breve e spiegando come mai la lotta No Tav non ha ancora il posto che merita nell’immaginario nazionale, nemmeno dopo venticinque anni di lotte, di tenace resistenza di massa, e di successi. Prosegui la lettura ›

Il #SentieroLuminoso arriva in Sicilia, senza bisogno del Ponte sullo Stretto.

Il torrente Lavino striscia sotto l'A14

Il torrente Lavino striscia sotto l’A14

In questi mesi d’autunno, mentre tra Bologna e Milano calava un sipario umido e grigio, ci sono arrivate molte richieste per portare Il Sentiero Luminoso fuori dal territorio della Grande Pianura: Valdastico, Prato, Pescara, Roma, Palermo, Catania, Siracusa. E’ un buon segno che l’idea centrale del libro – quella di percorrere a piedi sentieri non segnati per ripensare la nostra relazione con il paesaggio – interessa e stimola lettori e lettrici al di là dell’esempio pratico di una viandanza da Bologna a Milano.
In occasione del minitour siciliano – con la prima volta di Wu Ming a Siracusa – vi segnaliamo tre interviste a Wu Ming 2 intorno alle tematiche del sentierismo libero e del pianurismo molotov. A seguire, il calendario degli incontri luminosi da qui alla fine dell’anno.

A Radio Francigena (dura 17’36”):
«Per quale motivo esseri bipedi costruiscono luoghi irraggiungibili su due zampe?»

Su Libreriamo, a cura di Dario Boemia:
«La proprietà privata di un fondo si traduce nel diritto di escludere chiunque da un terreno.» Prosegui la lettura ›

Speciale #WM1ViaggioNoTav: #maxiprocesso, reazioni pavloviane, una riffa di solidarietà, recensioni e altro sui #notav

Un viaggio che non promettiamo breve, foto di Simona Vinci

Foto di Simona Vinci, pubblicata su Twitter.

In Un viaggio che non promettiamo breve, tra le numerose storie raccontate, c’è quella del cosiddetto «maxiprocesso» contro i No Tav: com’è nato e per volontà di chi; dove si è svolto e secondo quali logiche; cos’è accaduto in carcere ad alcuni dei 53 imputati; come ha risposto la popolazione valsusina; cos’hanno detto i PM nelle loro requisitorie… Fino alla sentenza di primo grado.

Proprio mentre usciva il libro è iniziato il processo d’appello, che è giunto a sentenza in tempi record… ma in quei tempi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Le condanne sono 38, nove in meno rispetto al primo grado, ma comunque un esito grave. Un sunto si trova su notav.info.
Del tutto ovvia la nostra massima solidarietà a tutte le condannate e i condannati.

Nel commentare con gioia la sentenza, il senatore del PD Stefano Esposito e il vicepresidente del PD torinese Raffaele Bianco, dichiarati arcinemici dei No Tav, hanno subito pensato di tirarci in ballo, con chiarissime allusioni a Un viaggio che non promettiamo breve. Un riflesso condizionato rivelatore, che si aggiunge a segnali raccolti nei giorni scorsi, nel sottobosco del cronismo sìTav embedded. A quanto pare, il libro di Wu Ming 1 non è per tutti gli apparati digerenti. Forse contiene troppa capsaicina (C18H27NO3)?  Prosegui la lettura ›

Un viaggio che non promettiamo breve. Nuove interviste e segnalazioni #WM1ViaggioNoTav

Un viaggio che non promettiamo breve e il richiamo di Cthuhlu

«Parlava dei sogni che aveva fatto con un linguaggio strano e poetico: mi fece “vedere” con terribile chiarezza l’enorme città fangosa di pietra verde e aggiunse, in modo enigmatico, che la sua geometria era completamente sbagliata. Mi sembrava quasi di udire, impaziente e terrorizzato allo stesso tempo, l’incessante richiamo mentale che veniva dal sottosuolo: Cthulhu fhtagn, Cthulhu fhtagn.» Fotografia del Compagno Bot di @EinaudiEditore

Dopo quelle di due giorni fa, ecco nuove segnalazioni su Un viaggio che non promettiamo breve. Venticinque anni di lotte No Tav.

■ Oltre allo speciale – già segnalato – andato in onda su Radio Città Fujiko di Bologna, anche Radio Onda d’Urto di Brescia ha dedicato una trasmissione all’uscita del libro, con indervisda a ud Wu Bigg Udo raffreddado e cough! cough! gondodda da Andrea Cegna. Potete ascoltarlo qui.

■ Su Carmilla c’è una “recensione”/adattamento a fumetti realizzata da Simone Scaffidi Lallaro e Nicola Gobbi. Soundtrack e co-ispirazione: Kina, Questi anni. Prosegui la lettura ›