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Monte Manfrei

Un’altra bufala storica neofascista: gli «orrori» della Colonia di Rovegno / Prima puntata (di 2)

La colonia di Rovegno in una cartolina dei tardi anni Trenta.

[Mentre prosegue il lavoro di ricerca e analisi dei documenti relativi alla vicenda di Giuseppina Ghersi, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki continua a prendere in esame narrazioni che hanno in comune col caso Ghersi non solo la zona in cui sono ambientate (l’Appennino Ligure tra Genova e Savona), ma anche autori, propagatori, incongruenze e problemi metodologici.
Il quadro che ne emerge è impietosamente in linea con tutta la produzione narrativa sui fantomatici «orrori partigiani», produzione nella quale ricorrono sempre gli stessi elementi: dicerie mai sottoposte a verifica e anzi prese per oro colato; dettagli sempre più macabri, assenti da ogni fonte documentale reperibile, aggiunti a piene mani ogni volta che si racconta la vicenda; fosse comuni vuote, introvabili e addirittura “mobili”; vittime non solo mai trovate ma addirittura mai esistite – come la fantomatica «Jolanda Crivelli», della quale è stato inventato persino il nome; uso sensazionalistico di immagini shock estranee alle vicende narrate; partigiani descritti come indemoniati che non hanno nulla di umano, immancabilmente stupratori se le vittime sono donne – Giuseppina Ghersi, Norma Cossetto… – e in ogni caso crudi torturatori.
Dopo essersi interessata al mai avvenuto «eccidio di Monte Manfrei», questa volta Nicoletta Bourbaki si occupa della Colonia di Rovegno, un edificio che qualcuno racconta come un luogo dell’orrore, ma…
Buona lettura. WM
]

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE DELLA PRIMA PUNTATA
1. Bambini e partigiani (e una lapide)
2. Il mito della «colonia degli orrori»
3. La logica della «controrappresaglia»
4. Controrappresaglie alla colonia di Rovegno
5. Seicento cadaveri?

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Monte Manfrei. Un “crimine partigiano” inventato di sana pianta. Seconda e ultima puntata

Esempio di False Memory Syndrome: ricordare un eccidio mai avvenuto. Monte Manfrei, commemorazione del 26 giugno 2015. Nella foto, la bandiera della Repubblica Sociale Italiana (stato-fantoccio collaborazionista impiantato da Hitler nell’Italia settentrionale), quella dell’Unione Nazionale Caduti della RSI e quella dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (ANPdI), sez. prov. di Genova «Dario Pirlone».

di Nicoletta Bourbaki * – La prima puntata si trova qui

INDICE DELLA SECONDA PUNTATA

5. Urbe e Sassello, primavera 1945: gli eventi
6. Nomi, cifre, fosse, luoghi, salme
7. Spostamenti supersonici di partigiani
8. I fantaelenchi dei caduti repubblichini
9. Cui prodest?
10. Appendice: visita a Monte Manfrei

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Monte Manfrei. Un “crimine partigiano” inventato di sana pianta. Prima puntata (di 2)

Monte Manfrei - Croce e bruttura

Come annunciato esattamente un anno fa, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki sta conducendo estese ricerche d’archivio sul caso Giuseppina Ghersi. I risultati di tali ricerche verranno diffusi quando sarà tempo, ma ci sono risultati “collaterali” già pubblicabili. La fabulazione neofascista sulla morte di Giuseppina Ghersi è infatti legata ad altre narrazioni ricorrenti in quegli ambienti. Una volta sottoposte anche solo alle più elementari verifiche, tali narrazioni si sono rivelate nient’altro che bufale. Le smonteremo una dopo l’altra. Cominciamo oggi, dal mai avvenuto «Eccidio di Monte Manfrei». [WM]

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE DELLA PRIMA PUNTATA

1. Introduzione
2. Cosa intendono i neofascisti per «Eccidio di Monte Manfrei»?
3. È andata così. Anzi, no: così. Anche se…
4. I peli ma non i vizi: foto fake e scorribande su Wikipedia

«Vedi, i morti possono essere molto utili. A me, personalmente, hanno risolto situazioni difficili più di una volta. Primo perché non parlano. Secondo, perché, se aggiustati bene, possono sembrare vivi. E terzo, anche se gli spari non succede niente perché al massimo dovrebbero morire, ma sono già morti.».
(Sergio Leone, Per un pugno di dollari) Prosegui la lettura ›