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Italo Calvino

Disintossicare l’Evento, ovvero: Come si racconta una rivoluzione?

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[Si conclude la pubblicazione su Giap degli interventi fatti da WM1 e WM2 alla UNC (University of North Carolina) di Chapel Hill, il 5 aprile scorso. Dopo quello di Wu Ming 1 (“Siamo tutti il febbraio del 1917, ovvero: A che somiglia una rivoluzione”), ecco quello di Wu Ming 2, che fa tesoro di molte discussioni svoltesi su Giap (a cominciare da quella sulle “narrazioni tossiche”).
Le versioni italiane di entrambi gli interventi sono disponibili in un unico pdf. Quelle in inglese in due pdf separati (vedi in calce a questo post).]

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A novembre dell’anno 2010, quando abbiamo proposto il titolo per questa conferenza [*], il problema di distinguere una rivoluzione da qualcos’altro non era di particolare attualità: lo avevamo scelto con un occhio alla nostra produzione di romanzi storici, dove abbiamo raccontato rivolte, rivoluzioni e guerre d’indipendenza.

Nel frattempo, però, i tumulti sono tornati di moda, come non accadeva da oltre vent’anni, e giornali e riviste sono inondati di articoli dove ci si chiede se in Tunisia o in Libia sia in corso una rivoluzione, se il Bahrein, l’Oman o la Siria ne conosceranno davvero una, e via discorrendo. Prosegui la lettura ›

Branco ’75

Unire quel che appare diviso: Salò e Amici miei, note per una visione comparata

di Wu Ming 1

“Ragazzi, come si sta bene fra noi, fra uomini! Ma perché non siamo nati tutti finocchi?”
– L’architetto Melandri (Gastone Moschin) in Amici miei

Due film del 1975

Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, Amici miei di Mario Monicelli.
[Nei titoli di testa c’è scritto “Regia di Pietro Germi”, per un errore. Doveva dirigerlo Germi, ma morì all’improvviso, e il film lo prese in mano Monicelli.]
Due film coevi, quasi simultanei, uno “alto” e uno “basso”. Due film dai destini molto diversi:
– Amici miei
è un film godibilissimo, quando esce nelle sale fa in poco tempo 7 milioni di spettatori paganti, poi vince due David di Donatello (miglior film + miglior attore protagonista) e diventa un culto di massa tramandato di generazione in generazione, stra-citato, continuamente ritrasmesso in tv.
– Salò viene sequestrato poco dopo l’uscita e a tutt’oggi lo ha visto poca gente: in tv non può essere trasmesso (è VM18), inoltre la visione è quasi insostenibile. E tra i pochi che lo hanno visto, pochissimi hanno voluto rivederlo. Prosegui la lettura ›