Sarnano ’44. Storia e leggenda di «quella partita di calcio tra partigiani e nazisti»

[Anche una storia vera, se raccontata omettendone il contesto, si trasforma in narrazione tossica. Ce lo dimostrano Matteo Petracci (storico, tra le altre cose membro del gruppo Nicoletta Bourbaki) e Simone Vecchioni (grande conoscitore e narratore dell’Appennino marchigiano, membro di Alpinismo Molotov). In questo articolo, i nostri guest blogger ci offrono un primo resoconto della loro ricerca pluriennale su un episodio “minore” dell’occupazione nazista delle Marche: una partita di calcio «tra soldati tedeschi e partigiani», che però… Non vi anticipiamo nulla. Buona lettura. WM]

di Matteo Petracci & Simone Vecchioni

Un pallone, due squadre, undici giocatori in divisa, undici civili. Una partita che è stata
raccontata – e fatta – a pezzi per 75 anni e della quale ancora non si conosce il risultato
finale. Una storia sconosciuta ai più, ricostruita allargando lo sguardo e smontando
parte delle cronache che da anni circolano sul suo conto.

Una cosa è certa: non è possibile raccontare questa partita senza inserirla nel contesto
in cui è stata disputata, e anche in questo caso la storia cambierà in base al punto dal
quale decideremo di raccontarla. Prosegui la lettura ›

Sentieri, fantasmi e parole. Irene Cecchini intervista Wu Ming 2 sulle «nuove geografie letterarie»

Frontignano di Ussita (MC), Monti Sibillini, 4 maggio 2019

«Finché parliamo di proprietà private, istituzioni o cimiteri, sembra facile stabilire un confine. Dentro/fuori. Ma già se consideriamo una vallata, una città, o lo spazio che nomino quando dico “qui”, è molto complicato deciderne l’estensione. I luoghi nascono come incroci di percorsi, e quindi sono definiti dalle linee che li attraversano, piuttosto che da quelle che li chiudono. “Abitare coscientemente un luogo” significa conoscere quegli andirivieni, ovvero i movimenti di chi lo vive, senza bisogno di una mappa – mentale o cartacea che sia. Si potrebbe dire che proprio quando inizi ad aver bisogno di una mappa, allora non appartieni più al territorio in cui cammini. Gli autoctoni sono coloro che si orientano in un luogo grazie alle storie, non alla bussola.»

Questa riflessione sui confini compare in una lunga intervista con Wu Ming 2, da poco pubblicata sul blog multilingue Liténature, piattaforma in Rete di un più vasto progetto dell’Università di Gent, dedicato all’approccio “ecopoetico” nella fiction contemporanea francese, italiana, germanofona e anglofona.

Nel dialogo con Irene Cecchini, Wu Ming 2 approfondisce molti temi legati alla produzione “geografica” del collettivo, che va dal Sentiero degli dei a Un viaggio che non promettiamo breve, passando per Cent’anni a Nordest, Il sentiero luminoso, Cantalamappa e il recentissimo Grüne Linie. Prosegui la lettura ›

La resistenza «italiana»: multietnica, creola, internazionalista e migrante

Clicca per vedere il video della conferenza di Wu Ming 1.

La Resistenza «italiana» non è un’epopea solo nazionale e nemmeno solo bianca.

Nella nostra guerra di liberazione combatterono partigiani di oltre cinquanta nazionalità e da ogni continente. La Resistenza al fascismo italiano cominciò nelle colonie d’oltremare e vi presero parte anche italiani. La Resistenza italiana si ispirò a quella jugoslava e in «Venezia Giulia» cominciò ben prima dell’8 Settembre. Partigiani italiani combatterono in Jugoslavia, Albania, Grecia, Francia, Belgio…

Cosa ci ha impedito, per tutti questi anni, di vedere la Resistenza «italiana» come una guerra internazionalista, anticoloniale e senza confini? Come una guerra meticcia?

Con la conferenza tenuta al Memoriale della Shoah di Milano il 6 maggio 2019, Wu Ming 1 ha cercato di dare risposte a questa domanda, elencando le ragioni politiche e – soprattutto – i «blocchi» culturali che hanno reso invisibile la «quarta dimensione» della nostra guerra partigiana. Prosegui la lettura ›

Via i neofascisti dal Salone del Libro. Abbiamo vinto. Ecco alcune cose da imparare per la prossima volta.

Abbiamo pensato subito a Macerata, al 10 febbraio 2018. Uno dei momenti più alti di antifascismo dal basso degli ultimi anni. Il precedente più vicino di un risultato ottenuto tenendo il punto, contro ogni diktat.

[Attenzione: articolo aggiornato il 10 maggio 2019 alle h.13:20. Gli otto punti adesso sono dieci.]

L’antifascismo ha ottenuto un risultato importante, che farà precedente: Casapound è fuori dal Salone internazionale del libro di Torino. Aprire la contraddizione è servito, eccome se è servito. Dare un segnale chiaro è stato determinante. Grazie a tutte e tutti quelli che, insieme a noi, lo hanno dato.

Eppure nei giorni scorsi il dibattito ha avuto momenti molto tossici e, nel vortice di “voltairismi” d’accatto, pseudo-obiezioni, diversivi, sfondoni e hashtag malissimo concepiti, pochi speravano nel buon esito della lotta.

Abbiamo compilato, come strumento utile per il futuro, un glossario di equivoci e malintesi rimbalzati sui giornali e sui social media, dopo l’annuncio che non avremmo partecipato al Salone per non condividere quello spazio con un editore fascista.

Ne abbiamo individuati otto dieci, che a nostro avviso raccontano qualcosa sull’Italia dei libri, su come oggi viene percepita e percepisce se stessa. E forse anche qualcosa di più. Prosegui la lettura ›

Gomito a gomito coi neofascisti? Mai. Ovvero: perché non andremo al #SalonedelLibro di #Torino

La settimana scorsa abbiamo annunciato la partecipazione di Wu Ming 4 al Salone Internazionale del Libro di Torino, il 12 maggio, per presentare l’antologia di suoi scritti su J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford, in uscita per la casa editrice Eterea.

Oggi annunciamo che la presentazione è annullata.

Ormai è noto: al Salone avrà uno stand Altaforte, di fatto la casa editrice di Casapound. Nei giorni scorsi questa notizia ha suscitato molte critiche ed esortazioni a tenere fuori dalla kermesse una presenza platealmente neofascista. E come ha risposto il Comitato d’indirizzo del Salone?

Con un comunicato che in sostanza dice: Casapound non è fuorilegge, dunque può stare al Salone, basta che paghi.

Come spesso accade, ci si nasconde dietro il «legale» per non assumersi una responsabilità politica e morale. Per rigettare il fascismo non serve un timbro della questura. Prosegui la lettura ›

Speciale #Lamacchinadelvento: «Proletari di tutti gli universi paralleli unitevi!»

La macchina del vento

La macchina del vento di Wu Ming 1 è uscito da poco più di dieci giorni ed è stato ristampato dopo sole 48 ore. Grazie a tutte e tutti coloro che l’hanno già preso, letto, commentato, e – naturalmente – grazie a chi lo prenderà, leggerà, commenterà da qui in avanti. Abbiamo già molto materiale interessante da segnalare: eccovi dunque il primo speciale di Giap dedicato al romanzo. Buona lettura.

La macchina del vento su Jacobin Italia Oggi sul sito di Jacobin Italia compare una conversazione tra Giuliano Santoro e Wu Ming 1 a partire da La macchina del vento. Si parla di tante cose: tempo e conflitti sui tempi; Europa ed europeismo; letteratura fantastica e multiversi; come arrivare a La macchina del vento passando per L’Armata dei Sonnambuli e Proletkult; appunti di storia del movimento comunista novecentesco, e infine… marxismo zen. Il tutto con il titolo:  → «Proletari di tutti gli universi paralleli unitevi!»

Mariano Tomatis parla de La macchina del vento Nella conversazione testé linkata si fa riferimento a come Mariano Tomatis ha introdotto la presentazione de La macchina del vento al Vag61 di Bologna, il 23 aprile scorso. In una vera e propria lectio magickalis, Mariano ha collegato il romanzo a tutte le riflessioni sul tempo fatte da Wu Ming 1 in quasi vent’anni, e proposto esempi di lotte, numeri di magia e performances che mettano sabbia negli ingranaggi del tempo imposto. L’intervento si intitola Il laboratorio sui viaggi nel tempo è rimandato a ieri e si può leggere qui. Prosegui la lettura ›

Il fabbro di Oxford, di Wu Ming 4. Scritti e interventi su #Tolkien

Uscirà e verrà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino il 12 maggio, il nuovo libro di Wu Ming 4 dedicato all’opera di J.R.R.Tolkien, il secondo dopo Difendere la Terra di Mezzo (Odoya, 2013, ripubblicato nel 2018). Si intitola Il fabbro di Oxford e raccoglie gli interventi pubblici tenuti da WM4 nel quadriennio 2014-2017, con la prefazione di Edoardo Rialti. Qui l’annuncio sul sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. La casa editrice che lo pubblica, Eterea Edizioni, è appena nata, ed è la prima in Italia interamente consacrata alla diffusione degli studi su Tolkien e dintorni. Prosegui la lettura ›