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Bologna

Il Passante di #Bologna, sesta puntata. | Attenti al capitombolo!

Domani, 4 marzo, Bologna vivrà una giornata di iniziative diffuse, nel segno dell’autogestione e della resistenza agli incubi urbanistici che la minacciano. Con l’occasione, torniamo a parlare del Passante di Bologna. È lo stesso carburante, infatti, ad alimentare la gentrificazione della zona centrale della città e i progetti che ne soffocano le periferie. Come vedremo nel post, la differenza tra gli interventi infrastrutturali e quelli residenziali è assai più sfumata di quanto sembri a prima vista.
Quel carburante è la speculazione immobiliare. “La dinamica è lineare: riconverto zone centrali demolendo e ricostruendo, in più costruisco in periferia su terreni vergini sotto l’ombrello dell’interesse pubblico”, come dice Paola Bonora.
Il governo cittadino, assunte le esigenze di valorizzazione del capitale come sola bussola, cerca di nascondere la propria incapacità nel risolvere una vera emergenza (l’aria mefitica e cancerogena) creandone una a tavolino: il degrado, di cui Xm24 e la Bolognina sarebbero l’epicentro. Prosegui la lettura ›

#Bologna, 3-4 marzo 2017: ritorna Resistenze in Cirenaica. Il colonialismo italiano di ieri, l’imperialismo italiano di oggi | #4MBO

Clicca per aprire l’evento su Facebook.

A Bologna il 4 marzo sarà giornata di mobilitazione in difesa degli spazi autogestiti. In tutta la città si svolgeranno iniziative a sostegno delle esperienze minacciate, in primis XM24. Per quel weekend stavamo già organizzando al Vag61 la due-giorni di fine inverno di Resistenze in Cirenaica. Coglieremo la palla al balzo, e la voce di questo collettivo di collettivi si unirà al coro «diversamente intonato» che ne canterà quattro ai poteri della città.
Ecco il programma della due-giorni. Prosegui la lettura ›

Una «Casa della Letteratura» come foglia di fico della speculazione in #Bolognina? #XM24 #Bologna

La Bolognina su Open Street Map.

[Se, come suol dirsi, il reale stato della cultura si misura con la situazione delle biblioteche pubbliche, a Bologna siamo messi male.

Il Comune sta avviando un percorso di privatizzazione delle biblioteche di quartiere, un tempo fiore all’occhiello del «buongoverno» felsineo. Non a caso, lo sta avviando a partire dal quartiere Navile, unità amministrativa che comprende la Bolognina, zona della città sotto attacco speculativo e gentrificatorio. Attacco che è parte della grande aggressione cementizia prossima ventura.

Pochi giorni fa, abbiamo assistito all’abominio di una carica di polizia tra i tavoli di una biblioteca universitaria. Contro chi aveva cercato di mantenere quella biblioteca aperta a tutt*, la Procura ha in serbo un bel processo per «associazione a delinquere» (e non solo).
Questo nel quarantennale dell’insurrezione studentesca del marzo 1977.

Se dalle biblioteche ci spostiamo agli spazi sociali e culturali autogestiti, la vicenda dell’XM24 – vedi qui e qui – suona la campana d’allarme per le esperienze rimaste in città.

La buona notizia è che l’enorme assemblea dell’8 febbraio ha dato un segnale forte. E nulla ci toglierà dalla testa l’idea che la violenza squadristica scatenata all’università il giorno dopo sia stata anche una risposta a quel segnale.

In questo scenario, apprendiamo che il Comune vuole insediare – toh, in Bolognina! Toh, in via Fioravanti! – una «Casa della Letteratura». Qui sotto pubblichiamo una lettera della collega Milena Magnani, spedita all’assessora alla cultura Bruna Gambarelli l’8 febbraio scorso. Milena racconta alcuni interessantissimi dietro-le-quinte.

Come ricordato nella lettera, si tratta di una vecchia proposta del nostro compagno Stefano Tassinari. Stefano non c’è più, ma noialtri, che con lui abbiamo condiviso tante lotte, possiamo dire con certezza che tra XM24 e una «Casa della Letteratura» eretta – metaforicamente o alla lettera – sulle macerie del suo sgombero, il compagno Tassinari avrebbe scelto XM24. Senza alcuna remora.

Buona lettura.]

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La svolta della Bolognina 2.0 | Il PD realizza il programma di Salvini.

Il volto di Virginio Merola sovrapposto a quello del sindaco-Sauron, sul murale “Occupy Mordor” di Blu.

E’ ufficiale: il sindaco PD di Bologna ha riesumato in cantina una vecchia musicassetta ed è diventato leghista con l’ipnosi. A certificare l’efficacia della cura ci sono le sue dichiarazioni degli ultimi giorni. In un’intervista a La Repubblica di sabato 4 febbraio ha annunciato che sfratterà il centro sociale XM24 dalla sua storica sede nel quartiere Bolognina e chiederà al ministro Minniti di piazzare al suo posto una caserma dei Carabinieri, perché «può essere utile a rassicurare i cittadini». Quanto al «putiferio politico» che la sua scelta potrebbe scatenare, ha ribattuto che «i dibattiti vengono dopo, possono anche essere interessanti, ma non hanno la precedenza» (con buona pace della tanto invocata «partecipazione»). Infine, ribadendo che il futuro di XM24 resta lo sfratto, ha aggiunto: «basta con l’assistenzialismo in cambio di niente», a riprova che l’ipnosi ha davvero funzionato. Prosegui la lettura ›

Il Passante di #Bologna, terza puntata | Pettinare il verde, dipingere l’azzurro (e una risposta ad Avventura Urbana)

Squarci di Bologna Nord. Il Pensiero Unipol genera ecomostri. Foto di Michele Lapini.

È on line la terza puntata del nostro reportage su un’opera grandemente inutile, sicuramente dannosa, mellifluamente imposta: il Passante di Bologna.
Nell’episodio che conclude il trittico (ma non il nostro lavoro di inchiesta sul Passante, che andrà avanti su questo blog e in città) ci occupiamo del colore più evocato dai poteri costituiti per pararsi le terga.
Il verde.

Ma prima di augurarvi buona lettura, c’è ancora qualcosa da dire sulle figure che abbiamo chiamato i «difficilitatori» e le «difficilitatrici».

Perché una di loro ci ha risposto.

E non si tratta di una qualsiasi. Prosegui la lettura ›

Il Passante di #Bologna, seconda puntata | Arrivano i facilitatori!

Bologna, Alto Palatinato

Passava per caso su Google Immagini ed è diventato il Passante di Bologna. Alto Palatinato, Germania, incrocio tra le autostrade A6 e A93.

Mentre nel PD bolognese «volano gli stracci» proprio sul Passante (il giorno dopo la sconfitta al referendum*, guarda un po’ la coincidenza), noi andiamo avanti con il nostro reportage su questa Grande Opera Dannosa, Inutile e Imposta.

Come promesso, nella seconda puntata raccontiamo nei dettagli il cosiddetto «processo partecipativo», spiegando che ruolo ha giocato nella partita il gruppo di «facilitatori» di Avventura Urbana. In incognito, siamo andati agli incontri con la cittadinanza. Abbiamo visto, poi abbiamo approfondito. Su Internazionale. Buona lettura.

* A Bologna ha vinto il Sì, ma con il 52%, e grazie al voto dei quartieri-bene (Santo Stefano e Savena). Nei quartieri storici del consenso granitico al Partito – Navile e San Donato – il Sì ha vinto con il 50,5% e un distacco di soli 300 voti. A livello regionale, il Sì ha vinto con il 50,4%. Per gli standard dell’Emilia-Romagna è una sconfitta, già annunciata dal clamoroso «sciopero del voto» alle Regionali di due anni fa. Ma il sindaco Merola ha detto: «Il PD deve ripartire da Bologna, dove il Sì ha vinto!» Diritti contro un muro. Bene così.

Il «Passante di #Bologna»: una disavventura urbana – di Wu Ming e Wolf Bukowski, 1a puntata

I piloni del cosiddetto «People Mover» di Bologna. Foto di Michele Lapini.

I piloni del cosiddetto «People Mover» di Bologna. Foto di Michele Lapini.

Da alcuni mesi facciamo inchiesta su una grande opera inutile e imposta: il cosiddetto «Passante di Bologna». Il caso è molto interessante e ha rilevanza nazionale, per diversi motivi.

Le ipotesi per risolvere i problemi di traffico del nodo bolognese si rincorrono ormai da vent’anni. Nel 2005 ha iniziato a consolidarsi quella del cosiddetto «Passante Nord», una bretella autostradale che doveva tagliare la campagna a Nord della città, collegando Anzola Emilia (A1), Altedo (svincolo A13) e San Lazzaro (Uscita A14). Quel progetto, già finanziato, è stato respinto l’anno scorso, grazie all’azione di un comitato e dei sindaci dei comuni interessati. Ma il comitato ha scelto di «non dire soltanto no» e ha proposto una “brillante” alternativa: l’allargamento di una corsia per senso di marcia dell’infrastruttura congiunta autostrada/tangenziale, che già ammorba la periferia bolognese. E così, un comitato che all’inizio contestava la ratio stessa del progetto, ha finito per scaricare il barile sui cittadini di un altro territorio.
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